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Autore: eli the_dreamer    22/05/2022    0 recensioni
Pre-serie (Dean ha 20 anni, Sam 16 anni).
John e Dean Winchester, supportati da Sam, indagano su alcune misteriose morti avvenute a Carroll, Iowa.
Ma queste morti non sono l'unica cosa misteriosa della cittadina. La sedicenne Desdemona Hawkins potrebbe rivelarsi un mistero ancor più ingarbugliato.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dean Winchester detestava rimanere in macchina - anche se questa era l'amatissima Impala - mentre suo padre andava in giro a fare domande, detestava non potersi rendere utile e detestava aspettare.
Dean Winchester, sostanzialmente, detestava stare con le mani in mano. Perché i pensieri si facevano invadenti, pesanti, opprimenti.
Ma era davvero troppo giovane per poter passare per un agente dell'FBI.
Per quel motivo, John lo lasciò lì, rinchiuso in quella macchina con la musica rock a fargli compagnia.
Dean osservava suo padre con attenzione. Ne osservava le movenze e lo sguardo, ascoltava con attenzione persino il tono di voce nonostante ormai sapesse già da un pezzo quali fossero le domande giuste da porre, come porle e soprattutto perché porle. Ma John Winchester era il suo eroe, il modello da imitare, l'uomo da cui prendere esempio in ogni cosa e non poteva perdersi niente, non ora che era cresciuto e che in quella caccia al mostro quotidiana vi partecipava in prima persona.
Si distrasse solo per qualche attimo quando vide Desdemona Hawkins attraversare la strada di tutta fretta con aria trafelata, fasciata nella sua divisa da cheerleader nera e arancione, attirato da quella chioma rossa che già gli era piacevolmente famigliare.
Dean stese le labbra in un ghigno compiaciuto “Oh, cheerleader...le ho sempre adorate.” mormorò tra sé e sé, ma non appena la ragazza sparì dietro l'angolo, l'attenzione di Dean tornò a focalizzarsi sul padre.
John Winchester fece un cenno col capo allo sceriffo, prima di avvicinarsi al corpo dell'uomo che giaceva a terra privo di vita. Non era la prima volta che si trovava faccia a faccia con un cadavere, non sarebbe stata l'ultima.
Non era la prima volta nemmeno per suo figlio Dean, che osservava la scena quasi con apprensione da dentro l'abitacolo dell'auto e che non appena vide suo padre raccogliere qualcosa, si sporse in avanti nel tentativo di capire di cosa si trattasse.
Non appena vide suo padre avvicinarsi nuovamente all'auto, Dean spense l'autoradio, fermando la seconda strofa di 'Eye for an eye' dei Quiet Riot e dedicando la sua attenzione allo sguardo severo di John “Beh, saputo qualcosa?
In quelle parole vi era ben incisa la voglia di mettersi in gioco, forse perfino di osare, ma soprattutto vi era la voglia di prendere a calci nel culo quel figlio di puttana che stava tormentando quella città dell'Iowa.
John sospirò sedendosi al posto di guida, lo sguardo fisso davanti a sé e le mani sul volante dopo aver avviato il motore e inserito la marcia “Steve Wallace laggiù ha sputato sangue fino a lasciarci le penne. Una morte naturale ma inspiegabile secondo loro. Ma io...” fece una pausa, frugandosi nelle tasche e Dean sembrò pendere dalle sue labbra “...ho trovato questo.
Era un piccolo sacchetto scuro di stoffa, legato con un laccetto di cuoio. Dean sbuffò, accasciandosi sul sedile infastidito, irritato, ma soprattutto incazzato “Streghe...Dio, quanto mi fanno schifo!

 

***


Desdemona era arrivata a casa prima che potesse, ma la polizia era già lì, di fronte a una Beverly Wallace in lacrime e dei ragazzini spaventati e dall'aria smarrita. Si fermò di colpo, gli occhi sbarrati da ciò che poteva sembrare paura.
C'era qualcosa di indefinito però nel suo sguardo, qualcosa di incomprensibile, qualcosa di sinistramente freddo. Tornò sui suoi passi, imboccando un vicolo che l'avrebbe poi portata sul retro della casa che in quell'ultimo mese l'aveva ospitata.

 

