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Autore: fandani03    23/05/2022    0 recensioni
[Starzinger]
[Starzinger]Kitty aveva capito, da sempre. Lo lasciava stare nei suoi pensieri, o gli si rivolgeva con molta delicatezza.
Il Professor Doggert, invece, lo incalzava di continuo con delle frasi ormai ricorrenti:
- “Coogh, accidenti, prova a fare un sorriso ogni tanto! Cosa direbbe Aurora se ti vedesse così??” – e la risposta era sempre la stessa, caustica.
- “La Principessa Aurora non è qui e non può vedermi…e io sorriderò quando avrò un motivo per farlo!” –
Un breve storia per provare a immaginare cosa è successo...dopo.
Per chi, come me (ma siamo in pochi temo) ha amato questa storia, devo dire che, nonostante i messaggi positivi e i grandi valori, la grande tristezza nel finale di quasi tutti i protagonisti mi è sempre rimasta indigesta...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12 - L’energia dell’amore (prima parte)

Quella notte, nel silenzio dello spazio che li circondava, ciascuno di loro pianse a proprio modo, nella convinzione che Coog non sarebbe più tornato tra loro.
Aurora aveva provato ad abbandonarsi al sonno, ma non vi era riuscita. Aveva però scelto di trascorrere la notte all’interno della Regina del Cosmo, sentiva di voler stare vicino a Coog il più possibile.
All’interno dell’astronave si percepiva unicamente un piccolo ronzio proveniente dai motori. Anche la stanza nella quale Coog giaceva era alimentata da macchine che, collegate al suo corpo, continuavano a monitorarlo.
Nell’attimo in cui aprì gli occhi e scorse quel soffitto familiare, nonostante i brevi istanti necessari a riprendere realmente conoscenza e realizzare dove si trovasse, fu pervaso da un senso di sollievo che non ricordava da molto tempo.
Non ricordò subito tutti i fatti. Gli ci volle qualche minuto per mettere a fuoco l’accaduto e per realizzare in che condizioni si trovava. Si mise seduto lentamente e si rese conto che era circondato dal silenzio e che, molto probabilmente, era notte.
Gli era chiaro di trovarsi sulla Regina del Cosmo, ma non aveva idea di essere ancora sul Grande Pianeta.
Osservò le sue mani, sentì che il suo corpo stava rispondendo come si aspettava. Provò a staccare tutti i fili ai quali era collegato. Era certo di non averne più bisogno. Cosa era successo? Non riusciva a ricordare con chiarezza. Sapeva solo che il suo corpo era tornato quello di prima.
Aurora….
Percorse i corridoi a lui tanto familiari. Il silenzio e la quiete lo circondavano. Un senso di ansia e al tempo stesso di serenità lo pervasero. Era da molto tempo che non attraversava quei corridoi e che non percepiva quella sensazione. La sensazione che tutto fosse finito, che il pericolo fosse scomparso. Che la pace fosse tornata.
Arrivò, senza neppure rendersene conto, nella sala comando. Le porte si aprirono e la grande vetrata della cabina di pilotaggio era lì davanti a lui. Avanzò e rimase in piedi ad osservare l’esterno. Il palazzo della Regina era lì, luminoso e radioso, come doveva essere. Forse Aurora era tornata lì? Forse non l’avrebbe più rivista. Ma era salva. Di questo era certo.
- “Dove sei? Spero tu stia bene, Principessa…” -
- “Sono qui…” -
Coog sussultò. Quella voce angelica, udita milioni di volte, aveva sempre avuto il potere di destabilizzarlo. Si voltò e la sua espressione, probabilmente, tradì ogni sua emozione. Non riuscì a proferire alcuna parola. Si sentiva paralizzato, nonostante fosse nel pieno delle energie.
Gli occhi si riempirono di lacrime suo malgrado, non riuscì ad impedirlo.
Lei era lì, di fronte a lui, con il suo abito scuro e i capelli che le cadevano sciolyi sulle spalle, priva della sua piccola corona. Probabilmente, svegliata dai suoi passi si era recata lì per raggiungerlo.
Non diceva nulla, lo guardava e anche i suoi occhi sembrano tradire l’emozione. Il suo viso era così bello. I segni che ricordava di aver visto si erano attenuati. Dovevano essere passati molti giorni.
