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Autore: Prettybene9816    23/04/2022    0 recensioni
Zaira è una ragazza brillante, a modo e fine, frequenta la facoltà di Giurisprudenza ed è la figlia di un ex Sceicco di un'organizzazione terroristica.
Una mattina il padre riceverà una busta con delle foto della figlia e una lettera di minacce, sospetterà subito sia un componente della vecchia organizzazione e chiama Tariq, uno dei suoi uomini più fidati, a proteggere la figlia.
Sarà la sua nuova ombra, la seguirà ovunque lei vada h24 e si ritroveranno persino a condividere la camera; tutto il necessario per proteggerla.
Proteggerla da chi però?
E se quelle foto fossero state scattate di nascosto da Tariq stesso?
Cosa succederà quando scopriranno che Tariq non è il suo vero nome, che anche lui era figlio di uno Sceicco che fu spodestato dal padre di Zaira, che hanno assassinato suo fratello senza pietà, che lui è lì dopo 15 anni per la sua vendetta.
Avviso copyright: Tutti i diritti riservati.
Vietato il copia e incolla senza il consenso dell'autrice. Il reato è perseguibile penalmente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Quando gli sciocchi vanno al mercato, i furbi fanno buoni affari. ZAIRA'S POV: "Buongiorno, che faccia che hai" dice mamma entrando in cucina. Mi giro col cappuccio della felpa alzata e mormoro ancor assonnata "Cosa?" "Hai dormito stanotte? Sembri uno zoombie" "Grazie..." borbotto azionando la macchinetta del caffè. Non sono riuscita a dormire per tutta la notte, pensare che non ero sola, che quell'uomo fosse a pochi metri da me...mi faceva venire i brividi. Ho questa costante brutta sensazione sul suo conto, poi credo di averlo già visto...non ricordo proprio, ma ne sono sicura. La mia pelle lo riconosce, ho sempre i brividi quando posa lo sguardo su di me. "Buongiorno!" esclama Esme entrando in cucina e correndo a prendere una brioche. "Sono in ritardo, io vado!" dice papà affacciandosi nella cucina subito dopo. Si avvicina a me e lasciandomi un bacio sul cappuccio mormora "Chiamami se hai bisogno, tu vieni con me" dice alla fine trascinandosi con sè mamma. Presto tutti lasciano la cucina e mi ritrovo sola, ah no. Mi giro di poco e vedo Tariq alla porta, nello stesso identico punto in cui era quindici minuti fa. Il caffè viene finalmente erogato e aggiungendolo al latte, mi faccio il cappuccino. Afferro un cornetto vuoto e vado in sala da pranzo per mangiare e leggere il giornale di oggi. "Gradisce del caffè?"chiedo prima di uscire dalla cucina. Non mi considera, ricevuto. Proseguo per i fatti miei e sedendomi a capotavola, apro il giornale sorseggiando il mio cappuccino. Improvvisamente sento un cellulare squillare e noto che si tratta del telefono di Tariq, risponde subito girandosi di lato...un secondo di pace, penso buttando un sospiro. Mi sta addosso come un avvoltoio, non mi molla un secondo. Addento anche la mia brioche e dopo aver consumato la colazione, torno in camera per recuperare i vestiti per fare yoga. Mi aiuta sempre prima di studiare. Entro nel mio bagno, sempre con gli occhi vigili della guardia puntati e mi cambio coi leggins e il reggiseno sportivo. Faccio per uscire, ma mi rendo conto di non sentirmi a mio agio così scoperta davanti a uno sconosciuto. Recupero un'altra felpa che mi copra anche il sedere e finalmente sono pronta. Esco in giardino ispirando subito l'aria fresca e pulita di prima mattina e stendendo per terra il tappetino, mi metto subito in posizione di meditazione. Inizio a muovermi stendendo bene le braccia, le gambe, la testa...