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Autore: Altair13Sirio    06/05/2022    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Iustitia sollevò l'ultimo masso sulla propria strada e lo lanciò via prestando poca attenzione a dove sarebbe atterrato, abbassandosi immediatamente per afferrare uno degli arti dell'Animus, rimasto sepolto sotto alle macerie dopo che quell'ondata di terra li aveva travolti.
«State bene?» Domandò Ryo mentre lo Stridiosauro a motore si rimetteva in piedi rimanendo stretto a quello della caposquadra.
«Le nostre braccia non sono abbastanza abili per permetterci di liberarci da tutta quella terra…» Borbottò irritata Rin. «Animus è progettato per muoversi orizzontalmente, nessuno ci ha mai parlato di dover affrontare muraglie di roccia!»
«E' una fortuna che non abbiate perso la connessione. Qualcuno è ferito?»
«Stiamo bene. Credo di aver preso un duro colpo alla schiena però, mi sento il collo tutto intorpidito…»
«A chi lo dici…> Si inserì distrattamente la Pistil dello Iustitia. Era preoccupata per il resto della squadra, la situazione era veramente poco incoraggiante: essere travolti da una gigantesca onda di rifiuti non era il modo in cui aveva sperato di iniziare lo scontro, ma ormai era andata; avevano avuto fortuna a non subire danni maggiori, anche se immaginava che i VIRM avessero pianificato altro per loro.
Diversamente dalla volta scorsa, la nave aliena era atterrata prima di mandare le unità più piccole a combattere. Forse quella distruzione creata era stata solo un imprevisto a loro particolarmente sfavorevole, oppure un effetto calcolato per demoralizzarli ancora prima di attaccare.
«Come stanno gli altri?» Domandò Aki cercando di riprendere il pieno controllo dell'Animus. Il suo Stridiosauro si muoveva ancora in modo goffo, sembrava aver perso completamente l'equilibrio.
Ryo si guardò intorno unendosi alle ricerche di Kya, che lasciò andare un sospiro di sconforto.
«Ci piacerebbe saperlo.» Disse. «Le comunicazioni sono andate, possiamo parlarci solo di persona, in questo modo: niente radio.»
«Deve essere stata quella specie di sirena.» Suggerì lui. «Per un momento ho pensato che anche lo Iustitia si sarebbe spento, è stato… Molto preoccupante.»
«Eh?» A quelle parole Kya sembrò oltraggiata. Diede un pugno alla corona dello Stridiosauro come se volesse schiaffeggiare lo Stamen per ciò che aveva detto. «Non diciamo scemenze! Iustitia non potrebbe mai farsi mettere al tappeto da un attacco patetico come quello.»
Aki e Rin guardarono con confusione la loro compagna mentre Ryo prestò poco ascolto alle sue parole, più interessato ad osservare il campo di battaglia. La polvere sollevata era troppo fitta, c'era una coltre impenetrabile attorno a loro che gli impediva di vedere cosa succedesse più lontano di un centinaio di metri; erano stati fortunati a trovare l'Animus per primi, incastrato com'era non avrebbe avuto alcun modo di difendersi dai VIRM.
«Silenzio!» Disse a un certo punto, interrompendo lo sproloquiare della sua partner. Normalmente Kya si sarebbe indispettita e avrebbe cominciato a parlare ancora più sguaiatamente, ma il suo istinto e i sensi connessi a quelli di Ryo le consigliarono di rimanere sull'attenti e mettere da parte la sua natura infantile.
La terra tremava leggermente. Era scossa da rapidi colpi che si ripetevano a cadenza regolare, numerosi e sempre più vicini. Subito Animus e Iustitia prepararono le armi e si misero in posizione per combattere. Erano al centro di un cratere, doveva essere stata la caduta dell'Animus a crearlo e gli scavi di Iustitia per liberarlo probabilmente lo avevano ampliato; una posizione sfavorevole, specialmente se circondati.
E loro lo erano decisamente.
Dalla polvere fecero la loro comparsa diverse unità VIRM di grossa taglia, grandi quanto un classe Gutenberg e forse anche di più. Li osservavano dall'alto in basso come se avessero già la vittoria in pugno, forse ridevano di loro, tronfi delle condizioni pietose in cui li avevano messi con il loro atterraggio.
Animus caricò i fucili al massimo, ma anche con la potenza degli ultimi aggiornamenti dell'I.P.U. sarebbe stato impossibile abbattere quei giganti senza prima danneggiarli in profondità. Aki era indeciso se sparare o attendere una mossa dai nemici, quando due dei dodici giganteschi esseri si lanciarono giù nel cratere con le loro braccia sollevate, pronti a colpire.
Animus fece fuoco, ma il colpo mancò il suo bersaglio perché Iustitia lo afferrò con tutta la forza che poté e lo trascinò con sé verso un varco appena creatosi dopo il salto dei VIRM.
La caduta dei due giganti sollevò altra polvere e per poco i due Stridiosauri non furono nuovamente travolti; invece grazie all'agilità di Iustitia, riuscirono a raggiungere il perimetro del cratere, ma qui dovettero vedersela con gli altri nemici.
Mancava poco, ancora un balzo e sarebbero saltati fuori da quella trappola, ma proprio mentre Iustitia cominciava a vedere i fiochi raggi di sole che filtravano in mezzo a tutta la polvere sollevatasi, una gigantesca mano lo colpì in pieno rispedendolo in fondo al cratere.
Animus fu sbalzato via. La stretta di Iustitia era salda, ma il colpo del VIRM fu talmente forte da fargli scivolare completamente l'arto da cui l'aveva afferrato; Aki e Rin si ritrovarono sotto alle gambe di un altro gigante e decisero di fare fuoco istantaneamente, sperando almeno di attirare l'attenzione di un po' di loro, in modo da rendere più facile la fuga dei loro amici.
Il VIRM che torreggiava su di loro si voltò lentamente e tentò di schiacciarli, ma Aki fece rialzare lo Stridiosauro talmente in fretta che anche lui si sorprese di quei riflessi; partì lanciando una scarica più intensa di proiettili alle proprie spalle, sfruttando la propulsione e iniziando a correre sulla cresta del cratere. Da lì potevano finalmente controllare meglio la situazione, e non era per nulla rosea: Iustitia aveva sbattuto contro la schiena di uno dei due giganti fiondatisi al centro del cratere e adesso stava lottando per schivare al meglio i loro attacchi, scalando i loro corpi e cercando di danneggiarli con ogni colpo, per quanto leggero potesse essere.
Rin sapeva che le attenzioni di tutti gli altri VIRM erano per loro, che erano nella posizione di poter scappare, ma non poté fare a meno di puntare i fucili contro i giganti al centro per aiutare i suoi compagni nel loro scontro; dovevano concentrare il fuoco sugli stessi obiettivi per essere efficaci.
«Attenta!» L'urlo di suo fratello la fece tornare alla realtà e la ragazza si lasciò sfuggire uno sparo ad alta concentrazione proprio davanti a sé, trapassando una enorme mano che si era parata di fronte a loro all'improvviso.
