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Autore: manga reader    10/04/2022    0 recensioni
[Blue Reflection]
Le Reflector sono delle maghette che traggono i propri poteri dai sentimenti e dalle emozioni delle persone. Molte di loro fanno riferimento alla AASA, l'organizzazione che studia il Common. Il mondo generato dalle emozioni delle persone.
La AASA ha appena aperto, ovviamente sotto copertura, un nuovo centro operativo in una nuova città e sta cercando Reflector da reclutare. Presto però si verifica un evento molto particolare: qualcuno sta scambiando i sentimenti delle persone. Sarà compito delle eroine indagare e venire a capo della situazione.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le ragazze che avrebbero preso parte allo scontro dovevano essere già nella sala dove si sarebbe tenuta la riunione, assieme ai ricercatori. Maemi non era ancora arrivata. Doveva fare in fretta e sostituire la relazione in merito all’anomalia del common, in cui sosteneva che andasse tutto bene, con un’altra da lei preparata poche ore prima, in cui si era rivelato il pericolo. Avrebbe cercato di modificare la data in cui era stata registrata con quella a cui era stata sostituita. Non ci sarebbe voluto molto. Hinako, alla fine, aveva acconsentito a farsi dare l’anello da Kaede e si era impegnata a passare in sede a consegnarlo dentro una scatolina. Un collega le aveva infatti confermato che la ragazza fosse passata e che avesse depositato una scatolina. Non si era però fermata per dare una mano, andandosene subito dopo. Meglio, così non avrebbe avuto qualcuno che avrebbe potuto contestare le sue parole. Insomma, tutto sarebbe dovuto filare liscio, anche se i fatti a suo favore erano arrivati all’ultimo momento.
Appeno operato al computer, si precipitò alla sala.
“Allora, per chi non sia ancora esperto di questi fenomeni, farò un rapido ripasso.”
Iniziò il professor Kensaku.
“A breve il nostro mondo e il Common entreranno in contatto. Quando ciò avverrà si aprirà una breccia, che collegherà i nostri mondi. Fino a quando la breccia resterà aperta, nell’area circostante il tempo sarà come se si fosse fermato. Solo le reflector e noi all’interno del nostro edificio, che è stato costruito con una schermatura speciale, saremo immuni a questo effetto.”
Nella riunione non era presente Lina, ancora troppo inesperta per combattere.
“Ciò vorrà dire che le persone nelle città si fermeranno, diventando completamente vulnerabili. In più dalla breccia aperta passeranno probabilmente dei demoni del common, i quali potranno attaccare le persone immobilizzate.”
Per loro sarebbe stato come se il tempo si fosse fermato.
“Il vostro compito è posizionarvi davanti alla breccia e respingere i demoni fino a quando i nostri due mondi si distanzieranno di nuovo e la breccia si richiuderà.
State tranquille, vi seguiremo da qui. Tenete presente che abbiamo elaborato programma che ci permette, in questi casi, di accedere a tutte le telecamere della città. Quindi potremo vedervi molto facilmente e capire come stia andando lo scontro. In questa scatola ci sono delle cuffie e dei microfoni, vi pregiamo di indossarli, così da permetterci di comunicare con voi.
In ogni caso abbiamo anche parecchi altri strumenti e antenne per rilevare la vostra posizione e quella dei demoni. Non preoccupatevi, vi assisteremo durante tutto il tempo.”
Ad essere lì erano praticamente tutte le ragazze che avevano preso parte all’indagine. Meno la meno esperta e quella che si era unita per ultima.
Fecero cenno di aver capito.
“Questo è il punto che dovete raggiungere. Se non avete domande, partite subito. Se non conoscete la zona, non esitate a contattarci evi guideremo.”
Le maghette annuirono ed uscirono dall’edificio. Non ci volle molto per raggiungere il punto dove si sarebbe aperta la breccia. Si trattava di una strada, che terminava su una grande serra. Quindi aspettarono.
Maemi, nell’edificio, si assicurò che tutti fossero al loro posto. Fortunatamente c’erano ben tre telecamere nella zona, avrebbero potuto vedere bene cosa stesse accadendo.
 
