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Autore: KaronMigarashi    28/05/2022    0 recensioni
[ fandom: Predator//Mass Effect Andromeda ]
Il Clan yautja Red Star ha scoperto recentemente che la Galassia di Andromeda è stata presa d'assalto da numerosi coloni multi-specie appartenenti alla lontana Via Lattea. Dopo un disastroso incontro alla stazione Nexus, il giovane gruppo di yautja stringe con i nuovi abitanti un patto di tolleranza avendo un nemico in comune: i Kett.
Finché i Kett resteranno la maggior preoccupazione dell'intera Galassia è stato vietato qualunque scontro tra Yautja e il resto degli alieni.
Nora Ternion, umana operaia, e Viper, l'ultimo giovane blooded del Clan, saranno i primi ad avvicinarsi e instaurare così un rapporto goffo e bizzarro di amicizia inter-specie.
( Tutti i termini in asterisco sono presi e tradotti in italiano dalla lingua ufficiale yautjana dei Predatori. )
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Star'
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Andromeda  CULTURAL EXCHANGE

Il centro culturale del Nexus aveva da poco aperto al pubblico finalmente, c'era voluto soltanto la presenza del Pioniere umano e una seconda colonizzazione di Eos per poter portare a termine il progetto. Nora aveva partecipato alla costruzione dei primi blocchi della struttura, quindi era con un pizzico di orgoglio che osservava da fuori il lavoro ultimato dalle altre due squadre. Vicino alla porta principale c'era Avina di nuovo attiva, con la IA finalmente sistemata a dovere, che dirigeva all'interno gli ultimi civili scongelati e ancora un po' spaesati. Li capiva, anche lei aveva provato lo stesso smarrimento all'inizio.

" Ooman. "

Il traduttore sgraziato di Viper la raggiunse assieme al tipico pizzicore elettrostatico che accompagnava sempre l'uso del mantello mimetico di Viper. Infatti non ebbe neanche bisogno di voltarsi, lui era già apparso di fronte a lei, con la sua solita aria annoiata e le braccia incrociate sul torace.

" Ciao! "

Quasi saltellando con le stampelle per l'impaccio che le creavano al minimo movimento, Nora si avvicinò di qualche passo allo yautja con il sorriso sulle labbra. Era agitata, non riusciva a negarlo, ma nel senso più positivo del termine: non le capitava tutti i giorni di avere l'attenzione di una nuova civiltà tutta per sé e aveva intenzione di non sprecare neanche un momento delle due ore che aveva chiesto come permesso a Tann.
Soltanto lei sapeva la fatica che aveva dovuto fare per poter organizzare quell'uscita culturale tra loro due! Burocrazia a non finire perché, parole di salarian " Sarai gli occhi e la coscienza della tua razza. " Che tradotto voleva dire " Fai in modo di non attirare ulteriori scandali da bar, grazie mille. "
Fu con quelle ammonizioni già relegate in un puntino lontano lontano della sua galassia mentale personale che Nora oltrepassò lo yautja con decisione e gli fece cenno con le dita di seguirlo verso l'interno del centro. I passi pesanti di Viper non si fecero attendere, così come le occhiate sgomente dei passanti che li osservavano.
Una volta all'interno del centro vennero accolti dagli altoparlanti sempre attivi che spiegavano l'esistenza dell'Operazione Andromeda. Con divertimento notò subito come Viper dovette inclinare la testa da un lato, sempre nascosta da un casco chiuso, per poter permettere al traduttore di afferrare ogni parola. 

" Allora? Come ti sembra? "

Incapace di star tranquilla, Nora aveva spalancato un braccio verso il lungo corridoio, addobbato di ologrammi e testi di ogni genere, come a far notare l'ottimo lavoro svolto dai loro storici addetti al progetto di archiviazione.
 

" Dove sono le vostre battaglie? Questo... non c'è nulla qui che mi dica come affrontarvi nella Caccia. "

Dire che Viper era rimasto deluso da ciò che stava imparando era veramente riduttivo. Due ore chiuso lì dentro e cos'aveva imparato? Che i turian erano una milizia al servizio degli altri, che le asari erano una delle civiltà più antiche, ma votate all'arte delle parole superflue. L'unico conflitto che aveva trovato degno di nota era quello tra i salarian e i krogan, ma non spiegava nulla. Gli ologrammi parlavano di nascite dimezzate con la scienza e con l'inganno e Viper non capiva il perché mettere a tacere una razza così ben promettente... per non parlare del gesto in sé, per gli yautja manomettere la propria discendenza era considerato imperdonabile. Il futuro della razza non si sfiorava neanche con un artiglio. Non c'erano storie di grandi conquistatori, del dominio e dell'obbedienza. Tutto quello che l'umana gli aveva detto era tutta roba inutile per lui e si rifiutava di credere che tutte quelle razze si erano riunite in un unico viaggio lungo seicento anni soltanto per scoprire nuovi pianeti. Non potevano essere stati così superflui, perfino gli yautja nonostante i secoli passati a vivere nelle navi-madre tornavano sempre al loro pianeta natale. Sempre. Era nel sangue, la chiamata di una matriarca amorevole.
 

 Contrariato si voltò verso Nora, ferma davanti alla figura immobile di una donna umana in armatura rossa e nera, ma non la raggiunse. Lei sembrava non essere neanche lì, come se stesse rivivendo un sogno ad occhi aperti da un'altra parte. O un incubo... attraverso la vista ultravioletta che il casco gli donava notò subito l'irrigidirsi della muscolatura e lo scricchiolio della mascella serrata. E puzzava di rabbia mista a paura. Di sconfitta e nostalgia. In qualunque ricordo si fosse rifugiata l'umana sentiva che la stava turbando ogni secondo in più che osservava quell'ologramma di donna soldato. 
Decise di avvicinarsi con cautela, le femmine in quello stato erano sempre imprevedibili, e con un artiglio attivò Avina, che comparse immediatamente al loro fianco. 