Ancora scossa, la ragazza cercò di capire cosa fosse successo e si distrasse ancora di più mentre Aki la rimproverava e cercava di riprendere il pieno controllo dello Stridiosauro. Questa volta fu lei a urlare quando il ragazzo si distrasse, andando incontro alla gamba di uno dei giganti e deviando la propria direzione, rientrando rovinosamente all'interno del cratere.
Iustitia intanto era arrivato sulla testa di uno dei giganti. Aveva visto i proiettili di supporto dell'Animus pur non prestando molta attenzione da dove venissero e questo l'aveva convinto ancora di più di poter vincere anche quello scontro: era un piccolo passo, ma avrebbe potuto fare una differenza enorme.
Kya urlò quando lo Stridiosauro spiccò un salto verso l'alto preparandosi a scagliare la sua lancia nella testa del gigante, fiduciosa che avrebbe trapassato la sua corazza e disattivato ogni sua funzione. Il colpo andò a segno, il VIRM fu ferito gravemente, ma non morì, non subito; il suo corpo iniziò a cadere e sprofondare nella terra smossa, travolgendo anche il suo compagno e tirando con sé Iustitia, che aveva la lancia ancora incagliata nella sua corazza.
Kya e Ryo provarono a tirare, ma non riuscirono ad estrarre l'arma dalla cute del mostro. Una breve occhiata verso il basso gli fece scorgere il corpo dell'Animus riverso nella terra, scoperto e in pericolo mentre gli altri VIRM si avvicinavano pericolosamente. Fu in quel momento che decisero all'unisono di attivare i retrorazzi alla massima potenza; la forza fu sufficiente per liberarli dalla testa del gigante, ma li spinse verso quella dell'altro accanto. Noncuranti del gigantesco VIRM alle loro spalle, i ragazzi eseguirono una piroetta e piantarono i talloni dello Iustitia nella corazza del nemico, piegando le ginocchia più che poterono e dandosi lo slancio per sfuggire da lì e andare in direzione degli amici in difficoltà.
L'esplosione dei retrorazzi fu tale da far crollare anche il secondo gigante, per quanto questo non fosse ancora stato eliminato, e lo Iustitia volò nell'aria in un attimo, schiantandosi nelle vicinanze dell'Animus.
Noncurante dei nemici che li circondavano, Iustitia scattò verso l'Animus per aiutarlo a rialzarsi e abbassò la guardia totalmente. Alle sue spalle un VIRM sollevò il pugno per schiacciare entrambi gli Stridiosauri, ma a quel punto fu l'Animus stesso ad alzare istintivamente un braccio e sparare una bordata alle spalle del compagno di squadra, colpendo il nemico così forte da destabilizzarlo e permettendo a Iustitia di guadagnare un po' di tempo.
«Guarda dove vai quando fai questo genere di pazzie!» Sbottò Rin esausta mentre Kya e Ryo aiutavano i loro amici a rialzarsi.
Kya sapeva di essere stata imprudente, ma non le interessava; in quel momento l'unica cosa che le era saltata in mente era stato aiutare i suoi compagni, anche la sua incolumità veniva dopo di questo. «Dobbiamo uscire da qui!» Esclamò caricandosi l'Animus su una spalla.
«Siamo circondati, non è possibile scappare!» Ribatté Aki, che stava già ricaricando i fucili pronto a sparare ai VIRM. Con la sua potenza di fuoco poteva tenerne occupato uno e Iustitia era in grado di affrontarne un altro facendo attenzione a non farsi colpire, ma restavano comunque altri nove giganti pronti a intromettersi nella battaglia e vanificare tutti gli sforzi degli Stridiosauri.
«Dannazione!» Imprecò Kya. Se solo non fossero stati isolati dagli altri, a quest'ora sarebbe stato facile scambiarsi gli avversari e prendere anche solo un attimo per tirare il fiato. Se non fosse appena iniziata la battaglia avrebbe pensato di attivare la modalità berserk e far fuori tutti quei giganti da sola, ma in quel momento senza nemmeno conoscere le forze nemiche nella loro interezza…
«Non ci pensare nemmeno!» La fulminò Ryo all'interno della cabina.
La ragazza si voltò mandandogli uno sguardo lascivo. «Allora anche tu leggi nei miei pensieri…» Se non fossero stati in una situazione critica Ryo sarebbe anche stato al suo gioco, ma in quel momento non aveva intenzione di lasciarla scherzare come al solito.
«La modalità berserk non sarebbe sufficiente! Rimarremmo senza più energie e saremmo solo un peso per il resto della battaglia.»
«Rilassati, non ho intenzione di fare qualcosa di così stupido…» Lo tranquillizzò lei, ma il suo tono di voce annoiato non lo convinse per niente.
Ryo tornò a concentrarsi sull'esterno dello Stridiosauro e fece un guizzo per schivare un attacco di uno dei VIRM più vicini. Il braccio del gigante affondò nella terra e fece barcollare sia Iustitia che Animus e i due Stridiosauri si dovettero separare.
«Animus, voi siete veloci; dovete sfruttare le aperture e fuggire da qui il prima possibile!» Suggerì pur sapendo quali fossero le implicazioni di quel piano. Ma i due fratelli furono granitici sulle loro convinzioni.
«Non se ne parla, Ryo! Non vi lasciamo indietro!»
Un altro attacco allontanò ancora di più gli Stridiosauri. Ormai i ragazzi si stavano urlando a distanza mentre nel frattempo si muovevano per schivare i colpi dei nemici.
«Se restiamo qui moriremo entrambi senza aver ottenuto nulla!»
«Quindi avresti intenzione di morire? Vuoi mollare così presto?»
«Smettila di essere tanto testardo e cerca di pensare più in grande!»
«Volete smetterla voi due?!»
L'urlo di Rin arrivò nello stesso istante in cui Kya prese il controllo di Iustitia per scagliare la propria lancia addosso a un VIRM che stava per afferrare i suoi amici; allo stesso modo, la Pistil dell'Animus prese le redini nella connessione con il fratello e sparò un colpo alla massima concentrazione contro un gigante che si stava per avventare su Iustitia, facendolo crollare a terra.
«Nessuno deve morire qui! Se collaboriamo come abbiamo sempre fatto, possiamo vincere anche questa battaglia!» Esclamò voltandosi verso i compagni di squadra.
«Ben detto, Rin!» Le fece eco Kya, che in quel momento avrebbe iniziato a parlare di quanto fossero disfattisti e drammatici i maschi, ma la situazione richiedeva di restare concentrati così decise di restare zitta.
Sfortunatamente, il discorso di Rin si trasformò in fumo quando l'Animus fu falciato dall'attacco improvviso di un VIRM che lo spedì in aria. L'urlo della ragazza echeggiò fino a Iustitia, che poté rimanere a guardare la scena impotente mentre i suoi compagni di squadra venivano afferrati da un altro gigante e scagliati al suolo in un impatto devastante.
«RIN!» Gridò fuori di sé Kya, che tentò inutilmente di attivare la modalità berserk.
