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Autore: Vallyrock87    03/04/2022    8 recensioni
[Questa raccolta di One Shot, partecipa alla sfida creativa: Blossom by blossom - the spring begins! indetto dal gruppo fb; Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom]
Quante vite potrebbero vivere due fratelli che in un epoca di guerra si odiano? Quante volte potranno reincarnarsi? Forse tante, troppe, e chissà quante situazioni potrebbero ritrovarsi a vivere e, stranamente sempre insieme, sempre odiandosi oppure essendo uniti più che mai. Che cosa farebbe per esempio se un Sesshomaru adulto si dovesse prendere cura di un Inuyasha bambino come si comporterà nei sui confronti? Tutto questo sarà racchiuso in questa raccolta. Ogni interpretazione di Sesshomaru e ogni interpretazione di Inuyasha, magari anche con caratteri diversi dal solito:
Prompt 1: Gelosia Fraterna.
Prompt 2: Un demone non dovrebbe mai ammalarsi e invece…
Promt 3: Quando il vento smette di soffiare e tutto sembra calmo, e allora che bisogna avere paura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagome/Sesshoumaru, Kagura/Sesshoumaru, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Come sempre un ringraziamento particolare va alla mia beta @ MoonSuckerlove.

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Prompt: Un demone non dovrebbe mai ammalarsi e invece… By Ray Yadokari

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Quante piastrelle poteva avere il pavimento di un ospedale? Forse centomila o duecento? Era da almeno mezz' ora che il mezzo demone camminava su e giù nervosamente e uno dei suoi artigli, ormai, era completamente sparito; se lo era mangiato per l'agitazione. Ma quanto ci mettevano e perché ancora nessuno gli faceva sapere niente?

-Inuyasha. Se continui di questo passo mi farai girare la testa, quindi è meglio se ti calmi. Non farai passare più in fretta il tempo comunque. – Era almeno la centesima volta che Kagome gli ripeteva la stessa cosa.

- Come posso calmarmi se lui sta male, è un demone dannazione, non è mai stato malato prima d'ora! – Il nervosismo non lo faceva nemmeno parlare normalmente, la sua voce era più alta di almeno due toni.

- Io non capisco, vi siete scannanti fino all'altro giorno e quasi di certo vi sareste ammazzati, almeno da quanto avete sempre fatto capire a tutti, e adesso tu sei in ansia se lui è malato!? – Disse Kagome. Ma di certo non era quello che pensava: quelle parole erano un pretesto per poter far sì che il mezzo demone esprimesse i propri sentimenti nei confronti di suo fratello, che di sicuro non erano poi così negativi come entrambi volevano far credere a tutti.

- Kagome, sono cose che si dicono sul momento, non le si pensano veramente. Io e Sesshomaru non ci odiamo così come facciamo vedere di solito. E poi che diavolo vuoi che faccia? Che sia contento se lui è in un letto d'ospedale e soffre!? Fa pur sempre parte della mia famiglia. Se solo tu sapessi quante volte Sesshomaru mi ha tirato fuori dai guai, allora comprenderesti. – Ecco l'aveva detto, finalmente i suoi segreti più nascosti erano venuti a galla. Sul volto di Kagome si dipinse un sorriso soddisfatto; perlomeno Inuyasha lo aveva ammesso.

Mentre i due ragazzi discutevano, Toga, il padre di Inuyasha e Sesshomaru, uscì dalla stanza in cui era stato ricoverato il figlio maggiore. Sembrava sconvolto, aveva rischiato di perderlo e le notizie che gli avevano dato i dottori non erano delle migliori. Ancora si stava chiedendo come fosse possibile per uno come Sesshomaru lasciarsi abbindolare in quel modo, (perché sicuramente di questo si trattava), al punto da farsi quasi ammazzare.

Nel momento in cui Inuyasha vide il genitore, gli andò incontro senza riuscire a nascondere la propria preoccupazione. Toga prese il mezzo demone per le spalle, una volta che furono vicini, poi lo abbracciò con vigore e Inuyasha per un attimo pensò che sarebbe morto soffocato da quella stretta. Toga lo lasciò andare nel momento in cui aveva visto il mezzo demone diventare viola e Inuyasha riprese a respirare normalmente.

- Allora come sta? Cosa dicono i dottori? Si riprenderà? – Dalla bocca del mezzo demone una sfilza di domande erano scivolate fuori, incontrollate, e che nonostante tutto avevano fatto sorridere il padre. Erano davvero unici quei due; sempre pronti a scannarsi, ma poi se succedeva qualcosa a uno o all'altro, eccoli che si preoccupavano, semplicemente perché Inuyasha non poteva esistere senza Sesshomaru e se fosse morto uno, l'altro lo avrebbe sicuramente seguito o non sarebbe più stato lo stesso dopo.

- Inuyasha credo che tu ti debba sedere, la notizia che ti darò non ti farà per niente piacere. – Gli disse il genitore. Ma Inuyasha era un fascio di nervi e di certo stare seduto non lo avrebbe fatto calmare, anzi di sicuro il suo nervosismo sarebbe aumentato. Toga lo capì e allora proseguì. – Sesshomaru è stato avvelenato. Anzi, gli è stata iniettata nelle vene una sostanza che contrasta con il suo veleno. I medici dicono che quella roba gli è stata somministrata poco per volta e se fosse stato un semplice umano, nessuno se ne sarebbe accorto perché i sintomi manifestati da Sesshomaru sono quelli di un comune raffreddore. Ma essendo un demone la cosa è risultata subito sospetta. – Concluse Toga prima di lasciarsi cadere pesantemente su una delle sedie blu della sala d'aspetto.

