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Autore: Justice Gundam    30/05/2022    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI 

Capitolo 3 - Scontro nella pescheria  

 

oooooooooo 

 

Lo scontro era passato all'esterno della pescheria, su una pensilina che dava sul mare. Deciso a catturare un altro della banda di Gaedren Lamm, Kostur si fece avanti e si preparò ad affrontare Gruller Gamba-Ad-Uncino, il feroce gnomo fuorilegge che, ad appena un metro da lui, si manteneva in guardia e lo minacciava con un kukri. Il mezzorco, decisamente più grande e più forte dello gnomo, cercava comunque di tenersi lontano dalla portata del suo avversario, consapevole di quanto potesse essere pericolosa quell'arma.

"Arrenditi, verme. I vostri loschi traffici sono ormai stati scoperti." ringhiò Kostur. Gruller tentò un fendente con il suo kukri, ma il mezzorco riuscì a deviarlo con la sua spada. "E presto tutti saprano dei bambini che usate come forza lavoro. Non ve la caverete, questa volta."

"Hah! Ce la siamo sempre cavata, finora!" gracchiò lo gnomo, mentre evitava abilmente un fendente. Kostur fece deliberatamente cadere la spada, e con un abile movimento del braccio afferrò la frusta appesa alla sua cintura. "Credi davvero che ti sarà tanto facile trascinarci in tribunale? Gli sbirri di Korvosa non hanno tempo da perdere con noi!"

Un fendente da parte del kukri di Gruller colpì di striscio la gamba destra di Kostur, e l'investigatore strizzò un occhio per il breve dolore. "Hm. In tal caso... visto che non hanno tempo da perdere con voi, non credo che gli dispiacerà troppo se li sollevo da questo problema. Una volta per tutte."

Kostur mosse rapidamente il braccio destro, e la sua frusta guizzò in avanti e si avvinghiò attorno al braccio con cui Gruller teneva il suo pugnale ricurvo. Lo gnomo crudele fece appena in tempo a sgranare gli occhi per la sorpresa, prima che Kostur tirasse verso di sè e gli facesse cadere l'arma di mano. Il kukri cadde sul pontile con un rumore sordo, e Gruller strillò per la sorpresa e il disappunto mentre il suo avversario lo trascinava fino ad afferrarlo per i capelli. Prima che il malvivente potesse dibattersi e cercare di liberarsi, Kostur fece un salto dalla pensilina e atterrò in piedi nell'acqua poco profonda appena un metro più sotto, poi tuffò la testa di Gruller in acqua e lo tenne fermo! In preda al panico, il criminale cominciò a fare le bolle, cercando disperatamente di non respirare l'acqua salata... e quando ormai il malfattore credeva che i polmoni gli sarebbero scoppiati, Kostur gli fece uscire la testa dall'acqua e lo sollevò di peso.

"Ti arrendi?" ringhiò Kostur. "Se confessi e collabori, avrai una pena ridotta!"

Dopo alcuni secondi passati a tossire e a sputare acqua, Gruller biascicò una risposta. "Fo... Fottiti..."

"Risposta sbagliata." disse Kostur scuotendo la testa. Un istante dopo, tuffò nuovamente la testa dello gnomo in acqua e lo trattenne là sotto. Gruller si contorse freneticamente e artigliò l'aria con le mani nel disperato tentativo di riguadagnare la superficie e riempirsi i polmoni di aria, ma Kostur era di gran lunga più forte di lui e lo tenne fermo là sotto.

Finalmente, Kostur lo sollevò di nuovo e gli fece riprendere fiato... e questa volta, Gruller ci mise molto più tempo a riprendere fiato e a rispondere. "Agh... cough... ba... basta... cough... mi... mi arrendo... risparmiami... dirò tutto... cough... che cosa... vuoi...?"

"Ecco. Adesso sì che ragioni.." rispose il mezzorco. "Ti consegnerò ai miei colleghi, e dovrai raccontare tutto quello che sai. A chi avete venduto il brivido. Da dove lo prendete. Quali sono le vostre connessioni nella malavita di Korvosa. Hai sulle spalle delle accuse molto pesanti, Gruller Gamba-Ad-Uncino, quindi ti conviene collaborare."

"Anf... anf... va... va bene... racconterò tutto..." ansimò lo gnomo. Senza troppi complimenti, Kostur trascinò nuovamente Gruller sul bagnasciuga e lo ammanettò, per poi legargli assieme le caviglie con una fune in modo che non potesse fuggire.

Un altro degli scagnozzi di Gaedren Lamm era stato preso. Ora non doveva che aspettare e sperare che i suoi compagni facessero la loro parte...

 

oooooooooo

 

Con un tremendo schianto, il mazzafrusto di Mister Ridarella si schiantò su un tavolo dopo aver mancato di poco la spalla di Krea, mandando in frantumi il legno marcio. Il mezzorco sfregiato ringhiò furiosamente e cercò di colpire la ragazza con un fendente al viso, ma Krea riuscì abilmente a scansarsi e fece alcune finte con il suo stocco, in modo da tenere l'avversario a distanza.

"Cosa succede, Mister Ridarella? Non ridi più? Hai perso il tuo senso dell'umorismo?" Krea stuzzicò il suo avversario, in modo da fargli perdere ancora di più il controllo, e scansò ancora una volta la mortale sfera chiodata. Per quanto potesse essere letale, il mazzafrusto era un'arma difficilmente governabile e pericolosa anche per chi lo usava... e Krea contava su questo e sulla sua agilità per far stancare il suo avversario, che in termini di forza fisica le era senz'altro superiore.

