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Autore: darkwolf24    05/04/2022    0 recensioni
Può un Pokemon amare un essere umano?
Può l'amore andare oltre l'aspetto, le differenze linguistiche e la specie.
Questa è la storia di una Braixen molto speciale nata con un dono unico e del suo amore proibito per un ragazzo.
(Questa storia fa parte della raccolta "Dream molder")
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: Furry, Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
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Lentamente iniziai a riprendere coscienza e come l'altra sera non avevo alcun ricordo del sogno che avevo fatto. Tutto intorno a me era offuscato e tutto intorno a me girava come se avessi ricevuto una martellata in pieno cranio. Quando finalmente riuscii a distinguere qualcosa notai che le coperte erano avvolte intorno a me facendomi rimanere abbastanza perplesso per qualche secondo dal momento che la sera prima mi ero addormentato sopra le coperte, tuttavia neanche il tempo di pensare che Mia si mosse iniziando a svegliarsi. Forse senza accorgersene avvolse le sue zampe intorno a me stringendomi delicatamente mentre si stropicciava gli occhi sulla mia maglietta. Quando si fú completamente ripresa mi guardò per qualche secondo continuando ad aprire e a chiudere gli occhi incredula per poi accorgersi di starmi abbracciando e, solo in quel momento, le sue guance iniziarono ad infuocarsi mentre si tirava di colpo indietro nascondendosi nei ciuffi di peli.
Ridacchiai al suo gesto iniziando poi ad alzarmi così da poter preparare la colazione.
Mentre preparavo la colazione tuttavia sentii la porta d'ingresso aprirsi e immediatamente pensai a Julie, tuttavia i passi erano diversi, enormemente diversi. Lentamente ma inesorabilmente il suono dei tacchi si avvicinò a me fino a quando la figura di una donna sui sessant'anni non fece capolino dall'ingresso della cucina. La donna era molto magra, alta, capelli tinti di biondo ed occhi scuri e truccata in modo impeccabile, così da mettere un risalto il suo aspetto e nascondendo al contempo la sua vera età. Indossava un abito composto da un ampio pantalone lungo fino alle caviglie e una giacca bianca come il pantalone. La figura mi lanciò un occhiataccia da dietro i suoi spessi occhiali da sole prima di levarseli come se stesse sfilando su una passerella.
>Kirigaia< Affermò fredda come la pietra mentre il mio cuore mi sobbalzò in gola.
>Madre< Continuai io facendo un breve inchino con il capo.
>Sono qui per parlarti del tuo lavoro, vedi... Quest'azienda è la cosa che ho più a cuore in tutto il mondo, è grazie a noi che tutte le persone non solo della regione, ma del mondo intero possono comunicare a distanza senza problemi< Immediatamente la fermai senza pensare alle conseguenze ed iniziai a parlare.
>Madre so cosa fa la tua azienda e a cosa serve un telefono< Lei mi guardò con un viso accigliato prima di continuare con un tono arrogante.
>Molto bene! Allora sono sicura che comprenderai l'importanza del tuo lavoro e la gravità del problema, ma sono sicura che non mi deluderai, dico bene?< Feci un breve cenno con la testa dato che ero troppo in soggezione per rispondere a parole, ma a quanto pare quel gesto bastò per tenerla a bada almeno per il momento, o almeno finché la sua attenzione non ricadde sui due piatti posti sul tavolo uno di fianco all'altro.
>Dubito che sapessi della mia visita, quindi dimmi... Aspetti qualcuno?< Immediatamente mi immobilizzai sul posto cercando di pensare ad una scusa plausibile che non le facesse sorgere altre domande. >No, non aspetto nessuno. Ho soltanto molta fame< Mi feci un facepalm fortissimo nella mia mente mentre mi maledivo per aver tirato fuori una stupidaggine del genere, tuttavia sembrava aver funzionato dato che si limitò a scrollare le spalle, reindossare gli occhiali e andarsene. Prima di sparire dal mio contatto visivo però si fermò sull'uscio della porta della stanza schiarendosi la gola per parlare. >Solo cerca di non ingrassare troppo, sai non farebbe bene all'immagine della famiglia< E con questo sparì definitivamente uscendo dalla casa una volta per tutte.
Per un attimo rimasi fermo lì, immobile, senza emettere neanche un suono fino a quando la testa di Mia con i suoi splendidi occhi celesti non fece capolino dalla porta svegliandomi dalla mia trance. Cercando di fare finta di niente velocemente impiattai e mi apprestai ad iniziare la colazione seguito a ruota dalla Braixen.
La colazione più strana che io abbia mai fatto! E con mia madre ne ho avute di situazioni strane e/o tese a tavola, ma questa era particolare perché entrambi stavamo mentendo all'altro ed entrambi sapevamo che l'altro lo stava facendo. Ero sicurissimo che lei avesse ascoltato la discussione tra me e mia madre e sapevo che lei sapeva che io lo sospettavo, potevo leggerglielo in quei suoi stupendi occhi rosso scarlatto. Tutti e due tuttavia stavamo lì in silenzio a mangiare la nostra colazione fino a quando non presi il coraggio di iniziare una discussione. >Allora, c'è qualcosa che non va per caso?< Mi feci un'altro facepalm mentale mentre l'unica cosa che desideravo era sotterrarmi il più lontano possibile da qui. >Che lavoro devi fare?< Mi chiese tra un boccone e l'altro come se la mia domanda non fosse per niente una domanda fin troppo diretta. Tuttavia risposi lo stesso come se fosse tutto normale. >Mia madre gestisce un'azienda che si occupa di telecomunicazioni, tuttavia le onde su cui lavora sono onde particolari che vengono notate solo dai Pokemon di tipo Psico. Tuttavia sembra che ultimamente ci sia un nuovo Pokemon di tipo Psico mai visto prima d'ora e hanno chiamato me per trovarlo< >Sei un ricercatore insomma< Abbreviò lei sempre che quella voce quasi tremante. A volte mi fermavo a chiedermi se per lei parlare era doloroso, in effetti non glielo avevo mai chiesto e avevo dato per scontato che fosse semplicemente difficile per via delle corde vocali. Tuttavia mentre pensavo se sarebbe stato giusto chiederglielo proprio ora i miei occhi caddero sul orologio posto alle spalle di Mia e i miei occhi si allargarono per quanto fosse tardi. Così, veloci come un lampo sia io che Mia ci ritrovammo in macchina in viaggio verso il mio luogo di lavoro solo per avere come un flash tra i miei pensieri. Ma Mia poteva venire con me a lavoro? Di sicuro no, ma cosa potevo fare? Non potevo di certo lasciarla da sola a casa, c'era sempre il pericolo che venga scoperta. Certo, potevo sempre lasciarla in una pensione Pokemon ma non sarebbe stato giusto. Così presi una decisione, l'avrei portata con me a lavoro. Lentamente ed esitante guidati fino all'azienda di mia madre e parcheggiai l'auto. Se solo mia madre mi vedrebbe come minimo mi rimproverebbe. Se c'era una cosa che ripeteva sempre  era che una persona importante non deve mai mischiarsi con le persone comuni, e poi c'ero io che mi rifiutava anche solo di farmi portare in giro da qualcun altro.

