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Autore: Lita_85    26/05/2022    3 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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C'era una volta un lupo di nome Roccia. Lui, grande e fiero e dall'animo nobile, amava la natura e tutto quello che ne faceva parte. Un giorno, mentre girovagava per i boschi, vide una coccinella che si trovava in difficoltà nei pressi del fiume dopo esserci caduta dentro insieme al frutto che stava cercando di mangiare. Il lupo, incurante delle voci degli altri animali che gli sconsigliavano di tuffarsi per quel piccolo animaletto, si tuffò salvando la coccinella che si era fidata di lui nonostante anche lei avesse sentito le stesse voci. 

Il lupo avrebbe potuto lasciare la coccinella al suo destino, seguendo la voce degli altri animali ma non lo fece, come del resto la coccinella. Si era innescata una certa magia tra i due abitanti del bosco chiamata fiducia.

Quando la sera ascoltavo questa favola dalle labbra di mia nonna Amalia, pensavo solo ad una cosa: al coraggio di entrambi.
Tutti e due non si erano mai visti né conosciuti, ma si erano affidati l'uno nelle braccia dell'altro grazie a quella piccola cosa chiamata fiducia.

Fiducia che avevo conosciuto prima grazie a quest'ultima e i miei amici, per poi finire con Anita.

Fiducia che pensavo di aver meritato e che tenevo stretta tra le mie mani. Mani, che adesso stringevano con forza un bicchiere pieno di chivas mentre la osservavo dormire. 

Dopo la doccia finita male, decisi di ignorarla chiudendomi nel mio studio. Ero arrabbiato, e sapevo che, se avessi continuato a litigare e a rispondere a tutto quello che lei diceva, saremo finiti veramente alla frutta.

Rimasi chiuso lì dentro non so per quanto tempo, rivedendo vecchie lastre e portandomi avanti con le relazioni dei pazienti del mese prima. In poche parole, mi buttai sul lavoro cercando di non pensare ad Anita. 

La mia Anita.

Sbuffai portando le mani sul viso stirandomi lungo la poltrona in pelle morbida, chiedendomi cosa stesse facendo. Decisi di andare a controllare, cercando di fare attenzione a non fare rumori molesti. La casa, immersa in un silenzio surreale, mi parve più grande di quella che era in realtà. Sembrò quasi che la camera da letto si fosse spostata in un posto lontano e che io mi trovavo addirittura dall'altra parte del mondo.
Quando aprii la porta della nostra camera, la vidi raggomitolata sul fianco destro mentre stringeva a sé il cuscino. Era così inerme, così piccola, così vulnerabile. Mi sentii morire per averla lasciata da sola, mi sentii un verme per non averla ascoltata, mi sentii il Dario di un anno prima che aveva paura dell'amore. 

Fu in quel momento che decisi di prendere da bere e sedermi sulla poltrona in pelle che stazionava poco distante dal letto.
Rimasi seduto in quella posizione con il bicchiere in mano, aspettando pazientemente che il sole sbucasse fuori dalle imposte. Stavo muovendo il liquido che c'era nel bicchiere, quando, finalmente, lei aprì gli occhi guardandosi intorno accorgendosi di me. Ci guardammo infiniti secondi prima che io potessi dire qualcosa. 

Ero frenato. Ero ancora arrabbiato. Ero innamorato, perdutamente innamorato.

« Dario… io »

« Anita, preparati… ti accompagno io al lavoro oggi… »

« Non serve, io posso- »

« Insisto… », ribattei senza farla finire di parlare prima di uscire dalla stanza. Il solo pensiero di rivedere quello stronzo di Edoardo mi faceva bollire il sangue. Ma, nonostante questa avversione verso di lui, avevo deciso di incontrarlo per mettere tutto in chiaro.

Non feci neanche colazione. Non ne avevo né la forza né la voglia. Sembravo quasi un automa corredato di sigaretta. Molte sigarette.

Arrivati a destinazione, dopo il solito silenzio tombale, scesi dalla macchina dando un'ultima boccata alla sigaretta che era quasi finita. L'ennesima per essere preciso, ma al momento non era una cosa a cui mettevo attenzione. Il mio unico obiettivo era lui. 

Entrammo in agenzia spediti mentre il tubino nero di Anita le impediva movimenti ancora più veloci. Dovevo ammetterlo, quel tubino le stava d'incanto e il solo pensiero che Edoardo l'avrebbe osservata per tutto il giorno, mi faceva diventare pazzo. Ma non dissi nulla, nulla che potesse far trasparire il mio stato d'animo.

