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Autore: Rjsecretful    05/07/2022    1 recensioni
Kagome è molto impegnata, ultimamente, tra lo studio, la sua missione nell'Epoca Sengoku e... la recita di Natale. A una settimana di distanza dal giorno dell'esibizione accade un incidente che le causa enormi ostacoli, ma che le riserva anche momenti bellissimi, che divengono un importante ricordo della sua adolescenza.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Shippou | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kagome rincasò tardo pomeriggio, di ritorno da scuola. Immediatamente andò in bagno per riempire la vasca e prepararsi a fare il bagno giornaliero, intenta a smaltire la tensione del giorno. I preparativi per la recita di Natale erano diventati sfiancanti, poiché mancava una settimana al giorno dell'esibizione. Lei e i suoi compagni avrebbero dovuto fare una coreografia di balli latino-americani. Nella sua classe c'era un numero pari di ragazzi e ragazze, e dunque era stato deciso che loro avrebbero fatto una danza a coppie.
Quando la vasca fu piena, nel frattempo Kagome si era svestita e si era già lavata con acqua e sapone, dunque era pronta per l'immersione. Entrò in acqua e si rilassò, lasciando fluire tutti i pensieri. Si sdraiò facendo immergere il corpo fino al collo e sollevò il capo verso l'alto, divagando con la mente. Pensò a quanto reggere il ritmo con la scuola, in queste occasioni speciali, fosse dura, dovendo, nello stesso tempo, continuare a studiare e saltare tra passato e presente. Non vedeva l'ora che la recita finisse, così che si potesse prendere un momento di tregua, se se lo fosse potuto permettere. Probabilmente sarebbe stato difficile rilassarsi, se pensava al fatto che, con tutte le certezze del mondo, il suo ragazzo le avrebbe fatto pressione per riprendere la ricerca dei frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti. Anzi, era molto facile che, da un momento all'altro, avrebbe perso la pazienza e avrebbe attraversato il pozzo che separava le loro epoche per starle addosso e controllare quello che lei faceva.
Ah, spero almeno che non mi venga a cercare mentre la recita è in corso...
Pensò Kagome.
So già cosa farebbe: salirebbe sul palco di tutto punto e mi trascinerebbe via...
Immagina che figura mi farebbe fare coi miei compagni...
Kagome sospirò. A dire tutta la verità, non era solo questa questione a preoccuparla. Da quando aveva iniziato le prove per l'esibizione, si stava domandando se sarebbe stato giusto invitare Inuyasha a vederla. Ma aveva preferito non farlo, non gli aveva nemmeno detto in che cosa consisteva la recita, perché di sicuro, se avesse saputo che la sua ragazza avrebbe dovuto ballare con qualcuno che non era lui, si sarebbe ingelosito e avrebbe fatto l'impossibile per impedire a Kagome di partecipare alla recita, scatenando un putiferio.
Già, me lo farebbe pesare per un anno intero... Ballare con qualcuno che non è lui...
Qualcuno... che non è... Lui...?!

In quel momento a Kagome venne una fantasia assurda. Immaginò sé stessa mentre ballava il tango insieme a Inuyasha. La ragazza non permise alla propria mente di andare oltre con l'immaginazione e, con le mani si coprì il viso per l'imbarazzo e si agitò nella vasca.
Ah, ma andiamo! Cosa vado a pensare?!
Non esiste nella maniera più assoluta che lui faccia con me quel tipo di balli...
Nella sua epoca, del resto, non sanno nemmeno cos'è un treno...

Ci metterebbe cento anni per riuscire a ballare in quel modo, e anzi, gli si annoderebbero le gambe...
Nonostante quanto si era detta, però, in realtà, le sarebbe piaciuto fare, insieme a Inuyasha, un po' più di cose che avrebbero potuto fare in compagnia, se fossero stati una coppia moderna. Vivere l'amore nel modo in cui lo si viveva nel periodo feudale era senza dubbio una cosa da film romantico, però non era sempre facile adattarsi ad un epoca in cui regnava una mentalità così lontana da quella con la quale era cresciuta Kagome, per quanto lei amasse Inuyasha.
Toc toc
La ragazza sentì bussare alla porta del bagno, e lei rispose.
“Sì?”
“Sorellina, sei quasi pronta? Mamma tra poco impiatta la cena.”
“Ah, va bene. Allora comincio a prepararmi. Grazie, Sota.”

La cena trascorse fra i gustosi piatti della madre e le solite chiacchiere familiari. Nello stesso tempo, i pensieri di Kagome erano ancora fissi sulle riflessioni che aveva avuto durante il bagno, ma fece di tutto per non darlo a vedere, sperando che il discorso non arrivasse a toccare l'argomento Missione Epoca Sengoku. Non le andava proprio di parlare dei suoi affari nel passato, dopo tutto quello che le era venuto in mente; non voleva assolutamente che la famiglia le chiedesse perché non aveva invitato il suo ragazzo a vedere lo spettacolo della scuola.

