Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: evil 65    02/06/2022    7 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci tornati! Scusate il ritardo, ma è stato un mese davvero impegnativo.
Tuttavia, spero che ci faremo perdonare con questo corposo capitolo, lungo il doppio dei precedenti.

Buona lettura!



 
Capitolo 6 – The Incursion


285045070-427672702179639-906162496621544623-n

“ If travel is searching
And home has been found
I’m not stopping
I’m going hunting
I’m the Hunter… ”


Hunter – John Mark McMillian
 


Il porto principale del pianeta Montressor riecheggiava dell’inno dell’Accademia Interstellare.
L’intera banchina era riempita fino all’orlo dei personaggi più disparati, da semplici robot a rappresentati delle innumerevoli razze aliene sparse per il cosmo, passando per gli umani fino agli inconfondibili cyborg.
Uno di questi era attualmente impegnato a sfilare quanti più portafogli possibili dalle tasche della folla, pur mantenendo un occhi vigile sui suoi accompagnatori. L’ultima cosa che voleva, dopotutto, era farsi beccare e lasciare una bruttissima, prima impressione alla madre del suo protetto.
Mentre si avvicinavano al punto d’imbarco delle navi, Sarah Hawkins gli rivolse un sorriso gentile.
<< Dunque voi siete il famigerato capitano Long John Silver >> disse, facendolo irrigidire.
All’inizio, il vecchio pirata temette di essere stato scoperto, ma recuperò all’istante il suo atteggiamento spensierato.
<< La prego, signora Hawkins, non sono più un capitano da molto tempo. Chiamatemi solo John! >>
<< Solo se voi non mi chiamerete più “signora” >> ribattè la donna << Proprio come voi, sono passati parecchi giorni dall’ultima volta in cui qualcuno poteva riferirsi a me con un simile nomignolo. >>
A quelle parole, il volto del cyborg si aprì in un sorriso affascinante.
<< Volete forse farmi credere che una donna bella come voi non è più riuscita a trovare un marito dopo tutti questi anni? >>
Sarah alzò gli occhi al cielo.
<< Adulatore >> sbuffò divertita << Ma non creda che questo sarà sufficiente per distrarmi. >>
I suoi occhi vagarono verso la giacca dell’ex capitano… più precisamente, verso una delle tasche sgualcite, da cui sporgeva un orologio d’argento.
Silver cercò di non trasalire e nascose rapidamente l’oggetto rubato.
<< Che posso dire? Puoi togliere il pelo allo Yaoguai, ma non la sua voglia di cacciare. >>
<< Un paragone appropriato, suppongo >> commentò la donna, prima di assottigliare lo sguardo << Tuttavia, la pregherei di dilettarsi in questo tipo di attività solo DOPO la partenza di mio figlio. Sono sicuro che non vorrebbe vedervi trascinato via in catene in un giorno come questo. >>
Questa volta, il vecchio pirata non riuscì a trattenere una smorfia. Lo aveva proprio colpito nel suo punto più debole.
Sospirò sconfitto. Sapeva riconoscere un avversario troppo furbo, quando ce lo aveva davanti.
<< Suppongo di potermi trattenere fino ad allora. Per il caro Jimbo, questo ed altro >> borbottò a malincuore.
Sarah annuì soddisfatta, e anche il piccolo Morph cominciò a volteggiare attorno a Silver con maggiore energia.
<< Ha sempre parlato di voi con grande ammirazione >> disse la donna, mentre mostrava l’invito ai controllori dell’evento << Una volta mi ha detto che non sarebbe arrivato fin qui, senza il vostro aiuto. >>
Silver agitò una mano in mano sprezzante. 
<< Sciocchezze! È sempre stato un ragazzo pieno di talento, io l’ho solo aiutato ad esprimere il suo vero potenziale. Tutto questo… >>
Indicò il porto attorno a loro << è farina del suo sacco. Mi creda, niente di buono potrebbe venire da qualcuno come me. >>
La donna fece per controbattere, ma in quel momento l’intera zona sprofondò nel silenzio più totale. La musica cessò, mentre l’equipaggio cominciava a prendere posto sul ponte della R.LS Indipendence… la prima nave su cui Jim Hawkins avrebbe prestato servizio come ufficiale.
Alzando gli sguardi, sia Jenna che Silver scorsero il viso familiare del ragazzo, accanto all’alta figura del Capitano Amelia. Il Vecchio pirata non lo aveva mai visto così felice.
<< Per come la vedo io… >> disse Sarah, mentre osservava il figlio con un sorriso orgoglioso <<  è già successo. >>
Silver si sentì arrossire per l’imbarazzo, ma non potè fare a meno di provare un certo orgoglio alla vista del suo protetto. Era davvero cresciuto.
Amelia si portò un pugno alla bocca e tossì per attirare l’attenzione dei presenti.
<< Vorrei ringraziare la banda di Montressor per il contributo a questo evento. E naturalmente, un grazie anche a tutti coloro che hanno scelto di presenziare al viaggio inaugurale della R.L.S Indipendence! Sono proprio le persone come voi a darci il coraggio necessario per esplorare i territori ignoti dell’universo. Voi fate in modo che ne valga la pena! E quest’oggi…  >>
Mentre la donna continuava a parlare, Sarah si guardò brevemente attorno.
<< Spero che Doppler sarà qui al più presto, o si perderà la parte migliore… >>
Prima che potesse terminare la frase, un lampo di luce illuminò l’intero porto.
Amelia cessò il suo discorso, gli occhi spalancati come piatti. Una reazione che fu presto condivisa da ogni singola persona presente sul pontile.
Per un attimo, quel bagliore accecante rimase come sospeso a mezz’aria. Sembrava quasi una specie di globo.
Poi, un forte vento cominciò a soffiare su tutto il porto, smuovendo le navi, sollevando detriti e facendo addirittura cadere alcuni degli spettatori.
La raffica fu tanto potente e inaspettata da spezzare perfino una delle cime dell’Indipendence.
La corda saettò verso Sarah come un serpente impazzito e la donna si sentì invadere da una paralisi raggelante.
<< Stia giù! >> le urlò Silver, trascinandola a terra prima che venisse colpita in pieno dalla frusta vagante.
Entrambi sollevarono lo sguardo, mentre una specie di vortice di schiuma si materializzava a mezz’aria nel mezzo del disastro. Sembrava quasi un buco nero!
<< Per mille murene malefiche >> borbottò Silver << Cosa diamine sta succedendo? >>
Prima che chiunque potesse rispondergli, qualcosa cominciò a fuoriuscire dal portale. O meglio… qualcuno.
Dapprima, comparve solo un uomo alto e dalla carnagione grigio cenere. Aveva capelli neri sparati verso l’alto e indossava una giacca rossa simile all’uniforme della Marina Interstellare. Inoltre, nella mano reggeva una specie di bastone color pece.
Fu presto seguito da una creatura la cui sola vista suscitò paura e sconcerto nelle menti degli spettatori. Un essere alto due metri, a prima vista una specie di Cyborg rivestito di un’armatura nera, accompagnato da un respiro inquietante.
Ad affiancarlo, c’era una donna dalla carnagione verdognola, con un paio di corna prominenti che le spuntavano dalla testa. E proprio come l’uomo dalla pelle grigia, portava nella mano uno strano bastone.
Il quarto sconosciuto a fare la sua comparsa era addirittura più spaventoso del cyborg. Sembrava proprio uno scheletro vivente! Silver non aveva mai visto niente del genere in tutti i suoi viaggi in giro per il cosmo.
Infine, sopraggiunse un essere umano dall’aspetto decisamente più ordinario, ma non per questo meno stravagante.
La donna cornuta si guardò brevemente attorno.
<< Che luogo pittoresco. >>
<< Quasi… familiare >> aggiunse il suo compagno in armatura nera, con una voce bassa e tonante.
La creatura scheletrica, invece, si rivolse a quello che Silver identificò subito come il capo della banda: l’uomo dalla pelle grigia.
<< Sei sicuro che il frammento si trovi qui? >> gli domandò con una voce bassa e graffiante.
Kozmotis chiuse gli occhi, lasciando che l’oscurità avvolgesse la sua vista.
All’inizio, scorse solo una tela color pece ricolma di minuscoli bagliori di luce: semplici persone, prive di alcun potere magico. Poi, i suoi sensi amplificati notarono qualcos’altro. Sembrava quasi un arcobaleno multicolore, e risplendeva in lontananza di un bagliore accecante.  
Riaprì gli occhi.
<< Percepisco una potente firma magica provenire da quella direzione >> disse, indicando gli interni del villaggio portuale << Deve trovarsi laggiù >>
Accanto a lui, Facilier sorrise estasiato.
<< Allora diamo il via alle danze! >> esclamò, facendo un passo avanti. Fu allora che un colpo di pistola risuonò nella banchisa.
I mattoni davanti all’Uomo Ombra esplosero in un turbinio di fumo e detriti.
Lo stregone vudù sollevò lo sguardo, sorpreso… e si ritrovò a fissare dritto negli occhi felini del Capitano Amelia, la mano stretta attorno al suo fidato blaster.
<< Fermi dove siete! >> ordinò la donna << Non so chi siate, né perché vi troviate qui, ma avete sconfinato in un’area militare senza autorizzazione. Seguitemi con le mani bene in vista! >>
Gli occhi dello scheletro vivente si illuminarono di un bagliore scarlatto. Fece un passo avanti, ma un rapido gesto di Kozmotis lo spinse a fermarsi bruscamente.
L’ex generale si rivolse ad Amelia.
<< Non abbiamo fatto niente di male >> disse con la sua voce calma e suadente << Siamo solo dei semplici visitatori. Una volta che avremo terminato i nostri… affari, per così dire, ce ne andremo immediatamente, senza recare alcun danno alla popolazione di questo posto. Avete la mia parola. >>
La felide assottigliò lo sguardo.