***


Quindi avete a che fare con una strega?” Sam sbuffò, lasciandosi cadere pesantemente sul letto di quella stanza di motel che avevano affittato qualche giorno prima.
A Sam non piacevano le streghe. E nemmeno i lupi mannari o le altre creature mostruose alle quali suo padre e suo fratello davano la caccia con tanta dedizione.
Sperava solo che i due risolvessero quel caso in fretta, anche se ciò doveva dire partire nuovamente verso l'ennesima meta. E verso l'ennesima scuola. Per quanto la Carroll High non gli andasse a genio, a Sam non gli sarebbe dispiaciuto fermarsi più di qualche settimana in un posto. Avrebbe dato tutto ciò che possedeva per trascorrere almeno un intero semestre nella stessa scuola e nella stessa città, ma con John e il suo strampalato lavoro - un lavoro che nessuno sano di mente, almeno secondo Sam, avrebbe voluto fare - era assolutamente fuori discussione.
Ma c'erano appunto in ballo delle vite e prima avrebbero stanato la strega, meglio sarebbe stato per tutti.
Posso chiedere qualcosa a Desdemona domani mattina.” asserì quindi con un sospiro che denotava stanchezza e rassegnazione.
Dean inarcò un sopracciglio, suo padre si limitò a guardarlo in attesa che il figlio minore desse qualche delucidazione.
Steve Wallace era il suo padre affidatario.
Steve lo stronzo? Quello che urla? Ho visto Desdemona proprio dove è stato ritrovato il corpo.
Quel breve scambio di battute tra fratelli fu abbastanza per John Winchester per prendere subito una decisione, si alzò afferrando la pistola e sistemandola dietro la schiena, sotto la maglietta e la giacca, pronto ad uscire dalla stanza “Bene, andiamo a parlare con la famiglia e con questa Desdemona. Sam, tu rimani qui.
Sam fece per protestare alzandosi dal letto di scatto per andare in direzione del padre. Per quanto non la conoscesse davvero, considerava Desdemona una sua amica e mal sopportava l'idea che suo padre la mettesse sotto torchio in un momento così delicato, ma Dean gli si piazzò davanti, posando le mani sulle spalle e guardandolo con aria comprensiva “Ci parlo io con lei, ok? Non preoccuparti.
Non sempre Sam si trovava sulla stessa lunghezza d'onda del fratello, ma lo conosceva bene, lo conosceva meglio di quanto conoscesse John, e si fidava di lui, aveva letto nei suoi occhi verdi quella gentilezza che il maggiore mostrava raramente, ma che in fin dei conti aveva sempre posseduto, specialmente nei suoi riguardi.

 