è un vero e proprio toccasana fisico e mentale lo yoga. Finisco dopo mezz'oretta e rientrando in bagno, mi faccio una veloce doccia. Oggi devo vedermi in biblioteca con Beatrice, una nuova collega che ho conosciuto all'esame di penale. E' molto gentile e si è subito mostrata educata con me, all'inizio pensavo che mi avrebbe lasciata perdere, invece mi ha cercata nel gruppo di whatsapp e continuato a tenerci a contatto. Apprezzo molto la sua compagnia, anche perchè è il mio opposto...mentre io sono una persona abbastanza razionale e responsabile, Beatrice è più libertina, anche se gli esami lì dà sempre in tempo e non perde di vista il suo obiettivo, ovvero la laurea. "Che mi metto?" mormoro nella cabina armadio. Opto per una camicia bianca, un gilet viola a trecce sopra e dei pantaloni neri con dei sandali col tacco basso ai piedi. Lascio i capelli come sono e mettendomi i miei orecchini a cerchio dorati e la collana di perle, esco dalla camera per recuperare i libri in biblioteca. Approfitto nel mentre per aggiornare la guardia sui miei piani del giorno "Devo incontrare una mia collega in biblioteca nella mia facoltà...per lei va bene?" Continua a fissarmi e basta. "Lo prendo come un sì" borbotto tra me inserendo i libri nella mia borsa Louis Vuitton. "Possiamo andare" dico uscendo dalla biblioteca e iniziando a fare le scale per il portone. Arriviamo alla sua macchina e faccio per mettermi davanti, come ho sempre fatto, ma lui mi apre la portiera dietro e attende. "Oh ehm...ok" mormoro corrugando la fronte e rifacendo il giro della macchina. Lui richiude la portiera e io faccio una smorfia dentro la macchina, è così serio. Almeno con Sebastian ci faccio due chiacchiere. Ne approfitto per finire di leggere le notizie del giorno e aggiornarmi sui social sui nuovi sviluppi politici. E' divertente come si azzannano sui social per un po' di visibilità, senza fare il loro reale lavoro. Sento la macchina fermarsi e realizzo che siamo arrivati alla mia facoltà, aspetto che parcheggi e mi apra la portiera. "Grazie" dico prendendo la borsa e inforcando gli occhiali da sole. Percorro tutta via Maqueda e arrivando finalmente alla facoltà, salgo per la biblioteca. "Zaira!" mi sento chiamare una volta salite le scale. "Bea!" le vado incontro abbracciandola. "Ti sei rifatta il colore?"chiedo osservando la sua chioma rossa, una settimana fa era bionda. "Ero stufa e devo adeguarmi alle stagioni" mi spiega porgendomi il caffè. Che carina che è stata. "Grazie" dico un po' imbarazzata del gesto, non capita spesso che un'amica faccia un gesto così carino nei miei confronti. E' solo un caffè, ma ho molto apprezzato il gesto. "Andiamo?"chiedo notando che Tariq ha iniziato a salire le scale, me l'ero fatta a corsa per non farmi notare troppo dagli altri. "Ehm sì...quanta fretta di studiare" ridacchia lei mentre la spingo quasi dentro e chiudo la porta. Pericolo scampato. "Tutto bene?"mi chiede stranita Bea. "Sì, perchè?" mormoro lanciando uno sguardo a Tariq ancora lontano. "Non so...mi sembri agitata" "No, è che sono ansiosa per l'esame. Tranquilla" rispondo superandola. Ci andiamo a sedere in fondo e prendendo subito i libri, ci mettiamo a studiare. Io non ho tempo da perdere e neanche lei. "Ti va una pausa?"chiede Bea dopo mezz'oretta. Alzo lo sguardo a Tariq che è davanti alla porta e riabbassandolo mormoro "Vai tu, io continuo ancora un po' " "Sicura?" "Sicura" affermo muovendo il collo indolenzito. "Ok, allora ne approfitto per fumare una