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Autore: LeDuePazze    10/04/2022    3 recensioni
Rating giallo solo per alcune parolacce all'interno del testo.
Come hanno festeggiato i nostri beniamini la vittoria del mondiale Under15? Taro ha avuto un'idea, Ryo ci ha aggiunto un drinking game e Genzo si è portato dietro un tedesco.
Ecco gli ingredienti di questa ff, a voi scoprire cosa ne è venuto fuori!
Avviso: chi non è famigliare con la versione estesa del Signore degli Anelli potrebbe non capire alcuni riferimenti presenti.
Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Kojiro Hyuga/Mark, Taro Misaki/Tom
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Taro tirò fuori dalla valigia il suo prezioso cofanetto e lo posizionò di fianco alla tv in attesa che arrivassero tutti i suoi compagni: era riuscito a convincerli che in caso di vittoria della finale avrebbero festeggiato guardando la versione estesa del suo film preferito ovvero Il Signore degli Anelli.
Ryo uscì in quel momento da bagno, già comodo in pigiama, e si diresse verso il frigo bar, tirando fuori le lattine e posizionandole sul tavolino di fronte alla TV. Per rendere più interessante la serata, aveva proposto un drinking game legato al film, e per l’occasione aveva anche recuperato degli shottini di plastica.
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Tsubasa andò ad aprire. Hyuga, Sorimachi, Wakashimazu e Sawada entrarono nella stanza urlando ancora in preda all’euforia della vittoria del mondiale.Per altri dieci minuti ci fu un via vai di persone che entrarono nella stanza seminando in giro le birre che avevano portato, le loro felpe e i cellulari. L’ultimo ad arrivare fu Genzo che si era trascinato dietro anche Schneider. I giocatori della nazionale giapponese guardarono il loro avversario stupiti prima che Genzo spiegasse: “Non ha mai visto questo film e mi rifiuto di giocare in squadra con uno che ha questa mancanza di vita. In più ho scommesso che il film gli piacerà.”
Taro annuì, facendoli accomodare e osservò i compagni presenti: in tutto erano quattordici.
Decisero di unire i letti per creare ulteriore spazio per sedersi vicini e li posizionarono dietro al tavolino; lì si sistemarono Shingo, Shun e Hikaru appoggiando la schiena al muro. Mentre Mamoru, Morisaki, Kisugi e Taki si sedettero a terra su dei cuscini. Genzo e Schneider rivendicarono come territorio tedesco il divanetto che dava le spalle alla porta finestra e che si trovava a destra rispetto alla TV mentre il gruppetto della Toho si sistemò sul divanetto posto di fronte a loro.
Al tavolino si misero in posizione Taro, Tsubasa e Ishizaki. Quest’ultimo prese la parola: “Le regole sono queste, si beve uno shottino ogni volta che: Sam chiama Frodo, Frodo chiama Sam, ogni volta che l’Anello viene nominato, a ogni close up sull’Anello, ogni volta che Gollum dice Il mio Tesssoro e Gollum Gollum e a ogni close up sull’Occhio di Sauron.”
Dal letto Hikaru intervenne: “Ecco perché ci avete fatto portare le lattine dai nostri frigo bar... ma il drinking game non è obbligatorio, voglio sperare! Siamo minorenni...”
Taro cercò di dare man forte all’amico: “Tutte queste regole mi sembrano esagerate!”
“Assolutamente no, drinking game obbligatorio o non si vede il film! E poi, per una volta in cui è Wakabayashi ad offrire le birre, non vorrete mica tirarvi indietro!” esclamò Ryo risoluto.
“Inoltre qualcuno qui dovrà pur bere per dimenticare la sconfitta di oggi! Dimostriamo che i giapponesi sono più forti anche nel drinking game!” urlò Hyuga appropriandosi già di una lattina.
Schneider raccolse la provocazione: “Vedremo domani mattina sul volo per Amburgo che prenderemo insieme chi sarà il più sobrio tra di noi!” poi si rivolse a Genzo in tedesco chiedendogli di spiegare le regole del gioco.