«Lasciamelo fare, Ryo!» Ringhiò la ragazza che avrebbe tanto voluto abbandonare la postazione per prendere a pugni il partner che si rifiutava di collaborare. «Devo andare a salvare Rin!»
«E' troppo pericoloso, saremo completamente scoperti non appena finirà la carica!» Ryo provò a farla ragionare, ma sapeva che era ormai tardi per quello. «Non possiamo prendere rischi così grandi o finiremo per essere uccisi!»
«E lasciar morire Aki e Rin va bene, invece?» Sbottò lei furiosa, alzando la testa e voltandosi verso il ragazzo che fu scosso da quelle parole.
Ryo era sempre stato quello più saggio; aveva già capito da tempo cosa rischiavano in quelle battaglie e tuttavia sembrava essersi reso conto di questa cosa solo ora. La paura negli occhi di Kya era reale, una emozione nuova in lei, mista a rabbia e disperazione, altri due sentimenti rari per la ragazza che aveva illuminato la sua vita sin dall'infanzia.
Le mani di Ryo scivolarono verso i comandi della modalità berserk e si preparò a pigiare il pulsante; pur conoscendo i rischi di quella scelta, non poteva restarsene a guardare mentre i suoi amici venivano massacrati.
«Adesso ho capito perché ti hanno fatta caposqua…» Proprio nel momento in cui il suo dito premeva il pulsante, Ryo si vide interrotto da un violento scossone che travolse lo Stridiosauro. Si erano distratti un secondo di troppo, diventando un bersaglio facile per i VIRM che approfittarono di quella situazione.
Un colpo a spazzata scaraventò via Iustitia, Kya si sentì come un giocattolo in mano a un bambino molto irruento; il suo corpo si irrigidì di colpo e la sua gola emise un urlo strozzato mentre tutto attorno a lei incominciò a girare. Ryo mollò i comandi e quasi cadde dal proprio sedile, ma riuscì a mantenere aperta la connessione e rimanere così vigile.
Quando tornò a guardare all'esterno attraverso gli occhi di Iustitia, Ryo riuscì a vedere solo la polvere che riempiva l'aria e una gigantesca mano in avvicinamento verso di lui. Doveva uscire da lì, attivare i retrorazzi e scappare più in fretta che poteva, ma non aveva idea di dove andare e in quel momento aveva un solo pensiero in testa.
«Kya!» Urlò senza distogliere gli occhi dal nemico. «Stai bene? Batti un colpo!»
Un flebile gemito di risposta arrivò dalla ragazza di fronte a sé; era ancora cosciente e rispondeva agli stimoli, ma poteva ancora pilotare? Il suo fisico avrebbe retto alla modalità berserk adesso?
Toccava a lui farsi carico di uscire da lì, e lo avrebbe fatto tirando fuori da quell'inferno anche Animus, a costo di trascinarsi dietro i suoi compagni! Ma quando prese in mano i comandi dello Stridiosauro esitò per un istante.
La mano, l'arto o protuberanza che fosse, si era fatta enorme. Il VIRM era a un passo da loro, li avrebbe stritolati senza alcuna fatica.
I nervi di Ryo gli stavano urlando di agire, sbrigarsi a tirare fuori Kya da quella situazione… Ma il suo corpo non rispondeva. Era solo un piccolo umano, come poteva pensare di affrontare quegli abomini, quando fino a quel momento in coppia avevano subito soltanto?
Cosa poteva fare da solo? Cosa potevano fare tutti loro, isolati come ora?
Ma Iustitia non era veramente solo.
Qualcosa saltò fuori dal terreno sollevando un gran polverone e travolgendo il gigante che stava per afferrarlo; Ryo riuscì a scorgere solo qualche riflesso argentato nella fioca luce di quella giornata, ma sentì il cuore riempirsi di sollievo pur non riconoscendo il suo salvatore.
La figura sembrò danneggiare in modo critico il nemico e si scagliò subito dall'altra parte tuffandosi nel sottosuolo e tirandosi dietro una lunga coda. Era Anthurium.
Ma certo!
Rinvigorito da quella realizzazione improvvisa, Ryo attivò i retrorazzi e chiese scusa mentalmente a Kya se quella mossa l'avrebbe affaticata. Preso pienamente il controllo dello Stridiosauro, manovrò lo Iustitia per rimettersi in posizione verticale e lo condusse agilmente attraverso il campo di battaglia schivando gli attacchi dei VIRM rimasti; Anthurium aveva dimezzato i nemici grazie al suo attacco a sorpresa e in lontananza si poteva vedere mentre continuava a dare spettacolo, abbattendo altri giganti delle sue stesse dimensioni. L'arrivo insperato dei loro compagni aveva aperto un varco nel cratere; sarebbe stata la via d'uscita da quell'inferno una volta recuperato Animus.
Lo Stridiosauro dei fratelli Okagawa era all'interno di un cratere più piccolo, apparentemente disattivo. Tuttavia, quando Ryo lo sollevò per trascinarlo fuori da lì poté sentire un verso esausto provenire dal mecha; sapere che Aki e Rin fossero ancora coscienti lo rincuorò, ma non sapeva ancora in che condizioni fossero realmente e per questo rimase concentrato e decise di rimandare i sospiri di sollievo.
Iustitia attivò nuovamente i retrorazzi e questa volta si sollevò da terra con più fatica a causa del peso in aggiunta dell'Animus. L'uscita dal cratere era molto vicina, sarebbe bastata una piccola spinta per raggiungerla ma ora che era alla loro portata sembrava anche irraggiungibile mentre i VIRM rimasti in zona si rialzavano, pronti a intercettarli.
Ryo si voltò sentendo un movimento alle proprie spalle; quando vide uno dei nemici in procinto di piombare su di lui capì che non sarebbe mai riuscito a schivarlo e con Animus sulle spalle la sua mobilità era molto limitata, mentre provare a combattere in quello stato era una pessima idea. Stava per tentare un disperato attacco con la lancia di Iustitia, quando dalla terra emerse di nuovo Anthurium che azzannò la testa del VIRM e rilasciò una scarica elettrica che diede violente convulsioni al gigante, prima di decapitarlo con uno strattone deciso.
Di fronte a quella scena, con il "sangue" violetto del VIRM che pioveva su di loro, Ryo attivò al massimo i retrorazzi e poté finalmente uscire da lì con Animus ancora attivo. Il dislivello all'esterno del cratere era tale che il pilota non riuscì a stimare correttamente la distanza dal suolo ed entrambi gli Stridiosauri rotolarono rovinosamente per terra, salvi ma ancora sotto attacco.
Un colpo di tosse arrivò dallo Iustitia. Kya sembrava starsi riprendendo.
«Bella mossa, Ryo…» Esalò cercando di riprendere fiato. Aveva preferito lasciare il controllo a lui in quel frangente, ma non mancò di stuzzicarlo come al solito:«Avresti potuto tirare fuori queste manovre un minuto prima però…»
Ryo ignorò la sua debole ironia e si guardò intorno notando come la concentrazione di VIRM fosse solo all'interno del cratere; gli altri nemici erano parecchio distanti e poco visibili a causa della polvere nell'aria.
