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Autore: Rainbow_unicorn    25/05/2022    1 recensioni
Zoe è una ragazza normale... Normale? ok forse non così tanto, dopotutto essere la nipote di Stephen Vincent Strange toglie tutto quello che può essere considerato razionalmente nella norma.
Ma d'altronde cosa significa normale? Zoe non l'ha mai capito, ma forse ora che entrerà alla E.S.U. riuscirà a comprenderlo.
Le stranezze però sono dietro l'angolo e non solo quelle purtroppo, ma per fortuna non è da sola... o forse per sfortuna: dipende dai punti di vista. Starà a lei decidere se essere una normale adolescente o la stravagante nipote di un dottore piuttosto... particolare.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Nick Fury, Nuovo personaggio, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo sembrò accorgersi che c'era qualcuno che lo stava osservando, la vide e si diresse verso di lei.

Lo sguardo allucinato divenne disperato appena le fu davanti, le prese una mano e iniziò a dire frasi insensate, come per darle qualcosa.

Zoe chiuse il terzo occhio per lo spavento, la sfilò e fece un passo indietro per allontanarsi, ma l'uomo non si diede per vinto, «Il mondo sta per finire» continuò a dirle agitando le braccia.

Era ancora troppo scossa da quello che aveva visto per allontanarsi completamente da lui, avrebbe dovuto ascoltare suo zio invece di fare di testa sua.

L'altro vedendo la sua reazione mise le mani avanti come a dire che non aveva intenzione di farle nulla.

«Ti prego aiutami» implorò tremante come se faticasse a parlare.

La giovane si riprese: quel tipo non sembrava avere brutte intenzioni, ma cosa voleva da lei?

«Non penso di essere la persona più adatta, ma forse conosco qualcuno che può aiutarti per quel problema che ti infesta» rispose.

Quel dialogo le sembrava così surreale.

«No. No. No.» si agitò l'uomo

Zoe si allontanò nuovamente impaurita per la reazione del suo strano interlocutore: come avrebbe dovuto gestire la situazione?

il signore vedendola allontanarsi andò in crisi.

Prima che potesse provare ad approcciarla nuovamente venne fermato da due poliziotti: qualcuno a quanto pare li aveva chiamati o avevano visto la scena ed avevano deciso di intervenire.

Questo lo portò solamente ad agitarsi di più e a schiamazzare, ma lo misero alle strette portandolo in macchina.

Uno dei due agenti le chiese se andava tutto bene.

Annuì ancora stranita da quello che era appena accaduto.

«Se vuoi, mentre la mia collega si occupa di lui, posso accompagnarti dai tuoi.» le propose vedendola non molto convinta.

«Oh no, non si preoccupi, dovevo solo andare al bar dietro l'angolo per incontrarmi con il ragazzo di ripetizioni.»

«Ok, allora non è molta strada, possiamo andarci insieme se ti senti più sicura.»

Ci pensò un attimo su.

«Va bene, grazie mille!»

L'altro fece un cenno con il capo.

«Non gli succederà nulla, vero? Non aveva cattive intenzioni.»

«Non preoccuparti, lo porteremo solo in centrale.»

«Oh ok, perché credo volesse il mio aiuto»

«Non sai il motivo?»

Poteva immaginarlo, ma il suo accompagnatore non l'avrebbe capito, dopotutto non aveva mica il terzo occhio come lei.

«Non so, è successo tutto troppo velocemente» cosa in parte vera, non sapeva dire bugie, meglio una mezza verità.

«Non ci rimuginare troppo su, ti prometto che faremo il possibile per dargli una mano» le rispose per tranquillizzarla.

Erano ormai arrivati davanti al bar.

L'agente la fece entrare e le chiese se preferiva che stesse con lei intanto che aspettava il suo amico, ma Zoe non volle rubargli ulteriormente tempo: non voleva far attendere ulteriormente la sua collega.

Lo salutò e si sedette a uno dei tanti tavolini.

Si accorse però di una cosa: per tutto quel tempo aveva stretto la mano in un pugno, nella quale c'era qualcosa dalla consistenza farinosa, come aveva fatto a non accorgersene prima? La aprì e quello che vide la turbò ulteriormente: un mucchio di polvere che appena fu esposto all'aria si alzò come trasportato dal vento e sparì nell'atmosfera.

