Capitolo
19: All’ultimo
respiro
Terra
Terra
dei ghiacci, sabato,
05:02
“Dici
che ormai è stanco,
Trunks?”
“Sì!
Un ultimo sforzo... manca
poco!”
I
due doppioni non smettevano
mai di attaccare con raggi d'energia il loro nemico, il quale, dal
canto suo,
continuava a resistere.
Come
diavolo facesse ad avere
ancora tutta quella energia, era un assoluto mistero... se Broly non
imparava a
controllare tutta la sua energia, rischiava di diventare un pericolo
per tutto
l'universo!
Anche
Tarble faceva del suo
meglio a tener testa al nemico ma era il più debole del
gruppo, in quanto non
era trasformato in supersaiyan.
Pertanto,
quando Broly si mise
ad assaltarlo con una furia violenta e bestiale, il saiyan faceva molta
fatica
a parare i colpi.
"Accidenti...
la sua potenza è aumentata in maniera tremenda! Non
è lo stesso di prima, in
tutti i sensi! Non solo ha una forza pazzesca ma il suo carattere
è mutato in
maniera drastica... è come vedere un demone senza
controllo... che sia questa
la forma più brutale e incontrollata dei saiyan, il vero e
leggendario
supersaiyan?!"
Si domandò, preoccupato
Tarble, tentando di parare i pugni di Broly con le braccia.
“Avanti,
questo è
il colpo di grazia! Final Flash!” urlò Tarble
lanciandolo a distanza
ravvicinata, per poi urlare: “E ora fatti un
sonnellino!”
Ma,
inaspettatamente, dalla coltre di fumo apparve il volto sadico e
spietato di
Broly, completamente illeso.
“Cosa?!”
urlò,
senza parole il giovane
e, prima che se
ne rendesse bene conto, l'avversario gli diede un calcio
così violento che gli
mozzò il fiato e che lo fece schiantare contro un monte
lì vicino.
“Tarble!!!”
urlò il Trunks più
giovane mentre l'altro gli diceva: “E' ancora vivo! Pensiamo
a Broly, più che
altro! Temo che abbia tutte le intenzioni di combattere contro di
noi!”
“Cosa
possiamo fare, Trunks?!
Questo saiyan è una vera furia! Di questo passo, saremo noi
ad essere uccisi!”
“Tranquillo,
ho un piano.”
“E
qual'è?!”
“Prepariamo
il Galick Cannon e
con quello tentiamo di contrastarlo!”
“E'
una mossa un po'
azzardata...”
“Ma
non abbiamo altra scelta!
Siamo allo stremo delle forze, proprio come lui! Questa è
una gara a chi
resiste più a lungo!”
“Quant’è
rimasto dell’acqua
che ci ha dato Whis?”
“Poco…
un sorso a testa.
“D'accordo,
allora
prepariamoci e speriamo in bene!”
I
due doppioni, dopo aver bevuto
quel poco che restava della boccetta, la quale non li guarì
completamente, ma
almeno li fece sentire leggermente meglio, e fatto un respiro profondo,
lanciarono il loro attacco con tutte le loro forze.
Paradiso
Sezione
Nord, sabato, 05:05
“Eccoci
arrivati!” esclamò
Goku, apparendo davanti ad un uomo anziano con la pelle verde e le
rughe, il
quale non trattenne un'espressione incredula nel trovarsi davanti,
all'improvviso, tutta quella gente.
“Ehilà,
Kami. E' da un pezzo
che non ci vediamo...” lo salutò Piccolo, con un
ghigno divertito, prima che
Vegeta dichiarasse, scocciato: “Puoi mettermi in contatto
spirituale con una
persona?”
Kami
rimase un attimo in
silenzio, sorpreso da quella strana richiesta, poi ammise:
“Sì, certo... ma ho
bisogno dell'aiuto della mia controparte malvagia, ossia di Piccolo,
perché
questa tecnica consuma molto energia.”
“Nessun
problema, Kami. Dimmi
cosa devo fare e lo farò.” dichiarò il
namecciano, avvicinandosi.
Kami
lo guardò un attimo per poi
dire: “Ottimo, mettiti davanti a me e allunga le
mani.”
Piccolo
fece come Kami gli
aveva detto e venne subito imitato dalla controparte.
Dalle
mani dei due si
sprigionarono delle onde rosse che collisero.
“Fatto.
Entra dentro questo
flusso energetico e pensa alla persona che vuoi contattare. Si
creerà
temporaneamente una dimensione dove potrete comunicare.”
annunciò l'anziano
namecciano mentre Vegeta, con un sorriso sarcastico, annunciava:
“L'ho sempre
detto che tu e la tua gente avete tecniche molto interessanti,
vecchio...”
sogghignò Vegeta prima di entrare, con un balzo, al suo
interno.
Terra
Terra
dei ghiacci, sabato,
05:10
Si
trascinò lentamente, con
l'aiuto delle sue mani, finché un violento colpo di tosse,
durante il quale
sputò persino un po' di sangue, non lo fermò.
Alzò
la testa dolorante e
piena di ferite.
I
due Trunks stavano
preparando un attacco energetico alla massima potenza.
Avrebbe
voluto raggiungerli
per dare loro una mano, ma non poteva.
Non
aveva più un briciolo di
forza nel suo corpo e, cosa più importante di tutte, il suo
intervento, come al
solito, non sarebbe servito a niente.
Tarble
si rialzò dolorante
mentre si teneva il braccio sinistro, che non riusciva più a
muovere, il quale
poi era anche ricoperto di sangue, con la destra, per poi tornare a
guardare lo
scontro.
