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Autore: mangagirlfan    07/09/2009    0 recensioni
[...]Rimanevo in silenzio, ascoltando. Cercando di farti sorridere e magari di strapparti da quella tristezza che faceva capolino nel tuo cuore. Sorridevi, nonostante tutto. Ma lo sapevo che nonostante le apparenze, avresti voluto solamente piangere e gridare. Ogni notte che trascorreva, ciò che sentivo cresceva, diventando sempre più forte. Come il sentimento d’impotenza. Ed inutilità. Perché non riuscivo ad aiutare quella persona che per me aveva fatto tanto, anche se nel suo piccolo, inconsapevolmente. Mi aveva donato un mondo sconosciuto ai miei occhi. E quello stesso mondo sembrava sciuparsi e scomparire. Affievolirsi, come la luce che circondava quel viso che finalmente mi era stato concesso di vedere. Quel viso che avrei tanto voluto far sorridere per davvero. Anche solo con un piccolo gesto. Avrei voluto sfiorarti ma le mie mani non erano in grado di raggiungere il cielo.[...]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime, Kurosaki Ichigo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa sarebbe la storia di una canzone che ho deciso di scrivere per una persona molto, molto importante per me. Forse la più importante. A questa persona devo molto, perché mi rende felice, mi fa sentire bene. E mi ha aiutato a crescere. Perché l’amore ti fa crescere, nel bene e nel male. Perché l’amore può essere sì, una cosa bella, ma all’inizio fa talmente tanto male da distruggerti, se non sei in grado di reggerne il peso. E questo, come ho detto, ti aiuta a crescere.
Ho deciso di mettere in prosa la storia della mia canzone, che ha il medesimo titolo perché per me era importante farlo. Perché essendo questa canzone il suo regalo di natale, ho deciso di fargliene uno anticipato, scrivendo appunto questa storia, sulle note e sulle parole di ciò che era stato precedentemente scritto.
La coppia è OrihimexIchigo, ma in questo caso è tutto molto interpretativo perché ognuno di voi può vedere la sua coppia preferita tra queste righe. Come ho detto io mi sono semplicemente limitata a scrivere ciò che provo per questa persona. Per la persona che amo. Ed ho deciso di rendere partecipi anche voi di ciò che sento. Perché quando l’amore è ricambiato è bello rendere il mondo complice di ciò che si sente.

Buona lettura a tutti.
Spero di ricevere qualche commento veramente sentito.

 mangagirlfan

 

 

† Tra cielo e terra †

Se mi darai un paio d’ali,
io volerò per te

 

anche se la terra intera
dovesse venire sommersa dall’acqua.

 

Se mi darai una spada,
io combatterò per te

 

anche se il cielo intero
dovesse trapassarti di luce.

 
[Bleach intro 34, Tite Kubo]

 

 

 

Camminavo. In silenzio, nella notte. Una notte che ho sempre detestato con tutta me stessa. Perché non potevo vedere. Nulla. Il vuoto era l’unica cosa che i miei occhi riuscivano a  scorgere. Mi avvolgeva senza pietà, in un eterno e  lento soffocare, facendomi dimenticare ogni cosa, tranne quel fastidioso senso di oppressione al petto. Nulla sembrava indicarmi la via. Nemmeno la luna con la sua flebile luce. Non c’era. Era sparita. In quell’oscuro nulla che era diventata la notte. Solo il tatto sembrava indicarmi che ero viva. Che esistevo.

A piedi nudi sull’erba continuavo ad errare, senza sosta.

Vagavo, senza una meta precisa, in un sentiero scelto per me da un beffardo destino che sembrava prendersi gioco della mia incapacità. Sola. Credevo di essere sola in quella valle che durante il giorno sembrava così calda ed accogliente.
Quella valle che era da sempre la mia casa.
Quella valle che ora sembrava stringersi sempre più, attorno al mio corpo tremante.
Inciampai, in cosa non seppi dirlo. Un immenso desiderio di rannicchiarmi e rimanere lì, ferma, per sempre, in attesa che quella dannata notte passasse. E piangere. Volevo solo quello. Poi, per puro caso alzai la testa, in direzione di quel manto nero che fino a pochi attimi prima avevo tanto odiato.

