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Autore: sallythecountess    17/06/2022    2 recensioni
Alice è una ragazza creativa e stravagante di vent'anni. Sogna di diventare una mangaka e si sta costruendo la sua vita e carriera in Giappone, quando il matrimonio di suo fratello la costringe a tornare a casa, nella piccola città scozzese in cui è nata. Tornare a casa le fa paura, perchè significa affrontare le aspettative deluse della sua famiglia, il fantasma della morte di sua madre, la solitudine e anche Lor, il ragazzo che si è lasciata indietro per cui però non ha mai smesso di provare sentimenti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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 Capitolo
“Ok Alice, non siamo melodrammatiche…” si disse al risveglio, accorgendosi di non avere neanche un messaggio dalla persona che voleva sentire più di tutte al mondo.
“Insomma lo sapevamo che sarebbe andata così, quindi dignità e amor proprio e non pensare neanche di cerc…” non riuscì a finire il discorso, perché le arrivò un messaggio e il cuore le saltò in gola. Era molto semplice in realtà: “come stai Alis?”
Lei pensò a mille cose da dire, e da non dire, ma rispose solo “ok…tu?”senza ricevere più risposta. Dopo dieci minuti le saltò il cuore in gola sentendo ancora la suoneria, ma non era lui. Matt che voleva sapere come stesse dopo la disastrosa uscita della sera precedente.
“KO…” rispose rapida, e sospirando concluse “non devi neanche pensare di cercarlo. E’ andata così e stop”.
Matias le rispose molto dolcemente “Sono tuo amico Ali, per qualsiasi cosa ci sono” e lei non se lo fece dire due volte. Doveva distrarsi, fare qualcosa o avrebbe passato la giornata a pensare a quel cavolo di chef così dolce, che l’aveva allontanata da un secondo all’altro. Matias fu sorpreso di sentire che non doveva lavorare, ma in fretta e furia organizzò un’uscita divertentissima con George che ovviamente marinò il tirocinio in ospedale e passò la giornata con loro per cercare di distrarla. Matt provò a nominare suo fratello due o tre volte, ma quando capì che era un argomento delicato per lei, decise di non insistere, chiedendosi però cosa cavolo fosse successo.
Lor, invece, stava vivendo quella giornata come al solito: furioso con tutti, scontroso e triste. La sua psicanalista avrebbe però sicuramente apprezzato il miglioramento, perché generalmente stava male per una settimana in attesa di quel giorno, ma era comunque una magra consolazione. Non lavorò quella mattina, lasciò tutto alla sua sous chef, e rimase a letto a bere, facendo come sempre il bilancio della sua vita. Dug ignorò totalmente la sua richiesta di posticipare quella serata, facendogli ancora una volta capire che persona stava diventando.
 Arrivò al Rochefort molto tardi, e sembrava una rockstar completamente sfatta: occhialoni, capelli incasinati e una nausea spaventosa. Non aveva mangiato nulla, solo bevuto, ed era completamente in crisi. La famiglia di Emily lo avrebbe massacrato, ma lui aveva intenzione di trincerarsi nella sua cucina ed evitare incontri spiacevoli.
“Finalmente!” gli disse sconvolto Dug, che agitatissimo lo aspettava in cucina insieme a Mike, e Lor alzò soltanto gli occhi al cielo.
“Non sono in ritardo…”ruggì scocciato, dirigendosi verso la cantinetta dei suoi vini più pregiati. Dug, sempre in preda al panico, chiese di non bere, di cercare di concentrarsi, ma Lor offrendo a Mike un bicchiere rispose “…se mi volevi concentrato dovevi solo spostare giorno. Hai preteso che fosse oggi? Cazzi tuoi!”
Lor non era mai stronzo con Dug, sapeva esserlo con tutti, ma non con il suo migliore amico, e questo lo ferì.
“Non puoi pretendere che il mondo si fermi per l’anniversario della morte di tua madre…” rispose contrito, e Lor incenerendolo con lo sguardo rispose “ah no? Potrei pretendere che si fermasse solo se stessi per sposarmi, no? Esattamente come fai tu!”  
“Calma…” provò a dire Mike, che da sempre faceva da paciere tra Lor e Roy. Spiegò a Lor che non sarebbe stato possibile rimandare la cena per questioni di lavoro della sposa, e a Dug che Lor aveva bisogno di stare un po’ da solo, e così riuscì a convincerli. Uscendo, però, una volta certo che Dug non potesse sentire, Mike la cavalletta disse piano “perché non c’era Alice oggi?” facendo sospirare Lor molto rumorosamente.