Dopo cena, la studentessa preliceale cercò di mantenere ancora un poco le forze per riuscire a studiare qualcosa, decisa anche a smettere di pensare alla recita e a Inuyasha. Proprio quando prese la concentrazione, entrò in camera la mamma, con il cordless in mano.
“Kagome, è Ayumi-chan. Vieni!”
“Ah, è lei! Dille che sono occupata e che non posso parlarci.”
“Veramente ha detto che si tratta di una cosa importante, e che devi assolutamente rispondere.”
Kagome restò un attimo in silenzio, prendendosi un attimo di respiro.
“Ho capito, passamela!”
L'adolescente tese il braccio, pronta a ricevere la cornetta. La mamma gliela porse, e la ragazza l'avvicinò all'orecchio, mentre la madre uscì dalla stanza
“Ciao, Ayumi-chan! Dimmi in fretta che c'è, sto studiando.”
“Temo che ti ruberò invece del tempo. È successo un bel guaio.”
“Come?” esclamò Kagome, che iniziò a sentire la tensione salire.
“Il tuo partner per la recita ha avuto un infortunio e non può partecipare. Sei sola!”
“Eeeeeeeehhhh?!” Kagome scattò in piedi, in preda all'ansia.
“Ma è assurdo! Non può essersi infortunato proprio adesso, sembra una scena da commedia televisiva.” esclamò.
“Lascia stare queste cose.” replicò la compagnia di classe, dall'altra parte del telefono. “Il problema adesso è come risolviamo la cosa.”
“E che ne so? Così di punto in bianco non riesco neanche a riflettere. Non possiamo chiedere ad uno studente di un'altra classe, a Hojo, per esempio.”
“Non si può, sono tutti occupati con le loro prove. E non credo che, in poco tempo, anche se trovassimo qualcuno, si riuscirebbe a fargli trovare spazio per sostituire il tuo partner.”
“E allora non potete fare il numero senza di noi? Cambiate la coreografia e la finiamo lì.”
“Ma la tua è la coppia protagonista, quella attorno a cui ruota la scena. Senza voi due si rovina la composizione. E comunque abbiamo poco tempo, non possiamo cambiare tutto dall'oggi al domani.”
“E allora che cosa vuoi che faccia?”
“Devi trovare qualcun altro, qualcuno di esterno. È una cosa difficile, ma è l'ultima carta che ci rimane. Non hai degli amici, al di fuori della scuola? Oppure...”
Le ultime parole che Ayumi disse, dopo la breve pausa di silenzio, fecero gelare il sangue di Kagome, e salire i brividi lungo la schiena.
“Stai scherzando, vero?” disse la ragazza
“Ti sembra una situazione in cui c'è da scherzare?”
“Ma non ci penso proprio! Questo è... è...”
“Qualunque sia la ragione che ti preoccupa, fatti forza e trova al più presto una soluzione. Se anche quello che ho detto fosse l'ultima possibilità sulla faccia della Terra, coglila! Quindi spremiti le meningi, o non ti darò più i miei appunti.”
“Cosa? Ma, ma, ma... Aspetta...”
Tuu... Tuu... Tuu...
Inutile, l'amica aveva riattaccato.
Kagome premette il pulsante di chiusura della telefonata. Si accasciò sulla sedia della scrivania ed emise un sospiro di sconforto...
Guarda cosa mi tocca fare... Non ho proprio altra scelta...
La studentessa alzò le mani e gli occhi al cielo.
“Che Dio me la mandi buona!”

 

“No!” disse secco Inuyasha, tenendo le braccia conserte e rimanendo ritto in piedi.
“E perché? Non ti chiedo mai dei grossi favori. Piuttosto sono io che te ne faccio sempre, dovendo raccogliere tutti i frammenti e, nello stesso tempo, reggere il ritmo con la mia vita nel mio mondo. Potresti almeno farlo per riconoscenza!” disse Kagome con le mani congiunte come in preghiera.
“Ho detto di no! Vieni a chiedermi di farti un favore, dopo che non mi hai neanche detto che dovevi fare una danza con qualcuno che non ero io?!”
Ecco, lo sapevo! Se l'è presa... Potevo anche inventarmi una bugia, ma che gli potevo dire?
“Beh, sei anche tu che mi constringi a mentirti! Se una volta tanto passo del tempo con qualcun'altro diventi subito geloso. Se te lo avessi detto che avresti fatto?”
“Che domande? Sarei venuto a prenderti e ti avrei fatto tornare qui immediatamente!”
“Appunto! Non solo non capisci che io ho i miei doveri anche come studentessa, ma non ti fidi di me. Ti ho mai dato motivo per non credere nella mia buona fede?” disse Kagome, arrabbiata.
Inuyasha rimase un attimo di sasso, e poi tornò subito ad essere scontroso.
“Stupida! Certo che mi fido di te, piuttosto sei tu che non ti fidi di me.”
Kagome discostò lo sguardo e storse il muso.
“Sarà, però resta il fatto che questo favore me lo devi, visto quanto sgobbo per te.”
Inuyasha rimase ostinato, e parlò seriamente.
“Kagome, non ci vengo con te a fare quello stupido ballo!”
La ragazza non smise di mostrarsi arrabbiata e gli voltó le spalle, avvicinandosi alla bicicletta, con l'intenzione di tornare al pozzo che collegava la sua epoca con quella in cui si trovava attualmente.
“Fai come ti pare! Allora ti puoi scordare che ti porto ancora del Cibo Ninja, e ti faccio mangiare il curry, invece. Quello che ti ustiona la lingua.”
Kagome si mise a cavallo della bici e iniziò a pedalare.
“Ehi, aspetta! Torna subito indietro...” disse il mezzo demone, pronto a seguirla.
“A cuccia!”
SBAM
Inuyasha cadde di botto al suolo, come sempre succedeva appena la giovane sacerdotessa pronunciava quella fatidica frase. Quando lui iniziò a riprendersi dalla caduta, lei era già sparita.
“Dannazione!” disse Inuyasha mentre, a stento, si rialzava. Rimessosi in piedi, si pulì i vestiti dalla terra che gli si era attaccata e, in seguito, si voltò verso i compagni, che avevano assistito a tutta la scena, appoggiati al recinto dell'orto del villaggio.
“Beh, che avete da guardare zitti zitti? Pensate anche questa volta che sia colpa mia?”
“Ah-aah...” il monaco, la sterminatrice e il cucciolo di demone volpe annuirono sfacciatamente.
“Tsk, ma certo! Alla fine la parte del torto me la devo sempre prendere io.”
“Francamente non capisco perché ti rifiuti di darle una mano.” disse il bonzo Miroku. “Eppure fai sempre tanto per lei, anche senza che te lo chieda. Se, una volta tanto, ti chiede qualcosa, non è la fine del mondo.”
“Non voglio fare quella stupida danza che, oltretutto, sembra strana.”
“Ma come? Eppure ne hai fatte di cose che non ti piacciono, per Kagome. Perché questa invece no?” chiese Sango.
“Io odio ballare! Già detesto cantare e suonare, anzi, odio tutte le arti. Quindi figurati se mi piace danzare.”
“E perché? Ti è forse capitato qualcosa che non vuoi dire?” disse Shippo.
Inuyasha rimase in silenzio, senza neanche battere ciglio. Allora Shippo fece un sogghigno divertito.
“Non è che hai solo paura?”
“Che hai detto, moccioso?” sbottò il mezzo demone, col pugno alzato.
“Ah, pare proprio di sì. Tu hai paura di esibirti, ti vergogni di danzare. Ah ah ah... Questa sì che è bella!”
Vedendo che il cucciolo stava iniziando a prenderlo in giro e divertirsi, Inuyasha s'irritò e, come spesso accadeva nei suoi battibecchi con il volpetto, divenne violento e gli riempì la testa di pugni. Dopo l'ultima botta, Shippo iniziò a piangere rumorosamente.
“Io non ho paura di niente!” disse il demone cane. “E voi altri due? Credete anche voi che me la faccia sotto per una banalità simile. Bene, allora ve lo faccio io chi ha paura!”
Detto questo, Inuyasha girò i piedi e scattò con uno dei suoi altissimi salti, diretto verso il pozzo mangiaossa. Miroku, Sango e Shippo, che ancora singhiozzava, lo guardarono allontanarsi quasi esasperati. Il monaco e la sterminatrice di demoni emisero un sospiro.
“È veramente un tipo impossibile! Devi per forza usare i colpi bassi, per farlo ragionare.” disse Sango.

