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Autore: sallythecountess    11/05/2022    2 recensioni
Alice è una ragazza creativa e stravagante di vent'anni. Sogna di diventare una mangaka e si sta costruendo la sua vita e carriera in Giappone, quando il matrimonio di suo fratello la costringe a tornare a casa, nella piccola città scozzese in cui è nata. Tornare a casa le fa paura, perchè significa affrontare le aspettative deluse della sua famiglia, il fantasma della morte di sua madre, la solitudine e anche Lor, il ragazzo che si è lasciata indietro per cui però non ha mai smesso di provare sentimenti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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“Oh eccoti, finalmente. Questa è la divisa. Lor mi ha detto di mandarti da lui appena sei pronta, è in cucina ovviamente. Indossa la divisa e vai...”
“Per piacere...”lo rimproverò Alice, con tono seccato, ma Dug sfoderandole uno splendido sorriso rispose “Eh no, ti pago, quindi posso maltrattarti quanto mi pare”.
“Avevo capito che pagasse il francese ricco…”
 Dug si strinse nelle spalle e lei aggiunse “Comunque esistono delle norme sindacali, sai? Altro che maltrattarmi quanto ti pare…”
“Non credo che essere gentili faccia parte dei miei obblighi e tu non hai un contratto…” rispose lui sornione.
 “Sarà...ma comunque ti picchierò a sangue usciti da qui.”
Entrata nello spogliatoio sorrise amaramente realizzando che le divise erano state chiaramente scelte da Lor: i pantaloni erano molto attillati e il suo seno voleva per forza esplodere in quella camicetta bianca e trasparente. Sembrava una di quelle tizie seminude di Occhi di gatto, pensò, e per un secondo si fissò le maniglie dell'amore e i fianchi larghi e sospirando si disse “andiamo Ai hai fatto lavori più imbarazzanti...”
E poi ridendo concluse che a Lor aveva mostrato molto di più con quel cavolo di top di Boa, che si era imposta di indossare per riprendersi un pezzetto di autostima, quindi tanto valeva andare.
“Una nuova Alice è una che si vergogna meno…” si disse, ma comunque uscì dallo spogliatoio imbarazzata come se fosse nuda, e andò a cercare la cucina. Si aspettava una specie di discorsetto motivazionale dal suo nuovo capo, e non vedeva l’ora di vederlo con la giacca da chef. Aveva fatto svariati servizi fotografici in tenuta ufficiale, ed era bello da perderci la testa con la divisa bianchissima.
La sua cucina era il regno del caos: c'erano padelle in fiamme, coltelli che volavano e gente che gridava ovunque, ma di lui neanche l'ombra. Imbarazzata provò a chiedere informazioni ad una donna, ma questa decapitò davanti a lei un pesce con tanta violenza da spingerla a tacere.
Ah, tu es ici ma plumette?
Sussurrò una voce bassa e sensuale al suo orecchio, e Ai pensò solo “Ma porca puzzola!”
 Cercando di nascondere la sua pelle d'oca, ingoiò la saliva e rispose “Lor?” con un sussurro.
“Eh dovrò abituarmi al fatto che ormai conosci un bel po’ di francesi…” rispose fingendosi tranquillo e divertito, e lei rise soltanto in risposta.
“Come stai? Com’è andata la vostra serata ieri?” aggiunse, fingendosi totalmente disinteressato, ma senza riuscirci davvero.
Alice aveva visto il film chiacchierando con Matias, e poi in tarda serata erano andati a prendere qualcosa da bere con suo cugino, che moriva dalla voglia di conoscerla. E che, ovviamente, da buon Dubois ci aveva svergognatamente provato con lei immediatamente, beccandosi un rifiuto molto netto. Non era successo nulla di speciale, insomma, ma lei decise di restare sul vago, e ribatté “il tuo appuntamento, invece? Ti sei divertito?” facendolo sorridere.
“Avevo inventato un appuntamento per liberarmi di Dug, e cercare di salvarti da questo suo piano matrimoniale con il fratellino del sottoscritto, ma non mi è riuscito!” provò a spiegarle, molto vicino al suo viso e, perdendosi nel verde dei suoi occhi, gli sorrise soltanto.
