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Autore: DrkRaven    02/05/2022    2 recensioni
VICTUURI | La ricerca dell'Amore, come espressione dell'artista e dell'uomo che ormai Yuri è diventato. | Questo racconto partecipa al concorso Wattpad “Empathy – Writing Contest” di @-zooff - Prompt: Amore | ⚠ BOY X BOY ⚠ | Parole: 1.990
⚠Questa storia è frutto della mia fantasia⚠
⚠Qualunque riferimento a trama, personaggi o eventi narrati in altre fan fiction di altri autori è assolutamente e del tutto casuale, ma vi prego di segnalarmelo se doveste riscontrare tale similitudine⚠
⚠E' assolutamente vietato copiare e riprodurre quanto riportato in questa storia⚠
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Minako, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuko Nishigori, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❄ ♥ ❄


Le lame scivolano veloci e silenziose, un soffio graffiato appena percettibile che le accompagna mentre raggiungo il centro della pista.

La patina di freddo che mi avvolge si solidifica attorno ai miei sensi, si cristallizza in una rete impalpabile di concentrazione che, strato sopra strato, chiude fuori il resto del mondo.

I suoni attorno a me sbiadiscono, il pubblico è solo un ronzio indistinto di sottofondo.

Guardo il ghiaccio sotto le mie lame, il suo candore è l’unico colore che mi concedo di notare, lievi venature più lucide a tratti nascoste da una soffice neve creata dalla esibizione precedente.

Inspiro piano e riempio completamente la cassa toracica. Espiro e butto fuori dal mio corpo anche l’ultima briciola di tensione.

Barcellona, sono pronto!



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La prima nota risuona nell’aria, e il mio corpo parte, inizia a muoversi da solo, completamente distaccato dal pensiero cosciente.

Il mio programma libero, la mia ultima possibilità.

La mia mente è in piena trance agonistica e solo in questo stato di grazia posso sperare di dare il meglio di me.

Con un unico colpo d’occhio prendo le misure sulla pista. Scivolo veloce sulla superficie ghiacciata, le lame indifferenti che lasciano sottili cicatrici impresse sul quella candida perfezione.

Il ghiaccio, il mio primo Amore, quando ancora non avevo la minima idea di cosa volesse dire amare. Lo stesso ghiaccio che ora mi accompagna e mi sostiene in questa prova cruciale.

Eseguo i primi movimenti della coreografia, fletto i muscoli delle cosce e salto…



…atterro sulla lama troppo sbilanciato, ma con un colpo di reni recupero la posizione e resto in piedi!

Non sono caduto! È il primo Flip che riesco a concludere senza rovinare sul ghiaccio.

Un’emozione esaltante esplode nel mio petto, il cuore che picchia furioso contro la cassa toracica, le guance in fiamme e la sensazione di poter spaccare il mondo a soli tredici anni!

È il mio primo successo, dopo tante cadute e tanti lividi. Le mani completamente intorpidite per il freddo nonostante i guanti, il naso rosso e ghiacciato che cola.

Eppure, mi devo allenare ancora. Solo in pista mi sento vivo. Solo sul ghiaccio sono in pace con me stesso.



La musica corre, seguo le sue note senza degnare di uno sguardo il pubblico attorno a me. Non sto danzando per loro. Non li vedo. Non li sento. Nella mia testa una calma ed una pace ovattata mi aiutano a mantenere la concentrazione.



La pista è deserta e silenziosa. Amo sgattaiolare qui prima dell’alba solo per godere della sua perfezione, una tavola lucida e brillante sulla quale i miei sogni di gloria danzano con poca eleganza e tanto entusiasmo.

Troppo entusiasmo. Quello che mi ha regalato questa maledetta distorsione e tre mesi di fermo per recuperare.

Ma non riesco a stare lontano dalla pista.

Aiuto Yu-chan con i suoi allenamenti, una lacrima silenziosa scivola fino al mento mentre la guardo sfrecciare sotto i riflettori. Un doppio Flip, poi una trottola combinata, e conclude l’esibizione respirando affannosamente.

Applaudo e cerco di cancellare col guanto le prove della mia tristezza.

Yuko saltella con le lame sul legno scuro, un sorriso di trionfo sul suo viso per aver completato la coreografia senza errori. Ma la sua espressione si fa scura quando mi si avvicina.

Mi getta le braccia al collo.

- Yuri-kun, resisti. Mancano solo due mesi. Passano in fretta. –

- Sei stata bravissima! – le rispondo sincero, perché la mia angoscia non deve rendermi un pessimo amico. E Yuko è la mia migliore amica. La mia unica amica.