sigaretta" dice lei alzandosi e andando via. La seguo con lo sguardo fino alla porta e noto alcune ragazze incuriosite da Tariq alla porta, avrei dovuto consigliargli di indossare dei vestiti più borghesi. Sospiro e riprendo a studiare. Bea ritorna dopo pochi minuti e anche lei si rimette sui libri. "Pss" sento sussurrare al mio orecchio dopo un quarto d'ora. Alzo lo sguardo a Bea e corrugo la fronte quando m'indica con la testa la porta. Scuoto la testa non capendo. Lei prende un pezzo di carta e scrive qualcosa sopra per poi passarmelo. "Quello alla porta ti fissa in continuazione!" Mi mordo il labbro consapevole del fatto di dover svuotare il sacco "E' la mia guardia del corpo" scrivo ripassandole il bigliettino. "Guardia del corpo?" mi riscrive subito lei. "Mio padre...è complicato" replico non dando troppi dettagli. "Io ci farei un pensierino ;)" Arrossisco subito al suo commento e scrivo "Non è il mio tipo, aspiro a persone almeno scolarizzate" "Vuol dire che non te lo faresti?" Spalanco gli occhi e scrivo subito "Assolutamente no." "Posso provarci io allora?" "Vai, anzi mi faresti un favore togliendomelo di torno" Sento la porta aprirsi e alzando lo sguardo, vedo Tariq avvicinarsi a noi. Dannazione, copro subito il pizzino con la mano, mentre tutti i ragazzi che studiano vengono distratti dalla presenza di Tariq. Raggiuge il mio posto e allungandomi un telefono, mi guarda severo. "Non capisco" mormoro abbassando lo sguardo al telefono, quando realizzo la scritta "Signor Cortada" Acciuffo subito il mio telefono e vedo le chiamate perse di papà, bene. Prendo subito il suo telefono e alzandomi, esco fuori dalla biblioteca. "Pronto?"chiedo una volta fuori. "Zaira! Quante volte ti ho detto di non mettere il silenzioso in quel dannato cellulare? Mi è venuto un colpo!" "Ero in biblioteca, io non..." Papà inizia a sbraitare incazzato nero e io faccio una smorfia. "Ho sbagliato, papà...stai tranquillo, sto bene" "Perchè devi andare in facoltà per studiare?" "Mi dovevo incontrare con Beatrice" "E falla venire a casa, la biblioteca di casa nostra è il triplo più grande" Sospiro "Sì, ma non posso stare rinchiusa a casa..." "Sai che non è un buon momento per andartene in giro" "Ma se ho la guardia con me" "Mi sentirei più sicuro, se tu restassi a casa" "Eh va bene, ma giovedì ho l'incontro con la Lombardo o vuoi che porti anche lei a casa?" "Fai poco la simpatica, questa è una situazione seria" "Sì, lo so bene. Me lo ripeti in continuazione" Mi giro notando Tariq che ascolta la mia conversazione e sbuffando mormoro "Devo riattaccare papà. Ci vediamo più tardi" Non aspetto una risposta e riattacco, delle volte papà sa essere così pesante. "Grazie" dico restituendogli il telefono, mentre lui mi allunga un pizzino prima che rientri in biblioteca. Lo prendo non capendo e sbianco quando leggo la conversazione tra me e Bea, mi sarà caduto per terra. "Io non..."faccio per dire ma lui rilascia la porta sbattendomela in faccia. Voglio scavarmi una fossa e non riemergere più. Corro al mio posto a disagio e risedendomi, copro il viso coi capelli per l'imbarazzo. "A posto?"chiede Bea mentre io le passo il pizzino e mormoro "Me l'ha ridato lui, mi sarà caduto" "Merda!" esclama lei ridendo attirando l'attenzione degli altri. "Scusatemi" dice subito dopo abbassando la voce. "E adesso che si fa?" "Niente, anzi...sospetto che non sappia la nostra lingua" mormoro piano. "Tu credi?" "Non c'è altra spiegazione, non mi risponde mai" "Interessante" mormora lei mordendosi il labbro. "Credi che abbia