 

Quella sera stessa, dall'altra parte del pozzo, Kagome era pronta per iniziare a insegnare a Inuyasha i passi della coreografia, nell'ampio cortile della sua residenza familiare. Dopo una breve discussione che avevano avuto, in seguito all'improvviso cambiamento d'idea del giovane demone, avevano deciso di mettere da parte la lite che avevano avuto nell'Epoca Sengoku e di collaborare.
“Bene!” disse Kagome, con l'indice alzato in atteggiamento di comando. “Cominceremo con una breve introduzione delle basi dei balli latino-americani.
“Mi spieghi, almeno, perché ho dovuto indossare questa... Tuta? Si chiama così, vero?” disse Inuyasha, messo nella sua solita posa composta che prendeva quando era serio. Era vestito con dei semplici pantaloni sportivi, di colore nero, e una t-shirt bianca in tinta unita.
“Con quei vestiti ampi che metti di solito finiresti con l'impicciarti e ti verrebbe più difficile ballare. E poi, tanto, dovrai comunque mettere degli altri vestiti idonei per la recita. Almeno così inizi ad abituarti al nostro abbigliamento.”
“Devo pure mettere degli altri vestiti?! Perché? Non vanno bene questi?”
“Certo che no!” disse Kagome con le mani rivolte al cielo. “Per gli eventi importanti ci vuole stile, e poi se si fa un'esibizione bisogna che tutti si conformino. Dai, su!”
La ragazza si avvicinò al mezzo demone e gli sciolse le braccia, che teneva ancora conserte, aiutandolo a posizionarle.
“Ecco qua. Con la mano sinistra mi tieni il fianco, e con la destra prendi la mia sinistra. Il palmo devi rivolgerlo verso l'alto, e nel mentre io ti appoggio la mia destra sulla tua spalla. Divarica di più i piedi... Così, bene. Anche se ti do io le istruzioni, teoricamente devi essere tu a condurre, quindi dove andranno i tuoi piedi andranno i miei. Perciò non ti preoccupare di dover seguire me. Bene così! La posa l'hai presa...”
Mentre Kagome parlava, Inuyasha tentò di seguire a ruota quello che lei diceva, posizionandosi come lei indicava.
“Ora ti farò vedere, grado per grado, i passi che dovrai fare. Li faccio prima io e poi dovrai farli tu, accompagnandomi. Per il momento va anche bene se guardi giù, però dopo che avrai appreso i passi, dovrai smettere di guardarti i piedi e tenere gli occhi rivolti verso di me.”
“Oh, magnifico! E io devo fare tutte queste cose e impararle a memoria in sette giorni. È persino peggio che studiare un sutra.” protestò il ragazzo orecchiuto.
“Per adesso pensa a fare quello che dico. Dopo che la recita sarà finita, ti potrai lamentare quanto vuoi.” disse la ragazza, abbassando il tono della voce, in modo più rabbioso.
Le prove cominciarono. Dapprima Kagome insegnò a Inuyasha i passi, lasciandolo danzare in modo lento per fargli prendere la mano. In seguito lo aiutò a seguire il tempo, facendo in modo che i suoi movimenti stessero al passo con il conteggio che lei gli dava, e una volta che si furono coordinati, provarono con la musica in sottofondo. La canzone scelta per la coreografia era Torero del cantante latino Chayenne*. La musica, inizialmente, mandò in confusione il demone. Non era abituato ad un tipo di musica che gli era così estraneo e difficilmente riuscì a sentirvi il ritmo con cui la sacerdotessa gli aveva fatto preparare i passi. Esattamente come aveva pensato la sera prima Kagome, al ragazzo con le orecchie da cane si annodarono le gambe, rischiando più volte d'inciampare e far cadere a terra tutti e due. Le difficoltà vere vennero quando iniziarono a fare le mosse più difficili, tra cui il casquet e quando Inuyasha doveva prendere Kagome e sollevarla in alto. Mancò spesso il momento giusto per prenderla, arrivando troppo in anticipo o troppo tardi, cogliendola alla sprovvista o lasciandola, involontariamente, cadere. Con il casquet, invece, a volte gli sfuggiva la presa, e tra le cose che furono più toste per il demone fu il dover imparare a sciogliere e agitare i fianchi.