Chissà se anche il cuore della principessa si era fermato per un istante. Erano stati lontani così tanti mesi. Ora erano lì, insieme. Non riuscivano a parlare ma sapevano esattamente, l’un l’altro, cosa stavano provando.
Dovevano solamente lasciar cadere quella barriera invisibile che li aveva sempre divisi e infrangerla definitivamente.
Quando era partito dalla Terra aveva giurato a se stesso che, se fosse sopravvissuto, non l’avrebbe lasciata mai più. Era la cosa che desiderava di più al mondo.
Tutti questi pensieri avevano attraversato la sua mente in un arco temporale di pochi secondi, giusto il tempo di trovare la forza per dire:
- “Aurora” -
- “Oh Coog…sei qui, ti sei svegliato…” -
- “Ahah, avevi dubbi?” - rise per combattere l’imbarazzo, mentre le lacrime continuavano a scendere senza che riuscisse a controllarle.
- “Eravamo convinti di averti perso. Non posso crederci, ce l’hai fatta.” -
- “Io, credo di aver sentito…” -
- “Che cosa?” -
- “Ricordo la tua voce, credo tu stessi piangendo…Ti ho fatto preoccupare, mi dispiace..” -
- “Ho avuto così paura, Coog…” – anche per Aurora le lacrime uscirono prepotenti.
- “Lo so, deve essere stato terribile. Ma ora è finito tutto. Sei al sicuro..” -
La giovane Aurora scosse la testa con vigore.
- “No Coog, ho avuto paura…di non vederti più. Non avrei potuto più vivere...” -
- “Aurora…tu..” - il cyborg sgranò gli occhi e li socchiuse un attimo dopo, per scrutare ogni cosa di lei, ogni sua piccola espressione. L’emozione stava sovrastando il loro cuore - “..non piangere, ti prego, non posso sopportarlo, Aurora…” -
- “Anche tu stai piangendo..!” -
- “Oh, non è nulla!” - aggiunse il cyborg, strofinando gli occhi con un braccio.
- “Mi sei mancato così tanto, Coog….” - la giovane fece un piccolo passo in avanti, allungando una mano verso il suo adorato Ian Coog.
E tanto bastò a sbloccare il corpo di lui dall’immobilità che l’aveva avvolto.
Si slanciò verso di lei, colmando la distanza, e le prese il viso tra le mani.
- “Principessa….Principessa del mio cuore..” - in quei brevi attimi in cui i lorovolti si ritrovarono tanto vicini, il dolore, le ferite e la paura provate fino a quel momento sembrarono scomparire di colpo.
Era esattamente come quel giorno. Il loro cuore traboccava di gioia, potendosi nuovamente guardare, toccare, stare così vicini. Ma quella volta non era stato possibile, no. Non era il momento giusto.
Ma ormai nessun ostacolo era più tra loro. Aurora chiuse gli occhi e lui non dovette far altro che fare ciò per cui la volta precedente era stato obbligato a trattenersi.
Chiuse gli occhi a sua volta.
Le loro labbra si incontrarono, per la prima volta dopo infinito tempo passato a cercarsi. E fu la cosa più naturale del mondo.
Aurora non potè fare a meno si stringersi più forte a lui, gettandogli le braccia al collo. Coog la strinse ancora più forte, continuando a baciarla come fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita.
L’amore e il calore che si scambiarono, in quei brevi attimi, si interruppero per un istante quando il cyborg decise di staccarsi per guardarla negli occhi, come aveva fatto centinaia di volte.
- “E’ come se ti incontrassi oggi per la prima volta. E’ esattamente come quel giorno, sulla Luna, quando rimasi folgorato dalla tua bellezza. Mi innamorai al primo sguardo. E poco dopo sono rimasto acciecato dal tuo cuore. Ti amo Aurora, ti ho amato dal primo giorno e ti amerò per tutto il resto della mia vita. Non dovrai più avere paura. Qualunque sia il tuo destino, o il mio, io desidero condividerlo con te. Se tu mi vorrai, io non ti lascerò mai più.” - con un lieve tremore nella voce era finalmente riuscito a dire tutto quello che provava per lei.
- “Oh Coog, certo che lo voglio. Non potrei sopportare di separarmi da te un’altra volta. E’ stato troppo doloroso” - gli carezzò il volto - “Io non credevo che…” - le parole gli uscirono con esitazione.
