Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Lis4_88    11/06/2022    0 recensioni
"Ti amo così tanto che mi fa male" pensava Matt mentre stringeva le loro vecchie fotografie piangendo.
"Ti amo così tanto che mi faccio male" pensava Mihael reggendo quel dannato paio di forbici.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near | Coppie: Matt/Mello
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Again»

•My life ain't worth living
If I can't be with you
I just can't stop loving you•

«Ma ci credete?» disse Light fissando la figura di Matt che si allontanava piangendo dallo skate park «Non pensavo sarebbe tornato»
«Mihael non è mai stato un codardo» rispose Nate, tenendo le mani in tasca «È pronto a lottare»
«Sarà meglio che tratti Mail come si deve stavolta» aggiunse L, cercando di ignorare il fatto che era al settimo cielo per il ritorno del biondo. Sapeva che Mihael non aveva intenzione di ferire di nuovo il rosso, e non vedeva l'ora che Matt tornasse ad essere felice.
«Jeevas glie la farà sudare» disse il suo fidanzato con un sorriso.
«Scherzi? Cadrà ai suoi piedi, ne è troppo innamorato. Stasera saremo di nuovo a cena tutti insieme a sopportare le loro cose smielate» esclamò Nate.
«Vuoi scommettere?»
Light allungò una mano verso l'albino con il palmo aperto.
«Venti sterline che la tirano per le lunghe fino alla prima settimana di luglio»
«Andata»
Near strinse con forza la mano dell'amico, mentre L li guardava ruotando gli occhi al cielo con un sorriso.
A tutti e tre non importava quanto ci sarebbe voluto, avevano solo bisogno che i loro amici tornassero assieme, perché sapevano che si amavano alla follia ed erano l'uno la felicità dell'altro. E anche se non lo ammettevano a loro stessi, quella testa di cazzo dai capelli dorati sapeva come far sentire la sua mancanza.

***

«Ti scongiuro Teru, devi andare a riprenderlo per me!» strillava Mihael mentre si mordicchiava l'unghia dell'indice, grattando via lo smalto.
«Mels sono passati due giorni, non pensi che l'abbia già trovato?»
«No! L'avevo messo nella tasca dei jeans! Matt non può trovarlo, per favore vallo a riprendere!»
Mikami sospirò, chiedendosi come mai dovesse sempre risolvere i casini provocati dall'amico, sin dai tempi del liceo.
«È un preservativo?»
«Cosa? No! Tu vai e dí semplicemente che sei venuto a recuperare i miei vestiti»
«È così importante questa cosa?»
«Sì Teru, te lo chiedo in ginocchio»

***

Dopo due giorni la febbre di Mail si era abbassata, ma il corpo del rosso era ancora scosso da quelle secchiate d'acqua che si era preso e dai sentimenti che ardevano dentro di lui.
Jeevas era seduto sul letto, che sfogliava una rivista con poco interesse mentre di sottofondo i Nirvana suonavano Smells Like Teen Spirit. Non aveva interagito molto con la sua famiglia in quel lasso di tempo, si palesava solo di tanto in tanto per rubare qualcosa dal frigo che serviva a saziare quella poca fame che aveva in quei giorni.
Quasi inconsapevolmente spostò lo sguardo alla sua scrivania, dove stesi sulla sedia c'erano ancora i vestiti del biondo, ormai asciutti.
Con uno scatto felino si alzò dal materasso e afferrò i capi d'abbigliamento, tenendoli fra le mani per qualche secondo. Aveva bisogno di sentire quel profumo. Se li portò al naso, e poté percepire il tessuto leggero della camicia a contatto con il suo piercing, mentre le sue narici assorbivano l'odore di cioccolato fondente che distingueva Mihael fra tutti.
Nel rimetterli al loro posto, la sua mano sfiorò qualcosa in cartoncino nella tasca posteriore dei jeans neri. Incuriosito scavò nella fessura finché non ne estrasse un foglietto rettangolare con gli angoli giallognoli, un po' spiegazzato e umido dall'acqua che aveva assorbito.
Quando lo vide fu impossibile non far inumidire quei suoi occhi così lucenti, e Matt si mise una mano sulla bocca tentando di soffocare un urlo di gioia.
Solo una frase pronunciò chiaramente ad alta voce: «Che razza di idiota»