Sintomi di un semplice raffreddore un corno! Pensò Inuyasha.
 

***

Quella mattina era stato lui a trovare Sesshomaru in uno stato pietoso: grondante di sudore, il demone era seduto scompostamente sulla sedia da ufficio del suo studio, ed era pallido, più del solito, persino le sue labbra non erano nemmeno più rosee come avrebbero dovuto essere, ma addirittura screpolate. Era entrato nel suo ufficio perché dovevano parlare di lavoro, e nel momento in cui lo aveva visto in quelle condizioni, Inuyasha per un momento aveva avuto un mancamento. Suo fratello, colui che non si sarebbe mai fatto sconfiggere da nessuno, era messo peggio che uno straccio per lavare a terra, respirava affannosamente e sembrava non riuscire nemmeno a muoversi. Soltanto gli occhi si erano spostati nella sua direzione e sembravano comunicargli che non avrebbe dovuto avvicinarsi. Quando Sesshomaru vide che il suo sguardo di rimprovero non aveva sortito alcun effetto sul fratello, che si stava dirigendo verso di lui, cercò di articolare qualche parola.

- I... Inuyasha... v...vattene non...- Disse Sesshomaru debolmente; pronunciare quelle poche parole gli costò uno sforzo immane. Ma per la prima volta da quando era nato, il mezzo demone sembrava dannatamente serio, fin troppo, e lo interruppe bruscamente.

- Taci dannato, non vedi in che stato sei? Chiamo subito un' ambulanza e tu ti sdrai sul divano senza fare storie. – Gli disse Inuyasha che, per la prima volta in tutta la sua vita, aveva usato un tono autoritario contro suo fratello maggiore.

Sesshomaru dal canto suo provò a protestare, ma il mezzo demone sembrava non aver nemmeno udito le sue proteste. Subito Inuyasha gli fu vicino, gli prese un braccio e se lo mise intorno al collo e con una mano lo sorreggeva dalla vita. Ci misero parecchio ad arrivare al piccolo divano posizionato contro una parete dell'ufficio e Sesshomaru per un attimo si soffermò a osservare il fratello che, visibilmente preoccupato, aveva la fronte corrucciata e una strana espressione in volto. In quel momento il demone sentì un forte calore avvolgergli il cuore; doveva stare davvero male se provava tenerezza al solo pensiero che suo fratello si preoccupasse per lui. Inuyasha lo fece poi sdraiare delicatamente sul divano, come se avesse quasi paura di romperlo; per la miseria non era di certo così debole lui, non c'era mica bisogno di tutte quelle premure. Nel momento in cui Inuyasha lo adagiò sul divano, poi si sedé alla sua scrivania, senza nemmeno pensare che quella fosse la poltrona di Sesshomaru e che, se fosse stato in forze di sicuro gli avrebbe impedito di sedersi lì. Inuyasha fece alcune telefonate; una per chiamare un'ambulanza e l'altra per avvertire suo padre che aveva l'ufficio pochi piani più sopra ai loro.

Toga prese l'ascensore per arrivare prima possibile all'ufficio del figlio, ma quell'affare, al demone, sembrava proprio non muoversi; nel momento in cui giunse al piano dove avevano gli uffici i suoi figli, si fiondò nella stanza senza nemmeno bussare o salutare il più piccolo. Guardò soltanto Sesshomaru, anch'egli con la fronte corrucciata, e con la preoccupazione che sembrava contorcergli le budella.

- Che cosa è successo? Perché Sesshomaru è in queste condizioni? – Disse Toga rivolgendosi a Inuyasha, sentendo che l'aria sembrava venirgli meno. Di certo se non avesse cercato di contenersi sarebbe svenuto lì davanti ai suoi figli, ma non poteva, sentiva che anche Inuyasha era preoccupato e dovevano darsi man forte l'un l'altro.

- Io non lo so, quando sono entrato stava sudando tanto e respirava a fatica, proprio come adesso. – Disse Inuyasha, anche lui ormai più pallido di un cencio. – Ho pensato che fosse meglio che stesse sdraiato e poi ho chiamato un' ambulanza, e subito dopo te padre. – Concluse Inuyasha. Dopodiché padre e figlio rimasero in silenzio a osservare preoccupati Sesshomaru, solo il suo respiro affannoso spezzava quel silenzio opprimente.

L'ambulanza non ci mise molto ad arrivare e Sesshomaru, dopo essere stato caricato sul mezzo, venne trasportato in un ospedale speciale per soli demoni. La struttura era stata costruita pochi anni prima, quando ci fu un' epidemia che ne colpì la maggior parte. Per fortuna allora, i demoni più potenti non subirono conseguenze; quindi, né Sesshomaru né Toga vennero coinvolti. Poi, il virus come era arrivato sparì e nessuno seppe darsi una spiegazione, e nemmeno si riuscì a comprendere se ci fosse un responsabile che aveva causato la diffusione del virus. Tuttavia, l'ospedale rimase comunque aperto nel caso i demoni venissero colpiti ancora da qualche strana malattia o nel caso avessero bisogno di fare delle visite di qualsiasi genere. In quello stesso ospedale venne anche aperto un reparto di ricerca, in cui si studiavano i virus che avrebbero potuto colpire i demoni. I dottori che vi lavoravano, anch'essi demoni, erano quasi tutti medici specializzati e qualificati, quella struttura in pochi anni era diventata una tra le migliori che esistesse in tutta la città.