« Buongiorno Anita! Buongiorno a te Dario! Che bello vedervi insieme! », esclamò Federica venendoci incontro. « Devo dedurre che hai detto finalmente tutto a Dario, sapevo che era la cosa giusta da fare! », continuò la mora convinta che la sua cara amichetta mi avesse detto tutto.

« Beh Federica, se Anita mi avesse detto tutto quello che tu le hai suggerito di fare, credo che sarebbe stato tutto più facile! Non lo credi anche tu mia cara? » riposi, cercando lo sguardo di Anita che si abbassò subito dopo.

« Oddio, forse non avrei dovuto… »

« Tranquilla Federica, non sono qui per fare polemica! Ho solo accompagnato la mia ragazza… »

« Dario, posso parlarti un attimo? », chiese Anita prendendomi per mano dandomi una visuale perfetta del suo sedere.

Entrammo dentro una stanzetta adibita a piccola cucina con tutto l'indispensabile per una colazione veloce. 

« Devo dire, che questo vestito ti sta meravigliosamente… », appurai incrociando le braccia al petto. « Sono sicuro che Edoardo apprezzerà… »

« Ti prego smettila… », mormorò lei incrociando le mani tra di loro.

« Ok…dimmi tutto… », replicai cercando di capirla ancora una volta.

« So di aver sbagliato, so di averti fatto soffrire, ma tutto questo non sei tu, non siamo noi… », disse avvicinandosi a me cercando di slegare le mie braccia che sembravano legate tra loro. « Non sei il Dario che mi ha chiesto di sposarlo, non sei il Dario che vuole diventare il padre dei miei figli, non sei il Dario che ha detto di amarmi quel giorno al matrimonio di Mirko e Claudia… »

« Già, forse perché tu non sei la stessa Anita… »

« Dario… come puoi dire questo… »

« Ok, ascolta, non è sano per noi continuare questa conversazione… la rabbia mi sta divorando e la gelosia sta facendo il resto. Ti do un consiglio: non mi ascoltare quando sono in questo stato… ci vediamo stasera… », affermai voltandomi ed uscendo da quella stanza senza aggiungere altro.

Stavo male, stavo veramente male, e tutta quella situazione non aiutava per niente i miei nervi. Forse avrei dovuto far correre il tutto, in fondo, Eduardo non meritava la mia considerazione.
 
Dopo essere uscito dall'ascensore, e aver guardato per l'ennesima volta l'orologio, una voce fastidiosa si fece largo tra il brusio che aleggiava nella hall dell'edificio.

« Dario! Che bello vederti nuovamente qui! »

« Non posso dire la stessa cosa di te, ma dettagli! », mi voltai infastidito e già carico.

« Andiamo, pensavo che aver scopato la stessa ragazza ci avesse uniti in qualche modo… », disse lui abbassando la voce e avvicinandosi al mio orecchio sinistro.

« Non ti azzardare più ad usare quel termine quando parli di lei… », risposi in tono minaccioso avvicinandomi a lui.

« Quale? Scopare? Ma è quello che abbiamo fatto… Lo abbiamo fatto, e rifatto, e rifatto… »

« Lo sai che fai schifo? », replicai disgustato. Non potevo pensarla in quegli atteggiamenti con lui.

« A lei tanto schifo non facevo visti i risultati… », sogghignò infilandosi le mani in tasca. « Dovevi sentirla, mi ha letteralmente perforato i timpani… »

Sentii nuovamente il sangue ribollire nelle vene, e senza rendermene conto, lo afferrai per il colletto della camicia bianca che indossava.

« Ascoltami verme, e aprì bene le orecchie perché non lo ripeterò una seconda volta: riga dritto quando sei con la mia ragazza, e non permetterti mai più ad usare questi termini quando parli di lei, o la prossima volta rimpiangerai l'esatto minuto che hai aperto quella bocca del cazzo! »

« Dovrei avere paura? », chiese lui sogghignando.

« Dovresti… », affermai perforandogli la cornea con il mio sguardo infuocato rilasciando la sua camicia.

« Va tutto bene qui? », chiese l'addetto alla sicurezza richiamato dal mio gesto impulsivo.

« Si si, va tutto bene signor Costanzo, il mio amico manolesta stava andando via, giusto? », chiese Edoardo guardandomi vittorioso.