Nel frattempo, Taro aveva sistemato il DVD selezionando la lingua inglese in modo che tutti potessero capire.
“Sicuri che il resto della squadra non sia interessato? Posso far partire il film?”
Ci fu un mugugno di assenso e il film partì.

Wakabayashi stava tenendo d’occhio i suoi compagni e, con una punta di orgoglio, poteva dire che i giapponesi reggevano molto bene la birra. Paradossalmente quello che più sembrava iniziare a risentire dell’alcool era Schneider: era rosso, leggermente accaldato e con uno strano luccichio negli occhi.
Genzo gli diede una gomitata: “Ma che fai? Sei già messo così male?”
La risposta fu uno sguardo poco presente e leggermente offuscato dall’alcool: “Con tutte le volte che nominano Frodo…” si giustificò.
“Ma Sam non lo chiama così tante volte.” precisò il portiere, temendo che il tedesco non avesse capito del tutto le regole.
“Ma tutti gli altri sì!” rispose Karl.
Proprio in quel momento sullo schermo Aragorn chiamò Frodo e i sospetti del portiere vennero confermati quando vide il tedesco riempirsi il bicchiere e portarlo verso le labbra. Wakabayashi glielo tolse di mano mentre Hyuga, che aveva assistito al dialogo, se la rideva di gusto.
Schneider guardò male Genzo: “Warum?” chiese.
“Perché sei un idiota! Ti ho detto che devi bere solo quando Sam chiama Frodo, non quando tutti chiamano Frodo!”
Karl aggrottò la fronte e non rispose, tornando a guardare il film. Kojiro sogghignò, pregustandosi un’altra vittoria.
Tutto filò abbastanza liscio fino alla morte di Gandalf quando Wakabayashi vide gli occhi lucidi dell’amico.
“Oh, ma ho già vinto?” domandò il portiere.
“Assolutamente no.” disse Schneider tornando subito impassibile e così rimase fino alla morte di Boromir. Qui Genzo lo vide muoversi sul divanetto e borbottare qualcosa sul fatto che finalmente si fossero liberati di quel personaggio inutile e antipatico.
Nel preciso istante in cui quelle parole uscirono dalla bocca del tedesco, Taro gli lanciò una lattina (vuota) in testa.
“Nessuno può permettersi di parlare male del Capitano di Gondor in mia presenza. Se non apprezzi quel personaggio non stai capendo niente del film.” sibilò il ragazzo non ammettendo repliche.
Terminata la Compagni dell’Anello passarono subito alla visione de Le Due Torri e alla scena di Osgiliath in cui si vedono riuniti Boromir, Faramir e Denethor, Schneider si fece sfuggire un altro commento: “Ah, con un padre così capisco da chi hanno preso i figli…” ma proprio in quel momento si ricordò della reazione che aveva avuto prima Taro e si girò verso di lui nella speranza che non avesse sentito. Questo però non fece altro che facilitare il compito a Misaki che aveva già lanciato l’ennesima lattina che andò a centrare Schneider in pieno volto.
Man mano che il film si avvicinava al discorso di Sam, Taro teneva sott’occhio Schneider con una lattina pronta in mano nel caso in cui il tedesco avesse osato ancora dire qualcosa di male su qualche personaggio. Fu piacevolmente sorpreso quando lo vide non solo partecipe, ma anche un po’ commosso come tutti nella stanza.
Le Due Torri finì e iniziò Il Ritorno del Re.
Schneider non perse l’occasione per prendere in giro Hyuga durante la scena della gara del bere paragonandolo a Legolas. Kojiro ebbe poi la sua rivincita quando fu proprio l’elfo a battere Gimli.
Di tutti i personaggi era chiaro che quello che Schneider trovava meno simpatico fosse proprio Denethor, ma aveva imparato a non lasciarsi sfuggire altre battute temendo le lattine di Taro. Questo durò fino alla scena del dialogo tra Denethor e Faramir in cui il figlio cercava di far ragionare il padre sul non tenere l’Anello. Lì Schneider non seppe più trattenersi, ed esclamò: “Ecco, diglielo cosa avrebbe fatto quel deficiente di tuo fratello! Altro che riportare l’Anello a Gondor! Tale padre tale figlio!”
