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Autore: eddiefrancesco    17/04/2022    0 recensioni
Dieci anni prima, Galen aveva lasciato l'Inghilterra per dimenticare la donna che lo aveva sedotto e abbandonato senza nemmeno una parola di spiegazione, portandosi via il suo cuore. Ora, diventato Duca di Deighton, è tornato per assumere i doveri che il titolo gli impone, prima fra tutti generare un erede. E la prima persona in cui si imbatte e proprio lei, Verity. Nel frattempo lei è rimasta vedova, scoprendo cosi che da quell'unica notte di passione trascorsa insieme è nata una bambina. Verity però...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Stai aspettando che qualcosa cada dall'alto?» gli chiese Myron con aria gioviale distogliendo bruscamente l'attenzione di Galen dalla contemplazione del cielo. Con i soprabiti che strusciavano contro gli stivali, il calcio dei fucili infilato sotto le braccia e le lunghe canne che puntavano al terreno, si stavano dirigendo verso casa dopo una mattinata trascorsa a caccia. Alle loro spalle i guardiacaccia portavano i fagiani e il gallo cedrone che Myron aveva ucciso e l'unico uccellino che era stato abbattuto da Galen. «Mi stavo semplicemente chiedendo se domani sarà bello o pioverà.» Il giorno successivo aveva appuntamento con Verity e Jocelyn per cui il tempo doveva essere bello. In caso contrario avrebbe dovuto attendere un'altra settimana prima di rivedere sua figlia, a causa delle restrizioni poste da Verity. Stava cercando con tutte le sue forze di adeguarsi a quelle condizioni. Dopo tutto era comprensibile che lei volesse evitare lo scandalo. Ma a quale prezzo? I suoi timori gli erano già costati dieci anni in cui aveva ignorato l'esistenza della bambina. «Dovrebbe essere bello, se l'orizzonte al tramonto sarà rosso come ieri» affermò fiducioso Myron. «Spero che tu abbia ragione. Avevo in mente di andare al villaggio a far controllare i ferri del mio stallone.» «Quindi vai a Jefford dal fabbro, vero? O forse è la bella figlia del nostro artigiano che ti interessa?» Galen si morse un labbro per impedirsi di replicare con troppa asprezza. Myron andava dicendo cose del genere dall'inizio della sua visita e non era un prezzo lieve da pagare in cambio della sua ospitalità. «Non sapevo nemmeno che il fabbro avesse una figlia.» «Ce l'ha.» «Credimi, Myron. Non ho alcun interesse per la figlia del fabbro, che sia bella oppure no.» Era evidente che non era riuscito a nascondere la sua irritazione come aveva sperato. «No, perdonami per la mia irascibilità. Mi sono acquistato una solida reputazione di seduttore dieci anni fa e temo che mi seguirà fino alla tomba, nonostante in tarda età il mio comportamento sia cambiato.» «Tarda età... Questa è buona!» esclamò Myron ridacchiando. «Non credo che tu debba lamentarti per la tua reputazione. Molti uomini farebbero qualsiasi cosa per avere la tua fama.» Il suo tono lasciava intendere chiaramente che lui era tra questi. «Forse, ma ti assicuro che è molto duro far dimenticare le follie e le azioni istintive della propria giovinezza.» Myron annuì pensieroso, come se stesse cercando di ricordare le sue pazzie e avventatezze. Qualsiasi cosa avesse fatto, Galen era certo doveva trattarsi di peccati veniali, perché era un ragazzo troppo onesto e buono per commettere qualcosa di veramente immorale. Se si fosse trovato al suo posto avrebbe mandato via Verity dalla sua camera, o sarebbe stato lui a scappare a gambe levate. Certo si sarebbe comportato da gentiluomo. «Sono certo che le signore saranno felici di sapere del tuo mutamento» notò Myron. Nonostante restasse in silenzio, una smorfia scettica comparve sulle labbra di Galen. Lui era di opinione del tutto opposta, perché non era solo il suo cameriere personale ad aspettarsi che il suo padrone riprendesse le sue abitudini libidinose. Diverse dame sposate con cui aveva avuto dei trascorsi in gioventù avevano reagito con aria sorpresa e indignata quando aveva respinto i loro approcci dopo il suo ritorno. Ma Galen intendeva davvero quello che aveva detto a Verity. Era cambiato e non si sarebbe più svilito. Sarebbe diventato il Duca più rispettato del regno. Lo avrebbe fatto non per se stesso me per il bene di Jocelyn, perché un giorno, quando sarebbe stata più grande, sperava di poterle rivelare la verità e quel giorno