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Autore: Justice Gundam    27/06/2022    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: Madness Rising

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

 

Risposte alle recensioni!

 

fenris: Wow, davvero? Beh, allora spero che i combattimenti di questo capitolo saranno all'altezza! Mi fa piacere di essere stato di esempio per qualcuno! XD

 

Farkas: Aaah, certo! Capisco il perchè del Mago di Oz! XD

In effetti è questo il problema degli incantesimi di Luce. E del gruppetto di Dario, solo Iaco è in grado di vedere al buio.

In effetti ho usato nomi e cognomi italiani in quanto Tilea è proprio ispirata all'Italia dell'Alto Medioevo. Comunque... sì, ben presto vedremo qualcosa di più dei kyton... e di un'altra fazione coinvolta! E... effettivamente, riguardo l'offerta di immortalità, di solito quando qualcosa ti sembra troppo bello per essere vero, è perchè lo è! XD

 

 

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Capitolo 25 – Kyton e Qlippoth

 

 

"Ma... che diavolo... che razza di posto è questo?" esclamò stupefatta e scioccata Maria, mentre afferrava saldamente la sua ascia a due mani, seguita dal resto del suo gruppo. Matilde aveva preso il retro del gruppo, in modo da proteggere i più fragili Iaco e Bastiano da un eventuale attacco alle spalle, mentre Dario restava vicino alla giovane donna e teneva d'occhio i dintorni, in modo da intervenire in fretta in caso di trappole. Fino a quel momento, gli occupanti della tana sotterranea non avevano dato segno di voler attaccare ancora, ma questo non aveva fatto altro che allarmare ancora di più il ragazzo biondo. Non ci voleva molta fantasia per immaginare che i Malformatori stessero soltanto raccogliendo le loro forze per sferrare un altro attacco, più violento del precedente.

 

In ogni caso, in quel momento i ragazzi avevano altro per la testa - per l'esattezza, si erano trovati di fronte una sorta di immensa prigione, nelle cui gabbie si trovavano ogni sorta di animali... e in certi casi, addirittura di cavie umane o umanoidi! In una cella non troppo lontana da lei, Maria riusciva a vedere due halfling, un maschio e una femmina, erano tenuti separati, coperti soltanto da alcuni stracci che riuscivano a malapena a coprire l'indispensabile. Il resto dei prigionieri erano per lo più animali selvatici - un tasso, una volpe, un lupo, un cinghiale... ma tutti tenuti in condizioni orribili, costretti a vivere nei loro rifiuti, in spazi angusti e con cibo ed acqua appena sufficienti per sopravvivere. L'odore di sostanze chimiche si mischiava con quello di rifiuti e sangue, una mistura repellente che incrementava la sensazione claustrofobica di quel posto orribile.

 

"Sembrerebbe... un laboratorio... o comunque un luogo dove fanno esperimenti..." mormorò Bastiano con espressione disgustata e sconvolta. Fu tutto quello che il piccolo oracolo riuscì a dire prima di essere costretto a girare la testa dall'altra parte e coprirsi la bocca con una mano per evitare di perdere il pranzo.

"Bastiano, tutto ok?" chiese Matilde mentre si affrettava a dare una mano al suo migliore amico. Non appena Bastiano le fece cenno di sentirsi meglio, il gruppo si accinse a dare un'occhiata più attenta a quella stanza da incubo. "Beh... in effetti... mi sembra logico che conducano esperimenti qui... ma... che gli dei ci proteggano, non ho mai visto una cosa così... così..."

 

"Orribile? Perchè è l'unico aggettivo che mi viene in mente..." commentò Dario. L'espressione di muto orrore sul volto da rettile di Iaco faceva capire che il coboldo stregone la pensava allo stesso modo.

Nel frattempo, i prigionieri si erano accorti della presenza di persone sconosciute, e le loro reazioni erano state alquanto varie: gli animali mostravano paura o aggressività e all'interno delle loro gabbie emettevano dei profondi ruggiti e sibili per cercare di farsi vedere più aggressivi e pericolosi di quanto in realtà non fossero. I due halfling, da parte loro, erano sorpresi e speranzosi di vedere quelli che sembravano essere finalmente dei volti amici dopo quello che avevano passato.

 

"R-Rico, guarda..." sussurrò la halfling femmina, passando una mano attraverso le sbarre della gabbia e scuotendo la spalla del fratello, che si riscosse dallo stato di shock in cui sembrava trovarsi.

"Huh?" mormorò il fratello, alzando gli occhi esausti verso i nuovi arrivati. Immediatamente, Dario e Iaco si diressero verso la gabbia, e il ragazzo si fermò giusto il tempo necessario a controllare che non ci fossero trappole prima di chinarsi davanti alla gabbia e cercare di scassinare la serratura. "Voi... voi siete..."

 

"Sssh! Tutto okay, adesso vi togliamo da questo impiccio!" sussurrò Bastiano a bassa voce, zoppicando fino alla gabbia. "Voi... voi chi siete, e da quanto siete qui? Dove vi hanno presi?"

 

"Il mio nome è Halise..." rispose la halfling femmina, mettendosi a posto come meglio poteva gli abiti stracciati che la coprivano. Aveva i capelli castani legati in due codini ormai annodati, e la sua pelle era incrostata di sporcizia e segnata da tagli ed escoriazioni, il risultato di chissà quale esperimento. "E lui è mio fratello Rico... siamo... siamo stati catturati vicino a Miragliano... dovevamo incontrarci con dei nostri amici, ma... all'improvviso siamo stati aggrediti da... degli strani mostri coperti di catene..."

 

"Mostri coperti di catene?" chiese retoricamente Matilde, mentre la serratura della gabbia di Rico cedeva con un sonoro click all'abilità con i grimaldelli di Dario.

Il maschio di halfling si schiarì la voce. "Ecco... non sappiamo esattamente cosa fossero..." affermò. "Ci hanno aggrediti... e quando abbiamo cercato di difenderci... all'improvviso le loro facce si sono trasformate in quelle di alcuni nostri amici... avevano persino le loro stesse voci..."

Dario corrugò la fronte mentre apriva la porta della gabbia e faceva cenno a Rico di uscire. Era lo stesso effetto che aveva sperimentato lui stesso quando aveva combattuto contro quel kyton Evangelista. Anche se la sua mente razionale gli diceva che non era possibile che il suo amico morto gli stesse parlando, lo shock emotivo era stato tale da paralizzarlo per un attimo.

 

"Non... non siamo riusciti a difenderci... ci hanno catturati... noi siamo stati portati qui... e i nostri compagni... non lo so..." mormorò Halise, mentre Dario si metteva a lavorare sulla sua gabbia nel tentativo di scassinare la serratura. "Da allora... ci hanno fatto degli strani esperimenti... e abbiamo visto altre cavie come noi... nessuna è sopravvissuta..."