<< Niente di male, dite? >> ribattè imperiosa << Guardatevi attorno! Il vostro arrivo ha provocato gravi danni a tutta la banchina, e ci è mancato davvero poco che ci scappasse il morto! Avete anche interrotto la partenza di una nave della marina, e solo questo sarebbe sufficiente per portarvi davanti ad un tribunale militare. >>
Fece un verso di loro.
<< Quindi vi conviene tenere le mani in alto e seguirmi. Non lo ripeterò un’altra volta! Sarete tenuti sotto stretta sorveglianza fino a quando non avrò fatto luce su tutta questa faccenda. >>
Kozmotis strinse gli occhi.
<< Capisco. È un vero peccato >> disse, con un tono di voce che sembrava quasi… rassegnato.
I suoi occhi si illuminarono di un bagliore giallognolo e incontrarono le lenti rosse di un certo cyborg.
<< Vader, ti dispiacerebbe occuparti di questa spiacevole situazione? >>
<< Con piacere >> rispose l’uomo, sollevando la mano destra.
Prima che Amelia potesse anche solo pensare di premere il grilletto del blaster, si sentì sbalzare all’indietro da una forza invisibile.
Cadde a terra, e con la coda dell’occhio vide che anche il resto dei gendarmi erano finiti nella stessa situazione.
Sì udì il suono delle pistole che facevano fuoco. I proiettili viaggiarono alla velocità della luce in direzione dell’appena nominato Vader… e si bloccarono a mezz’aria, a soli pochi centimetri dal suo palmo aperto.
La felide non poteva credere ai suoi occhi.
Quest’uomo – qualunque cosa fosse sotto quell’armatura raccapricciante – era riuscito a fermare decine di colpi di blaster sparati all’unisono!
Che tipo di tecnologia aveva usato? Forse era stata proprio la sua tuta a conferirgli una simile abilità?
All’improvviso, il Sith compì un brusco movimento delle dita e i proiettili sembrarono tornare indietro nel tempo, puntando in direzione di coloro che li avevano sparati. Alcuni gendarmi riuscirono ad evitarli, altri reagirono troppo tardi e furono uccisi sul colpo.
Mentre i suoi alleati si allontanavano con passo disinvolto, Vader si fece avanti, venendo presto accerchiato da ogni militare o membro delle forze dell’ordine presente su quel ponte.
Senza mostrare il minimo segno di paura o esitazione, il cyborg tirò fuori da sotto il mantello nero uno strano cilindro argentato.
<< N-non ti muovere! >> balbettò uno dei gendarmi, il blaster puntato su di lui << Sei circondato! >>
Vader puntò la maschera verso di lui e l’uomo si sentì invadere da una sensazione viscerale di terrore.
<< Da quel che vedo, sono circondato solo da paura… e uomini morti! >> ringhiò il Sith, mentre una lama rosso sangue eruttava dalla punta del cilindro, illuminando il porto di un bagliore scarlatto.
I Gendarmi fecero fuoco per puro istinto.
Vader cominciò mulinare la spada laser, deviando la maggior parte dei colpi e rispedendoli al mittente. E quelli che non riuscì a bloccare con la lama vennero fermati a mezz’aria dallo scudo di Forza che lo circondava come una barriera impenetrabile.
Poi, balzò verso i suoi nuovi avversari.
Reduce di anni passati a combattere gli eserciti di innumerevoli pianeti, si fece strada in mezzo a loro come se fossero semplici insetti, mozzando arti, decapitando teste e tagliando corpi a metà.
Il porto si riempì delle urla disperate di militari e gendarmi allo stesso modo. Nulla sembrava in grado di resistere alla sua furia omicida.
Mentre il Sith si apprestava ad eliminare l’ennesimo nemico, Amelia cercò di attaccarlo da dietro.
Anche lei era una combattente esperta, e aveva già incoccato la lama contro numerosi malfattori… ma nessuno di loro poteva essere minimamente paragonato al mostro che stavano affrontando.
Vader percepì un avvertimento nella Forza e si tirò appena indietro per evitare la lama della felide. E quando questa tentò un affondo, si limitò a compiere un passo di lato e sollevare il mantello, oscurandole la vista. Fu allora che menò un fendente della spada laser.
Amelia sentì il calore della lama che le bruciava il fianco, attraversandole pelle, muscoli e carne come se fossero di burro.
Si accasciò a terra, sputando un rivolo di sangue. Era passato molto tempo da quando qualcuno l’aveva ferita, e ancora di più da quando un nemico era riuscito a menomarla in modo così grave.
Alzò la testa e si ritrovò a fissare nelle orribili ottiche di Vader, la spada laser sollevata e pronta a finire il lavoro.
<< Amelia! >> gridò una voce alle spalle del Sith.
Questi compì un balzò all’indietro, riuscendo ad evitare appena in tempo una lama argentata.
Jim si frappose subito tra lui e il Capitano, assumendo una posizione difensiva.
<< Stai indietro >> ringhiò, il volto contratto da una smorfia rabbiosa.
Vader inclinò leggermente la testa e lo scrutò curiosamente.
<< Pensi davvero di potermi affrontare, giovanotto? >> domandò beffardo.
Jim, tuttavia, si mantenne alto e fiero, la lama sollevata con aria di sfida.
<< Non ho paura di te. >>
<< Allora morirai… più coraggioso di altri >> ribattè Vader, facendo un passo avanti.
Jim evitò il primo assalto e rispose a tono, portandosi di fianco al Sith e menando un fendente. Ma questi non si fece cogliere impreparato e incontrò la lama avversaria con la propria.
Per quanto fosse resistente, la spada del ragazzo non poteva nulla contro quella del Sith.
Jim la vide spezzarsi come un rametto, poi si sentì sbalzare indietro da una forza invisibile.
Cadde in mezzo a dei barili, riducendoli in mille pezzi e riversando litri di vino su tutto il pontile.
Il ragazzo gemette sonoramente. Alzando lo sguardo, vide il suo avversario che lo scrutava con aria apparentemente divertita, ma era difficile a dirsi per via della maschera.
<< Forse mi sbagliavo >> disse il Cyborg, mentre sollevava la sua spada laser.
Il cuore di Jim mancò un battito.
Questa… era davvero la sua fine? Sarebbe morto così, per mano di qualcuno che non aveva mai incontrato prima di quel giorno? Lo stesso giorno… in cui si sarebbe dovuto tenere il suo viaggio inaugurale come ufficiale di marina?
“Almeno Amelia è in salvo” pensò rassegnato, mentre chiudeva gli occhi e si preparava ad accogliere l’oscurità. Poteva solo sperare che sarebbe stata una morte veloce.
All’improvviso, il rumore di un’esplosione gli risuonò con forza nelle orecchie.
Sorpreso, spalancò le palpebre… e vide il corpo dell’avversario che veniva sbalzato via da una qualche esplosione, dritto contro una delle navi lì vicine.
Girando appena lo sguardo, si sentì invadere dal sollievo.
A pochi metri da lui, con il cannone puntato dove Vader si trovava fino a pochi secondi prima, c’era Long John Silver in persona, le labbra arricciate in un sorriso tutto denti.
<< Mi hai tolto le parole di bocca, amico! >> esclamò, mentre tirava fuori la sua fidata spada. Fu presto imitato da Morph, il quale assunse un aspetto quasi identico a quello del suo ex padrone, ma in versione miniaturizzata.
Con tempismo provvidenziale, anche sua madre scelse proprio quel momento per farsi viva, e subito si inginocchio accanto a lui per assicurarsi che stesse bene.
Un forte scricchiolio attirò la loro attenzione.
Vader emerse dal buco aperto nella nave, in un turbinio di polvere e pezzi di legno. E mentre Jim e sua madre si avvicinavano cautamente ad Amelia, riattivò la sua spada laser rosso sangue, puntandola verso di loro.
Silver si rivolse al suo protetto.
<< Tranquillo, Jimbo, qui ci penso io! >> disse, lanciandogli un occhiolino << Tu occupati di Miss Amelia! >>
Ma il giovane ufficiale si sentì tutt’altro che rassicurato dalle parole del mentore.
Scosse la testa. << Non puoi farcela da solo! >>
Silver rilasciò un potente buffo.
<< Per chi mi hai preso, ragazzino? Ho affrontato di peggio! >> disse, mentre Morph annuiva in accordo.
Vader cominciò ad avanzare verso di loro.
<< Su questo ho i miei dubbi >> ringhiò, la spada laser che sembrava menare lampi.
Il vecchio pirata assunse una posizione di combattimento.
<< Vuoi ballare, amico? Allora balliamo! >> esclamò, lanciandosi contro di lui.
Ben presto, il pontile divenne una vera e propria zona di guerra, mentre colpi di cannone e scintille volavano in ogni direzione.
Malgrado la sua stazza imponente, Silver era un combattente alquanto agile e riuscì ad evitare con grande maestria la lama dell’avversario. E quando si trovava in difficoltà, ecco che Morph si univa alla mischia, lanciandosi contro il casco del Sith e dando al suo amico il tempo di allontanarsi in sicurezza per riprendere l’assalto a distanza.
Riuscì perfino a mandare a segno alcuni colpi, abbastanza da far indietreggiare il Sith… ma non a frenare la sua avanzata.
Jim si morse nervosamente il labbro. Di questo passo, Silver non sarebbe durato più di qualche minuto, ma c’era ben poco che lui potesse fare per aiutarlo.
All’improvviso, si sentì afferrare per un braccio.
Abbassando lo sguardo, incontrò gli occhi sofferenti del Capitano Amelia.
<< Stanno… ugh… puntando verso il museo >> sussurrò la donna, la mano stretta attorno al fianco.
Jim non riuscì a trattenere un sussulto. Se davvero questi pericolosi sconosciuti si stavano dirigendo verso il muso cittadino… allora Doppler sarebbe stato in grave pericolo.
Sul volto del ragazzo andò a dipingersi un’espressione determinata.
<< Tranquila, non gli accadrà niente >> disse alla felide << Me ne assicurerò. >>
Si rivolse a sua madre.
<< Devi portarla in un centro medico. >>
La donna lo guardò preoccupata.
<< Ma tu… >>
<< Me la caverò! >> la interruppe, offrendole un sorriso rassicurante << Ora va! >>