origini spagnoli?" chiede ancora mentre scuoto la testa e torno a studiare. "Ti va di andare a mangiare un boccone al Maqueda Bistrot?" propone Bea chiudendo i libri. Abbiamo studiato no stop per altre due ore e adesso siamo esauste. Avrei anche un certo languorino. Ricordo le parole di papà e propongo "Ti va di venire a pranzare da me?" "C'è anche il bell' imbusto con noi?" chiede indicando Tariq. "Purtroppo sì, mi segue ovunque" "Allora accetto volentieri" Scuoto la testa divertita e avviso Rosita di Beatrice a pranzo. Usciamo dalla biblioteca e Tariq ci viene subito dietro. Inizio a camminare più velocemente, mi sento soffocare. "Quando ce l'hai l'esame quindi?"chiede Bea distraendomi. "Il 12 settembre, tu?" "13, che peccato" "Potrei venire a farti da supporto morale" "Lo faresti davvero?" chiede lei sorridendomi riconoscente. "Ehi, Palumbo!" sentiamo gridare dietro di noi. Ci giriamo e vediamo un ragazzo che corre verso di noi con dei fogli in mano, quando però Tariq lo blocca e non lo lascia passare. "Amico, che ti prende?"lo provoca subito lui deridendolo. "Lo conosci?"chiedo a Beatrice, Palumbo è il suo cognome. "Una specie, è il capo dell'associazione di 'Ad maiora Giurisprudenza' " "Tariq, è con noi" lo avviso subito notando che sta iniziando a dare spettacolo. Lui ci guarda male, ma lo lascia passare e non ci stacca gli occhi di dosso. "Potrebbe far parte dell'associazione, ci servirebbe una mascotte" lo prende ancora in giro il tipo avvicinandosi a Bea per poi darci dei volantini. "Vi ricordate che lunedì ci saranno le elezioni?" "Sì, Walter...la vostra associazione mi bombarda di messaggi su facebook ricordandomelo ogni giorno" risponde Beatrice facendomi sorridere. Non le ha per nessuno. "E tu invece? Non ti ho mai notata qui, piacere Walter Russo dell'associazione 'Ad maiora Giurisprudenza' " si presenta a me allungandomi la mano. Osservo i suoi occhi verdi chiari e i capelli lunghi alla spalla castani, abbasso lo sguardo al vestiario semplice ma ordinato...mi piace. "Piacere, Zaira. Ho iniziato a frequentare da poco" "Ecco perchè, ti avrei sicuramente notata sennò" Sorrido subito, mi fa uno strano effetto quei occhi. "Se hai finito di comprarti elettori, noi andremmo "interviene seccata Bea. Lui la fulmina con lo sguardo, ma poi torna a sorridere e dice "Stasera ci sarà una festa ad Ingegneria in viale delle scienze. Ci saranno litri di alcol, siete le benvenute" "Grazie" mormoro un po' in imbarazzo. "Vedremo, dobbiamo studiare. Adesso però andiamo di fretta, ciao Walter!" esclama Bea trascinandomi via. "Non mi lasciate la mascotte?"grida Walter riferendosi a Tariq che continua a seguirci. Ridacchio mentre noto Tariq stringere i pugni, avrà capito qualcosa di quello che abbiamo detto? Usciamo dalla facoltà e Bea dice subito "Stai lontana da quello, è solo un idiota" "A me è sembrato simpatico" "Dà sempre quest'impressione" borbotta lei prendendomi a braccetto. Raggiungiamo la macchina ed entrando Bea si abbassa la scollatura della maglietta per attirare l'attenzione di Tariq. "Mi fanno impazzire gli uomini rasati a zero" mi sussurra all'orecchio quando entra e si mette la cintura. Sposto lo sguardo allo specchietto e lo osservo meglio, non mi sono mai disturbata a farlo. Solo adesso mi rendo conto che ha gli occhi castani tendenti al verde come i miei, credevo ce li avesse molto più scuri. Abbasso lo sguardo alla barba fatta, le labbra non troppo carnose e il viso scavato. Anche lui alza lo sguardo allo specchietto e mi becca a fissarlo, abbasso subito