"Dannazione...
non sono riuscito neanche a farlo affaticare... ma
almeno ho guadagnato un po' di tempo per i due Trunks, almeno credo..." meditò il
ragazzo, sempre più stanco e
lottando nel disperato tentativo di tenere aperti gli occhi.
Proprio
in quel momento, i due
Trunks avevano lanciato il Galick Cannon contro Broly e, a giudicare
dalla
massa e dal potere energetico che sentiva provenire da esso, doveva
essere
davvero potente.
Nonostante
il potere,
l'attacco dei Trunks non preoccupò minimamente Broly, il
quale si mise a sua
volta a lanciare un attacco energetico di colore verde.
Le
due sfere si collisero con
un tremendo boato, ma nessuna delle due era intenzionata a cedere a
quella
nemica.
Sfortunatamente,
l'attacco dei
Trunks cominciò a perdere intensità mentre quello
di Broly si avvicinava sempre
più minaccioso ai due doppioni.
“Ho
paura... che
non ce la faremo... è troppo forte per noi...”
commentò il Trunks più grande,
con un sorriso stanco.
Anche Tarble
si
rese conto della sconfitta e, chiudendo con forza gli occhi,
pensò, disperato:
"Ormai è la
fine... non siamo riusciti a salvare il mondo... tra poco moriremo
tutti..."
“Stai
scherzando, vero?!” tuonò una voce sconosciuta
eppure stranamente familiare
nella sua testa.
Stupito, il
ragazzo riaprì gli occhi, dicendo un semplice:
“Eh?” e trovò davanti a sé la
conferma dei suoi sospetti.
“E'
tutto qui
quello di cui sei capace? Perché, in quel caso, sei patetico
come sempre!”
aggiunse, irritata, la figura con l’aureola in cima alla
testa che gli stava
davanti mentre il saiyan, senza parole, sussurrava: “Fratellone?!”
Com'era possibile
che suo fratello si trovasse lì?!
Doveva essere
morto da anni, secondo i due Trunks e Bulma...
Ma quasi subito,
l'incredulità lasciò posto alla gioia.
Stava rivedendo
suo fratello, il suo adorato fratello maggiore, il suo idolo di
quand'era
bambino...
Quando gli era
stato detto che Vegeta era morto, aveva creduto di non rivederlo mai
più e
invece lui era lì, a pochi passi da lui.
Se quello fosse
stato un sogno, avrebbe voluto non risvegliarsi mai più...
Si
avvicinò con
sorriso al fratello con un grande sorriso, per poi dirgli:
“Sono contento che
tu sia qui, fratellone!”
Ma, non appena
finì di parlare, Vegeta si voltò bruscamente di
lato.
“Non
fraintendere!” fu la secca risposta del saiyan, mentre il
fratello farfugliava,
sorpreso: “F-fratellone...”
“Non
intendo
assolutamente aiutarti! Semplicemente non sopporto la vista di un
saiyan
debole!” sbuffò Vegeta, mentre il fratello minore
sussurrava, imbarazzato: “Mi
dispiace...”
A quel punto,
il
ragazzo si diede un’occhiata intorno e si accorse di trovarsi
nello spazio
profondo, nero, denso… eppure, riusciva a respirare
perfettamente.
“Fratellone,
ma
dove siamo?”
“Siamo
in un
mondo illusorio creato dai poteri di due namecciani. Sono qui per dirti
qualche
parolina riguardo al tuo scandaloso comportamento! Certo, potevo farlo
attraverso Re Kaio, ma certi discorsi li preferisco fare a
quattr’occhi!”
“C-certo,
dimmi
pure…” balbettò Tarble, leggermente
spaventato.
Suo fratello
arrabbiato era la persona più pericolosa
dell’universo, dopo Bulma… di certo,
quella che lo aspettava era una strigliata leggendaria…
Prima che Vegeta
potesse aprire bocca, però, un uomo alto e coi capelli neri
anche lui con
un’aureola sopra la testa, verso cui Tarble provò
la sensazione di averlo già
visto da qualche parte, apparve all'improvviso, commentando:
“Certo che è
proprio buio in questo posto, forse è notte...”
Notando Vegeta che
lo guardava con un'espressione adirata, il tipo misterioso lo
salutò con un
gran sorriso: “Ah, eccoti, Vegeta! Come va?”
“Cosa ci
fai tu
qui, Kakaroth?!” fu la risposta, furibonda, dell'altro e il
saiyan rispose,
senza perdere la sua allegria: “Ci stavi mettendo un po' e
sono venuto a controllare
che stessi bene... e poi, speravo che tu stessi affrontando un nemico
tosto e
pericoloso!”
“Sto bene e
non
sto affrontando nessun nemico pericoloso, però al momento
sono occupato, quindi
sloggia!” sbottò, adirato, Vegeta, tentando di
trascinarlo lontano, mentre il
saiyan apparso all’improvviso, commentava, leggermente
infastidito: “Che
cattivo…”
Tarble, nel
frattempo, osservava in silenzio il misterioso saiyan appena apparso e,
in un
attimo, capì dove l’aveva già visto:
era identico al bambino nell’incubatrice
nei sotterranei della Capsule Corporation!
Quello che Bulma
diceva di essere il clone di un tipo chiamato Goku!
Che fosse lui?
Però, il
suo
fratellone l’aveva chiamato Kakaroth…
Proprio in quel
momento, Goku notò Tarble e, subito, si avvicinò
al ragazzo esclamando, tutto
eccitato: “E tu chi sei? Sei un saiyan? Ehilà,
sono Goku! Vuoi combattere
contro di me?”