***

Mail Jeevas, 15 anni, non ci poteva credere: stava camminando fianco a fianco con quell'angelo che gli dei gli avevano spedito direttamente dalle nuvole. Perché non poteva essere solo un malinteso, il fatto che il biondo quel giorno fosse entrato nell'aula sbagliata. No, Matt era sicuro fosse destino che i loro occhi avessero fatto scattare la scintilla.
I due arrivarono fuori casa di Mihael, che si fermò controvoglia davanti il vialetto, dato che anche lui doveva ammettere di non voler salutare quel ragazzo che l'aveva stregato con tale bellezza.
«Bene...allora...ci vediamo a scuola» disse tenendo strette le bretelle dello zaino come un bimbo alle elementari, incamminandosi poi verso la porta di casa.
«Aspetta!»
Mello si fermò e girò la testa, vedendo la mano di Mail protesa in avanti mentre il ramato sembrava aver dimenticato cosa voleva dire.
«Ce l'hai qualcosa su cui posso scrivere?» esclamò mettendosi a rovistare nel suo zaino per cercare molto probabilmente una penna.
Mihael lo osservava confuso, mentre cercò qualcosa nelle tasche del suo chiodo di pelle. L'unica cosa che ne uscì fu un biglietto dell'autobus ancora inutilizzato, che passò al rosso con non poca diffidenza.
Questo lo afferrò e ci scarabocchiò di corsa qualcosa sopra, dopodiché lo tornò al biondo e corse via.
«Ci vediamo!» urlò agitando il braccio, con il viso dello stesso colore di un pomodoro maturo.
Mello seguí la sua figura correre finché non sparí infondo alla via, e poi girò il biglietto per rivelare quello che vi ci aveva scritto il ragazzo di cui si stava innamorando.
Sulla carta vi erano una serie di numeri, che terminava con un cuoricino un po' abbozzato.
Fu inevitabile che Mihael sorrise, e si ricacciò il biglietto nelle tasche, che furono l'unico posto anche a distanza di tre anni in cui quel pezzo di cartoncino venne messo.
Neanche Matt sapeva, che quello per il biondo era diventato il suo portafortuna e che non andava da nessuna parte senza portarlo con sé.

***

Mihael riagganciò con forza la cornetta al telefono a muro, e si prese il ponte del naso con le dita, gesto solito di quando stava per esplodere in una crisi.
«Ist alles in Ordnung Sohn?»
«Si papà sto bene» rispose all'uomo che aveva fatto capolino dalla porta del corridoio.
Appoggiò la testa sull'intonaco e iniziò a pensare a quel biglietto dell'autobus, così insignificante visto da altri ma per Mello era stato l'inizio di tutto. L'inizio di quando si accorse che quel numero lì riportato lo avrebbe voluto chiamare centinaia di volte, e che avrebbe voluto fare la strada per tornare a casa insieme al rosso finché non gli si sarebbero consumate le scarpe.
«Vatti a riprendere il tuo uomo, mein Schatz» furono le parole di sua zia che gli riecheggiarono in testa.
"Dovrei lasciar perdere?" si chiese con il corpo addossato al muro, in una posa di sconsolatezza.
Ma proprio in quel momento, il suo cervello decise di fargli passare una mano nei capelli per sistemare il ciuffo, e decise di fargli notare il tatuaggio "ever" sul polso, per ricordagli chi era il ragazzo che amava. Ogni tanto, l'universo vuole semplicemente che due persone stiano insieme.
Mihael fermò il braccio a mezz'aria, osservando quella scritta sulla sua pelle che l'avrebbe seguito fino alla tomba. Una semplice parola, ma straboccante di significato.
Mello strinse il pugno e disse: «Col cazzo». Spalancò la porta e dopo aver urlato un "Papà io esco!" si precipitò giù dalle scale, correndo ancora più veloce di quando lo aveva inseguito la polizia.
"Sto arrivando Matt"

***

Mail spinse sua madre per non essere intralciato facendola barcollare, e poi corse giù per le scale saltando due gradini alla volta.
«Matt, non avrai intenzione di uscire spero!» gridò la donna, attirando l'attenzione di Aib, seduto sul divano al piano di sotto.
Il rosso spalancò la porta, trovandosi davanti Teru Mikami con il dito alzato pronto a premere il campanello, che lo guardò accigliato.
«Ciao Teru!» esclamò il ramato prima di scostare anche lui e correre via.
Il moro fissò Aiber cercando delle risposte, che gli arrivarono sotto forma di un sorrisone da parte del maggiore:
"Vallo a prendere pulce".