I primi giorni andarono avanti così. Ci furono dei miglioramenti, ma ogni volta che Inuyasha doveva apprendere una nuova fase della composizione, s'irritava facilmente e si spazientiva. Una di queste giornate, in pieno pomeriggio, esaurì la pazienza e sembrò sul punto di gettare la spugna.
“Ma che ti prende? Non puoi mollare proprio adesso, domani dobbiamo cominciare a provare insieme ai miei compagni.” disse Kagome.
“Ci rinuncio! È una stupidaggine, chi l'ha inventata questa danza assurda?”
“E andiamo! Su, tu non sei il tipo che si arrende senza essere andato fino in fondo...”
“Io vado in fondo se ne vale la pena. Chi me lo fa fare, dopo tutto? Non ci sto guadagnando niente.”
“Non lo faresti neanche per dieci ciotole del tuo preferito Cibo Ninja? Neanche per dimostrare ai nostri amici che non hai paura?”
“Ah, che me ne importa di quel che pensano?! Come al solito, mi sono fatto prendere la mano.”
Inuyasha, lasciando dette queste ultime parole, iniziò a camminare verso la casa di Kagome.
“Ehi, e ora dove stai andando?” chiese lei.
“A prendere un bicchiere d'acqua. Anche se siamo in inverno, sono tutto sudato a forza di fare queste prove. Dammi almeno un attimo di tregua. E stai tranquilla, che non scappo nel pozzo.”
Qualche minuto più tardi, Inuyasha entrò in camera di Kagome e si sedette accanto al suo letto, bevendo un succo di frutta con ghiaccio, come mamma Higurashi gli aveva consigliato, sostenendo che gli zuccheri lo avrebbero aiutato a concentrarsi nelle prove di danza. In seguito anche Kagome entrò.
“Ah, sei qui!” disse la ragazza, che si avvicinò al mezzo demone e gli si sedette vicino, mentre lui la fissò con la sua naturale espressione seriosa, senza dire nulla.
“Non ti farò pressione, mentre ti prendi un momento di pausa. Ma se hai voglia di chiacchierare...”
“Va bene, non ho nulla in contrario.” disse Inuyasha.
“Sei arrabbiato con me?”
“No, sono solo stanco.”
“Ho capito! Allora per oggi, se non ti va di continuare, ci fermiamo qui. Possiamo comunque fare le prove con la classe, a partire da domani. Anche se sbagli ancora qualcosa, stai andando bene lo stesso.”
“Ah, davvero? Pensavo di essere ancora al livello zero.”
“Già, capisco. È naturale, in fondo. Mi sembra che, d'altro canto, non ti piace per niente danzare.”
“Io detesto ogni forma di arte scenica.”
“Ma come mai odi così tanto gli spettacoli? C'è qualcosa, in particolare, che non ti piace? Non è che, quando eri piccolo, ti facevano paura i burattini?” disse Kagome, facendo un sogghigno malizioso, che incalzò il giovane demone.
“Ma non dire stupidaggini!” disse lui, in modo animoso. “Perché dovrei avere paura di oggetti inanimati?”
“Stai calmo, stai calmo... Non lo pensavo affatto che tu ne avessi paura, volevo solo scherzare per alleggerire l'atmosfera.”
“E va bene.” disse Inuyasha, che tornò tranquillo e rilassò le braccia, dopo averle agitate all'aria. “Comunque, se proprio vuoi saperlo, una volta sono andato con mia madre e la sua ancella in città per un matsuri ed è successo che ho visto uno spettacolo di danza.”
Kagome osservò Inuyasha incuriosita, mentre lui raccontò.
“Mi ero allontanato un momento, per esplorare e, quando ho visto l'esibizione, sono rimasto incantato. Le persone sul palco danzavano come se stessero fluttuando nell'aria e allora io, ingenuamente, sono salito e hi provato a seguire i loro movimenti.”
“E poi cos'è successo?”
“Indovina! Appena hanno visto che ero un demone, non solo mi hanno cacciato tutti in malo modo, ma gli spettatori mi hanno tirato il cibo addosso.”
Kagome restó sbigottita.
“È solo per questo che odi gli spettacoli?” disse lei.
“Tsk, fosse solo quello... Le ho dovute sopportare anche durante le cerimonie e gli eventi importanti del palazzo in cui vivevo con mia madre, durante i quali ho fatto anche io delle esibizioni di danza, musica e canto. Mentre interpretavo sentivo le maldicenze della gente che osservava.”
Kagome sentì una forte pietà per Inuyasha. Aveva sempre saputo che lui aveva passato tanti brutti momenti, a causa del fatto di essere per metà demone. Eppure, ogni volta che gli sentiva raccontare un episodio della sua infanzia che non conosceva, la sacerdotessa provava ancora un'infinita tristezza. E come ogni volta, lei non mancò di consolarlo e poggiò la propria mano su quella del ragazzo, che era, a sua volta, poggiata sul ginocchio della gamba incrociata con l'altra.
“Mi dispiace, lo so che per te può essere stata dura. Perché non me ne hai parlato? Se lo avessi fatto, sarei stata più delicata nel chiederti di aiutarmi.” disse Kagome, con un tono pieno di compassione.
“Tsk, non mi piace piangermi addosso.”
“Ad ogni modo, però, ti assicuro che nessuno ti tirerà della roba addosso. Anzi, prometto che, se sbaglierai, chiederò a mamma, Sota e il nonno, di non prenderti in giro.” replicò la ragazza, accarezzandogli la mano.
Inuyasha si voltò verso Kagome e vide la sua espressione sincera e comprensiva. Le sue parole lo avevano rasserenato, e dopo aver incrociato i propri occhi con i suoi, sentì tornare la determinazione. Discostò lo sguardo, preso un poco dall'imbarazzo.
“D'accordo, mi hai convinto. Possiamo continuare ancora un po', risolveremo questa faccenda e salveremo la tua recita.” disse deciso.
Le prove continuarono per il resto del pomeriggio, e i due riuscirono ad arrivare fino alla fine della coreografia, imparando tutti i passi. Dal giorno successivo, come fu da programma, andarono insieme a scuola e fecero i preparativi con la classe di Kagome. Naturalmente, Inuyasha dovette nascondere le orecchie da cane, indossando una bandana. Fortunatamente, grazie a essa, lui e Kagome non dovettero neanche preoccuparsi di come mascherare le orecchie, perché quella bandana dieda ai compagni di scuola l'idea di fargliela indossare come costume dell'esibizione.