Furente, Ridarella cercò nuovamente di alzare il mazzafrusto e colpire, ma il combattimento prolungato gli stava facendo perdere man mano le forze. Osservando attentamente le mosse del suo avversario e scansandosi al momento giusto, Krea riusciva ad evitarlo con relativa facilità, e ancora una volta, la letale palla chiodata mancò il bersaglio e rimbalzò sulla parete di una delle vasche. Krea fece cadere con un calcio una grossa pala di legno - probabilmente una di quelle che i piccoli schiavi usavano per il loro massacrante lavoro - in modo che andasse addosso a Ridarella, e il mezzorco sfregiato fu costretto a ripararsi, lasciando alla ragazza il tempo necessario per organizzarsi e sferrare l'attacco decisivo.

"Bene, credo che non sia il caso di perdere altro tempo." disse. Chiuse gli occhi e si concentrò per un istante, poi passò l'indice e il mediio della mano sinistra sul piatto della sua lama, e pronunciò una formula magica in lingua Varisiana. La mano sinistra della giovane venne circondata da una crepitante aura elettrica, e Krea fece uno scatto in avanti che coprì rapidamente la distanza che la separava da Ridarella. Prima che il malfattore potesse difendersi, Krea gli mise la mano elettrificata sul torace... e la scarica elettrica venne trasmessa al corpo del mezzorco, che ringhiò di dolore e barcollò indietro, finendo quasi con le spalle al muro. Senza attendere oltre, Krea alzò il suo stocco, la cui lama ora risplendeva di una tenue aura magica azzurra, e sferrò un affondo che si infilò tra le maglie dell'armatura di Ridarella e in mezzo alle costole, trafiggendo il cuore.

Il mezzorco sfregiato emise un roco grugnito, e i suoi occhi si spalancarono, mentre un rivolo di sangue scorreva dalla ferita mortale che Krea gli aveva inflitto. "Put... tana..." mormorò Ridarella, mentre cadeva in ginocchio.

Con aria sprezzante, Krea estrasse la sua lama dal corpo di Ridarella, che cadde al suolo senza più vita. "Un mestiere meno vergognoso del tuo." rispose al mezzorco ormai cadavere.

Terminato lo scontro, la giovane donna sospirò e guardò la lama del suo stocco, ora gocciolante del sangue di quel miserabile. Solo in quel momento si rese veramente conto di aver stroncato una vita, e il pensiero le provocò un accesso di nausea e rimorso. Certamente, quel mezzorco era un criminale, un sadico e un rifiuto della società, e lei stava combattendo per salvare la sua vita e quella dei suoi cari... ma era comunque la prima volta che uccideva qualcuno, e non era una bella sensazione. Con un po' di esitazione, la giovane donna ripulì lo stocco dal sangue che lo inzuppava e chiuse gli occhi di Ridarella. Se non altro, gli spettava una sepoltura decente...

"Ce l'hai fatta, ragazza mia." si sentì chiamare da Runyar, il nano chierico di Abadar, che in quel momento aveva finito di legare Yargin. Ma in quel momento, Krea aveva la mente che andava da altre parti, e non rispose subito. "Hey? Signorina Aldinn? Sta bene? Suo fratello è entrato in quel corridoio, forse avrà bisogno di aiuto..."

"Oh... Ah, già! Rilo sta inseguendo Gaedren!" Il pensiero dei suoi fratelli più piccoli scosse la ragazzina dal suo momento di shock, e Krea si affrettò verso il corridoio nel quale Rilo era entrato, fermandosi giusto un attimo per fare una richiesta a Runyar. "Mastro Runyar, lei... può raggiungere Fedra e i bambini là fuori? Io vado a dare una mano a mio fratello... anche se spero non ne debba avere bisogno."

"Ugh..." grugnì Yargin. "Che diavolo volete fare, voi? Credete di essere gli eredi di Blackjack o cose del genere?"

"Tu preoccupati di cosa dirai al giudice, carogna." lo rimbeccò Runyar. "E adesso alzati! Tu e quello gnomo avete molte cose da confessare. Signorina Aldinn, buona fortuna! E stia attenta a quello che fa!"

"Stia tranquillo, mastro Runyar! Non mi faccio ammazzare prima di averla fatta pagare a quel dannato Lamm!" rispose Krea, e fece il segno dell'okay al chierico prima di affrettarsi lungo il corridoio, la spada già sfoderata al suo fianco...

 

oooooooooo

 

Rilo Aldinn non era di buon umore, in quel momento. Del resto, nessuno lo sarebbe stato, se si fosse trovato di fronte un gruppo di ragni rossastri grossi come gatti, con gli addomi rigonfi, le zampe biancastre e i cheliceri grondanti di veleno. Quelle bestiacce erano saltate fuori all'improvviso da un passaggio, e stavano cercando di bloccargli la strada. A quel punto, era impossibile che Gaedren non fosse stato allarmato... e restare lì a combattere contro quelle bestiacce troppo a lungo gli avrebbe impedito di raggiungere il malfattore e dargli quello che meritava.

"Ragni del sogno... ma certo, sono quelli da cui si estrae il veleno per produrre il 'brivido'." disse tra sè il ragazzino, mentre cominciava a lanciare un incantesimo. Uno dei ragni, più ardito degli altri, avanzò verso di lui e fece uno scatto in avanti, cercando di afferrarlo con le zampe e piantargli le zanne velenifere nella gamba destra. Il ragazzino si scansò in tempo, ma un altro ragno del sogno si lanciò su di lui, prendendo lo slancio con le sue lunghe zampe. Questa volta, le zanne velenose andarono a segno... ma per pura fortuna, Rilo riuscì a togliere il braccio all'ultimo momento, e gli affilati cheliceri strapparono un lembo della sua manica.