“N-no…
comunque…
io sono Tarble…” sussurrò il ragazzo,
indicandosi, leggermente allibito per via
dell’energia mostrata da quel tipo, mentre Vegeta tentava di
nuovo, di
trascinarlo via, sibilando: “Ti ho già detto che
sono occupato, Kakaroth!
Perciò, sparisci!”
Sfortunatamente,
l’ultima cosa che Goku voleva era andarsene.
“Tarble? Ma
non è
quel saiyan di cui ci ha parlato Re Kaio?” domandò
il saiyan a Vegeta, il quale
rispose: “Sì, è lui! Adesso vattene!
Devo dirgli una cosa molto importante, che
non ti riguarda!”
“Quindi era
lui la
persona con cui volevi metterti in contatto?”
“E con
ciò?
Sparisci!”
“Ma guarda
che
sorpresa… hai fatto tutto quel casino solo per metterti in
contatto con lui?
Devo ammetterlo, da te non me lo sarei mai aspettato,
Vegeta…”
“Tu…
volevi
metterti in contatto con me, fratellone?” domandò,
allibito, Tarble e,
sentendolo, Goku esclamò, incredulo: “Fratellone?!
E’ tuo fratello?!”
Vedendo Vegeta
alzare gli occhi al cielo, Tarble si tappò la bocca con la
mano funzionante e
borbottò, imbarazzato: “Ops, mi è
scappato…”
“Non sapevo
che
avessi un fratello…” commentò Goku,
mentre Vegeta rispondeva, cercando di
nascondere il fatto che fosse diventato rosso come un pomodoro maturo:
“Beh, tu
non me l’hai mai chiesto, Kakaroth!”
“E a chi
verrebbe
in mente di chiederti una cosa del genere? Comunque, adesso capisco
perché ci
tenessi tanto a parlarci…”
“Ottimo! E
allora
sparisci una volta per tutte!!!!” dichiarò, sempre
più arrabbiato, Vegeta, ma
Goku rispose: “No, aspetta! Voglio sentire
anch’io!”
“Scordatelo,
Kakaroth! Questo è qualcosa che riguarda me e mio
fratello!”
“Non
pensarla in
questo modo…”
“Non
ci provare!
Vattene subito!”
“Oh,
andiamo...”
“No!”
Alla fine,
con
un po’ di fatica e sotto lo sguardo senza parole del fratello
minore, Vegeta
riuscì a scacciare Goku, sibilando nel mentre:
“Maledettissima zanzara
fastidiosa…”
“Fratellone…
ma
chi era quello?” domandò, a quel punto, Tarble e
il fratello maggiore rispose,
seccato: “Non ha alcuna importanza! Stammi bene a sentire: non avrai mica
intenzione di farti
abbattere da quel bestione tutto muscoli e niente cervello,
vero?!”
“Ma…
ma quel
saiyan, Broly… è davvero tremendo…
credo che sia giunta la fine… per tutti
noi…”
“La
fine? Tsk,
ma cosa mi tocca sentire! Non so cosa accidenti abbia combinato mio
figlio per
ritrovarsi due al posto di uno, ma loro hanno avuto a che fare coi
cyborg per
anni e non si sono mai arresi! Anche se la situazione era critica,
anche se
quei dannati rottami assassini massacravano un sacco di gente, anche se
mi
hanno ammazzato… loro hanno continuato a lottare e anche
adesso stanno tentando
di fare qualcosa, a differenza tua! Meno male che sono venuto a
sistemare le
cose… perché se c’è una cosa
che non posso assolutamente tollerare è che un
saiyan, soprattutto se il saiyan in questione è mio
fratello, il principe dei
saiyan, si mostri debole!”
“Il…
il principe
dei saiyan?”
“Certo!
Dato che
sei mio fratello, lo sei anche tu!”
“No,
non è vero…
lo sai che non lo sono…” borbottò il
ragazzo, abbassando lo sguardo e Vegeta,
per tutta risposta, gli mollò un pugno in testa.
“Ahia!!!
Perché
l’hai fatto, Vegeta?!” domandò Tarble,
massaggiandosi la testa dolorante e il
fratello rispose, toccandogli la fronte con l’indice:
“E me lo chiedi, brutto
zuccone? Credi che solo perché quell’imbecille di
nostro padre ti ha mandato
via, non sei degno di essere il principe? Guarda che non è
il livello di
potenza che ha uno alla nascita a fare di lui il principe del nostro
popolo!”
“E
allora
cos’è?”
“E’
l’orgoglio!”
“L’orgoglio?”
“Il
tuo orgoglio
saiyan viene prima di tutto, ricordatelo!”
“E'
vero... il
mio orgoglio saiyan...”
“E'
la tua
forza. E’ ciò che ti permette di essere davvero
libero e potente. Nessuno,
ripeto, nessuno dev’essere in grado di annientarlo! Possono
comandare il tuo
corpo, la tua mente… ma nessuno potrà mai essere
in grado di dominare il tuo
orgoglio!”
Tarble rimase
in
silenzio, sgranando gli occhi di fronte a quella dichiarazione.
Per caso suo
fratello lo stava prendendo in giro?
Però,
il suo
sguardo era molto serio…
Intuendo
l’indecisione del fratello, Vegeta si mise a strattonarlo per
le spalle:
“Stammi bene a sentire, Tarble! Tu sei un saiyan! Non puoi
arrenderti così! Hai
capito?! Sennò ti prendo a sberle! Non azzardarti mai a
dimenticare che nelle
tue vene scorre il sangue dei guerrieri saiyan! Forza, cerca di
riprenderti,
ragazzo! Affronta quel bestione senza cervello col Garlick Cannon, la
tecnica
simbolo della nostra famiglia e annientalo! Puoi farcela, fratellino,
abbi
fiducia in te, una buona volta! Vincerai, te lo garantisco!”