Gli ultimi giorni proseguirono con le prove di gruppo, durante le quali il mezzo demone ebbe modo di socializzare e conoscere anche la classe della sua ragazza. Se la cavò piuttosto bene e riuscì a interagire e raccontare di sé stesso senza lasciar trasparire né di provenire dal passato, né la propria natura, come era successo quando aveva conosciuto le migliori amiche di Kagome, sulle quali, senza neanche farlo apposta, era riuscito a fare colpo e a dare una bella impressione. Si sentì fare molte domande, tra cui anche alcune di quelle che gli avevano rivolto Yuka, Eri e Ayumi il giorno che erano venute a trovare l'amica, accidentalmente mentre lui si trovava nel presente. Le ragazze lo trovavano affascinante, e i ragazzi lo definirono un ganzo stratosferico e originale. Vedere tutto ciò rassicurò anche Kagome, che aveva temuto che far conoscere Inuyasha a tutti i suoi compagni non sarebbe filato così liscio come quando aveva incontrato le sue amiche, e le diede anche gioia. Era davvero felice di aver avuto l'opportunità di presentare il suo ragazzo a tutti, facendo smentire tutti i pregiudizi che molti si erano fatti.

E finalmente venne il giorno prestabilito. La recita era iniziata nel primo pomeriggio, e ormai era calata la sera. Il turno della classe di Kagome era vicino. Tutti i ragazzi e le ragazze erano vestiti con abiti di colore nero e rosso. I maschi avevano i pantaloni e jilet neri. Sotto questi ultimi avevano una camicia rossa. I vestiti delle femmine erano interamente rossi, con la parte del busto che copriva a mala pena il seno e per il resto era scollata, mentre la gonna era svolazzante e arrivava fino al ginocchio. Gli abiti di Kagome e Inuyasha, che erano la coppia principale, avevano i colori intonati con tutti quelli degli altri, ma la gonna della ragazza era in tulle e il busto era ornato di glitter. Il mezzo demone, invece, in più aveva solo un foulard argentato annodato intorno al collo come una cravatta, e la bandana in tinta col jilet e i pantaloni. Inuyasha fece molta fatica ad abituarsi a quegli abiti che, rispetto al suo solito kimono e alla tuta che aveva indossato durante le prove, erano aderenti e gli davano prurito. Infatti, dopo averli indossati proprio quando mancavano solo tre turni per la loro danza, per la maggior parte del tempo si grattò a sangue, subendo i rimproveri di Kagome, mentre attendevano dietro le quinte.
“La vuoi smettere di grattarti? Se vai avanti così, con le unghie che ti ritrovi, finirai con lo strapparti i vestiti.” disse la ragazza, sotto voce, per non farsi sentire dalla classe.
“Uffa!” replicò il demone cane “Come vuoi che faccia a ballare con questi cosi che mi pungono dappertutto? Io non li sopporto i vestiti del tuo mondo, e soprattutto odio queste scarpe chiuse. Mi gonfiano i piedi. Almeno queste non si potevano evitare? Preferivo quella tuta.”
“Non è il momento buono per discuterne. Cerca di resistere, tanto ancora due turni e dopo tocca a noi. Il numero durerà solo una cinquina di minuti, ce la puoi fare.”
“Ehi, voi due, tutto a posto?” intervenne all'improvviso Yuka, notando la tensione nella coppia protagonista.
Prima che Inuyasha potesse anche solo fiatare, Kagome rispose per tutti e due con un risolino imbarazzato.
“Sì, sì, tutto bene. Ci stavamo solo preparando psicologicamente.”
“Bene, perché i penultimi prima di noi hanno appena finito. Quindi tenetevi pronti!”
“Certo!” rispose la sacerdotessa, alzando il pollice.
Yuka si rivoltò verso il palco, e l'amica, dietro di lei, emise un sospiro di sollievo. Nello stesso momento, all'improvviso, Inuyasha si dimenticò di quanto lo pungeva il costume di scena e si sentì piombare addosso una nube cupa, una nube di titubanza. Si rese conto che, da quando aveva memoria, non era mai salito su un palco. Non sapeva spiegarsi perché, ma adesso che stava arrivando il momento fatidico, si sentiva teso. D'istinto afferrò la mano di Kagome, che era al suo fianco, e gliela strinse forte, suscitando la preoccupazione dell'adolescente.
“Che cosa c'è, Inuyasha?” chiese lei.
“Non so perché, ma mi sembra di non potercela fare.” rispose lui.
Kagome sfregò la mano libera sul braccio che le teneva l'altra.
“È solo ansia da palcoscenico, non è niente. Non ti è mai capitato di sentirla, quando hai fatto gli spettacoli al palazzo di tua madre?”
“Non so cosa sia questa ansia da palcoscenico, ma è naturale che sia agitato. È la prima volta che danzo questo cha cha cha o... Come si chiama? E devo farlo davanti a tutte quelle persone.”
Kagome fece un sorriso di compassione e usò la mano libera per poggiarla sul mento di Inuyasha e girargli il capo verso di lei, guardandolo con gli occhi dolci.
“Ehi, stai tranquillo! Non preoccuparti del pubblico. Fai finta che ci siamo solo io e te, pensa come se non ci fosse nessuno.” disse la ragazza.