"Accidenti... se non mi muovo in fretta, Gaedren sfuggirà ancora una volta." disse tra sè il ragazzino, per poi lanciare un incantesimo su di sè. Pronunciò qualche parola nella lingua Varisiana, mentre i suoi occhi si riempivano per un istante di ombre nere... e subito dopo, la sua sagoma divenne oscillante e sfocata mentre si affrettava verso il nascondiglio di Lamm. Alcuni dei ragni si fecero indietro, confusi dall'effetto illusorio, ma uno di essi cercò ugualmente di attaccare Rilo. Per fortuna, l'incantesimo aveva reso il giovane stregone difficile da distinguere, nell'oscurità di quel corridoio, e Rilo riuscì a passare oltre, lasciandosi dietro un gruppetto di ragni confusi. Senza indugiare oltre, il ragazzino scese rapidamente una piccola rampa di scale di legno umido, che scricchiolarono sinistramente nel tentativo di sostenere il suo pur esiguo peso.

Finalmente, una volta giunto alla fine della rampa di scale, il ragazzino Varisiano si trovò in una grande stanza, percorsa da una corrente fredda che recava con sè il nauseante odore di alghe marcite, sicuramente a causa delle aperture nel pavimento di legno che davano sul fiume, non più di un metro e mezzo più in basso. Diverse colonnne di sostegno dall'aspetto instabile emergevano dalle acque per sostenere il soffitto, con delle funi ricoperte di muschio che le collegavano tra loro. In un angolo, si trovava un tavolo abbastanza grande circondato da quattro sedie, sul quale erano stati lasciati avanzi di cibo e varie cianfrusaglie... ma il particolare che saltò subito all'occhio del ragazzino fu la figura emaciata e dall'aria malvagia che stava in piedi accanto al tavolo, tenendo una balestra carica puntata contro di lui.

"Aaaah, benvenuto! Immagino che tu sia il fratello di quel moccioso che ho... assunto di recente!" gracchiò Gaedren Lamm. Mentre Rilo alzava una mano, pronto a lanciare un incantesimo sull'anziano malfattore, quest'ultimo esplose in una secca risata e accennò a premere il dito sul grilletto della sua balestra. "Ah, ah! Non ci provare! Avrò la mia età, ma ti assicuro che ci metterò meno io a spararti un quadrello nella gola che tu a fare uno dei tuoi giochi di prestigio da Varisiano!"

Rilo corrugò la fronte e si spostò di un passo alla propria destra. Ancora sotto l'effetto del suo incantesimo Movimento Sfocato, il giovane stregone apparve per qualche istante annebbiato agli occhi di Gaedren. "Vogliamo scommettere, vecchio? Se non mi colpisci, essere più rapido non ti serve a niente! E io ho ancora qualche... gioco di prestigio... da usare su di te." lo sfidò, con un sorrisetto minaccioso.

Gaedren ridacchiò, ma si trattava di una risata amara... e Rilo continuò a minacciarlo. "Ti consiglio di arrenderti!" intimò. "Ti consegneremo alla guardia cittadina, e passerai il resto della tua miserabile vita in galera."

"Oh, non credo proprio che lo farò. Mi basterà dileguarmi e cercare un altro posto dove nascondermi." sghignazzò il vecchio malfattore. Cercando di non farsi notare da Rilo, gettò un'occhiata alle acque che scorrevano sotto di loro, e attraverso un'apertura nel pavimento vide una familiare sagoma che si muoveva sotto il pelo dell'acqua. "Anche se... sarei curioso di sapere come avete fatto a sapere che mi nascondevo qui."

"Ti basti sapere che la signora Zellara ci ha raccontato molte cose di te..." rispose Rilo.

La risposta di Gaedren non fu quello che il giovane stregone si era aspettato. Gaedren sfoderò un ghigno malvagio ed emise una roca risatina. "Che... che hai da ridere?" esclamò il giovane.

"Heheheheee... già, Zellara! Me la ricordo bene! Aveva degli occhi così belli e dei capelli così soffici che non mi andava di darla in pasto al mio cucciolo!" sghignazzò. "Se vuoi... parlare con lei, è nella stanza dietro di me!"

"Cosa?" esclamò Rilo. "Di cosa stai parlando, bastardo?"

Ma a quel punto, Gaedren aveva raggiunto il suo scopo. Mentre Rilo era distratto, il malvivente puntò la sua balestra verso l'apertura nel pavimento più vicina al ragazzo e premette il grilletto, scagliando il quadrello verso la sagoma che nuotava là sotto e colpendola. L'effetto fu immediato. Rilo sentì il rumore dell'acqua che si agitava... e la creatura che nuotava là sotto, furiosa per il dolore della ferita, emerse dall'acqua e si lanciò su di lui! Il giovane stregone si voltò appena in tempo e sgranò gli occhi per la paura quando si vide arrivare addosso un possente alligatore, lungo non meno di due metri, la bocca spalancata e i denti aguzzi che lo facevano sembrare una sorta di tagliola vivente! Il ragazzino fece appena in tempo a scansarsi, e le fauci del temibile rettile si chiusero a pochi centimetri dal suo braccio destro, ma la sorpresa e l'attacco improvviso lo fecero comunque cadere a terra. L'alligatore, da parte sua, riuscì ad arrampicarsi sulla passerella... e Rilo riuscì a vedere il dardo di balestra che si era piantato nella schiena del rettile.