Non fece in tempo ad accorgersi che aveva appena insultato nuovamente Boromir, che una terza lattina lo raggiunse sulla testa, e il bernoccolo che crebbe nel giro di poco fu il segno che Taro era passato alle lattine piene e non più a quelle vuote.
Lattine e bernoccoli a parte, Schneider aveva deciso che il film gli piaceva e, nonostante l’alto tasso alcolico che scorreva nelle sue vene e che in situazioni normali lo avrebbe già messo KO, stava con gli occhi incollati allo schermo. Genzo, al suo fianco sogghignava compiaciuto nel vedere Karl così partecipe nonostante la reticenza iniziale. Vicino al loro divanetto, seduti con la schiena appoggiata al fondo dei letti, Mamoru, Yuzo, Hajime, Teppei seguivano rapiti. Taro, che era l’unico rimasto vicino al tavolino, shottino pronto in mano, era tra tutti il più vigile nonostante le occhiaie e l’alcool che comunque si faceva sentire. Tsubasa, Ryo, Shun e Hikaru erano svaccati sul letto e cercavano di tenere gli occhi aperti, nonostante la testa gli ciondolasse sul petto. Shingo, anche lui sul letto, era tra quei ragazzi l’unico ancora vigile e infastidiva Ryo nel tentativo di tenerlo sveglio.
Sul divanetto di fronte a quello di Karl e Genzo, Kojiro, Takeshi, Ken e Kazuki erano ormai tra le braccia di Morfeo e russavano in una posizione scomoda: Ken era scivolato sulla parte più alta del divano facendo da poggiatesta ai suoi compagni di squadra, Kojiro si era stravaccato sul corpo di Takeshi, mentre Kazuki dalla posizione che si era scelto sul bracciolo minacciava di cadere addosso agli altri tre.
Notando questa scena, Genzo si sporse in avanti e ne approfittò subito per scattare una foto a tradimento ai suoi compagni di squadra, facendo attenzione affinché risultasse ben evidente la bavetta che scendeva dalla bocca di Kojiro.
Schneider spinse via il portiere che gli stava disturbando la visione proprio mentre Frodo e Sam avevano trovato un passaggio per entrare nelle viscere del Monte Fato. Il ragazzo si posizionò quasi in bilico sul divano, tanta era la trepidazione del momento. Genzo notò che il compagno stava trattenendo il respiro e gli occhi spalancati, completamente rapiti, riflettevano l’immagine dello schermo. Dato che aveva ancora in mano il telefono per la foto fatta a Kojiro e agli altri, Genzo decise di documentare la trepidazione di Schneider. Aveva appena premuto il pulsante REC, quando il tedesco scattò in piedi, le labbra rivolte verso il basso e negli occhi una luce rabbiosa. Prese a saltare agitando in modo sconclusionato le braccia mentre sbraitava:
DU BIST EIN ARSCHLOCH!! EIN NUTZLOSES TIER!! ICH HABE NIE EINE SO GEMEINE KREAUTUR GESEHEN!! SCHEISSE!!”*
Wakabayashi si mise una mano sulla bocca per soffocare la risata e non disturbare l’audio, prima di alzarsi e mettersi in un punto che gli permettesse di riprendere tutti i suoi compagni.
Taro era rimasto impassibile e senza togliere gli occhi dallo schermo indicò con il braccio Schneider proclamando: “Quello che ha detto lui.”
Mamoru, Yuzu, Teppei, Hajime e Shingo annuirono convinti e abbastanza sconvolti mentre Ryo, Shun e Tsubasa tornarono ad essere completamente svegli e indietreggiarono sul letto in modo tale da mettersi il più lontani possibile da Karl, fissandolo preoccupati.
