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Autore: Giandra    16/04/2022    0 recensioni
⤷ Genny & Enzo;
➥ AU, side Ciro/Enzo
Storia partecipante alla Challenge "One Hundred Alternative Universes" indetta da Alasse_Schwarz sul forum Torre di Carta.
Ciro doveva aver percepito che, per quanto volesse mostrarsi contento e supportivo, a Genny quell'Enzo stava vagamente sul cazzo, pure se non lo aveva mai incontrato. Gli dispiaceva averlo reso così palese, ma che poteva farci? Per anni erano stati solo loro due, Genny e Ciro, Ciro e Genny; persino quando lui si era trovato una ragazza, Azzurra, che amava con tutto il suo cuore, il loro rapporto era rimasto lo stesso, continuavano a essere un fantastico duo, memorabile e inseparabile. Con Enzo invece era stata un'altra storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ciro Di Marzio, Enzo Villa, Gennaro Savastano
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hai sbagliato numero


Genny sapeva per quale motivo il suo migliore amico, Ciro, si rifiutava di parlare con lui del suo ragazzo, Enzo; ogni volta che provava a introdurre l'argomento, quello glissava con maestria, riuscendo sempre a rimanere sul vago e sull'indefinito: Ciro doveva aver percepito che, per quanto volesse mostrarsi contento e supportivo, a Genny quell'Enzo stava vagamente sul cazzo, pure se non lo aveva mai incontrato. Gli dispiaceva averlo reso così palese, ma che poteva farci? Per anni erano stati solo loro due, Genny e Ciro, Ciro e Genny; persino quando lui si era trovato una ragazza, Azzurra, che amava con tutto il suo cuore, il loro rapporto era rimasto lo stesso, continuavano a essere un fantastico duo, memorabile e inseparabile. Con Enzo invece era stata un'altra storia: a partire dal fatto che, quelle rare volte in cui Ciro si era sprecato a concedergli qualche informazione su di lui, aveva sorriso per tutto il tempo, come se gli stesse descrivendo un'apparizione divina; per continuare con lo spiacevole dettaglio che, almeno una volta su cinque, le abitudini che si erano solidificate tra loro nel corso degli anni erano venute meno, perché Ciro aveva dovuto fare spazio al suo ragazzo.

“Beh, è il suo fidanzato”, gli aveva fatto notare Azzurra, “che deve fare? Tu non ci stai con me? È la stessa cosa.”

Genny avrebbe voluto risponderle che lo sapeva bene e non aveva bisogno di una voce della ragione che gli facesse razionalizzare la situazione; ovvio che Ciro non potesse più passare tutto il suo tempo con lui, scontato che avrebbe dovuto essere felice nel vederlo così coinvolto dal rapporto con un altro essere umano. Si era limitato tuttavia a ribattere con un grugnito innervosito, perché per quanto il suo cervello continuasse a ripetergli quelle parole, una parte di lui non riusciva a smettere di odiare Enzo a priori solo per essersi messo tra di loro.

Ripensando a quella situazione, demoralizzato, si spalmò sul letto con le mani sotto la testa a fare da cuscino e sbuffò gonfiando le guance paffute. Prima che potesse ripercorrere con la mente i dieci modi in cui aveva progettato di uccidere il ragazzo del suo migliore amico, il suo cellulare squillò; il numero era sconosciuto, per cui ipotizzò che si trattasse di spam, ma alla fine rispose lo stesso; tuttavia, non appena poggiò il dito sullo schermo traslucido e fece pressione verso l'alto per attivare la chiamata, una voce esaltata e felice cominciò a blaterare irrefrenabilmente, senza che lui potesse neanche dire “Pronto?”: “, Valé, ciao, so' Enzo. Alla fine sono appena tornato dall'appuntamento co' Ciro.”

Gennaro sbiancò. Possibile che, con tutti i numeri che avrebbero potuto chiamarlo per sbaglio, gli fosse capitato proprio quell'Enzo? Del resto, ricordava di aver sentito Ciro menzionare il nome 'Valerio' tra le amicizie più strette del suo fidanzato. Non proferì parola e lo lasciò continuare.

“Non mi aveva detto dove mi voleva portare, mi ha solo detto 'guida' e poi mi ha dato istruzioni man mano che andavamo avanti col mezzo”, narrò, “e niente, vabbuò, io Forcella la conosco meglio di casa mia, lo sai, però siamo usciti da là, non pensavo che voleva andare da un'altra parte, e siamo andati a Castelnuovo, poi niente c'era una specie di zona disabitata, t'o' giur nun c stev nisciun, e siamo stati un poco là, a fare cose, non te la porto per le lunghe, ma mi ha detto che quel posto è importante per lui. Non ho voluto chiedere perché, pecché mi pareva che non teneva voglia di parlarne, però ho pensato che la prossima volta ce lo porto io là, a sorpresa, e organizzo qualcosa. Pareva felice solo che stavamo là, pure senza fare niente, lo dovevi vede'...”

