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Autore: MaryFangirl    11/04/2022    0 recensioni
Anche le persone più forti a volte vacillano, Kai se ne renderà presto conto.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Takao non sapeva come o perché, ma per una ragione o per l'altra, era in piedi fuori dalla porta dell'appartamento di Hiromi, esitando un po' prima di allungare la mano e suonare il campanello. La madre di Hiromi rispose e Takao le rivolse il suo miglior sorriso vincente.
 
“Tachibana-san, Hiromi è in casa?”
 
“Oh, Takao-kun” disse la donna gentilmente, invitandolo ad entrare, “è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che sei passato a trovarci. Aspetta qui un momento, vado a chiamare Hiromi”
 
Hiromi apparve pochi secondi dopo, con una smorfia quando vide chi era il visitatore.
 
“Oh, sei tu” disse cupamente, portando Takao a incrociare le braccia sul petto e a rivolgerle un’espressione accigliata.
 
“Qualcuno è di buon umore oggi” disse.
 
“Lo ero fino a quando non ti sei presentato qui” sbuffò Hiromi, “ma dato che sono sempre stata una brava padrona di casa, vai ad aspettare nella mia stanza mentre preparo degli snack. E non toccare niente!” aggiunse, mentre Takao ghignava subdolamente.
 
Resistendo alla tentazione di fare l’esatto contrario di quello che Hiromi gli aveva detto, Takao si sedette al tavolino in camera finché Hiromi tornò e versò il the, lasciando una scodella con dei cracker.
 
“Allora” disse Hiromi incuriosita, sistemandosi prima di bere un sorso, “cosa ti porta qui?”
 
“Volevo solo vedere la tua faccia, oh bellissima dea” disse Takao con aria innocente, abbassandosi quando Hiromi gli lanciò un cracker.
 
“Molto divertente” sbottò, “ma presumo ci sia una vera ragione per cui sei qui? Se sei venuto a copiare i miei compiti, non te lo permetterò. Puoi fare tutto da solo!”
 
“Li ho già fatti, per tua informazione” le disse Takao e compiaciuto.
 
“Buono a sapersi” disse Hiromi, alzando le sopracciglia per la sorpresa, “nemmeno tu puoi comportarti da pigro e demotivato per sempre”
 
“Sei solo gelosa perché ho ottenuto un voto più alto di te nell’ultimo test di storia” le ricordò Takao, sorridendo.
 
“Solo per due punti!” disse Hiromi in fretta, con aria molto agitata, “ma non hai battuto Kyoju”
 
“Perché i suoi voti sono troppo alti” disse Takao, agitando una mano, “Kyoju ha un QI di circa 600, non sarei in grado di eguagliare i suoi punteggi. Ho battuto te, però, e mi va abbastanza bene”
 
“Non avere quell’aria così contenta” borbottò Hiromi, scontenta della piega della conversazione, “comunque, basta con la scuola. Perché sei qui?”
 
Takao abbassò lo sguardo e tracciò la punta dell’indice sul piano del tavolo, portando Hiromi a sospirare stancamente.
 
“Fammi indovinare” disse, “è successo qualcosa”
 
“Come lo sai?” chiese Takao, un po’ sulla difensiva.
 
“Perché non stai aspirando tutto come al solito” rispose Hiromi, “ogni volta che porto del cibo, scompare prima che io possa sbattere le palpebre, ed eviti di mangiare solo quando sei davvero sottosopra. Lo intuivo anche dalla tua espressione triste. Fammi indovinare. Si tratta di Kai, vero?”
 
Takao alzò bruscamente lo sguardo e Hiromi sospirò di nuovo.
 
“Lo sapevo. È l’unico che può farti passare dalla totale estasi all’irrimediabile depressione nel lasso di circa tre secondi” Hiromi aggrottò la fronte e scrocciò le nocche minacciosamente, “devo picchiarlo per te?”
 
“Non ce n’è bisogno” disse Takao seccamente, “non abbiamo nemmeno litigato”
 
“Allora perché quel muso lungo?”
 
Takao fece una pausa, non sapendo bene come rispondere. Non sapeva se sarenne riuscito a tradurre ciò che stava provando in una frase coerente, figurarsi dare a Hiromi una spiegazione veritiera.
 
“Sai come si dice” disse Hiromi, “l’amore può rendere un uomo forte come un leone e debole come un gattino. L’ho letto in un romanzo rosa” inclinò il capo interrogativamente, “cos’ha fatto questa volta? Ti ha abbandonato di nuovo? Ha frequentato qualcuno alle tue spalle? Ti ha detto che non è più attratto da te?”
 