Mi scrollai di dosso l'immagine di mia madre e insieme a Mia entrai nell'edificio. Dopo un po' riuscimmo finalmente a trovare la nostra zona di lavoro ed entrammo. La stanza era come il resto dell'edificio, sofisticato. Il pavimento aveva delle mattonelle bianche con vari motivi incisi sopra mentre sia agli angoli che al centro della stanza c'erano dei pilastri decorativi con le mura piene di rilievi. Onestamente più che un'azienda sembrava di stare in una villa dell'alta nobiltà.
L'unica differenza nella stanza rispetto al resto dell'edificio era la presenza di vari strumenti di diagnostica completamente inutili in un'azienda come quella ma perfettamente utili per il nostro scopo. Scrutai velocemente la stanza notando tre persone che lavoravano al suo interno, erano tutti di spalle quindi nessuno notò me e Mia la quale si avvicinò di più a me quasi come se volesse nascondersi e mi strinse la mano tra le sue zampe. Presi un profondo respiro e feci il primo passo all'interno del mio nuovo luogo di lavoro.
Appena entrai feci un saluto generale mentre due delle tre persone si giravano per salutarmi.
>Piacere di conoscerti, il mio nome è Oscar e sono uno scienziato inviato qui per studiare lo strano fenomeno che sta accadendo proprio come te< Affermò il primo stringendomi la mano per poi voltarsi verso mia. >Ma che bel eseplare di Braixen, ha dei linearmenti del corpo davvero unici e peculiari per la sua specie, di solito il muso dei Braixen è molto più allungato del suo< Affermò toccando il muso di Mia e muovendo lo a destra e a sinistra ispezionandola a fondo fino a quando quasi istintivamente non mi misi tra loro due interrompendo a forza il contatto visivo. Tuttavia neanche il tempo di dire qualcosa che il secondo uomo prese parola. >Io sono Edgar e lavoro alle comunicazioni< Il mio cuore si fermò per un attimo così come il tempo intorno a me. Se era delle comunicazioni vuol dire che lavorava qui e che io e Mia eravamo già stati scoperto in tempo zero. Dopo dio solo sa quanto tempo l'uomo notò il mio stato d'animo e decise di prendere parola. >Tranquillo non dirò niente alla signora, ho dei Pokemon anch'io dopo tutto e poi, il mio lavoro consiste solo e unicamente nel darvi il supporto tecnico necessario affinché possiate concludere l'indagine il più in fretta possibile< Tirai un sospiro di sollievo nel sentire quelle parole e così lo ringrazia di buon grado quando però mi ricordai della terza persona nella stanza. Neanche a farlo apposta esattamente nello stesso momento in cui pensai all'altra persona una voce fin troppo familiare arrivo dalle mie spalle. Mi voltai di scatto solo per vedere Crystal poggiata con le spalle al muro che mi sorrideva. >È tu cosa ci fai qui?< Chiesi ovviamente io mentre lei si limitò a farmi un sorrisetto compiaciuto e a scrollare le spalle. >Che dire? Ti ho mentito. Non avevo nessun viaggio da fare in realtà< Rispose quasi sogghignando mentre si staccava dal muro e si avvicinava a noi. >E a voi invece come va? Vi vedo molto più legati o sbaglio?< Scherzò indicando con un cenno del capo la mia mano che teneva ancora stretta la zampa di Mia. Velocemente la lasciai subito andare ma prima che potessi anche solo pensare a cosa rispondere la ragazza mi precedette afferrando Mia per le spalle. >Beh in questo caso te la rubo un attimo, sai... Discorsi tra ragazze<. E detto questo si allontanò lasciandomi lì immobile a chiedermi cosa stesse davvero succedendo.

 

   
 
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