 

"Ma è orribile..." commentò Maria con espressione disgustata, guardando una gabbia nella quale era tenuto un tasso macilento ed affamato. Una zampa anteriore gli era stata rotta per renderlo più facile da gestire. "Ma per quale motivo fanno questi... esperimenti?"

"Non lo so..." disse l'halfling di nome Rico. Stava cercando, con l'aiuto di Matilde e Bastiano, di rimettersi in piedi e di ritrovare l'equilibrio dopo essere rimasto tanto tempo in quella gabbia angusta. "Quella donna che ci teneva qui prigionieri... palava di esperimenti importanti... di perfezionare l'umanità... ma non è stata esattamente chiara..."

 

"Quindi... una specie di alchimista pazza?" chiese Iaco con un sospiro rabbioso.

 

"Certo, i metodi che noi utilizziamo potrebbero sembrare estremi. Le vostre menti non si sono ancora aperte alle potenzialità che i Malformatori offrono."

 

Una voce calma e suadente rispose alla domanda di Iaco senza che il coboldo si aspettasse una risposta. Matilde afferrò rapidamente la sua enorme spada e la puntò nella direzione da cui proveniva la voce, mentre i due halfling rabbrividirono per l'orrore e cercarono di rifugiarsi dietro Maria. Quest'ultima imbracciò la sua ascia e si preparò ad affrontare qualunque cosa fosse arrivata...

 

Sfortunatamente, non si aspettava proprio di trovarsi davanti tre kyton Evangelisti, uguali a quello che lei e i suoi compagni avevano affrontato poco prima... e per giunta accompagnati da una figura umanoide dall'aspetto stoico e regale, vestita di abiti tanto macabri quanto impressionanti, con il volto e il torace decorati da strani tatuaggi rossi e una sorta di corona di spuntoni rossi sulla testa calva. Ad una prima occhiata, quello doveva essere il capo dei kyton...

"Chi... chi sei tu? Sei tu il capo di questi mostri?" esclamò Dario, i pugnali sguainati e pronti a colpire. Ancora risentiva un po' dello shock di aver visto il suo amico morto nel volto di un Evangelista, e l'esperienza lo aveva reso nervoso e di cattivo umore.

 

"Potete chiamarmi Ostiario Vulnera, se per voi è più semplice." rispose l'umanoide calvo, che sembrava dal tutto disarmato. I tre Evangelisti attorno a lui, d'altro canto, erano armati delle loro micidiali catene chiodate, ed erano posizionati in modo che non fosse possibile raggiungere Vulnera senza esporsi ai loro attacchi. "Come ho detto, i nostri metodi possono apparire sanguinari e crudeli a coloro che non hanno ancora la maturità di comprendere la grandezza latente in ognuno."

 

"Senti, crapa pelata, non cercare di incantarmi con le belle parole e questa tua specie di filosofia del cazzo!" ringhiò Maria. "Cosa volete fare? Qual è lo scopo dei Malformatori? Vedi di essere chiaro, o te lo chiederò di nuovo, questa volta con la mia ascia!"

Bastiano si piazzò a fianco di Maria e lanciò un semplice incantesimo, sussurrando qualcosa che all'orecchio della giovane donna suonava come: "Deprehensio Mali."

 

I kyton Evangelisti non batterono ciglio e continuarono a far ruotare minacciosamente le loro orride catene, mentre Vulnera riprendeva la sua spiegazione come niente fosse. "Noi velstrac cerchiamo di sfuggire alla forma. Di sfuggire ai pregiudizi, di sfuggire a tutto ciò che limita il nostro potenziale, ed incoraggiamo gli altri a fare lo stesso. Meglio ancora che incoraggiarli, li guidiamo. La mia gente ha raggiunto uno stato di esistenza in cui il corpo diventa muto, e le voci, i pensieri, le sensazioni sono amplificati. Noi del collettivo velstrac siamo asceti, e l'oscurità è la nostra eterna meditazione."

 

"Guarda che io ho un cervello solo!" protestò Matilde. "Vedi di spiegarti meglio!"

 

Bastiano scosse la testa, vedendo che sia Vulnera che uno degli Evangelisti erano avvolti da una luminosa aura violacea... ma allora, perchè gli altri due non lo erano? Piuttosto strano...

"Ho appena lanciato un incantesimo Individuazione del Male. E indovina un po', hai addosso un'aura maligna come non ne ho mai viste prima." affermò rivolto a Vulnera. "Perchè dovrei fidarmi di te?"

 

"Fermati un attimo a considerare la fonte da cui provengono tali informazioni. Qualcosa ti dice che io sono... malvagio." rispose il kyton Ostiario senza perdere colpi. "Noi del collettivo velstrac non crediamo nel bene e nel male. Crediamo nel potenziale. Cerchiamo di rivelare segreti della realtà, della rinascita, dell'immortalità e della divinità che nessun essere che si consideri 'buono' vorrebbe vedere rivelati. Certamente, le mie parole potrebbero sembrare eresie là dove i ciechi seguono coloro che sono dotati della vista, poichè noi promettiamo di rivelare meraviglie inerenti in ogni anima che sia degna di esse. Meraviglie che le vostre meschine divinità vorrebbero tenere solo per sè."

 

"Belle parole, ma Iaco vede gente in gabbia qui!" stridette Iaco, pronto a lanciare un incantesimo. Dario fece volteggiare i suoi pugnali e diede un'occhiata ai tre Evangelisti che circondavano Vulnera. Ognuno di essi era un avversario di tutto rispetto, e affrontarne tre alla volta dava l'impressione di essere uno scontro molto arduo... ma forse, se fosse riuscito ad evitarli in qualche modo e a cogliere di sorpresa il capo, ci sarebbero state delle buone possibilità di farlo fuori. Almeno, questo era quello che sperava...

 

"Non mi sembra proprio che questi halfling e questi poveri animali siano desiderosi di scoprire le vostre 'meraviglie' e i vostri 'segreti'." rispose prontamente Matilde. "Quindi... siamo qui per salvarli! Togliti di mezzo, pelatone! Tu e i tuoi scagnozzi!"

 

"Temo che questo non sia possibile, bambina." rispose Vulnera, senza neanche alzare la voce. "Al momento, le operazioni dei Malformatori in questa regione di Tilea sono giunte ad uno stadio troppo avanzato perchè si possano arrestare. E il successo dell'esperimento dei Malformatori apporterà benefici anche al collettivo velstrac. Per questo motivo, se non volete cessare le ostilità di vostra spontanea volontà, ci vediamo costretti a fare uso di metodi coercitivi."

"Fatevi sotto! Non ho paura di voi!" ringhiò Maria.