“Non esattamente” confessò Takao, tirando fuori la scatolina in tasca e spingendola sul tavolo. “Mi ha dato questo”
 
Hiromi aprì la scatola con un cipiglio, i suoi occhi si spalancarono drammaticamente quando ne vide il contenuto. La sua faccia divenne rossa ed emise uno strano tipo di rumore che sembrava un misto tra un farfugliamento e un soffocamento prima di fissare Takao con uno sguardo incredulo.
 
“Ti stai deprimendo perché ti ha dato un anello?” esclamò, “sei pazzo? Sarei elettrizzata se qualcuno mi regalasse un gioiello come questo! Non hai idea di quanto sei fortunato!”
 
“Tu credi?” disse Takao vagamente, osservandola mentre ammirava l'oggetto, tenendolo sollevato da ogni angolazione ed emettendo un debole fischio mentre la luce lo colpiva e lo faceva brillare.
 
“Non mi capita spesso di fare complimenti, soprattutto non a Kai, ma devo ammettere che ha buon gusto” disse Hiromi, continuando a fissare l’anello come ipnotizzata. “Insomma, guardalo! Dev’essere incredibilmente costoso a giudicare da tutti questi zaffiri. Ti ha detto quanto è costato?”

“Non l’ho chiesto” disse Takao scrollando le spalle. Hiromi strinse gli occhi, notando finalmente la sua mancanza di entusiasmo.
 
“Immagino che tu non sia impressionato dal regalo” dichiarò.
 
“Sì” rispose Takao, “ma non ne so molto di pietre che luccicano”
 
“Per questo sei senza speranza!” affermò Hiromi, esasperata. “Senza speranza, senza speranza, senza speranza! Hai ringraziato Kai? L’hai già provato?”
 
“No, io-”
 
“Met-ti-lo” ordinò Hiromi, sottolineando ogni sillaba e facendo rabbrividire Takao per la paura.
 
“Sì, signora” disse Takao mite, cercando di convincersi che stava solo immaginando le vibrazioni malvagie da intento assassino che aleggiavano sopra la sua testa. Hiromi tornò dolce e sorridente quando obbedì, e questo era ancora più spaventoso del modo in cui lo aveva guardato male prima. Senza pensarci, fece scivolare l'anello sull’anulare, e quasi saltò per lo shock quando Hiromi emise un grido penetrante.
 
“Kai ti ha chiesto di sposarlo?” strillò, “per questo ti comporti in modo così strano?”
 
“Come no” sbuffò Takao, “Kai me l’ha dato solo per scusarsi”
 
“Scusarsi per cosa?” chiese Hiromi, incuriosita.
 
“Per aver dedicato più tempo e attenzione al lavoro che a me, ecco” disse Takao sconsolato.
 
“Okay, penso di aver capito cosa sta succedendo” disse Hiromi lentamente, “sei infelice perché Kai ti ha trascurato un po’, vero?” scosse il capo, schioccando la lingua, “posso capire perché tu ti lamenti di questo, ma devi comunque considerare quello che hai. Non molte persone sono così fortunate da vivere in una grande villa, riempite di regali costosi. Chiedere di più sarebbe un po’ esoso”
 
“Non è questo” disse Takao, frustrato, “so che dovrei essere grato e lo sono, ma...non ho realmente bisogno di nessuna di queste cose. Non ho bisogno di gioielli o case grandi o altro, solo...voglio solo stare con Kai e non posso perché è a migliaia di chilometri da me in questo momento. Anche quando c’è, sembra che sia assente, e inizio a sentirmi solo, e sapere che Max e Rei non ci sono peggiora solo le cose. Tratto male Daichi, faccio preoccupare inutilmente il nonno e vado a sfogare i miei problemi su qualcuno a cui nemmeno importa” rise, senza allegria, e aggiunse: “hai ragione. Sono senza speranza”
 
“Cosa ti fa pensare che non mi importi?” disse Hiromi, premendo le labbra.
 
“Perché preferisci leggere uno dei tuoi libri da ragazza piuttosto che parlare con me” suggerì Takao.
 
Hiromi aprì la bocca e poi la richiuse prima che potesse dire qualcosa, alzando la mano destra e schiaffeggiando bruscamente il viso di Takao. Takao la guardò stordito, ma riuscì solo a farla arrabbiare di più.
 
Takao cercò di parlare, ma Hiromi lo zittì immediatamente con un'occhiataccia.
 
“Niente interruzioni” disse severamente, “ora mi ascolti. Prima di tutto, cosa ti fa pensare che non mi importi? Certo, sei scortese, antipatico, rozzo, privo di tatto, fastidioso, per non parlare di un milione di altri aspetti negativi, ma nonostante tutto ciò, tengo al tuo benessere. Sai perché? Perché sotto tutta l'arroganza e la tua ingenuità, in realtà sei un bravo ragazzo, con un buon cuore e intelligente mente. Sei forte e leale, e ci sono molte persone là fuori che sono orgogliose di definirti loro amico. Potresti non crederci, ma io sono una di loro”
 
Takao la fissò, shockato, ma Hiromi alzò un dito in segno di avvertimento.
 
