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Autore: shelly2010    22/06/2022    1 recensioni
Seguito della mia precedente storia "Una canzone per te".
Bunny, insieme ai fratelli Kou, si trova a vivere un'esperienza che porterà a una svolta nella loro carriera
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Seiya, Taiki, Usagi/Bunny, Yaten
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Rock Believer

 

 

 

            Bunny non stava correndo; no, stava volando, letteralmente: il ritardo che aveva guadagnato quel giorno superava ogni suo record pregresso, e prevedeva che avrebbe trovato il suo fidanzato e i fratelli di lui arrabbiati con lei. E, ad essere del tutto onesta, non li biasimava per niente: collezionare ritardi sembrava essere diventata ormai una sua abitudine quotidiana e, purtroppo, temeva che ciò sarebbe andato avanti per molto tempo.

            Sospirò affranta. Tutto stava diventando sempre più stressante: dividersi tra la carriera di cantante e la professione di avvocato la stava prosciugando poco a poco; doveva trovare una soluzione drastica, altrimenti un giorno o l’altro l’avrebbero ricoverata in ospedale per un esaurimento nervoso.

La verità era che si era illusa del fatto che, una volta ottenuta la tanto sospirata laurea in giurisprudenza, i suoi genitori – in modo particolare sua madre - l’avrebbero lasciata finalmente libera di realizzare il suo sogno insieme ai fratelli Kou. Sembrava che tutto si stesse incastrando per il meglio, che avessero compreso che il suo non era un semplice capriccio momentaneo, ma una vera e propria vocazione.

Ma, come sempre, aveva fatto i conti senza l’oste: la pressione su di lei era diventata, se possibile, ancora più soffocante di prima.

            «Non starai per caso dicendo che getterai alle ortiche anni di studio in questo modo!? Per che cosa, poi? Una carriera che non è nemmeno sicura? Almeno prova a lavorare con tuo padre: ti servirebbe a guadagnare esperienza che potrebbe risultare utile nel caso la professione che hai scelto per te non dia i frutti sperati; poi saresti libera di coltivare i tuoi sogni. Potresti farlo anche mentre lavori con tuo padre, cosa te lo vieta? Ma se rinunciassi a tutto così, senza nemmeno tentare, temo che un giorno te ne pentirai», le aveva detto sua madre durante una delle loro innumerevoli discussioni che giravano sempre intorno allo stesso argomento.

            E lei, come accadeva sempre più spesso nell’ultimo periodo, aveva accantonato i suoi sogni e desideri, abbassando la testa, e l’aveva accontentata.

            Era consapevole del fatto che, essendo maggiorenne ed economicamente indipendente, poteva decidere come meglio credeva della propria vita, senza rendere conto a nessuno, ma il ricordo di quanto era accaduto l’ultima volta che si era trovata in profondo disaccordo con la sua genitrice era ancora fresco nella mente, e non aveva nessun desiderio di ripetere l’esperienza. Certamente con quell’esperienza aveva avuto grandi benefici, prima fra tutti l’aver aperto finalmente gli occhi e capito quali fossero i sentimenti che la legavano a Yaten, e che quello che pensava di provare per Seiya, invece, non era altro che una cotta infantile per il proprio migliore amico. Però tutto l’amore del suo Yaten non era stato sufficiente a coprire il vuoto che sentiva in fondo al cuore per la lontananza dai suoi genitori. Era per questo che non si era imposta maggiormente e non aveva fatto valere i propri desideri.

            Bisognava aggiungere che, sotto sotto, lavorare con suo padre non le dispiaceva più di tanto: con lui aveva sempre avuto un buon rapporto, sicuramente non conflittuale come quello che aveva invece con sua madre, e la scelta di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza era avvenuta non tanto per seguire le orme del padre, bensì perché le interessava l’argomento. Adesso, però, era caduta con tutte le scarpe in un ginepraio pazzesco e non sapeva come uscirne: essere avvocato si dissociava dal suo essere una cantante con la carriera in ascesa, e sapeva che prima o poi doveva prendere una decisione drastica e abbandonare una delle due attività.

            Sbuffò nuovamente a quei pensieri che ormai riempivano la sua mente da parecchi giorni.

            Si fermò per un attimo per riprendere fiato, guardando senza vedere l’insegna che capeggiava luminosa sopra l’entrata dell’edificio che aveva di fronte: era finalmente arrivata a destinazione e si preparò psicologicamente a una litigata che sarebbe avvenuta con molta probabilità di lì a cinque minuti.

            «Lo so, le prove dovevano cominciare un quarto d’ora fa e il mio comportamento è inqualificabile e poco professionale, ma questo pomeriggio ho avuto una riunione con un cliente importante per lo studio di mio padre e non potevo proprio liberarmi», esordì la ragazza entrando in sala prove senza guardare nessuno in particolare, cercando di trovare una giustificazione plausibile per evitare l’ennesimo litigio provocato dal suo ritardo, togliendosi contemporaneamente la giacca che indossava e buttandola con malagrazia su una sedia lì vicino.

            Non ricevendo nessuna replica alla sua filippica, alzò finalmente la testa e guardò perplessa i tre fratelli Kou.

            «Come mai oggi non dite nulla sul mio ritardo?», chiese perplessa ai tre, ricevendo da parte loro un’occhiata piuttosto strana, che la insospettì non poco.

            «Cosa state complottando voi tre? Non è che pensate di mandarmi via, vero? Perché lo sapete che, altrimenti, ve la farò pagare molto cara!?», disse con un sopracciglio alzato e le mani sui fianchi, sperando di risultare minacciosa, mentre in realtà provava una grande paura che quello corrispondesse alla realtà dei fatti. «Vi avevo preannunciato sin dall’inizio che sarebbe potuto succedere, che il mio lavoro di praticante avvocato non ha un vero orario di entrata e uscita dall’ufficio, ma voi per primi mi avete spinta ad accettare la proposta dei miei genitori, sostenendo che avremmo trovato qualche soluzione al riguardo… Sapete quando ci tengo a lavorare con voi, che è una cosa più importante per me… Davvero, non capisco…», continuò, non riuscendo a nascondere il proprio turbamento a quelli che considerava da sempre parte della sua famiglia.

            «Non ti licenzieremo, amore, non dovresti dubitare mai di questo», le rispose Yaten, capendo immediatamente il turbamento della fidanzata, cercando di tranquillizzarla come meglio poteva.

            «E allora perché mi avete guardata in quel modo prima? Cosa mi state nascondendo voi tre? Fuori il rospo, immediatamente, altrimenti ne pagherete seriamente le conseguenze. E sapete benissimo che le mie minacce non sono mai vane», sbottò infine lei, affrontandoli a muso duro.