- “Cosa?” -
- “Non credevo ti avrei potuto mai più guardare, starti vicino, non credevo di poter essere nuovamente felice. Ma ora sono felice come mai prima d’ora. Perché tu sei qui, sei tornato…Stringimi forte e  non lasciami mai più.” -
- “Non andrò via mai più. Te lo prometto. Dovrò spiegare molte cose al Professor Doggert e alla Dottoressa Kitty…ma….” -
- “Oh, non credo ce ne sarà bisogno.” - sorrise.
Coog la strinse ancora lasciando che Aurora si appoggiasse sul suo petto. Era una sensazione meravigliosa.

La luce e il chiarore che invadevano la sala, pur immersa nel buio, resero quel momento irripetibile e speciale. Era il loro momento, che avrebbero avuto impresso nella mente per sempre.
Avvolti nella luce e nell’ombra, continuarono a darsi quel che il loro cuore desiderava e quel che i loro corpi permettevano.
Sapevano che sarebbe stato difficile, ma non importava.
- “Coog, il mio cuore ti è appartenuto da sempre. Non credo tu l’abbia mai davvero compreso.” -
- “Intendi anche tutte le volte in cui i hai rimproverato, o quel giorno in cui mi allontanasti da te?” - disse sorridendo con un velo di tristezza..
- “Certo! E ho sofferto enormemente perché sapevo quanto anche tu stessi soffrendo. E ho avuto il timore non mi avresti mai perdonato…” -
- “Oh, questo non sarebbe mai potuto accadere. Ho sofferto ma ti ho amata più di prima!” -
- “E’ stato necessario tempo per capire davvero…ma quel giorno lo capii..” -
- “Cosa?” -
- “Quanto era grande il mio amore per te!” - con gli occhi belli, più belli della luna in ciel, Aurora osservava il suo compagno riuscendo in un solo attimo a trasmettere tutto l’amore che per così tanto tempo aveva dovuto celare.
- “Ti amo, Coog. Ora posso dirtelo, senza alcun timore.” -
- “Aurora…” - gli parve di sognare.
Le parole di Gorgo, nei giorni precedenti, gli avevano fatto comprendere molte cose. Cose che lui stesso, nel profondo, aveva per certo già compreso ma che lei, ora, stava esprimendo con la sua voce e con il suo corpo. Quell’amore che aveva tanto agognato e tanto immaginato. Ora era lì.
- “Non avrei mai creduto di sentire questo da te, né che sarei stato capace di dirtelo. Ma tu l’hai sempre saputo…” -
- “Sì, l’ho sempre saputo. Ma forse anche tu.” -
- “Forse…” - sorrise dolcemente.
Coog indietreggiò di un passo - “Ma c’è una sola promessa che devi farmi…!” - aggiunse.
- “Quale?” -
- “Non azzardarti più a mandarmi via, perché sappi che non me ne andrò!” - disse con il suo affabile sorrisetto furbo e con le manni sui fianchi in segno di sfida.
Aurora scoppiò in una fragorosa risata.
- “Ian Coog, stai forse cominciando a dare ordini?! D’accordo, te lo prometto. Semplicemente perché non ho alcuna intenzione di farlo!” -
- “Bene! Perché ci aspetta una lunga vita piena di grandi cose, Aurora. Qui, sul Grande Pianeta. Tu ed io.” – le braccia erano tornate stese lungo i fianchi, il tono era tornato serio e l’espressione continuava ad essere quella di un uomo felice e saldo.
Era cambiato Coog. Aurora lo osservò a fondo, nonostante la penombra. Le era così vicino.
Le parve, nel primo istante, di avere accanto colui che l’aveva sempre protetta e sempre amata. Ma, al tempo stesso, il cambiamento era così grande. Era più calmo, più responsabile. Non aveva più quell’aria sbruffona che aveva caratterizzato le loro giornate e, tramite la quale, era sempre riuscito a mascherare il suo vero essere. Ora, probabilmente, aveva tolto ogni maschera.
Il distacco forzato, le responsabilità, la paura e il tempo, lo avevano reso completo. E ciascuno di questi aspetti, ai suoi occhi, non facevano che renderlo ancora più prezioso.
Pensieri molto simili attraversavano la mente del cyborg. Avere quella splendida adorabile donna tra le sue braccia…..