“Aspetta, signorino, sto ancora parlando. Ti senti solo? Sai che problema! Max e Rei hanno le loro vite, e volere che ruotino intorno a te è infantile. Non è che siano scomparsi, e hai ancora me e Kyoju, anche se non puoi vedere quei due spesso come un tempo. Kai ti trascura ogni tanto? Sono sicura che a volte tu non gli dedichi attenzione al 100% ogni minuto della giornata, e non stai lavorando per essere a capo della più grande azienda di sviluppo del paese!”
 
Poi Hiromi sembrò calmarsi un po’, e sebbene il suo tono fosse più gentile, era ancora fermo.
 
“Come ho detto, devi pensare a quello che hai, invece di quello che ti manca. Non sono d'accordo con tutto ciò che Kai ha detto o fatto, ma vedo che ti ama, e che tu lo ami, quindi cosa può esserci di meglio? Si prende cura di te abbastanza da metterti un tetto sopra la testa, e da assicurarsi che tu non debba chiederti come mangerai. Okay, è ancora più arrogante di te, ed è egocentrico, e può essere un totale idiota a volte, ma è cento volte meglio di un tempo, ed è tutto grazie a te! Se avete la relazione che penso, perché non puoi dirgli se sei arrabbiato per qualcosa invece di tenere il broncio per i fatti tuoi? Kai non legge nel pensiero, quindi non capirà mai niente se non parli con lui”
 
“Ma non voglio fare nulla per causargli problemi” insistette Takao ostinatamente, “è già abbastanza impegnato senza doversi occupare dei miei casini”
 
“Per questo sei stupido!” esclamò Hiromi, “Tu non vorresti sapere se qualcosa preoccupa Kai? Come ti sentiresti se lui fosse in ansia e tu non avessi la più pallida idea di cosa c'è che non va o di come risolverla? Diventeresti pazzo a tentare di migliorare le cose, non è vero? Non puoi farti in quattro per compiacerlo tutto il tempo e ignorare le tue preoccupazioni a favore delle sue, perché l'amore non è così! Si tratta di dare e avere, e se non l'hai ancora capito, allora è giunto il momento di farlo. Kai è umano, eppure lo adori come se fosse un dio. Devi buttarlo giù dal piedistallo su cui l'hai messo e iniziare a trattarlo come se fosse un tuo pari, non un tuo superiore!”
 
Piuttosto che sentirsi insultato dal suo discorso, Takao si ritrovò a sentirsi meglio rispetto a tutto il giorno, grazie alla schiettezza di Hiromi, e quando sorridse lo fece per davvero, senza forzarsi.
 
“E come mi suggerisci di fare con Daichi, o saggia donna?” chiese, inarcando le sopracciglia.
 
“Facile” disse Hiromi con tono sprezzante, “tu e Daichi litigate costantemente, quindi qualunque cosa sia successa questa volta, si sgonfierà. Voi due non fate che irritarvi a vicenda e questo non cambierà mai”
 
“Spero che tu abbia ragione” disse Takao, dubbioso.
 
“Certo che ho ragione” rispose Hiromi con orgoglio, “a proposito, dobbiamo rispolverare le nostre capacità di lavoro di squadra, e ho l’idea giusta per farti dimenticare una volta per tutte la depressione”

“E quale sarebbe?” chiese Takao.
 
“Karaoke, ovviamente” disse Hiromi, “che ne dici? Tu, io, Daichi e Kyoju possiamo uscire in gruppo e divertirci!”
 
“C’è solo un piccolo difetto nel tuo piano” disse Takao, ghignando. “Non sai cantare, ricordi?”

Fortunatamente, si chinò quando Hiromi gli lanciò non solo i cracker ma anche la ciotola in cui erano stati messi, e Takao fu risparmiato da una morte prematura solo grazie alla madre di Hiromi che sbucò nella stanza per capire a cosa fosse dovuto il rumore.
 
Mentre le preoccupazioni di Takao venivano in qualche modo alleviate, quelle di Kai erano appena iniziate. Come promesso, aveva chiamato Takao per fargli sapere che era arrivato, ma Takao non aveva risposto, risultando sospettosamente assente. Kai aveva lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica, ma non poteva fare a meno di sentirsi infastidito. A parte per il fuso orario, non c'era motivo per cui Takao non dovesse essere a casa, e sebbene l'istinto iniziale di Kai era stato quello di accertarsi che Takao fosse al sicuro, aveva cercato di astenersi dal saltare alle conclusioni e agitarsi per niente.
 