Inuyasha arrossì e, senza accorgersene, allentò la presa della mano. Si sentì quasi stupido, aveva passato momenti ben peggiori, e nonostante tutto si era agitato per un semplice spettacolo di danza, dimenticandosi che c'era Kagome, insieme a lui. E per che cosa, alla fine? Per dei banali traumi infantili? I suoi occhi tornarono ardenti, e con un sorriso fiero guardò davanti a sé, senza lasciare la mano che un attimo prima stava stringendo. Il momento decisivo arrivò e Yuka si rivolse nuovamente alla compagna di classe e al suo partner.
“Forza, ragazzi. Mettetevi davanti all'entrata del palco, siete voi che dovete aprire la nostra entrata.”
“Sì. Eccoci, Yuka-chan. Dai, Inuyasha. Andiamo!”
“Certo!”
La coppia si mise in testa alla fila, divisa due a due e, sulla soglia dell'entrata, rimase ferma ad attendere che il preside della scuola facesse la presentazione. I loro cuori battevano a mille, ma non si lasciarono sopraffare dalle emozioni. L'introduzione che venne fatta fu intensa. Dopo che il preside disse il nome della classe, Inuyasha e Kagome entrarono in scena, tenendosi sempre le mani e sollevandole in modo vistoso. Si posero al centro del palco, mettendosi in posa e attedendo l'entrata del resto della classe. Quando tutti furono pronti, ci furono alcuni secondi di silenzio. In quegli istanti, Inuyasha e Kagome, messi nella loro posa, avevano i propri visi posti l'uno di fronte all'altro, e la cosa fece sì che i loro occhi s'incrociassero di nuovo. Provarono una strana sensazione. Stavano davvero per danzare insieme come una vera coppia. Lo avvertirono chiaramente, i loro pensieri erano sintonizzati, le loro anime stavano vibrando all'unisono. La musica partì e, agendo in modo spontaneo, come se gli venisse naturale, iniziarono a danzare con scioltezza. Fecero prima dei piccoli passi, seguendo il ritmo d'apertura della canzone, e appena la musica attaccò forte, si lasciarono andare danzando in modo sfrenato, completamente fusi con le note della canzone.

 

 

Fecero dei passi rapidi, muovendo i piedi in modo sincronizzato, seguirono delle giravolte, Kagome fece dei salti e Inuyasha la prese al volo, sollevandola in alto come si era esercitato a fare, fece una giravolta tenendola ben sollevata, mentre lei stava ritta e ben ferma in una posa a croce. Fecero dei casquet perfetti e molti altri movimenti scatenati e appassionati, e, al gran finale, fecero un altro casquet: Kagome si lasciò cadere all'indietro, inclinando anche il capo, mentre Inuyasha con un braccio la teneva dalla schiena e con l'altro le sollevò, in modo sensuale, la coscia.
All'immediata chiusura delle danze, la folla scoppiò in un applauso pieno di entusiasmo, accompagnato da urla di acclamazione. La classe sciolse le pose con cui aveva chiuso l'esibizione e ringraziarono calorosamente il pubblico con le parole, coi baci e facendo saluti con le mani. La coppia protagonista fu sbalordita da tanto clamore. Entrambi erano stati tesi per un'intera settimana e, anche se avevano sperato con tutti sé stessi che sarebbe andato tutto bene, non si sarebbero mai aspettati che avrebbero catturato così tanto le emozioni degli spettatori. Ma quello più incredulo tra i due era Inuyasha. In vita sua non si era mai sentito come in quel momento. Mai aveva ricevuto tanta approvazione. Tutto quello che vedeva e sentiva non gli sembrava reale, tanto che quasi sentì salire l'agitazione che, fino allora, aveva trattenuto per Kagome. Quest'ultima gli prese la mano e camminò lesta in avanti, inducendolo a seguirla. All'orlo del palco, Kagome si fermò e sollevó in alto il braccio insieme a quello del ragazzo demone, facendo riscatenare la folla in altri applausi. Allora, il demone cane arrossì violentemente, divenendo totale preda delle sue stesse emozioni, per le quali dovette mantenere a fatica la calma.
“Kagome...” sussurrò piano, mentre cercò d'indurre la partner ad abbassare le braccia. “Dai, basta! Ci stanno guardando tutti...”
“Su, avanti...” replicò la ragazza. “Momenti come questo capitano poche volte nella vita. Goditelo!”
Inuyasha, però, non era certo tipo da lasciarsi troppo andare e godersi appieno un tale momento di gloria. Perciò si limitò solitamente a lasciarsi trascinare dalla corrente, aderendo passivamente alla serata, che proseguì tra le felicitazioni degli spettatori, di tutti gli alunni che si compiacquero dei propri successi ed un rinfresco fatto di stuzzichini, drink e bibite. Fino a tarda sera, Inuyasha ebbe pochi momenti di tregua, perché continuò a ricevere complimenti da tutti i compagni di Kagome, che non facevano che esaltarlo. Si sentì talmente sommerso di elogi, che divenne sempre più incredulo di essere riuscito in una tale impresa, per la quale aveva dovuto sconfinare un territorio del mondo della sua ragazza che ancora non aveva conosciuto.
“Fratello, sei stato veramente un superfigo da paura!” disse un ragazzo.
“Non c'è di che.” si limitò a rispondere il mezzo demone.
D'un tratto una ragazza gli afferrò il braccio e ci provò spudoratamente con lui. Ma, prontamente, arrivò Eri, che subito la allontanò dal ragazzo cane.
“Gira a largo, bella. Lui è di Kagome-chan.”