Tarble rimase
un
attimo spiazzato a quella dichiarazione.
Vegeta non
l’aveva mai chiamato fratellino prima
d’ora… non stava dicendo quelle parole a
caso, vero?
Tuttavia,
nonostante la confusione, Tarble abbassò lo sguardo,
tristemente: “No, non ce
la posso fare, fratellone... sono ferito al braccio sinistro e la mia
forza
spirituale è dimezzata! Come faccio a combattere?!”
Per tutta
risposta, Vegeta gli tirò un altro potente e doloroso pugno
in testa.
“Ahi…
e adesso
che ho detto?” mugugnò Tarble, massaggiandosi di
nuovo la testa, e il fratello
rispose, prendendolo per il colletto della divisa e guardandolo in
maniera furente:
“Se non la pianti di fare il povero debole patetico, ti mollo
qui, alla mercé
di quel tizio, mi sono spiegato?!”
“Certo,
scusami!”
“Adesso,
stammi
bene a sentire: un vero guerriero è in grado di combattere
anche con tutti gli
arti del corpo rotti! Pertanto, cerca il potere dentro di te e, quando
lo
senti, sfruttalo con tutto te stesso!”
Tarble rimase
in
silenzio un attimo, per poi sorridere e dire, con orgoglio:
“D'accordo! Ho
capito, fratellone! Ti ringrazio tanto! Libererò il
guerriero dentro di me, te
lo prometto!”
“Ottimo.”
Annuì
Vegeta, dandogli le spalle e, a quel punto, Tarble sussurrò,
timidamente:
“Fratellone…”
“Mh?”
“Io...
voglio
diventare forte come te, fratellone!”
“Sbagliato!”
“Ah,
giusto...
questo non è possibile...”
Ma cosa gli
era
saltato in testa di dire?
Doveva essere
ancora sotto l’effetto dell’adrenalina…
Suo fratello
era
il prodigio della loro famiglia, l’orgoglio di suo
padre… mentre lui era
soltanto il fallimento totale.
Non sarebbe
mai
stato in grado di superare Vegeta…
“No,
tu devi
voler diventare più forte di me!”
esclamò, ad un tratto, Vegeta e Tarble alzò
la testa di scatto, sorpreso: “Eh?”
Vegeta lo
stava
fissando in silenzio, sempre dandogli le spalle.
“Ti
ricordi di
quel deficiente che si è intromesso nel nostro discorso,
poco fa?” domandò,
all’improvviso, Vegeta e il ragazzo ammise, sorpreso:
“Beh, sì…”
“Beh,
quello è
un idiota senza cervello, il più grande rompiscatole che si
sia mai visto in
tutto l’universo, più fastidioso di una
mosca… ma anche uno così è stato
capace
d’insegnarmi qualcosa di davvero importante.”
“Davvero?
E
cosa?” domandò, allibito, Tarble.
Sentire suo
fratello, il quale da bambino si vantava in continuazione che non aveva
bisogno
di alcun maestro, in quanto era un talento nato, che qualcuno era stato
capace
d’insegnarli qualcosa era pazzesco… se poi era un
tipo del genere…
Vegeta rimase
in
silenzio, prima di ammettere: “Che anche uno scarto
può diventare potente con
la forza di volontà. Quindi, la cosa vale anche per te. Puoi
farcela, se solo
lo vuoi… e sono certo che ce un giorno ce la farai,
fratellino.”
“Sì,
ben
detto...”
“Anche
se io non
te lo permetterò mai, mettiamolo bene in chiaro.”
“Lo
so... ti
conosco, fratellone.”
Mentre i due
fratelli parlavano, non si accorsero di tre figure sopra di loro tutti
con
un’aureola in testa che li guardavano in silenzio.
“Certo
che
Vegeta è cambiato…” commentò
il ragazzo con le cicatrici senza un braccio,
mentre l’uomo con la pelle verde, annuiva: “Beh,
sono passati più di
trent’anni… era logico che alla fine iniziasse a
cambiare…”
“Perché,
che è
successo?” domandò l’ultimo tizio, il
quale aveva un’espressione più trasognata
e, per certi versi, stupida e il ragazzo senza un braccio
spiegò: “Vegeta è
diventato il maestro di quel ragazzo, papà.”
“Davvero?”
“Certo,
io di
queste cose me ne intendo. Inoltre, gli ha insegnato a credere in
sé stesso…
anche se ha usato un metodo non convenzionale e più incline
al suo carattere…
però, credo che il suo discorso abbia avuto
successo.”
“Però
non me
l'aspettavo... è strano vedere Vegeta che allena
qualcuno...” commentò Goku,
mentre Piccolo, con un sorrisetto, diceva: “Sai,
com'è, lui un tempo era il
principe dei saiyan... probabilmente sente la mancanza dei suoi simili
e della
sua famiglia e così ha voluto allenare suo fratello... nel
corpo e nello
spirito, così da portare avanti il nome della loro
famiglia.”
“Beh,
ma anch'io
sono un saiyan e sono qui nell’aldilà assieme a
lui.”
“Sì,
ma tu credi
di piacergli?”
“Perché
questa
domanda? Io non ho assolutamente niente contro Vegeta.”
“Appunto.
Forse
è proprio per questo che non gli sei mai
piaciuto.”
“Eh?
Cosa
vorresti dire con questo?”
Per tutta
risposta, Piccolo fece un sorrisetto divertito.