            Ci fu un attimo di silenzio, poi i tre Kou scoppiarono a riderle in faccia, facendo infuriare – se possibile – ancora di più Bunny.

            «Si può sapere cosa avete da ridere?», sbottò scocciata.

            «Noi sappiamo una cosa che tu non sai», rivelò finalmente Seiya, interrompendo il fratello che stava per rispondere alla fidanzata e ricevendo da quest’ultimo un’occhiata non proprio amichevole.

«E sarebbe?», chiese la ragazza scettica, conoscendo Seiya come le proprie tasche e la sua voglia di prenderla sempre in giro, non credendo minimamente a una parola uscita dalle labbra del ragazzo.

«Gli Scorpions verranno a Tokyo per un mega concerto, ma siccome tu non lo sapevi, non ci andrai perché i biglietti sono già tutti esauriti!», le rivelò dispettoso, ghignando in direzione dell’amica. E ancora una volta ricevette un’occhiataccia da parte del fratello, della quale non si preoccupò minimamente.

«È vero?», chiese a Yaten, sforzandosi di non credere a quelle parole, ma conosceva Seiya e sapeva che non parlava mai a vanvera.

Si sentiva profondamente delusa: il suo gruppo musicale preferito ricominciava l’attività dopo il periodo della pandemia con un tour mondiale, e lei si lasciava sfuggire l’occasione di vederli dal vivo come una sciocca!

Yaten sospirò, e annuì con la testa, guardandola dispiaciuto.

«Purtroppo sì, quello che ha detto Seiya parlo-sempre-quando-non devo Kou corrisponde alla verità», confessò Yaten. «Ma la notizia l’abbiamo saputa stamattina appena arrivati per le prove. Vedrai che troveremo una soluzione. In fondo siamo quasi dei loro colleghi, magari parlando con Alex riusciremo ad assistere dietro le quinte: certo, non sarebbe come essere tra il pubblico, ma almeno li vedrai e li ascolterai cantare e suonare».

«Bunny, Yaten ha ragione: vedrai che riusciremo ad assistere al loro concerto», intervenne Taiki, che fino a quel momento era stato zitto.

«Ehi, e io che c’entro, scusa? A me non interessa per niente andare a vederli! Io quella sera voglio uscire con Marta!», protestò Seiya, ottenendo dai suoi fratelli l’ennesima occhiataccia della giornata. «Va bene, ho capito: vorrà dire che porterò anche lei, se mai riuscirete nel vostro intento. Se proprio non posso esimermi da questo sacrificio enorme, almeno lo farò stando in buona compagnia.»

I discorsi dei quattro ragazzi si interruppero quando la porta della stanza si aprì, facendo entrare Alex.

«Ah, sei arrivata, Bunny, ottimo», disse come saluto. «Bene, ragazzi, visto che ci siete tutti ho una notizia grandiosa da darvi!»

«Hai un metodo per farci partecipare al concerto degli Scorpions?», gli rispose Seiya, scherzando, facendo riferimento a quanto stavano discutendo poco prima.

«E voi come fate a saperlo, scusate?», domandò l’uomo, spiazzato.

Un silenzio sconcertato calò nella stanza.

«Gl…gli Scorpions? Cioè, riusciremo davvero ad assistere al loro concerto?», chiese Bunny con voce tremante.

«In un certo senso», le rispose Alex. «In realtà ho ricevuto una richiesta per avere la vostra partecipazione allo show; o meglio, penso che tu, Bunny, dovresti duettare con Klaus Meine, mentre voialtri accompagnerete musicalmente o vocalmente la performance. Non mi è ancora chiaro cosa intendano: il loro staff mi ha contattato soltanto ieri sera e sono stati piuttosto vaghi sull’argomento».

«Scusatemi, ma ho bisogno di sedermi. Non credo di sentirmi molto bene», affermò a quel punto Bunny, e il pallore del viso non metteva in dubbio le sue parole.

Il manager la guardò perplesso: non era abitudine della ragazza fare la scena madre.

«Vedi, Alex, Bunny ama gli Scorpions, sono in assoluto la sua band preferita.», gli rivelò Seiya, stranamente serio, guardando preoccupato in direzione dell’amica e scambiando lo stesso sguardo con Yaten. «E uno dei suoi sogni più grandi è sempre stato – per l’appunto – duettare con Klaus Meine», concluse.

«Ci sarà anche Matthias Jabs», disse solamente la ragazza, mettendosi le mani davanti alla bocca, gli occhi fissi nel vuoto, come se fosse in stato di shock.

«Ah sì, e per un certo periodo di tempo ha anche avuto una specie di cotta per Matthias Jabs», continuò, ridacchiando.

Bunny non aveva nemmeno la forza di guardare male il suo amico, tanto era scossa.

«Oh, allora questo cancella ogni problema, perché loro sono proprio qui fuori, nella sala d’attesa, e sono impazienti di conoscervi», rivelò l’uomo.

«Ma non avevi detto che il suo staff ti aveva contattato soltanto ieri sera?», chiese Taiki, perplesso.

«A quanto pare sono dei perfezionisti e vogliono iniziare subito a provare con voi. Sembra che abbiano intenzione di realizzare un concerto grandioso, soprattutto perché il nuovo album è uscito dopo ben sette anni dal precedente, e con il Covid e le ristrettezze varie che ne sono derivate hanno proprio voglia di un contatto diretto con il loro pubblico. E poi sembra che siano particolarmente affezionati alla nostra città, ma non ho voluto indagare al riguardo.»

«Tokyo Tapes», fu la risposta di Bunny.

«Come?»

«Tokyo Tapes è il loro primo live, pubblicato nel 1978. Comprende due concerti che avevano tenuto proprio qui a Tokyo, quindi sono due CD e ti assicuro che già allora erano fenomenali!», gli precisò Bunny, con entusiasmo.

«Quindi cosa faccio? Possono entrare?», chiese Alex, prendendola un po’ in giro, aspettandosi chiaramente la risposta che gli avrebbe dato la ragazza, che infatti non tardò ad arrivare.

«Cosa stai aspettando? Certo che possono entrare! Anzi, non avrebbero dovuto aspettare così tanto: sei stato negligente questa volta, Alex, e la cosa non mi piace per niente, sappilo!», gli rispose arcigna la ragazza.

Tutti scoppiarono a ridere.

«Vado a chiamarli», disse Alex, cercando di ricomporsi e uscendo dalla stanza.

«Calma, Bunny, devi stare calma», disse tra sé la ragazza, facendo dei grandi respiri per calmarsi.

E pensare che soltanto pochi minuti prima la sua preoccupazione più grande era l’ennesimo ritardo collezionato, mentre adesso stava per conoscere i componenti della sua band preferita.

