Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: vale_gada    02/07/2022    0 recensioni
Fabrizio fa una scelta dolorosa con la complicità di Antonio. Riuscirà a proteggere la sua famiglia e salvare Rivombrosa?
Ho odiato il finale della storia d'amore tra Elisa e Fabrizio e ho deciso di dargliene uno nuovo. Spero gradirete.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Antonio Ceppi, Elisa Scalzi, Fabrizio Ristori, Martino Ristori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV FABRIZIO 

Entrò come una furia nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle. Afferrò un vassoio posizionato sul piccolo tavolo e lo gettò per terra con tutta la rabbia del mondo. Si avvicinò all’armadio, lo aprì e afferrò la divisa dell’esercito francese. Fu interrotto da Antonio richiamato dal trambusto.

“Fabrizio! Dovresti stare a letto, riposare. Che stai facendo? Che sta succedendo?

Il conte fissò negli occhi l’amico. Erano distrutti.

“Fabrizio”

Ceppi si avvicinò poggiando la mano sulla sua spalla.

“Antonio la ferita sta meglio. Stai tranquillo”

“Questo lascialo decidere a me. Hai perso molto sangue”

“Voglio tornare nell’esercito”

“Ma che stai dicendo?”

“Ho visto Elisa baciarsi con quel tale. Lo ha baciato pur sapendo che sono vivo. Non si è mai presentata! Non mi ha ancora guardato negli occhi dannazione!”

Fabrizio afferò la poltrona e la ribaltò in mezzo alla stanza poi si accasciò sul bordo del letto con espressione dolorante.

“Aia”ringhiò mordendosi il labbro.

Antonio si precipitò sul fianco.

“Va tutto bene”

“Non va tutto bene! Sta fermo!” Intimò.

Fabrizio si fermò permettendo ad Antonio di guardare la sua ferita.

“Si è aperto un punto che ti avevo dato. Devo richiuderti la ferita.”

“Lasciala così. Lasciami morire se possibile. Lasciami solo”

Ceppi senza replicare prese la sua borsa cercando gli strumenti più giusti. Dopo aver medicato la ferita applicò un impacco e chiuse tutto con un bendaggio.

“Forse così starai fermo.”

La porta si aprì.

“Possiamo?” Disse Amelia dolcemente “Noi due ci siamo fatte belle”

Tutto svanì quando vide la piccola Agnese in braccio ad Amelia. Fabrizio rimase paralizzato di fronte a sua figlia.

“Se avessi saputo che per farti zittire ci voleva Agnese l’avrei portata molto prima” scherzò Antonio.

“Posso?” Chiese titubante ad Amelia.

“Non me lo dovete chiedere a me. E’ vostra figlia”

Fabrizio la prese in braccio come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Baciò i suoi boccoli biondi e si soffermò a sentirne il profumo. Una lacrima scese dal suo volto e anche Amelia si emozionò di fronte a quella scena. La bambina gli mise tra le mani il suo orsacchiotto di pezza.

“Che bello questo orsetto. Amelia…”

“Scusate signor Conte è che vi credevamo morto e pensavo di non vedervi più con i bambini…scusate”Amelia corse piangendo dall’emozione fuori dalla stanza mentre gli sguardi di Fabrizio e Antonio si incrociarono in un sorriso sincero.

Il tempo passò così in fretta con sua figlia. Si rese conto di quanto si era perso in quei mesi: aveva lasciato Agnese in una culla e adesso camminava per tutta la stanza portandogli i suoi mille giocattoli. Si era unito anche Martino durante il pomeriggio. Era un fratello meraviglioso e protettivo con sua sorella. Questo accese in lui la speranza di poter partire consapevole che Agnese avrebbe avuto la migliore protezione.

“Padre tornerete a darmi lezioni di scherma vero?”

“Mi hanno detto che tu e Benac vi siete allenati da uno spadaccino di Torino”

“Sì abbiamo preso delle lezioni”

“Poi testeremo allora questo abile maestro, quando mi sarò ripreso però” disse fissando il suo bendaggio.

“Mi sei mancato” confessò Martino.

“Anche tu” sorrise Fabrizio.

“E sei mancato anche ad Elisa.”

