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Autore: Doctor Nowhere    06/07/2022    2 recensioni
Un giovane ragazzo è stato benedetto col dono di poter raggiungere qualsiasi obiettivo si ponga nella sua vita. Inizia dunque un lungo viaggio su una Sinuosa Strada per trovare il proprio Fato.
Cosa realizzerà nella sua vita?
Quale destino è abbastanza glorioso per lui?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorni… o mesi? O forse anche anni? Ormai quasi non gli importava neanche più se era giorno o notte. Camminava senza sosta finché le gambe lo reggevano poi, stremato, si lasciava crollare sul ciglio della Strada e lì si addormentava. Intorno a lui il panorama mutava sempre più, le leggere salite lasciavano il posto a sentieri rocciosi e aspri, i colli erbosi diventavano picchi rocciosi, ma per lui non aveva alcuna importanza. L’unica cosa che contava era che non era ancora arrivato. Il suo Fato lo attendeva sempre più impaziente, e lui non si sarebbe arreso. La gloria era vicinissima, giusto un poco più in là.

Un giorno, il primo giorno di Sole dopo una serie di piogge ininterrotte, giunse a una piccola foresta su una cima, con una piccola pozza d’acqua. Aveva marciato senza sosta per tutta la notte, non aveva più fiato e gli dolevano tutte le ossa, quindi si lasciò scivolare ai piedi di un albero. Con le ultime forze si sistemò il mantello per proteggersi dal freddo, si calcò il cappello sul volto per coprire gli occhi dalla luce, e, del tutto stremato, cadde in un sonno profondo.

I suoi sogni furono inquieti e tormentati, come era ormai da più di quanto potesse ricordare. Quando erano iniziati quegli orribili incubi? Impossibile dirlo con certezza. Quando aveva lasciato il suo villaggio natale il riposo gli donava visioni di gloria futura. Ormai, che avesse gli occhi aperti o chiusi, l’unica cosa che vedeva era la Strada, la Strada che si estendeva all’infinito, e il suo Fato che lo attendeva con un ghigno beffardo, come se lo stesse deridendo.

D’un tratto un raggio di luce infranse le tenebre che lo circondavano. Ancora sonnacchioso, il Predestinato socchiuse un occhio. Intravide una sagoma confusa davanti a lui, che aveva sollevato la tesa del suo cappello e che aveva preso a giochicchiare con una ciocca dei suoi capelli. Scosse la testa, nel tentativo di riprendere del tutto i sensi, e cercò di concentrare lo sguardo. “Oh, perdonatemi, signore, vi supplico. Non volevo svegliarvi”

Queste parole, pronunciate con una voce dolce e melodiosa, erano state dette da una Fascinosa Fanciulla. Ella era radiosa e splendente. Le sue vesti erano umili, ma la sua bellezza era disarmante. Ogni suo movimento esprimeva grazia e dolcezza. Si era chinata davanti al Predestinato, e gli aveva alzato il cappello per vederlo meglio. Colpito dal suo aspetto e dai suoi modi, il Predestinato si alzò e si inchinò con il massimo rispetto. Lei gli rispose con una contenuta riverenza “Messere” disse “Perdonatemi ancora se ho turbato il vostro sonno. Ero venuta a prendere l’acqua al laghetto e vi ho visto. Sembravate così turbato...” il Predestinato le assicurò che non aveva nulla da farsi perdonare. “Ne sono lieta” sorrise lei, con delicatezza “Ma se volete riposare, mio signore, io vivo poco distante da qui. Potrei offrirvi un letto, se preferite”

Il Predestinato declinò l’offerta. Per qualche motivo, si sentiva rinato. Gli pareva di essere più forte che mai. Si offrì di aiutare la Fanciulla, se gli era possibile. Lei gli propose di fare un po' di legna, ed il Predestinato accettò volentieri. Valeva la pena fare un po' di fatica, se significava avere di nuovo la possibilità di vederla sorridere. E lei gli sorrise, gli sorrise quando riportò la legna, quando l’aiutò a procurarsi frutti e bacche del bosco per la cena. La sua casa era piccola, ma molto accogliente.

Quella sera, davanti a un fuoco che avevano acceso sotto le stelle, il Predestinato le chiese come mai viveva da sola nei boschi di quella montagna. Lei si prese tra le dita una ciocca dei suoi lunghi capelli e la tormentò un po' prima di rispondere “Sono nata principessa di un Impietoso Impero non molto distante da qui. Sono cresciuta tra mille agi, e credevo di essere felice, ma non lo ero. Capii quanto era misera la mia condizione, quanto ero prigioniera di una gabbia dorata, quando mi dissero che avrei dovuto sposare un Nefando Nobile. Io non volevo, mi opposi con tutte le mie forze, implorai in ginocchio mio padre, l’Impavido Imperatore, ma non ci fu modo di convincerlo. Capii allora che avrei preferito mille volte vivere in miseria e morire da sola piuttosto che sposare un uomo che non amavo. Così, con l’aiuto di una mia Audace Ancella, fuggii dal palazzo in cui vivevo con giusto una manciata di soldi e mi rifugiai in questo Reame Radioso, dove spesi tutti i miei averi per questa casa. La mia Ancella, prima di separarsi da me, mi disse che la Sinuosa Strada che passa qui vicino è percorsa da viaggiatori molto speciali, e che forse uno di loro...” arrossì, e si coprì la bocca con le mani.