lo sguardo e mi schiarisco la voce. Non vorrei che si faccia idee sbagliate. "A casa" gli comunico sperando che lo capisca, prima aveva capito che dovevo andare in biblioteca. Forse conosce le parole essenziali. Chiamo papà per dirgli che sto tornando a casa con Bea e aggiorno mamma per messaggi, aveva una riunione importante oggi e non vorrei disturbarla più di tanto. Arriviamo a casa dopo venti minuti e scendendo, la porto subito a far un giro del giardino e della piscina. "Delle volte mi piace venire qui a leggere" dico indicando un ulivo poco più distante dalla villa. "Ci hai mai dato una festicciola qui?" "No, anche perchè non saprei chi invitare. I miei c'invitano i loro amici" "Dovresti considerare l'idea, sarebbe una figata" dice facendo dietro front e andando verso la villa. All'ingresso ci accoglie Rosita che prende le nostre borse e ci dice che il pranzo è pronto. "Le mostro la casa e arrivo subito" dico portando Bea di sopra in camera mia. "Qua ci sta il tuo cane?" indica il letto all'angolo. Scoppio a ridere mentre entra Tariq e si posiziona a lato della porta. "E' della mia guardia" mormoro piano. Lei spalanca gli occhi e chiede "Dormite insieme?" Spalanco gli occhi mentre lei mi viene più vicino e sussurra "Ti sto invidiando da morire Cortada!" "Scendiamo a mangiare?"chiedo sentendomi a disagio con Tariq che ci ascolta. "Sì, muoio di fame" dice Bea mentre io esco per prima e lei finge di non vedere Tariq e gli va contro. "Scusami, colpa mia" fa le fusa lei facendogli l'occhiolino. Scuoto la testa e scendo giù trascinandomela con me. Per pranzo troviamo il pollo arrosto con le patate al forno, Rosita fa delle patate al forno divine. "Tariq puoi andare a mangiare" dico sedendomi a tavola. Lui non si muove e io mimo il gesto di mangiare "Eat" dico in inglese cercando di farmi capire, ma m'ignora restando alla porta della sala pranzo. "Mangiamo?" chiedo a Bea sempre più stranita dall'atteggiamento di Tariq. Come faccio ad andarci d'accordo, se non spiaccica una parola? "Che profumino" mormora Bea buttandosi subito sulle patate. "Acqua?"chiedo prendendo la brocca. "Vino, se ce l'hai" "Ooh ehm...vedo" dico andando in cucina. Apro la cantina e recupero la prima bottiglia di vino bianco che trovo. "Eccolo, spero che vada bene" "Va più che bene" dice lei versandosi subito un bicchiere. "Allora? Ci vieni alla festa di stasera?" "Ad ingegneria?"chiedo iniziando a tagliare il pollo con coltello e forchetta. Lei annuisce e io iniziando a mangiare mormoro "Non saprei" "Avanti, ci divertiremo!" "Ne sono certa, ma diciamo che sono impossibilitata" dico indicando con lo sguardo la mia guardia. Lei mi sorride e sporgendosi per parlarmi all'orecchio sussurra "A lui ci penso io, se vuoi" "Come?" "Vedrai" dice rimettendosi a posto. Finiamo di pranzare e ci ritiriamo in biblioteca per "studiare", in realtà stiamo escogitando un piano per stasera chattando. Mi sento un po' in colpa, ma papà se l'è cercata...insiste con questa cosa della fiducia in Tariq e non capisce che io in realtà mi trovo molto a disagio con lui. Si fa sera ed è ora di mettere in atto il nostro piano. Papà e mamma sono fuori per una cena di lavoro, Esme credo che dorma e Diana...non ho idea di dove sia Diana. "Grazie Zaira...non dovevi" dice Bea prendendo il borsone che le porgo. "C'è tutto dentro: asciugamani, pigiama, calzini, intimo" "Ottimo, posso usare la doccia? Mi sento un po' sudaticcia"chiede Bea in camera mia con Tariq sempre vigile alla porta. "Certo, anzi vengo con te così ne approfitto per