Nello stesso
istante, Vegeta disse a Tarble: “Adesso, sarà
meglio che tu vada. Devi dare una
bella lezione a quel bestione arrogante che ha avuto il coraggio di
sfidare la
nostra famiglia! Dagli un bel calcio da parte mia!”
“Va
bene,
fratellone! E ti prometto anche che sarò il migliore
principe della storia dei
saiyan!” annunciò Tarble con orgoglio, ma Vegeta,
per tutta risposta, si voltò
a guardarlo furente e gli urlò: “NON DIRE
STUPIDAGGINI!!! QUELLO SONO IO, ANCHE
SE SONO DEFUNTO!!!!”
“Sì,
certo,
scusami!!!” esclamò, spaventato, Tarble.
Suo fratello
riusciva ad essere spaventoso anche da morto… adesso capiva
perché si era messo
con Bulma… facevano paura allo stesso modo!
“Ah,
toglimi una
curiosità… è vero che il Dio della
Distruzione sta combattendo contro quel
saiyan?” domandò all’improvviso Vegeta e
Tarble chiese, tranquillamente: “Ah,
ti riferisci a Beerus?”
“Che
ti salta in
mente di chiamarlo così?! Guarda che potrebbe far esplodere
la Terra per
questo!”
“Non
credo… se
lo facesse perderebbe il buon cibo…”
“Parli
come se
avessi a che fare con lui tutti i giorni.”
“Beh…
in realtà
è proprio così.”
“In
che senso?”
“Non
lo sai?
Praticamente vive a casa di Bulma.”
Sentendo
quella
frase, Vegeta si voltò a guardare il fratello minore con
espressione scioccata,
per poi domandare: “E’ a casa di Bulma? E la Terra
non è ancora esplosa?”
“Secondo
me, ha
troppa paura di lei per azzardarsi a fare una cosa del
genere… e, poi, guarda
che Beerus non è tanto male… quando
dorme…” ammise il ragazzo con un sorriso
forzato, pensando a tutti gli aggettivi con cui era possibile definire
Beerus
quand’era sveglio…
“Va
beh,
lasciamo stare… senti, avrei bisogno che tu dicessi qualcosa
a Bulma, quando
tornerai.” Disse, all’improvviso, Vegeta e Tarble,
sorpreso da quella
richiesta, acconsentì: “Certo, dimmi
pure.”
A quel punto,
Vegeta
si avvicinò al fratello e gli sussurrò qualcosa
all’orecchio.
Il ragazzo
ascoltò attentamente il discorso, per poi commentare:
“Va bene, glielo dirò…
anche se non ho capito il senso…”
“Tu
diglielo e
basta. Lei capirà.”
“Va
bene… ah,
c’è una cosa che devo dirti.”
“Cioè?”
“Ecco…
fra poco
il Trunks più grande avrà un figlio.”
Vegeta rimase
un
attimo in silenzio per poi dire, con assoluta neutralità:
“Capisco… a quanto
pare, dovrai diventare molto più potente di quello che
pensavo…”
“Eh?
Cosa
intendi? Perché devo diventare più
forte?”
“Perché
qualcuno
dovrà proteggere mio nipote e la sua famiglia, no?! Adesso
sei tu l’uomo di
casa, quindi vedi di darci dentro e di sopravvivere, perché
se succede qualcosa
alla mia famiglia, appena morirai, la prima cosa che farò
sarà quella di
ammazzarti, sono stato chiaro?!”
“Chiarissimo,
fratellone!”
“Un’ultima
cosa:
combatti come farebbe un vero saiyan… senza
rimpianti.”
“Sì,
lo farò!
Grazie, fratellone! Non dimenticherò mai il mio orgoglio
saiyan in battaglia!”
“Ottimo…
e
allora fila a dare una lezione a quel tizio, perdigiorno!!!”
“Certo,
fratellone! Lo faccio subito!!!”
Immediatamente,
Tarble sparì dalla vista, mentre Vegeta commentava:
“Sempre il solito, non
cambia mai… però è stato bello
rivederlo ancora una volta…”
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 05:30
Tarble
aprì di
scatto gli occhi neri e si rialzò, nonostante sentisse il
corpo dolorante, per
poi darsi un’occhiata intorno, fino a quando non
localizzò i due Trunks, ancora
intendi a lanciare l’attacco d’energia, anche se
ormai era sempre più evidente
che sarebbero crollati presto, di conseguenza, si avvicinò
lentamente a loro.
L’unico
che si
accorse di ciò fu Whis parecchio distante dal luogo dello
scontro, il quale
commentò: “Toh, sembra che Tarble si sia
rialzato!”
Beerus diede
un’occhiata nella direzione indicata da Whis e
domandò: “Che diavolo sta
facendo quel ragazzino?”
“Parrebbe
intenzionato a combattere…”
“Ma
è
impazzito?! Non si è neanche trasformato in supersaiyan!
Cosa spera di fare?!”
“E
chi lo sa,
Lord Beerus… potrebbe saltare fuori qualche
sorpresa… mi sbaglierò, ma mi
sembra molto più motivato rispetto a
prima…”
Nel
frattempo,
mentre si avvicinava lentamente ai due Trunks, Tarble
allungò il braccio
funzionante e sussurrò: “Garlick…
CANNON!!!!”
Sentendo
l’adrenalina e il potere scorrere dentro le sue vene, il
saiyan lanciò
l’attacco energetico con tutte le sue forze, unendosi con
l’attacco dei due
Trunks.
Sorpresi da
ciò,
i due Trunks si voltarono e videro Tarble, lanciare l’attacco
con tutte le sue
forze, avvicinandosi lentamente ai nipoti, con passo calmo, ma deciso.