Provo una sensazione di calore in mezzo al petto che a quindici anni non so ancora bene come interpretare. Ma il suo abbraccio mi rincuora davvero, mi aiuta a credere che questi due mesi voleranno.

Le sorrido, le lacrime ormai sparite, una sensazione calda e confortante al centro dello stomaco.



Prendo velocità. Una sequenza di passi rapidi e di movimenti aggraziati. Sfreccio di fronte ai giudici, talmente veloce che una lacrima gelida scivola sulla mia guancia…



…acqua gelata cade con violenza sul mio corpo. Fa male. È fredda e dura, ogni goccia è un chiodo acuminato che mi si conficca nel cranio.

- Yurio… Yurio! –

Lo sto chiamando da un minuto, ormai, ma non risponde, troppo perso dentro di sé.

Ma questa espressione… non ho mai visto Yuri Plisetsky con il volto così sereno. Non so a cosa stia pensando, ma forse l’idea di Victor di venire alla cascata non è stata poi così male, se è riuscita a dipingere il viso di Yurio con i colori di Agape.

Sembra così vulnerabile, ora: la tigre feroce è diventata un micetto mansueto.

Da quando si è precipitato in Giappone per riprendersi Victor, che gli aveva promesso di creare una coreografia per il suo debutto nella categoria Seniores, ci alleniamo insieme tutti i giorni.

Dovrei sentirmi minacciato, ma in realtà la sua presenza mi sprona, mi spinge a dare il meglio di me. E credo che per lui sia lo stesso. Si allena con una determinazione che non gli apparteneva fino a poco tempo fa.

La sua immagine, sempre così sicura e arrogante, è in realtà una facciata che gli fa da scudo verso il mondo.

Non riesco a non provare tenerezza per questo ragazzino che vuole solo un po’ di attenzione. Da Victor. Dal pubblico. Da me.

Una sensazione di calore si diffonde in me pensando a Yurio, scaccia il gelo della cascata e le paure della competizione che ci aspetta.



Ho concentrato i salti nella seconda metà dell’esibizione, so che posso farcela, ma devo restare calmo.

Eseguo un quadruplo Salchow e subito dopo un Triplo Flip.

Il pubblico esplode in un boato…



…assordante, la mia esibizione è arrivata. Non era perfetta, ho commesso parecchi errori, ma sono riuscito a suscitare emozioni, ed è questo che conta.

Non so nulla dell’Eros, ma questa piccola gara all’Ice Castle che Victor ha organizzato mi ha obbligato a mettermi in gioco.

Minako-san ha passato la notte ad allenarmi, per cercare di insegnarmi a mostrare la mia sensualità. Ed ora mi osserva da bordo pista, un sorriso soddisfatto sul suo volto.

Ma i miei occhi cercano lui. Victor.

È commosso. Sono riuscito a farlo emozionare.

So che il mio Eros è ancora acerbo, immaturo, l’idealizzazione di un ragazzino ingenuo che a ventitré anni non ha mai avuto nessuna esperienza in amore. Il paragone col cibo è dozzinale, ma ad oggi non ho davvero altro riferimento per qualcosa che mi attiri e mi seduca tanto da farmi perdere la presa sulla razionalità.

Mi rendo conto che ho ancora tanta strada da fare per diventare una persona ed un artista completo.



La musica scorre veloce e mi accompagna in un Triplo Axel.

La lama atterra sul ghiaccio vibrando, in risonanza con le note del…



…pezzo che ha composto apposta per me.

Piombo come una furia in camera di Victor, salto sul letto incurante che sia notte fonda e gli infilo gli auricolari alle orecchie. Non posso aspettare domani.

Gli occhi lucidi e sgranati, il volto arrossato dalle emozioni che sgorgano subito al centro del suo petto.

Un cenno di assenso. È lei!

- Come la chiamerai? – mi chiede il giorno successivo.

Prendo un pennarello e lo scrivo sul CD: “Yuri on ice”.

Perché sono io, sul ghiaccio.

Il mio programma libero è la storia di quello che sono, della mia crescita e maturazione interiore.

Una bozza in bianco e nero che ha acquisito contorni sempre più netti e precisi con il passare degli anni. Il candore del ghiaccio si è tinto dapprima di giallo, mescolando l’energia della gioventù con il calore dell’amicizia. La tavolozza si è arricchita poi col blu della consapevolezza, una serena presa di coscienza che mi accompagna ora verso il futuro e la mia affermazione personale. E poi, Victor ha completato il quadro con il rosso dell’Amore.