"Hahahaa! Dopo che sarai schiattato, parlerai a quattr'occhi con la tua cara Zellara! E' l'ora dello spuntino notturno, Mangiabudella!" sghignazzò Gaedren. Con una rapidità insospettabile, il rettile si lanciò sul ragazzo che cercò disperatamente di alzare una mano e lanciare un altro incantesimo prima di essere morso. In una frazione di secondo, Mangiabudella raggiunse Rilo e lo costrinse a terra con tutto il suo peso!

"Uuuugh... m-maledizione... devo... devo sfuggirgli in qualche modo!" mormorò Rilo. Tentando disperatamente di tenere lontane le fauci dell'alligatore, Rilo alzò una mano per lanciare un incantesimo... ma fu costretto  ad interrompersi per spingere di lato la testa del rettile ed impedirgli di chiudere le fauci sulla sua testa. A quella distanza, e con l'alligatore che gli impediva di muoversi, Rilo non poteva contare sugli effetti del suo incantesimo Movimento Sfocato.

E mentre Rilo era impegnato a non farsi sbranare da Mangiabudella, Gaedren ne approfittò per ricaricare la sua balestra - un modello di piccole dimensioni che poteva essere facilmente usato con una mano sola. Mentre Rilo continuava a lottare per non farsi mordere dal temibile rettile, il vecchio ghignò e puntò nuovamente la balestra contro di lui, mirando alla testa...

Tutto accadde in una frazione di secondo.

Una figura minuta si piazzò, rapida e decisa, dietro Gaedren. Si sentì un lievissimo suono metallico... e un attimo dopo, Gaedren sgranò gli occhi e urlò per il dolore sentendo il freddo acciaio che gli penetrava nella milza, inzuppando di sangue i suoi abiti cenciosi!

"AAAAARGH!" Gaedren fece cadere a terra la sua balestra e, nonostante il tremendo dolore, voltò la testa quel tanto che gli bastava per cercare di vedere di cosa si trattasse... restando sconvolto quando riconobbe la ragazzina dalla pelle bianca e dai capelli argentati che gli era apparsa appena dietro!

"Salve, Gaedren." disse freddamente Fedra, la mano ben serrata sullo spadino che era stato immerso fino all'elsa nel fianco del criminale.

"T-tu?" biascicò Gaedren. "Come... come hai fatto... Io... credevo che..."

La frase si interruppe quando Fedra gli rigirò la lama nella carne, facendolo ringhiare di nuovo di dolore. "I tuoi scagnozzi hanno lasciato il lavoro a metà. Questo è per mia sorella." sibilò. Estrasse la lama dal corpo di Gaedren, e l'anziano malvivente si accasciò a terra sanguinante mentre Fedra si muoveva per andare a dare una mano a Rilo.

Per fortuna, il giovane stregone era riuscito ad approfittare di una frazione di secondo in cui Mangiabudella aveva allentato appena un po' la presa. Con uno sforzo, riuscì ad alzare il braccio destro, e una sfera di ombre vorticose apparve nel palmo della sua mano.

"Che... le ombre si tolgano le forze! Raggio Di Indebolimento!" esclamò Rilo. La sfera di ombre si trasformò in un raggio di luce nera che raggiunse il temibile rettile, il cui corpo sembrò perdere colore per qualche istante. Mangiabudella indietreggiò, stupito e confuso, e si sentì improvvisamente mancare le forze, dando così a Rilo la possibilità di rialzarsi e sottrarsi al famelico alligatore. Quest'ultimo si tuffò nuovamente in acqua e riprese a nuotare in circolo attorno al gruppo, mentre il suo padrone cercava di rialzarsi, tamponandosi la ferita al fianco. Con un ringhio rabbioso, Gaedren Lamm usò la mano libera per recuperare la balestra e puntare un quadrello alla schiena di Fedra...

"Ah! Attenta, Fedra! Dietro di te!" la avvertì Rilo.

Dalla prontezza con cui Fedra reagì, Rilo comprese subito che la giovane caligni si era aspettata un attacco di sorpresa. La ragazzina si gettò di lato e, prima che Gaedren potesse premere il grilletto, gli afferrò il polso e lo strinse con abbastanza forza da fargli rattrappire le dita! Il vecchio criminale ringhiò di rabbia e dolore, e cercò di divincolarsi, ma non poteva competere con una giovane atletica ed agile come Fedra.

"Gnnnn... lasciami... lasciami, piccola sgualdrina!" ringhiò Gaedren. "Che cosa... che cosa vorresti fare?"

"Voglio solo dare la possibilità ad un rifiuto della società come te... di rendersi utile in qualche modo!" rispose rabbiosamente Fedra. Con uno strattone, la ragazzina sollevò Gaedren da terra e lo strattonò di lato... fino a spingerlo oltre il bordo della passerelle sulla quale si trovavano! Gaedren emise un roco grido di paura e rabbia quando perse l'equilibrio e cadde nell'acqua melmosa del fiume Jeggare... e un attimo dopo, il sangue che stava perdendo dalla ferita al fianco tinse l'acqua... e giunse alle narici di Mangiabudella.

Freneticamente, Gaedren cercò di riguadagnare la superficie e di trascinarsi nuovamente all'asciutto... ma il suo "cucciolo" si era già lanciato alla carica, reso folle dalla fame e dal dolore del dardo ancora piantato nella sua schiena. Quando Gaedren si rese conto di cosa stava per accadere... era già troppo tardi.