Sembrava
assurdo, ma, per un attimo, sembrava di vedere Vegeta
all’attacco…
Bastò
uno
sguardò d’intesa fra tutti e tre i guerrieri per
capirsi al volo.
I tre
guerrieri
continuarono a lanciare l’attacco energetico, ma, nonostante
l’energia di
Tarble non riuscivano a procedere, ritrovandosi in una pericolosa
situazione di
stallo.
“Accidenti!
Non
è abbastanza potente! Ci serve più
energia!” constatò il Trunks più
grande,
mentre quello più giovane sussurrò:
“Papà… Goku…
aiutateci…”
Anche Tarble,
il
quale era di gran lunga, il più debole e malridotto del
gruppo, faceva sempre
più fatica, ma era evidente la sua voglia di resistere.
“Ho
fatto una promessa al mio fratellone… e la
manterrò! A qualsiasi
costo!”
pensò il giovane saiyan, ansimando.
“Coraggio…
usiamo tutto il nostro potere o è la fine!!!! Questa
è l’ultima scommessa!!!” urlò
il Trunks più grande e anche gli altri due
annuirono e sprigionarono tutta l’energia residua.
“QUESTO
E’ IL NOSTRO POTERE FINALE!!!!” urlarono i due, per
poi
sentire una voce familiare alle loro spalle dire: “Immagino
che, come al
solito, abbiate bisogno del mio aiuto…”
Immediatamente,
tutti e tre si voltarono di scatto e trovarono
la conferma dei loro sospetti.
“PAPA’!!!!”
urlarono i due Trunks, mentre Tarble esclamava:
“FRATELLONE!!!!”
“Concentratevi
sull’attacco, idioti! Altrimenti, moriamo tutti!
E’ mai possibile che non riuscite a fare niente senza di
me?!” sbottò Vegeta e
tutti e tre dissero, contemporaneamente e con tono imbarazzato:
“Scusa…”
Per tutta
risposta, Vegeta si rimise in posizione e lanciò a sua
volta il Garlick Cannon, il quale si fuse con quello degli altri tre.
Immediatamente
l’attacco energetico di colore viola iniziò
velocemente
ed inesorabilmente ad avanzare, mettendo in seria difficoltà
Broly, il quale
tentò di contrastarla aumentando la propria energia, ma fu
tutto inutile, anzi
era peggio.
Si sentiva
soffocare, come se qualcuno, dentro di sé, lo stesse
prendendo ferocemente a pugni…
Alla fine, si
accorse con orrore che il Garlick Cannon avevano
sconfitto il suo attacco e che stava proseguendo inesorabilmente verso
di lui e
provò paura, dato che si rendeva perfettamente conto che se
l’attacco l’avesse
colpito sarebbe morto.
Fino a quel
momento, non gli era mai importato tanto della
morte, ma adesso che si trovava sull’orlo del baratro,
sentì una paura folle e
paralizzante che lo stava attagliando.
Lui non
voleva morire… non lo voleva assolutamente!
Voleva
vivere, assieme a Cheelai e Lemo… ma cosa poteva fare?!
Chi avrebbe
potuto salvarlo?!
Ad un tratto,
si ricordò di quella volta in cui suo padre si era
fermato in quel piccolo pianeta e Lemo gli aveva parlato di una donna
di cui,
prima di allora, non aveva mai sentito parlare… una donna
che lo amava da
sempre e che non lo avrebbe mai tradito… la vera guerriera
più forte del mondo…
sua madre…
Lui non
l’aveva mai incontrata, ma gli sarebbe tanto piaciuto
conoscerla… se lei gli fosse stata vicino in quel momento,
avrebbe affrontato
la morte con più serenità, dato che di certo
l’avrebbe salvato…
Però,
la mamma di quei due guerrieri identici, nonostante non
fosse molto forte, era corsa lo stesso a salvarli… magari,
se l’avesse
chiamata, lei sarebbe venuta in suo soccorso… in fondo,
quando suo padre lo
chiamava per salvarlo da qualche zecca di Vampa, lui accorreva
subito…
“MAMMA!!!!!”
si ritrovò ad urlare, spaventato il ragazzo,
sperando che lei lo salvasse, e, esattamente in quel momento, una
figura
femminile con un cappotto, un’aureola in testa e uno strano
strumento di legno
attaccato al collo, apparve all’improvviso, urlando:
“SONO QUI!!!!!”
“Mamma?!”
domandò, leggermente
sorpreso e pieno di confusione, Broly, mentre la donna, con un gran
sorriso,
gli disse, mentre lo afferrava alla vita volando a tutta
velocità verso destra,
cercando, in questo modo, di trascinarlo via dall’attacco
energetico e di
salvarlo: “Sì, tesoro, sono proprio io e sono
venuta a salvarti!”
Vedendo che,
nonostante tutto, non era ancora abbastanza veloce
per trascinarlo via, la donna prese Broly alla vita con un braccio e,
puntando
l’altro dietro di sé, lo rassicurò:
“Non preoccuparti, piccolo mio, la mamma è
qui e ti salverà! Reggiti forte a me, Broly,
perché adesso si balla!”
Subito, il
saiyan si aggrappò alla piccola figura esile, la
quale lanciò un attacco energetico verde verso una montagna
alle sue spalle e,
per effetto del rinculo, i due cominciarono ad allontanarsi
velocemente, anche
se, a causa del peso di Broly, non era una cosa facile,
dall’attacco energetico
viola, il quale si avvicinava inesorabilmente.
“Andiamo…
più veloce…” sibilò la
donna, cercando di aumentare la
potenza e, proprio quando l’attacco era proprio davanti a
loro, riuscirono a
spostarsi appena in tempo.
