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Autore: Strypgia    24/06/2022    0 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.2: Il mattino dopo



Uscire di casa prima che Misato finisse la sua consueta doccia del dopo sbornia si rivelò impossibile, così, durante una tranquilla colazione, Asuka e Shinji ebbero la loro prima prova del fuoco per capire se sarebbero riusciti o meno a raggirare Misato riguardo la loro relazione. Tuttavia, si dimostrò abbastanza facile ingannare una Misato intontita e sensibile alla luce, e fuggirono rapidamente dopo che Shinji ebbe finito di preparare il pranzo, senza che lei si accorgesse che i due piloti non si guardavano nemmeno in faccia.



Asuka dovette combattere l’impulso e l’istinto di trascinare Shinji per mano attraverso i cancelli della scuola, rivendicandolo come suo ‘territorio’ nel modo più forte e pubblico possibile. Era una pessima idea, si disse. Troppi studenti lo avrebbero detto ai genitori, agli insegnanti o a qualcun altro che avrebbe parlato con la loro tutrice, e a quel punto i giochi sarebbero finiti. Quindi, non importava quanto le piacesse l’idea di pavoneggiarsi di avere un ragazzo (che, tra l’altro, baciava in modo fantastico ed era eccezionale a letto), o quanto sarebbe aumentato il suo già considerevole status sociale di pilota di Eva straniera ed esotica in quanto ora faceva coppia con il ragazzo che tutti sapevano avere salvato Neo Tokyo-3 più di una volta: doveva stare zitta. Davvero.
 
Così si limitò a tenergli la mano in un paio di stradine secondarie durante il tragitto verso la scuola. Si disse che lo faceva perché l’aveva chiesto lui. Non di certo perché la sua mano era calda e la faceva sentire rassicurata, o perché la stretta di mano le faceva fremere la pelle al solo contatto. Assolutamente no. Dovevano essere per forza di cose i piedi di Shinji a far rallentare la loro camminata mentre si avvicinavano al punto in cui strade più pubbliche avrebbero richiesto che si lasciassero di nuovo la mano.



La scuola in sé fu relativamente semplice. Asuka si comportò in modo stanco e un po’ scontroso, rispondendo il meno possibile alle domande e alle chiacchiere con Hikari durante il giorno con mugugni. Trascorse la maggior parte della giornata cercando di non fissare palesemente Shinji e di non scoppiare a sorridere. Non era semplice, considerando che i ricordi della sera prima le riaffioravano continuamente. Il che la portava inevitabilmente a pensare alla notte a venire…
 
‘Ci sono dei distributori automatici e delle farmacie sulla strada di casa.’ le sussurrò una vocina silenziosa e sovversiva. ‘Potresti procurarti una protezione abbastanza facilmente in quel modo. Così nulla ti impedirebbe di fare un ‘training speciale di sincronizzazione totale’ hehehe…’ Si conficcò la matita nella gamba per fermare il rossore che stava per esplodere sul suo viso a quel pensiero. Passò l’ora successiva a discutere con il suo corpo sul perché non avrebbero dovuto farlo. Le fu davvero difficile trovare argomentazioni a riguardo. La notte scorsa era stata troppo divertente. Inoltre, sentiva un profondo biso… desiderio di avere una vera, piena connessione con Shinji, di creare con lui un legame il più profondo possibile. Sicuramente al livello più profondo della sua mente, in modo che lui la vedesse veramente.
 
‘Lui è come te.’ insistette la voce. ‘Anche lui ci sta pensando.’ Solo perché è un ragazzo in piena adolescenza. Sarebbe così con chiunque altra. ‘E invece no. L’hai mai visto guardare qualcun’altra come guarda te? Ha mai abbracciato qualcuna come ha fatto con te? Ha mai baciato qualcuna come te?’ No, lui… un attimo. Gli occhi di Asuka passarono da Shinji alla fila di posti vicino alla finestra fino ad arrivare all’altro pilota di Eva della loro classe.
 