***

- Mi chiedo chi possa essere quel dannato che ha fatto una cosa simile a Sesshomaru. Se solo sapessi chi è io... - Disse Inuyasha, interrompendosi mentre pensava alle peggiori torture che avrebbe potuto infliggere a quel maledetto che aveva ridotto in quello stato suo fratello.

Toga posò una mano sulle sue spalle e cercò di confortare il figlio. Lui e Kagome si scambiarono uno sguardo d'intesa: nessuno di loro aveva mai pensato che i due fratelli si odiassero veramente; sicuramente anche se fosse stato il demone al posto di Inuyasha, si sarebbe caricato il mezzo demone sulle spalle e lo avrebbe portato personalmente in ospedale. Toga amava i suoi figli, e li conosceva abbastanza bene da sapere che avrebbero preferito farsi ammazzare che ammettere di volersi bene, soprattutto in presenza l'uno dell'altro.

- Non so chi possa essere stato, però non riesco a capire perché Sesshomaru non si sia accorto di quello che gli stava succedendo. – Disse Toga pensieroso. Possibile che suo figlio non avesse avvertito qualche odore estraneo o che si fosse sentito in qualche modo strano in quei giorni o nell'ultimo mese? Ma trattandosi di Sesshomaru, neppure sotto tortura avrebbe detto che si sentiva male.

- Secondo me è stata quella Kagura, ne sono convinto. – Disse Inuyasha con lo sguardo che andava a fuoco.

- Mh, io non credo sia stata lei, non è il tipo che fa di queste cose.- Disse Toga a cui sembrava piacere Kagura; la demone gli aveva sempre dato l'impressione di avere un passato tormentato o comunque di stare passando tutt'ora dei momenti poco felici.

Kagura era la fidanzata di suo figlio, stavano insieme da un anno, ma convivevano da appena qualche mese. La demone sembrava sinceramente innamorata di Sesshomaru, mentre lui non sembrava dimostrare alcun tipo di sentimento verso la fidanzata; in fondo, però, Sesshomaru era un tipo impossibile da leggere ed era difficile capire i suoi stati d'animo.

Tuttavia, c'era stata una ragazza, una volta, in grado di far vacillare quel pezzo di ghiaccio di suo figlio. In tanti anni non aveva mai visto Sesshomaru stupirsi o imbambolarsi per una donna, tranne la volta in cui il migliore amico di Toga era andato a trovarlo in compagnia della figlia. Sesshomaru quel giorno sembrava essersi agitato talmente tanto che perfino Inuyasha se n'era accorto. Il migliore amico di Toga era stato un commissario di polizia, il più competente che ci fosse sulla piazza, e sua figlia aveva preso il suo posto quando, stanco di fare quel lavoro, si era ritirato. Toga confidava nel fatto che, se ci fosse stato da indagare su ciò che era successo a suo figlio, il caso venisse affidato a lei. Kagura, l'attuale compagna di Sesshomaru, amava suo figlio ma di sicuro non era ricambiata, almeno non quanto lei si era aspettata, in ogni caso agli occhi di Toga era una brava ragazza, avrebbe sicuramente trovato di meglio.

- Kagura ha lavorato per Naraku, sappiamo tutti quanto sia subdolo quel mezzo demone e quanto odi Sesshomaru. Sicuramente Kagura ha dovuto ubbidire agli ordini di quel maledetto.- Gli fece notare Inuyasha, che non aveva mai sopportato la demone e l'aveva sempre guardata con sospetto.

- Forse hai ragione figliolo. Bene ora non pensiamoci più, di questo sicuramente se ne occuperà la polizia. – Disse Toga. Kagome e Inuyasha si lanciarono un' occhiata d'intesa, sapevano che cosa avrebbe significato se fosse intervenuta la polizia e soprattutto se il caso fosse stato affidato a un certo commissario.

- Ora però voglio vederlo. – Disse Inuyasha, senza preoccuparsi di sembrare impaziente o altro. Toga per tutta risposta gli sorrise e gli scompigliò i capelli tra le orecchie.

- Immagino che tu possa andare, però, è incosciente al momento. L'hanno imbottito di farmaci, ma sembra essersi comunque stabilizzato, dentro c'è anche tua madre. – Disse Toga, che aveva dovuto calmare Izayoi. Anche lei era agitata per Sesshomaru, ma in fondo era normale per una madre: sebbene Sesshomaru non fosse suo figlio biologico lei gli si era affezionata fin da quando era piccolo.
 

***

Inuyasha entrò nella stanza dove Sesshomaru stava riposando, subito notò sua madre che teneva una mano del demone. Sembrava essere invecchiata di colpo, Inuyasha sentì una fitta al cuore nel vederla in quello stato, ma provò un brivido corrergli lungo la schiena quando vide tutti quei tubi attaccati alle braccia di Sesshomaru e il respiratore che gli avevano messo al naso. Quello sarebbe stato di certo un episodio che nessuno di loro si sarebbe mai dimenticato.

