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Autore: Linda1990    13/05/2022    0 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dall'arrivo della messaggera di Eli, le cose si fecero frenetiche.
Secondo alcune informazioni ricevute da Ares, c'erano alte probabilità che l'ultimo e decisivo attacco avvenisse durante la prossima luna piena il che dava all'amazzone solo qualche giorno di vantaggio per pianificare una difesa efficace contro l'armata di Xena.
I primi accorgimenti erano già stati presi.
L'accesso alla città così come le sue mura erano stati adeguatamente rinforzati, ponendo nelle prossimità delle trappole da innescare durante l'assedio mentre i sacerdoti erano stati incaricati di proteggere donne e fanciulli conducendoli in alcuni cunicoli segreti. Sharif invece, insieme a un manipolo dei suoi uomini più fedeli, si stava occupando dell'addestramento dell'esercito e di tutti coloro che volevano impugnare una spada per difendere le proprie case.
A quel punto, l'unico fattore rimasto ad impensierire l'aedo, era quello legato alla posizione del regno. Il deserto infatti, non solo non forniva riparo ma nemmeno vie di fuga, il che li rendeva di fatto prigionieri di quello stesso luogo che dovevano proteggere.
L'idea di poterne uscire sconfitti era quindi impensabile ma d'altro canto, nessun luogo sulla Terra sarebbe stato più al sicuro se la Principessa Guerriera fosse riuscita ad aprire il sigillo.
L'unica via perseguibile nonché la sola possibilità di salvezza, era quella della vittoria e lei ne era ormai consapevole.
<< Allora è così che andranno le cose... o noi o loro >> esclamò re Hanif osservando l'andirivieni di gente lungo le vie di Het Nesut.
<< Temo non ci siano alternative >> risposte il bardo.
Anche se ufficialmente il faraone l'aveva convocata a palazzo per sapere come procedevano i preparativi per la battaglia, lei sapeva che la reale motivazione dietro a quella chiamata era legata alla mora e a come intendeva fermarla.
La conferma ai suoi sospetti arrivò quando ad un tratto, dopo alcune domande sugli aspetti prettamente tattici della questione, il sovrano la guardò con fare pensieroso come stesse cercando di trovare le parole adatte per esprimere quelli che erano i suoi pensieri, o forse i suoi dubbi, senza sembrare ingrato o scortese nei suoi confronti.
<< Credi davvero che Eve possa riuscire a fermare Xena? Mi sembra una fanciulla così pacifica e caritatevole che faccio fatica ad immaginarla nella mischia di uno scontro >> disse infine.
<< Vi stupireste per ciò che è in grado di fare. Tra tutti noi, lei è senza dubbio la più forte >>
Gabrielle non si sentì offesa per la domanda dell'uomo, le sue perplessità erano comprensibili ma piuttosto si rese conto di provare un senso d'orgoglio materno per ciò che la giovane era diventata.
Forse era stata la sicurezza con la quale lei gli rispose o forse più semplicemente la voglia e la necessità del re di aggrapparsi ad ogni brandello di speranza che gli venisse offerta ma alla fine, lui sembrò sinceramente convinto dalle parole della poetessa al punto che il suo ottimismo tornò.
<< Chiederò agli dei di vegliare su di voi >> concluse accennando un sorriso.
Terminato quell'incontro, la bionda tornò ai suoi compiti tra cui ovviamente figurava la sua personale preparazione.
Trovò quindi una zona isolata e tranquilla ed iniziò ad addestrarsi, concentrandosi sul suo respiro e su ogni singola mossa che compiva.
Il passaggio da spalla di Xena a combattente solitaria era stato fin troppo brusco, mai si sarebbe aspettata di dover sostituire a pieno titolo il ruolo dell'eroe che fino a quel momento era stato affibbiato alla sua compagna e il peso ma anche la pressione dovuta alle aspettative della gente, iniziava a farsi sentire.
Un affondo con i sai. Un calcio. Un altro affondo.
Aveva acquisito un'esperienza notevole, una considerevole capacità nell'utilizzo delle armi e recentemente anche l'uso del famoso tocco e del chakram ma uno scontro con la guerriera era una questione di tutt'altro rilievo e spettava a lei il compito di affrontarla in modo da permettete poi ad Eve di liberarla dall'influenza di Lucifer.
Parata. Calcio. Affondo.
I suoi movimenti erano fluidi e ritmici, un susseguirsi di combinazioni sempre nuove e imprevedibili che li rendeva simili a una danza mentre i pensieri scorrevano nella sua mente trasformandosi in energia da scaricare ad ogni colpo o pedata.
<< Posso aiutarti? >>
Sorpresa nello scoprire di non essere sola, la donna si voltò di scatto trovando proprio la figlia della trace intenta ad osservarla.
<< Da quanto sei lì? >> le chiese.
<< Da un po', il tempo necessario per capire che hai bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle >>
<< Eve, no >> ribattè subito l'amazzone, intuendone le intenzioni e rivedendo il lei, la se stessa di quando abbandonò il suo cammino spirituale nel disperato tentativo di difendere la mora dalla cattura dei romani.
<< So a cosa stai pensando... >>
<< Ascolta, tu sei una messaggera di pace e se ti ho fatta venire qui è proprio per le tue straordinarie capacità che spero possano aiutare tua madre, non per altre ragioni >>
La giovane, ignorando le sue parole, si avvicinò fermandosi davanti a lei con il corpo in posizione offensiva.
<< Non farlo... >>
<< Allora fermami >>
Ebbe appena il tempo di riporre i sai che l'ex comandante romano le fu addosso, sfidandola apertamente.
<< Ehi, cosa vuoi dimostrare facendo così? >> chiese l'aedo parando un pugno.
Fin dai primi attacchi fu chiaro che nonostante Eve si stesse impegnando spingendo anche lei a fare lo stesso, non voleva ferirla in alcun modo ma bensì impartirle una lezione o farle capire qualcosa che a lei evidentemente stava sfuggendo.
<< Non tornerò ad essere Livia >>
<< Non è questo ciò che temo ma maneggiare una spada ti renderà un bersaglio e in quel caso, non avrai altra scelta che combattere... me lo ha insegnato tua madre all'inizio del nostro viaggio insieme >>
<< Non starò a guardare mentre rischi la vita, non perderò anche te >>
Sferrando un colpo a sorpresa, la figlia di Xena cercò di atterrare il bardo ma quest'ultimo reagì prontamente, mandando in fumo il suo piano e costringendola ad indietreggiare in attesa di una nuova occasione per attaccare.
<< Starò attenta, te lo prometto ma ora basta >>
<< Non finché non accetterai il mio aiuto. Ti sto chiedendo di fidarti di me, esattamente come hai sempre fatto con lei >>
<< Eve... >>
A quelle parole, la determinazione di Gabrielle venne improvvisamente meno. Quella richiesta era stata un vero colpo basso che non riusciva a lasciarla indifferente né come compagna di Xena né tantomeno come madre adottiva.
<< Lo prendo come un segnale d'assenso >> esclamò trionfante la giovane con un enorme sorriso ad illuminarle il volto.
La poetessa, ormai rassegnata, scosse il capo e alzò le mani in segno di resa.
<< Sei scorretta proprio come lei. Pur di spuntarla, la buttate sul sentimentale perché sapete che così cederò >>
Eve ridacchiò senza nemmeno provare a negare quell'accusa, le posò un bacio sulla guancia e poi sgattaiolò via felice, lasciandola sola, incredula ma profondamente riconoscente.
"Quelle due saranno la mia dolce e meravigliosa rovina..."

   
 
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