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Autore: Moira2020    24/04/2022    0 recensioni
L'amore può durare per sempre? Due anime tormentate e sole possono unirsi per la vita? Dopo due anni di solitudine Ville decide di togliersi la vita, ma lei, la sua lei, ritornerà come in un sogno per salvarlo. Le cose non andranno come si aspetta, ma lui farà di tutto per riconquistarla e chiedere il suo perdono.
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mige Amour, Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Obbiettivo

Stare in una clinica per disintossicarsi è come stare in un mondo a parte. Non puoi avere contatti con l'esterno e quindi il tuo mondo diventa la clinica stessa. Iniziai la riabilitazione con disgusto e fatica ma andando avanti con i giorni l'unica cosa che tenne vivo il mio spirito era il pensiero di Freya. Mi ero posto un obbiettivo ben preciso: avrei terminato i due mesi nella clinica e poi avrei preso il primo aereo per Londra. Mi ero anche ripromesso che se avessi visto Freya felice avrei lasciato perdere e me ne sarei tornato ad Helsinki. 
Avevo chiesto a Migè se conoscesse il posto in cui viveva Freya e magari anche la data del matrimonio. Con sorpresa il mio amico fidato aveva tutte le informazioni che mi serivano.
Il volo per Londra andò liscio come l'olio, dormii un paio d'ore e mi ritrovai in poco tempo su suolo inglese. Quando arrivai a casa di Freya non la trovai, ma una sua vicina di casa mi disse che l'avrei trovata ad un ristorante poco distante. Fu facile arrivare a destinazione, non ebbi problemi. La cercai in mezzo alla folla e infine la vidi. Era seduta ad un tavolo insieme ad altre persone. Il luogo era certamente un posto lussuoso. Freya era avvolta in un vestito color rosa pastello e sorrideva. Io, come al solito, vestito completamente di nero e con quel colorito funebre risaltavo in mezzo a tutti quei fiori e colori primaverili.
Accanto a lei un ragazzo con le spalle larghe e i capelli laccati le posò una mano sulla coscia e lì capii che era lui il bravo ragazzo. Mi accessi una sigaretta, aspirandola con avidità. Come si permetteva di toccarla? Cercai di calmarmi, non avevo il diritto di fare certi pensieri.
Prima di entrare in scena, mi avvicinai un poco. Dovevo assolutamente vedere se indossava l'anello che le avevo dato due mesi prima. Sperai con tutto me stesso che lo avesse perchè quella sarebbe stata la conferma. Se avesse avuto l'anello avrei provato a riconquistarla. Cercai disperatamente di vedere meglio, ma non mi sembrò di scorgere niente sulle sue dita. Poi i miei occhi si posarono sulla mano sinistra e lì vidi un anello, ma aguzzando bene la vista capìì che era un diamante e quello doveva essere il suo nuovo anello di fidanzamento. Sbuffai e iniziai a sentire caldo. Forse mi ero sbagliato e il mio viaggio si sarebbe rivelato inutile. Continuai a fissarla per ancora dieci minuti ma niente.
Già iniziavo a pensare di andarmene per ritornarmene alla mia amata torre, ma qualcosa scintillò alla luce del sole. Freya per un attimo si era alzata e qualcosa ondeggiò sul suo collo. Era l'annello. Lo aveva attaccato ad una sottile catenina che le pendeva lungo il seno. Sorrisi beffardo. Non era tutto perduto in fin dei conti. 
Quando entrai nel ristorante nessuno mi guardò. Avevo soltanto due occhi puntati addosso, quegli occhi che conoscevo a memoria. Da sempre Freya riusciva a sentire la mia presenza, era come se lei fosse la mia bussola ed io il suo nord. Mi osservò nel mio lento camminare strabuzzando gli occhi. Stava pensando al motivo della mia presenza, potevo leggerglielo nel occhi. Quando fui abbastanza vicino mi inginocchiaia di fronte a lei e prendendole la mano la baciai delicatamente. Le persone intorno al tavolo mi stavano guardando con stupore e indignazione. - Ville... cosa ci fai qui? - chiese Freya intontita. 
- Buongiorno a tutti. Io sono Ville Valo il testimone di notte di Freya. Piacere di conoscervi - 
Le mie parole lasciarono ammutolità Freya. 