Fabrizio lo fissò intensamente per poi portare lo sguardo sulla divisa gettata sulla sedia.

“Volete andarvene vero Padre?”

“No Martino” disse scuotendo la testa sorridendo “Adesso però è ora di andare a dormire, non vedi tua sorella è già crollata”

Entrambi si misero a fissare la piccola sdraiata sul letto abbracciata al suo orsetto. Era così piccola che sembrava sparirci in quelle coltri.

“Va bene” sorrise Martino ritirandosi.

Amelia entrò nella stanza poco dopo e si avvicinò alla piccola.

“La porto a dormire nella sua stanza” sorrise.

“No lasciala qua. Dorme con me stanotte.”

“Come volete signor Conte. Avverto Elisa allora”

Fabrizio annui.Quando la porta si chiuse si accovacciò accanto a sua figlia stringendola a sé. Dopo pochi minuti riuscì a crollare in un sonno profondo.

POV ELISA

Amelia bussò delicatamente alla sua porta.

“Entra Amelia”

“La piccola dorme”

“Bene” sorrise Elisa “Passo a darle un bacio e puoi ritirarti anche tu”

“No vedi… si è addormentata nella stanza di Fabrizio e mi ha detto che avrebbe avuto piacere a dormire con sua figlia stanotte.”

Elisa sorrise e annuì.

“Elisa io…”

“Amelia è tutto ok. Ho solo bisogno di tempo…”

Amelia si avvicinò al letto e baciò la sua fronte come una madre.

“Piccola mia…non farne passare troppo…” disse toccando il suo grembo.

“Ho paura Amelia” 

“Di cosa dovresti averne?”

“Di quello che è successo con Cristiano. Ho paura che mi rifiuti…ho paura di guardarlo negli occhi e capire che è tutto un sogno, che lui riposa in quella tomba e che io mi sono solo illusa”

“Ma cosa dici piccola mia? Lui è nell’altra stanza. Ha chiesto di te, ha chiesto il perché non volessi vederlo. Lui è vivo Elisa…lui è tuo. Voi vi appartenete. Credo che Cristiano sia l’ultimo dei suoi pensieri.”

“Perché dici questo?”

“Tu cosa penseresti se la donna che ami non ti ha ancora fatto visita pur sapendo che non sei morto?”

Elisa la fissò intensamente negli occhi. Poi Amelia proseguì.

“Elisa sei una donna forte e coraggiosa. Hai portato alla realtà un amore che tutti credevamo impossibile. Lui è nella stanza in fondo al corridoio e nessun Duca te lo ha portato via”

Elisa annuì poi uscì a passo svelto dalla stanza dirigendosi verso quella di Fabrizio. Era arrivato il momento di affrontarlo, di vederlo, di viversi il momento così come veniva.Senza ansie.

Quando entrò nella stanza lo trovò addormentato. Il suo braccio attorno ad Agnese, come se stesse proteggendo il suo mondo. 

Elisa si avvicinò lentamente sedendosi sul letto e godendosi quella scena di tranquillità che credeva persa per sempre. Accarezzò la bambina e poi con un po’ di esitazione pose la sua mano tra le ciocche corvine di Fabrizio. Il suo cuore sussultò anche solo nello sfiorarlo. Lo amava con tutta se stessa e si maledisse del suo comportamento. Decise di non rovinare quel momento di tranquillità e che la mattina successiva sarebbe stata il giorno propizio per aggiustare ogni singola cosa. Dopo averli guardati un’ultima volta uscì dalla stanza incappando di Anna.

“Hai parlato con lui?”sussurrò entusiasta.

“Sta dormendo con Agnese…lo farò domani”.

Elisa aprì lievemente la porta per far ammirare ad Anna quella scena poi sorrisero insieme. 

“Siamo con te Elisa” sorrise Anna tenendo la sua mano. 

Elisa ricambiò la stretta ricambiando il sorriso.

POV FABRIZIO 

Si rese conto di aver lasciato la finestra aperta quando la brezza mattutina si scontrò con il suo petto. Fabrizio aprì gli occhi fissando i colori del crepuscolo al di là della tenda. Mancava poco all’alba. Si alzò delicatamente cercando di non svegliare la bambina e si mise alla ricerca del materiale per scrivere qualche riga. Si ricordò di aver l’ultima carta all’interno della sua sacca.