Genny era in parte irritato e in parte addolcito dalle parole di Enzo. Lui sapeva, neanche a dirlo, come mai quel posto fosse importante per Ciro: il terremoto dell'Irpinia del 1980 lo aveva reso orfano e lì i suoi genitori erano morti, assieme alle altre trenta persone che abitavano uno degli sfortunati palazzi crollati per la magnitudo; solo Ciro si era salvato da quella tragedia, avvenimento che gli aveva fatto guadagnare il titolo di 'Immortale' tra gli amici di quartiere. Lui però lo odiava, quel soprannome, quindi Genny non lo usava mai.

Era infastidito dal fatto che Ciro lo avesse portato in un luogo così fondamentale per la sua storia e la sua vita, perché il fatto stesso che avesse sentito il desiderio di condividerlo con Enzo dimostrava quanto davvero ci tenesse al ragazzo; d'altro canto, il tono terribilmente innamorato di quest'ultimo, la sua volontà di rendere Ciro felice e di stupirlo con un gesto romantico... non potevano non intenerirlo almeno un po'.

“Valè? Mi senti?”

“Hai sbagliato numero. Non sono Valerio.”

Per almeno un minuto intero regnò il silenzio più totale e a Gennaro venne quasi spontaneo scoppiare a ridere, ma riuscì a trattenersi. Non poteva negare di star godendo nell'immaginare quanto Enzo doveva essere in imbarazzo, per la realizzazione di aver appena parlato dei cazzi suoi con un perfetto sconosciuto.

“E chi sei?” gli chiese a un certo punto, con un tono tra il disperato e lo speranzoso. Forse si augurava che si trattasse di qualcuno che non avrebbe mai incontrato di persona per tutta la vita.

“Sono Gennaro Savastano, il migliore amico di Ciro” rispose lui, per evitare qualsivoglia equivoco.

“Ah” disse solo Enzo e non parlò per un altro paio di minuti, poi continuò: “No, vabbè. Non ci credo. È una coincidenza assurda...” sussurrò. “Comunque, ciao! Alla fine io ti ho sempre voluto conoscere, eh, pe' carità, però... uhm... no accussì.”

Genny ridacchiò. “Eh, immagino.”

“Uhm... praticamente non mi segno quasi mai i nomi in rubrica perché mi ricordo i numeri a memoria, solo che evidentemente ho premuto un cazzo per un altro e invece di chiamare a Valerio, un mio amico... ho chiamato a te.”

“Ma non mi dire” ironizzò Gennaro; qualche secondo dopo, però, sospirò pesantemente, sentendosi quasi in colpa: quel ragazzo era impossibile da odiare. Persino dopo un paio di minuti a telefono, riusciva a capire come mai avesse fatto breccia nel cuore del suo amico: trasudava innocenza da tutti i pori, era spontaneo e sincero, coscienzioso e affabile. Sbuffò. “Va beh, comunque tranquillo, eh. Anzi, mi fa piacere che me l'hai raccontato, visto che il tuo ragazzo non mi dice mai un cazzo.”

Enzo rise. “No, eh? Me l'ha detto”, rispose, “mi ha detto che non vuole farti ingelosire.”

Se fosse stato il protagonista di un cartone animato per bambini, una venuzza sulla fronte gli sarebbe appena esplosa. Che cazzo gli andava a dire, a quello là? “Non lo pensare” gli intimò, “non è vero. È lui che è paranoico” mentì.

“Ah, questo indubbiamente” disse Enzo, “però mi serviva qualcuno che pensa assai e poco si fida di chiunque, visto che io sono tipo l'opposto” gli confessò e Genny si chiese come mai, visto che neanche si conoscevano.

“Mh”. Non che volesse continuare la conversazione a monosillabi, ma non sapeva che cazzo dirgli; tanto valeva darci un taglio. “Va beh, okay... uhm, ci... sentiamo?”

“Sì, va bene! Me lo segno, stavolta, il numero” gli disse e gli scappò di nuovo una risata.

Gennaro lo imitò. “Sì, forse è meglio. Sennò va a finire che mi racconti cose che non voglio sapere.”

Lo sentì tossire, come se gli fosse andato di storto qualcosa. “Ma figurati!” esclamò, cogliendo la malizia nel suo tono. “Se ti va, comunque, potremmo uscire, uno di questi giorni” gli propose e il nervosismo nella sua voce lo ammorbidì: evidentemente si aspettava un 'no'.

“Sì, okay” gli rispose soltanto, cercando di suonare convinto. “Ne parlo co' Ciro” aggiunse.

“Okay!” proruppe Enzo contento, poi riagganciò.

Gennaro stette per un po' a fissare il cellulare, con un sorriso stampato in volto. Forse si era sbagliato su Enzo: non era poi così male.



 



La storia partecipa alla challenge "One Hundred Alternative Universes" indetta da Alasse_Schwarz sul forum di Torre di Carta. L'AU che ho usato come traccia è: Ho sbagliato numero di telefono e ti ho appena raccontato dei dettagli imbarazzanti spero di non conoscerti!AU. Questo è un periodo in cui sto cercando di essere più produttiva, per cui mi basta scrivere ed esercitarmi costantemente: anche solo questo mi rende realizzata e felice; tuttavia, non sono quasi mai soddisfatta del risultato finale, perché non riesco ancora bene a trasmettere tutto quello che vorrei con le parole giuste, a rappresentare con le parole le scene nella mia testa. Spero tanto, un giorno, di riuscirci. ♥


 
   
 
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