Nel momento in cui si accorse della sua presenza, Izayoi si voltò verso di lui e lo guardò con occhi lucidi, tirando su col naso.

- Inuyasha, sei tu? – Disse Izayoi con voce tremante, indicando a Inuyasha di avvicinarsi. Il mezzo demone senza aggiungere altra parola, si avvicinò alla madre e la abbracciò. – Oh Inuyasha, ho avuto tanta paura. – Disse la donna poggiando la testa sul fianco del figlio, Inuyasha le posò una mano sulla testa e gliela accarezzò dolcemente, mentre guardava il fratello immobile su quel letto d'ospedale.

- Voglio restare qui questa notte. – Confessò Inuyasha, non sarebbe potuto stare tranquillo se suo fratello fosse rimasto lì, solo in quel letto d'ospedale per tutta la notte.

- Inuyasha, non puoi rimanere non c'è nemmeno un letto su cui dormire. – Quasi lo rimproverò Izayoi. Ma Inuyasha era irremovibile sulla sua decisione.

- Non mi importa, non lo lascio solo. Chissà cosa potrebbe succedere durante la notte, hanno già provato a farlo fuori una volta potrebbero riprovarci, e poi Kagura non si è ancora fatta vedere. – Disse Inuyasha con convinzione. L'espressione di Izayoi si addolcì, nel vedere quanto Inuyasha fosse preoccupato per il fratello nonostante si fossero sempre accapigliati.

Da quando lo aveva trovato in quello stato pietoso, si domandava cosa fosse successo se fosse arrivato qualche minuto più tardi. Forse lo avrebbe trovato morto, e se fosse successo ora che era in ospedale e lui non c'era? Scosse la testa. No, non ci voleva pensare Sesshomaru non sarebbe stato da solo.

Così quella notte dopo aver firmato un foglio per poter rimanere al fianco del fratello, e dopo le proteste del padre e di Kagome, Inuyasha rimase in quella stanza d'ospedale con il repentino bip della macchina attaccata al cuore di Sesshomaru a dargli un segno che il demone fosse ancora vivo. Era debole certo, ma almeno non era morto, tuttavia, se l'era vista brutta. Restò per un tempo interminabile a osservarlo; Sesshomaru aveva gli occhi chiusi e aveva preso un po' di colore, probabilmente, il trattamento che lo stava disintossicando iniziava a fare effetto. La sua mano però, era più fredda del ghiaccio o almeno, Inuyasha credeva che il ghiaccio fosse così freddo, dopo quella giornata non ci capiva più nulla. Troppe emozioni tutte insieme, soprattutto nuove per lui che mai avrebbe creduto di potersi preoccupare in quel modo per suo fratello.

Mangiò in ospedale, le infermiere gli portarono un pasto caldo che di solito veniva riservato anche a chi rimaneva in ospedale ad assistere i pazienti oltre che ai pazienti stessi. Dopo aver finito la cena, Inuyasha non ci mise poi molto ad addormentarsi. Sentì le palpebre farsi pesanti e crollò con la testa sul letto, di fianco a Sesshomaru in una posizione piuttosto scomoda, e di sicuro il giorno dopo la sua schiena ne avrebbe risentito, tuttavia, in quel momento non gli importava.

***

Quella mattina aprì lentamente gli occhi, che subito vennero investiti da una luce bianca. Ci mise un attimo a mettere a fuoco l'ambiente in cui si trovava. Ma dov'era finito? Si ricordava che nell'ultimo periodo, si era sentito strano e non ne capiva il motivo. Ricordava però, che quella determinata mattina era stata ancora più diversa del solito, la notte precedente si era svegliato tossendo, e ricordava che dopo un po' aveva iniziato a sputare sangue e si era spaventato. Kagura, che dormiva al suo fianco, sembrava non essersi nemmeno accorta di ciò che gli stesse succedendo. Si era poi rimesso a dormire, ma dopo quell'evento non era riuscito a chiudere occhio.

Si era recato a lavoro poi, come di consueto, e si era accasciato sulla sedia del suo ufficio madido di sudore sentendo il respiro venirgli sempre meno. Sapeva che quel giorno avrebbe dovuto lavorare insieme a Inuyasha, e si ricorda di aver imprecato, perché suo fratello non poteva di certo trovarlo in quelle condizioni. Ricordava quando suo fratello era entrato, sbiancando nel momento in cui l'aveva visto così e che, nonostante le sue proteste, lo aveva fatto sdraiare sul divano. Dopo quel momento i suoi ricordi erano vaghi.

Provò ad alzare un braccio per portarselo alla tempia, ma emise un grugnito quando sentì che c'era qualcosa attaccato che gli tirava l'arto, notò che erano delle flebo in cui scorreva uno strano liquido di un colore scuro che non sapeva ben identificare. Si guardò intorno e vide che si trovava su un letto d'ospedale, ma ci fu qualcos'altro che lo stupì ancora di più, rispetto al semplice fatto di trovarsi in una struttura ospedaliera; un paio di orecchie canine e una testa argentea vicino al suo fianco. Stranamente sorrise, e scostò i capelli dal viso del fratello. Sembrava dormire tranquillamente, ma la sua preoccupazione, che non riusciva a mascherare nemmeno mentre era assopito, spezzava la sua beatitudine.