Uno stupore così grande da non riuscire a credere che fosse mio.

Mille. Mille e mille stelle brillavano nel cielo. Ed io, che fino a quel momento avevo creduto di essere cieca finalmente riuscii a vedere ciò che mi stava attorno.

La notte non mi faceva più così paura.

Rimasi lì, seduta, ad osservarle. Muta, come loro. Affascinata, e senza rendermene conto la notte trascorse tanto in fretta da farmi desiderare che non finisse mai.
Aspettai che il giorno passasse, febbrile.

Quella notte avevo notato un stella più bella delle altre ed il desiderio di poterla scorgere ancora mi faceva sentire completa.

La rividi. La scorsi subito tra le altre. Così bella, così luminosa.

Un calore così grande in grado di avvolgermi. Per poi scoprire che, in realtà, aveva quasi sempre vegliato su di me, in attesa.

Le parlai e capii che le stelle non sono poi così diverse da noi. Ma differenti da come ce le immaginavamo. Non conoscevo il suo volto, ma non mi importava. Mi bastava averlo vicino. Perché, dalla sua voce calda ed un po’ roca, compresi che era un lui.

Un ragazzo, che da quando avevo cominciato a vagare, mi seguiva con lo sguardo, cercando di brillare, per potermi dare un po’ di conforto.

Pensieri e parole si seguivano a fiumi. Pensieri e parole prendevano forma, diventando sensazioni.

E compresi che la tua vita non era poi così splendente come l’avevo immaginata.

Ed io rimanevo in silenzio, ascoltando. Cercando di farti sorridere e magari di strapparti da quella tristezza che faceva capolino nel tuo cuore. Sorridevi, nonostante tutto. Ma lo sapevo che nonostante le apparenze, avresti voluto solamente piangere e gridare.

Un cuore così straziato e ferito… un cuore come il tuo non meritava tutto questo.

Ogni notte che trascorreva, ciò che sentivo per quella stella che mi aveva aiutato, cresceva, diventando sempre più forte. Come il sentimento d’impotenza. Ed inutilità. Perché non riuscivo ad aiutare quella persona che per me aveva fatto tanto, anche se nel suo piccolo, inconsapevolmente.

Mi aveva donato un mondo sconosciuto ai miei occhi.

E quello stesso mondo sembrava sciuparsi e scomparire. Affievolirsi, come la luce che circondava quel viso che finalmente mi era stato concesso di vedere.

Quel viso che avrei tanto voluto far sorridere per davvero. Anche solo con un piccolo gesto.

Avrei voluto sfiorarti ma le mie mani non erano in grado di raggiungere il cielo.

Così feci una promessa. A me stessa. Ed a lui soprattutto, che inconsapevole, continuava a discorrere con me, allietato dai pochi attimi che passavamo assieme.
Tra cielo e terra sarei riuscita a raggiungerlo.
Cercando di spiccare quell’unico volo che mi avrebbe avvicinato a lui. Ma per quanto mi sforzassi, non avevo la forza e la capacità di farlo. Per quanto lo volessi, non fui in grado di volare per poter finalmente accarezzare quel suo viso.
E quando giunse il tramonto e le lacrime rigarono le mie guance, innalzai al cielo una muta preghiera ed un flebile lamento, alla terra sotto ai miei piedi.

“Voglio renderlo felice.”

E quando riaprii gli occhi, potei constatare con sommo stupore che il mio desiderio era stato finalmente esaudito. Madre terra e padre cielo mi diedero in dono quell’unica cosa che mi avrebbe permesso di raggiungerti lì, sulla linea dell’orizzonte.

Grandi ali per volare e solcare i cieli, con le quali avrei potuto finalmente raggiungere quei luoghi che fino a quei momenti mi erano stati interdetti.

Tra cielo e terra riuscii a mantenere quel giuramento che feci a me stessa, spiccando quell’unico volo che mi permise di restare al tuo fianco, diventando a  mia volta una stella del firmamento.

 

 

 

   
 
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