non voleva che sua figlia si vergognasse di lui. Pensandoci bene non sarebbe stato difficile diventare il Duca più rispettabile del regno. Doveva solo non sprecare il suo denaro mettendosi a giocare d'azzardo, non ubriacarsi e non avere amanti. Doveva cercare di essere retto e rispettabile come... come era stato il marito di Verity. Accidenti a Daniel Davis-Jones! Come faceva a competere con un morto? «Deve essere bello possedere quel certo non so che capace di fare accorrere le donne come i falchi al loro richiamo» continuò Myron pensieroso. «Deve essere bello avere una mira tanto eccellente» replicò Galen e non si trattava di un complimento di circostanza. L'amico aveva catturato con facilità le sue prede, sempre con un solo colpo e con un sangue freddo che lui all'inizio aveva trovato stupefacente. Non avrebbe mai creduto che il volubile Myron Thorpe fosse capace di una tale silenziosa concentrazione e di altrettanta attenzione. L'espressione di Myron si illumino' di piacere. «Basta fare pratica, questo è tutto. Io mi esercito ogni giorno in cui il tempo me lo permette.» «Vorrei poter dire altrettanto nel mio caso, ma sfortunatamente per me si è trattato solo di una questione di nascita. Sono sicuro che se non fossi un Duca lo sciame di donne che mi perseguita sarebbe considerevolmente più esiguo.» «Sciocchezze! Tu sei un tipo molto attraente.» «Un'altra casualità di nascita. Come hai visto, qui non è arrivato nessuno sciame. Per tutta la settimana ci siamo comportati come una vecchia coppia di scapoli. La sola compagnia che abbiamo avuto è stata la tua servitù.» Myron sorrise come se stesse per dare a Galen la più bella notizia del mondo. «Ma non sarà così ancora per molto!» Entrarono dall'ingresso posteriore dell'edificio e il rumore dei loro stivali echeggio' nell'ampio atrio. Del tutto ignaro del fango che lasciava sul pavimento di pietra, Myron si sedette su una panca di legno con gli occhi che luccicavano di piacere. «Non immagini a che cosa alludo?» «Lasciami indovinare» replicò Galen reprimendo un sospiro mentre osservava il suo amico e porgeva il fucile a uno dei domestici che comparvero in risposta alla voce tonante di Myron che risuono' ancora più forte nel vasto ingresso. «Tu hai delle cugine che stanno per arrivare a trovarti. Se è così, devono avere fatto dei preparativi piuttosto rapidi per giungere in così breve tempo.» Myron ridacchio'. «Non mi stavo riferendo alle mie cugine. Sarei davvero stupido se dicessi loro che sei mio ospite, visto che si tratta di alcune delle più sciocche creature che abbia mai incontrato. Tutte tranne Charity, a dire il vero. Ma lei preferisce i suoi libri. Odia gli uomini.» Galen non prestò particolare attenzione alla descrizione che Myron stava facendo delle donne della sua famiglia. «Mi stai forse dicendo che stanno per arrivare alcuni dei miei congiunti?» «Esatto!» gridò Myron felice sollevando un piede per permettere a un servitore di sfilargli gli stivali infangati. «Si tratta di Lady Bodenham.» Galen soffoco' a stento un gemito. «E George?» «Certo che verrà anche lui! E porterà anche i suoi segugi migliori. Sono anni che gli chiedo di vendermene uno.» «Non sapevo che lo conoscessi.» «Ci siamo incontrati a Newmarket qualche mese fa. Forse è un po' troppo attaccato ai suoi cani, ma questo è comprensibile.» Galen non pensava che la troppo spesso trascurata Eloise sarebbe stata d'accordo, ma le condizioni del matrimonio della cugina erano per lui meno importanti di quello che la sua visita avrebbe potuto significare per lui. Di certo lei avrebbe voluto vedere Verity e forse Myron la avrebbe invitata nella sua casa. «Tua cugina ha chiesto anche di poter condurre la sua affascinante giovane amica, Lady Mary» continuò Myron con un sorriso malizioso. «Naturalmente io ho risposto che era la benvenuta. Ma non credo che venga per il desiderio di conoscere me.» Galen cercò di sembrare felice per queste notizie. Lui voleva davvero una moglie, voleva una famiglia e non vedeva nessuna ragione per cui non avrebbe dovuto prendere in seria considerazione Lady Mary. Sembrava dolce e gentile, aveva un titolo, era ricca e suo padre era molto influente. «Quando arriveranno?» «Sei impaziente, vero? Martedì pomeriggio.» Grazie al cielo mancava ancora qualche giorno.
   
 
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