In quel momento entrò la sua matrigna, che gli sorrise. Anche lei sembrava stanca e preoccupata; in un altro momento sicuramente non l'avrebbe sopportata, ma ora non poteva fare altro che comprendere la sua apprensione, o almeno non poteva fare nulla per evitare che tutti fossero tesi e preoccupati.

- Sesshomaru, ti sei svegliato? – Disse Izayoi, guardando poi Inuyasha che dormiva vicino al fratello e sorrise di nuovo. – Lui era il più preoccupato di tutti noi, non è nemmeno voluto andare a casa. Quando si sveglia sii gentile. – Aggiunse la donna portando lo sguardo da un figlio all'altro. Sesshomaru si limitò soltanto ad annuire.
 

***

Quando Inuyasha si svegliò, sentì qualcosa muoversi sulla sua testa. Sollevò leggermente il capo e vide che suo fratello gli stava passando distrattamente una mano tra i capelli, mentre guardava nel vuoto; sembrava che quel semplice gesto lo rilassasse, perché era così che appariva il suo viso in quel momento. Sesshomaru si voltò verso di lui, e non seppe se era per tutto quello che gli stava scorrendo nelle vene, ma quando gli rivolse la parola, il suo tono sembrò stranamente gentile.

- Ti sei svegliato finalmente. – Gli disse e Inuyasha strabuzzò gli occhi. Si era addormentato come un bambino, emise uno sbuffo di frustrazione, prima di saltare al collo del fratello senza pensare a tutti i tubicini vari che erano attaccati al suo corpo.

- Sesshomaru, ho avuto paura che non ti svegliassi più. – Confessò Inuyasha; il che non era di certo da lui, ma la situazione e lo stress che lo avevano colpito in un solo giorno, avevano dato sfogo a quella confessione di cui di sicuro, in un secondo momento, si sarebbe pentito.

- È una strana confessione fatta da uno che fino a ieri mi voleva morto. – Gli fece notare Sesshomaru. Inuyasha, vergognandosi tantissimo, aveva nascosto il viso nel petto del fratello, mentre Sesshomaru lo abbracciava. Ma il rimprovero di Sesshomaru non era per nulla provocatorio, soltanto una constatazione, per una volta non voleva punzecchiare l'altro, soltanto fargli capire che comprendeva quanto si fosse preoccupato per lui. – Rimani qui con me. – Gli sussurrò ad uno dei suoi orecchi canini. Inuyasha alzò leggermente il capo per guardarlo e vide spuntare un timido sorriso sul volto dell'altro, un volto stranamente rilassato.

Sesshomaru si spostò leggermente di lato per fare posto a Inuyasha e il mezzo demone salì sul letto, questa volta facendo attenzione ai vari tubicini, e si accoccolò vicino al fratello, nella mente di Sesshomaru riaffiorarono i ricordi di quando erano bambini, e Inuyasha si intrufolava nel suo letto perché aveva paura di qualche mostro che sembrava vivere nella sua camera da letto. Poi c'era stata l'adolescenza e, vuoi per orgoglio o per un po' di competizione, i litigi erano diventati all'ordine del giorno, ma in fondo sapevano tutti che quei due si volevano bene. Sesshomaru, per la prima volta in tutta la sua vita, aveva rischiato di morire e Inuyasha gli era stato accanto fino al momento del suo risveglio.

Sesshomaru, in quel letto di ospedale osservò suo fratello addormentarsi, quasi come se fosse un bambino, quello stesso bambino che tanto tempo prima dormiva tra le sue braccia come se potessero essere un porto sicuro. Fu strano come il demone adulto che ora era diventato provasse tenerezza nel vederlo così, ma diede la colpa di quel sentimento ai farmaci che gli stavano scorrendo nelle vene, e per qualche strana ragione la stanchezza prese il sopravvento anche su di lui e si addormentò abbracciato a Inuyasha.

Nel momento in cui Toga entrò nella stanza e li trovò così, un sorriso si dipinse sulle sue labbra. Di certo non c'era amore più grande di quello fraterno, Toga aveva sempre pensato che entrambi i suoi figli ne fossero inconsciamente consapevoli, ma che quel dannato orgoglio che caratterizzava entrambi impedisse loro di ammetterlo. Di certo non c'era bisogno che nessuno dei due lo confermasse, nonostante i battibecchi era piuttosto evidente quanto entrambi fossero legati, ma vedere la loro debolezza messa a nudo davanti ai suoi occhi era qualcosa di unico, che di sicuro, quando il più grande sarebbe stato meglio, nessuno dei due lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. Lasciandoli riposare, Toga uscì dalla stanza con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
 

***

Un giorno più tardi il commissario andò a fare visita alla famiglia Taisho, che ormai stazionava all'ospedale, in attesa che Sesshomaru tornasse a casa. Una ragazza dagli occhi e dai capelli eterocromatici apparve dalla porta scorrevole dell'ospedale; era una mezzo demone e come Inuyasha aveva un paio di orecchie canine che le spuntavano dalla testa, anch'esse eterocromatiche; bianche e nere come i suoi capelli.

