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Autore: paiton    03/06/2022    2 recensioni
Il racconto di questi giorni raccoglie un diario della mia esperienza in Costa Rica, quando mi sono confrontato con un mondo totalmente diverso da quello europeo sia per quanto riguarda le abitudini delle persone che ho incontrato sia per quanto riguarda il mondo naturale con cui sono entrato in strettissimo contatto. Dopo una vacanza di venti giorni in cui ho visitato la Nazione in lungo e in largo ho deciso di andare oltre all'oceano Atlantico per altre tre volte: le prime due volte ho vissuto con abitanti del luogo, in casa loro, confrontandomi direttamente con il loro stile di vita e con le tecniche di coltivazione dei frutti tropicali. Al momento sto progettando il prossimo viaggio che mi spingerà a comprare qualche ettaro di terreno da riforestare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiando sulla spiaggia
odore di purezza,
i primi raggi del Sole
iniziano a schiarire la brezza del crepuscolo.

La sensazione di freschezza si può respirare solamente in questo singolare momento della giornata. Non si vedono i corrotti mestieri delle persone, i loro passatempi noiosi, dettati più dal loro adeguamento allo stile di vita del cittadino medio che ad una vera voglia di vivere, di sperimentare;

Adesso tutto sprizza di curiosità, di Allegria! Le prime onde del mattino si risvegliano piano piano ed iniziano ad accarezzare il bagnasciuga, i piccoli mammiferi si rincorrono sugli alberi in cerca dell’uva e delle mandorle, vedo anche il mio animale preferito mentre sta aprendo una noce di cocco con le zampe superiori: il coati, che gli abitanti della zona chiamano Pizote, un animaletto carino con un lungo naso, molto intelligente e con una forza spaventosa; neppure i cani randagi lo avvicinano.

Mentre avanzo lentamente tolgo le ciabatte infradito per aumentare il contatto con l’ambiente che mi circonda e per entrare in sintonia con esso.

Passo davanti ad una ragazza, che a quanto pare si è svegliata prima di me, ha gli occhi chiusi ed è sistemata in una posizione rilassata e diretta verso l’oceano, suppongo che stia facendo Yoga. L’espressione del suo viso è chiara: è felice.

Vedo i ruderi di una capanna costruita con bastoni di bambù legati assieme da pezzetti di corda, pare abbandonata da tempo e mezza distrutta dall’ultima mareggiata. È proprio quello che cercavo! Prendo tutto ciò che può essermi utile: trovo tre legni resistenti, ben diritti e noto delle foglie di palma appartenenti al banano selvatico e ad un'altra pianta locale di cui non so il nome; controllo bene che non ci siano parassiti e metto le stecche di bambù sotto il braccio sinistro mentre col destro trascino il restante materiale recuperato.
 
Transito di nuovo davanti alla ragazza cercando di fare meno rumore possibile ma lei apre gli occhi. Mi fermo e ci fissiamo nelle pupille, entrambe le nostre iridi sono azzurre.

Dopo due secondi mi sorride e io faccio lo stesso riprendendo il passo.

Per fortuna non era la sua capanna che stavo razziando.

Arrivato davanti alla mia “abitazione” con vista mare, situata a circa un chilometro di distanza, deposito il bottino.
Ho impiegato molto tempo per trovare nuovi sostegni alla mia dimora e i primi turisti del mattino stanno iniziando a sistemarsi sulla sabbia; cerco di nascondere tutto quello che posso sotto alle palme e disegno il simbolo di un teschio per disincentivare i bambini a distruggere la mia costruzione e per fargli capire che aleggia una maledizione, poi pianto due bastoni nella sabbia in maniera che si incrocino a formare una X.
   
 
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