 

L'ombra di un sorriso apparve sul volto stoico dell'Ostiario. "Non è un problema. L'avrai molto presto."

Con queste parole, Vulnera gettò indietro la testa e spalancò la bocca. Una frazione di secondo dopo, un suono basso e vibrante, simile a quello di un organo ma in qualche modo più penetrante, riecheggiò nella sala, mandando nel panico tutti gli animali, alcuni dei quali cominciarono a gettarsi contro le sbarre in un frenetico tentativo di scappare. I cinque avventurieri rabbrividirono nel sentire quel canto inumano... mentre i tre kyton Evangelisti sembrarono essere in qualche modo rinvigoriti e si lanciarono all'attacco, facendo volteggiare le loro catene! Matilde sgranò gli occhi e strinse i denti, ma mise a tacere la paura e si lanciò alla carica con un acuto grido di battaglia. La sua spada fendette l'aria e raggiunse l'Evangelista più vicino al costato, trafiggendolo ed infliggendogli una profonda ferita! Ma il mostro non sembrò neanche sentire dolore, malgrado il fiotto di icore violaceo che cominciò immediatamente a sgorgare dalla ferita, e la sua catena raggiunse Matilde al fianco, facendola gridare!

 

"Mati!" esclamò Bastiano, vedendo la sua amica abbattersi a terra dolorante. Con un lampo di collera negli occhi, Maria sollevò la sua ascia e si lanciò contro Vulnera, decisa ad abbatterlo il prima possibile e porre fine al suo canto oscuro. Ma gli altri due Evangelisti erano tra lei e il suo bersaglio, e uno di essi avvinghiò la sua catena attorno alla testa dell'ascia di Maria. Immediatamente, la guerriera cominciò a tirare verso di sè con tutte le sue forze, ma l'altro Evangelista la colpì alla schiena con le sue catene, aprendole due ferite superficiali ma terribilmente dolorose!

 

"Attenti! Prova Iaco ora!" esclamò Iaco. Si spostò ad un lato del campo di battaglia e lanciò di nuovo il suo incantesimo Missile Magico prendendo di mira Vulnera. Tre dardi energetici si dipartirono dal dito artigliato del coboldo e sfrecciarono verso l'Ostiario... ma si infransero sul suo corpo senza alcun effetto se non una deludente cascatina di scintille argentate.

"La tua magia è debole, creatura inferiore." sussurrò la voce telepatica di Vulnera nella mente di Iaco. Lo stregone provò una sensazione orrenda, come se i pensieri dell'Ostiario fossero un colpo fisico, un artiglio che affondeva nel suo cranio e gli trafiggeva il cervello. "Ora, prova la disperazione di sapere che i tuoi sforzi saranno inutili!"

 

Vulnera si voltò verso Iaco, e la sua espressione gelida cambiò di colpo e si trasformò in una maschera di odio e furia omicida, gli occhi rossi e la bocca spalancata in un urlo silenzioso che il coboldo sentì comunque riecheggiare, come l'ululato del vento in una fredda mattina invernale, una sensazione di vuoto e desolazione che penetrava fin nella sua anima. Con un gemito angosciato, Iaco indietreggiò di due passi, gli occhi spalancati e fissi verso Vulnera, come ipnotizzato per l'orrore.

 

"Merda... qui si mette male..." ringhiò Dario, alle prese con uno degli Evangelisti che cercava di trattenergli un braccio con una delle sue catene chiodate. La terrificante arma si avvinghiò attorno al suo arto, e le punte acuminate penetrarono nelle sue carni, facendogli uscire dei rivoletti di sangue. "Se solo riuscissi... ad avvicinarmi... e a colpire in un punto non protetto... magari evitando di cadere vittima di quel trucchetto di prima..."

Matilde si era rialzata ed era riuscita a farsi strada fino quasi a raggiungere Vulnera. Con un grido di rabbia e determinazione, la piccola guerriera sferrò un fendente con la sua spada che mancò Vulnera di pochissimo, soltanto perchè il leader dei kyton aveva reagito in tempo. La creatura fece un piccolo salto indietro ed evitò la lama, mentre un kyton Evangelista si piazzava davanti a lui, cercando di colpire Matilde con la sua catena. La bambina schivò abilmente il colpo e si avvicinò al mostro...

 

Il cui volto privo di lineamenti mutò di colpo in quello di una bambina bionda con il viso spruzzato di lentiggini e una piccola cicatrice sul setto nasale. I suoi occhi, ora diventati di un brillante colore verde, guardarono Matilde con espressione scioccata ed incredula, come se non volesse credere che la piccola spadaccina stesse davvero sfoderando la sua arma contro di lei!

"Mati... Matilde... vorresti... uccidermi...?" Una vocetta disperata riecheggiò nella mente di Matilde, che riconobbe una delle sue compagne di giochi alla Casa della Pietà... prima che il direttore la segnasse sul suo registro! E ora, Matilde sapeva fin troppo bene che fine avesse fatto...

 

"Bettina..." mormorò, e per un attimo allentò la presa sull'elsa della sua spada. L'Evangelista si fece avanti, cercando di avvinghiarle una catena attorno alla gola...

 

E venne colto del tutto di sorpresa quando Matilde scattò di nuovo in avanti e sferrò un devastante affondo, trafiggendo lo stomaco della creatura ultraterrena e facendo uscire la lama dall'altra parte, grondante di icore violaceo! Il volto di Bettina sbiadì, e tornò ad essere quello inumano dell'Evangelista, con l'unica differenza che ora i suoi occhi erano spalancati per l'incredulità. 

"Come osi..." sibilò Matilde. La sua voce si era fatta bassa e minacciosa, e teneva lo sguardo basso in un'espressione di ira a malapena trattenuta. "Come osi usare il volto della mia amica... Io e Bettina giocavamo assieme... lei era... lei era un'amica preziosa per me... credevo che fosse stata mandata da un'altra parte, e invece... e invece..."

 

Un misto di furia e dolore esplose nell'animo della piccola guerriera, che alzò lo sguardo per rivelare un volto contorto dalla collera, e le lacrime che scorrevano sulle guance. "Come osi usare il suo aspetto per manipolarmi, maledetto?" esclamò. La sua forza moltiplicata dalla furia, Matilde estrasse la spada dal corpo dell'Evangelista, che barcollò e agitò a vuoto le sue catene nel disperato tentativo di difendersi dai colpi. Un fendente lo raggiunse al torace, spezzando alcune delle catene che gli facevano da vestito. Un altro lo colpì al fianco, facendolo barcollare...

