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Autore: Khailea    04/07/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Daimonas-Wyen:
 
I due fratelli non avevano nemmeno avvertito la presenza di Alastor, almeno fino a quando lui non aveva voluto il contrario.
Il padre era fermo davanti all’ingresso, nelle sembianze umane che aveva tenuto per le ultime settimane.
Wyen sentì l’intero corpo tremare dalla paura, ma rimase immobile accanto al fratello che evocò la propria spada.
-“Daimonas, fai attenzione.”- lo avvertì Mostro, l’altro però era troppo carico di rabbia per dargli ascolto.
-Dimmi la verità… mi hai ingannato, non è vero?-
Alastor sospirò contrariato, facendo qualche passo all’interno della stanza.
-Non ti ho ingannato, ti ho mostrato il tuo potenziale.-
-Hai dato l’ordine di uccidere i miei amici!-
-Sono vermi, infime e distruttive creature che non faranno altro che rallentarti. Tu sei un essere superiore, era il momento di elevarti al fango nel quale sguazzano.-
-Non parlare così di loro!-
Furibondo Daimonas si lanciò contro il padre tenendo la spada alta, ogni cellula del suo corpo gli urlava che doveva scappare, che era una follia per la quale avrebbe pagato caro, ma la rabbia lo rese cieco.
Alastor alzò una mano pochi istanti prima che la lama lo colpisse, bloccandola con un solo dito.
-Ragazzo, credi veramente di poterti opporre a me?-
Lentamente l’aspetto del demone cominciò a mutare, abbandonando le sembianze umane.
Il suo corpo crebbe raggiungendo i tre metri, sovrastando quello del ragazzo, la pelle da rosa sfumò in un tenue grigio ed una lunga coda nera comparve alle sue spalle. I capelli crebbero di qualche centimetro, così come le orecchie ora affilate, scurendosi ancora di più diventando completamente neri, e dai bordi della fronte s’innalzarono delle possenti corna dalle punte affilate.
Perfino le vesti cambiarono, diventando da semplice smoking la divisa nera e grigia che contraddistingueva tutti i demoni all’interno del castello.
Solo gli ardenti occhi rossi rimasero gli stessi, ma senza più gli occhiali a nasconderli erano in grado di paralizzare qualsiasi creatura dal terrore.
Qualsiasi cosa fosse quel mostro, non era di certo un padre, né per lui né per Wyen.
Il ragazzo venne sbalzato via dall’altro lato della stanza, ma riuscì con una capriola a toccare il muro con i piedi, saltando a terra senza nemmeno un graffio.
La potenza di quell’essere era oltre ogni portata, non poteva però permettere alla paura di frenarlo.
I suoi amici avevano bisogno di lui.
-Lasciaci andare.-
Il demone sorrise divertito. -Oh, bastava chiedere.-
Un portale comparve alle sue spalle, identico a quello che li aveva portati al castello.
Daimonas lo guardò disorientato. -Cosa…-
Alastor si fece da parte, indicando il portale. -Prego, andate pure. Tutti e due.-
Wyen sembrava ancora più confusa del fratello, e si avvicinò con cautela.
-È una trappola.- sibilò Daimonas, ma Alastor scosse la testa.
-Oh, al contrario, Daimonas. Vi sto offrendo esattamente quello che avete chiesto. Potete andare.-
-Perché dovresti farlo.-
Gli occhi del demone fiammeggiarono, rendendolo ancora più minaccioso.
-Perché non importa dove andrete o cosa farete, io ci sarò sempre. Forse hai ancora bisogno di stare a contatto con quegli esseri, perciò vai pure, e porta con te tua sorella. La sua assenza non cambierà nulla.-
Wyen avvertì una fitta al cuore. Sapeva di essere solo una semplice ombra per il padre, ma almeno finché non ne parlava poteva immaginare una parte di lui ci tenesse, ora invece ne aveva solo la conferma.
Alastor li esortò ad andare con un cenno della mano. -Andatevi, aggrappatevi a questa libertà illusoria, ma ricorda ragazzo, tu mi appartieni, ed un giorno tornerò per realizzare il tuo pieno potenziale.-
Daimonas rimase in silenzio, affrontando lo sguardo del padre per qualche secondo prima di prendere gentilmente la sorella per mano, avvicinandosi al portale.