Colei che aveva sempre reputato inavvicinabile e irraggiungibile, stava davvero aprendo a lui il suo cuore?
Aveva ragione Gorgo? Non si erano ancora rivisti ma ricordava esattamente le cose che gli aveva detto poco prima di separarsi, proprio sulla Regina del Cosmo.
Aurora non hai mai avuto occhi che per te.
Eppure…gli sembrava così diversa, così nuova. Una donna consapevole di quanto avevano vissuto e ben consapevole, ora, di quanto avrebbero vissuto ancora.
Erano entrambi consapevoli che si stavano scegliendo nonostante ogni ragionevole buonsenso dicesse loro di non farlo. Che il loro futuro sarebbe stato lì, l’uno vicino all’altra, senza mai potersi amare completamente. Ma che niente al mondo, a questo punto, avrebbe più potuto separarli.
Erano rimasti abbracciati molto a lungo, fino al sorgere di quel tiepido sole la cui luce abbracciava il Grande Pianeta. Anche i loro corpi ne furono avvolti. Erano adagiati sulla poltrona di pilotaggio, l’una tra le braccia dell’altro. Aurora si era addormentata qualche ora prima e Coog non osava muoversi per non disturbare il suo sonno.
Continuò ad osservarla finché non la vide aprire gli occhi aprire gli occhi.
Quando lo sguardo di lei trovò quello di un giovane innamorato, non le fu difficile ricambiare cercando di trasmettere ciò che sentiva, senza che entrambi proferissero alcuna parola. Non era necessario.
Un silenzioso e caldo bacio, che fece sussultare nuovamente il cuore di entrambi, fu fondamentale per sugellare quanto era accaduto nelle ore precedenti. Sembrava un momento di vera felicità.
Era l’alba, la quiete regnava all’esterno. Quel momento magico non avrebbe mai dovuto interrompersi, ma i doveri chiamavano e Coog sentiva di dover raggiungere la base spaziale, per mostrarsi e dire a tutti che si era svegliato.

I due giovani uscirono, così, dalla Regina del Cosmo camminando lungo la rampa di uscita, tenendosi mano nella mano.
In quell’istante, provenendo dalla direzione opposta, apparve Gorgo.
Il cyborg osservò con il cuore, prima che con gli occhi, la scena che gli si presentava di fronte. Sebbene fosse ancora difficile accettarlo completamente, si aspettava succedesse ed era preparato. E una parte di lui non poté che gioire per il suo amico e la sua dolce compagna.
- “Ehi Coog! Ce l’hai fatta a risvegliarti. Ma non erano le principesse a dover essere svegliate da un principe? Ah ah ah” -
- “Gorgo!” - esclamò Coog con un lieve imbarazzo - “Ecco, io…” -
- “Gorgo, buongiorno. Coog si è svegliato nel cuore della notte, ho sentito dei passi e...è salvo finalmente.” -
Finalmente erano vicini. Coog strinse con forza il braccio di Gorgo che ricambiò la sua stretta. La loro amicizia trapelava da ogni gesto e sguardo.
- “Coog. Sono felice di vederti in piedi. Io non ho mai avuto dubbi. Hai la tempra di un uomo d’acciaio. Il Professor Doggert sarà fiero di te e di se stesso..ma…” -
- “Ma cosa?” - chiese Coog.
- “In verità, il merito è solo della Principessa!” -
- “Gorgo!” - replicò lei con un lieve rossore.
- “E’ stato solo merito dell’energia galattica della Principessa e…dell’amore con cui ti è stata vicino. Sono certo sia andata così..!” - lo disse con enfasi e senza esitazione.
Con la mano ad accarezzarsi la testa, Coog reagì volgendo lo sguardo verso Aurora.
- “Ecco…non so cosa dire. Ma sì, credo sia stato grazie alla Principessa se sono riuscito a reagire. Ho sentito chiaramente la sua voce, e poi….ora ricordo molte cose…” -
- “Cosa ricordi, Coog?” -
- “Se non ci fossi stata tu non sarei riuscito a rialzarmi e a lanciare il tuono astrale.” -
- “Ha ragione lui, solo così siamo riusciti a sferrare l’attacco definitivo.” -
- “Ognuno di noi ha fatto la propria parte. Quello era il momento io facessi la mia, non ho fatto nulla che voi non aveste già fatto prima. E’ stato il nostro legame a salvarci, di questo ne sono certa.” -
- “Assolutamente sì, siamo sempre stati una grande squadra!” - Coog strizzò l’occhio all’amico cyborg.