 

E infine, con un urlo di pura rabbia, Matilde sollevò la sua enorme spada e sferrò un devastante fendente che raggiunse il kyton Evangelista alla spalla sinistra, tagliando il suo corpo fino al fianco destro. Un enorme getto di icore violaceo uscì in maniera esplosiva dal corpo della creatura innaturale, che collassò al suolo... e si trasformò in un ammasso di catene arruginite ed infrante che cadde a terra con un inquietante tintinnio metallico. Come se stessero passando anni nel giro di secondi, la ruggine si diffuse rapidamente e consumò le catene, riducendole a niente più che un ammasso di ferraglia inutile, mentre Matilde riprendeva fiato, la spada ben stretta tra le mani.

 

"Questo... hanf... questo... è quello... che ti meriti..." mormorò.

 

Vulnera corrugò la fronte, mentre cercava di tenere a bada Iaco. Gli altri due kyton Evangelisti stavano continuando a tenere a bada il gruppo... o meglio dire, fino a quel momento il trucco stava funzionando. Ma il leader dei kyton si rendeva conto che non poteva mantenere la concentrazione ancora a lungo.

"Skavevi è stato eliminato. Che quella bambina umana fosse così forte era del tutto imprevisto." pensò tra sè. "Meglio eliminare subito questo essere inferiore. La sua morte dovrebbe spezzare il morale dei suoi compagni, e a quel punto... la dottoressa dovrebbe avere già liberato i nostri collaboratori per darci man forte."

"S-Stai lontano, mostro!" esclamò Iaco, mettendosi con le spalle al muro, ancora sotto l'effetto dell'incantesimo di prima. "Non... non... sottovalutare me! Uvelucal Vaess!"

 

Pur essendo terrorizzato e quasi in preda alla disperazione, Iaco riuscì ad alzare una mano tremante e a scagliare il suo incantesimo - una grossa freccia fatta di acido giallastro che in qualche modo manteneva la sua forma scaturì dal palmo della sua piccola mano artigliata e raggiunse Vulnera alla spalla... e questa volta, il terribile kyton sgranò gli occhi e contorse il volto in una breve ma visibile espressione di dolore! La freccia acida  penetrò nel suo corpo innaturale, ulcerando i tessuti attorno al punto colpito e facendo scaturire dal corpo del mostro una voluta di vapore biancastro!

 

E nello stesso momento, i kyton Evangelisti che stavano combattendo contro Dario, Bastiano e Maria scomparirono nel nulla. Il ragazzo biondo era sul punto di affondare il suo pugnale nel collo di uno di loro... e la sua lama fendette l'aria, lasciando a guardare stupefatto il punto ormai vuoto dove si trovava il suo avversario.

 

"Che cosa? Ma dove diavolo sono finiti..." esclamò Maria, anche lei sbalordita nel vedere il suo avversario scomparso. Poi, la giovane donna strinse i denti nel rendersi conto della verità. "Era una fottuta illusione, vero?"

"Cosa? Erano... erano falsi?" esclamò Matilde, guardando sbalordita il punto in cui Skavevi era caduto. "Eppure... eppure sono sicura di averlo fatto fuori! Era fin troppo reale!"

Dario fece rapidamente due più due. "E' evidente... che solo quello che Matilde ha ucciso era reale." disse il ragazzo, guardandosi il braccio che era stato avvinghiato dalle catene del suo avversario illusorio. C'era soltanto qualche livido nei punti dove invece la catena chiodata avrebbe dovuto lasciare dei buchi... il che probabilmente voleva dire che il dolore che aveva sentito era solo ed esclusivamente nella sua testa!

 

In tutto questo, Iaco sembrava essersi riavuto dall'incantesimo precedente... e ora guardava con stupore Vulnera che, ormai solo, cercava di indietreggiare tenendosi la ferita con una mano. "Uh... mio successo solo fortuna è!" mormorò il coboldo stregone... per poi accorgersi che le bruciature provocate dall'acido stavano cominciando a guarire spontaneamente. "Noi attaccare ancora! Lui ancora no battuto!"

"A-Adesso ci provo io!" esclamò Bastiano, alzando una mano e lanciando un nuovo incantesimo. "Benefico Pelor, signore del sole... aiutaci a proteggere le creature di questo mondo da chi vorrebbe far loro del male! Pilum Puritatis!"

 

Nella mano del piccolo oracolo si formò rapidamente una lancia fatta di luce bianca, e Bastiano la scagliò contro Vulnera, trafiggendo l'Ostiario e strappandogli un acuto grido di dolore! Il kyton indietreggiò annaspando, e Maria ne approfittò per avvicinarsi rapidamente e sferrare un poderoso colpo d'ascia che lasciò una larga ferita sul pettorale destro di Vulnera. La creatura ultraterrena cercò disperatamente di mettere un altro po' di distanza tra sè e i suoi nemici, mentre fiotti di icore violaceo sgorgavano dalle sue ferite.          

 

"E' ancora vivo, ma non ne avrà per molto." esclamò Dario, brandendo i suoi pugnali e piazzandosi di fronte a Iaco, in modo che il coboldo avesse il tempo per riprendersi e lanciare un altro incantesimo. "Continuate così, non lasciatelo scappare!"

 

Matilde afferrò saldamente la sua spada e si preparò a caricare. "Certo, adesso lo teniamo in pugno e... KYaaaaah!" La sua frase venne interrotta quando qualcosa le arrivò allespalle e le balzò addosso, trascinandola a terra con tutto il suo peso! Matilde cercò di dibattersi e di scrollarsi quella cosa di dosso... e nello stesso momento anche Bastiano emise un grido di paura e venne trascinato a terra da una cosa che era saltata fuori da chissà dove e si era lanciata su di lui! I due halfling liberati gridarono per il terrore, e Iaco, Maria e Dario rivolsero ai due bambini la loro attenzione, allarmati e pronti ad intervenire...

 

"Aaaah! Che cosa... che cosa sono questi?" esclamò Bastiano, cercando disperatamente di liberarsi di quella cosa orripilante che gli stava addosso... E i tre adulti rimasero a loro volta agghiacciati nel vedere di cosa si trattava! Ad un'occhiata distratta potevano sembrare due ragni giganti, ma questa impressione scomparve rapidamente quando Dario e i suoi compagni videro di che razza di orrori si trattava: erano più o meno delle dimensioni di un lupo, con un corpo a sei zampe vagamente simile a quello di una formica... ma le loro teste sembravano tanti teschi umani in qualche modo fusi assieme, e numerosi occhi neri privi di espressione erano sparsi casualmente sul torace. Dalle loro schiene spuntavano sei ali da vespa disposte su due file, mentre dai loro addomi rigonfi e pulsanti emergevano, anch'essi senza alcuna parvenza di senso, numerosi tentacoli sferzanti, terminanti con spuntoni simili a punte di pugnali!