“Ce
l’abbiamo fatta, Broly! L’abbiamo
schivato!” esultò,
euforica, Kohra, per poi voltare la testa per vedere che fine avrebbe
fatto
l’attacco energetico scoprendo, con orrore, che
l’attacco aveva colpito in
pieno alcune montagne lì vicino le quali si misero a
tremare, facendo scendere
quintali di neve ovunque.
“Misericordia…”
sussurrò la saiyan, stringendo con ancora più
forza Broly “Tieniti forte, Broly! Arriva una
valanga!”
Il peso di
Broly le impediva di volare in alto e di uscire dalla
traiettoria della valanga… ma se era stata capace di
ribaltare mezzo inferno
pur di salvarlo, avrebbe anche affrontato un simile macello!
Terra
Capsule
Corporation, sabato, 05:45
“Che
diavolo sta succedendo?!” urlò Mai, la quale si
trovava
seduta sul tavolo del salotto della Capsule Corporation, la quale
cercava di
leggere un libro nel tentativo di far passare il tempo, cosa che,
però, le
risultava parecchio difficile, dal momento che era preoccupata da
morire per il
suo Trunks e per tutti gli altri, in quanto non era assolutamente in
grado di
percepire i KI e di sapere cosa stesse succedendo sul campo di
battaglia.
Non appena
sentì la scossa di terremoto, si gettò sotto il
tavolo, sperando che finisse presto.
Però,
accidenti se era potente…
Ad un tratto,
un improvviso pensiero la fece sbiancare.
Il piccolo
Goku!
Era ancora
nella sua capsula nel sotterraneo!
Doveva
accertarsi che stesse bene!
Prese il
libro che stava leggendo, posizionandolo sopra la testa
come una sorta di elmetto difensivo, e, nonostante il terremoto, si
diresse
verso i sotterranei.
Quello che
stava facendo era pura follia, considerando le sue
condizioni… ma non poteva lasciare Goku in pericolo!
Inoltre, se
era stata capace di affrontare i cyborg e Zamasu, di
certo un terremoto non era niente di che… almeno
così sperava…
Con infinita
pazienza ed ansia, in quanto quel maledetto
terremoto non accennava a diminuire di potenza, Mai arrivò
al laboratorio.
Una volta
entrata, però, per poco non si mise ad urlare:
c’era
una figura nera davanti alla capsula illuminata dal liquido giallo, con
indosso
un lunghissimo mantello rosso sulla testa, così da coprirgli
la testa, e con
un’aureola sopra alla testa il quale era assolutamente
incurante del terremoto.
Mai prese il
suo fucile e fece per puntarlo contro a quel tipo,
quando si accorse di una cosa strana: la figura stava semplicemente
osservando
Goku, ma non sembrava avere intenzioni ostili… lo stava
solo… guardando… in silenzio…
Proprio in
quel momento, Goku aprì leggermente gli occhi e, dopo
un attimo di silenzio, appoggiò la sua manina sul vetro
della capsula e, dopo
un istante, anche la misteriosa figura appoggiò la mano sul
vetro.
Per un
attimo, a Mai parve che non ci fosse nessun vetro a
dividere i due, ma, ad un tratto, ad interrompere l’incanto
silenzioso, si udì
un Bip Bip e la figura si voltò nella sua direzione della
giovane donna,
guardandola in silenzio.
“Chi
è lei? Desidera qualcosa?” domandò Mai
e la figura rispose:
“Tranquilla, terrestre. Sono solo di passaggio.”
L’individuo,
fece per andarsene, quando vi fu una seconda scossa
di terremoto e uno schedario di metallo lì vicino cadde
proprio sul pannello di
controllo, mandandolo in tilt.
“Oddio!!!”
urlò Mai, correndo a controllare il pannello, mentre
la figura, avvicinandosi, domandando: “Che succede?”
“Il
pannello non funziona più!”
“Ehi,
che sta succedendo al bambino?!”
Mai
alzò lo sguardo e vide che Goku si stava agitando e, sudando
freddo per la paura, capì: “Il distributore
d’ossigeno è stato danneggiato! Non
sta più ricevendo ossigeno! Sta praticamente annegando!!!
Bisogna rompere
subito il vetro!!!!”
Mai
cercò affannosamente qualcosa nella stanza adatto a rompere
quel vetro, prima che Goku morisse annegato, ma lo strano individuo si
avvicinò
alla capsula, ordinandole: “Sta’ lontana,
terrestre. Ci penso io.”
Senza perdere
altro tempo, l’essere diede un pugno alla capsula
che fece immediatamente rompere il vetro, facendo uscire
l’acqua da tutte le
parti.
“GOKU!!!!”
strillò Mai, correndo subito a prendere il bambino in
braccio, il quale cominciò a piangere sonoramente.
Vedendo il
piccolo completamente bagnato e nudo, l’essere
strappò un pezzo abbondante del mantello e, senza perdere
tempo, avvolse il neonato.
“Io…
grazie…” balbettò Mai e, per tutta
risposta, l’altro si
voltò e rispose: “Non ringraziarmi,
ragazza… l’ho fatto semplicemente
perché mi
andava di farlo.”
Prima che Mai
avesse il tempo di dire qualcosa, però, vi fu una
nuova scossa di terremoto che cominciò a far cadere gli
armadi e tutto quello
che c’era nella stanza e la ragazza iniziò ad
urlare, spaventata: “Dobbiamo
uscire di qui!!! Sta crollando tutto!!!”
Per tutta
risposta, il tipo col mantello e l’aureola prese per
la vita Mai e si raccomandò: “Tieni stretto il
bambino!”
