Nell’autunno dell’anno 2010, si ebbe un
violento attacco al Castello di Canterlot.
Celestia aveva fatto radunare tutti i
suoi consiglieri e le loro famiglie nel salone principale del palazzo, dando
ordine alle guardie di non far entrare nessuno in quel perimetro.
Fuori, rimbalzata dal gigantesco
schermo magico che aveva evocato, c’era sua
sorella.
La sua Luna, la giumenta perduta
esattamente un millennio prima, nel 1010, divorata dall’invidia e dalla rabbia.
Si faceva chiamare Nightmare Moon, ed era profondamente diversa dalla bellissima
alicorno dallo sguardo dolce e i capelli color fiordaliso che era stata.
Era diventata più alta, il suo manto si
era tinto con le tenebre più scure, i suoi crini si erano fatti eterei,
stellati, impalpabili come fumo colorato.
Le sue ali si erano fatte aguzze, come
ali di pipistrello.
Si era liberata della sua prigionia
sulla Luna, ed aveva formato una squadra di malvagi, eterogenea ma ben
organizzata.
C’era Tirek, un possente centauro dallo
sguardo cattivo e i muscoli esplosivi.
C’era Sombra, un unicorno con la
peculiare capacità di dissolversi in una nebbia nera.
C’era Chrysalis, una mutante
dall’aspetto grottesco, ma anche stranamente attraente.
C’era Re Tornado, un lemure dal muso
grigio e l’espressione arrogante.
C’era Cozy Glow, la piccola del gruppo,
una normalissima pegaso rosa con i riccioli curati.
Infine, c’era
forse la creatura più potente di tutte, una sorta di chimera: Discord, l’essere
del Caos, colui che era in grado di manipolare la realtà a suo piacimento.
Chiusi nel salone principale del
Castello, c’erano gli Elementi dell’Armonia, un gruppo di ragazze figlie dei
consiglieri di Celestia.
Twilight Sparkle era un alicorno color
lavanda, figlia di Celestia e di Sir Night Light;
Applejack era una pony di terra bionda,
figlia di Madame Pear Butter;
Fluttershy era una pegaso timida,
figlia di Sir Seraphin;
Rarity era accreditata come la più
bella unicorno di Canterlot, figlia di Madame Cookie Crumbles;
Pinkie Pie era l’allegrona del gruppo,
figlia di Madame Cloudy Quartz;
Rainbow Dash era la pegaso più veloce
di tutti, figlia di Madame Windy Whistles.
Infine, con loro c’era Spike, un
draghetto di dieci anni, figlio adottivo di Celestia.
Erano rannicchiati gli uni contro gli
altri, mentre gli unicorni e gli alicorni facevano di tutto pur di mantenere lo
schermo magico intatto.
“E’ inutile che vi nascondiate come
lepri tremanti! Il vostro scudo non reggerà a lungo!”
Celestia resistette il più possibile,
sforzandosi di non rimembrare le volte in cui aveva consolato la piccola Luna,
le volte in cui l’aveva imboccata, le volte in cui l’aveva cullata. Tutto ciò
era ormai morto, sepolto sotto strati e secoli di rancore e incomprensioni.
D’un tratto, un’idea si fece strada
nella sua mente.
“LUNA! SORELLA MIA!” urlò quindi.
“NON CHIAMARMI CON QUEL NOME RIDICOLO!
IO SONO NIGHTMARE MOON, SIGNORA DELLE TENEBRE E DELLE ECLISSI! LUNA E’ MORTA.”
“Invece no, è ancora viva e io so che
starà ad ascoltarmi!”
Silenzio. Si udiva soltanto il guizzare
della magia.
Nella mente delle due sorelle era
ancora vivo il ricordo dei pianti interminabili di Luna, il suo non riuscire ad
accettare di essere una luce minore, il vedere i pony addormentati durante le
sue bellissime notti punteggiate di stelle.
Sua sorella maggiore aveva gli onori
del Sole, riceveva grandi mazzi di fiori quando faceva i bagni di folla, era
sempre sorridente e si beava dell’operosità dei pony, fossero loro impegnati
nei campi, nella fabbrica del meteo o nelle librerie di Canterlot.
Luna avrebbe voluto essere consolata,
spronata.
Celestia, invece, le aveva dato dell’ingrata:
“Nessun
altro pony ha la facoltà di entrare nel mondo dei sogni! Ti comporti come una
puledrina viziata!”
“Disse
quella che non può fare un passo senza avere scrosci di applausi!”
Erano volate parole grosse, ognuna era
rimasta arroccata sulla propria torre d’avorio e quel litigio si era ingrossato
fino a determinare una spaccatura insanabile fra di loro.
I loro genitori, semplici pony di terra
che avevano avuto la grazia inspiegata di avere due figlie alicorno, morirono
senza vederle riconciliate, con loro immenso dolore.
Il cuore di Nightmare Moon pulsò
ferocemente a quel pensiero, dando luogo al primo, vero rimorso dopo tanti
secoli.
“E sia. Ti ascolterò. Ad una
condizione: che anche voi ascoltiate noi.”
Celestia non sapeva cosa potesse volere
quella banda di criminali, ma diede la sua parola:
“Te lo prometto.”