 

"Toglietemi questa cosa di dosso!" strillò Matilde, con un accento di autentico terrore. A quella distanza ravvicinata, la sua spada era inutile, e la bambina cercava disperatamente di allontanare da sè quella specie di insetto da incubo. "Toglietemi... toglietemi gli insetti di dosso!"

"Matilde!" esclamò Maria, preparandosi ad intervenire. Dario afferrò i suoi pugnali e si accinse ad attaccare quelle cose mostruose... ma si fermò all'improvviso ed emise un verso di disgusto quando vide torme di piccoli insetti schifosi e rigonfi, simili a piccoli scarafaggi con troppe zampe e troppe antenne, che emergevano dai suoi vestiti e cominciavano a strisciare sulla sua pelle! Anche Maria emise un verso di disgusto e cercò di scrollarsi di dosso quelle orribili creaturine apparse da chissà dove... mentre Iaco guardava stupefatto i suoi compagni che iniziavano a tirarsi delle tremende manate sulle braccia e sul petto!

 

"Hey! Hey voi! Che fare voi?" esclamò il coboldo. Si concentrò e cercò di lanciare un incantesimo contro quelle mostruosità...

 

Improvvisamente, un'ampolla di vetro contenente un liquido azzurrino che brillava lievemente nella semioscurità atterrò tra lui e i suoi compagni e si infranse... e un attimo dopo, una nube di vapore bianco si sprigionò in maniera esplosiva dal punto d'impatto, investendo tutti gli avventurieri e i due insetti aberranti... ma mentre i cinque compagni di squadra si sentirono percuotere da una terribile sensazione di gelo, i due mostri non vennero minimamente disturbati, e uno di essi affondò un paio di mandibole ricurve nell'avambraccio sinistro di Matilde. Come risvegliata dal gelo e dal dolore della ferita, la bambina afferrò un pugnale che portava assicurato al fianco destro e vibrò un fendente che colpì uno dei numerosi occhi di quella cosa.

 

Si sentì un verso che non aveva nulla di umano, uno stridio vibrante che non assomigliava ad alcun suono si potesse sentire nel mondo dei mortali... e quella cosa orribile si allontanò finalmente da Matilde, che cercò disperatamente di rialzarsi anche mentre cercava di colpire gli orribili insetti che vedeva strisciare sul suo corpo. "Aaaah! Basti, gli insetti! Togliti questi insetti di dosso!"

 

Il piccolo oracolo era ancora impegnato a non farsi colpire dai pungiglioni affilati del suo avversario, e cercò in qualche modo di allontanarsi da lui e richiamare alla mente un altro incantesimo... mentre Iaco, Maria e Dario, intirizziti dal freddo di quella strana esplosione di vapore, si voltarono verso Vulnera... e rimasero stupiti nel vedere che accanto al kyton Ostiario era apparsa una donna che dava l'impressione di essere un'alchimista o comunque una scienziata, con addosso un camice bianco sdrucito e i capelli biondi tenuti fermi in una coda, oltre che un paio di occhialini che le davano un aspetto acuto, freddo e distaccato. In una mano teneva un'altra ampolla simile a quella che aveva appena scatenato quella nube di gelo.

"Che... che significa? Tu... tu chi sei?" esclamò Maria, cercado di ignorare i raccapriccianti insetti che le camminavano addosso. "Sei... una dei Malformatori, vero?"

 

"Ah! E'... è lei! E' la donna che ci ha tenuti imprigionati!" esclamò Halise, la femmina di halfling che avevano appena liberato. Lei e Rico erano riusciti a malapena a non farsi travolgere dall'esplosione di gelo, e adesso osservavano con crescente terrore prima i due mostruosi insetti che cercavano di sopraffare Bastiano e Matilde, e poi la donna che li teneva prigionieri.

"Ugh... lo immaginavo..." mormorò Dario, che per fortuna non sembrava aver subito grossi danni dall'esplosione gelida. Iaco, invece, era rimasto stordito e barcollante...

 

"Il mio nome è Sofia Molinari. Ricercatrice ed alchimista al servizio dei Malformatori. Vi chiederei per favore di non interferire, e di far tornare quegli halfling nelle loro gabbie." affermò la donna, con un tono educato ma freddo. "Voi non vi rendete conto che sarebbe un grave errore impedire a questo esperimento di andare avanti. Verrebbe a mancare un tassello fondamentale per la creazione di un nuovo mondo."

 

Dario non era rimasto ad ascoltarla. Senza perdere tempo, il giovane si era lanciato sull'insetto mostruoso che minacciava Bastiano e lo aveva colpito con i suoi pugnali, in modo da allontanarlo dal piccolo oracolo. Dario e i due bambini si prepararono ad affrontare i due insetti mostruosi, che presero posizione agitando in maniera caotica le loro ali ed emettendo una serie di stridii atroci... mentre Maria e Iaco si apprestavano ad affrontare la donna.

 

"Senti, non parlare per indovinelli! Ne ho già le palle piene di questo posto ed esigo risposte!" ringhiò Maria, pronta a caricare con la sua ascia. La donna con gli occhiali, da parte sua, teneva al suo fianco l'ampolla di liquido fosforescente, pronta a scagliarla non appena i suoi avversari avessero fatto qualche sciocchezza. Nel frattempo, poco lontano da loro, lo scontro con quei mostruosi insetti stava andando avanti - e le orride creature avevano fatto uscire dai loro corpi rigonfi numerosi tantacoli, ognuno dei quali terminava con un pungiglione uncinato. In un attimo, Dario e i bambini si erano trovati a doversi difendere da un micidiale raffica di attacchi che piovevano da ogni direzione e cercavano di intrufolarsi nelle fessure dell'armatura. Come se non bastasse, Dario e Matilde vedevano ancora quegli insetti nauseanti che si arrampicavano su di loro, e cercavano in qualche modo di ignorare l'orrida sensazione di innumerevoli zampe chitinose sulla pelle... Bastiano, dal canto suo, non dava l'impressione di avere problemi simili.

 

"Avete soltanto ritardato l'inevitabile." sentenziò improvvisamente Vulnera, dopo aver lanciato un incantesimo per curarsi. "Ci vedremo ancora."

"E vi consiglio, per allora, di meditare su quello che avete visto." rispose rapidamente la donna di nome Sofia. "Per il momento, vediamo se siete in grado di reggere ad un combattimento contro i miei splendidi Ekolid! Se sopravviverete... sarete degni di assistere all'era che verrà!"