                                                                                                         * * *

Durante il suo tempo speso come Comandante Supremo della Marina Imperiale, Darth Vader aveva affrontato un buon numero di Cyborg: cacciatori di taglie, ribelli, e perfino qualche Jedi rimasto menomato in battaglia. E tra tutti quelli che aveva affrontato fino ad ora, il suo attuale avversario si stava certamente dimostrando uno dei più seccanti.
I colpi del suo cannone erano tanto potenti da farlo indietreggiare ad ogni assalto, e malgrado la sua stazza si stava dimostrando uno spadaccino capace. Era perfino riuscito a mettere a segno un paio di fendenti, senza però intaccare a fondo la sua armatura.
Per non parlare della sua strana creaturina domestica, una specie alieno con cui Vader non aveva alcuna familiarità. Più volte aveva tentato di agguantarla, senza successo, e ogni volta l’esserino si era trasformato in una sua copia, quasi a volersi beffare dei suoi sforzi.
Facendo appello alla sua rabbia, il Sith prese un respiro profondo.
<< Basta! >> ringhiò, mentre scatenava una potente onda telecinetica.
Silver riuscì a rimanere in piedi, infilando la spada nel pavimento della banchisa. Il piccolo mutaforma, invece, non fu altrettanto fortunato e venne scaraventato violentemente contro un edificio poco distante.
Gli occhi del vecchio pirata si spalancarono preoccupati.
<< Morph! >> urlò, mentre allungava inconsciamente il suo arto metallico.
Vader non perse tempo e menò un rapido fendente con la spada laser, mozzandoglielo di netto. E nel momento in cui Silver si rese conto di cosa era appena successo, lo colpì con un forte pugno corazzato alla mascella, spedendolo a terra.
Il cyborg provò ad alzarsi… ma il Sith gli mise un piede sulla pancia, tenendolo fermo.
<< Sei stato un buon avversario >> dichiarò impassibile, la lama già sollevata. Ma prima che potesse abbassare la lama... qualcosa si mise in mezzo. Più precisamente, l'esile figura di una ragazzina con la coda di cavallo e le mani strette attorno ad una spada d'oro.
Miracolosamente, intercettò il suo affondo e lo bloccò, ponendosi a difesa del cyborg disteso sulla banchina.
<< Perché non te la prendi con qualcuno della tua stazza!? >> inveì Adora, fronteggiando con sguardo coraggioso e fermo le lenti rosse dell'oscuro guerriero; la sua spada liberava scintille… e non venne minimamente scalfita da quella di Vader, che normalmente avrebbe tagliato in due qualsiasi tipo di metallo.
L'Oscuro Signore dei Sith strinse gli occhi e fece un cauto passo indietro, roteando la sua arma. Le sue pupille del colore della lava fissarono la sconosciuta attraverso le orbite rosse della maschera scheletrica, cercando di valutarne eventuali punti deboli e di forza.
Malgrado la sua provocazione, non sembrava più in forma dei centinaia di Padawan che aveva braccato e trucidato nel corso degli anni. Ma il modo in cui lo stava guardando... gli ricordava una persona molto familiare.
Qualcuno che aveva combattuto al suo fianco in numerose occasioni. Qualcuno... che aveva addestrato personalmente, in un tempo ormai lontano.
Il ricordo di quella persona artigliò ferocemente il suo cervello, alimentando la sua rabbia.
<< Le tue parole sono sfrontate, ragazzina >> disse minacciosamente << Mi chiedo se avrai la forza necessaria per sostenerle. Chi sei tu, che osi metterti contro di me? >>
<< Chi sono? Lascia che lo mostri. >>
La ragazza fece un passo indietro, lanciando un'occhiata ad un Silver sbigottito.
<< Si copra gli occhi, signore >> gli consigliò << Cioè... volevo dire l'occhio. >>
Dopodiché, sollevò la spada verso il cielo.

Track 7: https://www.youtube.com/watch?v=xIzxnBi8s08
 
<< Per l’onore di Grayskull! >>
E dopo che ebbe pronunciato queste parole, un lampo si sprigionò dalla gemma sull'elsa, illuminando i dintorni e avvolgendo la ragazza. In quella luce accecante, la sua sagoma era visibile solo a tratti: il suo corpo stava mutando a velocità incredibile. Divenne più alta, muscolosa e possente, i capelli le si sciolsero in una fluente chioma dorata e la sua stessa pelle sembrò splendere nell’oscurità.
Quando uscì dal bagliore, indossava un abito guerresco di un bianco immacolato, contornato d'oro. Un mantello rosso sgargiante le svolazzava dietro le spalle, mentre una corona bordata di ali piumate svettava sul suo capo.
Non sembrava più la stessa ragazzina di prima. Eppure, allo stesso tempo… era ancora lei: aveva lo stesso sguardo, fiero e combattivo. Adesso, semplicemente, traboccava di un potere indomito, mentre sorreggeva la spada con entrambe le mani.
<< Io sono… She-Ra! >>

Track 8: https://www.youtube.com/watch?v=EYes5TtD26U

Quando pronunciò quel nome, l'aria attorno a Vader sembrò agitarsi di vita propria. Il Lato Oscuro ringhiò famelico, e le sue spire color pece zampillarono dal corpo del Sith, come tentacoli impazziti. Invisibili a tutti… ma non al diretto interessato, la cui connessione alla Forza non era seconda a nessuno.
Inconsciamente, strinse la presa sulla spada laser, mentre il cuore gli ribolliva di collera nella sua forma più primordiale. Era come se questa ragazza avesse improvvisamente risvegliato qualcosa dentro di lui... l'opposto di quella luce accecante che la avvolgeva da capo a piedi, come un mantello dorato.
Vader vide tutto questo, e ne fu quasi accecato. Ma anziché fuggire da quel bagliore, se ne sentiva quasi attratto. O meglio… attratto all’idea di annientarlo con ogni mezzo possibile.
Mai, prima di quel momento, aveva desiderato così ardentemente di distruggere qualcosa, nemmeno quando Obi-Wan lo aveva mutilato anni prima.
Con il Lato Oscuro che bramava la morte della sua nuova avversaria, puntò la spada verso di lei.
<< Tu... non sei una Jedi. Eppure, la tua anima brilla più splendente di qualsiasi stella su cui abbia mai posato gli occhi. Che cosa sei? Quale potere ti permette di fare questo? Dimmelo! >> ringhiò, mentre il suolo sotto ai suoi piedi cominciava a crepare.
She-Ra percepì l'aura incredibilmente negativa del suo avversario, perché la sentì cozzare contro la propria come se non volesse fare altro che sbranarla. Era qualcosa che aveva già provato prima, durante la battaglia più straziante della sua vita, contro il suo nemico più odiato… l'Oscuro Signore Hordak.
Quell'essere gli somigliava moltissimo, e risvegliava in lei ricordi dolorosi.
Tuttavia, si fece forza e coraggio, sostenendo quella manifestazione di potere con il proprio.
<< Sono la Principessa del Potere! >> fu la sua risposta, intrisa di baldanza << Vattene, e ti risparmierò. Scegli di combattermi… e sarò io a non risparmiarmi con te, servo delle tenebre. >>
Inconsciamente, Vader si ritrovò a sorridere sotto la maschera. Non per il modo in cui la ragazza – no, la donna, perché ormai di questo si trattava – si era rivolta a lui. Il pensiero della battaglia imminente lo rallegrava.
<< Principessa del Potere? Che titolo interessante. Bene, giovane guerriera: io sono Darth Vader, Signore Oscuro dei Sith >> si presentò, assumendo una posizione pronta al combattimento << E almeno per oggi... il tuo carnefice. >>
Scattò in avanti, dandosi una spinta con la Forza.
La sua avversaria lo aspettò e parò prontamente il colpo, incrociando la lama alla sua: l'impatto generò un'onda d'urto spaventosa, che scosse l'aria stessa e la banchisa sotto di loro.
She-Ra lanciò un possente grido di battaglia e la lama della spada si illuminò di luce, che utilizzò per vibrate un fendente accecante.
<< Ti consiglio di abbassare le aspettative! >> ringhiò.
Vader scosse la testa, i sensi temporaneamente annebbiati. Ma sebbene i suoi occhi non potessero più guidarlo, riuscì comunque a percepire la presenza della guerriera di fronte a lui, attraverso la Forza.
Facendo appello al suo potere, scatenò un'onda telecinetica contro di lei, scagliandola sul ponte di una delle tante navi attraccate al porto.
La Principessa impattò con la schiena, sollevando le assi dell’imbarcazione e rimanendo parecchio stordita dal dolore. In quel momento, si rese conto che il suo avversario era davvero forte.  Non poteva assolutamente sottovalutarlo!
Si risollevò e roteò rapidamente la spada, sprigionando una raffica di proiettili luminosi.
Vader cominciò a mulinare la propria, intercettandone la maggior parte. I colpi deviati ridussero in cenere qualunque cosa con cui entrarono in contatto, creando una canzone di scoppi ed esplosioni.
Due di quegli attacchi, tuttavia,  riuscirono a superare la difesa del Sith, infrangendosi contro la spalla e lo sterno, costringendolo a retrocedere.
Vader esitò a contrattaccare.
Aveva… appena provato dolore? Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui qualcuno era effettivamente riuscito a ferirlo.
<< Notevole >> commentò impressionato << Sei sicuramente un'avversaria degna del mio tempo... ma ho come la sensazione che tu stia usando solo una parte del tuo potere. Pensa a cosa potresti fare, se solo decidessi di lasciarti andare... di dare libero sfogo al tuo potenziale. >>
La scrutò per un momento con i suoi occhi gialli.
<< Possiamo non essere avversari. Sarò clemente, se deciderai di unirti alla nostra causa. E forse... potrei addestrarti. Aiutarti a scoprire quella forza selvaggia che cerchi di nascondere. >>
She-Ra vacillò. Quelle parole avevano aperto una breccia dolorosa, e non poté nuovamente evitare il paragone con Hordak e il ricordo del loro scontro.
Rabbrividì da capo a piedi e cercò con tutta se stessa di ricacciare l'orribile sensazione che aveva provato all'epoca. Il suo avversario era ancora più temibile di quanto avesse inizialmente pensato.
<< No… >> boccheggiò, ma poi alzò la voce nel tentativo di farsi più forte << Tu non sai niente di me! Sono già stata dalla parte di un mostro come te... non farò lo stesso errore due volte! >>
<< Interessante >> disse Vader, internamente deliziato dalla disperazione che aveva suscitato nella guerriera << Forse sei più vicina al Lato Oscuro di quanto credevo. In questo caso... mostrami che cosa ti ha insegnato il tuo mostro! >>
Scattò di nuovo in avanti, incrociando le loro spade ancora una volta. E mentre una pioggia di scintille li ricopriva da capo a piedi, cominciò a menare un colpo dopo l'altro, fendente dopo fendente, dipingendo l'aria di un rosso acceso.
La Principessa cercò di difendersi… ma era in evidente stato confusionale, lottava allo stesso tempo con sé stessa e con il suo avversario. Vader menò un colpo tanto forte da portarla in ginocchio, inclinando il ponte sotto i suoi piedi... ma ecco che, all'ultimo momento, la ragazza spalancò gli occhi e il suo corpo sembrò tramutarsi in pura luce.
Come uno spettro, passò attraverso il corpo di Vader, poi lo colpì con forza alle spalle.
Il Sith si girò di scatto e intercettò l’assalto, ma questa volta potè sentire il puro potere irradiato dall’avversaria, dorato e benevolo.
Lo riempiva di odio!
<< Di sicuro mi ha insegnato come non vestirmi >> lo sfotté la guerriera, in qualche modo rinvigorita dal suo trucchetto.
Vader grugnì per contrastare l'attacco, poi balzò verso l'alto e finì sull'albero della nave. Fu presto seguito dalla principessa, ed entrambi rimasero come sospesi nel vuoto, in perfetto equilibrio.
<< Il tuo coraggio è encomiabile, e così la tua abilità con la spada. Eppure, la tua spavalderia non può nascondermi ciò che provi davvero. >>
Puntò la spada verso di lei.
<< Avverto tanto dolore dentro di te, Principessa. Tanta... perdita. Forse di coloro che amavi? >> la incalzò.
La donna serrò i denti, maledicendosi internamente.
Ormai, una cosa le era chiara: questo… essere, qualunque cosa fosse, non era solo un ottimo osservatore. Poteva letteralmente percepire il suo stato d’animo! Forse addirittura i suoi pensieri.
Non poteva rischiare di farsi cogliere impreparata, ma era da molto tempo che non sentiva una simile crisi emotiva dentro di sé. L'aura di Vader la innervosiva mentalmente e fisicamente, poteva sentirla artigliare contro la sua.
Eppure... era anche un'arma a doppio taglio. Perché anche lei avvertiva chiaramente i sentimenti del suo avversario.
<< Sei fin troppo perspicace >> sibilò << È evidente che provi le stesse cose. In te batte un cuore ferito. >>
<< Forse >> ammise Vader, con sorprendente calma << Ma a differenza tua, ho finalmente trovato un modo per porvi rimedio. Unisciti a me, e anche tu potrai accedere ai frutti del Graal. Perché combatterci... quanto potresti riabbracciare coloro che hai perso? >>
<< Perché ucciderei miliardi di vite per questo! >> gridò She-Ra, orripilata << Universi interi brucerebbero e morirebbero! Come potremmo guardare in faccia chi amiamo, dopo un genocidio del genere!? >>
 << Non lo sapranno mai >> ribatté Vader, impassibile << Per loro, sarà come se non fosse mai accaduto. Un sacrificio futile, se paragonato alla nostra ricompensa. >>
Adora sentì le lacrime avvolgerle le palpebre senza che potesse frenarle. Perché la tentazione era lì. La sentiva, sussurrarle dolcemente all'orecchio, quasi con la stessa voce divertita e birichina di Catra, tentandola con la promessa di un futuro insieme a lei e ai loro amici.
<< Ma noi sì. Noi lo sapremo >> mormorò, l'espressione intrisa di rammarico, impotenza e frustrazione << Io lo saprei. Ogni giorno della mia vita, mi sveglierei ricordandomi che ho distrutto il mondo di altri, nello stesso modo in cui è successo a me. Tu avresti davvero il coraggio di mentire alla persona che ami, dopo anni passati a vivere nell’orrore e nella violenza? >>
Vader rimase inizialmente in silenzio, salvo per il respiro della maschera. Quando parlò, la sua risposta fu più fredda di una landa ghiacciata.
<< Senza esitazione >> disse, mentre avanzava verso di lei << Dopo aver passato anni a salvare il mio universo, bambina, sai che cosa ho imparato? Che all'universo, semplicemente... non importa. Siamo noi a forgiare la nostro destino, sulle spalle di coloro che cercando di impedircelo! E io sarei disposto ad uccidere anche cento universi, pur realizzare il mio! >>
She-Ra lo fissò per qualche istante. Poi, il suo sguardo si assottigliò, la lama della spada ronzante di energia.
<< Ma non io >> rispose, solennemente << Perché a differenza di te... non mi è rimasta solo la sofferenza dalla perdita, ma molto di più. Mi è rimasto il ricordo dell’amore e dell’affetto. Quello del passato, e quello del presente. La luce che vedi, il potere che emano... esiste solo e soltanto in virtù di questo. >>
<< Allora la tua visione del mondo è fallace! >> ringhiò Vader, caricando verso di lei.
Entrambi cominciarono a duellare sull’albero della nave.
I loro movimenti erano rapidi ma eleganti, intrisi di potere ed esperienza. Ad ogni colpo, l’aria attorno a loro sembrava deformarsi, smuovendo le vele dell’imbarcazione e provocando una cacofonia di suoni agghiaccianti.
Restava solo da vedere chi dei due combattenti avrebbe avuto la meglio.