"Che cos... NOOOOOO!" Il grido di terrore di Gaedren si spezzò quando le fauci di Mangiabudella si chiusero sul suo torace, e l'uomo emise un gemito strozzato prima di essere trascinato sot'acqua, sotto gli occhi spaventati di Rilo, e quelli freddi ed indifferenti di Fedra. In una frazione di secondo, le acque limacciose cominciarono a ribollire e ad agitarsi, poi a tingersi di rosso mentre l'alligatore tratteneva il suo "padrone" e lo sbranava! Per un attimo, Gaedren riuscì a riguadagnare la superficie con la forza della disperazione... ma l'alligatore lo trascinò nuovamente sul fondo, azzannandogli le gambe con abbastanza forza da spezzarle!

Ancora per diversi secondi, il fiume continuò a ribollire...

Poi, improvvisamente, tutto tacque. E tutto ciò che rimase di Gaedren Lamm furono alcuni brandelli di vestito e una enorme macchia di sangue che veniva trascinata via dalla corrente.

"E' fatta... è morto, alla fine." disse Rilo con un sospiro di sollievo. Non gli dispiaceva per quell'individuo spregevole, e anzi provava una sensazione di liberazione. Da quel giorno in poi, Gaedren Lamm non avrebbe mai più tormentato gli abitanti di Korvosa. "Finalmente... faccio quasi fatica a crederci..."

"Addio, Gaedren Lamm. Buon viaggio ad Abaddon." sibilò Fedra con disprezzo, mentre l'alligatore si ritirava per divorare ciò che restava del corpo di Gaedren. Si passò una mano sugli occhi, per asciugare le lacrime che si stavano formando ai loro angoli, e guardò verso l'alto, tenendo un pugno stretto all'altezza del cuore. "Kendra, ti ho vendicata. Che le ombre ti concedano il giusto riposo."

Dopo qualche secondo di silenzio, Fedra si voltò verso Rilo e gli mise una mano sulla spalla, con grande sorpresa del ragazzino. "Rilo, tu stai bene? Non sei ferito, vero?" chiese con evidente preoccupazione.

Il giovane Varisiano si schiarì la voce e rispose, cercando di non apparire imbarazzato. Era la prima volta che vedeva così da vicino una ragazza così carina. "Beh... è stato piuttosto spaventoso, lo ammetto..." rispose. "Ma... non basterà un alligatore a farmi fuori, no davvero! Sono solo un po' indolenzito... E poi... e poi sono soddisfatto perchè finalmente abbiamo eliminato Gaedren... nostro fratello è salvo, e sono contento che tu sia riuscita a vendicare tua sorella. E anche Kostur e mastro Runyar saranno soddisfatti di come sono andate le cose. Tuttavia... prima che tu arrivassi, quel vecchio verme mi ha detto una cosa inquietante..."

La caligni sbattè gli occhi stupita. "Cosa vuoi dire? Cosa c'è che non va?"

Rilo esitò un attimo e si sfregò il mento, non del tutto sicuro di come raccontare ciò che aveva sentito da Gaedren. "Ecco..." esordì dopo qualche istante. "Beh, quando ho scambiato due parole con il vecchio verme, lui ha riconosciuto il nome della signora Zellara. Te la ricordi, vero? La cartomante che ci ha messo sulle tracce di Gaedren e dei suoi scagnozzi?"

Fedra riuscì a sorridere, e Rilo notò che quell'espressione la rendeva ancora più graziosa... "E come potrei non ricordarmi di lei?" rispose prontamente. "Se non fosse stato per lei, saremmo ancora lì a cercare."

"Immagino di sì..." rispose Rilo sfregandosi la nuca. "Ecco, ho sentito che..."

"Rilo! Fedra!" esclamò la voce di Krea, un attimo prima che la giovane donna facesse irruzione in quella stanza insalubre. Sorpresi, Rilo e Fedra si voltarono di scatto verso la rampa di scale... dalla quale cadde il corpo senza vita di uno di quei ragni che il ragazzino si era lasciato dietro! Krea raggiunse la fine della scala, ripulendosi i resti di ragno gigante e di seta vischiosa che le erano rimasti appiccicati, e ripulì la lama del suo stocco. "Ragazzi, state bene? Dov'è Gaedren? Lo avete preso?"

"Krea!" esclamò Rilo sollevato. "Va tutto bene, sorella! Gaedren è nella pancia di un alligatore... non darà mai più fastidio a nessuno."

La giovane maga-spadaccina annuì soddisfatta. "Dici davvero, fratellino? Questa... è una buona notizia. Se non altro, Gaedren ha finito di fare del male." affermò con soddisfazione.

"Però... adesso stavo dicendo a Fedra che c'è qualcosa di inquietante, in tutto questo." continuò Rilo. Fedra disse di sì con la testa, confermando quello che il giovane stregone voleva dire. "Quando... quando ho confrontato Gaedren, e gli ho fatto il nome di Zellara... lui mi ha risposto che se volevo parlare con lei, l'avrei trovata nella stanza lì accanto..." Con lo sguardo, Rilo indicò una porta di legno tarlato che portava ad un'altra stanza.

Krea sgranò gli occhi sorpresa. "Cosa? La signora Zellara?" esclamò. "Ma... ma com'è possibile? Lei ci aveva detto che non poteva muovere personalmente contro Lamm..."