Cosa avrebbe trovato dall’altra parte? I suoi amici o una trappola del demone?
L’unico modo che aveva per scoprirlo era fare un passo avanti.
 
 
 
 
 
 
 
 
Dall’altra parte del portale la situazione era allo stremo.
Lo scontro non era iniziato da molto tempo ma per i ragazzi cominciava ad essere estenuante, mentre i demoni erano ancora al massimo delle loro forze.
Cirno ed Annabelle tentavano di rallentare il demone urlante da Milton mentre Jack tentava di portarla al sicuro, Ailea, Khal e Yume facevano lo stesso con la donna che si stava scagliando su Seraph, e che era riuscita addirittura a disarmarla slogandole il polso con un ultimo attacco che, parato, era stata l’ultima goccia per la mano della ragazza.
Grace, Zell, Astral e Lacie nel tentativo di proteggere Alexander ed Hope avevano subito numerose ferite dal demone con le lunghe trecce, ed erano talmente stanchi ormai da non riuscire più a fare molto.
Infine Nadeshiko, Ryujin e Johanna, dopo che Vladimir era stato raggiunto da Rahu e Sammy, stavano correndo in soccorso di Lighneers ed Ayame, che a pochi metri da loro avevano il gigantesco demone con la morning-star.
-È la fine…- sussurrò il ragazzo cercando di fare da scudo al corpo di Ayame.
Fu in quel momento che un portale si aprì al centro della palestra, e due figure ne emersero, ed il sangue di tutti si gelò.
Non fecero nemmeno caso alla ragazza dagli occhi verdi accanto a lui, tutto ciò che riuscivano a vedere era Daimonas, con uno sguardo severo in volto, i capelli drasticamente più corti rispetto a prima e la stessa divisa dei demoni che li stavano attaccanto.
-No…- Jack sentì il proprio cuore spezzarsi, e cadendo a terra in ginocchio, con Milton svenuta tra le braccia, fu sul punto di arrendersi.
Quello che gli aveva detto il demone era vero, Daimonas si era unito a quei mostri.
Delusione, colpa, rabbia e disperazione riempirono il cuore del ragazzo.
Anche i demoni si erano fermati, voltandosi verso i due nuovi arrivati.
Il viso di Daimonas era impassibile, ma dentro di sé il cuore gli bruciava dalla rabbia.
-Wyen…-
-Ho capito.- annuì la sorella stringendo l’arco tra le mani.
I corpi dei due cambiarono in pochi secondi, trasformandosi nelle loro forme demoniache.
Nuovamente le corna di Daimonas si allungarono il doppio rispetto al normale, la sclera divenne nera risaltando l’iride azzurra, e dal petto le costole crebbero formando l’armatura protettiva unita alla colonna vertebrale.
Wyen subì un processo simile, la testa venne protetta dal teschio di un canide simile ad una volpe, che lasciava intravedere gli occhi neri dall’iride verde, ed al posto delle orecchie partivano delle corna a spirale, il braccio sinistro infine divenne completamente nero.
Gli amici di Daimonas intravidero il ragazzo fare un solo passo e raggiungere il colosso che stava attaccando Lighneers ed Ayame, ma in realtà la velocità del giovane fu tale da impedire loro di vederne i movimenti.
La testa del demone venne tranciata di netto, ed il suo corpo cadde a terra in una pozza di sangue nero.
Gli altri demoni allarmati lasciarono perdere gli umani concentrandosi su di loro, quello in grado di produrre delle urla assordanti fece per aprire la bocca ma Wyen appena lo fece lo colpì all’interno con ben tre frecce scagliate con una precisione formidabile.
L’arco era come tutti gli altri, ma le frecce erano di pura energia, perciò ne poteva scagliare finché il corpo glielo permetteva.
Il colpo non uccise il demone, ma lo tramortì, permettendo al fratello di raggiungerlo per concludere il lavoro.
Ne rimanevano solo due.
Sia la donna che il demone con le trecce si lanciarono all’unisono contro il ragazzo, tentando un attacco doppio, che servì solo ad accorciare il loro tempo.