Tuttavia, i suoi pensieri non erano del tutto concentrati su ciò che lo circondava quando lasciò l'hotel non molto tempo dopo aver sistemato le sue cose, e invece di familiarizzare con il territorio, si ritrovò a camminare senza meta per le strade della città. Fu questo calo di concentrazione che lo portò a non notare l'oggetto che si dirigeva dritto verso il suo cammino, ma presto si rese conto di cosa stava succedendo quando arrivò a pochi centimetri dall'essere colpito. Proprio quando si voltò per abbaiare a qualunque ragazzino avesse lanciato il suo beyblade con una mira così schifosa, le parole gli morirono in gola quando vide un tizio scozzese sorridente e familiare.
 
“Bene, bene, che cos’abbiamo qui?”, era Johnny* del team europeo e il suo sorriso si allargò chinandosi per recuperare il suo bey, per poi raddrizzarsi e guardare Kai con curiosità.
 
“Quasi non ti riconoscevo senza i tuoi colori di guerra” confessò, scrutando Kai divertito, “comunque è bello sapere che non ho sbagliato persona. Perché diavolo indossi giacca e cravatta, Hiwatari?”
 
“Non sono affari tuoi” disse Kai gelido, stringendo gli occhi.
 
“Beh, scusa tanto” disse Johnny, “non sapevo che fosse quel periodo del mese” poi alzò la voce e gridò: “ehi, guarda chi c’è!”
 
Kai non fu minimamente sorpreso quando si presentò un altro volto familiare. Dopotutto, ovunque si trovasse Johnny, di solito si poteva presumere che Ralf non fosse molto distante, e se l’accoglienza di Johnny era stata tutt’altro che calorosa, Ralf sorride amabilmente quando vide chi aveva attirato l’attenzione del suo compagno di squadra.
 
“Salve, Kai Hiwatari” disse con un leggero cenno, “è bello rivederti”
 
“Parla per te, Ralf” sbuffò Johnny, alzando le braccia e incrociandole dietro la testa con noncuranza, “se stai cercando una sfida, faresti meglio ad andare altrove. Era così distratto che quasi l’ho messo fuori gioco con il mio bey. Pessimo, eh?”
 
“Se volessi la tua opinione, McGregor, la chiederei” sogghignò Kai, “ma dato che la considero praticamente inutile, penso che dovrai aspettare parecchio prima di ricevere quella richiesta”
 
Johnny pareva sul punto di voler coinvolgere Kai in una sfida più impegnativa di quella verbale, ma Ralf sospirò e mise una mano sulla sua spalla.
 
“Ricordate dove siete” disse Ralf, lanciando uno sguardo di disapprovazione a Kai, “le risse in pubblico sono per ubriachi o ragazzini che non sanno comportarsi altrimenti, e dato che non siete nessuna delle due cose, vi suggerisco di calmarvi e risolvere la questione in modo più maturo”
 
“Così si parla” disse Johnny entusiasta, “considerala una sfida, Hiwatari! Forse hai vinto l’ultima battaglia, ma da allora sono diventato più forte. Farai fatica a tenere il passo, è sicuro!”
 
Prima che Kai potesse aprire bocca per accettare, però, si bloccò improvvisamente quando si infilò una mano in tasca per estrarre il suo beyblade per abitudine e non trovò nulla. Reprimendo la rabbia e l'umiliazione di dover rinunciare a una sfida, si accigliò ferocemente e rispose burbero: “A quanto pare dovremo rimandare. Non ho Dranzer con me al momento”
 
“Stai scherzando” disse Johnny, incredulo, “beh, grazie per avermi fatto perdere tempo. c’è Takao? Lui almeno è un degno avversario”
 
“Basta così” disse Ralf bruscamente, facendo sussultare Johnny, “non c’è bisogno di essere scortese o insolente, a prescindere da chi è il tuo rivale. Non ti chiederò di scusarti, ma d’ora in poi stai attento alle tue parole”
 
Come se fare marcia indietro da una sfida non fosse già abbastanza grave, avere Ralf che lo difendeva fece sentire Kai ancora peggio. Il suo umore e la sua giornata erano completamente rovinati, quindi Kai girò i tacchi e mostrò le spalle a Ralf e Johnny.
 
“Non mi serve tutto questo” disse cupamente, “arrivederci”
 
“Aspetta!” lo chiamò Ralf, “non devi andartene così presto. Stai visitando il mio paese, è giusto che ti offra la mia ospitalità”
 
“Grazie, ma no grazie” gli disse Kai, “ho già un posto dove stare!
 
