Lacrime e sangue, sangue e lacrime.
L’unica cosa che, seppur flebilmente, riusciva ancora a vedere.
Voci e urla, urla e voci.
L’unica cosa che riusciva a sentire era il suo nome, ripetuto più volte.
Lacrime e urla, sangue e voci.
Per un attimo, la vista gli si schiarì. Il cielo sopra di lui era cupo, pronto ad ospitare una tempesta imminente.
A nascondere le nuvole c’era il volto della professoressa, solcato da lacrime. Lacrime, e sangue.
“Dimitri, Dimitri! Resta con me… ti prego, Dimitri!”
Perché stava piangendo? Cosa l’aveva ferita?
“Pro… professoressa…”
“Dimitri, resisti, Mercedes sta arrivando…”
Fece per sollevare una mano, asciugare quelle lacrime, ma la vista tornò ad oscurarsi per qualche secondo. Emise un gemito di dolore.
“Dimitri, ti prego, ti prego… resta con me, non lasciarmi!”
Non l’aveva mai vista piangere, oltre alla morte del padre. Perché stava piangendo? Cosa l’aveva ferita?
“Professoressa… non piangere…”
“Sssh, Dimitri, non parlare, non sprecare energie… rimani con me!”
Questa volta riuscì a sollevare il braccio; asciugò via una lacrima dalla guancia della donna.
“Morire… tra le tue braccia… non potrei chiedere morte migliore…”
“No, Dimitri, non dire così! Resta con me, resta con me, non posso perderti per l’ennesima volta…”
“Non… mi perderai… troverò il modo di tornare da te…”
“Dimitri…!”
“Mia amata… te lo prometto…”
Tutto divenne buio.
“DIMITRI!”
 
‘Sono caduto tra le tue braccia, sono morto tra le tue braccia, e non avrei potuto chiedere destino migliore. Una fine immeritata, per il mostro che sono. Eppure tu mi hai accettato, mi hai sempre guidato, supportato, e amato… L’unico rammarico è che non potrò ricambiare il favore… Per adesso. Ma, professoressa, ti prometto che ti ritroverò, mi ci volessero mille vite, tornerò da te. Sono caduto tra le tue braccia, sono morto tra le tue braccia, non pensi che sia poetico? Per la prima volta da anni mi sono sentito in pace, perché me ne sono andato tra le tue braccia. Eppure… eppure mi manchi, mia amata. È passata un’infinità di tempo, ma ancora non mi hai raggiunto. O forse non posso ritrovarti qua, nell’aldilà? Sono caduto tra le tue braccia, sono morto tra le tue braccia, e anche se mi sono sentito in pace, ora piango, perché non sei qui con me. Egoista da parte mia, lo so! Ma troverò il modo di tornare da te. Troverò il modo di tornare. Tornare da te. Mia amata, sono caduto tra le tue braccia, sono morto tra le tue braccia, ed è tra le tue braccia che voglio tornare. Nulla mi può fermare, nulla riuscirà a impedire questo mio egoistico desiderio. Mia amata, sono caduto tra le tue braccia, sono morto tra le tue braccia, ed è tra le tue braccia che sto tornando. Aspettami, mia amata… Solo un altro po’, e poi sarò di nuovo da te…’
 
“Buongiorno a tutti! Come forse saprete, sono il nuovo studente, ma mi sembra appropriato presentarmi come si deve. Mi chiamo Dimitri Blaiddyd, ed è un piacere fare la vostra conoscenza”.
Annette, Sylvain, Ingrid, Mercedes, Felix, Ashe, Dedue, Flayn. Non mancava nessuno all’appello. La promessa per il millenario del monastero aveva avuto risonanza in ognuna delle loro vite congiunte. Era lieto di averli ritrovati, sorrise calorosamente a ciascuno di loro, consapevole che nessuno ricordava il passato.
Eppure, eppure. Chi gli fece battere il cuore all’impazzata fu la professoressa, che gli volse il suo solito sorriso gentile.
Quanto gli era mancato.
La sua professoressa, la sua Byleth, la sua amata.
‘Sono tornato… e non intendo andare da nessuna parte’.