 

Ekolid? Ma certo! Iaco ricordò una lezione che aveva ricevuto durante l'apprendistato, quella che verteva sui mostruosi Qlippoth dell'Abisso! Erano creature abominevoli provenienti dalla dimensione dei demoni, del caos e del male! Da quello che Maria sapeva di creature dell'Abisso, i Qlippoth erano una forma di vita estremamente antica, i progenitori dei demoni veri e propri... e avevano tutti, senza eccezioni, un aspetto orribile a vedersi, consistendo di commistioni tra insetti, serpenti, ragni e chissà quale mostruosità aliena - un aspetto talmente orribile che chiunque fosse in presenza di uno di loro rischiava di cadere preda di un momentaneo attacco di pazzia. In particolare, gli Ekolid (la sottospecie di Qlippoth che stavano affrontando) avevano l'aspetto di insetti orrendamente mutati... con numerosi tentacoli che servivano egregiamente allo scopo di afferrare le prede ed iniettare nei loro corpi del veleno paralizzante.

 

"No, aspetta un momento!" esclamò Maria, ma ormai non c'era più niente da fare. Vulnera mosse la mano davanti a sè, e sia lui che Sofia svanirono nel nulla, diretti verso chissà quale posto inquietante. La giovane dalla pelle scura trattenne un'imprecazione e spostò la sua attenzione sui due Ekolid, uno dei quali stava cercando di aggirare Dario per attaccare Matilde. La piccola spadaccina, dal canto suo, aveva recuperato la sua spada e stava aspettando il momento giusto per attaccare quella mostruosità abissale, cercando di ignorare gli insetti che le strisciavano addosso... e che, stranamente, non l'avevano ancora morsa. I due halfling, non essendo in condizioni di dare una mano, si erano rifugiati in un angolo, osservando con crescente terrore gli Ekolid che sferzavano i loro salvatori con tentacoli e mandibole.

 

"P-Presto! Cercate di starmi attorno! Io... tenterò un incantesimo di difesa!" esclamò Bastiano. "Che... che la luce di Pelor ci protegga dagli orrori dell'Abisso! Praesidium A Malo!"

Il bambino tracciò una sorta di simbolo sacro in aria con il suo bastone, lasciandosi dietro una scia dorata che prese la forma di un sole stilizzato. Immediatamente, i due Ekolid indietreggiarono, stridendo come se la luce sacra infliggesse loro dolore fisico, ma uno dei due fece scattare in avanti uno dei suoi mostrousi tentacoli, e la sua punta acuminata colpì Maria al braccio sinistro. La giovane strizzò un occhio e strinse i denti per il dolore, poi si ritirò e la bestia abissale estrasse il pungiglione dalle sue carni. Non era una ferita particolarmente grande o profonda... ma Maria, dandoci una rapida occhiata, si rese conto c'era qualcosa che non andava.

 

"Iaco prova con magia!" esclamò il coboldo dalle squame blu, sentendosi un po' meglio grazie alla protezione sacra che Bastiano aveva innalzato. Dopo averci pensato su rapidamente, decise quale incantesimo avrebbe potuto essere più utile contro quelle mostruosità. "Nurilt krakawnoth di shochraos!"

Con un penetrante sfrigolio, una sfera di pura energia elettrica si formò nella mano di Iaco che la lanciò contro lo Ekolid che attaccava Bastiano. Il proiettile andò a segno, e l'orribile creatura venne percorsa da una dolorosa scarica elettrica, agitando scompostamente zampe, ali e tentacoli. Tuttavia, l'incantesimo non aveva inflitto i danni che Iaco sperava... e il Qlippoth tornò alla carica un attimo dopo, cercando di trafiggere Bastiano con i suoi tentacoli!

 

"Aaargh! Ma perchè diavolo..." esclamò Bastiano. Uno dei tentacoli gli graffiò la gamba sinistra, ma per fortuna non riuscì a penetrare abbastanza a fondo... e Maria intervenne un istante dopo, sferrando un colpo d'ascia dall'alto verso il basso che troncò di netto il tentacolo dell'Ekolid!

Con un verso agghiacciante, la bestia abissale saltò indietro per mettere un po' di distanza tra sè e Maria, e il tentacolo amputato continuò a contorcersi come se fosse dotato di volontà propria per diversi secondi, prima di immobilizzarsi e dissolversi in una pozza di marciume. Ma nello stesso momento, Maria gridò di dolore e si afferò il punto in cui era stata colpita un attimo prima... sentendosi come se stesse mettendo la mano sopra un insetto mostruoso che agitava scompostamente le zampe. 

 

"Maria! Che cosa..." esclamò allarmato Iaco. Quando rivolse l'attenzione alla sua amica, il coboldo sgranò gli occhi per l'orrore: dalla ferita che il tentacolo di quell'Ekolid le aveva inflitto stavano uscendo delle minuscole zampe di insetto, e il punto colpito si gonfiò per qualche istante prima che da esso emergesse un Ekolid in miniatura! La minuscola mostruosità si aggrappò alla mano con cui Maria si tamponava la ferita... e la giovane donna alzò il braccio con un grido di raccapriccio e scaraventò a terra l'Ekolid appena emerso. Quest'ultimo cercò immediatamente di strisciare via, ma Maria alzò una gamba e la abbattè furiosamente su di lui, schiacciandolo sotto la suola dello stivale e riducendolo ad una pozzanghera di poltiglia verdastra mentre Iaco e Bastiano tenevano a bada l'Ekolid più grande. Il coboldo lanciò un'altra sfera di elettricità contro la creatura, lasciandola barcollante per un attimo... e Bastiano lanciò un altro incantesimo.

 

"Leves Vulnera Inferere!" esclamò il bambino. I tentacoli dell'Ekolid scattarono verso di lui, ma il piccolo oracolo riuscì a scansarsi, e afferrò una di quelle orride appendici. I suoi occhi e la mano con cui tratteneva i tentacoli del mostro si accesero di luce nera, e una frazione di secondo dopo, una scarica di energia negativa fluì nel corpo innaturale dell'Ekolid, strappandogli un altro stridio di dolore!

Maria si prese un momento per riprendere fiato, tamponandosi la ferita al braccio... poi, presa dalla rabbia e dal desiderio di rivincita, afferrò la sua ascia con entrambe le mani e si lanciò alla carica con un dirompente grido di battaglia! La bestia abissale usò di nuovo i suoi tentacoli per sferzare la giovane, ma quest'ultima si difese furiosamente e deviò i colpi con la sua ascia prima di giungere a ridotto dell'aberrazione! Con un terribile grido, Maria immerse la lama della sua ascia nel corpo rigonfio dell'Ekolid, quasi inchiodandolo a terra.