Alice era molto presa da lui, e voleva soltanto avere del tempo per stare insieme, anche se sapeva che non era una buona idea. Per Lor era praticamente lo stesso, ma era anche contento di poterle mostrare il suo mondo e quel posto di cui andava incredibilmente fiero. Qualcosa, però, attirò il suo sguardo e per un po’ si distrasse. C’era un bottoncino della camicetta di Alice che sembrava chiedere pietà, perché stava proprio per esplodere. Aveva un seno bellissimo e molto prosperoso, ma non indossava mai cose scollate, se non consideriamo il famoso top di Boa, ovviamente. Fosse dipeso da Lor le avrebbe chiesto di lavorare indossandolo, e per qualche istante si perse, chiedendosi se quel bottoncino fosse sul punto di mostrargli tutta quella meravigliosa pelle candida.
“Ok, me ne vado Lor se non hai nulla da dirmi…” disse divertita, ma anche mostruosamente in imbarazzo perché lui sembrava scrutarla con fare parecchio famelico.
  “Volevo presentarti la mia ciurma...vi tocca diventare amici se dovete lavorare insieme, il mio team deve essere coeso e compatto...” poi gridò “ragazze!” e con fare seccato giunsero le altre cameriere che avevano tutta l'aria di volerlo decapitare, ma lui aggiunse con fare solenne “Merci. Allora ciurma vi presento Alice, Alice questa è la mia ciurma. Quello lì giù al pesce è il mio nostromo e si chiama Carl, è un uomo gentile di solito, ma gli piacciono le donne come a tutti i pirati, quindi sta' attenta. Poi ci sono i miei marinai Molly, Adrian e Mark, che sono chef generici e poi c'è il mio pappagallo al braccio...”disse indicando una donna di colore corpulenta che lo frustò col suo straccio bianco colpendolo al sedere. “Sono il sous chef, non il pappagallo e mi chiamo Holly, piacere Alice. Sei la sorellina di Dug, vero?”
Alice annuì divertita e chiese se si vedesse davvero così tanto, ma Lor rispose “assolutamente no!” chiudendo la discussione.
 “Oh e poi ci sono le ragazze: Juliette, Mary e Helena…” spiegò serio presentandole.
Alice fece un cenno della mano amichevole, ma Mary la fissò come per ucciderla, e per un attimo non capì.
 “Se hai problemi o domande, parla con Helena. Juliette non è molto affidabile e Mary aveva proposto sua madre per questo lavoro, ma le avevo detto che non serviva nessuno, quindi c’è un pochino di risentimento…” spiegò serio, ma Alice si sentì morire per quel suo modo così sensuale di parlarle all’orecchio. Sembrava quasi che stesse per mordicchiarla o baciarle l’orecchio da un momento all’altro, e si sentì bruciare totalmente le guance, ma anche il petto, lo stomaco e le parti intime.
Fece per andarsene, ma fu trattenuto. Afferrandolo per il braccio Alice chiese “Lor…ma non posso avere almeno una giacca per coprirmi?” facendolo ridere.
Oui ma plumette, ci sarebbe anche una giacca, ma fa caldissimo e suderesti…”
Provò a spiegarle, ma lei era in imbarazzo e lui davvero non riusciva a capire per quale motivo una donna con un tale corpo volesse coprirsi. Solo quando Lor le porse la giacca, attillata ma anche coprente, Alice cominciò il lavoro, lasciandolo pieno di domande.    
Serviva ai tavoli da molti mesi ormai, e nulla la sorprendeva, eppure quella mattina qualcosa la lasciò di stucco. Quella cucina sembrava davvero una nave pirata, e per quanto fosse stronzo ed egocentrico, Lor era un ottimo capitano; assaggiava contemporaneamente mille cose e salava, pepava, condiva e dava consigli anche a tre cuochi contemporaneamente. Rimase molto sorpresa nel vederlo gentile con uno dei suoi “marinai” che aveva completamente sbagliato. Assaggiò ovviamente la salsa, ma con fare gentile e determinato rispose “Oh no” e ad ogni tentativo di protesta da parte dello chef lui rispondeva solo “no, no, no...”
Certo stavano lavorando, ed erano anche sotto pressione, ma l'idea che diedero ad Ai era di gente che si divertisse molto, ed erano belli da vedere. Ridevano, scherzavano e trovavano persino il tempo di prendersi in giro l'uno con l'altro, e tormentare letteralmente il loro chef, ma erano dei caterpillar: velocissimi, bravissimi e molto attenti alla presentazione del piatto. Lor in persona si occupava di ogni piatto in uscita e si complimentava o criticava bonariamente i suoi chef.
