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Autore: MayBane    13/05/2022    1 recensioni
"Hannibal è una voce morbida ed elegante nella sua mente che lo invita ad essere sé stesso nella sua forma più vera. Will vede con gli occhi di mille e non è più certo di sapere chi è, ma dio quanto vorrebbe saperlo. La presenza di Hannibal è liberatoria, gli specchi della sua mente smettono di rifletterne altri mille per concentrarsi solo su Hannibal e sé stesso. Alla fine anche Hannibal chiede troppo."
May
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hannibal chiede troppo.
 
Will non sa cosa farà, lo nasconde a Jack e lo nasconde a Hannibal, entrambi fanno bene a diffidare di lui, è fastidioso ma comprensibile. Siede alla scrivania e finge sicurezza con Jack mentre programma come incastrare Hannibal. La loro amicizia seppur sbilanciata è genuina. Jack è un brav’uomo, Will lo rispetta e quando dice che è dalla sua parte ci crede davvero. Jack è giustizia e razionalità e parla al poliziotto che infondo è sempre stato, all’uomo di legge che è diventato. Quello che Hannibal fa non è solo sbagliato è crudele, sadico e violento a livelli estremi. Dovrebbe volerlo vedere finalmente riconosciuto colpevole e punito.
È con quella rettitudine morale e sete di giustizia che pianifica con Jack.

Ma Hannibal è Hannibal e quando entra nel suo ufficio tutto ciò che crede di sapere sembra scivolargli tra le dita e mantenere il controllo dei suoi pensieri diventa una battaglia. Quello che può fare con le sue parole è pericoloso, lo è sempre stato. Hannibal bisbiglia con sicurezza ad una parte di sé che prima Will ha sempre ignorato. E qualcosa dentro Will risponde.
C’è una parte di lui che vive di ‘e se’ e di ‘forse’.Una parte di sé che si permette di immaginare.

E se invece non aiutasse ad imprigionarlo?
E se lo aiutasse a fuggire? E se fuggissero insieme? 
Forse potrebbero essere liberi entrambi, le prove non sono schiaccianti e la credibilità di Jack è ai minimi. Se bastasse screditare Jack e trovare un altro colpevole?                                
Ma potrebbe davvero farlo?

Will non sa cosa fare. Jack chiede troppo. Seduto nel suo ufficio è implacabile e non gli dà scelta, e infondo sa che non dovrebbe esserci alcuna scelta. Ma Hannibal è una voce morbida ed elegante nella sua mente che lo invita ad essere sé stesso nella sua forma più vera. Will vede con gli occhi di mille e non è più certo di sapere chi è, ma dio quanto vorrebbe saperlo. La presenza di Hannibal è liberatoria, gli specchi della sua mente smettono di rifletterne altri mille per concentrarsi solo su Hannibal e sé stesso. Alla fine anche Hannibal chiede troppo.

Quello che vede lo fa tremare e sudare nel cuore della notte, gli incubi gli rubano il sonno. Chi ha in mano il coltello lui o Hannibal? O è Jack? Will non lo sa più.

Nello studio a casa di Hannibal Will sa che è il momento finale, una scelta deve essere fatta. Aspettare fino alla cena significa schierarsi con Jack. Se vuole salvare Hannibal deve farlo ora. Guarda le fiamme e per un lungo minuto è immobile. Il tempo sembra dilatarsi all’infinito.
Apre bocca anche se non sa ancora cosa dire, ma Hannibal lo anticipa e dalle sue parole Will sa che Hannibal ha visto la trappola. Hannibal brucia i diari e seppur voltato verso il camino c’è un momento in cui Will può vedere il dolore del tradimento, le rughe sul suo viso sembrano più pronunciate e le spalle sembrano portare un peso in più.

Will ha allora un momento di pura chiarezza. Negli anni successivi quando le cose si faranno difficili e la sua morale tornerà a farsi sentire, Will richiamerà alla sua mente quel momento congelato nel tempo. L’odore del camino e della carta bruciata, il viso e le spalle di Hannibal, l’improvviso terrore di aver perso per sempre qualcosa di insostituibile e la certezza di dover fare il possibile per impedire quella perdita.

Dopo le parole sembrano fare a gara per uscire. Will racconta tutto, vuole essere creduto come mai prima d’ora. Se Hannibal non gli crede che ne sarà di lui?
Hannibal gli chiede di fuggire e Will pensa per l’ennesima volta che chiede troppo. Dice comunque, perché dire no è impensabile. E perché alla fine il prezzo di essere sé stessi nel loro caso non può che essere alto.                                