La breccia si aprì e le ragazze evocarono le proprie armi. Quindi attaccarono i primi demoni che iniziarono ad arrivare. Alcuni avevano una forma umanoide, altri erano veramente strani. Comunque conoscevano bene le varie tipologie da affrontare.
Presto alcune di loro si trasformarono completamente, andando nella loro forma di maghette e quindi potendo sfruttare appieno i propri poteri.
“Mio, ti stai distaccando troppo. Torna indietro e riallineati con le altre.”
Disse Kensaku, via radio, alla ragazza. Lei capì e ritornò in formazione.
Le cose stavano procedendo bene. I demoni stavano venendo respinti e iniziavano ad arrivare in minore quantità. Era scontato che ce la facessero a contenere i demoni di quella breccia, anzi avrebbero potuto essere anche in numero minore per farlo.
“Attenzione, si sta per aprire una seconda breccia.”
Urlò un ricercatore, osservando i dati dal proprio computer.
“In che punto?”
Domandò Kensaku.
“Qui.”
Lo schermo indicò l’area su una mappa della città.
“Se avessimo condotto l’indagine, come ci avevano chiesto di fare, anziché perdere tempo dietro a quell’anello e alla ragazza, avremmo saputo che se ne sarebbe aperta una seconda.”
Disse Kensaku, rivolgendosi a Maemi.
“Non è il momento dei rimproveri, adesso.”
Disse la responsabile. In effetti aveva ragione.
“Dite ad alcune ragazze di spostarsi e di dirigersi all’area.”
Suggerì la ricercatrice.
“Vista la distanza ci metteranno abbastanza ad arrivare e lì ci sono dei civili nei paraggi. Sarà una strage!”
Osservò Kensaku.
“Trovami le telecamere che inquadrano il posto e accedi al loro video.”
Domandò poi al ricercatore che aveva segnalato la cosa. Presto Kensaku vide l’entrata di un parco, dall’esterno. Dopo qualche minuto la breccia iniziò ad aprirsi ed iniziarono ad uscire i primi demoni.
Erano tre, di forma umanoide. Questi iniziarono a percorrere la strada che conduceva al giardino pubblico. All’improvviso però una freccia colpì uno di essi. Che si piegò, subito costoro iniziarono a volgere la loro attenzione altrove.
“Selezionami la telecamera che inquadra il punto dove si stanno dirigendo.”
Quindi videro una ragazza armata di balestra. Kensaku ci mise un po’ a riconoscerla.
“Ma è la ragazza che fino ad oggi abbiamo cercato!”
Esatto, Kaede stava combattendo i demoni.
“Ma come fa a combattere senza l’anello?”
Osservò Maemi. Subito tirò fuori il cellulare ed effettuò la chiamata.
“Pronto? Mi avevi detto che la signorina Hinako aveva effettuato la consegna?”
Iniziò lei.
“Sì, la scatola.”
Disse, dopo aver ricevuto risposta positiva.
“Ti dispiacerebbe aprirla?”
Domandò la ricercatrice. Se davvero era stata effettuata la consegna, come poteva la ragazza combattere, o anche solo muoversi in quelle condizioni?
“In che senso è vuota?”
Domandò lei, dopo che il collega l’aveva aperto. Era stata ingannata! Quell’Hinako le aveva detto che le avrebbe dato l’oggetto, ma in realtà le aveva dato una scatola vuota.
Intanto Kaede stava continuando a combattere.
 
Non era facile però per lei affrontare i demoni. Aveva tirato qualche freccia per allenarsi con la sua balestra, ma era la prima volta che si batteva. Il problema era ricaricare e mantenere una certa distanza dai demoni. Vero che, se si avvicinavano troppo, poteva usare ciò che aveva in mano come oggetto contundente, ma non era poi così efficacie.
Dopo un po’ uno dei demoni riuscì a colpirla. Lei cadde a terra.
Un attimo dopo però un raggio colpì la creatura, che si dissolse nell’aria. Guardò nella direzione in cui la magia era provenuta e vide Hinako. Già nella sua forma completa di maghetta, con l’abito, i fiocchi e i capelli più chiari.
“Non te la cavi male, per essere il tuo primo vero e proprio scontro.”
La ragazza sapeva che i demoni sarebbero potuti arrivare, quindi si era tenuta nei paraggi. Aveva preferito però non rimanere nella sede della Aasa, per essere più libera nel decidere cosa fare in quelle circostanze.
“Stai dietro di me.”
Disse a Kaede.
Le due ripresero a combattere. Nonostante però l’esperienza di Hinako, i demoni iniziarono ad essere in quantità problematica, quand’ecco un’arma da lancio tipica dei ninja, colpire uno di loro. Era arrivata un’altra ragazza!
“Lina, ti unisci a noi?”
Domandò Hinako.
“Cercherò di aiutare come posso, ma sono ancora inesperta.”
Avvertì la maghetta, che non era stato in grado di rimanere in disparte.
Kensaku osservò la cosa dalla telecamera e ovviamente non approvò.
“Che ci fa Lina lì? Le avevo detto di non prendere parte alla battaglia.”
Disse, tra il furente e il preoccupato.
Le tre ripresero a battersi. Il numero di demoni iniziò gradualmente a diminuire. A breve forse non ne sarebbero arrivati altri.
Purtroppo però ne arrivò uno di dimensioni maggiori rispetto agli altri.
“Io sto davanti, con questo bisogna fare attenzione.”
Avvertì Hinako. Il gruppo, seppur con qualche difficoltà, fu presto in vantaggio sulla creatura mostruosa. Di quel passo lo avrebbero sconfitto. Proprio allora però arrivarono altri tre demoni di forma umanoide. Uno di essi prese di mira Lina, che dopo alcuni attacchi non fu più in grado di combattere. Kaede provò ad attirarli verso di sé, per proteggere la ragazza, ma anche lei presto non riuscì a stare più in piedi. Rimase Hinako a difendere le due. Purtroppo era in svantaggio numerico e dopo un po’ anche lei si ritrovò a subire colpi. Indietreggiò di qualche passo, poi le gambe non la ressero più e si trovò accovacciata a terra.
Maledizione, proprio in quel momento dovevano cedere? Quando ne mancavano così pochi! Proprio allora però una piccola meteora colpì il demone di grandi dimensioni, che si stava dirigendo pericolosamente verso Hinako.
Fu allora che la ragazza notò che fosse arrivata Mio. Evidentemente alcune delle ragazze si erano spostate per dar loro una mano. Subito dopo Hinako vide Momo, che col la sua spada sconfisse il demone più grande, che si dissolse. Poi arrivò anche una terza reflector e assieme alle altre due, dissolsero i tre demoni umanoidi. Proprio in quel momento, Mio ricevette, tramite il comunicatore, la notizia che il primo passaggio si era richiuso.
Hinako sorrise. Doveva ringraziare quelle tre. Guardò quindi in direzione della breccia e vide anch’essa richiudersi.
Ce l’avevano fatta!
   
 
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