Wondergirl. La ragazza dai capelli blu, a quanto pare, stava di nuovo ignorando il loro insegnante, guardando fuori dalla finestra le morbide nuvole che attraversavano il cielo. Più di una volta aveva visto Shinji guardare il First Children durante la lezione. O a volte Ayanami guardava Shinji. E avevano combattuto fianco a fianco per mesi prima che lei arrivasse in Giappone. Non c’era nulla tra loro, vero? Shinji non aveva mai detto nulla, e nemmeno Ayanami. Non che fossero dei gran chiacchieroni. ‘Lui la guarda ogni tanto… e lei è bella quasi quanto me. Sì, insomma… più o meno. E sono certa che farebbe comunque tutto quello che le venisse detto. Stupida bambola.’
 
Gott, ora si stava preoccupando davvero. E probabilmente aveva motivo di farlo. Quando arrivò in Giappone, rimase un po’ sorpresa nell’apprendere che le altre ragazze della sua età consideravano il tranquillo e discreto Third Children un buon partito per qualsiasi ragazza che fosse riuscita ad accaparrarselo come fidanzato. Lo vedevano educato, un buon cuoco che si preparava i suoi bentō, piuttosto carino e, soprattutto, il famoso pilota Evangelion che aveva difeso Neo Tokyo-3 dagli attacchi di ben tre angeli. All’epoca Asuka si limitò a sbuffare, accettando l’ultima parte con un poco più che mormorato ‘ovviamente, i piloti Evangelion sono l’élite’ e liquidando il resto come sciocche dicerie di ragazze che non sapevano quanto fosse noioso di persona.
 
Ma poi furono costretti a vivere assieme per allenarsi per lo scontro in sincrono con Israfel. Si ritrovò a guardarlo, apprezzando il modo in cui sapeva cucinare tutto ciò che lei desiderasse e teneva pulito costantemente in casa, sia per lei che per Misato… il modo in cui si prendeva cura di lei. Il modo con cui affrontava le sfide alla guida dell’Eva, nonostante fosse ovvio quanto non gli piacesse, a differenza di lei. Il modo in cui le dava sempre quello che voleva, ogni volta che lo chiedeva (o, più spesso, semplicemente pretendeva a gran voce). Finché non fu lei a volere da lui più di quanto non riuscisse a chiedere a voce. Solo allora le voci che giravano cominciarono ad avere un senso.
 
E ora era suo. Le altre ragazze dicevano che era attraente, e allora? Alcune avevano anche provato ad avvicinarsi a lui, chiedendogli se gli andasse di pranzare insieme o cose simili. Lui aveva sempre rifiutato, per timidezza o perché non capiva il vero significato delle loro richieste. Il risultato finale però non cambiava: Shinji aveva rifiutato tutte le altre ragazze che lo avevano avvicinato… tranne lei. E nessuna di loro sapeva il perché.
 
Asuka sentì crescere un piccolo sorrisetto che questa volta non riuscì a trattenere. Nessuna di loro sapeva il perché, perché nessuna di loro lo conosceva come lei. ‘Lui è come me. Nessuno può conoscerlo come lo conosco io. Nemmeno Wondergirl. Lui è mio!’ Anche questa fu una piccola sorpresa per lei: non vedeva l’ora di parlare con Shinji stasera tanto quanto i suoi ormoni non vedevano l’ora di fare tutto il resto. Qualcuno che potesse finalmente capire! ‘Lui è come me.’ Ed era spaventato, ieri sera. Anche lei lo era stata, davvero. Nessuno dei due era il tipo di persona che si apre facilmente. Ma c’era qualcosa in lui che la spingeva a… Lei… lo voleva. Come fidanzato, come confidente, come… come… tutto. Anche quell’ultimo passo verso la loro completa intimità, ma… sì, beh, quello faceva ancora un po’ paura. Quindi forse non era ancora il momento di lasciarsi andare completamente, ma di sicuro stanotte avrebbero parlato e si sarebbero tenuti stretti l’un l’altro. Asuka non dormiva così bene e serenamente da anni. Niente incubi, niente preoccupazioni, solo tranquillità e calore.
 
