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Autore: Ryu Hime    14/04/2022    1 recensioni
[7th sea]
La storia del Fato che si sta per mettere in moto.
Una ragazza in grado di manipolarne i fili e decisa a prendere in mano il suo destino.
La fine di un percorso e l’inizio di un viaggio.
***
Rachele mescolò con cura il mazzo della Sorte e dispose tre carte sul tavolo.
-Brutto segno, brutto segno.- borbottava mentre le scopriva una per volta.
La Torre, rovesciata (pessimo segno); La Strada e Il Matto.
***
Bussò ad una porta di legno con uno spioncino.
-Chi è?-
-La Luna Imperiale che chiede per un’eclissi.-
Genere: Mistero, Storico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un viaggio inaspettato
 
Era una giornata come un’altra a Vodacce, il Sole splendeva sul mercato e sulle bische clandestine. Donne vestite di nero con un velo davanti al volto si muovevano silenziose lungo le vie mentre altre dagli abiti sgargianti mostravano le loro grazie come splendidi pavoni ingioiellati.
Una persona si stava incamminando verso l’Università delle Storie Archeologiche. Indossava larghi pantaloni neri, stivali alti in dello stesso colore; una camicia bianca coperta da un gilè in pelle color inchiostro con ricami viola e sulla testa un largo cappello scuro. Dalla cintura pendevano il fodero di un coltello ed un taccuino. Aveva un fisico atletico, il viso affilato, pelle olivastra, occhi verde smeraldo e capelli nerissimi.
Camminava a passo spedito stringendo la cinghia della borsa dalla quale sporgevano alcuni fogli scarabocchiati.
Entrò all’Università pronta a dirigersi in biblioteca, ma la voce del rettore la bloccò prima.
-Rick! Ragazzo mio, ho ottime notizie per te.-
Il rettore era un uomo sulla sessantina con decisamente qualche chilo di troppo, vestito con abiti eleganti di ottima fattura.
-Quali notizie signore?- chiese Rick sospettosa, il rettore non parlava mai con lei.
Erano in molti infatti a ritenere che le sue ricerche sulle Rovine della Luna fossero infondate e quasi nessuno sapeva della sua immensa conoscenza dei manufatti Syrne.
-Il signor Caligari ha fatto il tuo nome: vuole vederti per parlare delle tue ricerche!-
-Con tutto il rispetto signore, ma io non ho mai reso pubbliche le mie ricerche.- replicò Rick.
-Oh non lo hai fatto, ma giusto ieri è stato qui ed ha notato i tuoi appunti.-
Rick imprecò mentalmente; era certa di essersi scordata qualcosa la sera prima.
-Ti aspetta nella sua residenza questa sera.- aggiunse subito dopo.
-Ti consiglio di prepararti al meglio e di preparare i tuoi abiti migliori!-
-Questi andranno benissimo.- borbottò Rick indispettita senza farsi sentire.
Il rettore la criticava sempre sostenendo che i suoi abiti non erano all’ultima moda, ma all’Università tutti dicevano che aveva trascorso troppo tempo a Montaigne e ne era rimasto influenzato.
Rick sbuffò entrando in biblioteca e sedendosi al suo solito tavolo. Recuperò gli appunti che aveva dimenticato e tirò fuori quelli che aveva portato per quella mattina. Si guardò attorno per essere sicura che nessuno stesse prestando attenzione a lei, dopodiché estrasse da sotto la camicia il medaglione a forma di mezzaluna che aveva ricevuto la sera prima. Era chiaramente di fattura Syrne, sulla superfice erano presenti diverse incisioni decorative ed i bordi erano frastagliati, come se fosse parte di un ingranaggio. Rick setacciò svariati volumi vecchi di secoli, trascrivendo le sue osservazioni su un quadernino rilegato in pelle.
-Ehi Rick!- la chiamò una voce sopra di lei.
Rick sollevò lo sguardo per incontrare quello di Antonio, uno studente del suo stesso anno. Avevano esaminato qualche manufatto Syrne assieme ed era l’unica persona che non le continuasse a dire che le sue ricerche sulle Rovine della Luna fossero mero mito.