- Ma tu sei quel Ville Valo? Il cantante degli HIM?- al suono di quella voce mi voltai e una ragazza sulla ventina seduta allo stesso stavolo mi stava indicando quasi con la bocca aperta. 
- Si, sono proprio io - risposi sfoderando uno dei miei sorrisi più ingenui. La ragazza per tutta risposta sorrise a sua volta, poi si rivolse a Freya. 
- Cioè tu mi stai dicendo che la mia futura cognata conosce Ville Valo? E che addirittra sarà suo testimone? Perchè non l'hai detto prima?- 
Gli altri commensali si guardarono senza aver capito niente. Freya era ancora sotto schok non faceva altro che sbattere le palpebre come se fosse in un sogno. Poi, redendosi conto che tutti la stavamo guardando si alzò in piedi di scatto, facendo alzare anche me e stringendomi in vita. 
- Beh,  sorpresa! Sapete come sono le rockstar, sempre impegnate e cosi volubili. Non era sicura e quindi ho preferito non dirlo subito. Io e Ville ci conosciamo da molti anni, vero? - 
Sorrise ma quel sorriso a denti stretti voleva dire solo una cosa; ti ucciderò Ville. Poi continuò rivolgendosi a me. - Lascia che ti presenti i miei suoceri, Ville. Lei è Amanda e lui Roger - mi indicò due signori molto distinti che mi sorrisero continuando a non capire niente di ciò che stava succedendo. 
- Lei invece è Susan, la mia futura cognata - la ragazza mi salutò con un gesto della mano. 
- E io sono Jason - finalmente il ragazzo dietro di me si alzò e mi porse la mano. Nonosante la mia entrata inaspettata sembrava abbastanza calmo. 
- Molto piacere Jason - dissi io stringendo la mano. Era poco più basso di me ma molto più muscoloso ed ero sicuro che mi avrebbe fatto il culo se lo avessi fatto incazzare. 
- Ti prego, siediti con noi. Vuoi pranzare? Sei arrivato giusto in tempo, stavamo per scegliere i fiori per il grande giorno - 
Mi giarai di nuovo verso Freya e scorpii che mi stava pregando con lo sguardo. Mi voleva dire di non farle fare brutta figura. Provai a rispondere ma lei mi precedette. 
- Penso che Ville sia molto stanco e che voglia andare nel suo hotel... - 
Non mi voleva lì come avevo immaginato. L'accontentai. -Vero! Sono esausto, credo che andrò in hotel. Ma comunque avremo modo di parlare in questi giorni. E' stato un vero piacere conoscervi - 
- Se volete scusarmi lo accompagnerei all'uscita, sapete non è molto pratico di Londra - si affrettò a dire Freya. 
- Certo ti aspettiamo, tesoro - disse Jason sorridendo. Così dopo aver salutato tutti fui praticamente spinto fuori da Freya. 
- Cosa diavolo ci fai qui? - mi chiese quando finalmente fummo lontani dagli altri. Io presi una sigaretta e gliela porsi, ma lei mi spostò la mano bruscamente, così la fumai io. 
- Voglio essere davvero tuo testimone e comunque volevo esserci per il tuo matrimonio - 
- Sei impazzito per caso? Jason non sa che abbiamo avuto una relazione - 
- Come non gli hai raccontanto che sei stata con uno famoso per sette anni? Il web è pieno di nostre foto. Ma comunque tanto meglio, non trovi? Non ti darò problemi. - 
Lei strinse i pugni. Lo faceva sempre quando era arrabbiata, anzi diciamo quando era incazzata nera. L'avevo fatta davvero grossa, ma rivederla mi diede una scarica di adrenalina così forte che avrei potuto scalare l'everest. 
- Sei proprio un imbecille! Almeno hai prenotato un hotel? - 
- Certo, non sono un'idiota. Tu torna al tuo pranzo con i suoceri e noi ci vediamo più tardi. - finendo di parlare la guardai da capo a piedi e poi aggiunsi: - da quando ti vesti di rosa? - 
Lei roteò gli occhi e poi soffocò un urlo. 
- Da quando sono uscita dal mausoleo in cui vivevo fino a due anni fa - 
- Cazzate ti piaceva il nero ancor prima di incontrare me - 
Freya si portò le mani sul viso visibilmente frustata e se non fosse stato per le persone intorno a noi mi avrebbe dato sicuramente un pugno. 
- Và, Ville. Ci vediamo alle diciotto a casa mia. - così dicendo rietrò nel ristorante, lasciandomi solo con la mia sigaretta. 

   
 
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