                                                                                                                * * *

Kozmotis osservò contemplativo l’edificio di fronte a sé.
Era sicuramente una specie di museo, anche se molto più rustico di quanto si sarebbe aspettato da un universo di questo tipo.
Per quanto il mondo in cui si trovavano fosse tecnologicamente avanzato, gran parte delle sue costruzioni avevano un’aria decisamente primitiva.
Ma ora non era certo il momento per soffermarsi su simili questioni: l’energia magica proveniva dall’interno di questa costruzione, ma era così fitta da impedirgli di individuarne l’origine precisa.
Si rivolse ai suoi alleati.
<< Dividiamoci >> ordinò, pur mantenendo un tono rispettoso << Trovate quel frammento. >>

                                                                                                              * * *

Doppler si sistemò gli occhiali sulla punta del naso, un’abitudine che aveva sviluppato ogni qualvolta incontrava qualcosa capace di suscitare il suo interesse. E l’oggetto che al momento aveva di fronte… era sicuramente riuscito ad attirare per lo meno la sua attenzione.
Si trattava di un cerchietto metallico dall’aria molto antica, messo in bella mostra all’interno di una teca. Secondo gli archivi del museo, era stato ritrovato circa settant’anni all’interno di un asteroide raccolta nei campi di minerari.
A differenza di tutti gli altri metalli contenuti nel corpo celeste, era rimasto intatto anche dopo la lavorazione dei macchinari di estrazione, tanto da provocare una reazione a catena che aveva causato non pochi danni all’impianto.
La successiva datazione al carbonio aveva posizionato la sua creazione a circa due secoli prima, eppure il minerale con cui era stato fabbricato rimaneva tutt’ora sconosciuto.
Ora, dopo anni di assoluto silenzio… aveva cominciato ad emettere una strana luce multicolore, come se si fosse improvvisamente svegliato da una specie di sogno.
<< Affascinante >> borbottò lo scienziato, mentre vi passava sopra uno dei suoi dispositivi di rilevamento << L’energia emessa da questo manufatto è più potente delle radiazioni di una stella in piena esplosione, eppure non sembra avere alcun effetto dannoso sull’ambiente circostante. In teoria dovremmo essere morti! Tutta la città, in effetti. Eppure… beh, stiamo completamente bene! >>
Affianco a lui, gli occhi del curatore del museo – una paffuta salamandra umanoide di nome Blogs -  si spalancarono meravigliati.
<< Ha mai visto niente di simile, Dottore? >> domandò con tono febbrile, già pregustando i guadagni che una simile scoperta avrebbe portato all’istituzione.
Con sua gioia crescente, Doppler scosse la testa.
<< Mai, in nessuno dei miei innumerevoli viaggi >> ammise, altrettanto eccitato << Penso che dovremmo mettere in sicurezza il museo, fino a quando non saremo sicuri di con cosa abbiamo a che fare… >>
La stanza tremò all’improvviso.
Doppler perse la presa sul rilevatore e fu costretto ad appoggiarsi alla teca per evitare di cadere, presto imitato da Blogs.
Il curatore si guardò rapidamente attorno.
<< Che diamine è stato?! >> sbottò con voce impanicata.
Appena un paio di secondi dopo, la porta della stanza esplose in un turbinio di schegge e assi di legno. Seguì un uomo dalla corporatura alta ed esile, la mano destra stretta saldamente attorno ad un bastone di legno nero.
<< Signori >> salutò lo sconosciuto << Perdonate l’intrusione, ma temo che abbiate qualcosa che mi serve. >>
I suoi occhi puntarono verso il manufatto metallico.
Vedendo questo, Doppler si sentì invadere dalla rabbia.
<< Chi si crede di essere?!  Non può entrare qui dentro… >>
Lo sconosciuto compì un brusco movimento con il bastone.
Subito, viticci di una strana sostanza nera spararono verso il curatore, colpendolo in pieno e mandandolo a finire contro uno dei manufatti in mostra.
L’uomo rimase immobile, steso a terra. Doveva essere svenuto… o peggio.
Ma prima che Doppler potesse anche solo pensare di aiutarlo, si ritrovò avvolto da uno di quelle serpi color pece.
Kozmotis si avvicinò a lui con passo disinvolto.
<< Mi permetto di dissentire Signore… ? >>
L’astrofisco deglutì a fatica.
<< Doppler >> borbottò, cercando di esternare un’espressione fiduciosa << Dottor Doppler. >>
Lo sconosciuto gli sorrise gentilmente.
<< Kozmotis Pitchiner >> si presentò affabile << Un piacere >>
Detto questo, il suo sguardo tornò a posarsi sul frammento del Graal.
Bastò quella semplice occhiata per rivelargli il potere nascosto in quel semplice pezzo di metallo. Era come scrutare dritto in una supernova, un turbinio di colori ed energia magica così pura da fargli venire il capogiro.
Lentamente, allungò una mano, ruppe la teca e afferrò il cerchietto. Nell’istante in cui le sue dita lo toccarono, si sentì attraversare da un fremito e l’oscurità dentro di lui cominciò a gioire e canticchiare, percependo il potere primordiale che nascondeva.
Era davvero… bellissimo, fu il primo aggettivo che passò per la mente dell’ex Generale. Un vero miracolo della creazione, l’apoteosi dell’ingegno di coloro che lo avevano realizzato, forse i maghi più potenti di tutto il Multiverso.
Inconsciamente, si ritrovò a sorridere.
<< Un primo, piccolo passo verso la giusta direzione >> sussurrò, mentre i suoi occhi dorati incontravano quelli timorosi di Doppler << Non si preoccupi, buon dottore, non ho alcuna intenzione di farle del male… non ancora. >>
Scosse la testa, cercando di frenare i ringhi impazziti dei Fearlings dentro di lui.
<< Mi perdoni. Io… NON le farò del male, né a lei ne al suo mondo. Sono venuto solo per questo. >>
Sollevò il frammento, gli occhi illuminati da un bagliore dorato.
<< E non vedo l’ora di poter godere dei suoi frutti… >>
Un lampo di luce azzurra illuminò la stanza. Il cerchio metallico scivolò dalle mani di Kozmotis e rotolò a terra, finendo ai piedi di Doppler.
L’ex Generale sentì una strana sensazione tra le dita. Guardando in basso, scoprì che erano state congelate.
Mostrò i denti in un ringhiò animalesco.  << Chi osa?! >>
<< Sono il Fantasma del Natale Passato, Ebenezer Scrooge. E tu... sei stato un bambino davvero cattivo! >>
Una risata divertita accompagnò quelle parole, mentre la figura di Mr Cold - seguita da quella di Elsa - si palesava davanti a Kozmotis.
<< O forse sarei stato più credibile come Fantasma del Natale Futuro? Posso fare una voce davvero spaventosa, quando voglio! >>
Nella stanza calò un silenzio di tomba. L'ex Generale fissò l'eterno adolescente come se gli fosse appena cresciuta una seconda testa, mentre Elsa si limitò a lanciargli un'occhiata laterale.
<< Mi sto pentendo così tanto di averti portato con me >> borbottò, le guance leggermente arrossate per l'imbarazzo << Sul serio, come puoi fare battute del genere in un momento come questo? >>
<< Perché siamo sul punto di rischiare la vita, Bucaneve. Non ti hanno mai insegnato che il modo migliore per andartene è farlo con stile? L'audience AMA coloro che se ne vanno con una bella battuta d'effetto! >>
Cold si poggiò il bastone sulla spalla, fissando il suo avversario.
<< Devo dire che il tuo design è molto migliorato, vecchio mio... lo stile da “Signore delle Tenebre” dopo un po' passa di moda. Penso tu abbia colto l'essenza del bellissimo e potentissimo tormentato! Le ragazze ti adoreranno. >>
A quella dichiarazione, il bagliore negli occhi di Kozmotis fu sostituito da uno sguardo perplesso.
<< Temo che tu sia in errore, ragazzo. O semplicemente delirante >> ribatté freddamente << Parli con me in maniera così familiare. Eppure, sono abbastanza sicuro di non averti mai incontrato prima di questo giorno. Né la tua compagna, se per questo. >>
L'oscuro spirito si bloccò di colpo. Lo fissò con due occhi talmente sgranati che sembravano pronti schizzargli fuori dalle orbite.
<< Oh, per tutti gli inverni grigi! >> sbottò, assurdamente stizzito, per poi rivolgere lo sguardo verso il cielo << Mi prendi in giro, Lunatico!? Pretendi che IO faccia il bravo ragazzo con questo branco di piagnoni in calzamaglia E POI i tuoi vecchi bacucchi mi mandano contro un Pitch Black che non sa nemmeno chi sono? Questo è un colpo basso anche per te! >>
Elsa si portò una mano alla fronte, sospirando stancamente.  << Ma chi me l'ha fatto fare... >>
Colse un movimento con la coda dell'occhio. Senza perdere tempo, sollevò uno strato di ghiaccio davanti a loro, intercettando l'attacco avversario.