-Ho sentito che Caligari ha richiesto la tua presenza per parlare delle tue ricerche.-
-Ah è solo l’ennesima seccatura.-
-Non dovresti parlare così. Il vecchio Caligari ha una grande collezione di manufatti Syrne! Hai una grandissima opportunità.-
-Forse, ma sento puzza di bruciato. Insomma, perché uno dei Principi Mercanti dovrebbe credere alla veridicità delle mie ricerche? Persino qui l’unico che non mi da del pazzo sei tu.-
-Questo perché ho capito che tu sei un genio dell’archeologia. Magari anche Caligari ha visto qualcosa nei tuoi appunti che lo hanno colpito. Esattamente com’è successo con me.-
-Sarà, ma… Antonio, ci sono due tipi di persone che si interessano ai Syrne: quelli come me e come te che lo fanno per puro interesse intellettuale, scoprire i segreti di una popolazione così grande eppure spazzata via da un cataclisma. Poi ci sono quelli il cui unico interesse è mettere le mani sui loro manufatti per acquisire potere bellico. Ora, sinceramente, a quale delle due categorie credi appartenga Caligari?-
-Sei troppo scettico Rick.-
-E tu troppo fiducioso.-
-Senti Rick, questa è un’occasione unica e io non ti permetterò di sprecarla. Te lo dico da amico: va’ a casa e preparati.-
Rick guardò l’amico dubbiosa.
-E va bene.- disse infine alzandosi.
-Ma se sparirò saprai che avevo ragione io.- aggiunse recuperando tutti i suoi appunti.
-Invece sono convinto che domani ti rivedrò qui, cupo e borbottante come al solito.-
Rick abbozzò un mezzo sorriso, si avviò verso l’uscita e salutò con la mano senza guardarsi indietro. Uscendo si soffermò sugli scalini, aveva la netta sensazione che non avrebbe rivisto l’università per molto, molto tempo e lei non sbagliava mai quando si trattava di sensazioni future.
Col cuore gonfio di apprensione si diresse verso casa.
Passò per il mercato dove notò il padre che cercava di vendere delle stoffe a dei turisti eiseniani, ma vedeva chiaramente che non aveva bisogno del suo aiuto, così entrò nel loro appartamento.
La sua famiglia era fiera di possedere una casa al terzo piano di un palazzo vicino alla piazza del mercato, segno di quanto fosse bravo il padre nel suo lavoro.
Trovò il fratello minore Pietro era chino su un libro con una matita in mano.
-Stai facendo progressi vedo.- fece.
-Rachele! Mi hai spaventato a morte!- esclamò lui.
Era più giovane di Rachele, ma avevano gli stessi tratti somatici, l’unica cosa che li contraddistingueva era il neo che Pietro aveva sotto l’occhio destro.
-Credevo che saresti stata in università tutto il giorno.- disse poi preoccupato.
Rachele si tolse il cappello ed una lunga treccia nera le ricadde sulla schiena.
-Anche io, ma temo che avrò una bella scocciatura oggi.-
-Di che si tratta?-
-Niente di cui tu ti debba preoccupare fratellino.- replicò Rachele scompigliandogli i capelli.
-Oh e smettila ho sedici anni ormai.-
-Potrai avere anche centocinquant’anni ma sarai sempre il mio fratellino.- replicò quella alzandosi.
Entrò nella sua stanza ed aprì il cassetto del comodino. Ne estrasse un mazzo di carte che dispose sulla scrivania.
Rachele era una Strega della Sorte come sua nonna. Alla sua nascita l’anziana aveva visto qualcosa nel suo futuro che l’aveva spinta a convincere il figlio affinché crescesse Rachele come un ragazzo, con istruzione, cultura e autodifesa. Era un segreto, nessuno poteva sapere che c’era una Strega della Sorte libera dal giogo patriarcale.
Rachele mescolò con cura il mazzo della Sorte e dispose tre carte sul tavolo.
-Brutto segno, brutto segno.- borbottava mentre le scopriva una per volta.
La Torre, rovesciata (pessimo segno); La Strada e Il Matto.
-Questa faccenda non mi piace.- disse infine.