mettermi il pigiama" mormoro prendendo la sottoveste. Entriamo in bagno indisturbate e mentre io aziono il soffione della doccia, Bea apre il borsone tirando fuori i vestiti che ho scelto per la serata. "Bello questo" mormora lei accarezzando un vestito di velluto fucsia di Dolce e Gabbana. "Lo preferisci?"chiedo prendendo l'altro vestito che ho messo alla cieca nel borsone, un vestito lungo con spacco di seta nero di Versace. L'ho usato una volta per un gala organizzato da papà. "Sì, quali scarpe preferisci invece tu? Per fortuna abbiamo lo stesso numero" "Ehm...non saprei, queste?"indico delle jimmy choo argentate. "Allora io prendo queste paia pazzesche" esce fuori le decolletè Yves Saint Laurent nere. "Ok, sbrighiamoci. Non abbiamo molto tempo" sussurro incominciando a vestirci di fretta e furia. Ci facciamo un trucco super veloce e aprendo la finestra del bagno, scendiamo sul balconcino. Tiriamo fuori dal borsone il materasso gonfiabile e iniziando a gonfiarlo con la pompa fuori, lo gettiamo di sotto e ci saltiamo sopra. "Cazzo, che figata!" esclama Bea atterrando sul materassino. Mi butto a ruota anch'io e mormoro "Fa piano! Sbrighiamoci" Vedo in lontananza Pluto e Romeo correre e Bea dice spaventata"Merda, non avevamo messo in conto i cani da guardia" "Tranquilla, mi conoscono" mormoro mettendomi in ginocchio e accarezzandoli. Romeo si mette subito di schiena per i grattini al pancino, glieli faccio sempre mentre leggo sotto l'ulivo. "Forza, andiamo" dico prendendo per mano Bea e attraversando di corsa il giardino. Mi giro per guardare la villa mentre scappo e sorrido furba, tutto qua Tariq? TARIQ'S POV: Quanto sta durando questa doccia? Osservo l'orologio e corrugo la fronte, sono passati venti minuti. Magari stanno parlando di cose tra ragazze...sarà il caso di andare a controllare? Vado verso la porta del bagno e busso. Mi aspetto che Zaira dica che verrà subito fuori, ma non sento nulla, oltre al fruscio dell'acqua. Ribusso insospettandomi e quando non sento nulla anche stavolta, apro la porta e realizzo con orrore che non c'è nessuno. Quella vipera. Spengo il getto d'acqua e corro al balconcino fuori, mi affaccio e vedo una specie di gonfiabile? Quando cazzo hanno avuto il tempo di gonfiarlo? "Fanculo Cortada" ringhio marciando fuori dalla stanza e correndo fuori dalla casa. Tale padre e tale figlia, due stronzi senza precedenti. Mi metto subito in macchina e la rintraccio grazie al gps che le avevo azionato mentre dormiva. "E' ancora qui" mormoro sollevato mettendo in moto e sgommando per la fretta. La trovo all'angolo della strada che porta ala spiaggia di Mondello con quell'altra puttana, si saranno messe d'accordo per vedersi con un amico e andare a quella stupida festa. Perchè non dirmelo semplicemente? L'avrei accompagnata io senza problemi, probabilmente mi sarei anche trovata una tipa da ripassarmi mentre lei giocava a fare la troia con quel coglione che ha conosciuto oggi. Accosto sulla strada opposta e le vado incontro, lei tarda ad accorgersi di me e quando lo fa tenta la fuga, ma troppo tardi stronza. L'acciuffo per il braccio e la trascino con me fino in macchina, sbattendola dietro nei sedili. Metto la sicura e mando un veloce messaggio a quel coglione del padre dicendogli semplicemente che la vipera ha tentato la fuga. Il coglione risponde subito dicendo di venire a casa che stanno scendendo pure loro. Rientro velocemente in macchina e mentre la metto in moto, Zaira mi porge da dietro dei contanti e mormora "Per il tuo silenzio" Le lancio