 

L'abominevole Qlippoth si contorse spasmodicamente e cercò di sottrarsi alla furia di Maria, mentre fiotti di icore verdastro sgorgavano dallo squarcio nella sua schiena... ma la guerriera continuò il suo assalto e sollevò di nuovo la sua ascia, per poi abbatterla sulla mostruosità... una volta, due volte, tre volte... Maria perse rapidamente il conto, ciecamente decisa a distruggere a quella cosa che non sarebbe mai dovuta esistere! Ormai il mostruoso proto-demone era stato quasi spaccato in due dai colpi, ma era ancora vivo e continuava ad agitare furiosamente i suoi tentacoli, come se volesse portarsi dietro Maria prima di morire. Un pungiglione acuminato passò a pochi centimetri dal volto della ragazza, minacciando di portarle via un occhio... e Maria raccolse tutte le sue forze per sferrare il colpo fatale.

 

"Vaf... fan... CULO!" ringhiò, mentre sferrava il più devastante colpo di cui fosse capace. Con uno schianto agghiacciante, il corpo dell'Ekolid venne tranciato in due, e le due metà crollarono di lato contorcendosi ancora per qualche istante, in un lago di fluido verdastro che sembrava quasi vivo! Finalmente, Maria tornò in sè e indietreggiò, respirando affannosamente mentre guardava i resti dell'Ekolid che si dissolvevano come se fossero stati immersi nell'acido. Le sue carni innaturali si sciolsero nel giro di pochi secondi, e le sue zampe ed ali, pur non essendo più collegate ad alcun corpo, si mossero ancora per qualche istante prima di dissolversi a loro volta.

Quando quello spettacolo atroce si fu concluso, nulla rimaneva dell'Ekolid se non una repellente chiazza verdastra sul pavimento della sala...

 

"Maria?" chiese Iaco, raggiungendo la sua amica, rimasta malridotta e coperta di graffi dopo quel furioso scontro.

La giovane donna barcollò e si massaggiò la fronte, poi guardò Iaco e Bastiano, e fece un sorriso un po' stentato. "Sto... sto bene... ho solo bisogno... di un po' di tempo..." mormorò, notando che adesso non aveva più insetti che le camminavano addosso. Evidentemente, anche quella un'illusione... "Meglio... meglio andare... a dare una mano... a Dario e Matilde!"                      

 

 

oooooooooo

 

 

La piccola guerriera e l'ex-ragazzo di strada si stavano facendo faticosamente strada nella guardia dell'orripilante Ekolid, cercando in tutti i modi di non farsi colpire da quei tentacoli acuminati, mentre la bestia abissale emetteva un tremendo ronzio per disturbarli ed inquietarli. Il corpo aberrante del Qlippoth era troppo pesante e sgraziato per sollevarsi in volo, ma questo non impediva a quell'essere di farsi avanti con aggressività.

 

"Ne ho abbastanza di questi insetti... e di questi tentacoli!" strillò Matilde, sentendosi ancora percorsa da una torma di insetti mostruosi. La piccola guerriera sferrò un poderoso fendente, ma distratta com'era, non riuscì a prendere bene la mira e mancò l'avversario. Lo Ekolid cercò di sferrare un affondo con due dei suoi tentacoli, ma Matilde reagì con efficacia e alzò di scatto il suo spadone, deviando il primo colpo. Il secondo la raggiunse al fianco e le strappò un grido, ma per fortuna il pungiglione non riuscì a penetrare abbastanza in profondità e deporre un uovo. Prima che lo Ekolid potesse tentare un altro attacco, Dario riuscì a coglierlo su un fianco, e trafisse due degli occhi del mostro con i suoi pugnali.

 

"SHKREEEEEEEERTHK!" Il Qlippoth emise quel suo stridio cacofonico e agitò scompostamente i tentacoli per scrollarsi di dosso il giovane, che si aggrappò con tutte le sue forze a quel corpo rigonfio e cercò di rovesciarlo sulla schiena. Lo Ekolid sibilò orrendamente e si ancorò a terra con le zampe, cercando freneticamente di resistere. Due dei tentacoli si piantarono nella schiena di Dario, e il ragazzo gridò di dolore sentendo che uno degli ovopositori gli inseriva un uovo nelle carni. Ma strinse i denti e cercò di lottare contro il bruciante dolore, insistendo nei suoi tentativi di rovesciare lo Ekolid.

 

"Dario! Ti do una mano io!" esclamò Matilde. Intervenendo rapidamente, la ragazzina sferrò un poderoso fendente con la sua spada e riuscì a penetrare la pelle gommosa dell'Ekolid, aprendo nell'addome una larga ferita che grondava un denso liquido verdastro... ma il mostro non cedette e cercò anzi di colpire ancora Matilde con i suoi ovopositori. "Ugh... oh no, specie di sgorbio troppo cresciuto! Io non ti faccio da nido per le uova! Dario, aspetta un momento!"

"Non... non ti preoccupare per me, Matilde! Stagli addosso! Ammazzalo finchè te lo tengo fermo!" Dario cercò di spronarla a contin uare l'attacco... ma la bambina ebbe un'altra idea.

 

"Aspetta... aspetta solo un momento! Adesso... uuuugh..." Matilde estrasse la spada dal corpo pulsante del Qlippoth, che reagì stridendo di nuovo e sferrando un affondo verso il torace della piccola guerriera. Quest'ultima agì d'istinto, ritirandosi di un passo... e i pungiglioni dell'Ekolid la colpirono al torace, ma non riuscirono a penetrare il robusto pettorale d'acciaio che la proteggeva. Matilde strizzò un occhio, leggermente scossa per l'impatto, ma si riscosse subito e abbattè la spada sull'Ekolid con tutte le sue forze, troncando una delle sue zampe. La mostruosità abissale perse l'equilibrio, e Dario potè approfittarne per farla cadere a terra di schiena, lasciando il ventre esposto!

 

Il ragazzo sentì una delle ferite alla schiena che si faceva calda e pulsante, e sentì la larva dell'Ekolid che cercava di farsi strada nelle sue carni. Il dolore era feroce, ma Dario era deciso a non lasciare che il mostruoso "genitore" avesse la possibilità di scappare. "Uuuuugh... Matilde... la schiena... tagliami... quella larva... di dosso!"

"Larva? Da dove? Da... ooooh, da lì? Per gli dei, che orrore!" Matilde trattenne un conato di vomito e sfoderò un pugnale da un fodero nascosto in uno stivale. Raggiunse Dario e incise rapidamente la ferita sulla sua schiena, in modo da trafiggere lo Ekolid larvale sulla punta dell'arma ed estrarlo. Dario strinse i denti per il breve ma intenso dolore, e Matilde gettò a terra la larva ormai morta con un'esclamazione di disgusto. "Eccolo lì! Crepa, schifoso!"