Si alzò e preparò una sacca in cui mise qualche vestito di ricambio, gli appunti, i tarocchi e tutti i suoi risparmi. Mise il tutto sotto il letto e si preparò per uscire.
Salutò la madre con un cenno della mano, si assicurò di avere il cappello ben calato sulla testa ed uscì..
Percorse la strada imprimendosi ogni dettaglio della sua Vodacce, i presagi che aveva letto nelle carte non le piacevano nemmeno un po’ e man mano che si avvicinava alla villa dei Caligari il nodo che aveva allo stomaco si serrava sempre di più.
Bussò alla porta e si affacciò un anziano maggiordomo.
-Lei dev’essere il signor Rick, il signorino aveva detto che aspettava uno studente dell’accademia.- disse.
-Sono io.- confermò mentre l’uomo le faceva strada.
La villa era sfarzosa, tanto che Rachele decise di concentrarsi sul corridoio difronte a sé. Il maggiordomo la condusse fino ad una porta dalla quale provenivano dei risolini. Bussò un paio di volte e dall’altra parte si sentirono esclamazioni di sorpresa e disappunto. Poco dopo uscì una bellissima donna vestita con uno sgargiante abito blu turchese, capelli biondi, occhi azzurri, viso a cuore ed una maschera che le copriva parzialmente il volto.
Cortigiana” penso distrattamente Rachele mentre la donna la superava.
-Grazie Andrea, puoi andare.- disse una voce nella stanza.
L’anziano maggiordomo si congedò e Rachele indugiò un attimo sull’uscio prima di entrare. Si aspettava di dover incontrare Vincenzo Caligari, quindi rimase sorpresa nel vedere che si trattava invece del figlio. Doveva essere sulla ventina, i capelli lunghi fino alle spalle color caramello e caldi occhi simili a cioccolato, il volto sembrava scolpito nella pietra e sulle guance si vedeva un accenno di barba. Era piuttosto robusto e Rachele non ebbe difficoltà ad immaginare che praticasse scherma con una certa frequenza.
-Spero di non essere arrivato in un momento inopportuno.- disse Rachele accennando ad un inchino.
-Assolutamente nessun disturbo, dopotutto sono stato io a farti chiamare.-
Anche se la camicia sbottonata e la donna di poco prima in ogni caso lasciavano poco spazio all’immaginazione di cosa stesse accadendo poco prima del suo arrivo.
Rachele si sforzò di rimanere impassibile mentre Leone Caligari la squadrava da capo a piedi.
-Sono rimasto colpito dai suoi appunti, Rick. Raramente ho visto un metodo di catalogazione ed analisi come il suo.-
-Ne sono onorato.-
-Vedi, mio padre mi ha trasmesso una certa passione per i manufatti Syrne e mi chiedevo: quante sono effettivamente le possibilità che queste… Rovine della Luna, esistano davvero?-
-Piuttosto alte, se vuole sapere il mio parere. Nel corso dei miei studi sono arrivato a questa conclusione grazie ad una serie di indizi sparsi lungo tutta la documentazione Syrne, ma questo lo sa già se ha letto i miei appunti.-
-Vero, ma la mia domanda è: quanto possono essere… potenti queste rovine.-
Lo sapevo.” pensò Rachele trattenendo un sospiro.
-Non le so dire né quanto possano essere potenti né tanto meno quale sia il tipo di potenza che possono sprigionare. Secondo le mie teorie sarebbero la fonte di tutti i tipi di magia che oggi conosciamo, in qualche modo queste Rovine hanno portato alla manifestazione di un potere che va oltre il mero essere umano.-
-Ma i Syrne non erano in grado di usare la magia che conosciamo noi.- osservò Leone.
-No, è vero. È per questo che… che è mia ragione credere che questo… processo sia anche alla base del cataclisma che ha portato al loro annientamento.-
-Quindi possono essere molto potenti.- commentò Leone.
-Sì, ma incontrollabili  a quanto pare. Se anche dovessero essere riportate alla luce dubito che avrebbero la stessa forza o che siano nuovamente attivabili. Ovviamente queste sono solo congetture di uno studente.- rispose Rachele.