«Ti senti bene, amore?», le sussurrò ad un orecchio Yaten, avvicinatosi a lei e prendendo ad accarezzarle la schiena.

«Certo, non ti preoccupare», gli rispose lei con un piccolo sorriso, ma fu interrotta dalla porta che si apriva nuovamente.

Il cuore di Bunny prese a battere fortissimo, mentre le gambe minacciavano di non reggerla definitivamente.

Dalla porta apparve Alex, seguito da Rudolph, Matthias, Pawel, Mikkey ed infine Klaus. I componenti del suo gruppo musicale preferito erano lì a pochi passi da lei e aveva una grande paura di fare una terribile figuraccia con loro.

«Devo assolutamente dare una bella impressione di me: un’occasione del genere non mi capiterà più in tutta la vita e non posso farmela scappare», pensò, mentre mangiava letteralmente con gli occhi i cinque nuovi arrivati.

«Bene, vi presento Taiki, Seiya, Yaten e Bunny, ossia i Three Light and the Shining Star», li presentò Alex. «Ragazzi, non penso che serva dirvi chi siano loro», concluse in direzione dei suoi protetti, strizzando impercettibilmente l’occhio a Bunny, e ottenendo dai quattro un lieve cenno di capo.

«Siete incredibilmente giovani», esordì Rudolph, il leader e fondatore della band tedesca, parlando in inglese. Quelle parole non promettevano nulla di buono e i quattro ragazzi si guardarono preoccupati; soprattutto Bunny sentiva nascere dentro di sé un grande delusione: la realizzazione del sogno di duettare con Klaus stava sfumando velocemente. «Quando ci hanno parlato di voi e del successo che state ottenendo in Giappone abbiamo pensato che poteva essere l’occasione per una bella collaborazione in occasione del concerto che terremo qui a Tokyo fra sei mesi circa per il nostro Rock Believer Tour, ma ora ho qualche dubbio sul fatto che sia una buona idea: non penso conosciate le nostre canzoni, soprattutto quelle degli anni ’70 e’80! Scommetto che a quell’epoca non eravate nemmeno nati!”, disse perplesso.

«Mi permetto di contraddirla», ribatté prontamente Seiya, ottenendo uno sguardo scettico da parte del suo interlocutore. Si voltò verso Bunny e, dopo averle sorriso, continuò: «Lei è una vostra grande fan! A casa ha tutta la vostra discografia, sia quella di studio, i live e persino le compilations. Ha persino tre versioni differenti di Return to forever: una normale, una deluxe e una tour edition. Con i miei fratelli l’ho presa in giro all’infinito per questo particolare. Davvero, dubito fortemente che in tutto il Giappone troverete una conoscitrice più esperta della vostra musica».

Bunny si sentì arrossire per essere stata posta così bruscamente all’attenzione della band. Lo sguardo di Rudolph e degli altri sulla sua persona le stavano facendo venire la pelle d’oca per l’emozione.

«È la verità?», rispose a questo punto Rudolph, e una luce di interesse gli aveva acceso gli occhi mentre guardava Bunny.

«Sicuro! Può provarlo da solo, se crede: le chieda di cantare una canzone qualsiasi del vostro repertorio e lei lo farà. Oppure le faccia il quiz, domandandole in quale album sono contenute delle canzoni che lei citerà: è un gioco che noi quattro facciamo spesso noi quattro e lei non ha mai sbagliato una volta», rivelò Seiya, orgoglioso per la capacità della sua amica.

«Interessante…», rispose il chitarrista, grattandosi il mento, non togliendo gli occhi dalla ragazza, la quale si sentì sempre più in imbarazzo sotto quello sguardo.

«E poi il suo più grande sogno è sempre stato quello di duettare un giorno con Klaus Meine!», rivelò, infine, tornando ad essere l’amico dispettoso che era abitualmente.

«Seiya!», esclamò la ragazza, ora completamente rossa in viso nel sentire quello che considerava come un fratello rivelare quei pensieri così intimi.

Una risatina divertita partì dai componenti della band tedesca.

«Perfetto, volevo fare bella figura con loro, e invece mi sono messa in ridicolo. Grazie, Seiya, pensò Bunny.

«Allora, vediamo un po’ – Bunny, giusto? – se ti dicessi The Zoo?», chiese Rudolph a bruciapelo.

«Animal Magnetism», rispose immediatamente lei.

«Walking on the Edge»

«Savage Amusement», rispose nuovamente lei senza esitazione.

«Now!»

«Blackout»

«Coming Home»

«Love at First Sting»

«È incredibile! Voi cosa ne dite?», chiese Rudolph interrompendo l’interrogatorio, rivolgendosi ai suoi compagni.

«Se non vi dispiace, io accetterei la proposta del ragazzo e la farei cantare», intervenne Klaus. «Scegli tu quella che preferisci», le disse.

«È una parola: mi piacciono tutte!», esclamò lei senza pensare, facendo ridacchiare tutti i presenti nella stanza. «Beh, se proprio devo scegliere, direi The Best Is Yet to Come»

«Dall’album?», chiese Rudolph, ridacchiando.

«Sting in the Tail», rispose lei, sorridendo, capendo che in quel momento non era sotto esame, ma lui stava semplicemente scherzando.

Bunny prese posizione davanti al microfono e, con sua grande preoccupazione e agitazione, vide Klaus fare lo stesso e posizionarsi proprio alla sua sinistra.

 

Across the desert plains
Where nothing dares to grow
I taught you how to sing
You taught me everything I know
And thought the night is young
And we don't know if we'll live to see the sun

The best is yet to come

I know, you know
That we've only just begun
Through the highs and lows
And how can I live without you
You're such a part of me
And you've always been the one
Keeping me forever young
And the best is yet to come

Hey ah eh oh
Don't look now, the best is yet to come
Hey ah eh oh
Take my hand, the best is yet to come

 

            Klaus smise di cantare non appena terminata la prima strofa della canzone; Bunny lo guardò preoccupata, pensando di aver sbagliato qualcosa e sentendo la terra tremarle sotto i suoi piedi.

            «Per quanto mi riguarda, possiamo firmare l’accordo anche subito», dichiarò il cantante. Bunny lasciò libero il respiro che non si era nemmeno accorta di aver trattenuto.

            «Bene, se volete venire nel mio ufficio, possiamo redigere il contratto», intervenne prontamente Alex. «Io ho il potere di rappresentanza, quindi l’accordo lo sottoscriverete con me. Sapete, questa è stata un’idea proprio della nostra Bunny, per semplificare le pratiche burocratiche: oltre ad essere una promettente cantante, è anche un futuro squalo del Foro», rivelò agli artisti tedeschi.