“Porca puzzola…” bisbigliò Alice, tenendo tra le mani il primo piatto di Lor, e davvero si rese conto di quanta arte ci fosse nel suo lavoro. Era letteralmente perfetto, bilanciato di colori, decorazioni e bello come un quadro. Poi vennero gli altri, ed erano tutti bellissimi. Alice voleva guardare meglio quei piatti, provare a capirli, e decifrare il mistero che c’era dentro l’anima di quell’uomo così bello ed elegante, ma aveva pochissimo tempo e questo le dispiaceva. Fece un buon servizio, però, e questo le venne riconosciuto anche dalla simpatica Mary, che le aveva dato del filo da torcere.
La mattina volò letteralmente, il servizio era quasi finito, e gli chef erano tutti in pausa, quando all’improvviso giunsero due ragazze a occupare il tavolo 3. La cucina era vuota e Ai non sapeva cosa fare. Tornò in sala e chiese alle ragazze, ma Helena le rispose “va' dallo stronzo direttamente” e Ai decise di cercarlo. Lor aveva una sua piccola cucina a parte, una specie di stanzetta accanto alla cucina ufficiale con fornelli e cibo. Era lì che preparava i piatti più complicati, quelli per i clienti più esigenti, ma anche dove sperimentava e giocava con gli ingredienti.
“Ho un'ultima ordinazione: due insalate con mango e scampi e...mi senti?”
Gli disse, ma lui continuava a sfilettare il pesce e gettare dolcemente i dadini di pomodoro in padella borbottando tra sé e sé e Ai pensò che fosse splendido. Indossava quella famosa divisa che voleva tanto togliergli, aveva i capelli raccolti in una specie di cuffia di stoffa, ma era letteralmente magnifico, con gli occhi verdi accesi e il sorriso compiaciuto. Osservarlo lavorare era bellissimo: Lor era così pieno di passione ai fornelli da lasciare chiunque senza parole: toccava gli ingredienti con dolcezza e rispetto, condiva e insaporiva con mano sapiente e tremendamente sexy.
 “Lor...” provò a ripetere lei, e poi si accorse che non poteva sentirla perchè aveva le cuffie, così gli picchiettò sulla spalla e a lui venne un colpo.
“Cosa...come...cosa vuoi?”disse seccato, lei gli porse le ordinazioni e rispose “no, no sono le tre e mezzo in punto. La cucina è chiusa.” Alice inarcò il sopracciglio con fare severo e rispose “Dug dice che è un cliente importante, quindi fa’ queste insalate...non mi sembra così complicato” ma Lor ridendo rispose “oh falle tu se non è complicato. Il mio pranzo è quasi pronto, e non voglio mangiarlo freddo per questi idioti ritardatari!”.
“Sei tu lo chef...io non so neanche come cazzo è fatto un mango...e neanche uno scampo a dire il vero. Non sono preparata sul cibo da conigli… ”rispose divertita, ma lui fece una cosa folle: con due dita prese qualcosa dalla padella e le disse “assaggia”.
 Alice con il cuore in gola portò quelle due dita nella sua bocca, e sorrise scuotendo la testa.
“E' o no la miglior ratatouille che tu abbia mai assaggiato?”le sussurrò con fare sensuale e lei rispose “ non so cosa sia la ratagliugl, ma cazzo oui sono le migliori verdure che ho mai mangiato.”
Era sexy quando parlava francese, anche se non conosceva la pronuncia esatta delle parole lo faceva eccitare, così la trascinò contro il suo corpo e per un attimo rimasero occhi negli occhi abbracciati.
“Hai fame? Vuoi mangiare con me?”
Le chiese dolcemente, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio e Alice pensò “adesso muoio” ma annuì, facendolo sorridere.
“Dopo l’insalata mangeremo, ok?” concluse decisa, e a quel punto non potè esimersi, così un po’ scocciato la lasciò e iniziò a preparare il fondo per gli scampi.
“E cosa mangiamo?” chiese divertita, osservandolo cucinare, e lui rispose dolce “quello che vuoi. Io ho preparato una ratatouille con crostini e una zuppetta di cernia, ma tu hai visto qualcosa che ti piaceva nel menù?”
Cucinare, per Lor, era una specie di preliminare: lo trovava eccitante e incredibilmente intimo; amava farlo, amava dare piacere attraverso il suo cibo, e ad Alice avrebbe cucinato di nuovo tutto il menù, se lo avesse voluto. Si avvicinò al bancone dove stava lavorando e chiese impacciata “Posso avere l’antipasto con i fiorellini? E’ bellissimo!” facendolo sorridere.