“…vorrei evitare che mi detesti, almeno fino a quando non scoprirà che ho tramato con suo padre alle sue spalle” concluse, mandando giù un altro bicchiere di vino e Mike annuì soltanto. Sapeva che in quel giorno Lor era preso da milioni di fantasmi, che gli annebbiavano la mente impedendogli di essere razionale, e per questo non aveva insistito. Sapeva di dovergli parlare di Alice, ma non era il momento adatto.
Qualche ora dopo, iniziarono ad arrivare gli ospiti e con loro una certa ragazzina dai capelli arancioni, che aveva deciso di sfoggiare un look insolito. Alice, stanca delle polemiche, si era detta che avrebbe indossato un abito di Hellen per quella serata, così avrebbe potuto stroncare i commenti negativi sul nascere. Non aveva voglia di prepararsi più di tanto, perciò lasciò i capelli sciolti, mise un velo di trucco e scese in soggiorno, dove nonna Tess con molta dolcezza le sussurrò “niente trucco stasera? Sei così bella quando metti anche l’ombretto e il rossetto!” facendola sorridere. Alice non aveva voglia di esagerare, e temeva di essere giudicata anche per quello, ma in realtà furono tutti piuttosto gentili con lei.
Arrivati al Rochefort si sentì davvero triste all’idea di rivederlo, ma sapeva di dover affrontare la cosa, così con la scusa di salutare i suoi collaboratori entrò in cucina trafelata e si accorse immediatamente che la musica in cucina era diversa: generalmente ascoltavano jazz o swing, o anche blues e rock classico, ma ora stavano ascoltando...qualche genere indefinibile in francese e Alice inarcò le sopracciglia per chiedere spiegazioni, ma il sous chef rispose solo “Oggi è uno di quei suoi giorni misteriosi…”
Alice non capì, non lo conosceva così bene da sapere che diavolo significasse quella frase e Allie aggiunse “non sappiamo cos’abbia, ma è nervoso, assente e mette questa musica francese oscena. Forse gli è andata male con qualcuna, forse è l'anniversario della prima volta che ha avuto il cuore spezzato, non lo so, ma è veramente insopportabile!”.
Alice, allora, decise di non chiedere nulla, ma era francamente spaventata. C’entrava la donna che aveva amato? Con il cuore in gola entrò nella sua stanza a salutarlo, e lui ruggì solo “NO!” facendola tremare.
“Ho chiesto di non essere disturbato, quale parte esattamente non è comprensibile per il tuo cervellino?” aggiunse, con un tono sarcastico e scortese spaventoso. Alice era alle sue spalle, e Lor non immaginava che fosse lei, ma quando sussurrò appena “Scusa…” la mano gli tremò, e anche il cuore.
“Ai...scusa, non volevo offenderti” le disse piano, notando il suo sguardo mortificato, e lei fece per uscire, quando lui aggiunse “non volevo che mi vedessi così, per questo ti avevo chiesto di non essere qui oggi, ma tutto il mondo si muove in funzione del matrimonio reale e per questo devo essere qui anche io oggi…”
“Capisco…” bisbigliò appena, desiderando soltanto di poter andarsene il prima possibile, e Lor le fece un sorriso molto tenero e le disse piano “sei molto bella vestita così…” strappandole un sorriso. Dug ovviamente li interruppe, e così Alice tornò in sala a parlare di cose che non le interessavano, mentre il suo cuore si chiedeva cosa avesse lui, che aveva davvero uno sguardo triste. Poche volte lo aveva visto così afflitto e sconvolto, perciò rimase a pensarci per un po’, fino a quando la signora Rosings chiese di parlare direttamente con lo chef per il menù. Dug fissò Mike sconvolto e spaventato, ma l’amico con un sorriso spiegò che lo chef era indisposto e non poteva parlare in quel momento.
“Oh allora è tutta una farsa se non ha cucinato lui la cena, siamo venuti a perdere tempo?” aggiunse scocciata, con i suoi modi da aristocratica snob e Dug gli assicurò che l’aveva cucinata lui, ma non sarebbe stato facile farlo uscire a parlare.
“Quindi è normale secondo voi che un tre stelle Michelin serva un pesce così unto? Perché per me è al limite dello scandalo!”concluse con fare schifato osservando il meraviglioso salmone preparato da Lor.
“Non è unto, signora, non si 'unge' il salmone, per l’amor del cielo” rispose con fare nervoso, quello che generalmente era l'uomo più gioviale e adorabile del ristorante, che era giunto sentendo chiamare il suo nome da quella rompiscatole, e che poi uscì a fumare borbottando imprecazioni in francese.
