Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: _sono_una_carota_    14/04/2022    0 recensioni
Cosa è successo dopo che Finn ha detto a Santana di essere codarda? Nella serie non fanno vedere cosa è successo subito dopo quella discussione ma io immagino sia andata così.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ci vediamo alla sfida” rimasi ferma, ero pietrificata. Sentì la campanella suonare, le porte delle varie classi chiudersi, segno che le lezioni stavano cominciando. Non andavo bene in biologia, avevo a stento la sufficienza e non avrei dovuto saltare la lezione, ma proprio non riuscivo a muovermi.
 
I suoni erano ovattati e vedevo sfocato per le troppe lacrime, non avrei dovuto restare lì, non con il rischio di farmi vedere da qualcuno, ma come ho già detto non riuscivo a muovere un singolo muscolo.
 
“codarda”, mi ci chiamavo così da mesi, ogni volta che Britt voleva darmi un bacio in pubblico e io la rifiutavo, ogni volta che mi chiedeva quando avrei voluto fare coming out.
 
Glielo leggevo negli occhi che voleva che le dicessi che avrei voluto urlarlo al mondo e che l’avrei baciato nei corridoi di scuola con così tanta dolcezza da far venire il diabete a chiunque ci guardasse.
 
E quando io dicevo che avevo bisogno di tempo, lei, invece di perdere la pazienza e dirmi che ormai era da tre anni che aspettava una mia mossa, mi sorrideva e mi abbracciava sussurrandomi che mi avrebbe aspettato.
 
Spesso la notte non dormivo, mi sentivo la stessa ragazza del primo anno di liceo che si scopava la sua migliore amica nello sgabuzzino del bidello e poi la trattava con freddezza davanti agli altri. Come se tutti i passi avanti fatti negli ultimi 3 anni fossero stati annullati.
 
Continuai a piangere in silenzio, tremavo come una foglia, sentivo la bocca secca e un di nodo alla gola che mi impediva di respirare come una persona normale.
 
Avevo attacchi di panico dalla terza elementare, avevo imparato a gestirli col tempo ma l’unica vera persona che mi riusciva a calmare era Brittany. Le sue braccia che mi avvolgevano e le labbra morbide che mi baciavano la testa mi facevano respirare meglio, il battito regolare del suo cuore che sentivo quando mi abbracciava faceva calmare il mio.
 
Quella ragazza era la mia medicina e io la facevo soffrire.
 
Un’egoista ecco cos’ero. Una codarda egoista che non riesce nemmeno a salutare con un bacio la sua fidanzata in pubblico.
 
Sentivo il mio telefono vibrare dalla tasca interna della gonna, lo ignorai. Non poteva essere nessuno di importante visto che le notifiche di Brittany avevano un suono differente da tutte le altre.
 
Rimasi lì, per pochi minuti o forse per una buona mezz’ora, non lo sapevo con precisione. Sapevo solo che sentì una voce alle mie spalle, la sua voce.
 
Spalancai gli occhi e cercai di asciugarmi le lacrime mentre chiamava il mio nome con un tono quasi sollevato. “San sei qui, non eri a lezione e pensavo ti avessero rapito i folletti cattivi, mi hai fatto spaventare a morte”
 
Non risposi, solitamente avei sorriso e l’avrei abbracciata per consolarla ma adesso che avevo sentito la sua voce mi sentivo se possibile ancora peggio.
 
“Ti ho mandato dei messaggi dal telefono di Quinn perché avevo il telefono scarico” mi toccò la spalla e io non potevo far altro che girarmi. Mi vide con il viso totalmente bagnato di lacrime e il labbro inferiore tremante, e la sua espressione cambiò all’improvviso.
 