Appena la vide, Toga le andò incontro, la ragazza portava uno spolverino scuro che quasi toccava a terra, i suoi lunghi capelli erano legati in una coda di cavallo, come era solita portarli da sempre. Dopo che suo padre aveva lasciato a lei il comando, come mezzo demone aveva faticato a farsi rispettare, ma lei non si era persa d'animo e alla fine era riuscita a ottenere la stima che avrebbe dovuto avere in qualità di commissario capo. Nel momento in cui sentì qualcuno tossire alle sue spalle Zakura si voltò, ma non rimase sorpresa del demone che gli si presentò davanti, si aspettava di trovarlo lì.

- Signor Taisho, che piacere rivederla. Mi dispiace soltanto che ci rincontriamo in una situazione simile. – Esordì la ragazza, che però in quel momento non stava sorridendo e sembrava piuttosto tesa.

- Zakura, nonostante la situazione, fa piacere anche a me rivederti. Soprattutto perché non ho ancora avuto l'occasione di poterti fare le congratulazioni per la tua promozione. – Le disse Toga. Nel momento in cui si era girata aveva notato che la ragazza indossava sotto la giacca una camicia bianca dove si intravedeva la fondina ascellare, quella che di solito i poliziotti portano quando sono in borghese e il distintivo al collo appeso a una catenina. Una gonna a tubino scura le fasciava i fianchi, arrivando coprire anche le ginocchia e ai piedi portava un paio di decolleté nere in vernice lucida. Aveva la stessa eleganza del padre e lo stesso portamento, su questo non c'era alcun dubbio.

- Presumo che sappiate il motivo per cui mi trovo qui. – Toga annuì. – Devo farvi alcune domande, ma prima dovrò parlare con il primario dell'ospedale in modo da farci dare una stanza in cui si possa stare tranquilli, perché presumo che non vorrete lasciare Sesshomaru da solo. E dovrei sentire il personale dell'ospedale che ha preso in cura Sesshomaru. Chiedo scusa per non essermi presentata prima, ma purtroppo avevo un altro caso molto importante da risolvere, che richiedeva la mia presenza. – Lo informò Zakura. Il commissario di polizia era stata avvertita tempestivamente dai medici di quel caso anomalo. Era infatti strano che un demone venisse avvelenato tanto facilmente, ed era ancora più strano che i sintomi si manifestassero come se fosse una banale influenza.

A differenza dell'epoca Sengoku, in quella attuale, non era consentito ai demoni di usare i propri poteri per guarire, si sarebbero potuti causare dei disastri notevoli, soprattutto se ad essere ferito o malato era un demone maggiore come Sesshomaru. Quindi l'avvelenamento di quest'ultimo poteva significare soltanto una cosa: qualcuno voleva causare qualche catastrofe spingendolo a usare i suoi poteri per poter guarire; quello di Sesshomaru non era di certo il primo caso, altri simili si erano verificati in distretti non molto lontani da Tokyo, e Zakura aveva sperato con tutte le sue forze che nulla del genere potesse mai succedere sotto il suo comando.

Il commissario Zakura Nakamura parlò con il primario della struttura, chiedendogli di poter avere una stanza in cui interrogare la famiglia Taisho, che gli venne concessa, parlò con i medici che avevano assistito Sesshomaru, e poi fu la volta della famiglia del paziente. Le venne data una stanza non troppo grande con al centro un tavolino e due sedie, il che era sufficiente per l'interrogatorio. Il primo a venire interrogato fu il padre. Lo fece accomodare poi gli pose alcune domande, cercando di mantenere un tono distaccato e professionale, nonostante fossero conoscenti, non doveva venire meno al suo dovere.

- Signor Taisho c'è qualcuno che potrebbe voler morto suo figlio o che abbia almeno qualche intenzione terroristica, che lei sappia? – Gli chiese Zakura. Ciò che aveva scoperto dai medici non era per nulla rassicurante

- Che io sappia no. Ma Inuyasha sospetta che la demone che ha avvelenato Sesshomaru possa essere la sua attuale compagna. – Disse Toga che comunque ancora non la credeva una cosa possibile.

- Per quale motivo sospetta questo? – Chiese Zakura, che ora sembrava mostrare interesse per le parole che il demone le aveva rivolto.

- Perché Kagura in passato ha lavorato per un certo Naraku Kagewaki, e sembra che sia invischiato in qualche affare poco pulito. – Le rivelò Toga. Che aveva sempre mal sopportato quel mezzo demone.

- Ah, quel maledetto, avrei dovuto immaginare che sarebbe potuto esserci lui dietro tutto questo. – Si lasciò sfuggire il commissario. Gli stava dietro da qualche anno, più precisamente da quando ancora era un semplice detective, ma non era mai riuscita a prenderlo con le mani nel sacco, forse questa poteva essere l'occasione buona.

- Io non credo che Kagura c'entri con quel Naraku, penso che ormai sia uscita dal giro. –Toga interruppe i suoi pensieri.