- “E la Principessa è una di noi! Ahahahah.” -
- “Io vi ringrazio, dal profondo del cuore. Mi dispiace solamente non sia qui anche Hakka..” -
- “Oh, giusto. Dov’è Hakka?” -
- “Accidenti, eri talmente preso dalle tue questioni, Coog, che non te ne sei neppure accorto.. Ahahahah” -
- “Gorgo!” -
- “Il Professor Doggert sarà felice di vederti!” -
- “Devo andare da lui..” -
- “Eccoci qui, accidentaccio, ti sei svegliato finalmente! Quando pensavate di dirmelo, eh?” -
- “Non credo abbiano avuto tempo di pensare a noi, Professore.” - intervenne Kitty, osservando il braccio di Aurora che avvolgeva delicatamente quello di Coog.
Il Professor Doggert, superata ogni parvenza di orgoglio, si gettò ai piedi di Coog piangendo come un bambino.
- “Mi hai fatto invecchiare di altri dieci anni! Non ho mai avuto tanta paura di perderti come questa volta, Coog. Dannazione a te” - piangeva e piangeva, disperatamente e grottescamente.
- “Professore, sono desolato, davvero. Ma ora dovete smettere di piangere, perché sono qui, e non ho alcuna intenzione di morire! Alzatevi, forza” - il cyborg prese con delicatezza per le braccia il suo anziano Professore. Lo guardò con espressione amorevole.
Doggert ricambiò e volse uno sguardo verso Aurora. Improvvisamente gli giunse un’illuminazione.
- “Ma forse…voi due…” -
- “Professor Doggert, non dovete più preoccuparvi, Coog sta bene.” – si inserì Aurora.
- “Sei stata tu, quindi?” - Lei semplicemente annuì. guardava Aurora estasiato, come fosse una dea. Come in lei ci fosse un potere straordinario che superava ogni ragionamento scientifico. Non aveva idea di come il corpo di Coog fosse tornato alla vita, ma gli fu chiaro che era stato possibile unicamente grazie all’energia galattica sprigionata dall’amore di Aurora per Coog.
Gli parve una cosa meravigliosa.
I due giovani si scambiarono uno sguardo pieno di significati.
L’animo del Professor Doggert e della Dottoressa Kitty fu pervaso da una grande gioia. Era meraviglioso leggere la felicità nei loro occhi.
Un leggero vento massaggiò i capelli di Aurora e gli animi di ognuno di loro.


Poco tempo più tardi, in disparte seduti sulla prua dell’astronave, Gorgo e Coog avevano scelto di ritagliarsi un momento solo per loro.
- “E’ stato quando fui allontanato dalla Regina del Cosmo, giusto?” - Coog si voltò osservando di sottecchi l’amico che gli era a fianco.
Gorgo non fu sorpreso dalla sua perspicacia.
- “Giusto….la Principessa per giorni non parlò, a malapena mangiava. Si sentiva così in colpa, nonostante apparentemente fosse nel giusto. Lo credevamo tutti, anche se io non riuscivo a farmene una ragione. Ti conoscevo bene e non riuscivo a credere tu potessi compiere azioni tanto ignobili senza una buona ragione. Poi capimmo come erano andati realmente i fatti, e successe una cosa…anche se lei non lo sa..” -
- “Cosa accadde?” -
- “La sentii dal corridoio, passavo di fronte alla sua cabina. Sentii un pianto disperato e profondo. Era addolorata, non riuscivamo più a metterci in contatto con nessuno di voi. Era preoccupata per la nostra sorte e per la missione. Sono certo di questo. Era schiacciata dal dolore di aver commesso un errore. Di averti allontanato senza motivo, non riusciva a perdonarselo. E sapeva, inoltre, che senza di te non avremmo avuto scampo. Poco dopo tornò in cabina, calma come suo solito…ma per me ormai era tutto chiaro.” -
- “Gorgo…” -
- “Aveva il cuore spezzato, esattamente come te, credo, quando ti mandò via…” -
- “Sì, è vero. Mi spezzò il cuore. Ma fu un’illuminazione anche per me. Quel giorno capii realmente quanto lei fosse importante per me, quanto non potessi sopportare il suo abbandono, men che meno il suo disprezzo. Me ne ero andato con la morte nel cuore. Non potevo sopportare l’idea di separarmi da lei, né di non essere presente se lei avesse avuto bisogno di me.” -
- “Cosa che, poi, in effetti accadde…” -
- “Sì, e quando tornati…..ecco, quel giorno l’avrei voluta tenere tra le braccia per sempre…” - abbassò lo sguardo. Un lieve imbarazzo lo pervase. Non si erano mai aperti a tal punto, non aveva mai confidato a nessuno i suoi sentimenti più profondi.