Mentre i granelli di sabbia nera si disperdevano nella stanza, Kozmotis li scrutò curiosamente dall'altro lato dello scudo.
<< Interessante >> borbottò contemplativo << La magia di questo universo è quasi inesistente, eppure voi due la praticate come se fosse una seconda pelle. Non siete di questo realtà, o sbaglio? >>
<< Non ti sbagli >> fu la gelida risposta della giovane donna, mentre evocava delle spade di ghiaccio nelle mani << Siamo venuti fin qui per fermarti. Sappiamo che cosa vuoi fare con il Graal e non abbiamo alcuna intenzione di restarcene fermi a guardare. Ma non siamo selvaggi. Arrenditi e non useremo la violenza. >>
L’uomo schioccò la lingua.
<< Ah, capisco. Siete i cagnolino della MVA >> sibilò cupamente << Lei mi aveva detto che prima o poi sareste venuti a darmi la caccia. Questo complica certamente le cose. >> I suoi occhi dorati incontrarono quelli di Jack. << Ma non pensavo che Manny sarebbe stato così sconsiderato da mandare dei bambini a fare il lavoro sporco. Come ci avete trovati? >>
<< Non è stato difficile >> ribattè Elsa, freddamente << Ci è bastato controllare gli universi indicatici da Yen Sid e cercare un qualsiasi segno di incursione. Questo era l’unico tra loro a mostrare i sintomi lasciati dall’uso di un varco dimensionale. >>
Kotzmotis schioccò la lingua. Allungò una mano, e presto il suo bastone si tramutò in una falce.
<< Poco importa. Non posso permettere che mi ostacoliate. Io li salverò... a costo di camminare sui vostri cadaveri! >>
<< Oh, cavolo >> commentò Cold, sinceramente impressionato << questo sì che era un effetto macabro e inquietante! >>
Elsa puntò una spada in direzione dell'avversario.
<< Arrenditi, Kozmotis >> ordinò freddamente << Sei potente, ma non puoi batterci entrambi da solo. >>
A quelle parole, sul volto cinereo dell'uomo andò a dipingersi un sorriso affilato.
<< Chi ha mai detto che sono solo? >> domandò beffardo.
Fu allora che il muro della stanza esplose in una miriade di schegge di legno, costringendo la coppia di criocineti a retrocedere.
Lentamente, una figura fuoriuscì dalle ombre, immersa in un bagliore verdastro. Cornelius spaziò i suoi occhi rosso sangue su ogni persona nella stanza, prima di concentrarsi su Jack.
<< Sento il profumo della Morte su di te, ragazzo >> sogghignò con la sua bocca priva di labbra.
<< Via, Corny, non essere così inquietante! Non è il modo di accogliere i nostri sgraditi ospiti! >>
Il dottor Facilier fece il suo ingresso in uno sbuffo di fumo viola, circondato da figure grottesche di ombre sghignazzanti.
<< È molto più appropriato annunciare che siamo qui per sbudellarvi! >>
Cold lanciò ad Elsa un'occhiata tagliente.
<< Dovevi proprio provocarlo, vero? >> borbottò impassibile.
Gli occhi della criocineta si spalancarono increduli. << Io sarei quella che lo ha provocato?! Tu, arrogante, presuntuoso... >>
<< Ti prego smettila, così mi farai arrossire >> cinguettò l'eterno adolescente, tirandole un buffetto sul naso.
Elsa dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non colpirlo in faccia. Dopo aver preso un respiro profondo, si rivolse ai nuovi arrivati.
<< Qualunque cosa vi abbia promesso quest'uomo, non siete obbligati a seguirlo. Avete idea di quali danni potrebbe provocare l'uso del Graal? >>
<< Hmm, è una bella domanda, mademoiselle, fammici pensare... >> Facilier si portò giocosamente una mano al mento << Oh, un momento... sì, lo so! E non ha alcuna importanza! Il crimine paga parecchio, tesoro. E il crimine di distruggere altri universi, be'... salda anche i peggiori debiti. >>
<< Qualcosa su cui mi ritrovo ampiamente d'accordo >> aggiunse Cornelius, avvicinandosi minacciosamente alla coppia << Ma confesso che l'idea di annientare un intero universo ha i suoi meriti. Quanti esseri nel creato possono affermare di aver raggiunto un traguardo simile? Solo gli dei! >>
Le sue orbite si illuminarono come un paio di tizzoni ardenti.
<< Ed io... è da molto tempo che desidero scoprire come ci si sente ad essere un dio. >>
<< In altre parole, ragazzini >> commentò l’Uomo Ombra, sollevando il bastone e picchiandone l’asta per terra con fare entusiasta << Non sperate troppo in discorsetti sull'amore e l'amicizia. Qui giocate con i veri cattivi ragazzi. Non sei d'accordo, Jackie? >>
Fece l'occhiolino a Mr Cold.
<< Sai, il bello delle ombre è che sono sempre lì, radunate dentro ognuno di noi. E quando hai il potere di vederle come me, be'... ti fai anche degli amici più facilmente! Dovresti schierarti con noi, sai? C'è sempre posto per coloro che amano divertirsi con un po’ di distruzione! >>
Cold rimase in silenzio e passò brevemente lo sguardo dallo stregone ad Elsa, poi verso Kozmotis.
Il cuore della ragazza cominciò a battere a mille, mentre si preparava mentalmente ad attivare il collare dell'oscuro spirito... almeno fino a quando questi non rilasciò uno sbuffo divertito.
<< Spiacente, ci sono già passato >> ribatté, sprezzante << Non esiste forza, in tutto il Multiverso, che mi spingerebbe ad allearmi con un altro di voi. >>
I suoi occhi rabbiosi incontrarono quelli dell'ex Generale.
<< Voi Pitch siete inaffidabili... e francamente, la vostra voce è più fastidiosa del dover ascoltare gli sproloqui strappalacrime delle mie controparti. Ma vi do un bel sette per il discorso di reclutamento, non era affatto male >> aggiunse, offrendo a Faciler un pollice in alto.
Kozomtis assottigliò lo sguardo.
<< Pensate davvero di poterci fermare? Se non l'hai notato, abbiamo il vantaggio dei numeri >> sogghignò malignamente.
<< Non per molto >> gli rispose una profonda voce femminile.
All'improvviso, raffiche di plasma verde ed energia dorata costrinsero i malvagi a retrocedere.
Con una risata sgangherata, Stitch apparve sulla scena con in mano delle enormi pistole gialle, affiancato da Tigre, i cui pugni erano intrisi di oro.
<< Cavalleriarrivata! >> gridò il piccolo alieno blu, ghignante << VoicattiviorafaconticonStitch! >>
Cold arricciò le labbra in un sorriso tutto denti.
<< Dannazione, piccola minaccia blu, sapevo che c'era una ragione per cui ti trovavo simpatico! >> esclamò, mentre anche Elsa sorrideva sollevata.
Cornelius puntò un dito ossuto in direzione di Stitch. << Per i Sette Inferni... cosa diavolo è quella cosa? >>
<< Esperimento 626 >> lo presentò Tigre, con un tono di burbera approvazione << Il suo nome è Stitch. Arrendetevi, e forse non si scatenerà contro di voi. >>
Il corpo di Kozmotis cominciò a circondarsi di viticci neri.
<< Mia cara... ti abbiamo già sconfitto una volta, se ben ricordo. Pensi davvero che il risultato di questo scontro sarà diverso? Pensi di poter salvare i tuoi alleati... quando non sei nemmeno riuscita a proteggere il tuo maestro? >>
Tigre gli mostrò le zanne digrignate.
Quelle parole avevano fatto male. Molto male. Perché era vero, ancora si dava la colpa di non aver protetto Yen Sid… e temeva per la vita dei suoi alleati.
Ciononostante, non poteva permettersi distrazioni.
<< Farò quello che ho sempre fatto: il mio dovere >> gli sibilò in risposta << Sia per lui che per loro. E tu non sei neppure degno di nominarlo. >>
Kozomtis, con gli occhi illuminati come pozzi di lava, sorrise perfidamente. Andato era il Generale cortese e paziente di pochi minuti prima, sostituito da un'entità molto più spietata e crudele.
Qualcuno... che per Cold aveva un'aria tristemente familiare.
<< E con quella convinzione dirai addio a questo mondo! >> sibilò l'uomo, balzando verso Elsa.
Subito, l’ex regina spinse le sue spade in avanti, incontrando la lama avversaria e sprigionando un turbinio di scintille. Al contempo, Cornelius scatenò un torrente di magia nera verso Cold, mentre le ombre ai piedi di Facilier strisciarono minacciose verso i Phantoms restanti.
Elsa e Kozmotis presero a duellare in mezzo alla stanza, scambiandosi colpi ad una velocità irrisoria. Cold, al contrario, si ritrovò coinvolto in uno scambio serrato di attacchi magici. Non aveva la minima idea di cosa potessero fare i poteri del Lich, ma era sicuro di una cosa: per niente al mondo si sarebbe lasciato toccare da quell’energia maligna! Spruzzava decadimento da tutti i pori. 
Poco distanti, Tigre e Stitch riuscirono ad evitare i viticci di Facilier, poi caricarono verso di lui.
La battaglia per il primo frammento del Graal… era finalmente cominciata. E Doppler poteva solo assistervi come spettatore impotente, chiedendosi cosa diavolo avesse fatto per meritare una situazione del genere.