Quando si sedette non trovò più le parole adatte. Continuava a fissare la sua divisa riversa sulla poltrona. Poi lasciò che la sua mano mettesse i suoi pensieri su carta.

 

“Cara Elisa,

Mi fa strano scriverti nonostante tu stia riposando a poche pareti da me. Avrei voluto aver il coraggio di entrare a piede teso, chiedendo spiegazioni del perché non sei mai venuta a farmi visita, ma ho deciso di rispettare il tuo silenzio…proprio perché sono stato io a causarlo. Ti confesso di aver immaginato che una volta tolta la maschera tornasse tutto alla normalità: io e te felici nell’invecchiare insieme crescendo i nostri figli.Ho sperato per un attimo di vivere in quelle commedie che eravamo soliti far interpretare a Rivombrosa in Estate. Ieri vi ho visti insieme in biblioteca.L’uomo di un tempo,con egoismo,avrebbe devastato la vostra relazione e ti avrebbe obbligata a star con me con la forza. Ti confesso di non esser più quell’uomo. 

Qualche tempo fa lessi in un libro che se davvero ami qualcuno avrai il coraggio di lasciarlo andare, e io ho deciso di amarti nel profondo per tutta la mia vita. Torno nell’esercito francese, ma verrò durante i congedi a far visita ai miei figli. Spero che questa lettera ti trovi serena, a fianco di un uomo che saprà darti ciò che non sono stato in grado di darti io.

Con amore immenso.

Fabrizio”

 

Il Conte sigillò la sua lettera senza ripensamenti.

Afferrò la divisa e la indossò velocemente. Dopo essersi specchiato aggiustando la sua giacca, si avvicinò ad Agnese baciando la sua piccola fronte. 

Notò la maschera sul comodino, la prese tra le dita e la mise in malo modo nella sua tasca. Posò i suoi occhi su sua figlia per l'ultima volta assicurandosi che stesse dormendo e, uscì dalla stanza accostando la porta. 

Nel corridoio c’era un silenzio quasi innaturale. Si avvicinò alla stanza di Elisa e rimosse il fiocco nero:quella partenza doveva essere un nuovo inizio per tutti. Abbassò lievemente la maniglia e si concentrò sulla sua figura dormiente.

Pensò che fosse bellissima, nonostante le occhiaie svettassero sulla sua pelle candida. Lasciò la sua lettera sul comodino e decise di essere egoista per l’ultima volta. 

Dopo averle accarezzato delicatamente i capelli sfiorò le sue labbra con un tenero bacio. Era arrivato il momento di scappare da quella stanza il più velocemente possibile, altrimenti sarebbe affogato nel suo malessere che come un abile combattente invisibile  schiacciava il suo petto impedendogli di respirare correttamente. 

Quando scese nelle scuderie trovò Angelo seduto appoggiato al muro e con un asciugamano sulle spalle.

“Signor Conte” sussultò.

“Preparami Hermes Angelo”

“Ma che state dicendo? Non posso permettervelo.”

“Angelo ti ricordo che sono il tuo padrone”

“Signore vi parlo con il solo il titolo di amico. Non potete ripartire”

“Ho dei doveri di soldato Angelo”

“Doveri a cui avete rinunciato il giorno del vostro matrimonio”

“Voglio solo rinnovarli” proferì.

“Non pensate ai vostri figli e ad Elisa…”

“Ci sarà qualcun altro a vegliare su di loro in mia assenza e lei sarà felice.Conta solo questo”

“Signor Conte…”sussurrò.

“Ti prego Angelo. Restare qui per me sarebbe come morire. Ti prego” disse per la prima volta aprendo il suo cuore stanco.

Angelo lo fissò nei suoi occhi spenti e dopo qualche minuto uscì con Hermes affidandogli le redini.

“Grazie Angelo” disse sincero

Dopo aver legato la sua sacca lo montò velocemente uscendo dal cortile di Rivombrosa. 

Doveva fare solo una cosa prima di partire, poi sarebbe stato pronto a lasciare andare.

   
 
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