Con un solo fendente Daimonas li tagliò in due.
Il silenzio tornò nella palestra, con i ragazzi che a malapena riuscirono a dire qualcosa.
-State tutti bene?- chiese Daimonas guardandoli preoccupato, rendendosi conto solo in quel momento di come poteva apparire.
Non si era nemmeno tolto la divisa…
-DAIMONAS NYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- con le lacrime agli occhi Lacie si lanciò contro di lui, abbracciandolo e stringendolo tra le lacrime. -NYAAAAAAAAAAAAAAAA CI SEI MANCATO NYAAAAAAAAAAAAA!-
Wyen fece un passo indietro, colta alla sprovvista da quel comportamento.
-Ehi Lacie… vacci piano, così lo consumi…- disse Astral permettendo comunque alla sorella di riposare.
Daimonas sentì il cuore scaldarsi di fronte all’affetto dell’amica, per un momento aveva temuto il peggio.
-Mi dispiace di avervi fatto preoccupare…-
C’erano così tante cose da dire, ma la confusione era tale che nessuno quasi riusciva a parlare.
Jack tra tutti avrebbe voluto fare come Lacie, correre verso Daimonas ed abbracciarlo, ma non osava nemmeno provarci, inoltre, il problema principale rimaneva comunque quella divisa.
-Daimonas… molti di noi sono feriti.- ammise Hope guardando i suoi amici, alcuni ridotti peggio di altri.
La prima che il ragazzo notò fu Milton, svenuta tra le braccia di Jack.
-Milton!-
In preda alla preoccupazione corse verso di loro, senza pensare a quello che era successo con Jack un mese prima o a cosa il ragazzo avrebbe potuto dirgli, c’era solo la sua amica che aveva bisogno di lui.
L’altro a sua volta rimase in silenzio, abbassando lo sguardo quando Daimonas si inginocchiò accanto a loro. -Respira ancora… ma ha un braccio rotto.-
Annuendo Daimonas usò i suoi poteri su di lei, sentendosi in colpa per non essere arrivato prima.
-Wyen, puoi occuparti dei miei amici?- chiese alla sorella, che individuò facilmente i feriti.
-Certo.-
Mentre la ragazza si avvicinava a Seraph Jack non poté evitare di chiedersi che tipo di rapporto ci fosse tra lei e Daimonas, sentendo una punta di gelosia.
Allo stesso tempo Milton riprese i sensi, ed il braccio tornò alla normalità.
-Da… Daimonas?- sbattendo le palpebre la ragazza si guardò attorno, vedendo che i demoni erano stati sconfitti. -Grazie al cielo… ci hai salvati.-
Le sue parole aumentarono la colpa nel ragazzo, che abbassò lo sguardo. -Mi dispiace tanto…-
Avevano molto di cui occuparsi, Wyen aiutò a curare la maggior parte dei feriti, lasciando a Daimonas quelli più gravi come Lighneers ed Ayame, nel giro di un quarto d’ora però ciascuno di loro era tornato come nuovo, ed insieme si occuparono di nascondere i cadaveri e ripulire il sangue prima che qualcuno si accorgesse di quanto era successo.
Era quasi l’alba quando terminarono, c’erano però ancora molte cose da discutere.
-Dunque… potresti raccontarci cosa ti è successo?- cominciò Vladimir rompendo il ghiaccio.
-E chi è quella ragazza?- aggiunse Cirno indicando Wyen, al fianco di Daimonas.
Nadeshiko sussurrò qualcosa a Jack. -Ti avevo detto di darti una svegliata.-
Le sue parole erano più affilate dei coltelli, ma se avesse avuto ragione? Se Daimonas l’avesse già rimpiazzato?
Daimonas rimase per qualche secondo in silenzio, cercando di raccogliere le parole, preferendo alla fine cominciare dalle cose più semplici.
-Lei è mia sorella maggiore, Wyen.-
Ed ecco che gli sguardi dei loro amici da diffidenti divennero carichi di sorpresa.
Jack addirittura tirò un sospiro di sollievo.
-Hai una sorella?!- esclamò stupita Sammy.
-E da quando?- aggiunse Cirno, seguita da Yume.