                                                                                                                * * *

Edalyn ricordava benissimo l’opinione che i suoi insegnanti avevano di lei: “Clawthorne è intelligente, moltissimo, ma non si applica. Potrebbe fare tanto ma sceglie di creare confusione e disordine, non imparerà mai”.
Come al solito, quegli idioti non avevano capito nulla di lei. Non è che non le piacesse studiare, andare a scuola o tutte quelle cose barbose che era costretta a fare quando era più giovane: semplicemente, non le piaceva dover fare o non fare quello che le veniva detto. Seguire gli ordini, fare la brava, essere controllata… dèi, era veramente fastidioso! E di sicuro non le piaceva studiare come le imponevano i professori, specialmente perché doveva fossilizzarsi su una singola materia magica. Ma chi è il noioso che si fossilizza su una materia solamente!? Andiamo! Non c’era gusto!
Erano questi i pensieri che frullavano nella testa di Eda, mentre si aggirava tra gli scaffali della biblioteca. Le ricordava quando, da bambina, tra scaffali simili ci si perdeva, divorata da una vispa e peperina curiosità: sì, perché leggere le piaceva. E anche studiare le piaceva. Ma solo quello che le interessava… cioè tutto ciò su cui riusciva a mettere le mani.
In quel momento, tuttavia, la strega sapeva bene di non potersi permettere distrazioni. Era in missione, quello che per lei equivaleva a sommo divertimento e una degna occupazione del suo tempo: doveva ammetterlo, la MVA sapeva prenderla per il verso giusto, ecco perché eseguiva i loro ordini. Le piaceva vederlo come uno scambio equo: loro le davano uno svago, e lei giocando li faceva contenti.
E al momento? I suoi ordini erano stati di esplorare questo museo e cercare la fonte di energia magica che lei ed Elsa avevano percepito al suo interno, dopo essere apparsi in questo universo futuristico.
Ben presto la sua attenzione venne catturata dal manifestarsi di una misteriosa apparizione: un fulmine, scaturito dal nulla, colpì il pavimento a tre metri da lei, e generò un infernale fuoco verde. Sotto i suoi meravigliati occhi dorati, questo mutò forma, fino ad assumere le sembianze di un’alta donna vestita di nero e con un grande palco di corna.
Ella non si era accorta di lei, non ancora. Si guardava intorno, con aria di sufficienza e compostezza, corrucciata: era persa nei propri pensieri, stizzita per qualcosa… o alla ricerca di qualcosa? Eda non avrebbe saputo definirlo, perché la sua espressività era così… contenuta.
A giudicare dall’aura negativa che emanava – oh santi numi, ma quanto era potente!? - non si trattava di una persona tutto sommato molto raccomandabile. Sull’aspetto, la strega non aveva da giudicare, nelle Isole Bollenti vigevano le creature più strane, e non sempre tutto era quello che sembrava. Ma dato che era fuori posto rispetto all’intero contesto, non aveva dubbi che potesse essere una nemica.
Arricciò le labbra in un sorriso. Malgrado il potenziale pericolo, la stuzzicava l’idea di fare nuove conoscenze, anche se avverse, aggressive e probabilmente anche in grado di aprirla in due come un cocomero.
<< Ehi, bellezza >> la chiamò, sfacciata << che ci fai tutta sola? >>
Indubbiamente aveva attirato la sua attenzione.
La donna si girò, e la studiò. Ed Eda si pentì amaramente della propria uscita: lo sguardo ricevuto in risposta era gelido, come se davanti si fosse trovata un insetto pronto per essere vivisezionato. Era inquietante e oltremodo svilente… cosa che non le era mai capitata, essendo sempre stata una persona temeraria e sicura di sé.
<< Tu non sei di questo mondo >> dichiarò l’altra, con tono di fatto << e hai l’aria di una creatura molto coraggiosa, o forse molto sciocca. Avverto da te un grande potere. >>
<< Sono famosa per farmi riconoscere subito >> replicò Eda, bonariamente << Ma tu non sei da meno, ragazza. Sei un’incantatrice anche tu, vero? >>
<< Oh, sono molto di più, mia cara. >> Le sorrise crudelmente. << Mi chiamano Signora di Ogni Male. >>
<< Oh, anche tu hai un soprannome? Io invece sono la Donna Gufo. >>
<< Curioso. Molto curioso. >>
Eda stava valutando le sue opzioni. Non le sembrava il caso di mettersi ad attaccare briga con un essere del genere, ma non poteva ignorare il motivo per cui palesemente era giunta lì.
<< Senti, mi piacerebbe moltissimo stare per ore a chiacchierare con te su… ehm, soprannomi e onorificenze << Ma temo di essere non solo la Donna Gufo, ma anche la Donna Impegnata, quindi… >>
<< Oh, lo so. So bene perché sei venuta qui, strega del caos. D’altronde, tu sai bene perché io sono qui. Era solo questione di tempo prima che voi della MVA foste mandati ad ostacolarci. >>
L’Oscura Signora sollevò il suo bastone dalla punta sferica con fare minaccioso.
<< Ti concedo la possibilità di arrenderti e diventare mia seguace. Giurami fedeltà e seguimi nella mia crociata, e la vita non solo ti sarà risparmiata, ma sarai ricompensata con i doni del Graal. Altrimenti, affronta l’ira di Malefica. La mia ira. >>
“Ecco fatto” borbottò fra sé e sé Eda, mentre il suo bastone a forma di gufo le appariva in mano. Tanti saluti alla diplomazia e al temporeggiare…
<< Un momento… ti chiami Malefica!? >> esclamò << E sei… la Signora del Male!? Ma che ca… ma come ti è venuta in mente una cosa del genere!? Un premio per l’originalità! >>
<< Da che pulpito, Donna Gufo >> sibilò Malefica, storcendo la bocca, palesemente irritata << Posso chiaramente vedere da qui il tuo bastone. Non sopporto le menti primitive, né le lingue impertinenti. Qual è la tua risposta alla mia generosità, strega? Mi obbedirai? >>
<< Mia cara Malefica. >> La strega le concesse un sorriso a trentadue denti. << C’è una cosa che dovresti imparare e tenere a mente per i giorni avvenire. Riguarda me, Edalyn Clawthorne. E cioè… che io non obbedisco a niente e nessuno. E di sicuro non sono un’assassina di universi! >>