Ma l’attenzione di Genzo era tutta per il gruppetto della Toho: Wakashimazu si era così spaventato per le urla che, dimenticatosi dove fosse, aveva cercato di fare un salto all’indietro aggrappandosi alla spalla sia di Kazuki che di Takeshi. I due ragazzi, spaventati a loro volta dalle urla e dalla stretta improvvisa, sobbalzarono verso lo schienale creando un perfetto contraccolpo: il divano si ribaltò, lasciando al vento le gambe di Sorimachi e Sawada mentre il povero Hyuga venne sbalzato all’indietro finendo addosso a Ken.
In tutto questo, Schneider si era seduto davanti al tavolino vicino a Taro; loro due continuavano a seguire il film ignorando quello che gli accadeva intorno: Frodo stava correndo nella Voragine del Fato e la tensione era altissima.
Il viso furente di Hyuga fece capolino da dietro al divano rovesciato, lanciando saette verso il primo portiere della nazionale giapponese.
“Wakabayashi!” sbraitò in giapponese, ergendosi in tutta la sua statura e puntando un indice minaccioso contro il compagno “Dì al tedesco di non urlare in questo modo o proverà sui denti il mio Tiro della Tigre! ”
In quel momento si rese conto di cosa avesse in mano Genzo. Aveva appena cominciato a ricoprire il portiere di epiteti quando vide le espressioni di Taro e Karl: entrambi lo stavano guardando con uno sguardo omicida, Misaki aveva messo in pausa il film e Schneider si rivolse a lui con voce letale, una luce folle negli occhi: “Setze dich, und störe nicht. Wenn du noch die Aufführung des Filmes belästigt, werde ich dich bis zum nächsten Weltmeisterschaft verfolgen**
Kojiro inghiottì a vuoto, non volendo ammettere quanto il tedesco fosse spaventoso in quel momento, rivolse uno sguardo interrogativo a Wakabayashi che rispose con un ghigno:
“Fossi in te continuerei a godermi il film”.
Il gruppetto della Toho sistemò il divanetto che era caduto e tornarono a guardare il film in religioso silenzio, solo Hyuga si sistemò davanti al tavolino per seguire meglio l’ultima parte del film che era la sua preferita. Ogni tanto lanciava occhiate a Genzo, pensando a un modo per poter hackerare il cellulare e cancellare tutto quello che aveva di compromettente.
La visione continuò senza ulteriori intoppi, con qualche lacrima che venne versata (chi più chi meno) nelle ultime scene.
Taro si asciugò una lacrima silenziosa che gli scendeva lungo il viso mentre le note di Into the West riempivano la stanza: non importava quante volte avesse visto il film, non avrebbe mai smesso di commuoverlo e di scatenare in lui forti emozioni.
Yuzo con un ghigno richiamò l’attenzione di Mamoru, Teppei e Hajime e indicò loro lo spettacolo che si stava svolgendo davanti ai loro occhi: Hyuga e Schnider erano abbracciati e piangevano a dirotto, singhiozzando rumorosamente.
Genzo li osservò con un ghigno soddisfatto e gongolò: “ Allora ho vinto io la scommessa! ” esclamò.
Come risposta, Schneider strinse ancora più forte Hyuga continuando a fissare lo schermo con gli occhi lucidi: “ E’ partito per salvare la Contea ed è stata salvata ” il labbro gli tremò “ ma non per luiiiiiiii ”
Hajime tirò fuori il cellulare e lo indicò a Teppei: quella scena sarebbe rimasta impressa nelle loro menti per sempre, ma un ricordo era sempre meglio averlo. Condividendo il suo pensiero, anche gli altri ragazzi della Nankatsu cominciarono a riprendere la scena.
“Ok, ma ho comunque vinto io la scommessa.” ribattè Genzo.
“Le ultime pagine erano per Saaaammmmmm!” Karl non aveva intenzione di lasciar andare Hyuga, che cominciava a dare i primi segni di disagio.
“Quindi direi che ti è piaciuto molto” Hikaru si era alzato dal letto e si stava stiracchiando.
“Ma non si può essere sempre divisi in dueeeee.”
Hyuga ormai stava palesemente lottando per liberarsi.