“Non vuoi almeno fermarti e parlare un po’?” chiese Ralf, “Johnny e io stavamo tornando a casa, sei il benvenuto. Dopotutto, qualsiasi amico di Takao è anche amico mio”
 
E così, dieci minuti dopo, Kai si ritrovò seduto nel retro della limousine di Ralf, facendo del suo meglio per ignorare Johnny, che si stava sforzando di fare lo stesso. Ralf sedeva in mezzo a loro due, lanciando occasionalmente sguardi di rimprovero all'uno o all'altro, e sembrava piuttosto sollevato quando finalmente raggiunsero la loro destinazione.
 
“Allora, dov’è Takao?” chiese Johnny mentre entravano nel castello, “non mi hai risposto prima. E gli altri?”
 
“Max è in America e Rei in Cina” rispose Kai monocorde, “Takao è in Giappone. Sono venuto qui solo per lavoro, gli ho detto di rimanere a casa”
 
“Cavoli, non è tua moglie, Hiwatari” disse Johnny disgustando, superando Ralf e gettandosi sul divano. “Takao può fare quello che vuole. O deve prima chiederti il permesso?” aggiunse, alzando un sopracciglio. Kai lo guardò cupamente ma non disse nulla, sedendosi al tavolo di fronte a Ralf.
 
“Comunque è un peccato che Takao non sia qui” disse il leader del team europeo, accarezzandosi il mento pensieroso, “mi sarebbe piaciuto affrontarlo di nuovo. Anche se si è ritirato dal beyblade competitivo, sarà sempre lui quello da battere”
 
“Se volete saperlo, è un totale spreco di talento” disse Johnny, allungando le gambe, “proprio quando si trova un avversario decente, scappa via. Non insegna ai bambini adesso?”
 
Ralf annuì in approvazione. “Un’idea eccellente. Takao è un raro tipo di guerriero che combatte con orgoglio e onore. Trasmettere quelle caratteristiche a una nuova generazione di blader è davvero molto nobile. So di aver imparato da lui e sono sicuro che anche i suoi sfidanti del futuro lo faranno”
 
“Anche se Takao non gareggerà più, ci sono ancora persone là fuori con cui battersi” disse Johnny determinato, “la prima cosa che dobbiamo fare nel torneo del prossimo anno è vendicarci di quella squadra Barthez. Li batterò tutti!”
 
“Penso che Olivier e Giancarlo avrebbero da ridire se cercassi di tenerli fuori dall’azione” disse Ralf con un leggero sorriso.
 
“Sì, beh, dovranno aspettare il loro turno” disse Johnny sprezzante, “vendetta prima di tutto!”, poi allungò il collo verso Kai, “quindi, tu cosa intendi fare? Ti unirai di nuovo alla Neo Borg o rimarrai con i BBA? Non che importi davvero, dato che cambi squadra più spesso di quanto cambi le mutande. Non credo che la parola ‘dedizione’ esista nel tuo vocabolario”
 
Kai rimase di nuovo in silenzio, ma questa volta era più per indecisione che per irritazione nei confronti di Johnny. Non aveva pensato molto al prossimo torneo mondiale, ma ora che Johnny ne aveva fatto menzione, non era affatto sicuro di cosa volesse fare. Durante l'inizio dell'ultimo torneo, era come se avesse seguito l’onda piuttosto che sforzarsi davvero. Con l'eccezione di Brooklyn, nessun altro blader era stato in grado di suscitare in lui la stessa emozione e competitività di Takao. Ogni altro avversario che aveva affrontato era stato solo un altro gradino sulla scala che lo aveva portato molto più vicino a combattere contro Takao. In breve, Takao era l'unica persona per cui Kai avesse mai provato un vero interesse nel volerlo sconfiggere. Non gli importava di titoli o trofei, voleva solo essere il migliore, punto. O almeno, aveva voluto essere il migliore.
 
In qualche modo, la vita di Kai aveva smesso di ruotare attorno al beyblade, e la cosa spaventosa era che non riusciva nemmeno a ricordare come fosse successa una cosa del genere. Una volta, nemmeno l'infortunio e la convalescenza avrebbero potuto impedirgli di partecipare ad una battaglia, ma ora era arrivato a un punto in cui il suo entusiasmo sembrava essersi affievolito così tanto che non pensava nemmeno più di portare con sé il suo beyblade. Takao era colui che gli aveva fatto capire l'importanza di avere un partner affidabile in battaglia e, proprio come aveva detto Takao, Suzaku era rimasta al fianco di Kai in tutto, anche se aveva abbandonato il suo spirito sacro con la stessa facilità con cui aveva una volta abbandonato i suoi amici.
 
Suzaku** probabilmente era arrabbiata per essere stata dimenticata, e Kai era sorpreso che Takao non lo avesse rimproverato a riguardo. Ora che Kai ci pensava, non aveva trascurato solo Suzaku. L'aveva notato davvero solo quando Takao lo aveva salutato all’'aeroporto, qualcosa in lui era risultato diverso. Era stato riservato e mogio, e per uno perennemente allegro e vivace come Takao, questo era davvero preoccupante. La sua testa era ancora persa nella nuova rivelazione, che Kai si accorse a malapena quando Ralf gli diede un leggero colpetto sulla spalla, ma tornò presto in sé quando sentì lo sbuffo beffardo di Johnny. “Pronto? Terra chiama Hiwatari? C'è qualcuno a casa?”
 