Il tema che ho scelto per questa mia ultima partecipazione al Grand Prix non poteva essere che questo: “About My Love - A proposito del mio Amore”.



La sequenza cresce in difficoltà, eseguo un triplo Axel, un Loop e subito un Triplo Salchow.

Siamo quasi alla fine della esibizione. Alzo il volto, le luci…



…delle bancarelle brillano gioiose. Passeggiamo silenziosi in mezzo alla folla che fa gli ultimi acquisti al mercatino di Natale.

Voglio fare un regalo a Victor per il suo compleanno. Ma cosa posso regalare a chi ha già tutto?

Vorrei fargli capire quello che rappresenta per me. Vorrei ringraziarlo per avermi insegnato tante cose in questi mesi.

È stato un coach stimolante e creativo, la sua inesperienza non gli ha impedito di trovare gli stimoli giusti per spronarmi a fare sempre meglio.

È stato un amico prezioso, anche se goffo e impacciato a volte, quando la mia emotività prendeva il sopravvento. Ma, a modo suo, non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno.

È stato la mia famiglia, una presenza solida e affidabile insieme a me in giro per il mondo.

Ma soprattutto, è stato Amore, in tutte le sue forme. Mi ha spinto a crescere, a cercare dentro di me cosa volesse dire amare ed essere amati. Mi ha dato sé stesso, e mi ha accettato per quello che sono.

È stato Agape. È stato Eros.

La vetrina di “Maria Dolores” cattura la mia attenzione. Non ho più alcun dubbio.

Victor mi osserva in silenzio mentre parlo con la commessa, sicuro di me per la prima volta nella mia vita. Non dice nulla mentre scelgo, pago e non parla nemmeno quando lo trascino davanti alla Cattedrale.

Un coro natalizio in sottofondo, le voci calde e armoniose che accompagnano il gesto goffo con cui gli sfilo il guanto della mano destra, e infilo sul suo anulare una fascetta d’oro che brilla tenue alle luci soffuse della facciata di marmo bianco.

I rintocchi delle campane accompagnano il mio impacciato ringraziamento.

Victor sorride timidamente, un’espressione che non gli avevo mai visto ma che suscita in me un’emozione così profonda e intensa da spingermi alle lacrime. Il vero Victor, quello autentico che nessuno conosce.

Prende la mia mano destra e ripete lo stesso gesto infilandomi la fedina d’oro.

- Voglio che domani tu sia onesto e mi faccia vedere il pattinaggio che ti piace di più. – mi dice sorridendo.

La sua dichiarazione d’amore.

Mi perdo nei suoi occhi, in quell’azzurro incredibile che brilla di commozione.

La sensazione di calore in mezzo al mio petto si espande sempre di più.

Aumenta. Cresce.

Un fuoco indomabile brucia ormai dentro di me, un sentimento così forte e potente da fare impallidire tutto il resto. E ne vengo divorato. Mi consumo in quelle fiamme e divento cenere.

Perché solo dalla cenere posso rinascere, un nuovo Yuri che ha finalmente capito l’Amore, in tutte le sue forme e in tutte le sue sfaccettature, e che può finalmente esprimersi e raccontarlo al mondo.



Eseguo con precisione il Triplo Lutz e subito dopo il Triplo Toe Loop.

Ormai non ho più paura, come si concluderà la gara non è importante. Quello che conta è chi sono diventato.

L’oro che mi interessa brilla già sul mio anulare.

Un quadruplo Flip, il passo distintivo di Victor, eseguito in suo onore. Il pubblico esplode in un boato.

Le ultime note del brano risuonano nell’aria mentre eseguo una trottola bassa, mi rialzo e rallento la rotazione; mi fermo e concludo la coreografia indicando Victor con la mano sinistra. Il cuore batte furioso nel mio petto, e ci poso sopra la mano destra, l’anello che brilla a testimonianza della nostra promessa.

L’emozione sul volto di Victor è la mia vittoria, non mi importa del punteggio.

Victor mi precede al Kiss and Cry; respiro furiosamente per recuperare ossigeno ma soprattutto tempo. Uscire di pista vorrebbe dire che è tutto finito.

Ed io ho capito che non ne ho ancora abbastanza. Ne voglio ancora.

Di ghiaccio. Di emozioni. Di gare. Di Victor.

Perché tutto questo è Amore. Ed ora che ho capito che cos’è, non posso farne a meno.


❄ ♥ ❄


Ti ringrazio di cuore per aver letto la mia storia. Spero che ti sia piaciuta e che vorrai lasciarmi le tue impressioni.

   
 
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