Scrivere un biglietto per salutare Alana e Jack senza incriminare lui e Hannibal è una sfida a cui, se è onesto con sé stesso, si stava già preparando da tempo. Salutare i cani per l’ultima volta d’altra parte gli spezza il cuore. Li abbraccia tutti e il dolore è sufficiente a paralizzarlo per un lungo momento mentre versa lacrime nella pelliccia di Wiston. Lasciarsi tutta la sua insoddisfacente vita alle spalle è più difficile del previsto. Mentre abbraccia un’ultima volta il suo branco di randagi, si volta a guardare Hannibal in piedi sull’uscio e trova la forza di camminare, chiudersi la porta alle spalle e ignorare la chiamata dei suoi cani.
Hannibal gli chiede troppo.

Ma è Hannibal. I suoi pensieri tornano sempre a quel ritornello. È Hannibal, quindi fa eccezioni e compromessi, accetta cose che non accetterebbe da nessun altro pur di non perderlo.
Di non perdere sé stesso e quello strano rapporto che hanno.

È Hannibal, quindi anche se non sono ancora ricercati ufficialmente dalla polizia o dal FBI fuggono dall’America con la tranquillità di due turisti pronti per una vacanza, si travestono e si mimetizzano tra la folla in un gioco di fumo e specchi che li conduce in un tour Europeo che dura mesi.

Si fermano per tre giorni in Lituania. ‘Perché è lì che sono le ossa’ dice Hannibal.  Ha gli occhi lucidi e labbra tese, per una volta Will non fa domande, ascolta e basta. Capisce allora che non parla solo delle ossa della sorella che gli è stata rubata, ma delle ossa di sé. La Lituania contiene nelle sue foreste innevate l’embrione di ciò che Hannibal è diventato, è qui che tutto è cominciato, qui che tutto avrebbe potuto essere diverso. Quando lasciano lo stato comprende Hannibal come mai prima, e si chiede dove siano le sue di ossa, dove e quando è nata la versione di sé che è diventata il Will Graham di oggi.È abbastanza sicuro che le sue ossa siano perse da qualche parte nelle umide estati della Luisiana della sua infanzia.

Visitano Parigi e a Will non piace. Non è la città, è Hannibal a non piacergli qui.
La Lituania è stata dolorosa per ovvi motivi. Ma Parigi è dove Hannibal inizia ad essere sé stesso, dove inizia a superare la perdita devastante della sua famiglia. Non ci sono ossa a Parigi, ma la speranza di nuovi inizi e scoprirsi forti e capaci di superare la tragedia.
Ci sono però le aspettative disattese e la paura di Lady Murasaki. A Parigi Hannibal inizia a scoprire se stesso e la sua natura provoca paura e rifiuto.        
A Parigi c’è il rifiuto passato di Lady Murasaki.                                                                            
C’è anche la paura presente di un rifiuto di Will.                                                                          
Will insiste per andare in stazione dopo due giorni esatti e quando salgono sul treno che li condurrà in Italia prende la mano di Hannibal e la stringe e sente che inizia a rilassarsi per la prima volta da giorni.

Visitano per mesi l’Italia e alla fine il Dottor Fell e il Signor Fell arrivano Firenze in un tiepido aprile. Firenze è bella, è viva e respira ma è Hannibal che la rende bella da togliere il fiato. Firenze ha reso Hannibal l’uomo che ha incontrato nell’ufficio a Baltimora più di qualsiasi altra città, è qui che ha imparato ad essere se stesso, ad abbracciare l’oscurità dentro di sé senza riguardo per gli altri. È qui che ha scoperto il suo potenziale e i suoi omicidi sono stati elevati ad arte per la prima volta. Firenze contiene una versione di Hannibal che Will adora, riesce a vederlo giovane a passeggiare con aria elegante nei mercati e disegnare seduto davanti alla Primavera, lo vede cacciare uomini e donne nelle stradine acciottolate del centro storico e tagliarli con il suo bisturi per trasformali in Madonne e Santi.
Will guarda Hannibal e guarda Firenze e si innamora un po’di entrambi. 

Per Hannibal in Lituania ci sono le ossa. A Parigi il rifiuto di chi è.È a Firenze che impara ad indossare una maschera, a nascondersi per evitare la cattura e il rifiuto.
Ma alla fine è a Baltimora che scopre che a volte vale la pena rischiare, che è possibile che qualcuno veda dietro la maschera e lo trovi degno di amore.

Lasciano Firenze due anni dopo. Da ponte vecchio Will può vedere nella sua mente due versioni di Hannibal e una di se stesso che li salutano mentre partono in battello.  
Firenze contiene anche una delle migliori versioni di me, pensa Will.