" Comandante Rheena Jane Shepard. Umana, Spettro del Consiglio della Cittadella, appartenente alle forze speciali N7 dell'Alleanza dei Sistemi Terminus. "

La descrizione dell'umana fu una lunga lista di encomi e medaglie ottenute nella sua vita fino alla morte, caduta nell'ultima battaglia del Pianeta Terra. Una serie di voci nel dettaglio attirarono però la sua attenzione e tutte avevano la stessa parola in comune: Razziatori. Ben presto sotto il suo sguardo severo gli ologrammi cambiarono, la donna soldato scomparve e vi furono soltanto grossi giganti metallici a circondare un piccolo pianeta: la storia di una delle sconfitte più dure della Via Lattea. 

" Siete fuggiti. "

La mente dello yautja stava ricomponendo tutti i piccoli indizi che la storia della donna soldato gli aveva fornito mentre si voltava deluso verso Nora. E l'accusava.

" Siete fuggiti dalla battaglia. "

La vide tremare nelle spalle, non gli disse una parola. La vide nascondersi nei suoi stessi abiti, il capo chino nel classico segno di sottomissione. Di colpa.
 

Stordita, Nora alzò la testa dalle ginocchia. Aveva pianto e imprecato, si era scagliata contro Viper quando l'aveva accusata di codardia e gli era crollata addosso come un manichino dai fili spezzati. Sentì la gola bruciare, gli occhi ancora umidi. Il suono... quel maledettissimo suono dei Razziatori che le rimbombava nella testa in un loop infernale. Non c'erano notti in cui non riusciva a toglierselo dalla mente. Il rumore della loro sconfitta. 
Lentamente, nell'intorpidimento di un sonno troppo agitato, si schiarì la gola e si guardò realmente attorno. 

" Dove...? "

Si ritrovava rannicchiata su una specie di parete a specchio, ovale, fuori c'era lo spazio infinito della Galassia Andromeda e il volto enorme di un pianeta dalle sfumature azzurrognole. Gli interni neri erano avvolti da cavi, schermi e tecnologie che non riconosceva. Uno stanzone circolare che si diramava in due cubicoli. Di sottofondo c'era il confortante ronzio di un motore acceso. 

" Sulla mia nave personale. "
 

Da una delle due camere adiacenti comparve la massiccia figura di Viper, non riusciva a vederlo nell'oscurità dello spazio, ma lo riconobbe anche dalla voce del traduttore a cui ormai si era abituata. Non si mosse mentre lo vedeva sedersi a terra, proprio di fronte a lei, e voltare lo sguardo verso il pianeta. Più sopra il Nexus vegliava su di loro. 

" Perché? "

Confusa, Nora cercò di riordinare i pensieri mentre si scompigliava i capelli ancora più annodati. Ricordava l'ologramma di Shepard al centro culturale, ricordava le accuse di Viper sul perché le Arche erano ad Andromeda e ricordava la rabbia con cui si era mossa dopo. Ma poi?

" Sei debole, sei svenuta, e i vostri turian si stavano agitando. Qui possiamo parlare. Se ce la fai. "

Il tepore della navicella spaziale di Viper la cullò come l'abbraccio di una madre mentre passava lo sguardo agitato oltre lo specchio, verso i lontani brillanti filamenti aranciati del Flagello. Non era mai stata così dentro lo spazio, quand'era sulla Cittadella non si era mai azzardata ad avventurarsi fuori dal Sistema e l'unica volta che aveva viaggiato verso la Terra aveva tenuto gli occhi serrati dalla paura per tutto il tempo. Ora invece erano aperti. Ed erano stanchi. 

" Riconosco quello sguardo. Lo hanno tutti loro. "

" Loro chi? "

" I sopravvissuti. "

" Prima ci davi dei codardi. "

" Ero deluso da ciò che avevo intuito. "

" E adesso invece? "

" Voglio che mi racconti ciò che hai vissuto. Tu eri lì, i tuoi occhi non mentono. Il tuo corpo teso non mente. "

Sbuffò stanca Nora, ricordare era un supplizio a cui ormai la sua mente era abituata, ma dargli una voce? Era tutta un'altra storia. E di cosa doveva parlare? Si era ritrovata al centro di molti scontri, ma perché riportarli a galla? A che scopo? Posò gli occhi sullo yautja, quell'improbabile conoscenza aliena che si era ritrovata ad avere al fianco. E di come si sentiva stranamente protetta da tutto quando sentiva il suo sguardo su di lei. Perché più volte lo avvertiva, nascosto sotto la protezione del Mantello, quando usciva di casa fino a quando ne faceva ritorno la sera. Sembrava vegliare su di lei e non la spaventava. 
E allora parlò. Parlò di quando la Cittadella venne invasa dai geth, delle colonie umane sparite, di quando casa sua venne rasa al suolo dai mercenari di Cerberus, di quando stava andando a seppellire i genitori sulla Terra e aveva visto i Razziatori scendere dal cielo come ragni. Di come il suo primo amore venne schiacciato sotto quei tentacoli di metallo. Di come Shepard l'aveva trovata all'alba della prima grande battaglia, nascosta sotto le macerie mentre si stringeva al petto il corpo distrutto del suo amore.
Nora parlò e Viper non la fermò. Neanche una volta. 
  
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