- “Coog..non devi provare imbarazzo, sai?. E’ una cosa del tutto naturale. Credo che per lei fosse lo stesso, ma non le era possibile pensare a te in modo diverso, non in quel momento. Ma se tu non fossi tornato, lei non sarebbe più stata la stessa.” -
- “Ora sono qui e mi domando cosa potrò fare per lei..” -
- “Starle accanto. Non le serve altro. Che tu sia qui, oggi e per sempre, la renderà felice e appagata.” -
- “Lei è una donna senza eguali…” -
- “Lo so benissimo, per questa ragione forse ancora non ho compreso bene cosa ti legasse tanto a Belamì. Anche se forse credo di averne un’idea.” -
- “Sono certo che anche tu non sia rimasto indifferente al fascino di quella donna, così fiera e così leale. Fu questo a farmi sentire attratto. Era una combattente straordinaria, una donna che aveva sacrificato tutto di sé per amore della sua patria, e ha dato la vita per noi e per l’energia galattica. Eravamo simili, ecco cos’era.” -
- “Certo, è come dici, eravate simili. Tu hai rivisto in lei te stesso. Impossibile non rimanerne colpiti.” -
- “Sì, ma…” -
- “Ma cosa?” -
- “Il mio cuore è realmente appartenuto soltanto ad Aurora. Dal primo giorno. Niente e nessuno avrebbe potuto separarmi da lei. Neppure una donna speciale come Belamì, che rimarrà nel mio cuore, ma la principessa Aurora per me è…” - si voltò verso l’amico Gorgo, strinse gli occhi per imprimere bene nell’altro ciò che stava per dire - “..è la mia ragione di vita. Io senza di lei non sarei nulla.” -
Gorgo sorrise, non era necessario aggiungere altro a quella folgorante esternazione.
La sua ragione di vita.
Era lo stesso sentimento che lui stesso aveva provato durante tutto il lungo viaggio intrapreso insieme sulla Regina del Cosmo. Ma in quell’attimo, osservando gli occhi di Ian Coog, si rese conto che quel giovane cyborg amava Aurora in un modo completamente diverso da chiunque altro. Il suo sentimento era talmente radicato e intenso che nessun altro avrebbe mai potuto competere, neppure lui stesso o il prode Hakka, seppure entrambi senza dubbio perdutamente innamorati di lei, l’amore di Coog andava oltre ogni cosa. Oltre la vita, oltre la morte, oltre la separazione, oltre i confini dello spazio. E questo amore grandissimo aveva potuto diventare ancora più potente proprio perché ricambiato.
Osservò Aurora muoversi delicatamente tra i cespugli, chiacchierando amabilmente con la Dottoressa Kitty.
Era giunto il momento di lasciare quel pianeta, era giunto il momento di tornare ciascuno alla propria vita, di lasciare Aurora insieme a Coog. Di dir loro che, in qualunque momento avessero avuto bisogno di lui, lui sarebbe corso.
Un lieve scricchiolio attraversò quel petto in cui non risiedeva alcun cuore umano, ma in quell’attimo gli parve nitidamente di percepire dei battiti talmente forti da poter essere percepiti anche da altri. Era dolore quello stava provando? Forse. Ma avrebbe imparato a conviverci, e alla fine si sarebbe placato. Ora doveva congedarsi dal suo amico senza dare a vedere nulla del suo stato d’animo.
Provava fortemente questo senso di desolazione che lo avrebbe portato ad allontanarsi per sempre. Al tempo stesso, però, sentiva una profonda e sincera gioia per queste due anime che avrebbero potuto condividere molto e fare ancora molto assieme. E quella parte di sè, sì, quello era il sentimento che la principessa Aurora avrebbe dovuto vedere, come ultima cosa, nel suo sguardo.