-Dove la tenevi nascosta?-
Perfino per Milton quella era una novità, ed una parte di sé si sentì quasi tradita.
Era il suo migliore amico, si dicevano tutto, allora perché non lo sapeva?
-L’ho appena scoperto anche io, dopo che me ne sono andato. Abbiamo lo stesso padre, ma non la stessa madre, e mentre io sono cresciuto all’orfanotrofio lei è vissuta con lui.-
-Hai conosciuto tuo padre?- chiese Sammy emozionata dall’immagine di un racconto felice come quello nelle favole, non sapendo ancora la dura verità.
-Un momento… quindi, te ne sei andato?-
Ed ecco che la domanda di Ailea raggelò la conversazione.
Per un mese intero l’avevano cercato in preda alla preoccupazione, ed ora scoprivano se n’era andato senza dire nulla?
Stavolta non era una notizia che si poteva perdonare così facilmente, ed anche lui lo sapeva.
-Capisco che siete arrabbiati, e mi dispiace.-
-Non siamo arrabbiati Daimonas…- tentò di rassicurarlo Hope, ma Ayame la fermò.
-Un po’ sì! Prima fai lo stronzo con tutti e poi te ne vai senza dire nulla, e come se non bastasse torni con la divisa dei pazzoidi che ci hanno quasi ammazzati.-
-Per favore, non usare certi toni con lui.- disse Wyen mantenendo una voce ferma.
Nel modo in cui era stata cresciuta le era impossibile che una donna usasse simili parole, ed a prescindere non voleva se la prendesse con il suo fratellino, questo però comprendeva l’amica.
-Che hai detto biondina?- ringhiò l’altra pronta a litigare.
Lighneers le mise una mano sulla spalla. -Zitta e ascolta.-
Con il suo intervento Daimonas fu libero di continuare.
-Avete tutto il diritto di essere arrabbiati con me, non ho intenzione di sfuggire alle conseguenze delle mie azioni. Mi dispiace di avervi trattati male, ero convinto che se avessimo litigato avreste sofferto meno la mia lontananza.-
-È stata l’idea più stupida del secolo.- commentò Ailea, ricevendo un pugno in testa da Seraph.
-Daimonas, siamo tutti tuoi amici. Con le tue parole ci hai ferito, ma siamo subito venuti a cercarti quando abbiamo pensato fossi in pericolo.-
-Già… certe volte tendo ancora a sottovalutare la vostra bontà d’animo.-
-Allora però per favore, spiegaci cosa è successo veramente.-
Sì, era il minimo che poteva fare per loro.
-… d’accordo. Un mese fa, dopo che Sharazade se n’è andata, il professor Rotsala è venuto nella mia stanza per parlarmi…- era il punto del non ritorno, non aveva alcuna intenzione di raccontare a tutti della discussione con Jack, ma per quanto riguardava Alastor… non poteva nasconderglielo. -Mi ha detto di essere mio padre, voleva che lo seguissi, per aiutarmi a scoprire il mio vero potenziale, il vero potere che in quanto demone posso sprigionare.-
Tutti rimasero in silenzio, sconcertati dalla notizia.
-Quindi anche Rotsala è un demone?- chiese Zell rabbrividendo.
Daimonas annuì. -Il suo vero nome è Alastor, e non è un demone qualunque.- era un mostro, un essere in grado di annientare chiunque sia con la forza che con le sue abilità ammaliatrici.
-Durante questo mese mi ha addestrato, quando lo seguì mi disse che un giorno sarei potuto tornare indietro, ed io gli ho creduto sperando di capire meglio la mia natura.-
Non potevano dargli colpe per questo. Per quanto gli volessero bene e fossero tutti suoi amici nessuno di loro riusciva nemmeno ad immaginare cosa significasse essere per metà un demone.
Jack continuò a restare in silenzio, ma un orribile dubbio lo assalì.
Non conosceva il nome del demone al comando di quel gruppo, ma poteva essere forse il padre di Daimonas?
Tentò di scacciare l’idea, ma vista la forza con cui il ragazzo aveva annientato gli altri demoni non era poi così infattibile.
Cosa poteva significare questo per loro?