            «Ma quante sorprese riserva la nostra Bunny…», disse Pawel. «Mi domando se ne scopriremo altre nei prossimi giorni…», concluse, sorridendo nella direzione della ragazza.

            «Basta soltanto osservarmi bene», gli rispose lei, riacquistando la sua solita sfrontatezza.

            Ridacchiando di questa battuta, gli Scorpions li salutarono, dando loro appuntamento fra qualche giorno per iniziare le prove in vista del concerto.

            Quando i quattro ragazzi rimasero soli, per un attimo calò tra loro un silenzio di tomba, seguito subito dopo da un urlo di giubilo.

            «Se è un sogno non svegliatemi più: ci esibiremo con gli Scorpions, ci credete?», esclamò Bunny in estasi. «E ho anche già avuto un assaggio di un duetto con Klaus: sicuramente stanotte non dormirò per niente al pensiero!»

            «Sicuramente sarà un’esperienza che ci arricchirà molto a livello professionale», intervenne Taiki, pratico.

            «Sapete, in tutto questo c’è anche una parte divertente», disse ridacchiando Seiya, non riuscendo proprio a stare zitto.

            «E sarebbe?», rispose Bunny sarcastica, guardandolo non proprio amichevolmente: ancora le bruciava la figura barbina che le aveva fatto fare poco prima con la band tedesca.

            «Eri talmente nervosa che non ti sei nemmeno accorta che Matthias Jabs non ti toglieva gli occhi di dosso mentre cantavi», le rivelò, facendo arrossire immediatamente l’amica. «Penso che per il momento tu possa dormire sogni tranquilli, fratello», concluse rivolto a Yaten.

            «Li farò fare sempre, stai tranquillo», gli rispose l’altro, un po’ stizzito.

            In quel momento non aveva voglia di confrontarsi con gli altri, ma aveva necessità di parlare con la sua fidanzata il prima possibile.

            «A questo punto ritengo che le prove di oggi non si terranno, quindi io me ne andrei», disse Yaten dopo un attimo «Bunny, vieni con me?»

            La ragazza lo guardò per un attimo, poi annuì in silenzio.

            «Sì, non credo che siamo nella posizione ottimale per provare oggi», rispose Taiki al fratello. «Andate pure. Penso che anche io e Seiya andremo a casa.»

 

            «Sono preoccupato per te», esordì Yaten mentre prendeva posto a un tavolo messo un po’ in disparte nella caffetteria situata vicino alla sala prove e che i due fidanzati erano soliti frequentare quando volevano rimanere un attimo da soli.

            Bunny lo guardò sorpresa, non aspettandosi un commento del genere da Yaten. Non rispose subito, però, perché una cameriera era subito corsa da loro per prendere le ordinazioni.

            «Ti riferisci all’ennesimo ritardo di oggi, vero? Cercherò di liberarmi prima d’ora in avanti, anche se non sarà facile vista la mole di pratiche che giace in questo momento sulla mia scrivania», rispose con un sospiro stanco, quando finalmente furono lasciati soli.

            «Non mi riferivo a quello, davvero», l’assicurò lui. «Certo, non sono contento di iniziare sempre tardi ogni giorno, però lo accetto come qualcosa di – concedimi il termine - fastidioso per poter avere te in squadra», l’assicurò lui. «No, non è per quello che sono in pensiero: ma ultimamente ti vedo sfuggente, distratta. Anche il fatto che, nonostante tu abbia accettato di sposarmi, non hai più affrontato l’argomento… Questi sono tutti sintomi di qualcosa non funziona!»

            «In questo periodo sono effettivamente un po’ stanca», rivelò lei. «Dividersi tra due attività così differenti l’una dall’altra non è per niente semplice, ma vedrai che si tratta soltanto di un periodo: una volta che avrò finalmente ingranato, tutto si sistemerà al meglio, ne sono certa.»

            Ma la sua espressione diceva tutt’altro e questo a Yaten non passò inosservato.

«Sicura che sia proprio così?», indagò. «Con me puoi parlare di tutto, lo sai: prima di essere il tuo fidanzato, sono stato il tuo migliore amico per decenni, e continuo ad esserlo tuttora. Se avessi qualcosa che ti turba, mi farebbe davvero piacere che tu me ne parlassi!»

Bunny non gli rispose subito: rimase per un lungo attimo con lo sguardo perso nel vuoto mentre girava svogliatamente la cannuccia all’interno del bicchiere, mescolando il cocktail che nel frattempo era stato servito. Poi parve afflosciarsi su se stessa, appoggiandosi allo schienale della sedia, come se tutto il peso del mondo gravasse sulle sue spalle.

            «È un periodo molto difficile per me questo: ovunque mi volti, c’è sempre qualcuno che si aspetta qualcosa da me. Pensavo che, una volta laureata, avrei potuto scegliere tranquillamente senza sensi di colpa, ma non è stato così, lo sai. E li capisco anche i miei genitori, sai? Io sono la loro unica figlia e sono preoccupati. Il mondo della musica è spiegato, lo sai benissimo anche tu: adesso stiamo avendo successo, ma chi ti dice che tra un paio di anni non spariremo totalmente dalle scene? In questo loro non hanno poi così torto. Ma è difficile, a volte sono così stanca che fatico ad addormentarmi alla sera e a svegliarmi la mattina.»

            Come un fiume in piena Bunny raccontò tutto quello che si era tenuta dentro in quei mesi.

            «Mi sarei confrontata con Marzio come al solito, ma ho promesso a Rea che l’avrei lasciato in pace per un po’ perciò ho lasciato perdere», finì il discorso.

            A quelle parole Yaten si sentì gelare: nonostante tutto quello che avevano passato loro due, lei continuava a confidarsi con un altro, fidarsi di un altro, mentre a lui erano concesse soltanto le briciole, che comunque non servivano a lasciarlo tranquillo.

«Ancora con questo Marzio!? Possibile che tu non riesca a prendere una decisione da sola, in totale indipendenza, senza che lui ti imbocchi su quello che devi o non devi fare!?», sbottò Yaten, adirato, non riuscendo a mascherare la gelosia che lo stava divorando dall’interno. «Ma cosa vuoi che ne sappia lui, poi? È un medico, e oltre al suo lavoro in ospedale non ha nulla a cui pensare! OK, ammetto che in passato ti ha aiutato parecchio, soprattutto nel trovare una soluzione per la questione dell’Università e dei tuoi studi, ma adesso basta! A volte penso che Rea non abbia poi così tanto torto, sai?»

            «È mio amico e gli avrei chiesto semplicemente un consiglio, non vorrei mai rovinare il suo rapporto con lei», ribatté con un filo di voce Bunny, scossa dalla reazione del fidanzato alle sue parole

            Yaten fece un lungo respiro per calmarsi prima di rispondere.