“Silenzio, McGregor” scattò Kai, accigliandosi quando Johnny gli rivolse un sorrisetto irritante.
 
“Ti chiederei se ti sei svegliato dalla parte sbagliata del letto, ma so che sei sempre così burbero” ridacchiò Johnny, “Takao deve essere un santo per sopportarti, eppure lo tratti ancora come uno schiavo. Non sorprenderti se si stuferà e se ne andrà, un giorno. Takao è uno dei ragazzi più gentili in circolazione, ma avrà anche lui i suoi limiti”
 
“Cosa ti ho detto sull’essere scortese, Johnny?” disse Ralf con calma, “la vita personale di Kai non è affar tuo. Inoltre, probabilmente è stanco per il viaggio. Sentiti libero di passare qui la notte, se vuoi” aggiunse, riportando la sua attenzione su Kai. “Hai fame? Sete? Perdona la mia negligenza, avrei dovuto chiedertelo prima”
 
Ma Kai non riuscì a smettere di pensare, anche quando Ralf lo condusse in una delle stanze degli ospiti e gli fece fare un rapido giro del piano dove sarebbe rimasto. Borbottò qualcosa che somigliava vagamente a una parola di gratitudine mentre Ralf si chiudeva la porta alle spalle, poi si avvicinò al letto, fissando fuori dalla finestra ma non vedendo proprio nulla. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che la sua vita stesse in qualche modo tornando a com'era prima di aver finalmente accettato i suoi veri sentimenti. Takao si stava comportando allo stesso modo di quando era partito per il suo viaggio in giro per l'Europa con suo fratello, ed era la stessa riserva proveniente da Takao a mettere Kai così a disagio. Sapeva che le cose sarebbero cambiate tra loro dopo essere diventati amanti, ed era stato preparato ad accettare quei cambiamenti, anche se negativi. Fino ad ora, Kai aveva sempre pensato che fossero cambiati in meglio, ma, apparentemente, non era così. Takao era infelice e lui era infelice, e Kai non aveva idea di come migliorare la situazione.
 
Almeno il motivo dell'infelicità di Takao era più facile da capire. Kai sapeva quanto Takao odiava stare da solo in una casa così grande, eppure aveva comunque ignorato la richiesta di Takao e lo aveva lasciato. Non si era sentito in colpa in quel momento, presumendo che Kyoju o Hiromi sarebbero stati presenti per Takao in sua assenza, ma ora lo tormentava, come le parole che Takao gli aveva detto in Grecia. Kai non si era mai fermato per considerare i sentimenti di Takao, non quando aveva abbandonato i BBA e non quando era partito per il suo viaggio in Germania. L'aveva fatto di nuovo, aveva ferito Takao senza nemmeno saperlo. La cosa peggiore era che sapeva che Takao lo avrebbe perdonato per qualsiasi cosa, come sempre. Per quanto distante o crudele Kai potesse essere con lui, Takao avrebbe sorriso e detto che non aveva più importanza.
 
Anche se aveva bisogno di quel perdono, Kai non riusciva a convincersi ad apprezzare l’idea, né se stesso per quello che aveva fatto. Forse per Takao non era importante, ma per lui sì. Takao non era stato altro che accomodante, mentre Kai era stato troppo preso da se stesso e dal suo lavoro per accorgersene. Kai non riusciva a capire come avesse permesso che le cose cambiassero così drasticamente senza nemmeno prestarvi attenzione. Una volta si era sentito disposto a fare il sacrificio più grande di tutti rinunciando alla sua vita per salvare ciò a cui teneva di più, e la passione che aveva nutrito per le cose che amava si era accesa, più luminosa di qualsiasi fiamma. Dov'era andata?
 
Fu allora che le parole di Johnny iniziarono a risuonare nella sua mente, e Kai strinse inconsciamente le mani a pugno. Takao lo aveva già lasciato una volta, e non pensava di poter sopportare che scivolasse via di nuovo. Takao era la figura più importante e influente nella vita di Kai, e la propria incapacità di esprimersi lo frustrava. In verità, era un po' invidioso del modo in cui Takao era così in sintonia con le sue emozioni. Sebbene Kai avesse fatto molta strada dal giorno in cui si erano incontrati per la prima volta, tendeva ancora a lottare quando si trattava di ammettere come si sentiva veramente.
 