Ryo tentò con una provocazione: “ Ma piangi per il film o per la finale che avete perso contro di noi?”
“E dovrà essere saldo per molti anniiiiiiiii!” urlò, scuotendo Hyuga per le spalle.
Il poveretto cominciò a cercare aiuto dai suoi compagni: “TakeEeEeEeEeEeshi!”
“Ma ha ancora molto da godere!” Schnider attirò nuovamente a sé Hyuga, stritolandolo “Da vivere!” girò il busto in un movimento drammatico, trascinando con sé Kojiro “Da
faAaAaAaAaAare!”
Senza sapere come, Hyuga si ritrovò steso sulle gambe di Karl stritolato in una morsa, le lacrime del tedesco che gli bagnavano la maglietta del pigiama.
“Se Schneider continua così, a Hyuga rimarrà ancora poco da godere, da vivere e da fare…” commentò Shingo.
“Ma la sua parte nella storia continueraaaaaàààààà!” urlò il tedesco diretto nel timpano di Hyuga.
“Non continuerà a fare niente se non lo lasci stare subito!” esclamò arrabbiato Wakashimatzu avvicinandosi.
“Ma alla fine Sam è tornatoooooooo!”
Il tedesco, ancora avvinghiato al corpo di Hyuga, venne scosso dagli ultimi singhiozzi, poi si bloccò di colpo, prese Kojiro per le spalle osservandolo un attimo, lo scostò malamente ed esclamò: “E tu levati, che mi stai addosso!”
Schneider si ricompose leggermente, si alzò, passò di fianco a Wakabayashi che nel frattempo si era goduto la scena assicurandosi che Hajime e gli altri avessero fatto un buon lavoro di reporter, e borbottò con noncuranza: “Comunque, film passabile”. Dopo di che si diresse verso la porta e se ne andò in camera sua.
Genzo approfittò dell’assenza del tedesco per dire al suo fidato gruppetto di paparazzi di inviargli tutti i video e le foto fatte: avrebbe pensato lui a condividerle. Loro acconsentirono: il portiere in Germania non correva nessuna conseguenza fisica diretta.
Hyuga, appena ripresosi dalla mancanza di ossigeno, si alzò di colpo sbraitando: “Io ora quello lo uccido!” e si diresse verso la porta, determinato a compiere la sua vendetta.
Ci vollero tre persone per fermarlo: Takeshi teneva il braccio sinistro, Sorimachi quello destro e Ken si piazzò davanti alla porta per impedirgli di uscire.
Fu in quel preciso momento che i ragazzi sentirono dei passi in corridoio che si avvicinavano alla camera e, pochi istanti dopo, qualcuno bussò.
Tutti si bloccarono, nessuno aveva il coraggio di muovere un muscolo e perfino Hyuga la smise di sbraitare e dimenarsi.
“Ragazzi sono Katagiri, posso entrare?”
Il gelo cadde tra i giocatori: nessuno si muoveva, nessuno respirava.
Fu allora che Ryo ebbe una delle sue idee geniali: “Aspetti un attimo, siamo nudi!”
Tsubasa e Taro lo guardarono sgomenti e furiosi: ci mancava solo che Katagiri pensasse che stavano facendo una cosa a tre!
Gli altri giocatori, che non erano coinvolti nello scandalo, ebbero la prontezza di sfruttare i secondi successivi per scappare a nascondersi chi in bagno e chi sul balcone.
Quando Taro aprì la porta rivolse a Katagiri il suo sorriso più angelico, Tsubasa accolse l’uomo con uno sbadiglio mentre Ryo aveva un sorriso forzatissimo che non avrebbe ingannato nessuno.
Munemasa si portò una mano sugli occhi prima di domandare: “Posso guardare o siete ancora nudi?”
Taro abbassò il volto, lasciando che i capelli gli nascondessero gli occhi e lanciò a Ryo uno sguardo omicida: avrebbero fatto i conti dopo.
Katagiri ghignò e decise di non infierire oltre.