«Devi ringraziare Anthurium se sono riuscito a fare quelle cose.» Disse alla fine sentendo improvvisamente caldo. Solo in quel momento si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo; gli faceva male il petto e gli si stavano addormentando le dita da quanto aveva stretto i comandi.
Sentì Kya gemere con fare ironico e subito dopo a poca distanza da loro si aprì un varco nella terra brulla da cui fece capolino la testa del classe Gutenberg.
Kya fissò per un momento il serpente meccanico che li aveva tirati fuori dai guai e sembrò lottare con sé stessa per arrivare ad accettare quella cosa; alla fine, con un vistoso sospiro, la ragazza ringraziò Yoshiki e Naho per il loro intervento provvidenziale.
«E scusami se prima ti ho messo in discussione, Yoshi…» Borbottò sconfitta. Ryo non riusciva a credere che la orgogliosa Kya avesse riconosciuto di essere stata nel torto. Ojizaki non sembrò particolarmente colpito e con un rapido cenno gli disse di fare attenzione.
«Aros e Xenomorphus stanno combattendo dall'altra parte dell'area; ci conviene riunirci a loro se vogliamo fare il punto della situazione.» Concluse il ragazzo mentre il suo Stridiosauro si inabissava nuovamente.
«Un momento!» Chiamò di nuovo Ryo, preso alla sprovvista dalla fretta dei suoi compagni. Fece spostare Iustitia di qualche passo e si abbassò per aiutare l'Animus a rimettersi in piedi. «Aki e Rin sono stati colpiti duramente, dovremmo portarli al sicuro, lontano dalla battaglia!»
«E' un rischio. Siamo già con una coppia in meno e mandare un altro di noi per accompagnare loro due ci farebbe scoprire troppo.» Rispose quello con il cinismo che gli si confaceva; tuttavia sapeva di avere ragione. «Non siete proprio in grado di fare ritorno al centro di comando da soli?»
Gli sguardi andarono sull'Animus che si reggeva a Iustitia. Nessuno dei piloti aveva ancora detto niente, ma a giudicare dai respiri affannosi di Rin la situazione non doveva essere delle migliori per lei e suo fratello.
«No…» Mormorò la ragazza. Yoshiki nella sua cabina alzò lo sguardo con rassegnazione, sapendo di non poter certo costringere i loro compagni feriti a tornare indietro per conto proprio.
«Allora sarà meglio che…»
«Non torneremo indietro…» Lo interruppe nuovamente la ragazza, completando la sua frase. Aveva ancora la voce appena udibile per lo sforzo e chissà quali ferite che l'avevano quasi strappata dalla connessione, eppure adesso non mostrava alcun segno di voler cedere.
«Che stai dicendo?» Sbottò incredula Kya mentre il suo Stridiosauro si abbassava un po' verso l'altro, lasciando trasparire un po' troppa umanità pur essendo per metà una macchina.
«Aki?» Domandò Ryo. «Falla ragionare, ti prego! Non vi reggete in piedi…»
Ci fu silenzio per qualche istante e tutti rimasero a guardare Animus che cercava di reggersi in piedi senza doversi affidare a Iustitia. Poi la voce del suo Stamen tornò a farsi sentire; era stanca, tremante, ma anche incredibilmente decisa per la situazione in cui si trovavano.
«Ho detto che avrei riposto la massima fiducia in mia sorella…» Iniziò il ragazzo. «Io ho paura, sono esausto e la battaglia è appena iniziata… Ma non ho alcuna intenzione di ritirarmi con la coda tra le gambe, e se lei dice di poter continuare allora la sosterrò fino alla fine!»
Increduli, sia Ryo che Kya furono sul punto di controbattere dicendo che fosse troppo pericoloso spingersi così verso il limite, ma le parole gli si strozzarono in gola quando Rin li anticipò.
«Non preoccupatevi: sappiamo bene quali sono le nostre possibilità in questo momento. Non faremo più del possibile, ma non lasciateci andare via quando potremmo ancora aiutare!» La testa di Animus si alzò leggermente per guardare in direzione di Iustitia e anche se questo non aveva il volto della Pistil come per lo Stridiosauro antropomorfo, bastò la voce della ragazza a rendere tangibili i suoi sentimenti di volersi mettere in gioco, assieme alla sua stanchezza che invece tentava di sminuire.
Ancora riluttanti a lasciare che i loro amici si riunissero alla battaglia in quelle condizioni, Kya e Ryo dovettero riporre le armi; non c'era tempo per discutere e non potevano neanche lasciare che dei pensieri come quelli occupassero le loro menti in quel momento così difficile, quindi accettarono a malincuore quella decisione.
«Allora possiamo andare.» Si intromise Ojizaki facendo voltare l'Anthurium. Stava per sparire di nuovo nelle sue gallerie, quando aggiunse un'ultima raccomandazione:«Se però doveste ritrovarvi di nuovo alle strette, vi prego di ritirarvi una volta per tutte.»
Le raccomandazioni di Yoshiki sembravano non proprie di una persona così distaccata come lui, eppure la preoccupazione nella sua voce sembrò sincera a tutti i presenti.
Aros e Xenomorphus stavano collaborando per tenere a bada i nemici; il classe Gutenberg bersagliava i VIRM con una pioggia di fuoco e continuava a respingere le nuove ondate mentre lo Stridiosauro più piccolo si occupava di finire e smantellare le unità rimaste nel suo raggio d'azione. Non era un lavoro semplice; considerato che non potevano contare sull'appoggio del centro di comando e dei loro compagni, ogni azione andava ponderata attentamente prima di essere attuata e questo portava a molti ripensamenti nel bel mezzo del combattimento.
Kaoru stava cercando di trattenersi per il bene della sua partner, eppure quei movimenti così agili e gli attacchi potenti che aveva assestato ai nemici continuavano a venirgli con naturalezza senza il minimo sforzo. Nonostante l'apparente controllo della situazione, erano comunque in difficoltà: l'Aros doveva assicurarsi che nessuno dei nemici si allontanasse dal campo di battaglia e per questo non poteva fornire il supporto adatto allo Xenomorphus e bastava un minuscolo errore per vanificare tutto il lavoro svolto fino ad ora.
Quando però videro tornare indietro l'Anthurium, emerso dalla terra con teatralità per lanciarsi addosso a un gigante che stava tentando di raggiungere l'Aros, le due coppie di piloti poterono tirare un sospiro di sollievo. Al seguito di Anthurium c'erano i loro compagni di squadra, un po' affaticati ma ancora in piedi.
«Qual è la situazione?» Domandò Ojizaki facendo a pezzi la sua preda. «E non dire "non lo so"!»
Ci fu un attimo di esitazione prima che Hoshi, probabilmente la persona a cui era rivolta quell'ultima frase, rispondesse con un rapido resoconto sullo scontro.
«Ci stiamo occupando dei VIRM senza esporci troppo, ma sembrano non finire mai.»