“Ho detto qualcosa che non va?”chiese con fare assolutamente ipocrita la signora Rosings e il suo futuro genero svelò finalmente l'arcano. “No Wanda, assolutamente. Anzi perdonalo. Oggi è l'anniversario della morte di una persona importante per lui, ed è sempre così, cambia completamente umore in questi giorni...”
Alice sorrise tristemente e per un attimo si sentì la persona peggiore al mondo, ma immediatamente suo padre chiese “Sabine?” e Dug annuì.
“E così oggi è un brutto anniversario...” Gli disse sorprendendolo alle spalle e lui annuì soltanto. “Dug ha detto a tutto il mondo della morte di mia madre solo per giustificare le mie azioni, eh?” Aggiunse e lei annuì sorpresa, perchè non aveva idea che Sabine fosse sua madre.
“Beh probabilmente lo avrei fatto anche io. Alla fine lo stronzo che crea problemi al matrimonio di Dug sono stato io, ti devo delle scuse…” aveva letteralmente sussurrato l’ultima parte, fissando improvvisamente negli occhi Alice che annegava nei suoi sensi di colpa.
“Non esageriamo” disse lei sorridendo dolcemente e portandosi la mano di lui alla guancia aggiunse “Non hai mica il mio potenziale distruttivo. Ti piacerebbe, eh?”
Per un attimo Lor rise, si rese conto che quel gesto di distensione di Alice gli aveva davvero fatto bene e così le mise una mano sulla spalla e con la testa contro la sua sussurrò afflitto “sono ubriaco da morire Alis. Ha ragione lei, ho sbagliato il salmone e mi sono anche tagliato…”
“Era buonissimo il salmone…” rispose lei dolce, e senza pensarci troppo si portò il suo indice ferito alle labbra e gli diede un bacio. Quel gesto così tenero lo fece sorridere e fissando due enormi occhi verdi su di lei disse piano:
“E’ stata investita Alis. Aveva poco più della mia età quando l'hanno uccisa...era una bambina...”
Alice non riuscì a dire nulla, ma i suoi occhi pieni di compassione lo spinsero a continuare.
 “Era una ballerina con lunghissimi capelli biondi e ondulati, un corpo esile e...i miei occhi. Non avrebbe fatto carriera, o almeno lei così diceva, perchè non era tanto brava, e per fortuna incontrò un folle ereditiere della Borgogna, ossia Maurice, mio padre. Quel pazzo si innamorò in fretta, e la corteggiò spendendo franchi su franchi, ma lei resisteva. Non le piaceva perché era troppo spocchioso, ma alla fine s'innamorò e vissero molto felici per un po'. Arrivai io, e lei aveva solo diciannove anni e mio padre ventidue, e anni dopo decisero di mettere al mondo Matias ed era tutto perfetto. Poi, una mattina come tante, io ero a scuola e...lei è stata investita ed è morta sul colpo.” Alice gli prese la mano allora, ma non disse nulla e lui continuò “Mio padre, poverino, non ha mai accettato la cosa. Ci ha provato, e per qualche mese è anche riuscito a convincersi, poi due giorni prima dell’anniversario della morte di lei, lo trovarono morto. D'infarto, dicono, ma io so che è di crepacuore, l'ho sempre saputo. Lui la amava più di tutto, più di se stesso anche. Loro erano come quegli uccellini che si accoppiano per tutta la vita e...beh è durata poco...”
Alice sorrise soltanto, ma aveva gli occhi pieni di lacrime e gli fece molta tenerezza. Per un attimo dimenticarono letteralmente tutto il resto del mondo, e finirono per tenersi la mano fronte contro fronte.
“E una volta l’anno, in questo giorno, vivo la mia penitenza: ascolto la sua musica, guardo le sue foto e mi costringo a pensare a come sarebbe se lei fosse nella mia vita, a quello che direbbe se sapesse di me come uomo, e realizzo che lei non sarebbe affatto fiera di me.”
“Lor non è così…” bisbigliò appena Alice, e lui scuotendo la testa disse serio “…non ho costruito nulla Alis. Non ho una famiglia, e(peggio ancora) alla mia età non sono in grado di fidarmi totalmente delle persone. Non ho nessuno, e persino tuo fratello, che è la persona più vicina che ho, ha iniziato a non sopportare più i miei momenti no…”
“Capisco come ti senti…” sussurrò lei piano, infilando la mano nella sua e Lor ribatté “Lo so, è per questo che te ne sto parlando. La nostra connessione è sempre stata a limite della magia. Stranamente tu sei sempre riuscita a capire le emozioni che provo, anche molto meglio di me, e mi hai sempre accettato, anche quando io stesso facevo fatica a farlo…”
Alice sorrise, ricordando il momento in cui si erano aperti l’uno con l’altra anni prima, raccontandosi le paure e il dolore che provavano per la malattia di Hellen.