-Ero convinto di stare facendo la cosa giusta… ma Wyen mi ha raccontato che era stato dato l’ordine di attaccarvi, e sono tornato immediatamente.-
-Quindi avete battuto vostro padre?-
Alla domanda di Johanna i due fratelli ammutolirono.
-… ci ha lasciati andare. Crede di potere giocare con le nostre vite come gli pare.- disse infine Daimonas rabbioso, prendendo un respiro per calmarsi. -Questo è tutto quello che è successo.-
Effettivamente erano moltissime cose da digerire.
Il motivo della sua scomparsa, la verità su Rotsala, anzi, Alastor, e soprattutto l’arrivo di Wyen.
Nella mente di molti del gruppo si fece strada l’idea potesse essere una spia del padre, e che non dovevano fidarsi di lei.
C’era molta tensione nell’aria, ma Ryujin si avvicinò all’amico, guardandolo con un sorriso sincero.
-Beh, direi che per tutti noi l’importante è che ora tu sia tornato. Sono certo rimedierai alle tue colpe, ma per il momento concentriamoci solo sul fatto che tu sia qui, assieme a tua sorella. Vedremo di trovare una stanza per lei al dormitorio.-
Wyen sentendosi tirata in causa abbassò il capo in segno di rispetto. -Vi ringrazio.-
Ormai non mancava molto tempo all’inizio della scuola, perciò tutti poterono andare a farsi una doccia e cambiarsi la divisa, mentre Daimonas che accompagnò Wyen allo sportello informazioni per avere una stanza.
Fortunatamente ce n’era già una libera, perciò nel giro di un quarto d’ora la ragazza aveva già la propria chiave ed una modesta camera da arredare.
-Se hai bisogno di qualcosa, la mia porta è quella.- indicò Daimonas, dopo averla accompagnata.
Wyen aveva preferito non dormire con un ragazzo, visto anche se erano fratelli era sconveniente invadergli la privacy, e non conosceva ancora abbastanza bene le altre.
-Ti ringrazio, andrà benissimo.-
-Troveremo degli arredi per te.-
-Non mi serve molto, ho già la scrivania ed i libri.-
Glieli avevano già dati assieme alla stanza, e nel tempo mancava al suono della campana ne avrebbe sfogliato qualcuno.
-Va bene, ci vediamo dopo allora.-
Anche Daimonas intendeva riposare un po’, e si diresse verso la sua camera, trovandovi però davanti Jack ad aspettarlo.
Nel giro di un mese erano cambiate tante cose, ma non i sentimenti che provavano l’uno per l’altra, purtroppo però rimaneva anche il dolore che si erano causati.
Ora che erano soli avevano un attimo per parlare.
-Ciao Daimonas…-
-Ciao Jack.-
L’eco delle parole del ragazzo risuonarono nella mente di entrambi, appesantendo il silenzio, ma fu proprio Jack a parlare per primo.
-Io… mi dispiace tanto per quello che ti ho detto.-
-Va tutto bene, non devi…-
-No, so che sei una persona molto gentile, ma ho sbagliato. Ti ho ferito, ed ho detto delle cose orribili di cui mi pento molto.-
Si, l’aveva fatto soffrire, ma entrambi erano stati male per l’accaduto.
Per tutto quel tempo aveva pensato Jack lo odiasse, sapere che non era così gli aveva tolto un grosso peso di dosso.
-Mi rendo conto che ci vorrà del tempo, ma voglio sistemare le cose tra di noi.-
-Anche io lo voglio Jack.-
Forse non sarebbero tornati subito come prima, entrambi però confidavano un giorno di riappacificarsi completamente, e di dimostrare all’altro quanto fosse importante.
-Allora, ci vediamo in classe.- disse Jack abbozzando un sorriso.
-Non vedo l’ora.-
Il ragazzo si allontanò salutandolo con un gesto della mano, con un sentore amarognolo sulle labbra, e Daimonas entrò nella propria camera, trovando il cappello di Albert dove l’aveva lasciato.
Avvicinandosi lo raccolse, accarezzandolo delicatamente.
Tante cose erano cambiate, ormai non voleva più nascondere chi era, ma quell'oggetto, fidato compagno di tanti giorni sventurati, gli sarebbe rimasto sempre caro.
-Sono a casa…-
   
 
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