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Autore: Duodoppioteam99    10/06/2022    0 recensioni
Dal testo:
A quel punto non seppi come reagire, e per la prima volta durante tutto il mio viaggio, mollai. Avrei potuto seguirlo sicuramente, ma in quell’istante non ebbi la prontezza necessaria.
La testa si fece ancora più pesante, la mente annebbiata e le gambe si fecero molli sotto al mio peso. Svenni.
L’ultima cosa che sentii fu il richiamo acuto di Reshiram, ormai allontanato dalla sua controparte, e le urla dei miei amici Komor e Belle che cercavano inutilmente di farmi rinsavire.
———
Proseguo immaginario della storia tra Touko ed N dopo gli avvenimenti di Nero e Bianco
!Prologo risistemato graficamente!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Touko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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 CAPITOLO 7
‘’Ehi! Stai cercando il Team Plasma? Sono scappati da quella parte, verso il luna park. Seguimi.’’
 
Ricordavo benissimo l’incontro che ebbi con N a Sciroccopoli. Stavo inseguendo velocemente il Team Plasma a seguito dello scontro nel Deserto della Quiete, ma una volta arrivata in città avevo perso le loro tracce e all’entrata di quest’ultima mi sentivo spaesata a causa del nuovo ambiente.
Una città molto diversa da Austropoli, piena di colori e di vitalità. Governata dalla Capopalestra Camilla era soprannominata la città dei divertimenti e questo era dovuto alla presenza di diversi palazzetti dello sport, come lo Stadio Stellare e il Campetto, dove innumerevoli giovani si recavano per ritrovarsi con gli amici o per assistere a importanti partite nelle sere del weekend.
Ma soprattutto il suo soprannome era dovuto alla presenza del Luna Park che si trovava nella parte orientale della città. Il migliore di Unima sia per dimensioni sia per le attrazioni. La peculiarità era la presenza di una grande ruota panoramica che permetteva la visione di un vasto territorio confinante con la città.
Dopo l’incontro con Camilla a Spiraria avevo deciso di recarmi nuovamente a Sciroccopoli per un ulteriore giro sulla ruota panoramica. Probabilmente in balia della nostalgia.
 
‘’Non ci sono… Saliamo sulla ruota panoramica. Forse dall’alto riusciremo ad individuarli. A me piace molto la ruota. La sua dinamica, il movimento circolare… È un concentrato di splendide formule matematiche…’’
 
Fu così che salì sulla ruota panoramica insieme ad N. Non so perché lo seguii al tempo, avevo lottato con lui due volte prima di quel momento, una volta a Quattroventi e una a Zefiropoli, e praticamente non lo conoscevo, non sapevo chi fosse e cosa volesse davvero. Ma nella foga del momento lo avevo seguito senza dar troppo conto a questi aspetti in quanto il mio unico obiettivo era raggiungere il Team Plasma in fuga.
Diversamente dal giorno in cui ero accompagnata da N, in quel momento però non c’era anima viva al parco divertimenti e probabilmente questo era dovuto al fatto che ormai era pomeriggio inoltrato e quasi ora di cena. Decisi comunque di salire sulla ruota, anche se questa volta in solitaria e non accompagnata. Sicuramente non avrei dovuto aspettare di salire a causa della coda per il biglietto.
Mano a mano che la cabina saliva lenta si poteva scorgere la città di Sciroccopoli che si presentava timida ai mie occhi, incorniciata da un cielo oramai tendente all’arancio tenue misto al rosa a causa del sole oramai sparito sotto la linea dell’orizzonte. Una delle fortune di un Allenatore impegnato in un viaggio era proprio questa, ossia poter godere dello spettacolo che la natura offriva, come in questo caso, durante tutto l’arco della giornata.
 
‘’ Ti dico subito che io sono il sovrano del Team Plasma. Ghecis mi ha chiesto di aiutarlo a salvare i Pokémon. Ma chissà quanti Pokémon ci saranno al mondo?’’ 
 
Una volta sulla ruota così N mi aveva riferito senza mezzi termini chi fosse e quali fossero i suoi scopi. Ricordavo benissimo il mio schock in quel momento, soprattutto a causa della sua sincerità cosi improvvisa verso una persona che, d’altro canto, nemmeno lui conosceva.
Ricordavo anche il suo lungo silenzio dopo questa esternazione mentre in sottofondo si poteva sentire solo il rumore sordo della cabina in movimento. Non ebbi il coraggio di ribattere sul momento e mi limitai anche io a rimanere in silenzio.
Quando alzai lo sguardo verso di lui potei notare che teneva il capo chino verso il basso mentre un braccio era alzato per appoggiare la mano sul vetro della cabina. Solo allora ebbi la possibilità di osservarlo da vicino. I lunghi capelli verdi e disordinari erano raccolti al meglio sotto il cappello ed erano in contrasto con la sua pelle pallida e i suoi vestiti tendenti ai colori molto chiari. Non si poteva negare il fatto che N fosse un brutto ragazzo… anzi.
Ma nonostante tutto potevo vedere i suoi occhi grigi ora spenti e non caratterizzati dalla luce che avevo potuto osservare durante le poche lotte affrontate l’uno contro l’altra. Avrei voluto anche quella volta parlargli, chiedergli come stava e se c’era qualcosa che avessi potuto fare per lui ma non ebbi il tempo perché la cabina ebbe uno scossone più forte degli altri, segno del giro ormai terminato.
E fu quando scesi dalla ruota che vidi le Reclute del Team Plasma ad attenderci e pronte per intraprendere una nuova lotta. Ma fu N quella volta a fermarli.
 