un'occhiataccia e lei ritenta "Ne vuoi di più? Ecco, con questi arrivi al triplo dello stipendio che ricevi al mese" Continuo a fissarla senza parole e lei spiega prendendomi per fesso "Sono oro gli orecchini, non uso cinesate" Scuoto piano la testa cercando di non ucciderla adesso e rigirandomi, torno a guidare. "Ok, non vuoi soldi...cosa vuoi allora? Una promozione? Dirò a papà che sei il migliore in campo" Dio, dammi la presenza per non sgozzarla sul posto. Arriviamo a casa e vedo la macchina di Bilel parcheggiata, è appena arrivato. La stronzetta inizia ad agitarsi e tenta per l'ultima volta "Vuoi altri soldi? Money?" Esco fuori sbattendo la portiera, è dura de cocco quella mocciosa. Le apro la portiera e uscendo fuori, la riacciuffo per il braccio. Non si sa mai. "Lasciami, io..." "Zaira." sento ringhiare sopra di me. Paparino la guarda male dal balconcino e sibila furioso "In ufficio, immediatamente." Lei sbuffa e liberandosi dalla mia presa, marcia dentro. La seguo fino all'ufficio finchè mi sbatte la porta, ma lo fa con così tanta veemenza che lascia uno spiraglio aperto. Mi appoggio per sentire e la sento dire "So di aver sbagliato, puoi risparmiarti la ramanzina" "Zaira cosa ti passa per la testa? Queste cose me le aspetto da Diana, non da te." replica in coglione. "Mi sono sentita soffocare, quello lì mi segue ovunque, dorme nella mia stessa camera!" "E' per la tua protezione Zaira, santo cielo perchè sei cocciuta!" "Perchè non mi dai Sebastian e Tariq lo prende Diana?" propone la vipera. Proprio non mi sopporta, piccola è reciproca la cosa. "Cos'hai contro Tariq? Ti ha mai detto qualcosa di male? toccata? Importunata in qualche modo?" "E' proprio questo...per dirmi qualcosa di male, dovrebbe prima parlare. Non c'è comunicazione tra noi, avresti potuto darmi una guardia che almeno parli l'italiano!" "Tariq lo parla molto bene l'italiano, di che diavolo parli!" Scuoto la testa divertito, non so chi mi faccia più ridere tra i due. "E allora perchè non mi parla!" "Magari perchè il suo lavoro è proteggerti e non ascoltare le tue scemenze" la prende in giro lui. 1 a 1 per entrambi. "Io non dico scemenze!" si adira lei. "Basta, ora è abbastanza "interviene la madre. "Vuole Sebastian? Diamogli Sebastian, caso chiuso" aggiunge zittendo padre e figlia. "Grazie mamma...per fortuna che ci sei tu che mi ascolti" borbotta lei per dispetto al padre. "Eh va bene, chiamo Sebastian" dice Bilel iniziando a camminare. Capisco che sta per uscire e mi metto subito di lato. Come previsto, esce fuori e mi lancia un'occhiata "Tariq, figliolo...per stasera dormi nella camera degli ospiti. Domani ti spiego meglio. Sebastian pronto" dice superandomi. Escono fuori anche la madre che mi sorride e quella vipera che neanche mi degna di uno sguardo. Raggiungiamo insieme la camera e io raccolgo nel borsone i miei pochi vestiti, le pistole e gli effetti personali. Prima di uscire dalla camera, Zaira mi ferma...mi giro e lei mormora "Grazie del tuo servizio" si avvicina e dandomi sulla mano gli orecchini dorati dice "Questi tienili lo stesso, ti potranno servire in futuro" per poi sbattermi la porta in faccia. Che stronza, penso posando per terra gli orecchini e andando nella camera degli ospiti per prepararmi a mettere in atto il piano. Stasera potrò sicuramente entrare nell'ufficio di Bilel e cercare qualsiasi cosa che lo incolpi di frode o di qualche altro reato...sbattendolo finalmente dentro e prendendo io il comando sugli uomini.
   
 
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