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Autore: paiton    21/06/2022    0 recensioni
Il racconto di questi giorni raccoglie un diario della mia esperienza in Costa Rica, quando mi sono confrontato con un mondo totalmente diverso da quello europeo sia per quanto riguarda le abitudini delle persone che ho incontrato sia per quanto riguarda il mondo naturale con cui sono entrato in strettissimo contatto. Dopo una vacanza di venti giorni in cui ho visitato la Nazione in lungo e in largo ho deciso di andare oltre all'oceano Atlantico per altre tre volte: le prime due volte ho vissuto con abitanti del luogo, in casa loro, confrontandomi direttamente con il loro stile di vita e con le tecniche di coltivazione dei frutti tropicali. Al momento sto progettando il prossimo viaggio che mi spingerà a comprare qualche ettaro di terreno da riforestare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devo uscire da casa di mia nonna e sto aprendo il pesantissimo cancello di ferro scorrevole. Sull’argine erboso e verde brillante, in lontananza, vedo un puntino bianco molto veloce che diventa sempre più grande man mano che si avvicina. Ha la testa marrone e il muso allungato.
 
Ma è Debby! Sarà scappata da casa dei miei per venirmi a cercare! 
 
È molto pericoloso lasciarla andare in giro senza guinzaglio, e se vede un gatto sono spacciato! Neppure con la bicicletta riuscirò a stargli dietro…
 
Riapro faticosamente il cancello scorrevole e cerco di farla entrare nel cortile, ha la lingua fuori e ansima. Si sta riprendendo dalla folle corsa.
Cerco di accarezzarla abbassandomi ma noto che il suo pelo si stacca dalla pelle e mi resta in mano.
 
Guardando meglio noto che un lato del suo corpo è senza pelle, ma non c’è sangue… la struttura ossea del costato è intatta, e si intravedono alcune vertebre toraciche e tutte quelle lombari.
 
Allora capisco tutto.
 
Mi sveglio e sento un nodo alla gola… la cagnolina mi è venuta a salutare in sogno per l’ultima volta e potrò incontrarla solamente lì in futuro… è andata nel paradiso dove vanno tutti i Cani.
 
Sento il bisogno di fare una passeggiata… sta per albeggiare: prendo una busta di plastica abbastanza grande ed esco da solo. Mi dirigo verso il lato sinistro della spiaggia prendendo come punto di riferimento la capanna.
 
Un gruppo di scimmie cappuccino stanno attraversando la foresta costiera di palme e mandorli e si lanciano da un ramo all’altro facendo una gran confusione; una di loro, usa una liana come se fosse un’altalena oscillando avanti e indietro. Un’altra di loro prova a lanciarmi qualcosa ma non mi prende…
 
Sul bagnasciuga trovo di tutto: bottiglie di plastica, infradito, frammenti di altri oggetti, la testa di Topolino, cannucce da cocktail… tutto ciò che viene abbandonato più o meno volontariamente da turisti ed abitanti.
 
Nell’oceano di fronte al piccolo villaggio di Manzanillo, a sei chilometri di distanza da dove mi trovo, c’è la barriera corallina. Non sapevo della sua esistenza fino a pochi giorni fa, quando ho rinvenuto un pesce palla rosso intrappolato in una pozza d’acqua fra gli scogli. Dopo averlo fotografato l’ho subito preso in mano e l’ho rilanciato nel mare, sembrava morente ma con qualche pinnata è tornato al largo.
 
 
La spiaggia va preservata e non siamo a Rimini dove i proprietari degli stabilimenti balneari fanno pulizia! Difatti trovo anche una signora che si sta dedicando alla mia stessa attività: con una busta di plastica raccoglie i rifiuti che si vedono in giro; potremmo fare un museo con tutta la spazzatura abbandonata. 
 
Sulla spiaggia trovo vari tipi di semi, alcuni allungati (mangrovia), altri che sembrano un hamburger (difatti vengono chiamati sea hamburger) ma quelli che più mi hanno incuriosito sono i cuori del mare: particolari semenze che possono resistere anche un paio di anni prima di schiudersi, hanno la forma di un cuore e un colore rosso scuro. Mi hanno detto che questi semi danno vita ad una particolare specie di liana, l’Entada Gigas, fondamentale per molti esseri viventi della zona, scimmia e cercoletto compresi.
 
Questi Cuori del Mare vengono trasportati dalle correnti e avevano incuriosito anche Cristoforo Colombo; oggi sappiamo che tali sementi possono essere trasportati dal mare attraverso gli oceani e si sono diffusi dall’area caraibica fino alle coste dell’Africa e addirittura a quelle dell’Asia.
 
Il sacco dell’immondizia è piena, lo chiudo e lo lascio momentaneamente incustodito.
 