È mio dovere proteggere chi vuole veramente il bene dei Pokémon. Mentre io lotto, voi allontanatevi in fretta da qui’’ poi continuò, stavolta rivolto a me ‘’Allora, Touko, capisci il mio piano?’’
 
Non lo comprendevo.
Era vero, i Pokèmon erano costretti dagli stessi uomini a rimanere nelle pokèball una volta catturati, ma questo non voleva dire togliere loro a libertà. A volte erano gli stessi Pokèmon a scegliere di seguire in autonomia un Allenatore. Il mio Snivy era un chiaro esempio. Tramite il contatto con gli umani potevano crescere, sviluppare nuove abilità e talvolta evolversi in forme più potenti.
Molte volte erano i Pokèmon ad aiutare le persone, ma non si poteva negare il contrario.
Potevo anche essere d’accordo sul fatto che molte persone dagli scopi non poco nobili utilizzavano i Pokèmon come macchine da combattimento per raggiungere scopi tutt’altro che positivi, ma in questo caso era proprio quello che il Team Plasma stava facendo. Sacrificare nelle lotte alcuni Pokèmon per salvarne degli altri.
Che senso aveva rendere liberi i Pokèmon dal giogo degli umani quando entrambe le parti potevano godere di alcuni vantaggi?
In poche parole il piano di N non mi convinceva, così come lo stesso Gechis e il modo di agire di tutto il Team. In quell’istante decisi che andavano assolutamente fermati, e io ci sarei riuscita.
Dopo aver risposto negativamente alla domanda di N scatenammo nuovamente i nostri Pokèmon in una impegnativa lotta, che vide me come vincitrice come nelle lotte precedenti.
 
Sei forte… Ma il futuro va cambiato, e questo spetta a me! Sconfiggerò anche il Campione e diventerò imbattibile… senza rivali. Farò in modo che tutti gli Allenatori liberino i loro Pokémon! Tu speri di stare sempre insieme ai tuoi Pokémon? È questo il tuo desiderio? E allora colleziona le medaglie delle varie città e dirigiti alla Lega Pokémon! Una volta là, prova a fermarmi! Se il tuo spirito non è saldo, non ce la farai mai a fermarmi”.
 
Capì in quel momento quali furono le vere intenzioni di N…
Come quel lontano giorno, anche questa volta scesi dalla cabina della ruota una volta terminato il giro con una leggera stretta al petto. Non avevo mai ragionato veramente sulle parole di N fino ad oggi, non mi ero mai fermata a pensare alle cose dal suo punto di vista. E, come ultimo, non avevo mai capito quanto fosse soggiogato da Gechis.
Non potevo comprendere come un “padre” potesse arrivare ad utilizzare un figlio che possedeva un dono così speciale come quello di parlare con i Pokèmon. Con che coraggio Gechis aveva compiuto una cosa del genere?
Chissà che sorta di lavaggio del cervello doveva aver sopportato N in tenera età. Anthea e Concordia, prima della lotta finale al castello, mi avevano solo accennato alla vita di N da bambino e da come raccontavano le vicende si capiva che anche loro non avevano potuto nulla contro gli ideali dell’uomo che N si ostinava a chiamare padre ed erano state costrette a subire le sue convinzioni.
Decisi che avrei ricercato N, avrei raccolto informazioni sul suo conto e lo avrei aiutato a capire che, nonostante si trovasse dalla parte del torto, era stato manipolato e sicuramente avrebbe potuto cambiare i suoi ideali in meglio e in qualcosa di più concreto.
Assurdo che fossi io a pensare ciò. Io stessa ero quella che non sapeva che cosa avrebbe potuto fare a viaggio terminato. Ma non mi importava di me in quel momento. Un solo obiettivo in mente. Trovare N.
Era come cercare un ago in un pagliaio ma con un po’ di fortuna e buon senso sarei riuscita a portare a termine la mia missione.
Mentre mi apprestavo ad uscire dal parco squillò l’Interpokè e una volta accettata la chiamata riconobbi la voce di Komor.
“Ciao Touko, ti chiamo per dirti che la Professoressa Aralia ha richiesto il nostro aiuto. Dovremmo dirigerci insieme a Fortebrezza. Sta succedendo qualcosa di strano e ha chiesto se possiamo controllare…”
 
 
 
Continua…
   
 
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