***


Beverly Wallace? Vorrei farle delle domande su suo marito.” fu con quelle parole che John Winchester esordì quando una donna dal volto smunto e spigoloso gli aprì la porta. Esibì un distintivo - rigorosamente falso - e un espressione seriosa e dopo qualche reticenza da parte della donna, riuscì finalmente ad entrare in casa, lasciando Dean in macchina ad aspettare.
Il ragazzo sbuffò con gli occhi puntati verso la porta d'ingresso di casa dei Wallace, quasi desiderasse di possedere i poteri di Superman per poter vedere e sentire ciò che stava avvenendo all'interno, ma ben presto qualcosa - o per meglio dire qualcuno - attirò la sua attenzione.
Desdemona se ne stava seduta sulle gradinate della porta laterale dell'abitazione, intenta a fumare una sigaretta.
Aveva fatto una promessa a Sam, il suo Sammy ed era intenzionato a mantenerla.
Scese dall'auto e la raggiunse, anche senza la divisa da cheerleader e con addosso dei semplici jeans scuri e una maglietta dei Metallica e i capelli legati in uno chignon disordinato, Desdemona sembrava in grado di emanare una forte attrattiva.
Hey, Des! Bella maglietta.” esordì parafrasando le prime parole che la ragazza gli rivolse.
Lei si voltò a guardarlo, appena accigliata e lui sorrise sfrontatamente, certo di poter esercitare su di lei un certo fascino “Posso chiamarti Des?” chiese e ricevendo in risposta un sorriso e un cenno affermativo.
Vuoi accomodarti?” gli chiese lei in tono provocatorio, quasi a volergli dire di non starsene lì impalato, prima di gettare la sigaretta e buttare fuori dalla bocca l'ultima boccata di fumo aspirata.
Dean si sedette, scuotendo la testa ma senza nascondere il sorriso divertito che si fece spazio tra le sue labbra carnose.
Un sorriso che a Desdemona non sfuggì, soprattutto perché lo stava guardando con una certa insistenza, facendosi persino più vicina quando lui le si sedette accanto.
Si sporse verso di lui, scrutando il suo viso, lasciando Dean perplesso e confuso, forse persino intimorito o perlomeno imbarazzato da quel modo di fare senza vergogna e senza remora “Prima non le avevo notate.” sussurrò lei allontanandosi solo di qualche centimetro da lui, con un sorriso serafico sul volto.
Dean probabilmente si stava pentendo di aver tenuto fede alla promessa fatta al fratello. Quella ragazzina, se ne convinse piuttosto in fretta, gli dava l'aria di poter mettere nel sacco chiunque, forse persino John.
Cosa?” chiese cercando di essere il più disinvolto possibile. Dopotutto Dean Winchester non era timido e non era nemmeno uno che si spaventava facilmente, non dopo tutto quello che aveva visto, con tutto quello di cui era a conoscenza. Non dopo essere cresciuto da solo e aver cresciuto il suo fratellino sin da quando lui stesso era solamente un bambino.
Le lentiggini. Ti donano. Ti fanno apparire più...dolce. L'aria da duro che emani sembra ridursi. Almeno un pochino.
Parlò lentamente, Desdemona, continuando a scrutargli il volto e quegli occhi grandi e verdi, così diversi da quelli di Sam e al contempo così simili per ciò che celavano dietro.
Ancora una volta l'immagine di Atlante che regge il peso del mondo sulle proprie spalle si stagliò nitida di fronte ai suoi occhi mentre guardava quelli di Dean Winchester.
Il ragazzo si schiarì la voce, stranito da quelle parole, da quel tono lieve e soffice che la ragazza aveva usato con tutta probabilità volutamente.
Lo aveva pensato la prima volta che l'aveva vista, lo pensò in quel momento: Desdemona era un mistero. Ingarbugliato e persino surreale. Non riusciva a inquadrarla e non sapeva cosa pensare di lei.
Aveva l'aria innocente, ma una luce nello sguardo che lasciava trapelare quanto innocente, in realtà, non lo fosse affatto. Quei modi di fare da adulta, ma al contempo quasi infantili o perlomeno adolescenziali, esponendosi senza in realtà farlo minimamente, erano capaci di mandarlo in confusione.
Decise di non pensarci, dicendosi che doveva essere professionale o suo padre non lo avrebbe mai perdonato.
Ho sentito di tuo padre, mi dispiace.” esordì. La voce era bassa, greve. Dean sapeva cosa significasse perdere un genitore. Ma Desdemona non aveva perso un genitore, non per davvero e a confermarlo furono le parole della stessa, pronunciate mentre guardava di fronte a sé un punto non ben definito.
Non era mio padre.
Ad un orecchio poco attento, il tono della ragazza sarebbe sembrato distaccato, freddo, quasi metallico. Ma Dean sapeva ascoltare per davvero, anche quando non lo dimostrava affatto. Percepì in quel tono piatto solo all'apparenza, un accenno di frustrazione, della malinconia che andava a cozzare con quel velo di gioia malsana e sadica che lui aveva sentito.
Giusto. Padre affidatario, storia lunga. Ed era uno stronzo che urla.” asserì Dean.
Desdemona si limitò ad annuire con un accenno di sorriso amaro a incresparle le labbra.
Aveva qualche nemico?
A quella domanda del ragazzo, Desdemona scoppiò in una sonora risata, tornando a guardarlo “Steve era uno stronzo della peggior specie. Lo odiavano tutti. Aveva ben più di un nemico. Ma questo che c'entra?
Dean la guardò spaesato per qualche istante. Quella risata era risultata fredda, distaccata, molto più delle parole che aveva pronunciato poco prima. Era impossibile dire con assoluta certezza cosa passasse per la testa di Desdemona.
Seguo tutte le piste possibili.” fu la laconica risposta di lui.
Desdemona inarcò un sopracciglio, per la prima volta sembrò che non sapesse come rispondere. Dean l'aveva presa in contropiede e lei non riusciva a spiegarsi nemmeno come avesse fatto.
Le aveva dato una semplice risposta, persino banale in un certo senso, ma non se l'era aspettata e non sapeva cosa pensare di Dean Winchester.
Si chiese perché fosse lì e per qualche attimo un brivido di paura le percorse la schiena. Lo represse, innalzando una corazza che nel corso degli anni aveva sempre indossato più o meno con chiunque.
E chi cazzo sei, Basil l'investigatopo?” riuscì a ribattere con delle parole altrettanto ovvie e banali.
Dean sospirò passandosi una mano sul volto a nascondere un'espressione frustrata e infastidita dall'atteggiamento della rossa.
Se solo fosse stato più grande non avrebbe avuto difficoltà a spacciarsi per un agente proprio come faceva suo padre, ma di dire la verità a Desdemona non se ne parlava proprio.
Anche perché non era sicuro che non fosse lei la colpevole.
Certo, se fosse stata una strega l'avrebbe guardata con occhi diversi e si sarebbe persino sentito disgustato da se stesso per aver anche solo pensato che fosse carina.
No, non carina. Bella. Nella maniera più pura e semplice.
Senti, Des. Mio padre è uno sbirro, mh? È un agente dell'FBI e in questo momento sta interrogando tua madre...o quello che è. Volevo solo evitarti dei guai. Ti ho vista stamattina sul luogo del delitto. Perché sì, Steve lo stronzo è stato ucciso.





Nota dell'autrice: Ecco il secondo capitolo della storia. Scusatemi se questi capitoli sono brevi, ma in altro modo forse verrebbero troppo lunghi, quindi ho preferito "tagliare" il più possibile, scrivendo questa storia in capitoli brevi ma di maggior numero rispetto a come l'avevo pensata inizialmente. Spero comunque che vi incuriosisca e che vi piaccia. Anche le critiche, se costruttive, sono sempre ben accette, anche perché sono sempre molto insicura per quanto riguarda la mia scrittura ed è davvero da poco che sono tornata a scrivere (ma questo fandom mi era mancato come l'aria).

   
 
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