A fine serata, Inuyasha e Kagome si cambiarono gli abiti e, finalmente, a mezzanotte passata, la famiglia Higurashi e il demone s'incamminarono verso casa.
“Ah, finalmente ce ne andiamo! Cominciavo a sentirmi in una gabbia di avvoltoi...” commentò il giovane orecchiuto.
“Giá, sarai stanco... Beh, lo siamo un po' tutti.” disse Kagome. “Però hai visto che, alla fine, non è stato tanto difficile? È stata questione di pochi minuti.”
“Sì, se non conto che ho dovuto passare tutto il giorno ad aspettare il nostro turno, e tutta la confusione che è venuta dopo.”
Kagome fece un sorriso leggermente amaro e rimase in silenzio. Dopo tutto, gli aveva detto lei stessa che, una volta che fosse tutto finito, si sarebbe potuto lamentare quanto voleva.
“Comunque, caro...” disse mamma Higurashi. “Lo so che sei stanco di ricevere complimenti, ma vorrei lo stesso dirti che hai danzato davvero bene. Sei stato un angelo!”
“Un che cosa?” domandò Inuyasha, sbigottito.
La madre non gli rispose e si limitò a fare un risolino divertito. Sapeva bene che, nell'epoca da cui lui proveniva, non si conosceva ancora la cultura cristiana e, di conseguenza, non poteva immaginare cosa fosse un angelo. Tuttavia, lei si divertì ugualmente a stuzzicarlo. A trovare la battuta simpatica fu soprattutto Kagome, che rise insieme alla mamma. Pensò che Angelo fosse una parola grossa, considerando sempre il fatto che Inuyasha era un mezzo demone.

Giunti a casa, Inuyasha si sistemò nella stanza di Kagome, dove era solito dormire quando giungeva nel presente. Si massaggiò i piedi, che non erano per niente abituati ad indossare le scarpe. La ragazza si cambiò per la notte in bagno, indossando un pigiama comodo e larghissimo, per compensare il tempo in cui aveva dovuto sopportare il costume di scena. Rientrò in camera e si sedette sul letto con il sorriso stampato in faccia, accanto al mezzo demone, che l'aveva attesa. Nonostante il forte impegno che aveva dovuto impiegare per quel giorno, era contenta, troppo contenta per mettersi a dormire. Aveva fatto un ballo moderno insieme al suo ragazzo, come si era timidamente immaginata una settimana prima, ed era stata un emozione non da poco.
“Che cos'hai? Non hai sonno?” domandò il demone.
Kagome scosse la testa, senza smettere di sorridere.
“No, non è questo. Oppure in realtà sì!”
Il ragazzo cane rimase un poco sconcertato dalla risposta ambigua.
“È che sono così felice... Ma non perché mi hai fatto un grosso favore. Certamente ti ringrazio per lo sforzo che hai fatto, ma quello che mi rende più contenta è che hai ballato con me.” disse la sacerdotessa, facendo, ancora una volta, arrossire Inuyasha.
“Beh, sono contento che almeno tu ti sia divertita. Per me è stato un supplizio!” commentò lui.
“Però quando ballavi eri molto sciolto, non sembrava affatto che ti stessi sforzando. Dì la verità. Ti sei divertito, durante l'esibizione?”
Inuyasha, senza girare il capo e mantenendolo rivolto dritto davanti a sé, restò muto per qualche secondo, senza battere ciglio e senza lasciar trasparire niente.
“Sì, è vero.” disse all'improvviso. “Mi sono divertito.”
Quelle parole, per Kagome, furono un tuffo al cuore e la resero ancora più felice. Avrebbe potuto continuare a parlare con lui della giornata passata per tutta la notte. Era certa che non sarebbe riuscita a dormire, ormai.
“Senti.” disse Inuyasha, cogliendola di nuovo alla sprovvista. “Sei stanca?”
“Non saprei dire. Perché?” chiese lei.
E anche questa volta, il ragazzo cane si chiuse in un silenzio preoccupante, ma questa volta tale silenzio durò più del solito. Anche se la sua espressione continuava a mascherare perfettamente quello che lui stava pensando, Kagome notò che gli stava salendo ancora il rossore.
“Vuoi farlo ancora?” disse il giovane.
“Eh? Che cosa?” chiese Kagome.
Inuyasha scostó il viso, girandolo in modo che lei non potesse vedergli neanche la coda dell'occhio.
“Avanti, lo sai bene di che cosa sto parlando.”
“No che non lo so! Abbiamo fatto tante cose, se parli in modo così generico non capisco.”
“Attualmente io ne ricordo solo una, ma comunque... Hai voglia di ballare ancora?”
“Cosa? Che hai detto?” disse Kagome, che non credette alle proprie orecchie.
Il mezzo demone, nell'imbarazzo totale, si rigirò verso di lei e le parlò schietto.
“Voglio danzare con te ancora una volta. Voglio farlo adesso!”
“Mmm...” la ragazza si fece sfuggire un sorriso vispo e, per un istante, sollevò le sopracciglia, compiaciuta.