«Momo ha contato almeno un centinaio di VIRM giganti.» Aggiunse Aiko in un breve spazio per riprendere fiato tra un attacco e l'altro. Kaoru si accostò a lei subito dopo.
«La buona notizia è che sembrano esserci solo quelli; niente piccoletti molesti come l'altra volta!» Per quanto potesse rincuorare l'idea di non dover avere a che fare con altri nemici, il numero di unità di quelle dimensioni era preoccupante e anche se adesso la squadra si era ricompattata, rimanevano comunque in svantaggio.
«Ragazzi, state bene?» La voce di Momo tuonò sui nuovi arrivati quando la ragazza si fu accorta del ritorno di Animus e Iustitia. Si trattava di una semplice domanda per accertarsi delle loro condizioni, eppure bastò per farle abbassare la guardia e farsi attaccare da un VIRM che si era preparato a balzare nella sua direzione.
L'Aros stava per lanciare una fiammata verso il nemico, ma una lancia magmatica volò nella stessa direzione del suo attacco e lo colpì prima, aprendosi a ombrello con uno scatto dopo essersi incastrata nella spalla dell'essere, mandandola in frantumi.
Confuso e spaventato, Hoshi colpì la testa del gigante e si allontanò a guardare da dove fosse arrivata quella lancia: Iustitia, si erano messi subito al lavoro. Sul volto, l'espressione stanca ma determinata della caposquadra.
«Non abbassare la guardia, Momo!» Disse con fare ammonitore respirando a fondo, rivvolgendo il cavo della lancia, che si richiuse nella sua forma base.
«Scusa…» Mormorò la ragazza spiazzata dai riflessi della sua amica nonostante le sue condizioni. Kya non sembrò impressionata da quello che le accadeva intorno e richiamò la squadra.
«Sentite: dobbiamo giocare le nostre carte per bene. Formeremo una vera e propria fortezza che i nemici non riusciranno a penetrare!» Iniziò facendo avvicinare il più possibile gli Stridiosauri.
«Che hai in mente?» Domandò Naho. Kya sorrise con malizia ai suoi compagni di squadra.
«Io andrò avanti. Assieme a Xenomorphus e Anthurium continueremo a girare attorno a questa zona respingendo i VIRM e scambiandoci i bersagli in modo da logorarli poco a poco con il rischio minore; combatteremo i VIRM faccia a faccia e ci occuperemo di tenerli a distanza! Aros e Animus, guardatevi le spalle a vicenda: restate al centro del cerchio e occupatevi dei buchi nel perimetro dalla lunga distanza, attaccate senza esporvi!
«Continueremo a muoverci in modo da non essere bersagli troppo facili. In questo modo se uno di noi dovesse cadere, sarà più facile soccorrerlo, ma ovviamente confido che nessuno di voi si lascerà colpire.» L'ultima parte di quel discorso fu come uno schiaffo per tutti; avevano visto la morte in faccia così tante volte che ormai non sapevano nemmeno se considerarlo di buon auspicio o meno.
«Sappiamo quanti nemici sono rimasti?» Domandò poi voltandosi verso l'Aros. Momo aveva contato i VIRM all'inizio della battaglia e fu contenta di poter essere nuovamente utile.
«Abbiamo abbattuto quarantatre nemici da quando è iniziato l'attacco.» Disse la ragazza. Poi riprese a parlare:«Non ne sono del tutto sicura!»
Kya ignorò l'ultima parte del suo messaggio. «Che aggiunti ai dodici che ci hanno accerchiato, fanno cinquantacinque. Se vogliamo fare cifra tonda, allora i nemici rimasti saranno almeno quarantacinque, ma potrebbe essercene qualcuno in più…»
«Quarantasei.» La corresse Yoshiki, che senza dire nulla si girò a guardare in direzione della gigantesca astronave aliena. Fino a quel momento non aveva fatto nulla, ma dovevano sicuramente contarla come uno dei nemici; la vittoria sarebbe stata decretata dalla distruzione di tutte le unità VIRM.
«Giusto.» Commentò Kya annuendo. «Troveremo un modo per occuparci di quella. Ma ora…»
I suoi compagni la osservarono mentre assieme al controllo del proprio partner si allontanava da quella zona sicura che erano riusciti a creare per qualche istante e subito Xenomorphus e Anthurium si misero in moto per imitarla.
«Ora combattiamo!» Esclamò la ragazza, e Ryo poté sentire un cambiamento repentino nel suo carattere proprio prima di lanciarsi nella lotta.
 
*
 
«Abbiamo finito…» Disse Suzuko tirando un sospiro di sollievo. Il Gaia aveva prodotto una quantità abnorme di gas fino a quel momento, ma finalmente potevano allentare un po' la presa; non che fosse tutto risolto, ancora c'era una battaglia da concludere a cui avrebbero dovuto prima unirsi. Speravano solo che i loro compagni stessero resistendo come sperato.
«Sei sicura che funzionerà?» Domandò Tetsuya, che non voleva immaginare quanto fosse stanca dopo aver sorvolato l'intera zona. Lei lo guardò fiduciosa e sorrise.
«Non avrei escogitato questo piano se non ne fossi stata sicura!» Forse l'incertezza di Tetsuya la punse nell'orgoglio, ma era ovvio avere dei dubbi in quella situazione: avevano avuto quello che a definirlo "screzio" era un eufemismo, la squadra era in disordine colossale dopo l'attacco dei VIRM e non sapevano ancora nemmeno in che condizioni versassero i loro compagni. Qualcun altro si sarebbe bloccato senza sfidare oltre la fortuna, al loro posto.
La cabina cadde nel silenzio mentre Suzuko si posizionava nella maniera più comoda possibile. Tetsuya guardava lontano, ovunque dove non dovesse posare gli occhi sulla propria partner; era a disagio in sua presenza, ma aveva deciso di ignorare quella sensazione per il bene di tutti. Tuttavia lei non voleva continuare in quel modo.
Dopo aver smesso di cercare una posizione comoda, Suzuko raddrizzò di nuovo la schiena e rimase a fissare il vuoto.
«Ehi.» Mormorò senza voltarsi. Tetsuya sentì il suo tono serio e capì che fosse arrivato il momento di parlare dell'elefante nella stanza.
«Cosa c'è?» Rispose lui cercando di rimanere tutto d'un pezzo.
«Ti sono estremamente grata per quello che stai facendo.» Disse subito lei, cogliendolo totalmente alla sprovvista.
«Non devi esserlo. E' il nostro compito.»
«E' il compito che dovremmo fare, sì.» Riprese subito lei quasi come se Tetsuya non avesse detto niente. «Ma le mie azioni ti hanno portato a non volerlo svolgere, e mi odio per questo.»
Il ragazzo finalmente riuscì a trovare il coraggio di fermarsi a fissare la testa di Suzuko, ma lei era ancora voltata e non sembrava avere alcuna intenzione di incrociare il suo sguardo; forse provava il suo stesso disagio in quella situazione.