I giorni successivi furono forse i più lieti della vita del Predestinato. Le energie che per troppo tempo lo avevano abbandonato tornarono tutte di colpo, rendendolo ancora più prestante di prima, se possibile. Qualunque richiesta la Fanciulla potesse avere, lui era più che lieto di accontentarla. Iniziò a cacciare qualche animale selvatico, per permetterle di avere sulla tavola qualcosa di diverso, e un paio di volte andò a fare compere per lei in un Pacifico Paesino più a valle. Era la prima volta, da quando aveva iniziato il suo viaggio, che percorreva la Sinuosa Strada nella direzione opposta alla sua meta.

Aveva di nuovo perso la cognizione del tempo, ma in un modo del tutto diverso rispetto a prima. In passato i giorni erano monotoni, cupi e pesanti, e trascorrevano con una lentezza esasperante mentre lui si trascinava nel suo cammino. Ora invece il tempo volava con gioiosa armonia e lui si sentiva spensierato e felice.

Una sera, tornato da una commissione, trovò la Fanciulla che lo aspettava con un’aria strana, come se fosse preoccupata o in ansia per qualcosa. I suoi occhi color del cielo tremavano e guizzavano da tutte le parti, il suo respiro era affannoso e le sue guance erano rosse come delle fragoline selvatiche. L’uomo le chiese se c’era qualcosa che non andava, se avesse scoperto che qualcuno dall’Impero fosse sulle sue tracce, ma lei lo rassicurò che non era niente del genere. Gli disse “Ho una sorpresa per te. Chiudi gli occhi”. L’uomo, un po' stupito, obbedì.

Sentì una dolce pressione sulle sue labbra, e poi le dolci mani di lei cingerlo in un abbraccio. Sorpreso, non poté fare meno di ricambiare l’abbraccio e il bacio, con amoroso impeto. Lei era più bella che mai, e il rossore per l’imbarazzo di ciò che aveva appena fatto la rendeva ancora più perfetta. “Ti prego, mio signore” gli sussurrò, mentre ancora si stringevano “Non lasciarmi mai. Non abbandonarmi. Promettimi che resterai con me per sempre”

L’uomo, senza riflettere, promise.

Quella notte, però, non riuscì a prendere sonno. Uscì dalla casetta per prendere un po' d’aria. Non c’erano stelle quella notte. Nubi nere come il peccato coprivano l’intera volta celeste. Solo in quel momento si rendeva davvero conto di ciò che aveva promesso. Si era impegnato ad abbandonare per sempre il suo destino di gloria per l’amore della Fascinosa Fanciulla. Ne valeva la pena? Lasciar perdere tutta la grandezza che avrebbe potuto raggiungere per una donna? Lei era così… buona, e dolce, e sensibile, e delicata, e tenera, e così fragile… le avrebbe spezzato il cuore se avesse infranto la promessa. Fu sul punto di abbandonare per sempre la Sinuosa Strada, di rientrare e di addormentarsi al fianco della sua amata per quella che sarebbe stata la prima di innumerevoli notti… quando il desiderio che lo aveva animato per così tanto tempo si riaccese violento nel suo petto. Abbandonare la sua gloria? No, no. Lui era destinato alla grandezza, lo sapeva fin da quando era bambino. Ma quale grandezza poteva esserci per lui in quella montagna, in quella casa lontana da tutto e da tutti? No! Il Fato aveva ben altro in serbo per lui. Lui sapeva chi era. Lui era il Perfetto Predestinato. Non aveva bisogno di nessuno. Attento a non fare rumore, rientrò nella casa e in quattro e quattr’otto radunò tutto ciò che era suo, e riempì di provviste il suo fagotto. Il suo sguardo cadde per l’ultima volta sulla Fascinosa Fanciulla addormentata. Lei giaceva inquieta nel letto, e le sue braccia si agitavano come se fossero alla ricerca del corpo del Predestinato, del suo conforto. Conforto che non avrebbe mai più trovato. La Sinuosa Strada, che aveva trascurato per troppo tempo, lo aspettava.

E così il Perfetto Predestinato riprese il suo viaggio, per compiere il suo epico Fato.

   
 
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