“Capitano anche a me momenti come questo, in cui sento di essere una delusione totale per tutto e tutti, e proprio in virtù di questo posso considerarmi una specie di esperta…”gli disse piano, accarezzandogli i capelli e Lor sospirò forte.
“Ma la differenza è che io sono davvero come tu dici di essere, mentre tu no. Non è vero che non hai costruito nulla: hai tirato su dal nulla il Rochefort, hai fatto tantissima fatica per imparare a cucinare e farti un nome e lo hai sempre fatto correttamente, senza sgomitare o calpestare i tuoi avversari, tanto che mi hai detto di avere una miriade di amici chef…”
Questo era vero, e Lor doveva ammetterlo, ma non disse nulla.
“E non è vero che non hai nessuno. I tuoi migliori amici ti adorano, anche se Roy è stronzo, Mike è inutile e Dug è egocentrico quanto te, più o meno. I tuoi nonni ti amano e Matias desidera disperatamente un rapporto con te…” provò a dirgli incoraggiante e Lor sospirando ribatté “…giusto: sono anche un fratello pessimo!”
“No, non è così. Forse in passato non sei stato il fratello dell’anno, ma ora è cambiato. Quest’anno avete fatto tanti passi avanti, no? Vi sentite spesso, sai di Ava e della loro storia a distanza, e state imparando a conoscervi. Almeno devi considerarlo come un passo avanti. Lei sarebbe felice di vedere i suoi ragazzi insieme in sala giochi o a cena, non puoi negarlo”.
Lor annuì, e realizzò che ancora una volta Alice aveva fatto la sua magia, e ora si sentiva finalmente meglio. Nessuno era mai riuscito a portare luce in quel suo giorno oscuro, eppure Alice lo aveva tirato fuori dal suo loop di rimorsi e rimpianti con la sua solita dolcezza.
“E tu? Perché non ci sei in questa lista?” le chiese confuso, finalmente più sereno, ma Alice si strinse nelle spalle e fissandolo con enormi occhi tristi rispose “…perché non ho idea di cosa tu voglia sentirti dire da me…” facendolo rabbrividire.
 Le chiese solo cosa intendesse, ma lei rispose piano “hai detto che ti serviva spazio e non è l’ideale che io mi metta a dirti che sei importante per me, perché magari sembrerei solo più stupida…”facendolo rabbrividire. La afferrò per il braccio in quel momento, e se la tirò sul petto. La strinse con tutte le sue forze, e Alice si sentì morire.
“Non volevo allontanarti Ali, era solo per oggi. Cercavo di non ferirti. Scusa…” le disse piano stringendola e lei bisbigliò “menomale!” facendolo sorridere.
“Dimmi che ci tieni a me…” provò a dire, un po’ insicuro e con il cuore a mille, e lei annuì soltanto.
“Ci tengo molto Lor…” confessò dolce e lui sorrise sentendosi finalmente meglio.
“Allora mi vado a scusare con la stronza untrice di salmoni per calmare gli animi e poi…vieni da me per il dolce? E magari mi fai dormire su quel tuo morbidissimo seno…?” le chiese sfacciato, ritrovando quel suo bellissimo sorriso da seduttore, portandosi una mano ai capelli per sistemarli come faceva sempre e Alice scosse solo la testa dispettosa e rispose “Spazio Lor…” facendolo ridere.
“Devo implorarti, adesso?”aggiunse divertito e lei stringendosi nelle spalle rispose che non ne era sicura, allora Lor l’afferrò di nuovo e le diede un bacio lunghissimo ed estremamente passionale, che le fece venire i brividi.
“Dai, per favore…”aggiunse piano e lei sussurrò “mio padre non me lo permetterà mai…” facendolo sbuffare.
“…però se ci alziamo presto, magari non si accorge che sono stata fuori tutta la notte…” provò a dire, incredibilmente presa dal suo sguardo e Lor sorrise contento.
Nota:
Eccomi, come vi avevo promesso. Allora che ne pensate del povero, instabile Lor? E del loro rapporto? Vi siete accorti, vero, che prima o poi ci sarà una cosa enorme da affrontare? Vi abbraccio tutti per aver letto e vi ringrazio.
   
 
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