«Sono stata insensibile e precipitosa. Ho detto e fatto tante cose terribili e tu hai dovuto sopportare tutto perché sei troppo buono per reagire diversamente…»
«Adesso non esagerare…» Tetsuya vide la colonna di sinistra nello schermo alle spalle di Suzuko vacillare un po'; dopo quello che era successo, i loro livelli di compatibilità sembravano aver preso una piega devastante verso il basso, andando al di sotto del cinquanta percento. Rendendosi conto che la concentrazione della ragazza stesse venendo meno, provò a tranquillizzarla, ma Suzuko si agitò ancora di più.
«Sei tu che vuoi minimizzare!» Sbottò interrompendolo, lasciando un silenzio innaturale e fastidioso dopo quelle parole. Tetsuya non disse più nulla e rimase ad ascoltarla.
Suzuko stava piangendo, ma non voleva che il ragazzo alle sue spalle se ne accorgesse. Aveva già fatto troppi errori perché potesse lasciare che qualcuno la vedesse in quello stato. «Io volevo… Di più. Ho sempre voluto di più perché sapevo di poterlo ottenere.
«Quando sono nata, il mio destino era già scritto. Quando gli Stridiosauri sono usciti dal mare, tutto quanto ha acquistato un senso… Ero destinata ad arrivare qui, a lottare per la Terra, a morire se necessario! Solo che arrivata qui, per qualche motivo, tutto quanto ha cominciato a girare per il verso sbagliato.
«Volevo essere la migliore, volevo ricevere quei complimenti… Volevo essere una persona di cui andare fieri e invece mi sono ritrovata a far allontanare tutti da me, trattando male l'unica persona che non avrebbe mai potuto abbandonarmi. Tu non meritavi una partner tanto egoista… Purtroppo però è quello che ti è toccato.»
Suzuko inspirò a fondo e approfittò del fatto che Tetsuya non potesse vederla in faccia per asciugarsi le lacrime con una mano, ignara del fatto che il ragazzo sapesse già cosa stava succedendo.
«So di aver rovinato tutto, ma ti prego… Ti supplico di darmi un'ultima possibilità, di arrivare alla fine di questa giornata e dimostrarti che posso essere una buona partner!» Concluse facendo una grande fatica a pronunciare quelle parole. La ragazza riprese fiato e alzò lo sguardo, esausta come se parlare a Tetsuya fosse stato lo sforzo più grande di tutti. Poi arcuò di nuovo la schiena e continuò, tornando al suo solito tono categorico:«Adesso occupiamoci di questi alieni!» Un leggero tremore segnò la sua voce.
Tetsuya non disse niente, senza parole di fronte allo sfogo – o alla supplica? – di Suzuko. Si limitò ad annuire in silenzio ed inizializzare l'avvio della connessione.
Il collegamento, già aperto al momento di salire a bordo del Gaia, adesso si fece più intenso: si erano lasciati trasportare da un velivolo militare fino a quel punto per raggiungere più in fretta la quota necessaria a non farsi localizzare dai VIRM. Ora era arrivato il momento di fare sul serio.
Quando tornò a concentrarsi completamente sulla connessione, forse per via della situazione critica oppure a causa delle parole di Suzuko, Tetsuya si scoprì meno ansioso di prima, e poi qualcosa cambiò radicalmente: una miriade di emozioni diverse lo investì, appesantendo la sua coscienza in maniera diversa rispetto a quando aveva baciato Suzuko.
C'era il senso di impotenza di fronte a persone più abili di lui, la vergogna di non essere stato in grado di compiacere persone più importanti di lui, l'umiliazione per essere stato respinto e lasciato senza più alternative… Ci mise un momento per rendersi conto che quelle emozioni provenissero tutte dalla compagna accovacciata di fronte a lui.
Tutte quelle cose non le aveva mai sentite dentro di sé, eppure la sensazione che stava provando gli era familiare; adesso si rendeva conto di aver sempre avvertito degli stralci di quelle emozioni nelle altre occasioni in cui aveva effettuato la connessione con Suzuko, ma erano state sempre "soffocate" da qualcosa in modo da risultare impercettibili.
Così era questo che albeggiava nel cuore di Suzuko… Tetsuya si sarebbe aspettato qualcosa di molto diverso, qualcosa che alimentasse il suo orgoglio e desse valore a ciò che faceva al meglio… Invece tutto ciò che trovò fu una enorme fragilità.
Era veramente orribile! Non riusciva a credere che Suzuko fosse in grado di soffocare tutto quello e pilotare come se niente fosse in quello stato, sopportando a sua volta i colpi e l'affaticamento fisico senza fare una piega; e tutto quello non la abbandonava di certo una volta chiusa la connessione!
«Iniziamo la discesa.» Disse lei spaventandolo. Tetsuya si sorprese di quanto fosse concentrata nonostante tutto. Capì di non avere tempo per quei pensieri e allora decise di seguire il suo esempio e pensare solo alla battaglia, nonostante tutti quei dubbi continuassero ad aleggiargli nella mente. Suzuko sembrava essere tornata la solita ragazza sicura di sé che aveva sempre dimostrato di essere, forse il suo segreto stava proprio nel fatto che appena si metteva a lavoro riusciva a dissociarsi da tutto il resto…
Il Gaia iniziò a precipitare. Sgonfiate le sacche che lo facevano galleggiare nell'aria, il mastodontico Stridiosauro prese a scendere sempre più velocemente sul campo di battaglia, dove era concentrata la maggior parte di nemici e dove, probabilmente, si trovava raccolta la squadra in un'ultima resistenza in quella battaglia che li aveva colti in contropiede.
Il corpo "fluido" del Gaia finì per rimpicciolirsi in maniera eccessiva, Tetsuya non credeva di averlo mai visto così vuoto; non potevano rischiare di far saltare in aria i loro compagni, quindi si sarebbero affidati alla fortuna e avrebbero sperato che la squadra fosse lì, pronta a difendere anche loro per un breve momento.
Gaia atterrò rovinosamente, ma rimase in piedi e con gran sollievo dei due piloti la squadra apparve davanti a loro, avvolta nella polvere sollevata dalla battaglia; i loro compagni esausti, ma ancora tutti vivi.
Iustitia, Xenomorphus e Anthurium giravano in cerchio a velocità costante, respingendo gli attacchi dei VIRM e scambiandosi i bersagli, sempre in movimento e attenti a reagire al minimo segnale di pericolo; al centro del cerchio c'erano Aros, che teneva a distanza i nemici grazie alle sue fiammate, e Animus sotto alle sue gambe che forniva il fuoco di copertura.
La voce di Ojizaki li raggiunse di colpo, carica di sorpresa. «Ragazzi! Voi cosa ci fate qui?»
Anthurium si fermò per un attimo, talmente sorpreso che finì per abbassare totalmente le difese, rischiando di farsi colpire; fu Tetsuya a reagire alzando un tentacolo e bloccando l'attacco del VIRM alle sue spalle, frantumandogli una spalla.
Ancora sorpreso, Yoshiki si scusò e ringraziò il compagno di stanza mentre Tetsuya stesso si stupiva della propria forza in quel frangente.