« Esatto, ho solo dato un consiglio al mio amico mitomane, e spero tanto che lui lo segua. », ribattei sorridendo per metà. Poi, con tranquillità, girai i tacchi senza aggiungere altro.

Uscì fuori dall'edificio accendendo l'ultima sigaretta del pacchetto. Non ero sicuro se Edoardo avesse afferrato bene il concetto, ma almeno gli avevo fatto capire che gli avrei reso la vita impossibile, un vero inferno.


                               ***


Uscii dalla cucinetta quasi sul punto di piangere. Ero distrutta, stanca e con la voglia di lavorare sotto le scarpe. Cercai di raccogliere un po' di forza inspirando e scrollando le braccia, quando ebbi nuovamente Federica ad un passo da me.

« Anita, io… »

« Fede, non è successo nulla… la colpa è solo mia… », replicai imboccando la strada per il mio ufficio senza dire altro. Fino a quando sarebbe andata avanti questa storia? 

« Buongiorno raggio di sole! », squillò Edoardo più carico che mai. Era il solito stronzo vestito bene e con il sorriso sulle labbra.

« Basta convenevoli! Adesso è meglio che buttiamo a capofitto sul progetto! Solo, sul progetto! Non voglio sapere altro! », affermai adirata lasciando Federica ed entrando nel mio ufficio.

« Come vuole lei signorina Velletri! », rispose il coglione con il suo solito sorriso beffardo chiudendosi la porta alle spalle.

Lo odiavo. Lo odiavo con tutta me stessa. Aveva già rovinato la mia vita una volta, e non avrebbe fatto lo stesso anche adesso. 

Dopo aver passato l'intera mattinata a rivedere le sue idee e aggiungere qualcosa di mio, mi accorsi che forse qualcosa si stava muovendo. Forse avremo finito presto quel maledetto progetto e tutto sarebbe tornato alla normalità. 

« Taty, posso dirti una cosa? »

« Punto primo, ti ho detto che non devi chiamarmi così, e punto secondo, ti ho detto che non voglio sapere nulla che non riguardi il progetto! » 

« Ma questo voglio dirtelo uguale, indipendentemente da quello che pensi… »

« E io non voglio sa- »

« Mi dispiace… »

« Cosa? », chiesi allibita.  

« Mi dispiace che tu abbia litigato con il tuo futuro maritino per quel pranzo. E voglio davvero finire questo progetto. Possiamo ricominciare tutto da capo? » 

« Da capo? », domandai istericamente. « Io non voglio ricominciare niente con te! Voglio solo finire quello che abbiamo iniziato! E poi devi sparire dalla mia vita! »

« Ok, ok, sono stato un po' subdolo, però adesso voglio davvero rimediare… », i suoi occhi castani cambiarono diventando quelli di un cerbiatto. Era davvero dispiaciuto? 

« Edoardo, io voglio solo completare questo lavoro e nient'altro… pensi di farcela? »

« Posso farcela… non per niente ho una laurea in ingegneria! », rispose ridendo strappandomi un sorriso.

Forse non era tutto perduto. Forse avremo finito davvero quel progetto, e lui se ne sarebbe tornato a Torino.


Nel pomeriggio la situazione sembrava migliorata, e il lavoro sembrava aver preso una piega diversa. Anche lui sembrava più collaborativo, e la speranza di finire presto iniziò davvero a manifestarsi all'orizzonte, quando all'improvviso sul cellulare apparve un promemoria che avevo completamente dimenticato: " Corso Prematrimoniale"


« Cavolo! », esclamai saltando dalla sedia con il cellulare sulla mano destra e l'altra tra i capelli. 

« Che succede? », chiese Edoardo alzando lo sguardo che aveva sul foglio.

« Devo andare al corso prematrimoniale e l'avevo completamente dimenticato! »

« Non preoccuparti, chiudo io qui! »

« Davvero? », chiesi raccattando le mie cose dalla scrivania.

« Si, si, vai pure! »

« Ok… ma non aspettarti nessun tipo di cambiamento! Vale ancora tutto quello che ti ho detto prima! »

« Nessun cambiamento, Anita. », rispose sorridendomi e facendomi l'occhiolino. Aveva battuto la testa? Non ci rimuginai più di tanto, e presa da una fretta senza precedenti mi catapultai giù cercando un taxi libero mentre con il cellulare cercavo invano di mettermi in contatto con Dario. 

« Anita! »

« Saverio?!  Che ci fai qui? », la sua macchina si parcheggiò proprio davanti rombando come il suo solito.