Track 9: https://www.youtube.com/watch?v=dlEqZpyNBTg

Eda puntò il bastone in avanti, dal quale sprigionò una specie di frusta dorata. Malefica non si lasciò cogliere impreparata e sollevò il suo scettro, evocando uno scudo di energia verdognola.
L’attacco della strega si abbattè con forza contro la protezione, generando una potente onda d’urto. Eppure, entrambe le praticanti di magia mantennero salda la posizione.
<< Una strega contro una fata. >> Malefica arricciò le labbra in un sorriso. << Ammetto di avere un debole per i grandi classici. >>
<< Sei una fata!? >> esclamò Eda, a metà tra lo sconcerto e l’eccitazione << Wow! È incredibile! Personalmente vi facevo più carine, scintillanti e con delle ali, insomma, una dei miei capi è così, anzi, DUE dei miei capi… >>
<< Tipica immagine delle menti sottosviluppate >> sospirò la fata << Le fate sono tante, e tutte diverse fra loro. Io sono la Signora della Corte di Unseelie, le Fate Nere! >>
<< Non c’è bisogno che ti irriti così, a me piaci di sicuro più di Smemorina e Turchina. Parola di… com’è che mi hai chiamata? Strega del caos? Lo sai che mi piace? Fa molto… beh, me! >>
<< Le lusinghe sono sempre apprezzate… ma non ti salveranno. >>
Un totale di cinque getti di magia nera saettarono dalla punta del suo scettro, puntando in direzione di Eda. La strega riuscì ad evitarne un paio, mentre respinse i restanti con abili contraccolpi del suo bastone.
Poi, parti subito all’attacco, bersagliando la fata con lampi di magia dorata.
L’intera biblioteca riecheggiò del suono di esplosioni e saette, mentre gli scaffali attorno alla coppia prendevano fuoco in un turbinio di scintille e pagine fluttuanti.
In pochi minuti, la stanza era diventata un vero e proprio campo di battaglia.
<< Devo ammetterlo, il tuo potere è notevole come avevo percepito >> commentò Malefica << Ma non hai alcuna possibilità contro una come me. >>
<< Non preoccuparti, tesoro, anch’io ho un ego molto grande! >>
Sollevò il bastone e lo abbattè con forza sul pavimento.
Dapprima, Malefica vide solo uno strato di luce che ricopriva le assi del pavimento… ma questo cominciò subito a cambiare, assumendo la forma di un’enorme gufo dorato. La convocazione lanciò un potente strillò e volò a tutta velocità verso la fata, che si ritrovò costretta a teletrasportarsi dall’altro capo della stanza.
Una volta al sicuro, ripetè gli stessi movimenti della sua avversaria, creando un’enorme serpente verde smeraldo.
Eda sorrise alla vista.
<< Sai, Mal, mi sto divertendo moltissimo. Dove ti eri nascosta per tutti questi anni? >>
<< Nei tuoi incubi più oscuri, strega. E in tutti quegli degli umani. >>
A quelle parole, la serpe strisciò sibilante verso il gufo di Eda, e presto entrambe le convocazioni cominciarono a darsi battaglia nel centro della stanza, facendo a pezzi qualunque cosa con cui i loro corpi entrarono in contatto.
Scaffali vennero ridotti in ammassi di schegge cadenti, i libri presero fuoco a centinaia, i lampadari esplosero sopra le loro teste, mentre la coppia di avversarie cercava di tenersi a debita distanza.
Alla fine, il serpente riuscì ad addentare il collo del gufo, che tuttavia non si lasciò sfuggire l’occasione di afferrare saldamente il corpo dell’infida convocazione con i suoi poderosi artigli.
Entrambi cominciarono a tirare… e i loro corpi esplosero, dissolvendosi in un turbinio di scintille gialle e verdi.
<< Sei meravigliosa nel manifestare il tuo incontrollato caos >> si complimentò Malefica << Perché combatti per quei miserabili della MVA? Loro sono ordine, regole e doveri. Non saresti mai libera di sviluppare tutto il tuo potenziale sotto la loro bandiera. Se accettassi la mia proposta, io potrei aiutarti. >>
<< Sei molto gentile, cara. >> Eda sorrise. << Ma credimi… non starei mai con loro se non sapessi che posso trarne vantaggi. Sono una che si diverte con poco! E, come ti ho già detto… non sono una strega cattiva. Ma più di ogni altra cosa… non sono un’allieva. Sono una fiera, casinara, irresponsabile AUTODIDATTA! >>
<< No… sei solo potenziale sprecato! >>
E così ripresero la loro battaglia, la cui cacofonia si unì a quella degli scontri poco distanti.
 
                                                                                                               * * *

Track 10: https://www.youtube.com/watch?v=Ugb2BiV3ojM

A qualche corridoio dalla biblioteca, la battaglia tra i Phantoms e le forze di Kozmotis stava procedendo senza esclusione di colpi.
Elsa sollevò un muro di ghiaccio per frenare l’ennesimo attacco nemico, sotto forma di una gigantesca onda di sabbia nera. Una variante più giovane dell’ex regina avrebbe avuto non poche difficoltà a resistere contro qualcosa del genere… ma non lei, che aveva passato anni ad affrontare minacce come l’Uomo Nero.
Un movimento alle sue spalle la spinse a voltarsi, appena in tempo per intercettare la falce dell’ex Generale. Doveva essere sbucato fuori da un’ombra.
<< Impressionante >> commentò Kozmotis << La tua abilità con la spada non ha nulla da invidiare alle tue capacità magiche. In tempi diversi, mi sarebbe piaciuto poterti offrire un posto nella mia ciurma. >>
Fece un passo indietro. << Sarebbe stato un vero privilegio poter combattere i Fearlings al fianco di una donna così talentuosa. >>
A quelle parole, Elsa abbassò lentamente la spada.
<< Potrei aiutarla ora >> gli disse dolcemente << So cosa le stanno facendo quelle creature. Sono come un cancro, distruggono tutto quello che toccano, corrompendo il cuore e le menti degli uomini buoni… proprio come lei. >>
Negli occhi dell’ex regina balenò un’espressione supplichevole.
<< Mi permetta di aiutarla, Generale. Ha combattuto così a lungo, salvato così tante vite… e mondi. Qualcuno come lei, potrebbe davvero accettare la morte di tanti innocenti? Tutto per soddisfare un’ambizione personale? >>
Il volto di Kozmotis si colorò appena di una tonalità più scura.
<< Non si tratta di quello che voglio io, ma di quello che è GIUSTO! >> ringhiò, facendo indietreggiare Elsa << Se davvero ero un brav’uomo… perché mi è stata tolta ogni cosa?! >>
<< Perché lei era il migliore del suo mondo! >> ribattè Elsa << E i Fearlings sapevano che, colpendo lei, avrebbero ribaltato le sorti della guerra! Non capisce quello che le stanno facendo? Li combatta! Si liberi di loro! Io la aiuterò, glie lo prometto. >>
Gli occhi dell’ex Generale si illuminarono brevemente di un bagliore malaticcio.
<< Tu… non puoi aiutarlo… aiutarmi… aiutarci >> sbottò, scuotendo la testa << Tu… ah ah… sei così simile a lei. La mia Seraphina… non solo per il tuo aspetto. >>
Elsa sorrise stancamente.
<< Sono consapevole della somiglianza tra me e sua moglie >> ammise << Ma io non sono lei, Generale. Tuttavia… voglio aiutarla comunque. Mi permetta di liberarla da questo tormento. >>
Kozomits rimase in silenzio, fissandola dritta nei suoi occhi del colore del cielo. Poi, una sola parola gli fuoriuscì dalle labbra.
<< Moglie >> sussurrò << Sì… mia moglie… Seraphina. Io… io… DEVO SALVARLA! Lei e la mia piccola Emily Jane! >>
Dal corpo dell’uomo esplose un tornado di sabbia nera, e questa volta Elsa fu costretta ad allontanarsi con un balzo.
L’enorme massa color pece saettò verso di lei sotto forma di tante frecce aguzze, così l’ex regina cominciò a evocarne di sue, intercettando quelle avversarie.
<< Se le cose stanno così… non mi lascia altra scelta >> disse cupamente, ripartendo all’attacco.
Poco distante, Tigre e Sticth erano impegnati a scambiarsi colpi con le evocazioni di Facilier.
Decine di ombre antropomorfe avevano cominciato a protrarsi dagli angoli più oscuri della stanza, fino a formare una piccola squadriglia di soldati assai persistenti.
Ogni volta che l’esperimento o la felina riuscivano a distruggerne uno, ecco che altri due sbucavano alle loro spalle e riprendevano da dove aveva finito il loro compagno. E francamente, Tigre stava cominciando ad irritarsi.
Con un ringhiò animalesco, continuò a colpire gli avversari come se ormai non potesse più fare altro, illuminando la stanza del bagliore dorato dei suoi pugni. Al contempo, Stitch si stava rivelando un combattente formidabile, malgrado le dimensioni ridotte.
Con una forza irrisoria, era riuscito a sconfiggere la maggior parte delle ombre, facendole a pezzi a mani nude o scaraventandole da una parte all’altra della stanza come se fossero bambole di pezza. E quelle che avevano provato a fuggire… beh, erano cadute senza troppi complimenti sotto i morsi delle sue poderose mascelle zannute.
A Cold ricordava vagamente una rappresentazione grottesca di un Tasso del Miele. Quelle creature sapevano essere davvero terrificanti! E brevemente, si chiese come qualcuno sano di mente avesse potuto anche solo prendere in considerazione l’idea di creare un simile mostriciattolo.
“Probabilmente qualcuno che NON ERA sano di mente” riflettè divertito, mentre evitava l’ennesima ondata di magia ad opera del suo avversario.
Si rivolse allo scheletro con un sorrisetto.
<< Quindiiii… qual è la tua storia >> domandò beffardo << Volevi la vita eterna e sei rimasto bloccato in questo stato? Oppure hai diviso la tua anima in sette parti ? No, no, aspetta, fammi indovinare! Eri innamorato della Morte, e pensavi che con questo aspetto saresti riuscito a conquistarla… >>
Evitò un altro getto di magia oscura, poi menò un colpo con il bastone.
Decine di stalagmiti affilate saettarono verso Cornelius, il quale si limitò a sollevare la mano e a frapporre un muro di energia verdognola tra lui e i proiettili.
I suoi occhi erano illuminati di un bagliore rabbioso.
<< Sei un esserino alquanto fastidioso, te lo ha mai detto nessuno? >> ringhiò attraverso i denti scoperti.
Cold cominciò a picchiettarsi il mento.
<< Penso che sia stato inciso sul mio certificato di morte… >>
Un getto improvviso lo scaraventò contro la parete opposta della stanza, facendolo accasciare a terra.
L’Oscuro Spirito gemette sonoramente e sollevò appena la testa, ritrovandosi a fissare dritto nelle braci ardenti del Lich.
<< Non ne dubito >> commentò questi, scrutandolo con un luccichio curioso << Ma se parliamo di morte, temo che quella del tuo mondo abbia fatto un pessimo lavoro nel tenerti in riga. >>
Allungò un arto scheletrico e afferrò il collo dell’eterno adolescente, sollevandolo da terra.
<< Permettimi di rimediare >> sogghignò malignamente.
Ma invece che mostrare paura o sgomento, Cold si limitò a sorridergli in quel suo modo irritante.
<< Non oggi, Faccia da Teschio >> disse, mentre chiudeva gli occhi.
Una patina di ghiaccio cominciò a propagarsi sulle dita di Cornleius, risalendo lungo il braccio scheletrico. Come se lo avesse bruciato, il Lich spalancò le orbite cave e scaraventò lo spirito lontano, sibilando scontento.
Cold rotolò lungo il pavimento, evitando per un soffio una delle ombre di Facilier.
Una volta in piedi, scoprì di essere atterrato proprio di fronte alla stessa persona che avevano trovato in compagnia di Kozmotis. Sembrava quasi una specie di cane antropomorfo, e lo stava fissando con occhi pieni di sorpresa e terrore misti assieme.
<< Salve >> lo salutò gioviale << Non avrà per caso visto un artefatto di grande potere magico… >>
Guardandosi attorno, scorse qualcosa di metallico che sporgeva da sotto una delle teche cadute.
Il pallido volto del ragazzo si aprì in un sorriso tutto denti.
<< Non importa, faccio da solo. Bella chiacchierata! >>