Non le piaceva il modo in cui Caligari la guardava, era troppo attento. Non la convinceva per niente, così si concentrò per vedere i suoi Arcani. Stava per riuscire a vederli, quando notò un barlume di consapevolezza comparire nei suoi occhi.
-Ma tu… tu chi sei veramente?-
Rachele si irrigidì.
-Che cosa intende?-
Caligari si alzò, con fare quasi teatrale e si avvicinò di qualche passo. Per un istante i loro occhi furono talmente incatenati gli uni agli altri che entrambi vi si potevano specchiare.
-Quello che intendo…- disse lentamente.
-È come può una Strega della Sorte essere uno studente di archeologia?-
Rachele fece un salto indietro con un tale impeto da trovarsi con la schiena contro la porta. Il cuore le batteva all’impazzata.
Cosa aveva sbagliato?
Come aveva fatto a scoprirla?
Cercò di pensare lucidamente e in fretta, ma non le venne in mente nulla.
-Non… non capisco…-
-Esatto, non capisco come può una Strega della Sorte essere istruita tanto da essere uno studente, pardon studentessa dell’Università delle Storie Archeologiche.-
Rachele sentiva il sangue pulsare nelle orecchie, ogni muscolo del suo corpo era teso e pronto a scattare. Deglutì a fatica mentre con una mano cercava la maniglia.
Leone Caligari si passo una mano sulla mascella, riflettendo e continuando ad osservarla.
-Sei indubbiamente una perla rara. Probabilmente unica. Potresti essere un’ottima risorsa.- disse.
In quel momento Rachele abbasso la maniglia, ma la trovò bloccata: la porta era chiusa a chiave.
-Sono desolato, ma temo che la nostra chiacchierata dovrà durare ancora un po’.- disse Leone.
Rachele pensò in fretta, sollevò le mani di scatto ed usò le sue abilità per afferrare i fili del Fato di Caligari – sottili e argentati, invisibili ad occhi di persone comuni - e tirò con forza verso di sé.
Lo prese alla sprovvista a sufficienza e riuscì a superarlo quando questo si schiantò sulla porta.
Lo lasciò lì ad imprecare e si lanciò verso la finestra che si infranse mentre lei precipitava in strada.
Cadde su un tendone che attutì la caduta e corse nei vicoli cercando di lasciarsi villa Caligari alle spalle il più velocemente possibile.
Mentre era atterrata sul tendone era certa di aver sentito Leone dire -A presto, mia preziosa perla.-
Rachele corse, corse con quanto fiato aveva in gola senza guardarsi indietro. Percorse ogni scorciatoia che conosceva arrivando poco prima del tramonto a casa. Spalancò la porta e la richiuse immediatamente alle spalle.
-Rachele! Che cosa succede?- chiese la madre preoccupata.
La ragazza si prese un attimo per riprendere fiato, ma l’adrenalina in circolo le impediva di calmarsi.
-È… è successo un disastro.- mormorò.
-Che intendi Rachele?- chiese il padre alzandosi dalla sedia.
-Devo andare. Non dite a nessuno di me. Devo sparire per un po’.- detto questo si precipitò in camera.
Afferrò il borsone che aveva messo sotto il letto e tornò in salotto. La madre, il padre, la nonna ed il fratello la guardavano preoccupati. Li abbracciò tutti forte prima di precipitarsi verso la porta.
Non diede ulteriori spiegazioni, avrebbe scritto una volta che ne avesse avuto la possibilità. Ora come ora c’erano soltanto delle persone che potevano aiutarla.
Si infilò nei cunicoli più abbandonati di Vodacce ed entrò in una via secondaria. Bussò ad una porta di legno con uno spioncino.
-Chi è?-
-La Luna Imperiale che chiede per un’eclissi.- disse.
La porta si aprì e Rachele entrò in una delle case sicure delle Figlie di Sofia, la società segreta che si occupava di aiutare le Streghe della Sorte in difficoltà e minare il potere dei Principi Mercanti.
Percorse il corridoio illuminato per arrivare in una stanza circolare occupata da un tavolo al quale erano sedute due donne: Valentina e Juliette, le fondatrici delle Figlie di Sofia.