- Potrebbe essere stata ricattata quindi averlo fatto contro la propria volontà. Oppure potrebbe essere complice di Naraku, se la mia prima supposizione fosse corretta potrebbe avere una riduzione della pena in quanto appunto, sarebbe stata obbligata contro il suo volere. – Pensò ad alta voce Zakura, ma se non fosse stato così sicuramente la sua pena sarebbe stata la più grave. – Vorrei poter interrogare anche Inuyasha, e scoprire perché nutre questi sospetti. – Concluse il commissario, alzandosi in piedi decretando così la fine dell'interrogatorio; pensava che Toga comunque non avesse più nient'altro da dirle, si salutarono con una stretta di mano e poi Zakura chiamò Inuyasha, e lo fece accomodare nello stesso posto in cui pochi minuti prima vi era seduto il padre.

- Allora Inuyasha, tuo padre mi ha riferito che nutri dei sospetti sull'attuale compagna di Sesshomaru, è la verità? – Gli chiese il commissario, mettendosi seduta davanti a lui con le gambe accavallate. Inuyasha per un attimo maledisse mentalmente suo padre, chissà perché diavolo non riusciva mai a tenere la bocca chiusa, ma decise comunque di essere sincero.

- Kagura non mi è mai piaciuta, soprattutto perché prima di conoscere Sesshomaru ha lavorato con quel Naraku. E poi credo che abbia convinto Sesshomaru a darle un tetto sulla testa. Non ho mai visto mio fratello avere un profondo interesse verso di lei. Credo che Kagura non sia ricambiata al cento per cento. – Disse Inuyasha, guardando il commissario negli occhi.

- Sono accuse gravi da fare verso qualcuno senza nemmeno una prova, credevo che almeno avessi qualcosa di più concreto da dimostrarmi Inuyasha. – Disse Zakura con aria di rimprovero verso il mezzo demone.

- Hey, quella donna ha tentato di uccidere mio fratello, ne sono sicuro. Sono andati a convivere da appena un paio di mesi e guarda caso dopo un po' a Sesshomaru è successo questo, la cosa sembra un po' strana o mi sbaglio!? – Disse Inuyasha che era scattato in piedi e aveva uno sguardo infuocato. Zakura, che era rimasta seduta lo guardava dall'alto verso il basso, con uno sguardo soddisfatto in viso, era proprio ciò che voleva sentirsi dire.

- Terrò conto delle tue parole, ma non credo che le menzionerò nel rapporto. Terremo d'occhio Kagura, a proposito, come mai non è qui anche lei? – Chiese Zakura pensando che anche quel comportamento fosse anomalo, visto che comunque si trattava della compagna di Sesshomaru.

- Nessuno lo sa, non si è fatta né vedere né sentire, nessuno sa dove sia. – Disse Inuyasha che si era calmato un po' nel frattempo. Zakura si limitò ad annuire e raccolse quelle informazioni di cui avrebbe di certo tenuto conto per le indagini.

- Bene credo che per ora sia sufficiente. Puoi andare Inuyasha. – Disse Zakura alzandosi come aveva fatto prima con Toga e stringendogli la mano.

Uscendo insieme a Inuyasha, la mezzo demone incontrò una infermiera per chiederle se fosse possibile fare alcune domande al paziente. L'infermiera acconsentì alla richiesta e l'accompagnò nella camera di Sesshomaru, facendola entrare. Non appena Zakura fu davanti ai suoi occhi, Sesshomaru si agitò: avrebbe potuto trovarsi in diverse situazioni, ma un letto d'ospedale di certo era l'ultimo luogo dove avrebbe voluto essere visto, soprattutto da lei.

- Buon pomeriggio Sesshomaru, sono dispiaciuta di ritrovarci in questa occasione spiacevole per entrambi. – Disse Zakura, cercando di non fare caso all'agitazione che, in quel momento, aveva pervaso il demone: anche la macchina che teneva sotto controllo il suo cuore sembrava impazzita. Zakura per poco non si fece scappare una risata, ma cercò di contenersi, era pur sempre un commissario di polizia in fondo. Si sedette sulla sedia dove di solito si sedevano anche Inuyasha e sua madre.

- Tsk. Non c'è nessun bisogno che la polizia si metta in mezzo, sono soltanto stato male. – Disse Sesshomaru che sembrava quasi irritato. Zakura sollevò le sopracciglia; non era proprio cambiato dall'ultima volta che si erano visti, orgoglioso come sempre.

- Credo che un avvelenamento sia più che sufficiente per indagare. Ti chiederei di mostrarmi le mani, devo verificare una cosa. – Gli chiese Zakura, sapendo quale sarebbe stata la risposta del demone.

- E perché mai? Le mie mani non hanno nulla. – Le disse Sesshomaru incrociando le mani al petto cercando di nasconderle, per poco non gonfiò le guance mettendo il broncio come se fosse un bambino, Zakura alzò gli occhi al cielo.

- Devo soltanto verificare una cosa e, vedere se le mie teorie sono esatte, il mio è soltanto lavoro.- Disse Zakura, pensando che se gli avesse fatto capire che i suoi intenti erano puramente professionali, il demone avrebbe ceduto e si sarebbe fatto toccare. – Probabilmente la sostanza che ti è stata iniettata, è stata somministrata in modo che né tu né nessun altro ve ne accorgeste. – Concluse infine il commissario.