C'era voluto un allenamento con Romero del team F-Sangre per fargli capire che si stava aggrappando al suo odio piuttosto che sfruttare un'emozione molto più potente, e gli ci era voluto più tempo per capirlo di quanto avrebbe voluto. Non c'era più bisogno di confusione o di negazione, perché amava Takao. Era davvero semplice. Il suo amore per Takao era la cosa più forte e pura che Kai possedeva, e anche se la parte di lui che ancora soffriva per essere stata costretta a ritirarsi da una sfida si risentiva del fatto di esserne diventato così dipendente, il resto di lui accettava e custodiva quella sensazione.
 
Takao era il suo tutto, il suo rivale, il suo partner, il suo amante e il suo migliore amico. Kai aveva bisogno che lui fosse tutto quello, ma soprattutto, aveva bisogno di Takao stesso. Kai non apprezzava di essere stato insultato da quello scozzese esaltato, ma doveva ammettere che era la seconda volta che Johnny lo aiutava ad aprire gli occhi, per quanto involontaria fosse stata la sua assistenza.
 
Era impossibile andare avanti presumendo che quello che aveva già fatto fosse più che sufficiente, proprio come non poteva continuare a ignorare le cose che riteneva più preziose. Con questo in mente, Kai si ritrovò incapace di rimanere inattivo ulteriormente, lasciò la stanza che gli era stata assegnata ed uscì nel corridoio, aggrottando le sopracciglia mentre cercava di ricordare le indicazioni di Ralf.
 
“Hai bisogno di qualcosa?” disse una voce elegante e colta.
 
Kai si voltò e vide il fedele maggiordomo di Ralf in piedi dietro di lui, gli fece un cenno di riconoscimento.
 
“Sto cercando un telefono” disse seccamente.
 
“Da questa parte” disse il maggiordomo, e Kai lo seguì giù per le scale, in salotto riccamente decorato, non dissimile da quello in cui aveva lasciato Ralf e Johnny prima. Il maggiordomo si inchinò e concesse a Kai la sua privacy, chiudendo la porta con un leggero 'clic'. Kai sollevò il ricevitore e compose il numero, battendo il piede con impazienza e aspettando che Takao rispondesse. Proprio come l'ultima volta, Kai non ricevette risposta. Tuttavia, aveva preso una decisione quando lasciò un secondo messaggio. Dopodiché, Kai iniziò a portare a termine il secondo punto della sua lista e, una volta terminato, andò a cercare Ralf per fargli sapere che la sua ospitalità non era più necessaria.
 
 
 
Sbadigliando ampiamente, Takao si strofinò gli occhi mentre apriva la porta ed entrava in casa, togliendosi le scarpe e appendendo il cappotto. Fedele a quanto aveva detto, Hiromi lo aveva trascinato fuori per una serata di karaoke, e anche se lo aveva sicuramente aiutato a sollevare il morale, anche essere finalmente riuscito a riconciliarsi con Daichi aveva influito sul suo buon umore. Daichi lo aveva perdonato (ma solo dopo che Takao aveva pagato tutte le bevande e il cibo), e anche Kyoju era entrato nello spirito della serata lasciando per una volta il suo laptop a casa (ma solo perché aveva paura che si rompesse o si rubasse ). Hiromi aveva persino invitato i tre ragazzi a tornare per un pigiama party improvvisato nel suo appartamento, e anche se era stato a dir poco angusto condividere la minuscola stanza degli ospiti con Kyoju e Daichi, Takao si era goduto ogni minuto. Anche se Daichi aveva bevuto troppe bibite e aveva saltato sui muri carico di troppa energia, e che Hiromi aveva passato l'intera notte a tormentarlo. Aveva avuto modo di trascorrere del tempo con alcune delle persone a cui teneva di più e, quando notò la luce della segreteria telefonica che lampeggiava con la coda dell'occhio, il suo umore migliorò ancora di più quando sentì i messaggi.
 
Sebbene fosse appena tornato a casa, ebbe appena il tempo di chiamare un taxi prima di rimettersi le scarpe e correre all'aeroporto per incontrare Kai. Non sapeva come o perché, ma qualunque fosse la ragione, il viaggio di Kai era stato interrotto e aveva chiesto a Takao di incontrarlo al gate da cui sarebbe uscito. Takao raggiunse la sua destinazione con pochi secondi di anticipo e, dopo che l'annuncio dagli altoparlanti lo indirizzò nella giusta direzione, aspettò con impazienza che Kai comparisse. Non fu deluso, e quando riuscì a distinguere Kai dal resto della folla, si accorse subito che Kai sembrava molto stanco.
 
Estremamente preoccupato, Takao corse a salutarlo, permettendo a Kai di guidarlo in un angolo tranquillo prima di bombardarlo di domande.
 
