Dei passi leggeri attirano la mia attenzione. Giro la testa e, a passo rapido, vedo avanzare verso di me Isabella. Allontano le lacrime dal mio viso e mi alzo. Perché è qui? Ha già fatto tanto per me e mi è rimasta accanto in questo momento doloroso. Lei avrebbe tutte le ragioni per gioire della morte di mio fratello. Anche lui si è macchiato di atti inenarrabili verso di lei, a cui non riesco nemmeno a dare un nome. Mi distrugge il solo pensiero e acuisce il mio senso di pena e disperazione. Forse, non sono degno del suo amore e i miei sentimenti per lei sono un'offesa alla tragedia che le ha distrutto l'esistenza. Sopraffatto da tale consapevolezza, chino la testa ed evito di guardarla. In questo momento, ho perfino paura di vedere i suoi splendidi occhi chiari.. Mi sento colpevole davanti al suo sguardo limpido. ―Torniamo a casa, Alessandro. ― mormora lei., gentile. Sussulto, sorpreso e, di scatto, alzo la testa. Nessun rancore sporca la sua voce meravigliosa. Avverto una leggera nota malinconica e non ne capisco l'origine. ― Sono preoccupata per te. ― dice, seria. Sbarro gli occhi, meravigliato dalla sua affermazione, e scuoto la testa. Perché dovrebbe preoccuparsi ? Ho superato tante prove dolorose e tale tragedia non mi abbatterà. Sono un uomo forte e supererò anche questo. Tali pensieri, però, mi sembrano costruiti. Sto ingannando me stesso?
Le sue mani sottili stringono con forza le mie, quasi volessero offrirmi un appiglio. Cerco di sollevare le labbra in un sorriso, ma non ci riesco e la mia bocca si distorce in una smorfia d'amarezza. Perdonami, Isabella. Non ho la forza di fingere, amore mio. E, anche senza volerlo, finisco per caricare te d'un peso ingiusto.
― Vuoi davvero che torni? Io... Io non posso darti l'amore che meriti... Sarei un peso per la tua felicità. ― soffio. Il suo volto si adombra e una ruga di diniego attraversa la sua fronte. ― Sarebbe un peso maggiore la tua assenza, Alessandro. Voglio aiutarti, nei limiti delle mie possibilità. Tu non hai nessuna colpa di quello che è accaduto alla mia famiglia. ― afferma, risoluta. Una commozione violenta riempie il mio petto e il mio cuore accelera i battiti. Queste parole meravigliose sono un lieve balsamo per il mio cuore ferito. Lei non mi guarda più con diffidenza, nonostante il mio cognome sciagurato. Sollevo un poco le labbra e il mio sorriso, pur triste, non si deforma. Forse, non è ancora tutto perduto. Posso tornare a sorridere e a sperare in un futuro migliore. ―Grazie, amore mio. ―