«Siamo venuti ad aiutarvi!» Spiegò rapidamente Suzuko, sapendo di non ricevere molta attenzione. Iniziò a preparare un po' di gas per tenere occupati i nemici mentre intanto richiamava l'attenzione della caposquadra. «Ho un piano!» Le disse.
Nakamura drizzò le antenne, immediatamente interessata. Lei e Sato si fermarono, ma solo per un attimo: Iustitia inchiodò e schivò agilmente il pestone di un VIRM prima di arrampicarsi sulla sua gamba e iniziare a farla a pezzi chirurgicamente con la propria lancia.
«Sentiamo.» Disse la Pistil dopo che fu saltata di nuovo a terra ed ebbe raggiunto il Gaia, con un'agilità che fece provare un po' di invidia a Suzuko; era come rigirare il coltello nella piaga!
«Prima di arrivare qui ho disseminato il campo di battaglia di bolle esplosive, cariche di gas del Gaia, tutte legate a una miccia quasi invisibile che aspettano solo di scatenare la loro potenza. Mi basterebbe attivarle ora e l'intera area si trasformerà in un fuoco d'artificio!» Spiegò la ragazza in fretta e con una leggera punta di orgoglio. «I VIRM saranno feriti gravemente, se non annientati in una singola deflagrazione!»
«Bolle esplosive?» Commentò la caposquadra scettica. «Non sapevo nemmeno che lo potessi fare.»
«Era un'idea che ho avuto sin dai primi test con il Gaia, ma non ho mai potuto metterla in pratica.» Spiegò temendo che quel dettaglio potesse minare alla solidità del suo piano. Nakamura però non sembrò particolarmente contraria a quell'idea e si fermò a guardare il cielo per un momento
«Avete minato anche quello?» Domandò poi indicando il gigantesco VIRM in lontananza.
«Certamente!»
La ragazza annuì compiaciuta a quella risposta e si voltò richiamando gli altri compagni. Adesso i VIRM erano diminuiti significativamente, la squadra aveva il tempo di respirare lasciando solo pochi di loro a controllare il perimetro; mentre Anthurium continuava a girare attorno all'area e Aros sputava palle di fuoco in direzione dei nemici che osavano avvicinarsi, i classe Mohorovičić e il Gaia si riunirono ai piedi del dragone e Kya spiegò la situazione anche agli altri.
«E' probabile che una parte di loro resterà quantomeno in piedi dopo l'esplosione, giusto?» La ragazza si interruppe per interpellare Suzuko, che rispose affermativa prima di lasciare che continuasse. «In quel caso dovremo assicurarci di finirli assieme al loro gigante. Chi si vuole unire con me alla squadra per l'assalto finale?»
Iustitia rimase con la mano alzata e osservò i compagni; Xenomorphus non esitò ad unirsi subito e anche Animus tentò di reagire, ma fu fulminato dallo sguardo della caposquadra che conosceva fin troppo bene le condizioni dei suoi piloti.
«Portate con voi anche l'Anthurium!» Suggerì Momo che si era distratta solo un momento per ascoltare quella parte del discorso. «Noi resteremo a difendere Animus.»
Kya osservò il serpente che saltava da una galleria all'altra continuando a respingere i nemici senza troppe difficoltà e annuì, pur con qualche remora al pensiero di lasciare da soli i loro compagni.
«Vogliamo venire anche noi!» Si intromise Suzuko. In fondo era stata lei a escogitare quel piano, non potevano lasciarla indietro proprio ora.
Kya sembrò indecisa sul da farsi; ciò che la preoccupava era la lentezza del Gaia, che gli avrebbe impedito di raggiungere la nave aliena in tempo per un assalto che li cogliesse impreparati, ma alla fine accettò. «Molto bene; allora tu ti occuperai di finire tutti i VIRM che non saranno morti mentre noi attaccheremo il capo!»
Nonostante il tono leggero della ragazza, quello aveva tutta l'aria di un ordine a cui Suzuko non poteva opporsi, ma le stava bene; in quel caso restare nelle retrovie sarebbe stato un compito estremamente importante e particolarmente adatto al suo Stridiosauro.
Senza aspettare la risposta della ragazza, Iustitia si voltò e cominciò a urlare ai compagni dicendo loro di mettersi al riparo; anche l'Anthurium si ritirò pur non conoscendo i dettagli del piano, scavando una galleria irraggiungibile dai VIRM che l'avevano circondato.
«Hai sentito, Tetsuya?» Mormorò Suzuko con un moto di orgoglio. «Abbiamo strada spianata!»
Il ragazzo deglutì debolmente e fece un piccolo cenno che Suzuko avrebbe sicuramente avvertito. Sapeva di avere il suo pieno appoggio per quel piano; quello che era successo prima di arrivare lì non avrebbe in alcun modo influito sul suo giudizio.
Suzuko inspirò profondamente e chiuse gli occhi per un secondo; quando li riaprì, si lasciò sfuggire un sorriso pieno di sicurezza, incredibile come una volta tornata in controllo della situazione il suo vero carattere fosse riaffiorato nuovamente.
La ragazza avvertì una scossa fin dentro il cervello; una scintilla che attraversò il suo sistema nervoso centrale in un istante e si diramò ai comandi della cabina raggiungendo il Gaia, sua metaforica estensione del corpo, e incanalandosi per il sottilissimo filo che teneva collegate le bolle di gas disseminate per tutta l'area. Fu una scarica di adrenalina che la fece sentire come se fosse proprio al centro di ogni singola esplosione, quindi la sua visione si riempì di luce e fiamme mentre i VIRM venivano travolti da qualcosa che non potevano prevedere: un vortice rovente che sollevò il suo calore fino agli Stridiosauri, che rimasero ad osservare la distruzione increduli.
Ogni volta che una cella di gas esplodeva, Suzuko sentiva accelerare i battiti del cuore e l'orgoglio per aver escogitato una strategia vincente cresceva sempre di più… Ma la soddisfazione più grande fu vedere che persino il VIRM gigantesco che aveva scatenato l'onda di detriti che li aveva travolti all'inizio della battaglia stava venendo danneggiato seriamente dalle esplosioni, con la sua corazza che si scioglieva e si spaccava e le fiamme che si propagavano dentro e fuori del suo corpo.
Rimase senza parole, tanto estasiata che non si accorse di quando i suoi compagni partirono all'attacco per finire i nemici sparsi per il campo di battaglia e Tetsuya dovette richiamarla per ricordarle il loro ruolo  per il finale di quella battaglia.
«Scusa…» Mormorò lei sbattendo le palpebre un paio di volte; il calore le aveva asciugato gli occhi e adesso le bruciavano. «Andiamo a fare il nostro lavoro!»
 
*
 
Iustitia fece rotolare lo scheletro del VIRM morto da un pezzo e osservò sprezzante i resti. Gusci vuoti, ecco cosa restava di quelle cose una volta uccise; non si potevano neanche considerare veramente esseri viventi e una volta morti iniziavano a sciogliersi.