                                                                                                                * * *

Elsa stava cominciando a perdere le forze.
Gli attacchi di Kozmotis si erano fatti sempre più frequenti e rabbiosi, e ormai riusciva a mala pena a tenere il passo.
Un potente getto di sabbia nera sparò verso di lei, e ancora una volta si ritrovò costretta ad evocare uno scudo di ghiaccio per pararlo. L’ondata di granelli s’infranse con violenza contro la protezione, generando un potente GONG! e facendo calare una nube grigio cenere su tutta la stanza, oscurandole la vista.
La giovane donna tenne alta la guardia, scrutando i suoi dintorni alla ricerca dell’avversario.
Probabilmente la stava osservando nell’oscurità, pronta a colpirla al minimo segno di un’apertura…
<< Ehi, Elsa! Guarda un po’ cosa ho trovato! >> gridò una voce fastidiosamente familiare in mezzo alla coltre.
L’ex Regina si voltò... e vide Cold con un braccio sollevato in aria, le dita stretta attorno al frammento del Graal.
Malgrado la situazione, non riuscì a trattenere un sospiro sollevato.
<< Ottimo lavoro, Cold. Ora andiamocene subito di qui… >>
Il respiro le si mozzò in gola. Perché quando abbassò lo sguardo sul suo polso… non vi trovò niente fuori dall’ordinario. E quello era DECISAMENTE un problema. Un problema ENORME, in verità!
Lentamente, i suoi occhi incontrarono quelli di Cold, che la scrutava con un sorrisetto tutto denti.
<< Stai cercando questo? >> disse, sollevando il polso della mano destra. Proprio lì, avvolto sulla sua pelle d’alabastro, c’era lo stesso dispositivo di trasporto interdimensionale che la MVA le aveva conferito dalla sua prima missione sul campo. Quando era riuscito a prenderglielo?
<< Mentre stavamo conversando con i nostri cattivissimi amici >> sogghignò l’oscuro spirito, come se le avesse letto nella mente << Sono sempre stato bravo in questo tipo di scherzi. Ho le dita molto delicate. >>

Track 11 : https://www.youtube.com/watch?v=W9FEeMtOeFQ

Il cuore dell’ex regina cominciò a martellarle nel petto.
<< Cold… che cosa stai facendo? >> chiese con voce strozzata, la gola improvvisamente secca.
Nella sala calò un pesante silenzio, mentre anche il resto dei combattenti si voltavano all’unisono in direzione dell’Oscuro Spirito, sorpresi quanto lei.
Cold alzò gli occhi al cielo.
<< Oh, andiamo, penso che tu lo sappia bene, fiocco di neve. Sto per mettermi in proprio! >>
Il suo sguardo glaciale spaziò rapidamente sulle due fazioni. 
<< Luce e Oscurità? Battaglie per il Multiverso? Preferisco lasciare certe cose a voi fanatici. Io, d’altra parte, mi accontento solo di un po’ di baccano qui, qualche marachella più in là, caos e divertimento… >>
Pigiò un pulsante sul braccialetto e subito un portale si materializzò dietro di lui.
Cold sorrise soddisfatto e sollevò il frammento del Graal, così che tutti potessero ammirarlo.
<< E con questo affare qui? Ho la sensazione che mi divertirò un mondo! >> esclamò, gli occhi illuminati da un bagliore verdognolo.
Tigre lasciò andare Facilier e ringhiò verso di lui.
<< Traditore! >> sputò, e anche Stitch cominciò a sibilare minacciosamente verso l’Oscuro Spirito.
Questi si limitò a scrollare le spalle.
<< Non sono mai stato davvero dalla vostra parte >> ribattè con tono beffardo << Quindi, tecnicamente, non vi ho mai tradito. >>
La felide scoprì i denti e fece un passo avanti, presto imitata anche da Kozmotis e Cornelius.
L’espressione sul volto di Cold passò da gioviale a seria nel giro di un secondo, mentre allungava il frammento a soli pochi centimetri dal portale.
<< Che nessuno di voi si muova! >> ringhiò << Un solo passo e lo lancerò a casaccio in una delle migliaia di realtà del Multiverso. Potreste anche riuscire a trovarlo… oppure no. Chi può dirlo, giusto? >>
Phantoms e avversari si tesero allo stesso modo, consapevoli che non stava affatto bluffando.
Elsa, in particolare, aveva conosciuto l’oscuro spirito abbastanza a lungo da sapere che era proprio il tipo di persona capace di compiere un gesto tanto impulsivo.
La sua mano cercò istintivamente la cintura della tuta, dove si trovava il pulsante per attivare il collare. Ma quando lo pigiò… non accadde niente.
Cold rimase completamente inalterato, senza emettere neanche un piccolo sussulto.
Sul suo volto andò a dipingersi un sorriso impertinente.
<< Probabilmente ti starai chiedendo perché il tuo piccolo collare non stia funzionando. Eccoti un indizio. >>
Sollevò la mano libera… e tra le pallide dita cominciò a danzare una fiammella blu.
Elsa si sentì mancare il respiro. Lo aveva appena visto usare una magia diversa dalla criocinesi! Ma questo… doveva essere impossibile! Non vi erano mai state testimonianze, in tutto il Multiverso, di una variante di Jack Frost capace di usare poteri diversi da quelli donatigli dall’Uomo della Luna.
Cold ridacchiò alla sua espressione.
 << Pensavate davvero che avrei passato secoli a viaggiare tra i mondi… senza imparare qualche trucchetto in più? Il Multiverso è un posto grande e pieno di pericoli! Bisogna sapersi adattare, no? E c’erano così tante magie e incantesimi a portata di mano!>>
Chiuse la mano a pugno e la fiammella scomparve in un turbinio di scintille.
<< E sfortunatamente per te, caro il mio bucaneve, questo collare era calibrato per contrastare solo la magia del ghiaccio. L’ho capito nel momento in cui hai abbassato la sua influenza sui miei poteri… e così, mi sono assicurato di disattivarlo con una piccola scossa. >>
Puntò un dito verso il dispositivo. Dalla punta della falange, guizzò una piccola scarica elettrica che andò a infrangersi contro il collare, facendolo cadere a terra.
Elsa deglutì silenziosamente.
Li aveva giocati fin dall’inizio. Per tutto questo tempo, si era presentato alla MVI come un individuo impertinente e giocoso, incapace di qualsiasi tipo di pianificazione.
Era stata una stupida a sottovalutarlo in quel modo!
<< Perché lo stai facendo? >> chiese, quasi supplichevole di una risposta << Cosa mai potresti guadagnare dal Graal?! >>
Cold rimase in silenzio per qualche secondo, limitandosi a fissarla con i suoi occhi bordati di verde. << Perché lo sto facendo, eh? >> borbottò a se stesso << Hai mai sentito la storia dello scorpione e della rana? >>
Elsa lo fissò sbigottita. Il titolo le era famigliare… ma cosa centrava una storiella con la loro attuale situazione?
Cold inarcò un sopracciglio.
<< No? Allora lascia che te la raccconti: Un giorno, uno scorpione doveva attraversare un fiume. Non sapendo nuotare, chiese aiuto a una rana che si trovava lì accanto. “Per favore“, le disse, “fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” >>
L’Oscuro Spirito agitò una mano, realizzando una coppia di sagome di ghiaccio a immagine e somiglianza delle stesse creature di cui stava narrando.
Queste cominciarono a muoversi al suono della sua voce, imitando i comportamenti del racconto come una trasmissione in diretta.
<< La rana gli rispose: “Assolutamente no! Tu sei uno scorpione! Sei velenoso, potresti pungermi e uccidermi!“ “E per quale motivo dovrei farlo?” ribattè lo scorpione, “Se ti pungessi, tu moriresti e io, non sapendo nuotare, annegherei!” >>
Cold schioccò le dita, facendo scomparire le sue marionette di ghiaccio.
<< La rana ci pensò un attimo e, convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, decise di aiutarlo e lo caricò sul dorso, entrando in acqua. A metà tragitto, però… la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. >>
Rivolse ai suoi ascoltatori un sorriso selvaggio.
<< La rana non poteva credere ai suoi occhi! E allora disse allo scorpione: “Sciocco! Ora moriremo entrambi! Perché hai fatto una cosa simile?” E sai cosa rispose lo scorpione? >>
Sollevò la punta del bastone.
<< È nella mia natura! >> esclamò, mentre la faceva cadere sul pavimento.
Ma prima che l’arma potesse toccare le assi della stanza… Cold sentì qualcosa di freddo e affilato che gli toccava la gola: una lama. E quella lama… era tenuta tra le mani di un giovane dai capelli castani raccolti in un codino, vestito con una qualche uniforme militare. 
<< Non ti muovere >> ordinò questi, fissandolo con risoluta freddezza.
Cold sbattè lentamente le palpebre.
<< …E tu chi diavolo sei? >>





 
Beh, lui è Jim, caro Cold. E non ha la minima idea di cosa stia succedendo, ma questo non gli impedirà certo di buttarsi nella mischia per salvare la situazione!
Spero che questi scontri vi siano piaciuti, è stato davvero complicato giostrarsi con tutti questi personaggi. La battaglia tra Vader e She-Ra, in particolare, è quella che più ci siamo divertiti a scrivere!
Per coloro che hanno seguito la sua serie, avranno sicuramente notato delle differenze nel suo background. Questo perché la nostra She-Ra è molto più attinente alla lore dei fumetti, quindi il suo Hordak non era il rammollito del cartone Netflix, ma una vera e propria entità maligna, il maestro di Skeletor in persona.
E per quanto riguarda Vader? Beh, il capitolo capita a fagiolo, visto l’ultimo episodio della serie tv su Obi Wan Kenobi.
Vi aspettavate il tradimento di Cold? Oppure pensavate che avrebbe attraversato una tranquilla redenzione senza ricadute? Ah! Non ve la renderemo certo così facile…
E sì, è riuscito a scappare perché il collare era focalizzato solo sui suoi poteri di ghiaccio, e fino a quel momento Cold era stato molto attento a non sperperare le abilità che aveva imparato nel corso delle sue conquiste con Pitch Prime. Non sono certo avanzate come la sua criocinesi, ma come abbiamo visto possono ancora rivelarsi utili per le emergenze.
Speriamo anche che la nostra Malefica vi abbia fatto dimenticare quella dei film live action.
Nel prossimo capitolo avremo il primo ritorno di un personaggio della storia precedente! Vediamo se indovinate chi sarà…
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: evil 65