Trovo una striscia di spiaggia poco battuta, dopo aver guadato un piccolo ruscelletto.
 
Continuando a camminare trovo un centro per la reintroduzione delle Iguane; effettivamente dal lato del Pacifico stavo a prendere il sole accerchiato da iguane, alcune piccole, altre lunghe più di un metro. Mi divertivo a lanciare in giro pezzi di mango e subito loro correvano a mangiarlo. In questo lato caraibico invece non ne ho vista nemmeno una ma ho sentito dire che il loro sapore è simile a quello del pollo… probabilmente le hanno mangiate tutte… oppure le hanno rapite per rivenderle nei negozi di animali esotici di America ed Europa.
 
Qui in Costa Rica, come ho già detto, la Natura è forte e riesce a toccarti in una dimensione molto più profonda rispetto a quanto succede nel nostro vecchio continente Europeo, martoriato da millenni di guerre. Gli abitanti di una nazione in guerra mangiano tutto ciò che trovano per sopravvivere… oltre a questo fatto l’alta densità di abitanti ha prodotto un forte sfruttamento del territorio, soprattutto, negli ultimi secoli ed ha diminuito notevolmente la biodiversità che raggiunge il minimo storico proprio nei nostri anni.
 
Guarda a caso raggiungiamo anche il più alto tasso di disturbi mentali nella popolazione delle cosiddette “società evolute” proprio negli ultimi anni. Se non ci fossero i Parchi Naturali e le zone protette, in Europa, vedremo ancora meno animali rispetto ai pochi che già ci sono.
 
Più passa il tempo più mi rendo conto che ogni cittadino facente parte di un certo tipo di società, finisce col distaccarsi sempre più da quello che è il suo posto all’interno dell’ecosistema. Non possiamo scappare per sempre da ciò che siamo. Noi siamo arrivati dagli alberi e dobbiamo prenderci cura di tutti gli esseri viventi, piante comprese.
 
Torno indietro, ritrovo il sacco di plastica che ho raccolto, lo getto nel grande bidone della differenziata che si trova davanti al ristorante e prendo la bicicletta.
 
Dopo sette chilometri arrivo al Veronica’s Place, facciamo colazione dopo aver ringraziato il Signore per i frutti che ci ha donato (non credo nelle divinità ufficiali ma seguo comunque il loro rito; Veronica e Delroy fanno parte del movimento religioso degli Avventisti del Settimo Giorno e partecipano al progetto Eden: il movimento ha l’obbiettivo di mettere in comunicazioni i diversi gruppi di credenti che vogliono ripristinare il paradiso terrestre… e ci stanno riuscendo!).
 
Nel mese corrente Delroy ha raccolto dalla costa molti cocchi, anche io ne ho portato qualcuno, in più ne ha comprati una quarantina al supermercato.
 
Oggi è il grande giorno in cui mi insegneranno a produrre l’olio di cocco.
 
Delroy ha iniziato ad estrarre, con il machete, tutte le noci ad una velocità pazzesca; Veronica ed io lo abbiamo aiutato ma il nostro ritmo di lavoro è molto più lento.
 
È arrivata anche la figlia di Veronica con un’amica per dare una mano, la procedura si esegue con l’aiuto di tutta la comunità. Secondo gli studi di illustri antropologi anche la Palma di Cocco, assieme al Taro, all’Albero del Pane, al Banano, al Pulaka, al Sago e all’Igname vengono considerati alberi sacri dalle popolazioni native del centro America. Nel libro “Il totemismo oggi” Levi Strauss sottolinea che questi alberi sacri rappresentano dei veri e propri totem6 in tutte le culture più antiche.
 
Una volta che tutte le noci di cocco sono state tolte dall’involucro fibroso abbiamo iniziato a romperle per estrarre la candida polpa che deve essere grattugiata.
 
Dopo tre ore di lavoro abbiamo creato tre bacinelle di prodotto sminuzzato, il quale è stato lavato e strizzato tre volte con acqua.
 
Abbiamo lasciato le bacinelle a riposare per una notte, dopo aver tolto tutta la farina di cosso, cosicché l’olio si è stratificato sulla superficie superiore.
 
 
[6] Il Totemismo è un fenomeno per cui un uomo (o un gruppo di uomini) si legano con un rapporto di parentela e di mutua protezione ad una specie animale o vegetale. Secondo studi più approfonditi eseguiti sul campo dallo stesso Levi Strauss (che ha vissuto per decenni con le popolazioni di nativi autoctoni di tutto il mondo) “il totemismo è partecipe delle conoscenze e delle esigenze alle quali esso risponde e il modo stesso in cui cerca di soddisfarle sono in primo luogo d’ordine intellettuale. In questo senso non ha nulla di arcaico e di lontano.”
   
 
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