Sette giorni dopo Will Graham e Hannibal Lecter sono ufficialmente ricercati internazionali, mentre il Dottor Dechilic e il Signor Dechilic si sistemano nel loro nuovo appartamento.
Praga è nuova per entrambi. E dopo quasi quattro anni dalla cena che non c’è mai stata hanno la possibilità di scoprirsi insieme in una città sconosciuta dove hanno intenzione di stabilirsi. 
Will si innamora per primo di Praga. Non sa esattamente quando, forse avviene quando tornando al loro appartamento si ferma ogni giorno ad osservare la Vltava e le sue acque nere, o forse sono quelle prime mattine di ottobre che sono immerse nella nebbia e gli ricordano la sicurezza di Wolf Trap. Certo è che il Ceco sulla lingua di Hannibal è bellissimo e Hannibal che caccia nella nebbia e stupendo. Hannibal ama come la città renda Will libero, come respiri a pieni polmoni e i gesti bruschi della mano con cui si toglie i ricci scompigliati dal vento dal viso.
Ma se ne innamora davvero percorrendo i vicoli scarsamente illuminati e quando dopo la prima caccia Will gli permette di mostrare il corpo trasformato in arte nel loro seminterrato.
Hannibal non può che replicare Venere che sorge a nuova vita dalle acque. Non ha lo stesso fascino scenografico dei suoi soliti tableau ma Will non distoglie lo sguardo, lo guarda cacciare, uccidere, mutilare e posizionare il corpo nella posa desiderata. Da quel primo corpo Hannibal non prende nulla, prenderà i reni da una cameriera omofoba due settimane dopo e Will lo guarderà di nuovo e mangerà alla sua tavola.                 

Will guarda, ma non partecipa attivamente a nessuna parte della caccia e della cucina.
Non sono quel tipo di mostro, confessa una sera e Hannibal annuisce.

Praga è la città dove Will e Hannibal smettono di esistere come entità separate e iniziano ad esistere come parti complementari di un unico insieme. 
A Praga non c’è Hannibal senza Will e non c’è Will senza Hannibal.

Viaggiano ogni quattro anni e si mantengono lontani da Praga per almeno altrettanti. Ma Praga diventa casa in un modo in cui Mosca e Barcellona e Brighton e tutte le altre città non lo sono mai state. In cui neanche Firenze lo è stata. La polizia non ha mai davvero smesso di cercarli, ma dopo vent’anni in fuga le ricerche sono rallentate, le loro facce appaiano ai telegiornali solo durante qualche anniversario e su Tattle Crime se Freddie Lounds si sente nostalgica. Viaggiano comunque per depistare eventuali indagini e per ampliare il terreno di caccia.

Quando sono fuggiti per la prima volta Will pensava che sarebbero stati beccati dalla polizia alla frontiera o in qualche stazione ferroviaria. Dopo i primi viaggi e le prime discussioni ha iniziato a temere che lui e Hannibal sarebbero fini con l’uccidersi a vicenda in un appartamento a Bratislava.

Will di certo non pensava che avrebbe festeggiato il suo cinquantaseiesimo compleanno in un seminterrato a Praga. Dopo il loro ultimo viaggio a Zaragoza hanno deciso che se viaggeranno da ora in poi sarà solo per piacere, e resteranno in pianta stabile a Praga. Per il suo compleanno Hannibal ormai sessantacinquenne sta mettendo in scena nel loro seminterrato l’omicidio di Cassie Boyle, con palco di corna annesso. È poetico; è il primo omicidio a cui hanno lavorato assieme e Hannibal ha usato quell’omicidio per mostrargli l'Averla del Minnesota e il mostro nascosto dentro di sé. Quella cucina insanguinata è la mia Parigi personale pensa Will. 
Ma è stato anche il fragile inizio di una allora malriposta fiducia.
A ben pensarci  Hannibal gli chiede troppo anche il giorno del suo compleanno. 
Ma Will siede comunque e lo guarda lavorare. Al piano di sopra Will scopre che Hannibal ha nascosto in mansarda un bastardino spelacchiato e tremante, Will lo guarda avvicinarsi piano a loro e guarda Hannibal cucinare. Quando soffia una singola candelina blu guarda gli occhi di Hannibal oltre la fiamma. Hannibal chiede troppo.

Ma è Hannibal, e allora va bene, gli ultimi anni viaggiando con lui di città in città gli hanno dato così tante emozioni, ricordi e gioia. Hannibal gli ha dato quasi troppo. Sorride e soffia la singola  candelina seduta su una mousse al cioccolato dall'aspetto decadente.

Fine
 
 
 
 
 
Ho scritto questa storia mesi fa per poi lasciarla a maturare per mesi. L’ho riletta mesi dopo il 24 Aprile, appena tornata da Firenze. È stata una sensazione strana perché appena arrivata a Firenze ho iniziato a pensare questa fic, a quello che volevo aggiungere e cambiare. Quando sono tornata a casa ho proprio dovuto rileggerla, continuavo a sentire le parole nella mi testa e sapevo che se non le avessi scritte mi avrebbero tormentato per giorni…prima di dimenticarle per sempre, ovvio. Quindi dopo altri giorni di rilettura ecco il risultato.
May


 
   
 
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