“Ci hanno informato che causa maltempo il volo è stato anticipato e dobbiamo lasciare l’albergo tra 10 minuti. Quindi preparatevi, vi aspettiamo alla reception.” si affacciò leggermente oltre la porta della camera e alzò la voce “Sto passando in tutte le camere ad avvertire!” rivolse un ultimo ghigno ai tre ragazzi e chiuse la porta, andandosene.
Ryo guardò interrogativo i due compagni di stanza: “Maltempo?”
Non fece in tempo ad ottenere una risposta che nella camera scoppiò il delirio: Sorimachi, Ken, Takeshi, Shingo, Mamoru, Shun e Yuzo uscirono di corsa dal bagno mentre Hyuga, Genzo, Hikaru, Teppei e Hajime rientrarono fradici dal balcone dove avevano cercato rifugio.
“Sì Ryo, maltempo!” ringhiò sottovoce Genzo mentre insieme ai compagni di sventura stava lasciando una larga pozzanghera sul pavimento della camera “C’è il diluvio universale là fuori!”
“Chissenefrega del maltempo!” bisbigliò Nitta “Dobbiamo correre subito in camera!”
Tsubasa, Taro e Ryo cominciarono a gettare nel cestino tutte le lattine per lasciare una camera decentemente pulita mentre tutti gli altri recuperarono i cellulari e le felpe prima di correre nelle rispettive stanze.

“Eccì!” Hyuga tirò su col naso e proseguì verso il corridoio dell’aereo cercando il suo posto, contrariato dal fatto che la compagnia non desse loro possibilità di scelta sul dove sedersi.
Arrivato al numero assegnatogli vide il suo vicino e le labbra si incurvarono in una smorfia: “Prova di nuovo a toccarmi e ti scaravento fuori dal finestrino!” latrò mentre sistemava il bagaglio a mano nella cappelliera.
Schneider alzò gli occhi verso Hyuga e lo guardò con sufficienza: “Tranquillo, gli effetti dell’alcool sono finiti.”
“Sarà meglio per te!” Borbottò Kojiro lasciandosi cadere sul sedile con stizza, consolandosi al pensiero che tanto sarebbero stati insieme solo per un breve tratto di volo.
L’aereo decollò senza problemi e Hyuga si mise comodo, il più lontano possibile da Schneider, per cercare di recuperare un po’ il sonno perso; le braccia incrociate sul petto e la testa girata verso il corridoio dell’aereo.
La turbolenza arrivò all’improvviso e l’aereo cominciò a sobbalzare, il segnale luminoso di allacciarsi la cintura si attivò e la voce del comandante avvisò che quella condizione sarebbe durata per un po’ causa il maltempo, ma che non c’era da preoccuparsi.
Su quest’ultima parte i passeggeri fecero fatica a credere: gli scossoni erano molto violenti e i bambini presenti a bordo abbracciarono i genitori.
Hyuga e Schneider impallidirono attaccati ai sedili. Guardarono fuori dal finestrino nella speranza di distrarsi un po’ con il panorama dimentichi delle condizioni atmosferiche: infatti, le uniche cose che videro furono saette, pioggia e nuvole nere.
“Se vuoi stringermi la mano guarda che non è un problema.” disse a denti stretti Schneider, cercando di non far trasparire l’ansia che provava in quel momento.
Hyuga sbuffò, rispondendo alla provocazione: “Se hai bisogno di conforto non farti problemi a dirlo, ragazzino.”
La spavalderia dei due venne meno quando, nello stesso momento in cui un lampo attraversò il cielo, un vuoto d’aria diede loro l’impressione di far precipitare l’aereo. Automaticamente si afferrarono le mani, le nocche diventarono bianche dalla stretta.
Dall’altra parte del corridoio, due sedili più avanti, Nitta alzò gli occhi dal suo libro e si guardò intorno per vedere la situazione sull’aereo. Non gli sfuggì la strana coppietta che si teneva per mano mentre sudava freddo. Con un ghigno sfoderò il cellulare, azionò la fotocamera e premette REC.