            «Lo so, ti conosco, e sono consapevole del fatto che non faresti mai nulla per arrecarmi dolore, o per rovinare la relazione del tuo amico con la sua ragazza, e che se stai con me è perché mi ami, non perché ti faccio comodo. Ma dall’esterno sembra tutt’altro: ti affidi totalmente ai consigli di lui, e con me non parli di nulla se non di cose frivole e di poca importanza. E bada bene: non sto dicendo che giustifico la piazzata di Rea durante la tua festa di laurea, ma vorrei un po’ di considerazione da parte tua.»

            «E ce l’hai Yaten, davvero! Ma non avevo intenzione di pesarti addosso con le mie preoccupazioni, ecco perché ho pensato di chiedere consiglio a lui e non a te!»

            «A parte il fatto che lui è principalmente figlio di un collega di tuo padre e di un’amica di tua madre, in seguito è anche amico tuo. Davvero non ti è mai passato per la testa che, magari, gli è stato chiesto il favore di convincerti ad abbandonare la carriera di cantante? Perché sinceramente a me questa idea è venuta, e non soltanto a me: qualche giorno fa Taiki mi ha consigliato caldamente di cercare di staccarti dall’ombra di Marzio, perché aveva la sensazione che lui non sia totalmente sincero con te. Come vedi, anche lui la pensa come me», le rispose Yaten, non riuscendo a nascondere la rabbia che sentiva dentro in quel momento.

            Bunny era sempre più scossa, mentre il tarlo del dubbio iniziò a farsi strada nella sua testa involontariamente.

            «Non so cosa fare, Yaten», confessò alla fine, chinando la testa e trattenendo a stento le lacrime. «A volte mi sembra mi manchi il respiro per l’ansia che mi attanaglia: non so cosa scegliere, perché so per certo che finirò per deludere qualcuno a cui voglio bene!»

            «Tu non deluderai nessuno, stanne certa», la rassicurò Yaten. «Siamo tutti ben consapevoli del fatto che non sei Wonder Woman, lo sa anche tua mamma, anche se lo nasconde bene. Quanto a me, ti ho aspettata per anni, anche quando sembrava che tu mi avresti guardato sempre e solo come un fratello, e di certo non ti lascerò andare soltanto perché hai preferito il lavoro di avvocato a quello di cantante…»

            «Prometto che ci penserò seriamente e presto prenderò una decisione definitiva», gli rispose più sollevata lei. Ora che si era confidata con il suo fidanzato, stava decisamente meglio. «E comunque adesso devo per forza maggiore accantonare il mio lavoro d’ufficio: collaborare con gli Scorpions sarà un lavoro a tempo pieno, che occuperà intere giornate da qui fino alla data del concerto: non posso permettermi distrazioni da quell’obiettivo. Quindi stasera, quando tornerò a casa, parlerò con mio padre e prenderò un’aspettativa di qualche mese. Poi si vedrà!»

            «Penso che sia una scelta ottimale questa», confermò Yaten, sollevato. «Comunque vorrei che ti ricordassi d’ora in poi che io sono qui per te e voglio che mi riversi addosso tutti i tuoi problemi, per cercare di risolversi insieme», l’incalzò lui. Quell’argomento gli stava particolarmente a cuore e non avrebbe permesso che lei se ne dimenticasse.

            «Lo farò, Yaten, davvero. Grazie, per tutto. Non so cosa farei senza di te!»

            «Lo so, sono superlativo!», finse di pavoneggiarsi lui, facendola ridere.

            «Quando fai così sembri Seiya!», rispose lei.

            All’improvviso di zittì, come se un pensiero le fosse passato improvvisamente per la testa.

            «Ti ricordi quando rimanevi a casa da scuola con la febbre ed io ti venivo a trovare, tempestando la tua stanza di disegni?», gli domandò, immersa in quei ricordi.

            «Disegnavi sempre noi quattro in un’enorme casa: dicevi che quando saremmo diventati grandi saremmo andati a vivere tutti quanti insieme e tu avresti sposato tutti e tre!», rispose lui, ridacchiando per l’ingenuità della Bunny bambina.

            «Me lo ricordo: allora pensavo che se avessi scelto uno, gli altri due sarebbero stati tristi», rivelò, ridendo.

            «Alla fine la scelta tra noi tre l’hai fatta, però, e devo dire che hai rivelato un buon gusto al riguardo, perché indubbiamente hai scelto il fratello migliore!»

            «Ma sentilo, che sbruffone!», lo prese in giro lei.

            «Signorina Tsukino, lei adesso pagherà severamente per questo affronto alla mia persona!», scherzò lui, facendosi più vicino a lei.

            «Ti amo, Yaten! Tu non immagini quanto…», ribatté lei, cambiando immediatamente argomento.

            «Ah, allora hai deciso di sfoderare l’artiglieria pesante!? Mi dispiace, ma questa volta dovrai passare ai fatti e dimostrarmelo!», e non le lasciò il tempo di ribattere, catturando le sue labbra con le proprie e chiedendo immediatamente l’accesso in esse con la lingua.

            Ogni pensiero lasciò la testa di Bunny, troppo concentrata sulle sensazioni forti che solo il suo fidanzato era in grado di farle provare.

 

* * *

 

            Bunny osservava da dietro le quinte il teatro gremito di gente cantare a squarciagola i vari ritornelli proposti durante il concerto.

            Era incantata: sul palco gli Scorpions erano carismatici, oltre che molto bravi, e sapevano catturare pienamente l’attenzione del proprio pubblico. Seguiva ogni movenza di Klaus, carpendone i segreti per farli suoi un giorno: era lei la cantante dei Three Lights, quindi suo il compito di incantare il pubblico.

            Vestita con un paio di pantaloni di pelle nera e un gilet dello stesso materiale, molto simile a quello indossato da Matthias Jabs, ma in versione femminile, si sentiva una vera rockettara.

Era carica di adrenalina quel giorno: finalmente era arrivato il giorno del concerto e stava procedendo tutto nel migliore dei modi: sin dall’inizio, con Gas in The Tank, interpretata alla perfezione, seguita a ruota da Make it Real, The Zoo e da altre canzoni storiche della band. L’accoglienza dei giapponesi non poteva essere più entusiasmante e lei non poteva che essere felice per loro.

Passando molto tempo con la band, aveva avuto modo di vedere quanto loro fossero professionali e pignoli fin quasi a sfiorare il maniacale: addirittura Klaus si era segnato su un foglio di vari discorsi da fare al pubblico e si cronometrava per non sforare il tempo.