“Sì,
certo!” fece Mai e l’uomo fece un salto verso il
soffitto,
distruggendone buona parte con un attacco energetico, riuscendo ad
uscire con
la donna ed il bambino.
In un attimo,
il trio si ritrovò al sicuro sul prato
dell’edificio.
Una volta al
sicuro, Mai si toccò allarmata il ventre, per
assicurarsi che anche l’altro bambino stesse bene, e, una
volta che sentì un
calcio provenire da essa, si tranquillizzò.
Anche il suo
piccolo guerriero stava bene…
La giovane
fece per dirgli qualcosa, ma, proprio in quel
momento, lo strano tipo col mantello si alzò in volo e se ne
andò via a tutta
velocità nel cielo rossastro dell’alba.
Terra
Terra dei
ghiacci, sabato, 06:00
Non appena il
Garlick Cannon ebbe sconfitto l’attacco di Broly
dirigendosi inesorabilmente verso il ragazzo, tutti e tre i presenti si
erano
messi ad ansimare, sorridendo per essere riusciti, finalmente, a
trionfare
sull’avversario.
Tarble aveva
persino sussurrato, sottovoce: “Ce l’ho fatta,
fratellone… ce l’ho fatta.”
Tuttavia,
all’improvviso, il Trunks più giovane
notò una figura
nera piuttosto grossa schivare seppur con difficoltà
l’attacco energetico.
Di
conseguenza, egli si concentrò a percepire il KI in quella
direzione e sbiancò.
Sentiva
ancora l’energia di Broly!
Quindi…
era riuscito a schivare l’attacco!
“Broly
è ancora vivo!!!” urlò, spaventato, e,
immediatamente, i
suoi altri due compagni, si voltarono a guardarlo, spaventati.
“Cosa?!”
esclamò, allibito, il Trunks più grande, mentre
Tarble
domandava: “Ma non aveva preso quell’attacco in
pieno?!”
“L’ha
schivato all’ultimo secondo!” spiegò il
giovane Trunks,
mentre quello più grande si mise a guardare di lato,
restando sconvolto, tanto
da sussurrare: “Oh… mio…
Dio…”
“Che
c’è? Che succede?” domandarono gli altri
due e, per tutta
risposta, Trunks indicò le montagne.
Non appena si
voltarono, gli altri due saiyan capirono subito
cosa stesse succedendo: l’attacco aveva generato una
potentissima valanga che
si stava dirigendo a tutta velocità verso di loro!
Erano tutti e
tre troppo stanchi e provati per provare ad
alzarsi e volare via.
L’unica
cosa che potevano fare era cercare di resistere e
sperare in bene!
Tuttavia,
anche i loro compagni nelle retrovie erano rimasti
sconvolti.
“Whis…
che accidenti è quella roba?!” domandò
Beerus,
leggermente nervoso, e Whis, con calma, rispose: “Una
valanga, Lord Beerus.”
“Questo
lo vedo anche da solo! Si può sapere come si è
generata
una roba del genere?!”
“Ah,
è molto semplice, Lord Beerus…
l’attacco generato dai tre
saiyan è stato così potente che l’ha
scatenato una valanga.”
“Ehi,
ci sta venendo addosso!!! Whis, fa’ qualcosa!!!!”
“Subito,
Lord Beerus.”
Con un colpo
del bastone, Whis creò una barriera verde attorno a
lui, Lord Beerus, Bulma, Mai e a Gure, le quali si erano subito
avvicinate al
dio, intuendo che restando vicine a lui c’era
un’altissima probabilità di
uscirne vive.
Ad un tratto,
Whis notò Cheelai e Lemo, i quali stavano volando
in aria, a causa della potente onda d’urto della valanga e,
con un rapido
movimento del bastone, li attirò verso la barriera e, dopo
averla leggermente
aperta, fece entrare i due all’interno per poi richiuderla
prontamente.
Mentre i due
alieni si guardavano intorno, sorpresi da
quell’inaspettato salvataggio, Beerus si voltò
verso Whis e gli domandò,
furioso: “Whis, perché hai salvato anche quei due?
Ti rammento che stanno dalla
parte della furia scatenata!”
“Un
angelo deve restare neutrale, Lord Beerus.”
Ridacchiò Whis,
guadagnandosi, per tutta risposta, un’occhiataccia da parte
dell’angelo.
Nel
frattempo, la valanga raggiunse il trio di combattenti,
investendoli in pieno e trascinandoli via nella sua furia, facendo
sentire ai
tre di essere trascinati via da un potentissimo tornado e diluvio.
I due Trunks,
per contrastare quella furia, si trasformarono in
supersaiyan e, con un attacco energetico apparso dalla mano divisero la
neve
che li stava investendo, ma, date le scarse energie rimaste, erano in
grado di
difendersi solo in un piccolissimo spazio, sperando che quella valanga
passasse
in fretta, in quanto non erano di certo in grado di resistere a lungo.
Tuttavia,
Tarble, essendo il più debole del gruppo, non aveva
più le forze per contrastare con un attacco energetico la
valanga, si ritrovò
travolto in pieno dalla valanga, venendo trascinando furiosamente come
da un
fiume in piena e, senza alcuna speranza di poterla contrastarla, dato
la
terribile stanchezza, tanto che svenne per il dolore, la fatica e la
spossatezza.
Ad un tratto,
mentre veniva ballonzolato da tutte le parti come
un pupazzo di pezza, una mano gli afferrò bruscamente il
colletto della divisa
e, senza la minima delicatezza o apprensione, il proprietario di essa
lo tirò
fuori dalla neve e lo scaraventò su un’altura,
salvandolo così dalla furia
della valanga.