Chiuse nuovamente la mano per poi lasciare cadere ciò che rimaneva nella tasca dei pantaloni: doveva farlo vedere suo zio.

Peter correva, era in ritardo: aveva perso l'autobus per un pochissimo.

Arrivò nella caffetteria con il fiatone.

Entrò.

Si guardò in giro.

Eccola seduta di spalle.

 Si avvicinò «Ciao, scusami il ritardo, c'era traffico.»

La giovane si girò «Non fa niente, capita, anche io sono qui da poco.»

Fece un sospiro di sollievo: almeno non l'aveva fatta aspettare troppo.

«Piacere sono Peter Parker.»

«Piacere mio, Zoe Strange.»

Il ragazzo le si sedette di fronte, prese lo zaino e tirò fuori dei libri di matematica e fisica.

«Tuo zio mi ha detto che vuoi accedere al secondo anno»

«Sì mi piacerebbe, però mi hanno detto che ho bisogno di fare un test.»

La guardò sorridendo: «Per questo sono qui, non preoccuparti vedrai che insieme riusciamo a farti entrare.»

Arrivò una giovane cameriera: «Volete ordinare qualcosa?»

«Oh giusto» sussurrò togliendo i libri dal tavolo.

«Ordina quello che vuoi, offro io!» gli disse la ragazza

«Oh no, non devi.»

«Insisto, sei così gentile ad aiutarmi, mi sembra il minimo offrirti qualcosa.»

Si grattò la testa imbarazzato: forse il signor Strange non le aveva detto che era stato pagato per darle ripetizioni.

«No, no veramente non c'è bisogno.»

«Per favore, lo faccio volentieri, dopotutto ti ho invitato io qui.»

La donna che stava aspettando le loro ordinazioni fece un colpo di tosse per ridestare la loro attenzione.

Si voltarono verso di lei.

«Un frappè alla banana per me» disse Zoe

«Un'aranciata» rispose Peter impacciato e leggermente rosso per aver ignorato la cameriera, la quale non se ne accorse nemmeno e segnò tutto su un taccuino e poi si congedò lasciandoli soli.

Appena quest'ultima se ne andò si riprese dall'imbarazzo.

«Allora stavo dicendo: tuo zio mi ha già detto circa il tuo livello, io direi di concentraci su fisica e matematica che sono le materie un po' più complicate.»

Le spiegò come aveva intenzione di dividere il programma, le diede dei consigli per il test.

«Non credo che qui ci permetteranno di studiare, che ne dici se dopo ci spostiamo in biblioteca?» aggiunse il giovane

«Sì hai ragione, non ci avevo pensato»

«Non preoccuparti, se vuoi le prossime volte possiamo fare a casa, così saremo più tranquilli»

Non era una brutta idea se non fosse che non poteva invitare nessuno lì: perché? Perché era il Sancta Sanctorum, Stephen non faceva certo entrare persone a caso per delle semplici ripetizioni.

L'unica  che era entrata lì con il permesso del mago, anche se ma non aveva bisogno di una consulenza, era Noemi Greco.

«Sì, ecco... a proposito di questo, non so se posso-»

« Possiamo fare anche a casa mia, così abbiamo tutto a portata di mano e non rischio di dimenticarmi qualcosa.» venne interrotta da Peter: sapeva benissimo dove viveva la ragazza e immaginava che il signor Strange non accettava ospiti: si era già esposto presentandole sua nipote che aveva tenuta nascosta per anni.

«Va bene, se per te non è un problema.» 

Scosse la testa: «Nessun problema.»

Le bibite non si fecero attendere troppo e i due iniziarono ad organizzarsi con gli orari: Zoe doveva fare in modo che lo studio delle arti magiche non si sovrapponesse con quello per la scuola.

Quel pomeriggio passò velocemente: i due si trovarono subito in sintonia.

Il giovane eroe fu contento di avere un' "allieva" così sveglia e curiosa. L'unica pecca? Si distraeva facilmente, ma sembrava molto decisa a voler imparare e a superare l'esame che avrebbe fatto ad agosto.

Ormai nel tardo pomeriggio i due si salutarono, si sarebbero visti il giorno dopo a casa Parker.

Peter avvisò zia May che stava tornando mentre Zoe decise di tornare al Sancta Sanctorum: doveva parlare con lo stregone di cosa era accaduto con quel senzatetto, forse egli avrebbe saputo cosa fare.

   
 
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