- “Credo sia giunto il momento di andare…Coog, vado a salutare la Principessa e la Dottoressa Kitty.” -
- “D’accordo, io rimarrò qui ancora un po’. Vai avanti tu….Ehi Gorgo…” -
- “Addio Coog…” -
- “Grazie di tutto. Ti devo la vita, Gorgo. Come sempre. Torna, ti prego.” -
- “Lo farò. Tu comportati bene, d’accordo?” -
- “Sai che lo farò…” - uno sguardo d’intesa separò definitivamente i due amici.
Sapeva, Coog, che la cosa giusta era lasciare a Gorgo qualche attimo per salutare Aurora, affinché potesse dirle tutto ciò che desiderava.

Mentre Gorgo scendeva con un balzo dalla Regina del Cosmo, Aurora si era voltata attratta dal loro movimento. Nell’istante in cui lo sguardo della Principessa aveva incontrato quello di Coog, una scintilla luminosa aveva nuovamente fatto risplendere i suoi occhi e il volto si era aperto in un sorriso che trasudava serenità e gioia.
Coog ricambiò quel sorriso, desideroso di riuscire a trasmetterle, così, tutto ciò che aveva dentro. Sembrava volesse solamente dirle Sono qui.
- “Principessa, io devo andare.” -
- “Gorgo, ci siamo congedati così tante volte…ma ogni volta è un momento molto triste. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me, Gorgo. Senza di te, ora, non saremmo qui. Nessuno di noi.” -
- “Non ho fatto nulla di speciale..” - sorrise imbarazzato il cyborg.
- “Oh sì, invece. Sei stato forte, razionale, hai fatto le scelte giuste nel momento giusto. E hai sempre saputo dire le giuste parole per tranquillizzarmi. Non lo dimenticherò.” -
- “Noi tutti sapevamo di poter contare su di te e questo ha reso tutto più facile anche per noi.” - aggiunse la Dottoressa Kitty.
- “Senza il tuono astrale di Coog non avremmo mai distrutto quel maledetto computer.” -
- “Certamente, le sue armi sono più potenti. Ma tu hai svolto un ruolo importante.” -
- “Vi ringrazio. Era la mia missione, sono felice di sapere che finalmente la pace potrà regnare davvero. Principessa….” -
- “Dimmi pure, Gorgo…” -
- “Coog avrà cura di te…ma anche tu, mi raccomando, tienilo d’occhio!” - strizzando l’occhio cercò di stemperare il significato delle sua parole.
- “Cercherò di farlo!” -
- “Con lui al tuo fianco non dovrai più avere alcun timore.” -
- “Lo so…” -
- “Ho detto a Coog di comportarsi bene, altrimenti potrai chiamarmi per rimetterlo in riga!” -
- “Oh, sono certa tu sapresti farlo egregiamente, ma sono altrettanto certa che il Coog che è qui con noi, ora..” - si voltò per cercare Ian Coog - “…non è lo stesso di un tempo.” -
- “E’ vero, l’abbiamo visto tutti!” - aggiunse la Dottoressa Kitty che assisteva silenziosa a quel saluto.
- “Spero tu sia felice.” - concluse Gorgo.
- “Grazie, Gorgo!” - un sorriso sincero si aprì sul volto di Aurora. L’amicizia vera che quell’uomo le stava dimostrando superava, e aveva sempre superato, ogni dovere. Aveva un animo nobile e, anche in questo caso, ne diede riprova.
- “Hakka ed io torneremo presto. Te lo prometto.” -
- “Vi aspetteremo con ansia. Ti prego di portargli i miei saluti e il mio affetto.” -
- “Certamente, lo farò. Ora devo andare…” - Gorgo si infilò il casco e si diresse verso il suo veicolo, saltò a bordo e decollò. Non appena in volo notò Coog scendere dalla Regina del Cosmo. Aveva atteso in disparte, come solo una grande persona avrebbe saputo fare, come un grande amico. Gli sarebbe mancato molto.
La mano di Coog si agitava per porgergli l’ultimo saluto. Gorgo ricambiò, mentre una lacrima scendeva sul volto di entrambi.
  
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