Indubbiamente quell’esperienza sarebbe servita molto sia a lei che ai suoi amici, sia a livello umano che per quello professionale. Sicuramente lo era stato per lei, perché finalmente aveva preso una decisione definitiva per la sua vita. E di questo doveva ringraziare Klaus, Matthias, Rudolph, Pawel e Mikkey.

Bunny tornò alla realtà sentendo Klaus intonare l’iconica Wind of Change. Seguendo il programma, subito dopo loro sarebbero entrati in scena: nessuno era a conoscenza della loro presenza lì, che era stata tenuta volutamente nascosta fino all’ultimo, per creare un effetto sorpresa.

E finalmente avrebbe realizzato il suo sogno di duettare con Klaus Meine.

Ma in quel momento non voleva pensarci, gustandosi l’interpretazione di quella canzone che per lei era importante, essendo stata la prima della band che aveva ascoltato in assoluto e che gliel’aveva fatta amare. Quella sera, poi, c’era stata una sorpresa per chi, a differenza di lei, non si teneva aggiornato sulle news della band: dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, infatti, gli Scorpions avevano deciso di togliere i riferimenti a Mosca contenuti nella canzone, sostituendoli con parole di incoraggiamento per quella nazione martoriata dalla guerra. Dire che le era venuta la pelle d’oca era poco.

«Stiamo per entrare in scena. Sei nervosa?», le chiese Yaten, circondandole la vita da dietro.

Bunny si voltò sorridendo, soffermandosi un attimo a guardarlo: vestito anche lui totalmente in pelle nera, era uno spettacolo per gli occhi. Era bello ed era totalmente suo, pensò con orgoglio.

Non gli aveva ancora detto che aveva finalmente preso una decisione: in quell’ultimo periodo erano stati troppo presi con i preparativi per il concerto e non avevano avuto molto tempo per stare da soli. E quando capitava, parlare era l’ultimo dei suoi pensieri, concentrata a fare ben altro. Glielo avrebbe comunicato quella sera, quando tutto sarebbe finito e sarebbero stati più rilassati.

«Pensavo che lo sarei stata di più, sinceramente. Ma non provo niente di diverso rispetto a quando dobbiamo entrare in scena noi abitualmente», gli rispose.

«Fingerò di crederci», ribatté lui, sorridendo, dandole una bacio a lato del collo.

Il pezzo fischiato che annunciava la fine della canzone li riportò al presente.

Un’acclamazione generale impedì per qualche minuto a Klaus di parlare: il cantante sorrideva, visibilmente contento dell’acclamazione ricevuta.

«I love you, Japan. Lo sapete, noi siamo molto affezionati al Giappone, in modo particolare a Tokyo. Anni fa registrammo il nostro primo live in questa città, proprio su questo palco. E oggi, a distanza di anni, torniamo qui con una sorpresa: in tutti questi anni di assenza abbiamo trovato la vostra città cambiata parecchio, migliorata oserei dire. E abbiamo avuto modo di ascoltare le esibizioni di diversi nuovi cantanti e sono uno più bravo dell’altro».

Un’acclamazione gli impedì di parlare per un attimo.

«E stasera abbiamo deciso di farvi un regalo: fra tutti quanti, una giovane band ha attirato particolarmente la nostra attenzione. Sono giovani, ma molto talentuosi e stanno scalando rapidamente le classifiche in tutto il Giappone». Fece un attimo di silenzio per lasciare il tempo al pubblico di recepire la notizia. «Avete capito di chi sto parlando, vero? Bene, quindi è per me è un onore accogliere qui sul palco i Three Lights and The Shining Star

L’ennesima acclamazione accompagnò l’entrata in scena dei quattro ragazzi.

Bunny fu accolta da Klaus con due baci sulle guance, che la imbarazzarono leggermente, non aspettandoselo minimamente.

Subito le luci si abbassarono: quello era il segnale per l’inizio dell’esibizione.

 

I'm a rock believer

You start to crawl until you walk
You make a scream and learn to talk
You discover life on every day
From the first day you were born
You walked a lifeline of your own
And if you always keep the faith

No one can take your dreams away
In the ruins of their souls
You saw the beauty of it all
Simply a generation change

How our fathers came to steal
But we came back to make you feel
Our love in every song we play

Scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Come on, scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you

We go from here to everywhere
So many moments that we share
All boarded up, we give and take

Love came to me so many ways
No matter what some haters say
No one can take our dreams away

Scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Come on, scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you

Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream
, scream, scream (I'm a rock believer)

No one can take our dreams away
No one can take our dreams away

Scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Come on, scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you

Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream
, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream, scream, scream

 

Anche quell’esibizione fu ben accolta dal pubblico, rendendo estremamente orgogliosi i quattro ragazzi: per quell’occasione Taiki, Seiya e Yaten non avevano suonato, ma si erano cimentati nel coro di accompagnamento, ma non erano delusi da ciò, tutt’altro: d’altronde non erano loro le star della serata.

 

 Era chiaro che il concerto era stato un successone: gli assoli di Pawel e Mikkey, uno seguito dall’altro, furono particolarmente apprezzati. Mikkey, poi, era stato fenomenale: le sue origini heavy metal si percepivano chiaramente e, sicuramente, non aveva fatto rimpiangere Kottak, almeno dal punto di visto della ragazza.

In quel momento, intanto, stava per iniziare il momento preferito da Bunny: l’assolo di Matthias Jabs con la sua Delicate Dance.

«Cosa stai facendo?», chiese Bunny, distratta dal fidanzato che in quel momento teneva in mano il proprio cellulare.

«Faccio felice la mia ragazza», fu la risposta di lui, mentre la guardava di sottecchi. «Chissà che non ci guadagni qualcosa di interessante stasera per questo mio gesto», continuò, ghignando.

«Che idiota! Con l’età stai peggiorando, sai?», rispose lei, schiaffeggiandolo sulla spalla. «Assomigli sempre più a Seiya

«Non farti sentire da lui, altrimenti sono guai!», le sussurrò all’orecchio, per poi baciarle le labbra.

«Bunny, è quasi giunto il momento. Dai, su ragazzi: dopo avrete tutto il tempo per le vostre effusioni, adesso cercate di rimanere concentrati, per favore! Per esempio te, Bunny, non sarebbe meglio se iniziassi a scaldare la voce?», li incalzò Taiki, esasperato.

«Va bene, va bene: vado!», rispose lei, ma – dispettosa – prima si avvicinò a Yaten e gli diede un lieve bacio a stampo, per poi fare una linguaccia verso l’altro.

