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Autore: loreley90    23/03/2022    0 recensioni
Come la prenderà il Capitano Bishop nel sentire la sua bellissima fidanzata italiana chiamare nel sonno la sua ex? I primi passi della loro convivenza si faranno più difficili o sarà la scusa per affrontare questioni non del tutto risolte?
Crossover Station19
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Carina De Luca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Maya POV

Quando mi sveglio ti sento tra le mie braccia. Ricordo di essermi addormentata prima che tu mi raggiungessi a letto, il che mi porta a pensare che a quanto pare anche inconsciamente ti cerco. Sarebbe tutto assolutamente nella norma se non fosse per quello che è successo ieri. Eh già, quello che è successo. In un attimo ritornano alla mia mente i momenti della nostra lite, come un breve cortometraggio che non ho la minima voglia di vedere. Non litigavamo così da... da quando ti ho tradita. E lì c'era stato meno confronto, ti ho semplicemente buttato addosso quello che avevo fatto, senza pensare minimamente... no, non è vero. Ci ho pensato ma volevo solo ferirti, penso per un malato meccanismo per cui volevo farti provare il dolore che mi avevi costretta a fronteggiare mostrandomi il vero volto di mio padre.

Provo a stringerti un po' a me, per vedere che effetto mi fa fare quel gesto così semplice che dà l'inizio ad ogni nostro giorno, fatta eccezione solo per quando abbiamo i turni di notte. Non ho alcun dubbio su di te, sulle tue parole... ma sento comunque una sorta di freno a starti vicina, nel modo in cui so di volerlo fare  in fondo. Decido di andare a correre, dato che mi ha sempre aiutata farlo. Mi permette di schiarire le idee e Dio solo sa quanto mi serve farlo ora. Mi avvicino per darti un bacio sulla spalla, e in quel momento il mio corpo ha la tentazione di spingersi verso il tuo, ma non me lo posso permettere, non ancora.

Mi alzo e rapidamente mi preparo, prendo le cuffiette e in un attimo sono già pronta ad iniziare a correre. Metto un passo davanti all'altro, cercando di non strafare all'inizio, come spesso accade quando sfogo sulla strada i miei pensieri, i nervosismi, la tensione. Penso ancora una volta all'immagine che mi sono fatta nella testa di te che ti avvicini a lei, che le sfiori il viso in quel modo con cui di solito chiedi silenziosamente a me di baciarti. Sento il cuore iniziare a pompare di più, la mia falcata farsi più decisa. Le tue labbra cercano le sue, le toccano e per un'istante le amano, di quell'amore che è mio, è per me. Sento delle lacrime mischiarsi al sudore che scende dalla fronte, mentre continuo ad accelerare il passo. Ti ha tolto il respiro quel bacio? I tuoi occhi cercavano i suoi quando vi siete allontanate? È troppo, è più di quanto la mia testa, il mio cuore possano sopportare. Sento le gambe non tenere però più il ritmo della mia corsa, così come il fiato. Così mi fermo, maledicendo me stessa per non riuscire a togliermi quell'immagine dalla mente e ancora meno dal cuore. 

Appoggio le mani sulle ginocchia, cercando di recuperare fiato e capisco che non è semplicemente per lo sforzo fisico che mi manca. E in un attimo inizia a mancarmi il respiro, in un modo diverso, in un modo che conosco e riconosco. È come se mi si stringesse la gola, i miei occhi iniziano a vagare come se cercassero un qualche punto a cui aggrapparsi, un appiglio. Mi sembra quasi di sentire la tua voce nella testa, che mi dice di stare calma, così chiudo gli occhi, cercando di seguirla. Mi sembra di inseguirti e sfuggirti al tempo stesso, come se fossi dentro ad un labirinto e ad ogni angolo che svolto trovassi te. Non riesco a capire se mi vuoi indicare l'uscita o spingermi a perdermi ancora di più. Mi sembra di impazzire, sento come se mi stesse scoppiando la testa. Mi appoggio lentamente con le mani a terra, sperando che il cuore rallenti almeno un po' il suo ritmo, ma non sembra minimamente intenzionato a farlo. È come se lo sentissi uscirmi dal petto, anzi come se volesse sfondarlo... non credo di essermi mai sentita così, così male. Inizio a pensare che mi serva aiuto, così mi guardo intorno, quando sento una voce chiedermi:

"Serve aiuto?"

Alzo lo sguardo e vedo lei davanti a me... Arizona.

 

Mi sveglio talmente di soprassalto che mi ritrovo di colpo seduta sul letto, con il fiato corto. Non puoi non avermi sentita, infatti in un attimo ti ritrovo seduta, di fianco a me. Mi accarezzi dolcemente la schiena mentre mi osservi con gli occhi ancora socchiusi, quasi volessi mettere solo in pausa il sonno.

"Ehi bambina, che succede?" mi chiedi con voce confusa e al tempo stesso preoccupata.

"Niente... niente, scusa se ti ho svegliata. Torna pure a dormire" rispondo, voltando appena la testa verso di te ma tenendo lo sguardo basso. Resto lì qualche secondo, cercando di calmare il mio respiro, e non mi accorgo subito che non ti sei mossa di un millimetro e continui a donarmi le tue carezze.

"Maya..." domandi, convinta che la mia replica non corrisponda al vero. Mi conosci davvero troppo bene per poter credere alle mie parole. 

"Davvero, non è niente Carina" rispondo in modo più fermo, brusco, per non dire aggressivo quasi.

"Ok" mi dici in modo apparentemente sereno, ma ti conosco e mi basta sentire il rumore del tuo respiro per capire che non è ok, che ti stavi solo preoccupando per me e la mia risposta è stata eccessiva nei toni.

"Scusami... Carina, scusami, davvero" rispondo, allungando la mano verso di te, come a volerti dare la possibilità di scansarti al mio tocco. Non lo fai, così mi avvicino a te.

"Vieni qui" sussurro, con tono quasi supplichevole, allargando le braccia per farti spazio. In fondo sono davvero così egoista... me ne rendo conto stringendoti tra le mie braccia, quasi più per forzare me stessa a lasciare da parte le mie paure che per darti conforto. E questo mi fa sentire se possibile ancora peggio di quanto già non mi senta.

"Mi avevi avvertita" sussurri timidamente. Capisco subito perfettamente a cosa ti riferisci, così come il fatto che tu per prima stia tentando di giustificare i miei comportamenti. Ed è in quel modo che mi dimostri, perfettamente, ancora una volta, quanto mi ami. 

"No, Carina... non permettermi di trattarti così. Non giustificarmi, non abbassare la testa, mai. Sono un'idiota" sussurro portando le dita sotto il tuo mento, facendoti così alzare la testa, incrociando così i nostri sguardi. 

"So che mi ami ancora, e ti perdonerò per questi tuoi momenti, per queste risposte che mi fanno male, perché ti ho ferita, lo so"

Non sento di poter replicare alle tue parole, e mi limito a stringerti, lasciandoti un bacio sulla fronte. Mi fa ancora strano tenerti stretta a me, ma sono stata cresciuta all'insegna della terapia d'urto per superare qualsiasi difficoltà. È tutto ciò che so fare, così me la autoinfliggo, diventando in un attimo L'aguzzina dei miei stessi sentimenti. Ci devo provare, anzi devo vincere questa lotta con me stessa e con la mia rabbia. Perché non ho alcuna intenzione di perderti, non per qualcosa di oggettivamente banale, per quanto ai miei occhi sembri un ostacolo davvero, davvero duro da superare.

   
 
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