La turbolenza non accennava a finire.
Schneider per nessun altro motivo, se non per infondersi un po’di coraggio, cominciò a citare la parte che più lo aveva colpito durante la visione del film “Coraggio Hyuga, coraggio per i nostri compagni!”
Kojiro sbuffò, irato: “Primo io non ho paura! E poi non sei degno di citare quel personaggio perfetto che è Eowyn!”
Schneider lo ignotò e continuò con la sua interpretazione: “Avanti e non temete l’oscurità! Desti Cavalieri di Theoden, lance saranno scosse, scudi saranno frantumati, un giorno di spade, un giorno rosso prima che sorga il sole!”
Hyuga ne approfittò per rubargli la parte di Eowyn e divertirsi un po’. Guardò le loro mani ancora unite e avvicinò a sé quella del tedesco tenendola stretta tra le sue: “Vada come vada resta con me, io baderò a te!”
“Chi pensava che sarei morto volando fianco a fianco a un avversario…” bisbigliò Schneider con un filo di voce e gli occhi spalancati, ma stando comunque al gioco del giapponese.
“E invece fianco a fianco a un tolkieniano?”
“Sì, questo potrei farlo!”
Nitta si tappò la bocca con una mano per evitare di scoppiare a ridere e rovinare le riprese.
I due ragazzi alzarono le mani che ancora tenevano unite: “Cavalcate ora, cavalcate ora, cavalcate per la rovina e per la fine del mondo!” cercarono di non alzare la voce, ma erano così fomentati che molte persone intorno a loro si girarono a guardarli.
I ragazzi si staccarono e si misero tranquilli ai loro posti.
In quel momento le luci sull’aereo si spensero per alcuni secondi. Nitta si guardò in giro e stava quasi per stoppare la registrazione quando le luci tornarono e lo schermo rivelò i due avversari stretti l’uno all’altro, l’espressione terrorizzata, tutta la tranquillità ottenuta prima un lontano ricordo.
“MORTE! MORTE! MOOOORTEEEE!” urlarono ormai dimentichi di ogni orgoglio e soprattutto di quanta gente ci fosse intorno a loro.
Il cellulare di Nitta scivolò dalle sue mani e il ragazzo, ancora tremante per lo sforzo che aveva fatto per non ridere, lo prese come un segno che la ripresa poteva essere interrotta. Si appuntò mentalmente di inviare il video a Wakabayashi appena fossero atterrati all’aeroporto di Amburgo per lo scalo.

Erano già alcune ore che i giapponesi erano ripartiti per Tokyo. Hyuga finalmente poteva stare con i suoi compagni di squadra con i quali aveva intavolato una partita a Uno.
I cellulari di tutti suonarono all’unisono. Sul gruppo della nazionale comparve un messaggio di Wakabayashi.
Ehi campioni del mondo! Questo è quello che vi siete persi se non avete partecipato alla maratona di stanotte!
Al messaggio seguirono una serie di foto e video. Infine un ultimo messaggio recitava:
E questo un dietro le quinte preso in diretta dal volo Parigi-Amburgo.
Concludeva con una faccina diabolica che rideva beffarda.
Hyuga ebbe la sensazione di essere osservato, tutta la squadra aveva in mano i cellulari e gli lanciava occhiate di sbieco. Incuriosito, prese anche lui il cellulare per controllare i messaggi.
Fu in quel momento che i cieli del Kazakistan vennero squarciati da un urlo disumano:
WAKABAYASHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”



* Sei un buco di culo! Non ho mai visto un farabutto come te!Sei un animale inutile!
**Siediti, e non rompere. Se osi disturbare ancora la visione del film ti perseguito fino al prossimo mondiale!
Questo è quello che viene fuori quando passiamo due sabati a guardare Captain Tsubasa.
Ci sentiamo giustificate dal nostro nickname! XD
Ringraziamo Sacchan per la traduzione in tedesco e per il supporto!
Infine, ringraziamo chiunque abbia dedicato il suo tempo a leggere questa sclerata!
Merry e May

   
 
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