E soprattutto, non si sentiva più sola. ‘Gott, è come una droga.’ pensò. ‘Il primo giro è gratis…’ Ma cosa importava, quando ci si sentiva così bene?
 
La campanella della pausa pranzo la fece uscire dal suo piacevole sogno ad occhi aperti. Si va in scena. Si alzò e si diresse verso il banco di Shinji con sguardo cagnesco. “Baka-Shinji! Dov’è il mio pranzo!” gli ringhiò contro, sbattendo le mani sul banco.
 


Lui sobbalzò all’impatto e aprì la bocca per dire qualcosa. Asuka aguzzò gli occhi verso di lui, solo un pelo, e lanciò una fugace occhiata ai loro compagni di classe. Shinji colse il segnale e disse solo: “E-ecco, Asuka. Proprio come piace a te.”
 
Lei accettò il contenitore con sguardo altezzoso, lo prese senza dire un’altra parola e si diresse verso il banco di Hikari, all’inizio dell’aula.
 
La sua amica la stava aspettando con uno sguardo di leggera disapprovazione. “Sai, Asuka, potresti essere più gentile con Ikari-kun. Ti prepara il pranzo ogni giorno e non lo ringrazi quasi mai.” la rimproverò mentre uscivano per pranzare.
 


‘Non sai quanto vorrei poterti raccontare di ieri sera proprio adesso, Hikari, solo per vedere che faccia faresti.’ Ad alta voce, si trattenne in un “Lui sa cosa intendevo. Lo ringrazierò dopo cena, a casa.” ‘E cavoli se lo ringrazierò stasera!’ “E comunque, credo che tua sorella mi debba delle scuse. Il ragazzo con cui mi ha organizzato l’appuntamento al buio ieri era incredibilmente noioso, e ha cercato di provarci con me dopo appena un’ora al parco divertimenti!”



Hikari trasalì. “Mi spiace, Asuka! Kodama ha detto che era un bravo ragazzo! E lei è stata molto insistente e convincente.”
 
“Probabilmente gli doveva un favore, o dei soldi.” brontolò Asuka. “Dopo quello che ha fatto, l’ho lasciato ad aspettare in coda e sono andata a casa. E pensare che mi ero anche fatta bella. Hmm!”
 
“Mi dispiace davvero. Niente più appuntamenti al buio, promesso!”
 
Asuka scacciò la sua preoccupazione. “È tutto ok, è andato e dimenticato. Domani non ricorderò neppure il suo nome. Alla faccia dello ‘studente maturo e affascinante’, come dicevi tu. Era solo un idiota egoista che voleva divertirsi e basta, niente a che vedere con un vero brav’uomo, come Kaji-san o Sh…” Asuka tossì violentemente e si coprì la bocca. ‘Scheiße! Stupida! C’è mancato poco!’
 


“O chi?” chiese Hikari.
 
"Ssssschelbert-san. Un ragazzo che ho conosciuto a Berlino. Un tipo simpatico, molto… ehm… alto. Non lo conosci.” improvvisò Asuka. “Comunque, sì, basta con gli appuntamenti al buio. Perché non accetti tu il prossimo?”
 
Hikari arrossì e borbottò qualcosa riguardo al suo pranzo. Asuka sollevò lo sguardo. La gigantesca cotta mal celata della sua amica per l’atletico amico di Shinji era graziosa, fastidiosa e in questo momento una perfetta distrazione. Asuka ringhiò mentalmente contro sé stessa per aver quasi mandato tutto all’aria così facilmente. Gah. Quando sarebbe finita questa giornata di scuola?
 
“Pensi che a Suzuhara piaccia qualcuna della nostra classe?” chiese Hikari.
 
Asuka mugugnò un “Hmm…”


   
 
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