Persona mite

«Come si fa a debellarla?»
   «Contrariamente a quel che pensi, Shinn, non sono una malattia.»
   «Per quel che mi riguarda, sei molto peggio della salmonellosi.»
   «Certo. Ma solo perché ad uno stafilococco come te piacerebbe vivere nel mio...»
   «Per l'amor del cielo», li interruppe Athrun, portandosi alle spalle del Delegato e tappandole la bocca prima che potesse continuare a dire volgarità. «Cagalli, qui siamo ospiti, lo hai dimenticato?» Lei mugugnò qualcosa che fu reso incomprensibile dalla mano del suo innamorato, deciso a zittirla ancora per un po'. «E tu, Shinn, evita di provocarla oltre.»
   Quello sbuffò e fece come il suo ex-Comandante gli aveva chiesto. «Lacus Clyne vi sta aspettando», annunciò quando l'ascensore su cui si trovavano giunse a destinazione. Li precedette lungo il corridoio colmo di gente sopraggiunta per dare il benvenuto alla Principessa di Orb, e non appena varcarono la soglia di una grande sala, Lunamaria corse loro incontro con un bel sorriso dipinto sulle labbra.
   «Bentornati», esordì, rivolgendo dapprima un saluto a Cagalli e spostando poi la propria attenzione su Athrun, verso il quale nutriva un affetto maggiore per via del tempo trascorso insieme sulla Minerva durante l'ultima guerra.
   «Spiegami una cosa», cominciò l'ospite più illustre, affiancandosi a lei per attraversare la stanza semivuota. «Perché non sei venuta tu a prenderci in albergo?»
   «Oh, lo avrei fatto volentieri», iniziò a rispondere la ragazza più giovane, sogghignando e lanciando un'occhiata a Shinn che le seguiva insieme all'Ammiraglio, «ma non ho avuto cuore di negargli dei secondi preziosi da passare con lei-sa-chi.»
   «Ti sento, sai?», la mise in guardia il soldato Asuka, aggrottando le sopracciglia scure con aria infastidita.
   Cagalli fermò il passo e si volse indietro come per fronteggiarlo. «Ora capisco perché ce l'ha con me. Ad ogni modo, sarò magnanima e gli permetterò di entrare ed uscire da casa mia tutte le volte che vorrà.»
   «Non voglio venire da te!», protestò l'altro.
   «Però ti avverto, Shinn», lo ignorò la bionda, fissando le iridi dorate sull'amante con fare intenerito, «Athrun è fedele a Kira.»
   «Cagalli!», urlò l'accusato, mentre Lunamaria scoppiava a ridere e Shinn, di fronte a quella rivelazione, si allontanava da lui di alcuni passi per evitare spiacevoli sorprese.
   «Ma scusa», si giustificò il Delegato, rimanendo seria, «stai sempre a dire Kira di qua, Kira di là... È ovvio che poi io mi convinca che stai con me perché, essendo sua sorella gemella...»
   «Dillo e giuro che ti mollo», la fermò Athrun, irritato non poco.
   Lei lo fissò con una strana, pericolosa luce nello sguardo. «Tu provaci, ed io ti rompo le vertebre una per una.»
   «È bello vedere una coppia di innamorati che si scambia parole dolci», commentò l'Ufficiale Yamato, raggiungendoli.
   «Kira!» Felice di rivederlo, Cagalli gli gettò le braccia al collo.
   «Cos'avete da litigare?»
   «È colpa di Shinn.»
   «Mia?!», trasecolò quest'ultimo, strabuzzando gli occhi in direzione della Principessa.
   «Sì, sì, colpa tua», confermò Lunamaria, reggendo il gioco all'altra fanciulla alla faccia del suo compagno.
   «Kira, portaci da Lacus, per cortesia», sospirò Athrun, avvertendo un principio di emicrania. «O finisce che queste due teste calde riprendono a litigare.»
   «Io non litigo mai con nessuno», puntualizzò la sua amante, raggiungendo uno dei picchi storici dell'ipocrisia universale.
   Lui la guardò torvo. Quindi, tornando a rivolgersi all'amico di infanzia, propose: «Ce le scambiamo di nuovo?»
   Stizzita, Cagalli lo colpì su un braccio con il palmo della mano. Kira rise. «Ti accontenterei volentieri, ma dimentichi che una è mia sorella.»
   «Meyrin è ancora libera», suggerì Shinn, fingendo di schiarirsi la gola per non farsi udire dalla sua nemica naturale.
   Dopo di che, fu costretto a tossire per davvero a causa di un portentoso cazzotto che gli arrivò alla bocca dello stomaco da parte di colei che non aveva mai alterchi con terze persone.