-Ti ascoltiamo Luna Imperiale.- disse Valentina.
Rachele prese un respiro profondo e raccontò quello che le era successo nelle ultime ore.
-E non sai come abbia fatto a scoprire la tua natura?- domandò Juliette quando ebbe terminato.
Rachele scosse la testa, afflitta.
-Non possiamo permettere che Caligari ottenga ciò che vuole. Questa sera parte una nave per Montaigne. Faremo preparare i biglietti e i documenti che ti servono.- disse Valentina.
Rachele ringraziò con un cenno del capo e venne accompagnata in un’altra stanza dove si lasciò cadere sulla prima sedia che trovò.
Non avrebbe pianto, non si sarebbe lasciata andare così in basso.
Ora doveva pensare a come sparire e trovare un modo per sabotare Caligari.
Passò un’ora prima che arrivasse una donna dal volto coperto a consegnarle i documenti che le servivano per lasciare Vodacce.
Fece un cenno di ringraziamento e uscì nella notte.
Si diresse verso il porto passando per i cunicoli più disabitati. Salì sulla nave che le era stata indicata ed attese la partenza accucciata sotto il parapetto.
Quando prese il largo, Rachele osservò la costa allontanarsi finché non fu più visibile.
Una volta che furono in mare aperto si addormentò sognando immagini confuse di quello che presto avrebbe vissuto a Montaigne.
Compagni di viaggio strampalati, intrighi di palazzo e situazioni improbabili.
Forse il suo esilio non sarebbe stato demoralizzante come aveva pensato.
***
Antonio guardò il posto vuoto che solitamente occupava Rick.
Aspettò tutto il giorno, ma il Sole prese a tramontare e del suo amico nessuna traccia.
L’angoscia cominciò a crescergli dentro, mangiandolo vivo.
Passarono due giorni, Antonio continuava a sentire l’ultima conversazione che avevano avuto ed iniziava a pensare che fosse successo qualcosa di grave al suo amico.
Aveva provato a cercarlo in città, ma nessuno gli aveva saputo dare un’informazione utile e in quel momento si era reso conto di quanto poco lo conoscesse. Lui non gli aveva mai detto dove abitava, chi fosse la sua famiglia; non aveva idea di chi fosse al di fuori dell’università.
Era come se fosse un fantasma che si era dissolto come brina al Sole.
Il terzo giorno, mentre camminava nella zona della piazza del mercato colse un particolare che attirò la sua attenzione.
Una figura ammantata di nero da capo a piedi lo guardava da un vicolo.
Sentì una voce che gli sussurrava all’orecchio, ma non c’era nessuno accanto a lui.
-Le risposte che cerchi solo le ombre te le possono offrire, Trono Folle. Ma sta a te decidere quale filo del destino afferrare.-
Antonio sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale.
Si prese meno di quanto fosse effettivamente necessario per pensarci e raggiunse la figura nel vicolo.
Sarebbe andato a fondo di quella faccenda.






Ciao :)

È da moltissimo tempo che non sono più attiva e non avevo mai pubblicato prima in questa sezione, ma sono molto felice di averlo fatto.
Questa è la storia di Rachele, il mio personaggio di 7th Sea, di come si è messa in viaggio (il background in buona sostanza).
Molti dei riferimenti della Oneshot vengono direttamente dal manuale: le Figlie di Sofia (con corrispettivi fondatori), e i Caligari.
Le cose di mia invenzione sono Leone Caligari (non è menzionato nessun figlio di Vincenzo Caligari) e una chicca delle Figlie di Sofia. Dal momento che sono una società segreta mi sembrava carino che non si chiamassero tra di loro con i loro nomi, ma con dei nomi in codice. Essendo per la maggior parte Streghe della Sorte questi soprannomi vengono dagli Arcani dei membri: prima si mette la Virtù e poi la Hubris (quindi Rachele che ha come Virtù "La Notte Senza Luna" e come Hubris "L'Imperatore" ha come soprannome "Luna Imperiale").
Spero di avervi intrattenuti.
Ryu Hime
   
 
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