Il momento goliardico, però, fu presto sostituito dall’ansia quando le venne in mente cosa avrebbe fatto di lì a poco: fra pochi minuti, infatti, lei e i fratelli Kou avrebbero cantato e suonato per intero una canzone degli Scorpions, con la partecipazione di Rudolph Schenker quale unica guest star del gruppo, infatti quest’ultimo non poteva esimersi dall’eseguire il famoso assolo di chitarra presente nella canzone.

Klaus terminò di cantare e salutò il pubblico, uscendo dalla scena con gli altri componenti del gruppo, lasciando credere a tutti che il concerto fosse terminato.

Era un trucchetto che spesso avevano utilizzato per giocare con il loro pubblico e a Bunny scappò un lieve sorriso divertito.

«È il tuo turno ora», le disse Klaus facendole l’occhiolino.

«Spero solo di non rovinarvi la canzone», fu la risposta di Bunny, che iniziava davvero a risentire dell’importanza di quello che stava per fare.

«Andrai alla grande, ne sono sicuro», le assicurò Matthias, circondandole le spalle con un braccio e facendole saltare il cuore in gola.

«G-grazie», balbettò lei; ora la poca tranquillità che le era rimasta era andata a farsi benedire del tutto.

Yaten lanciò un’occhiata assassina al chitarrista, che però non si accorse di nulla.

«Forza, Otello: si entra in scena», lo incitò Seiya, ridacchiando.

Con un’ultima occhiataccia Yaten seguì il fratello e, poco dopo, anche Bunny si unì al resto del gruppo, prendendo posizione dietro al microfono.

Era il momento per lei per mettere in pratica ciò che aveva imparato in quei giorni, ma soprattutto quella stessa sera, osservando Klaus Meine muoversi sul palco.

«Devo farvi una confessione», esordì, rivolgendosi direttamente al pubblico. «Io ho qualcosa che mi accomuna a tutti quanti voi: anch’io, proprio come voi, sono una fan incallita di questa meravigliosa band, perciò comprendo perfettamente la vostra delusione nel vedere me al posto di Klaus. Ma non temete: presto riavrete indietro il vostro – nostro – beniamino. Ora, però vorrei che mi permetteste di offrire un piccolo omaggio alla mia band preferita, sperando di non rovinare troppo la loro hit», disse.

Il pubblico applaudì e lei si fece forza da quell’acclamazione.

Rudolph, l’unico componente degli Scorpions presente in quel momento, attaccò le prime note di Still loving you e lei si preparò a cantare…

 

Time
It needs time
To win back your love again
I will be there
I will be there

Love
Only love
Can bring back your love someday
I will be there
I will be there

Fight
Babe, I'll fight
To win back your love again
I will be there
I will be there

Love
Only love
Can bring down the wall someday
I will be there
I will be there

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again?
I'm
loving you

Try
Baby, try
To trust in my love again
I will be there
I will be there

Love
Our love
Just shouldn't be thrown away
I will be there
I will be there

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again?

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Yes, I've hurt your pride and I know
What you've been through
You should give me a chance
This can't be the end

I'm still loving you
I'm still loving you
I'm still loving you
I need your love
I'm still loving you
Still loving you, baby

I'm still loving you
I need your love
I'm still loving you
I need your love
Hoo!

I'm still loving you
I need your love
Hoo!

I need your love

 

            L’esibizione fu un successo: ancora una volta erano riusciti a catturare l’attenzione del pubblico su di loro. I quattro ragazzi si guardarono felicissimi.

            Bunny catturò lo sguardo di Yaten.

            «Ti amo», mimò, ottenendo da lui un sorriso e una strizzata d’occhi.

            Presto furono distratti dal ritorno in scena della band regina della serata per quella che, lo sapevano, era l’ultima canzone della serata.

            Yaten, Seiya e Taiki lasciarono le postazioni di strumentisti ai legittimi proprietari e si prepararono a fare un po’ di spettacolo cantando e ballando a ritmo di Rock you like a Hurricane.

 

Here I am
Rock you like a hurricane
Here I am
Rock you like a hurricane

 

            Il ritornello risuonava incessante nell’auditorium: ovunque si potevano vedere persone che ballavano e battevano le mani a ritmo della canzone. La band era stata costretta a ripetere più volte il ritornello perché venivano in continuazione acclamati dal pubblico.

            La serata era stata un evidente successo.

            A conclusione tutti i membri della band si sporsero per stringere le mani ai pochi fan che ebbero la fortuna di avvicinarsi abbastanza per toccarli. Alla fine l’inchino collettivo, e gli ultimi ringraziamenti e saluti di Rudolph e Klaus sancirono la fine definitiva della serata.

 

            Dietro le quinte il clima era totalmente di festa per la buona riuscita del concerto.

            «Siete fenomenali! Lo sapevo che non sarei stata delusa da voi!», esclamò Bunny ancora carica di adrenalina, rivolgendosi a Mikkey Dee.

            «Ti ringrazio. Anche se, come ben sai, io sono l’ultimo arrivato della truppa», le rispose.

            A Bunny quell’uomo era risultato subito simpatico: era un grande batterista, ma era rimasto comunque molto semplice nei modi. Gli rivolse un enorme sorriso.

            «Oh, lo so! Però confesso che preferisco te a James Kottak!», gli rivelò di slancio.

            «Facciamo che questo è il nostro segreto, va bene?», le rispose, facendole l’occhiolino.

            «Bene, ragazzi, ora che il concerto è finito, avrei una qualcosa d’importante da comunicarvi», disse Alex, arrivato in quel momento, attirando l’attenzione dei suoi assistiti.

            I quattro ragazzi si avvicinarono a lui, mentre gli Scorpions si radunarono in un angolo per ristorarsi dopo le fatiche della serata.

            «Per i prossimi mesi non prendete impegni – parlo soprattutto per te, Bunny: avete appena ricevuto un ingaggio molto vantaggioso, che vi porterà per un po’ in giro in tounée»

            «E possiamo sapere in cosa consiste questo nuovo lavoro?», chiese Taiki per tutti.

            Alex non rispose subito, ma lanciò una lunga occhiata a Bunny, che non capì all’inizio. Poi una piccola lampadina si accese nella sua testa.

            «Aspetta, non mi dirai che…», chiese con il batticuore.

            «Vedo che hai già capito», le rispose. «Ebbene sì: siete piaciuti parecchio a Schenker and company e mi hanno chiesto di avervi come band di supporto per il resto del loro tour».

            «Datemi una sedia, perché le gambe non mi reggono più», fu la risposta di Bunny.

            I suoi amici ridacchiarono.

            «Beh, mi sembra chiaro che accettiamo. Anche perché un’occasione del genere non ci accadrà più, vero?», rispose Taiki al manager.

            «Esattamente!»

            «Tu, Bunny, riuscirai a liberarti dal tuo lavoro?», le chiese Yaten.