 

Le forze moltiplicate da quella scarica di dolore, Dario sbilanciò del tutto lo Ekolid e cominciò a pugnalarlo al ventre, affondando la lama nelle carni immonde della creatura ultraterrena. L'orrore si agitò e si contorse, ma Dario lo tenne fermo a terra con decisione e continuò a vibrare delle tremende pugnalate, fino a raggiungere quello che poteva passare per il cuore dell'Ekolid. La lama di Dario penetrò profondamente nelle carni del mostro, che emise un ultimo stridio, ancora più acuto dei precedenti, e finalmente si immobilizzò, i tentacoli che ancora si agitavano per qualche istante. Il corpo dell'Ekolid cominciò immediatamente a sciogliersi in un orrore di poltiglia verde, mentre qualunque spirito fosse contenuto in quel corpo aberrante tornava nei meandri più remoti dell'Abisso.

 

Finalmente, la battaglia era finita... e Dario, sentendosi improvvisamente stanco, si afflosciò in ginocchio e cercò di riprendere fiato. Rico ed Halise si arrischiarono ad uscire dal loro nascondiglio, guardandosi attorno come se temessero che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori qualche altro abominio... ma per fortuna, quei due Qlippoth erano stati l'ultima sorpresa che i Malformatori avevano in serbo per gli intrusi.

"Ce... ce l'avete fatta... li avete... sconfitti?" chiese Halise, lei stesse incapace di credere a quello che aveva appena visto. Quando Maria, tenendosi il braccio ferito, disse di sì con la testa e abbazzò un sorriso, la halfling cadde in ginocchio e si diede ad un pianto liberatorio. "Oh, sia lodata Yondalla... sia lodata... io... io... cominciavo a perdere le speranze... grazie... grazie... non vi ringrazieremo mai abbastanza per il vostro aiuto!"

 

"Vi avremmo aiutati in ogni caso..." rispose tranquillamente Dario, mentre Bastiano si occupava di lanciare qualche incantesimo curativo, soprattutto su Dario e Maria. Matilde tirò il fiato e fece il segno dell'okay, mentre Iaco sfoderò un sorriso arguto.

"Grazie.. grazie comunque!" disse Rico, mentre metteva le mani sulle spalle di Halise per farle coraggio. "Avevamo... sentito parlare degli Abolitori... e della loro abilità... ma non credevamo che sarebbero stati in grado di distruggere quelle mostruosità...

 

"Se sanguina, si può uccidere." disse Maria con un'alzata di spalle. "E se non sanguina, si trova il modo di farlo sanguinare, e poi lo si uccide."

"La fai sembrare facile, Maria..." commentò Matilde. "Questi... cosi... sembravano non schiattare mai!"

Iaco disse di sì con la testa. "Vero vero! Anche mia magia non faceva molto... ma lasciare perdere per adesso! Noi dovere aiutare voi e liberare altri prigionieri!"

 

"Ce ne sono ancora di prigionieri... in qualche altro posto di questo luogo maledetto?" chiese Dario, fermandosi giusto un attimo per riprendere fiato mentre si guardava attorno. Si sentì meglio quando Bastiano lanciò un incantesimo di Cura Ferite Moderate su di lui, facendo rimarginare quasi subito le ferite che lo Ekolid gli aveva inflitto. "Voglio dire, a parte quelli che si trovano qui?"

 

Halise si schiarì la voce. "Ecco... in realtà sono ancora dei prigionieri, ma li hanno tenuti separati dagli altri per un motivo che non so..." affermò. "Però... io e mio fratello sappiamo dove si trovano. Possiamo... portarvi lì, se volete."

 

"Certamente... un momento che rimetto a posto i miei compagni, e arriviamo." disse Bastiano, prima di riprendere a lanciare incantesimi curativi sul gruppo, a cominciare da Maria...

 

 

oooooooooo

 

 

Nella sala in cui l'Ostiario Vulnera aveva fino a poco tempo prima coordinato le operazioni, il gruppo di avventurieri sgranò gli occhi con orrore, vedendo un gruppo di umani, semiumani ed umanoidi tenuti in animazione sospesa all'interno di cilindri di vetro riempiti di qualche liquido che brillava debolmente in quella stanza semibuia, come tanti campioni tenuti sottovuoto per essere usati in seguito per chissà quale mostruoso esperimento.

 

Se non altro, pensò tra sè Maria mentre si guardava attorno, quelle vittime erano state tenute in uno stato di animazione sospesa che risparmiava loro gli orrori di quel laboratorio... ma questo non rendeva meno orribile la loro situazione. La guerriera non riusciva a staccare gli occhi da quelle vasche, e si ripromise che avrebbe cercato di capire come tirare fuori da lì tutte quelle vittime...

Ma prima di poter pensare a come fare, la sua attenzione venne attirata da un'altra figura, tenuta incatenata ad un muro del laboratorio - un altro essere umano, usato per chissà quale atrocità, che ancora si dibatteva debolmente nel disperato tentativo di liberarsi o attirare l'attenzione di qualcuno che potesse farlo per lui. Alla vista del gruppo che era entrato, il prigioniero aveva ripreso almeno un po' di vita, e stava cercando di richiamarli con voce roca, anche se era difficile comprendere le sue parole da quella distanza.

 

"Uh? Guardate, gente! Quell'uomo... quello incatenato al muro! Preoccupiamoci di lui, per adesso!" affermò la donna dalla pelle scura... e mentre si avvicinava, ebbe la netta sensazione di aver già visto prima quel prigioniero. Non era sicura del motivo che la spingeva a pensare così, ma... era una sua impressione, e se c'era una cosa di cui si vantava, era che il suo istinto raramente sbagliava.

 

"Voi... vi... vi prego... toglietemi di qui... salvatemi..." mormorò il prigioniero incatenato con voce roca e sofferente. Fece una raffica di colpi di tosse, come se il semplice fatto di parlare fosse per lui doloroso.

 

Iaco fece un cenno con la testa e si avvicinò all'uomo... ma si fermò con un'esclamazione di sorpresa quando i suoi occhi, perfettamente adattati all'oscurità, colsero finalmente l'aspetto dell'uomo. "Ah! Iaco no crede questo! Lui è..." esclamò il coboldo, restando poi a bocca aperta.

"Che succede, Iaco? Lui è... chi?" chiese Bastiano, raggiungendo il coboldo stregone con tutta la velocità che la sua gamba menomata gli consentiva. Vide il volto da rettile di Iaco contrarsi in una rara espressione di rabbia... e quando si avvicinò ancora di più, il piccolo oracolo trasalì nel riconoscere il prigioniero.

 

Nonostante il lerciume che gli incrostava la pelle, la barba e i capelli incolti, le cicatrici sul suo corpo e l'espressione abbrutita, non era tanto difficile riconoscerlo...

 

Quell'uomo era proprio il direttore della Casa della Pietà, Nerenzio Ungaro!

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...   

   

      

 

       

 

  
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