"Appunto. Qui c'è qualcosa che non torna." rispose Fedra. "Secondo me è una trappola."

Rilo si sfregò la fronte. "Pensi che Gaedren abbia messo su qualche trappola come... vendetta postuma, per così dire?" chiese. "In effetti, mi ha dato l'impressione di essere il tipo di persona che farebbe una cosa simile."

"Ma forse... facciamo bene a dare un'occhiata." continuò Krea. "Ovviamente, prestando la massima attenzione. Restate dietro di me, okay?"

I due avventurieri più giovani annuirono e seguirono Krea mentre quest'ultima raggiungeva la porta. Dopo essersi assicurata che non ci fossero trappola sulla serratura, toccando la manopola e la serratura con il suo stocco, la giovane aprì la porta e gettò un'occhiata al suo interno...

Krea storse il naso quando la puzza che aleggiava là dentro la raggiunse come un pugno in faccia, e la maga-spadaccina fece una smorfia e si coprì la bocca e il naso con la mano libera. Quella stanzina angusta sembrava una camera da letto e al tempo stesso uno studio, arredata con un letto di legno dalle coperte lacere, e un tavolo rotondo infestato di piatti sporchi e resti di cibo. Ai piedi del letto si trovava una grande cassaforte dal lucchetto arrugginito, sopra la quale era posto un libro mastro ammuffito con le pagine increspate dall'umidità. Una cassettiera cadente, piena di vestiti tarlati e ben oltre i loro giorni di gloria si trovava in un angolo. e sopra di essa si trovava una cappelliera di legno, circondata da una nuvola di mosche. L'unica fonte di luce era una piccola pietra posta vicino al letto che emanava una radianza magica - un oggetto magico minore di cui disponevano molte famiglie di Korvosa che vivessero in uno stato almeno dignitoso.

I tre ragazzi restarono fermi sull'ingresso, aspettando di vedere se per caso non ci fosse qualche trucco o qualche trappola. Ma ancora una volta, non accadde nulla. La stanza era abbandonata, oltre a mettere bene in mostra la scarsa igiene dell'anziano malvivente.

"Gaedren viveva in questo schifo di stanza?" si chiese Fedra, entrando con circospezione. "Cavolo. Mi dovrei scusare con quel coccodrillo. Gli ho dato davvero un pasto scadente."

Con riluttanza, i tre cominciarono a cercare, senza apparente successo. Il letto era infestato di cimici, e i resti di cibo rimasti sul tavolo avevano attirato numerose blatte. Ma cercando in giro, i due fratelli e la caligni cominciarono a trovare degli oggetti che potevano essere utili o di valore...

"Guardate. Credo proprio che questo libro mastro contenga un po' di informazioni interessanti." disse Rilo, gettando un'occhiata alle pagine ingiallite. Anche se la luce era esigua, il ragazzino riuscì comunque a leggere qualche frase in lingua Varisiana. "Infatti... qui parlano della gente a cui hanno smerciato il 'brivido'... e sentite un po' questa, c'è anche il famigerato Re dei Ragni tra i suoi clienti!"

"Sono sicura che a Kostur e ai suoi superiori interesserà molto." disse Fedra. La caligni si era messa ad armeggiare con degli arnesi da scasso sulla cassaforte, e dopo un paio di tentativi, la serratura scattò, e Fedra aprì lo sportello per trovarsi davanti un assortimento di preziosi - tra questi, una corona d'oro in miniatura, un anello d'argento, un piccolo forziere di legno scuro contenente numerose fialette, un pugnale dalla lama a forma di chiave, una bacchetta di ossidiana intagliata, e una statuetta di avorio sorprendentemente realistica che rappresentava due succubi (demoni dell'Abisso dall'aspetto di donne attraenti e procaci) abbracciate tra loro. "Hm? E questo... cavolo, questa statua mi dà l'impressione di essere un'opera della famosa artista Avayah! Le succubi sono tra i suoi soggetti preferiti..."

"Avayah? Non era quella tiefling che si è fatta una certa fama per le sue credenze eretiche sulla principessa demoniaca Nocticula?" chiese Krea, interrompendo per un attimo la sua ricerca. "Heh... sì, ne ho sentito parlare. Mi sorprende che il culto di Nocticula non le abbia già fatto la pelle... ma lasciamo perdere, e continuiamo la ricerca! Qui mi sembra che ci sia qualcosa di inter... AAAAARGH!"

Krea sobbalzò e lanciò un grido di sorpresa ed orrore mentre dava un'occhiata all'interno della cappelliera... e si trovò a guardare dritto negli occhi la testa decapitata di una donna! Rilo e Fedra volsero immediatamente la loro attenzione alla ragazzina mora, sorpresi e preoccupati... e in quel momento di paura, Krea fece cadere sul pavimento la testa, malamente preservata e decorata con del trucco grossolano in un goffo tentativo di dare alla pelle morta un aspetto più vitale.

Con una smorfia di raccapriccio, i tre ragazzi osservarono la testa: anche se il processo di decadimento era già avanzato, non c'era modo di sbagliarsi.

Quella testa apparteneva a Zellara.

"La... signorina Zellara? E questo... che cazzo vuol dire?" boccheggiò Rilo.

Krea non potè fare altro che scuotere la testa con rabbia e rammarico. "Non lo so, fratellino... ma ho l'impressione che questa storia sia più complicata di quanto sembrasse all'inizio..." disse, mentre dava un'altra occhiata all'interno della cappelliera, e scorgeva altri due oggetti che sembravano interessanti: un mazzo di carte, molto simile a quello che Zellara aveva usato per fare loro l'apprensura...