Hachi e Nana dicevano che i VIRM erano una coscienza condivisa, un insieme di vite divenute una sola che aveva come unico obiettivo quello di espandersi… Ma che razza di coscienza era questa? A Kya sembravano solo delle macchine per uccidere, freddi e accecati da chissà quale obiettivo… Un computer avrebbe avuto più umanità di quegli esseri.
«Io ho molta più umanità di loro.» Mormorò fissando il vuoto. Per un momento Kya perse il contatto con la realtà, la sua visione si fece sfocata e i suoi pensieri si persero, fondendosi tra loro e diventando… Qualcos'altro.
Un tremito la scosse da quella bolla dentro cui era finita e si guardò intorno alla ricerca degli altri. Dimenticando ogni cosa, si avvicinò al Gaia che studiava dall'alto il campo di battaglia devastato e attirò la sua attenzione.
«Grazie per il vostro intervento, ragazzi!» Salutò con una mano alzata. «Staremmo ancora arrancando se non fosse stato per voi.»
Il gigantesco Stridiosauro si voltò lentamente e mosse un tentacolo in direzione dei compagni di squadra. Non c'era bisogno di ringraziarli, avevano fatto solo ciò che avrebbero dovuto fare sin dall'inizio.
«In un certo senso, è una fortuna che voi siate rimasti indietro.» Commentò Ryo, non conoscendo il motivo per il quale Tetsuya e Suzuko non si fossero uniti alla battaglia sin da subito. Kya si accodò subito a lui.
«Già, sembra quasi che aveste già preparato questa strategia!»
«Non scherziamo.» Fece Suzuko con modestia. «Non siamo così lungimiranti!»
I quattro Parasite condivisero una breve risata, contenti di essere sopravvissuti un altro giorno. L'intervento del Gaia era stato di certo inatteso, ma era proprio ciò che aveva sbloccato la situazione in cui si erano riparati i ragazzi nell'attesa di avere un'idea migliore che gli permettesse di ribaltare il combattimento.
L'atterraggio di un piccolo velivolo dell'I.P.U. interruppe la conversazione tra i due Stridiosauri e Iustitia si scusò per andare a incontrare Hachi e Nana, che furono lieti di scoprire che nessun membro della squadra era gravemente ferito.
«Sembra che siamo gli eroi della giornata, eh?» Mormorò Suzuko con amarezza. In circostanze diverse quella notizia l'avrebbe riempita di orgoglio, ma adesso tutto quello a cui riusciva a pensare era come avesse rovinato tutto…
Tetsuya non disse niente. Era estremamente taciturno anche per i suoi standard; Suzuko avrebbe trovato frustrante quel suo comportamento, se non avesse saputo che fosse perfettamente giustificato.
«Scusami di nuovo per averti costretto a fare tutto questo…» Continuò senza volerlo guardare in faccia. «Ti ho causato uno stress enorme nelle ultime settimane chiedendoti qualcosa che non potevi darmi, e quando ho perso la pazienza ho finito per cercare di prendermelo con la forza… Non avrei mai dovuto farlo e mi vergogno di non essermene resa conto prima.»
La ragazza rimase in silenzio, in attesa di essere distrutta dalle parole del suo partner. Parole che però non arrivarono e Tetsuya invece rimase a fissarla imbambolato.
«Non mi hai costretto a fare niente che non volessi già fare.» Disse dopo un po', lo sguardo basso a sua volta. «Sono stato io a venire nella sala di controllo e il caso ha voluto che ci fossi anche tu… Quando poi ci siamo connessi avevo ancora paura, temevo che avessi solamente cercato di sfruttarmi e tutto ciò che conoscessi di te fosse una bugia… Ma ho sentito…»
Tetsuya si interruppe. Voleva veramente rivelare a Suzuko ciò che aveva letto dentro di lei? Lei era stata troppo invasiva e adesso lui stava rischiando di fare la stessa cosa; se Suzuko non gli aveva mai detto niente di tutti quei sentimenti, significava che se ne vergognava o forse non reputava che lo riguardassero… Ma non era proprio questo il punto del loro rapporto?
«Ho sentito qualcosa. Ho capito che sei mossa da una forte passione e che anche se agisci in modo egoista, lo fai sempre con buone intenzioni…» La ragazza trattenne il respiro mentre Tetsuya le diceva quelle cose; sentì uno strano calore salirle sulle guance. «Sono stato troppo duro con te, ma rimando della mia idea: anche se altri hanno raggiunto il loro equilibrio in un modo, non significa che noi dobbiamo fare lo stesso! Io voglio veramente che questo progetto funzioni, voglio diventare anche io come loro, ma per farlo dobbiamo trovare un'altra via… Insomma, credo che dovremmo cominciare da quelle cose che ci hanno fatto venire qui, ma anche cose che non hanno niente a che fare con gli Stridiosauri come le nostre passioni e i nostri sogni per il futuro… Voglio conoscere di più la te al di fuori dell'uniforme, ecco!»
Suzuko si lasciò sfuggire un sorriso e ruotò leggermente la testa per scorgere Tetsuya mentre le puntava contro un dito. «Non intendevi letteralmente, vero?»
A quella battuta, il volto del ragazzo si infiammò e Tetsuya schivò istintivamente il suo sguardo.
«Scusa, era fuori luogo.» Si rimproverò da sola girandosi nuovamente dall'altra parte. Si sentì una stupida.
«No, è…» Tetsuya si annodò la lingua e rimase a fissare la schiena di lei, sorpreso. «Credo che tu abbia centrato in pieno cosa volessi dire.»
A quel punto Suzuko si voltò definitivamente. Dover sostenere lo sguardo del suo partner le dava molta ansia, considerato che fino a poco tempo prima lui non volesse neanche vederla in faccia e le risultò molto difficile non continuare a guardare in basso.
«Mi dispiace.» Disse alla fine tendendogli una mano tremante. «Spero di poter essere una buona partner, d'ora in poi.»
Tetsuya fissò il volto costernato di Suzuko; anche se faticava a guardarlo negli occhi, la ragazza era sincera. Abbassò lo sguardo sulla sua mano e sospirò prima di abbracciarla senza preavviso, portandosela il più vicino possibile e scatenando tutta la sua confusione e imbarazzo.
«Questa battaglia la dobbiamo combattere insieme, capisci?» Mormorò lui, sicuro che avrebbe ricevuto uno schiaffo dopo aver lasciato andare la ragazza. Gli andava anche bene, però aveva bisogno di trasmettere quel messaggio nel modo più chiaro possibile.
Con sua grande sorpresa, alla fine Suzuko smise di dimenarsi e farsi domande e semplicemente passò le braccia sotto alle spalle di lui per rispondere all'abbraccio.
«Scusami…» Borbottò. «Non sono tanto brava con gli abbracci.» Aggiunse una piccola pacca sulla schiena di Tetsuya, facendo sfuggire una risatina al ragazzo che contagiò anche lei.
Durò poco, ma quell'abbraccio sarebbe rimasto nei pensieri di Suzuko fino a sera; un gesto nuovo, che incuteva un certo timore, ma che la faceva stare bene al solo ricordo…
   
 
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