“Cosa c’è? È successo qualcosa? Perché sei a casa così presto? La tua conferenza? Come mai-”
 
Kai zittì Takao mettendogli un dito sulle labbra e aspettò che smettesse di parlare.
 
“Avevo cose più importanti di cui occuparmi, quindi ho deciso di partire prima del previsto” spiegò.
 
“Cose più importanti?” ripeté Takao, accigliandosi confuso, “tipo cosa?, poi scosse il capo e aggiunse: “no, aspetta, c’è una cosa che devo dirti e avrei dovuto dirtela da tempo”
 
Fece un profondo respiro e continuò. “Voglio scusarmi, ok? Mi sono comportato in modo strano ultimamente e credo di essere stato anche piuttosto egoista. So quanto lavori duramente e so che non sono stato di grande aiuto. È irragionevole e ingiusto volerti tutto per me, e avrei dovuto essere più premuroso e onesto sui miei sentimenti. È vero che mi sono sentito piuttosto solo ed escluso in questi giorni, ma non è niente in confronto a cosa stai facendo tu. Probabilmente non mi darai retta, ma penso che tu stia lavorando troppo, ed è ora che ti prenda una pausa. Potresti ammalarti o peggio e io non voglio che accada. Non voglio davvero”
 
“Allora sembra che entrambi abbiamo avuto la stessa idea” disse Kai, sorridendo debolmente.  “I miei superiori non erano contenti quando ho detto che sarei tornato a casa, ma non sono riuscito a interessarmene. Fai i bagagli. Ce ne andiamo”
 
“Andiamo?” disse Takao, sconcertato, “dove?”
 
“Ovunque vuoi” disse Kai, “finché è su una cartina e possiamo trovarlo, ovviamente”
 
“Vuoi dire che andremo insieme?” disse Takao piano, “ma...e il lavoro? E il tuo capo?”
 
“Mi ha detto che non potevo. Gli ho detto di metterselo in quel posto” disse Kai.
 
Takao fissò nel vuoto per uno o due secondi e poi scoppiò a ridere, mettendosi le mani sui fianchi e prendendo fiato.
 
“Questo è il Kai che conosco e amo” disse, scuotendo la testa e asciugandosi una lacrima. “Dio, mi sei mancato”
 
Kai allargò le braccia e Takao praticamente vi saltò dentro, nascondendo il viso contro la sua spalla e stringendogli le braccia intorno. Rimasero così per un momento prima che Takao si tirasse indietro per poterlo guardare negli occhi.
 
“Non ho avuto la possibilità di dirtelo prima, ma grazie per questo” disse, tirando fuori dalla camicia l’anello che Kai gli aveva regalato. “Hiromi mi ha dato una catenina da poter indossare. Ho pensato che sarebbe stato meglio nasconderlo al nonno, potrebbe avere un attacco di cuore”
 
“Ti piace?” chiese Kai.
 
“Certo” disse Takao, questa volta con entusiasmo genuino. “Ma sai cos’ho detto prima sull’essere onesto? È bello che tu voglia comprarmi oggetti, ma se ti senti male o in colpa per qualcosa, delle scuse funzionano più di qualsiasi bel regalo, e lo apprezzerei anche di più. Non che non mi piaccia essere inondato di regali, ma preferisco te a dei bei gioielli”
 
“Me lo ricorderò” disse Kai, “allora, dove vuoi andare?”
 
“Credo in Francia” disse Takao, “sarebbe bello stare un po’ lì senza dovermi preoccupare di essere inseguiti dai vampiri, e potremmo anche incontrare Olivier. Sono stanco di cucinare e lui cucina meglio di chiunque in Europa. Inoltre mi deve una rivincita, dal momento che la nostra ultima sfida è finita in parità”
 
“Dovrai aspettare prima di batterti con lui” ghignò Kai, “mi prenoto il diritto di sfidarti per primo”
 
L’aria shockata di Takao si sciolse in un familiare sorriso arrogante mentre sorrise entrando in modalità rivale di Kai.
 
“Oh, ti farò mangiare queste parole” disse, “ti userò per pulire il pavimento!”
 
“Te lo sogni” disse Kai, “solo perché Dranzer e io siamo un po’ a corto di pratica non significa che vincerai facilmente”
 
“Oh no” rispose Takao, addolcendosi, “non lo vorrei affatto”.
 
 
 
*il personaggio che in Italia è stato denominato Andrew (per motivi del tutto sconosciuti...) in realtà si chiama Johnny. Apprezzo molto che in questa storia vengano rispettati TUTTI i nomi originali ^^
 
**sempre sul tema dei nomi originali, Suzaku è il nome giapponese della creatura sacra di Kai, la fenice o uccello vermiglio...e l’ho sempre considerata femmina, soprattutto perché viene spesso accoppiata a Seiryu, il drago (parte maschile) come simbolo del matrimonio.
  
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