...e una spilla ingioiellata di squisita fattura, che raffigurava un draghetto e un imp arrotolati l'uno intorno all'altro in una sorta di schema yin-yang...

 

oooooooooo

 

Dopo aver cercato con attenzione in tutta la stanza e aver scoperto un altro po' di cose interessanti, il gruppo si era riunito fuori dalla pescheria, dove Runyar si era occupato di fare compagnia ai bambini salvati. Tutti loro, compreso Deriu, sembravano quasi spaesati all'idea di essere finalmente liberi, ed erano rimasti lì attorno, in attesa che i loro salvatori tornassero.

"Come... come sarebbe a dire che la signorina Zellara era già morta?" esclamò Kostur con incredulità. "Le... le avevamo parlato... soltanto qualche ora fa! O... O mi state dicendo che quello era un fantasma o cose del genere?"

"Chi è questa Zellara, sorellona?" chiese il piccolo Deriu. Fin da quando i suoi fratelli maggiori erano tornati, il ragazzino non si era più staccato dal loro fianco, felice di poterli riabbracciare e temendo di essere di nuovo separato da loro in qualche modo. "E'... la persona che vi ha aiutato a trovarci?"

Rilo disse rapidamente di sì con la testa. "Proprio lei. Ma a quanto ho potuto vedere... in realtà la signora Zellara era già morta, e quella con cui abbiamo parlato era un fantasma."  

"Beh, sai, non dovresti stupirtene più di tanto!" esclamò una voce sghignazzante che apparteneva allo gnomo dall'aria malvagia che sedeva lì vicino, legato polsi e caviglie vicino ad un muretto basso. "Con tutti i non-morti che saltano fuori di tanto in tanto nei quartieri bassi di Korvosa, perchè mai la vostra amica non potrebbe essere diventata un fantasma?" Gruller Gamba-Ad-Uncino sghignazzò di nuovo e guardò in direzione di Yargin, che grugnì con fare disinteressato.

"Una cosa è sicura... dovremmo tornare a casa di Zellara." affermò Krea con un sospiro. "Forse lì troveremo qualcosa di più. E poi, c'è tanta di quella roba che abbiamo trovato là nel covo di Gaedren, che dovremmo prenderci il tempo di passarla in rassegna, vedere cosa si può restituire, e cosa invece può fare da prova per le attività illecite di Gaedren. E' vero che è morto, ma intanto si può risalire ai suoi complici e fermare altri crimini."

"Abbiamo scoperto che c'era un'intera partita di brivido pronta per essere smerciata..." disse Rilo indicando gli oggetti che lui e le ragazze avevano portato fuori. Alcuni dei bambini si stavano avvicinando per cercare di sgraffignare qualcosa di valore, e Fedra si era dovuta adoperare per pregarli di non farlo, visto che molti di quei preziosi oggetti potevano ancora avere un proprietario. "E quella, la dovremo consegnare alla guardia cittadina di Korvosa. O meglio, a lei, signor Kostur, visto che lavora lì."

"Certamente. Farò in modo che tutti voi veniate ricompensati per aver fermato quella maledetta droga." rispose il mezzorco investigatore. La sua voce si incrinò rabbiosamente verso la fine, visto che chiaramente stava ripensando a quel suo collega che era stato quasi stroncato da un'overdose di brivido.

"Bene. Per quanto riguarda i ragazzi, qui..." azzardò Runyar, che fino a quel momento era rimasto con i bambini liberati. "Ovviamente, il piccolo Deriu torna con voi, ma gli altri? La maggior parte di loro sono orfani, mendicanti che vagavano per le strade di Korvosa prima che Gaedren li costringesse a lavorare per lui."

Krea guardò con attenzione la dozzina o quasi di bambini e bambine vestiti di stracci, con ancora addosso i segni della brutalità a cui erano sottoposti. Tutti loro stavano guardando la ragazzina Varisiana, apprensivi e al tempo stesso spaesati, come se adesso che erano stati liberati dalla schiavitù, non sapessero che altro fare e a chi rivolgersi. In effetti, questo era un po' un problema... chi si poteva occupare di tutti questi bambini?

Finalmente, Krea azzardò un'ipotesi. "Beh... io dico che per il momento, è il caso di affidarli al tempio di Sarenrae più vicino." rispose, accarezzando Deriu ed arruffandogli i capelli. "Più avanti, penso che potremo decidere il da farsi assieme a qualcuno che sia più competente di noi."

"Non... non andremo a lavorare per qualcun altro, vero?" chiese un bambino dal volto arrossato.

Krea sorrise e volle subito tranquillizzare tutti. "No, no, per niente!" rispose. "Anzi... quello che noi vorremmo è trovarvi un posto dove potrete ricevere una giusta educazione, e passare un'infanzia serena come meritate. E sono sicura che gli adepti del Fiore del Mattino sapranno aiutarvi in questo."

"Okay, visto che questa è l'idea, va benissimo." continuò Kostur. "Ma restano ancora altri problemi, no?"

Fedra annuì e mostrò la spilla preziosa che avevano trovato nel covo di Gaedren. "Esattamente. Tra il bottino di Lamm, c'era anche questa... e anche se non me ne intendo, credo che sia un gioiello di ottima fattura. Non certo qualcosa che un ladruncolo da quattro soldi come Lamm poteva rubare tanto facilmente." affermò la caligni, mentre consegnava a Runyar il prezioso gioiello.