Fu a quel punto che Sesshomaru si convinse a porgerle le mani, anche se il demone si sentiva terribilmente a disagio in quella situazione. Per la prima volta in tutta la sua vita si sentiva affaticato e debole, e proprio davanti all'ultima persona dalla quale avrebbe voluto essere visto in quello stato. Zakura gli prese le mani e gliele ispezionò da cima a fondo, soffermandosi sui polpastrelli. Sesshomaru la vide aggrottare la fronte mentre stava osservando la mano sinistra, diede uno sguardo meticoloso anche alle altre dita, poi le lasciò andare.

- È proprio come sospettavo. Sei stato avvelenato a piccole dosi, chi è stato a farti questo eseguiva delle piccole punture al di sotto dell'unghia. Immagino che Naraku abbia trovato un veleno che contrasti con quello che ti scorre nelle vene. – Disse Zakura, che aveva voluto verificare ciò che gli avevano detto i dottori su quello che avevano trovato nelle vene del demone. – Immagino che queste iniezioni ti siano state fatte in un tuo momento di incoscienza e quindi durante il sonno. Credo che ci sia qualcuno di molto vicino a te che abbia potuto fare questo.- Concluse il commissario, confermando anche i sospetti che aveva avuto Inuyasha.

Sesshomaru strinse i pugni, come aveva potuto essere così debole da non accorgersi di nulla!? Credeva di potersi fidare di Kagura, invece si era fatto fregare come uno sciocco. Zakura che lo vide in quello stato capì il turbamento del demone, doveva essere frustante avere le sembianze di un essere che non si ammalava mai e poi venire indebolito da una sostanza sconosciuta, senza nemmeno accorgersene; il commissario pensò che la sostanza in questione potesse essere stata sia incolore che inodore e che quindi era naturale che nessuno si fosse accorto di nulla. Dovevano essere stati astuti a ideare un piano del genere, ma per sua fortuna, i medici di quella struttura specializzata avevano raccolto i campioni di quella sostanza e presto avrebbe avuto i risultati sull'origine del veleno utilizzato.

Non pose altre domande a Sesshomaru quel giorno, ciò che aveva raccolto dalle testimonianze del fratello e del padre erano sufficienti; quindi, si apprestò a lasciare la stanza salutando Sesshomaru con un arrivederci, che non ricevette risposta. Dopo essere uscita comunicò le sue scoperte anche alla famiglia e, rimasero tutti sbigottiti da ciò che gli venne rivelato. Il commissario dopo aver informato anche loro lasciò l'ospedale.

All'incirca un mese dopo Sesshomaru fu dimesso dall'ospedale, di cui il demone aveva iniziato ad averne la nausea. Sebbene di Kagura, si fossero perse le tracce dal giorno di quell'incidente, Inuyasha volle andare a vivere col fratello, poiché non si sentiva sicuro a lasciarlo da solo e anche se Sesshomaru non avesse voluto, si sarebbe trasferito da lui ad ogni costo. Sesshomaru, però, acconsentì soltanto perché non era ancora del tutto nel pieno delle sue forze, e non avrebbe sopportato un'altra insistenza da parte del mezzo demone.

Le indagini intanto procedevano a rilento, in quanto sembrava che Kagura e Naraku fossero spariti nel nulla; la polizia brancolava nel buio e il commissario Nakamura nonostante inizialmente avesse riposto ogni speranza in quel caso alla fine sembrava stare per cedere. A ogni modo, era decisa a portare avanti le indagini, perché non si era mai visto un Nakamura che non riuscisse a concludere un caso.

Le indagini vennero definitivamente chiuse un anno e mezzo dopo. Naraku e Kagura furono scoperti in uno dei loro nascondigli, il motivo per cui non li avevano mai scovati, era perché si spostavano di continuo. Vennero catturati grazie a una retata compiuta dalla squadra del commissario Nakamura, che fu ferita a una spalla durante lo scontro; fortunatamente portava sempre con sé dei tappi per le orecchie, speciali per chi, come lei, essendo un essere sovrannaturale ha un udito sensibile, che altrimenti sarebbe stato seriamente compromesso. Dopo un lungo processo che durò molto tempo Naraku e Kagura vennero infine condannati a morte e vennero giustiziati l'anno seguente.

Sesshomaru invece, si era ripreso definitivamente dal veleno che gli era stato iniettato e ormai viveva con suo fratello, nella grande dimora di sua proprietà. Inuyasha non aveva voluto più lasciarlo solo dopo ciò che gli era successo e Sesshomaru non lo aveva nemmeno cacciato via. In fondo non era poi così male quando lui e suo fratello tornavano dal lavoro e cenavano insieme, nonostante continuassero a litigare di tanto in tanto, erano consapevoli di volersi bene e anche se non lo dicevano apertamente, quella brutta esperienza li aveva aiutati a essere più uniti di prima.

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Angolo autrice 

E ci siamo con il secondo capitolo di questa storia. Questa volta ho inserito anche Zakura in questa storia, Sesshomaru e rimasto senz'altro colpito da lei, però, non ho voluto approfondire il loro rapporto più di tanto, perché volevo lasciare più spazio a Inuyasha e Sesshomaru come fratelli. Quindi ho voluto lasciare intendere che tra loro, magari, in un futuro possa nascere del tenero, beh questo lo lascio comunque decidere a voi ;)

Come sempre spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, se vi va lasciate un mi piace o un commento e noi ci vediamo alla prossima puntata =)

 

   
 
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