“Santana che succede?” non risposi “San, per favore, dimmi che cosa è successo” la guardai negli occhi e riiniziai a piangere “Sanny, non posso aiutarti se non mi dice che hai, ti prego”
 
provai a formulare una frase di senso compiuto, ma uscirono solo molte parole confusionarie tra un singhiozzo e l’altro “lui- io sono una codarda- scusami- non volevo- lui ha ragione- mi dispiace così tanto- voglio tornare a casa-“
 
Brittany mi conosceva fin troppo bene e grazie a tutte le volte in cui mi aveva aiutata durante gli attacchi di panico, aveva capito che prima dovevo calmarmi e poi le avrei spiegato cosa stava succedendo.
 
“ok Sanny, non preoccuparti ti porto a casa mia, tanto non c’è nessuno. Vieni, andiamo guido io, stai tranquilla ora ci sono io”.
 
Aveva la patente da poco e quella non era la macchina con cui era abituata a guidare, ma cercò di arrivare il più velocemente possibile a casa.
 
Passai il tragitto a piangere silenziosamente e tremare, con le ginocchia strette al petto e fra le braccia il mini peluche di una paperella che mi aveva regalato Brittany quando avevo preso la patente, e che stava nella mia macchina da allora.
 
Dopo poco arrivammo a casa e mi fece sedere sul divano, si sedette anche lei e mi abbracciò per quelle che a me sembrarono ore.
 
“Tranquilla San ci sono io con te. Ti proteggo io da tutto tu pensa solo a respirare. Calma, sono qui con te, non me ne vado, va tutto bene” Mi sussurrò queste frasi a ripetizione, come se volesse essere sicura che mi fossero entrate bene in mente.
 
Mi calmai, ma rimasi con la testa appoggiata al suo petto mentre mi godevo i baci sulla testa e le carezze sulla schiena. Non tremavo né piangevo, così provai a parlare:
 
“Ho incontrato Finn nei corridoi” iniziai “ l’ho provocato e lui mi ha detto che sono una codarda e che ho paura che tu non ricambi i miei sentimenti e che-“ venni bloccata da un singhiozzo.
 
Mi prese il viso fra le mani e mi guardò negli occhi “Ei ei calmati, come prima cosa non dovresti mai credere a niente di quello che ti dice frankenteen” fece una smorfia e risi leggermente
 
“e poi cosè questa storia che io non ti amo. Io ti amo con tutta me stessa e vorrei tanto che non vivessimo in una cittadina piena di bigotti così da poterti amare davanti a tutti”
 
Feci per parlare ma continuò, “ti mentirei se ti dicessi che non vorrei che tu facessi coming out con tutti, ma capisco perfettamente che tu abbia paura. Io sono felice quando sono con te e amo tutto di te, so che prima o poi avrai il coraggio di dire a tutti chi davvero sei, e in quel momento io sarò lì vicino a te a tenerti la mano”
 
Non capivo come, ma Brittany riusciva sempre a sapere cosa dire. Rimasi in silenzio per un po’, nella speranza di trovare le parole giuste, visto che io a differenza sua in questi momenti non riuscivo a spiccicare una parola.
 
Non sapendo cosa fare la baciai, la baciai con tutto l’amore che avevo in corpo, la baciai con così tanta dolcezza da farle capire che se davvero esistono le anime gemelle, lei era senza dubbio la mia.
 
Quando ci staccammo per riprendere fiato la guardai negli occhi, mi sorrise e io le sorrisi a mia volta, poi sbadigliai. Lei rise leggermente, “stanchina eh”
 
Imbarazzata le risposi, “scusa è che non ho dormito bene sta notte e gli attacchi di panico mi stancano molto” mi accarezzo una guancia e si alzò “Ok allora dai vieni, andiamo a dormire un po’”
 
Ci stendemmo sul suo letto e mi addormentai fra le sue braccia e con un sorriso sereno in volto.




Eeeiiiii, ecco la mia seconda storia. In questo periodo non ho molto da fare, perciò ho provato a scrivere questo. Spero vi piaccia e se avete consigli o critiche costruttive ovviamente mi fa molto piacere leggerle nei commenti. Alla prossima storia <3

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _sono_una_carota_