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Autore: eddiefrancesco    31/03/2022    0 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In quel momento, Hero era convinta che non esistesse niente che quell'uomo non fosse in grado di fare. Prima che potesse gioire della scoperta, Raven chiamo' le guardie e subito ne apparve una, in costume, con tanto di spada ed elmo. «Occupatevi di quell'intruso.» ordinò Raven. «Non è un intruso. È mio ospite» obietto' Hero. Ma la guardia non era disposta a obbedirle e Raven disse all'altro soldato, apparso nella galleria superiore per accendere le torce, dove era nascosto Kit. Il grido di avvertimento di Hero fu seguito da un leggero scalpiccio - senz'altro di Kit - che si concluse con un tonfo. Maledetto buio! Impreco' tra sé e sé Hero, allungando il collo per cercare di distinguere qualcosa. Una delle torce fissate alla parete si accese di colpo, illuminando due sagome armate di spada. Lei ne riconobbe facilmente una. Stava cominciando a capire che il piccolo esercito personale di Raven era più decorativo che efficace, infatti, Kit brandiva una spada che doveva avere strappato alla prima guardia. E ora, con quella, minacciava il secondo uomo. Davanti allo sguardo allarmato di Hero, Kit eseguì una serie di affondi e di parate, spingendo la seconda guardia in fondo alla galleria, fin contro il muro. Dopo tutte le vicissitudini che avevano condiviso e superato assieme, Hero non fu affatto sorpresa che Kit si rivelasse anche uno spadaccino di prim'ordine. E siccome era evidente che il suo avversario stava per soccombere, Raven non dovette ricorrere a poteri soprannaturali per prevedere l'esito dello scontro. «Bloccatelo!» ordinò allo sbalordito maggiordomo. «Rinchiudetelo lassù! Che non ci sfugga!» Mentre l'anziano servitore si affrettava a eseguire gli ordini, dall'alto giunsero un gemito e il suono di qualcosa di metallico che cadeva al suolo. Kit aveva disarmato la guardia. Allontanando l'arma dell'avversario con un calcio, Kit lo inchiodo' al pavimento, facendolo scomparire dal campo visivo di coloro che si trovavano nella sala sottostante. Dopodiché, per evitare di trovarsi intrappolato dietro delle porte chiuse, Kit saltò sulla balaustra di legno, afferrò il lembo di un immenso arazzo sbiadito e si lanciò nel vuoto, aggrappato alla stoffa. Hero emise un gemito di protesta, temendo che il tessuto consunto gli si disfacesse tra le mani e che lui si schiantasse sul pavimento di piastrelle. Invece, Kit atterro' con la consueta elegante agilità. Hero non sapeva se ridere o svenire per l'arrivo del suo paladino, che affrontò con decisione Raven, la spada in mano. Il padrone di casa lo ignoro', quasi fosse un insetto fastidioso e niente di più, e fissò Hero da sotto le palpebre. «Voi siete mia, ricordatevelo, e non vi lascerò andare, né ora né mai» dichiarò. Lei dominò un brivido, ma era troppo tardi e il sapore della libertà troppo eccitante. «Non faccio parte della vostra collezione, Raven» mormorò. «Vi ho comprata, lo sapete.» Hero trasali, ma Kit fece un passo avanti. «Può darsi che sia vero. E se è così siete stato ampiamente ripagato dell'investimento. Ora lei è adulta e sta per sposare me. Dovrete trovare qualcun altro cui affidare i vostri affari.» Hero non si sogno' neanche di smentire l'affermazione di Kit riguardo al loro fidanzamento, pur non desiderando la sua commiserazione. Semplicemente, non riusciva a pensare al proprio futuro, dato che il presente era tanto incerto. «Lei non andrà da nessuna parte con nessuno, figurarsi con uno spiantato come voi» sbotto' Raven, furioso. Subito però riprese il dominio di sé e si rivolse a Hero, la voce bassa e canzonatoria. «Forse questo giovanotto... Mr. Marchant, immagino... è all'oscuro del vostro... retaggio familiare.» Prima che Hero potesse replicare, Kit fece un passo avanti. «Non mi interessa sapere da dove viene Hero, e senz'altro non intendo credere alla vostra versione dei fatti, Mr.Tovell.» Fece ruotare la spada in aria, mentre si rivolgeva a Hero da sopra la spalla. «Non