            «Ecco, in effetti avrei qualcosa da dirti…», fu la risposta della ragazza, che lo mise in allerta immediatamente. «In questi giorni ho avuto modo di riflettere sul mio futuro. Poi osservare gli Scorpions, assistere a tutto il lavoro dietro le quinte che porta alla realizzazione di un singolo concerto, … in poche parole, tutto questo mi ha spinta a ragionare su cosa voglio dalla vita. E finalmente ho preso una decisione!»

            Yaten la guardò negli occhi e in essi vide una luce che prima non c’era mai stata: la sua piccola donna era finalmente cresciuta ed era pronta a prendere per le redini il mondo intero.

            «Cosa hai deciso, allora? Ti ho detto che, qualsiasi sia la tua scelta, io ti appoggerò sempre, però vorrei sapere cosa comporterà per noi questa tua decisione!»

            Bunny gli prese una mano tra le sue e la strinse forte.

            «Cantare è sempre stata la mia passione: già all’asilo mi candidavo per fare parte del coretto invece che recitare», le scappò un sorriso divertito.

            «Me lo ricordo», intervenne lui.

            «Ho immaginato come sarebbe stata la mia vita senza la musica e nella mia mente non ho visto altro che grigio. In più in questo periodo che ho preso di aspettativa, il lavoro d’ufficio non mi è mancato per niente. Hai già capito, vero?», chiese guardandolo.

            «Sì, ma vorrei sentirlo detto da te», le confermò lui.

            «Ho scelto la musica. Ho scelto i Three Lights and the Shining Star», rivelò infine.

            Yaten l’abbracciò stretta e la baciò con passione.

            Il loro momento intimo fu interrotto dall’arrivo di Rudolph Schenker.

            «Cosa ci fate qui da soli voi due? Avrete tutto il tempo per pomiciare poi! Non avete saputo la novità? Dobbiamo festeggiare alla nostra collaborazione!», esclamò, alzando il bicchiere che teneva in mano in segno di brindisi. «Avrai ancora l’occasione di duettare con Klaus: sei contenta, Testolina buffa?», domandò Rudolph, rivolto alla ragazza.

            «Come mi hai chiamata?», chiese Bunny sorpresa: era sicura che quel fastidioso soprannome non era mai trapelato quando erano presenti gli Scorpions. E allora come faceva il chitarrista a conoscerlo?

            «Il tuo amico lì mi ha detto che è come un secondo nome per te», sciolse ogni dubbio Rudolph.

            Bunny non aveva bisogno di guardare dove era stato indicato, perché sapeva chi era l’artefice della malefatta.

            «Seiya! Ti conviene scappare, perché adesso ti ammazzo!», esclamò, rossa di rabbia.

            «Perché? Cosa ho detto di male?», scherzò, ma il sorriso era tirato, avendo capito che questa volta non l’avrebbe scampata liscia: Bunny era veramente arrabbiata.

            «Ti conviene scappare!», ripetè lei, avanzando verso di lui; il ragazzo ebbe l’intelligenza di seguire il consiglio e iniziò a correre, seguito a ruota dalla ragazza, che nel contempo gli urlava dietro parole impronunciabili.

            «Fanno sempre così?», domandò Matthias divertito, seguendo con lo sguardo i due contendenti.

            «Questo è niente. A volte è anche peggio», rispose Yaten, massaggiandosi le tempie esasperato.

            «E pensare che un tempo pensavano di essere innamorati l’uno dell’altra», disse Taiki tra sé, ma la frase fu recepita da tutti. I componenti della band tedesca si guardarono confusi, voltandosi in sincrono verso i due, non riuscendo a immaginare un fatto del genere.

            «Direi che sarebbe meglio se tutti andassimo a riposarci; domani poi potremo accordarci sui prossimi concerti», intervenne Alex, distraendoli da quella scena.

            In lontananza di sentì Seiya urlare: Bunny lo aveva finalmente raggiunto.

 

 

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23 maggio 2022 – Arena di Verona: un sogno che si è avverato per me! Ebbene sì, lo ammetto: in questa shot ho riversato su Bunny le preferenze della sottoscritta (tranne duettare con Klaus, perché sono stonata come una campana e lo avrei fatto tornare di corsa alla sua Hannover per lo spavento)! Esatto, I’m a Scorpions girl! E, prima che me lo domandiate, sì: ho tre versioni diverse dell’album Return To Forever. E ancora sì, il componente del gruppo che preferisco è Matthias Jabs e penso davvero quello che Bunny ha detto riferito a Mikkey Dee.

Comunque, ciao a tutti! Dopo anni in cui le uniche cose da me scritte sono state le mail di lavoro, eccomi qui con una storiella senza pretese nata in una noiosa e afosa sera, dove non sapevo cosa fare per passare il tempo. Complice un revival su Vasco Rossi che sentivo in lontananza, l’intenzione di ascoltare la mia musica preferita, ed ecco qua nata la storia.

Spero che vi sia piaciuta e non vi abbia deluso: temo di non essere più allenata come un tempo...

Dimenticavo: non so come funzionano le cose su EFP in questi casi, comunque dichiaro che l’inserimento degli Scorpions è avvenuto senza scopo di lucro e puramente come svago della sottoscritta.

Qui di seguito vi lascio i link delle canzoni che ho citato nella storia, nel caso foste curiosi di ascoltarle:

The Zoo à https://www.youtube.com/watch?v=96mno1w3nTQ

Walking on the Edge à https://www.youtube.com/watch?v=zMbBqX3-KD4

Now! à https://www.youtube.com/watch?v=KQMHaf3RTgs

Coming Home àhttps://www.youtube.com/watch?v=jmAtWvx8zBY

The Best is Yet To Come à https://www.youtube.com/watch?v=NfmSZXIC22c

Gas in The Tank à https://www.youtube.com/watch?v=h8acKearR7s

Make It Real àhttps://www.youtube.com/watch?v=4WnnjpjEB10

Wind of Change (versione originale) àhttps://www.youtube.com/watch?v=n4RjJKxsamQ

Wind of Change (versione 2022 – all’Arena di Verona: io c’ero!!!!! ^^) àhttps://www.youtube.com/watch?v=T7KFciU5BoY

Rock Believer àhttps://www.youtube.com/watch?v=TllvFtkXMBE

Delicate Dance àhttps://www.youtube.com/results?search_query=delicate+dance

Still loving you àhttps://www.youtube.com/watch?v=7pOr3dBFAeY

Rock you like a Hurricane àhttps://www.youtube.com/watch?v=LbjHuEV7Lx4

 

Un abbraccio a tutti quanti e grazie per essere passati di qui a leggere i miei vaneggiamenti!

Shelly

   
 
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