« Un affascinante dottore dagli occhi azzurri mi ha chiesto di venirti a prendere! »

« Cosa? Ma lui dov'è? Non riesco a rintracciarlo… », domandai entrando in auto.

« Farà un po' tardi stasera, avevano quel caso importante che doveva vedere insieme a Mirko… »

« Capisco, però poteva avvisarmi… »

« È ancora incazzato per il discorso Edoardo, ma vedrai che gli passa… »

« Dici? », chiesi ridendo amaramente.

« Prima o poi deve passargli per forza! E poi dovete sposarvi! »

« Eh, dovevamo andare anche al corso prematrimoniale stasera… », dissi sconsolata stringendo le braccia tra di loro.

« Stasera?! »

« Già, praticamente adesso… ci perderemo il primo appuntamento… cominciamo bene! »

« E che problema c'è? Ti accompagno io! »

« Tu?! »

« Si, io! Non ho i suoi occhi azzurri e il suo fascino, però anche io mi difendo bene! », rispose strizzandomi l'occhio destro.

« Sa, non lo so, ci saranno solo coppie di fidanzati… non credo che sarebbe appropriato! »

« Ma appropriato per chi scusa? »

« Penseranno che siamo fidanzati! »

« E allora? Io non ho problemi! »

« Non lo so… magari Ginevra… »

« Ginevra? Neanche lei ha problemi! Anzi, per tranquillizzarti la chiamo subito! » così dicendo, compose il numero dal iPhone che era collegato alla macchina guardandomi divertito. Beato lui che ci trovava sempre qualcosa di divertente.

« Sa? »

« Amore mio! »

« Hai preso Anita? »

« Si, è qui con me »

« Ani, tutto bene? », disse lei poi rivolgendosi a me.

« Potrebbe andare meglio… »

« Vedrai che si sistema tutto… »

« Al momento sono un po' pessimista a riguardo, ma grazie per averlo detto… »

« Comunque, bando alle ciance! Sto accompagnando Anita al corso prematrimoniale! », ci interruppe Saverio spezzando quella malinconia che stava tornando.

« Al corso prematrimoniale?! »

« Già, Anita era preoccupata che non fosse appropriato, per questo ti ho chiamata… »

« Ani, tesoro, non è un problema! Più che altro mi preoccupa lui… »

« Cioè? », rispondemmo all'unisono.

« Non vorrei che tornassi a casa con brochures varie sulla questione! Ho detto che ti sposo, ma non farmi fretta! »

« Ma noooo! Ma cosa vai a pensare! Sto facendo solo un favore a mia commare! Non posso?! »

« Certo che puoi! Anzi, devi! Ma non ti azzardare a portare cose strane a casa! Altrimenti stanotte dormi sul divano! »

« Lo sai che ti amo? »

« Sa, non attacca! »

« Lo sai che siete la mia vita? », continuò lui imperterrito sorridendo verso la strada.

« Ti aspetto a casa… », rispose lei stavolta più morbida prima di chiudere la chiamata.

« È pazza di me! », esclamò Saverio guardandomi divertito facendo ridere anche me. 

Erano davvero stupendi. Mi ritrovai ad invidiare bonariamente la loro situazione e il loro amore. Si sarebbe davvero sistemato tutto con Dario? 

« Si sistemerà tutto… », affermò Saverio come a voler calmare quei pensieri vorticosi che giravano nella mia mente. « Adesso andiamo, e vediamo cosa si prova ad essere Dario Mancini! »

Risi ancora una volta negando con il capo. Saverio forse era la persona giusta per me in quel momento. Questo lo sapevo io come lo sapeva Dario, per questo aveva mandato lui. Certo, non si sarebbe aspettato che si sarebbe proposto al posto suo, ma si prospettava davvero una serata  interessante.


Note: Capitolo Venti. Buonasera a tutti/e e bentornati! Che ne dite? Si prospetta o no una serata scoppiettante?! 🤣❤️🤣❤️🤣 Era da un po' che volevo scrivere questa scena! E nel prossimo vedremo cosa faranno la strana coppia al corso prematrimoniale! Ci voleva un po' di leggerezza dopo tutta la tristezza! Invece cosa ne pensate di Edoardo? E della sfuriata con Dario? Che intenzioni ha il caro ingegnere? Ha cambiato tattica? Ci sono ancora tante cose da vedere, e io non vedo l'ora di scriverle! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ♥️
   
 
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