vi ha mai picchiata, spero. Ma se mi dite che l'ha fatto, sarò felicissimo di passarlo senza indugio da parte a parte.» «Non fatelo, Kit» disse Hero. Una volta le sarebbe piaciuto che qualcuno si divertisse a giocare con Raven come questi aveva fatto così spesso con tante persone, lei compresa. Kit, però, era troppo gentiluomo per usare le tattiche ambigue di Raven. «Non voglio guai» dichiarò. «Siete già nei guai» lo minacciò Raven, aspro. «Violazione di proprietà privata, minacce e aggressione, tanto per cominciare. Mi assicurero' che trascorriate un lungo periodo in cella.» Hero sentì il cuore in gola per le minacce di Raven. Costui aveva talmente tante risorse... Per la prima volta in vita sua, si sentì sul punto di svenire. Tutti gli orrori di quella casa non erano nulla in confronto al potere spaventoso che Raven deteneva sull'uomo di cui lei era innamorata. Fino a quel momento aveva evitato di ammettere il sentimento che provava per Christopher Marchant, tuttavia ora non poteva più negarlo e rimase in piedi, tremante e incerta. E così spaventata che avrebbe potuto perfino gettarsi ai piedi di Raven, implorando la sua pietà, nonostante sapesse che il significato di quella parola gli era del tutto sconosciuto. Ma Kit doveva aver intuito il suo stato d'animo, poiché si mise tra lei e Raven. «L'accusa di sequestro di persona non è da meno. Questa giovane donna non è neppure vostra parente» osservò. Evidentemente, a lui il coraggio non era venuto a mancare. «In questo paese ci sono delle leggi contro la schiavitù.» La risata di Raven risuono' agghiacciante nello spazio vuoto della sala. «Non potete toccarmi. Io sono al di sopra della legge.» In quel momento, quasi a testimonianza delle sue parole, dei passi risuonarono lungo uno dei tanti corridoi. Hero si voltò di scatto, non sapendo cosa aspettarsi. Come minimo, altre guardie che erano state richiamate da fuori. Invece, la figura solitaria che apparve le fece tirare un tremulo sospiro di sollievo. «Erasmus, liberate la sala da questo intruso» ordinò Raven, alzando un braccio per indicare Kit con un dito ossuto. Sbalordito da quell'ordine, Erasmus si fermò per fissare Kit che teneva ancora la spada in mano, tuttavia non accenno' a buttarlo fuori. Aveva affrontato un'altra volta il gentiluomo in questione e ne era uscito alquanto malconcio. «Non sono venuto qui per lui» dichiarò Erasmus in tono sbrigativo. «Io voglio soltanto il Mallory.» Raven scoppio' a ridere. «Ah, il Mallory. A quanto pare, ho avuto un'idea sciagurata quando mi sono messo in testa di ottenere quel libro.» Fece una pausa drammatica, come per accertarsi di avere catturato l'attenzione di tutti i presenti, prima di continuare. «Ammetto di essere stato guidato dalla mia passione per tutto ciò che è arcano, insolito, eccentrico. Non avrei mai potuto resistere al fascino di un libro dato per scomparso. In particolare se il libro in questione tratta - come posso dire? - un argomento... gotico.» «Non gotico. Druidico» puntualizzo' Kit. «Sì. L'ho sentito dire» ammise Raven. Conoscendolo, Hero fu allarmata dalla sua improvvisa loquacita'. Aprì la bocca per avvisare Kit di non ascoltarlo, ma Raven aveva già ripreso a parlare. «Trovai quel frammento di lettera appena venuto in possesso del lotto di libri che sarebbe dovuto andare a Featherstone. Ero consapevole dell'importanza di una simile scoperta, per cui cominciai a fare qualche indagine discreta.» Fece una breve pausa, fissando Kit da sotto le palpebre socchiuse. «Scrissi perfino alla proprietaria della casa dove Mallory aveva abitato ed era morto, ma senza successo. Oakfield, mi sembra si chiami. Oh, che sbadato. Avete ereditato voi Oakfield Manor, non è vero, Mr. Marchant?» Le parole di Raven ottennero l'effetto desiderato e, prima che Hero potesse intervenire, l'uomo sollevò di scatto il bastone di ebano disarmando il distratto Kit. Fino a quel momento aveva pensato che la canna fosse solo un vezzo, ora invece Hero si domandò se non nascondesse una lama.
   
 
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