"Vedere." disse il nano, per poi esaminare con attenzione la spilla. Per qualche secondo, il sacerdote di Abadar non disse nulla... ma poi, sgranò gli occhi e si lasciò cadere la mascella in un'espressione di assoluto stupore! "AH! Per... per tutte le casseforti di Abadar, ragazza mia! Hai idea di cosa sia questo? Questo stemma con il draghetto e l'imp che si rincorrono?"

"No, per questo lo chiedo a te." rispose tranquillamente (anche se con un po' di sarcasmo) Fedra, notando la stessa espressione sbalordita sul volto di Kostur.

Runyar sospirò e strinse la spilla in una mano, come se avesse paura di perderla. "Aaaah, beata ignoranza... mia cara, questo che vedi qui è lo stemma della famiglia reale di Korvosa, gli Arabasti! Questa spilla è di proprietà nientemeno che del legittimo sovrano della nostra città!"

La reazione del gruppo fu di unanime stupore - a parte Kostur, che aveva già capito di cosa si trattava. "Che... cosa? Dite... dite sul serio, mastro Runyar?" esclamò la caligni restando a bocca aperta. "Un... un gioiello che appartiene alla famiglia reale di Korvosa?"

"Proprio così, mia cara! La mia famiglia ha lavorato per generazioni nel ramo della gioielleria, quindi so quello che dico!" ribattè Runyar, un po' accigliato all'idea che quella ragazzina mettesse in discussione la sua esperienza sull'argomento. "Comunque, questo è un caso serio. Un gioiello di proprietà della corona, in mano ad un criminale di bassa lega come Lamm. Come diavolo è stato possibile."

Krea pensò che la soluzione migliore fosse anche quella più semplice. "Sentite, io dico che in questo caso, la cosa migliore da fare è restituirlo ai legittimi proprietari. Cioè, in questo caso, alla famiglia reale di Korvosa." propose, per poi sorridere e strizzare un occhio in segno di intesa. "A parte il fatto che si tratta della cosa giusta da fare... penso che ci varrà anche una bella ricompensa, non credete?"

"Heh... immagino di sì, ragazza mia." rispose Kostur. "Comunque, prima di tutto..."

"Hey, guardate!" esclamò improvvisamente Deriu, indicando qualcosa in direzione dei quartieri più vicini. "Che sta succedendo lì?"

"Cosa? Lì dove, Deriu?" chiese stupito Rilo. Il giovane stregone guardò in direzione della città, assieme ai suoi compagni e al resto dei bambini... e davanti ai loro occhi apparve uno spettacolo inquietante. In lontananza, si riusciva a vedere il bagliore di fuochi che ardevano, annunciando che in alcuni punti della città erano scoppiati degli incendi... e il suono inconfondibile di campane che annunciavano uno stato di allarme cominciò a risuonare nell'aria, accompagnato da una cacofonia di urla, dal suono dell'acciaio, e di tanto in tanto, da qualche rumore che annunciava il lancio di un incantesimo. Sembrava che, nel giro di pochi minuti, Korvosa stesse precipitando nel caos, e i cinque avventurieri, assieme ai bambini che avevano salvato, restarono a guardare come inebetiti la scena, chiedendosi freneticamente che diamine stesse accadendo alla loro città. I rumori, le urla, la sensazione di paura e confusione, crescevano sempre di più...

"E'... è normale che qui a Korvosa ci sia tutta questa confusione?" chiese Fedra, usando una mano per schermarsi gli occhi dalla luce che squarciava l'oscurità a cui lei era abituata.

"Ma cosa dici, Fedra?" rispose Rilo scuotendo la testa. "Tutto questo... non è affatto normale! Sta succedendo qualcosa di terribile!"

"Guardate! Sopra di noi!" esclamò uno dei bambini.

Krea alzò di scatto lo sguardo - un piccolo gruppo di ippogrifi, strane creature simili a cavalli con il becco e le ali di un'aquila e un paio di affilati artigli al posto degli zoccoli anteriori, stavano sorvolando il cielo notturno della grande città, diversi metri sopra di loro. Ognuno di quelli strani animali era dotato di una sella e di una bardatura di cuoio che gli offriva un po' più di protezione senza appesantirli troppo, e in groppa a ciascuno di essi si trovava una figura umana vestita di nero - sicuramente, si trattava di una pattuglia di cavalieri della Compagnia dello Zibellino, l'unità militare d'elite di Korvosa, alle dipendenze dirette del Siniscalco di Castel Korvosa. E in effetti, in quel momento stavano volando proprio in direzione della dimora dei reali della città-stato.

Ma una delle cavalcature sembrava essere in difficoltà - volava in maniera incerta, perdendo quota per poi tirarsi nuovamente su... e i fratelli Aldinn, con un misto di stupore e disgusto, si ritrovarono all'improvviso sotto una pioggia di sangue, che proveniva dall'ippogrifo barcollante. Mentre gli altri cavalieri e i loro alati destrieri proseguivano per la loro strada, l'ippogrifo ferito finì per soccombere, e malgrado i disperati sforzi del suo cavaliere, precipitò e si schiantò addosso ad un edificio, con risultati raccapriccianti.

Fu allora che Krea comprese il significato del caos che era esploso attorno a loro... e il sangue le si gelò nelle vene.

"Lacrime di Pharasma..." mormorò sconvolta, le braccia abbandonate lungo i fianchi e gli occhi sbarrati.

"E' morto... Re Eodred II di Korvosa... è morto..."      

        

oooooooooo 

 

CONTINUA...  

  

 

  
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