Così come erano vestiti, uscirono nel cortile, davanti all'albero Goshinboku, portando lo stereo wireless.
“Ti va bene se mettiamo un lento?” chiese Kagome.
“Mi va bene tutto.” rispose Inuyasha, con indifferenza.
La canzone che venne scelta fu My heart will go on di Celine Dión**, una melodia che la studentessa riteneva perfetta per una danza sotto le stelle. Il brano iniziò ad essere riprodotto, e i due si presero per mano, lui le tenne il fianco con la mano libera, e lei poggiò la propria sulla sua spalla. Ondeggiarono facendosi trasportare dalla musica, e tenendo gli occhi fissi l'uno sull'altra. Danzarono un semplice valzer, facendo dei semplici passi avanti e indietro, seguiti da giravolte e, ogni tanto, Inuyasha sollevò lentamente Kagome, prendendola in vita, e poi riabbassandola a terra, mentre lei apriva le braccia sollevandole e poi riabbassandole in concomitanza.

 

I loro sguardi non smisero d'incrociarsi e, quando la canzone arrivò al crescendo, si resero entrambi conto di una cosa: non era mai successo che si specchiassero l'uno negli occhi dell'altra così a lungo. Sebbene fossero stati spesso molto vicini, tuttavia non si erano mai presi così tanto tempo per perdersi in questo modo, semplicemente guardandosi in viso. S'immersero talmente in quegli attimi che, prima che se ne accorgessero, ad un certo punto, smisero, piano piano, di danzare, e non fecero altro che rimanere abbracciati, avvicinando e scontrando le proprie fronti. Abbassarono le braccia, prendendosi delicatamente le mani e rimasero a fissarsi con un espressione persa, dimenticandosi del mondo che li circondava, mentre il vento scompigliava i loro capelli.
“Kagome...” sussurrò dolcemente Inuyasha.
La ragazza accarezzò, con entrambe le mani, il petto del mezzo demone, salendo lungo le clavicole, e poi su per il collo, giungendo fino al viso. E, nel contempo, lui le cinse i fianchi, stringendola a sé. I due mantennero l'incrocio degli sguardi, finché non si rubarono un bacio appassionato. Kagome gli avvolse le braccia dietro la nuca, e Inuyasha sollevò un braccio fino alle spalle di lei.
Kagome ringraziò il cielo, con tutto il cuore, del fatto che il suo partner della recita si fosse infortunato, sebbene non avrebbe certo mai desiderato il male di nessuno. Grazie a questo incidente, lei aveva potuto vivere un altro dei più importanti momenti col suo Inuyasha, che presto sarebbe diventato un bellissimo ricordo da mettere nel cassetto.

EPILOGO

“Incredibile!” esclamò Sango. “Quindi queste sarebbero fotografie, ma siete perfetti! È come se vi vedessi nella realtà.”
“È verò!” disse Shippo. “Sono persino più belle del ritratto di un pittore.”
“Sono d'accordo, sono venute perfette. Ce le ha fatte un professionista.” disse Kagome. “Anzi, qualche volta potrei portare io la macchina per farci delle foto insieme, vi andrebbe?”
“Davvero?! Che bello!” disse Shippo.
“Comunque, c'è da dire che fa uno strano effetto vedere Inuyasha vestito in quel modo. Avete delle usanze veramente originali nella vostra epoca.” disse Miroku.
“Sì, lo pensavo anch'io. Ma per la verità, penso che Inuyasha stia proprio bene così!”
“Così come?” disse il mezzo demone, che era appena tornato con i pesci pescati al fiume.
Sango e Kagome si guardarono un attimo e poi si fecero scappare una leggera risata. Allora la sacerdotessa girò le foto e le mostrò al ragazzo cane.
“Guarda anche tu, sei venuto bene!”
Inuyasha, notando le immagini stampate di sé stesso vestito con il costume della recita di Kagome, sgranò gli occhi, strinse i denti, e divenne rosso come il suo stesso kimono.
“Dannata! Chi ti ha autorizzato a far vedere quelle immagini? Dalle subito fuoco!” sbraitò lui, preso da un misto di rabbia e vergogna.
“Le foto sono mie e le ho pagate salatamente, quindi ci faccio quello che voglio. Anche farle vedere a chi mi pare.” disse Kagome.
“Perché te la prendi?” chiese Shippo. “Non stai male, secondo me.”
“Taci, marmocchio! Altrimenti ti lancio in orbita e ti faccio incontrare direttamente gli dèi.”

 

*Torero del cantante latino Chayenne: canzone del 2002 https://youtu.be/GuZzuQvv7uc
**My heart will go on di Celine Dión: famosa canzone del 1997, trasmessa nell'altrettanto famoso film Titanic
Nota dell'autrice: anche nella mia precedente fanfiction c'era la danza di mezzo, ma tuttavia mi sono voluta dilettare a scrivere questa fanfiction, perché mi piaceva tanto l'idea di vestire Inuyasha con abiti moderni, in particolare con la camicia, che secondo me gli starebbe d'incanto, dopo che gliel'ho vista addosso in alcune fan art. In merito al saggio della classe di Kagome, ovviamente, per confermare la scelta della canzone su cui doveva ballare, ho prestato attenzione agli anni attorno a cui ruota la storia di Inuyasha, e ho dedotto che il presente di Kagome arriva agli anni 2000, perché, infatti, nella serie sequel animata Han'yo no Yashahime Towa, che ha vissuto nell'epoca moderna, sa usare gli smartphone.
I crediti delle immagini appartengono a me.

 

   
 
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