***

Jeevas sentiva che il suo corpo stava collassando, sotto il calore di luglio appena inoltrato e per il fatto che era già indebolito dalla febbre. Nel correre aveva spintonato minimo tre passanti, ricevendo lamentele e qualche insulto.
Passò per lo skate park, dove fece lo slalom fra i ragazzini che sfrecciavano con le loro tavole. Chiuso nel suo pugno, era accartocciato il biglietto dell'autobus, il movente che aveva scatenato tutto.
Mihael intanto insultava con tutte le brutte parole esistenti al mondo il semaforo che aveva deciso proprio in quell'istante di colorarsi di rosso.
Batteva il piede con insistenza sul marciapiede, mentre fissava il cerchio vermiglio che sembrava durare in eterno. Ma Mello non aveva un'eternità, così si buttò in strada, sotto lo sguardo allarmato dei passanti.
Una macchina frenò di colpo per evitare di investirlo, rivolgendogli però parecchie offese. In mezzo a clacson, urla e sterzate, il biondo correva imperterrito sotto il sole cocente.
Matt svoltò l'angolo della sua vecchia scuola elementare, ritrovandosi sul marciapiede di quel lungo stradone che portava verso le periferie.
Anche Mihael svoltò un angolo, ritrovandosi sul percorso che arrivava dritto dritto al posto in cui aveva passato la sua infanzia.
I due corsero, e ci volle poco prima che si accorgessero l'uno dell'altro. Si fermarono di colpo, a pochi metri di distanza, e si guardarono avvolti da quelle scintilla mentre riprendevano fiato.
«Matt» pronunciò il primo.
«Mello» rispose il secondo.
Il biondo si ricompose mettendo la schiena diritta, rendendosi conto che le parole che avrebbe pronunciato, sarebbero state la chiave che determinava il futuro del rapporto fra lui e il rosso.
«Matt, io non voglio lasciar-»
«MIHAEL!»
L'urlo del ramato fu forte e pieno di gioia: il ragazzo aveva un sorriso enorme sul viso, e sembrava che finalmente avesse ritrovato la felicità che cercava.
Alzò un braccio e mostrò il biglietto spiegazzato, stagliandolo bene in alto e facendolo brillare sotto il sole.
«Se c'è una cosa che ho capito dal nostro litigio» parlò bello forte, come se ci fosse una folla ad ascoltarli «È che non posso vivere senza di te. Anche se la mia vita riprendesse una routine, sarebbe comunque incompiuta. Perché tu fai parte della mia vita, sei il pezzo che la completa. Sei il pezzo che completa me, Mihael. E so che la cosa successa a quella stupida festa è stato un errore, e ti chiedo immensamente scusa per averti punito in questo modo»
Il biondo lo guardava anche lui con un'enorme sorriso, con gli occhi che brillavano come due pietre preziose.
«Ti amo Mihael» disse Matt mettendosi il biglietto in tasca «Ti amo da impazzire»
Mello non riusciva a trovare parole per dire alla sua metà quello che stava provando, semplicemente si sentiva completo. Sentiva che i pezzi erano tornati al loro posto.
Iniziò ad avanzare verso l'altro ragazzo, prendendo sempre più velocità, venendo imitato da Jeevas, che rise contento.
Quando i due si stavano per scontrare, quest'ultimo saltò e finí in braccio all'amore della sua vita, cingendogli la nuca con le mani.
Smeraldi e lapislazzuli si specchiavano di nuovo a vicenda, stavolta accompagnati da due enormi sorrisi.
«Sei la mia persona, Mail Jeevas» disse Mihael sorreggendolo dalle cosce «E finché avrò fiato in gola continuerò a ripetertelo, ti amo».
E arrivati a quel punto, non c'era altro da fare se non baciarsi con tutto l'amore che li univa insieme: le loro labbra si attaccarono con passione ma allo stesso tempo dolcezza, un bacio che stava a significare "riunione", "ricongiungimento", "sono qui e non ti lascerò più andare".
I piercing di Matt quasi si fondevano con le labbra del biondo, che assaporava quel retrogusto di tabacco che caratterizzava il rosso, ma che lui amava proprio per quello.
Il loro amore adesso era di nuovo sbocciato, sempre rimasto impresso nella loro pelle, nella loro città e nei loro cuori, ma sotterrato da dolore e sensi di colpa.
Adesso Mihael e Mail erano di nuovo insieme, uniti per sempre da un legame destinato solo a loro. Non importa quanto male la vita avrebbe potuto dare: insieme, l'avrebbero superato. Perché così funzionava fra di loro: lontani l'uno dall'altro riuscivano a sopravvivere, ma non a vivere.
Quella scritta impressa sui loro polsi era destinata a essere completa per sempre, come loro due erano destinati a stare insieme.

Matt e Mello, un cuore che batteva in due corpi.
Mail e Mihael, due pezzi di un meraviglioso puzzle finalmente completo.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Lis4_88