“Se mi prendi le cose in frigo te lo assemblo, nessun problema. Ma devi mangiare le verdure, da brava bambina…” concluse, fissandola negli occhi con una voglia folle di baciarla. Alice annuì e basta e dieci minuti dopo erano vicinissimi ancora una volta, e Lor stava finalmente cucinando solo per lei.
“Poi devo confessarti una cosa…”
Alzò lo sguardo dall’antipasto e si accorse che era un pochino a disagio, ma splendida.
“Vorrei più di tutto provare i tuoi dolci!”
“Tutto quello che vuoi, Alis…” sussurrò sensuale, e lei si sentì di nuovo bruciare totalmente.
“…però per ogni dolce, tu mi abbracci…” le disse, senza fissarla, sistemando con attenzione i fiori eduli nel piatto e lei arrossì, ma non disse una parola.
“O ti apri un bottoncino della camicia…” pensò, ma non lo disse e decise di tenere la lingua a freno e trattenere la lussuria. Mangiarono insieme al suo tavolo, e Alice lo riempì di complimenti per la zuppa e le verdure, ma quando arrivò all’antipasto, Lor fece una cosa stranissima.
Si alzò deciso e si mise alle sue spalle, chiedendole “che cosa pensi sia?” con molta decisione.
“Un formaggio e una mousse di verdure?” chiese incerta e Lor annuì con un sorriso furbo.
“Ti aspetti un sapore delicato, quindi?”
Alice annuì, ma quel pazzo fece una follia: le portò le mani sugli occhi e sussurrò all’orecchio “adesso assaggialo…” facendola tremare. Erano vicinissimi e Alice sentiva il suo respiro sul collo, mentre lui rabbrividiva per il profumo dolce di lei.
“oddio…”
“Già…”
“Ma sa di salmone ed è croccante e…una bomba!” gli disse entusiasta, masticando quello che le era sembrato tutt’altro, e Lor soddisfatto le spiegò che nella sua cucina le cose non erano mai come potevano apparire, ma senza liberarle gli occhi.
“Ora gustalo piano, con gli occhi chiusi, e dimmi quali sono gli ingredienti…” aggiunse, sempre più sensuale e Alice si sciolse totalmente.
“Sei veramente straordinario Lor…” sussurrò sopraffatta da tutta quella situazione, e lui sorrise compiaciuto. Sì, sapeva di essere bravo, ma detto da lei aveva più valore.
In quel momento così intimo, però, giunse Dug a ficcanasare e li interruppe, facendo pensare a Lor che doveva assolutamente chiudere a chiave quelle dannate porte.
Dug non notò nulla di strano, pensò che Lor stesse facendo i suoi soliti esperimenti, ma erano entrambi sottosopra. Dug portò via Lor in fretta, lasciando Alice a mangiare da sola, ma il biondino aveva qualcosa da chiederle, così le scrisse.
 “La prossima volta ti va di cenare in piscina?”
Lor sapeva che Ai adorava l'acqua fin da bambina, ed effettivamente il suo commento se lo aspettava “Avete restaurato la piscina?”
 “Restaurato la grande e messe altre tre. Ci tenevo particolarmente. La mia preferita è quella sul tetto, ma ce ne sono anche due al coperto e una splendida Jacuzzi...” “Wow! E possiamo fare il bagno?”
Ecco, lo aveva fatto: aveva ceduto. In nessun universo sarebbero riusciti a uscire da una Jacuzzi senza aver fatto l’amore e questo, purtroppo, lo sapevano entrambi. Solo che c’era stato un enorme fraintendimento: vedete, quando una persona usa il plurale voi vi aspettate di essere inclusi nell'accordo, no? Ma Ai non parlava di loro due, purtroppo, o almeno non solo di loro due.
“Adesso no, perché c’è gente, ma ...stanotte all'una?”
Rispose Lor col cuore in gola, e rispose di sì, mandandogli milioni di cuoricini. Il nostro chef francese si riempì di aspettative e pianificò tutto nei minimi dettagli, ma stava per prendere una batosta tremenda.
Nota:
Ciao, ciao a tutti! Allora perdonatemi per questo lunghissimo capitolo. Se avete già letto questa storia e siete quì per il remake ditemi: come vi sembra il cambiamento? Preferivate una situazione diversa? Se invece non la conoscevate vi chiedo: che ne pensate di questi due? Vi piace la loro chimica? Fatemi sapere, vi aspetto!
   
 
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