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Autore: Jeremymarsh    14/07/2022    1 recensioni
"La sera in cui Berenilde trovò quel bambino alto e magro di fronte casa sua, i suoi vestiti erano già da tempo logori, i capelli biondi bagnati e il viso troppo pallido anche per lui il cui incarnato non era mai stato scuro. Ai suoi piedi una piccola borsa il cui contenuto era rovesciato a terra e non ammontava nemmeno a un cambio; dalle impronte su di essa capì che probabilmente era stato proprio Thorn l’artefice del gesto, anche se ora sembrava il ritratto della tranquillità."
[Piccola raccolta di Missing Moments che esplorano il rapporto tra Berenilde e Thorn]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Berenilde, Thorn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Conoscere e Amare




“Del resto, non si ama mai così bene come quando ci si conosce male.”

Non era stata proprio lei, un giorno, non molto prima, a pronunciare quelle parole? E cosa dicevano di lei e del suo rapporto, suo malgrado sempre dannatamente complicato, con il nipote? Quanto davvero parlava dell’amore che provava per lui?

Era consapevole di non avere un carattere particolarmente amabile e gestibile, era una donna molto orgogliosa e fiera e aveva dovuto lottare parecchio, quando anche la sua stessa famiglia le era andata contro. Ma, anche se poche, c’erano alcune cose delle quali nessuno avrebbe mai potuto dubitare. La più importante era il suo affetto per Thorn, che considerava come un figlio, e aveva colmato un vuoto che, un tempo, aveva minacciato di ucciderle il suo forte spirito.

Dove aveva sbagliato, dunque? Perché non riuscivano a comunicare, perché lui era sempre schivo e lontano, ma soprattutto, perché non riusciva a fargli arrivare l’intensità del sentimento che nutriva? Berenilde glielo leggeva negli occhi, oltre la maschera glaciale che aveva tatuata in volto al posto di qualsiasi altro marchio di famiglia: il dubbio che lo logorava, l’insicurezza che si accompagnava alla volontà di affermarsi e renderla fiera, l’instancabile istinto a migliorarsi.

Un tempo quella determinazione l’aveva considerata positiva, quando Thorn era ancora piccolo aveva predetto che lo avrebbe condotto in alto nonostante gli ovvi ostacoli – e ci aveva visto bene –, ma non la pensava più così, non quando quegli stessi tratti lo tenevano lontano e la facevano quasi sentire come se avesse perso un altro figlio.

Si posò una mano sul ventre gonfio e pensò a quanto ancora le cose sarebbero peggiorate perché, da che aveva annunciato la gravidanza, Thorn aveva cominciato a star via di più e non solo per i tanti cambiamenti di cui il Polo era vittima o a causa del suo imminente matrimonio. Era come se, con l’arrivo di quel che lui considerava erroneamente un rivale, dovesse rimarcare il suo valore per non essere dimenticato e non avesse tempo per altro – nemmeno per lei.

Scosse la testa e, di nuovo, le parole che aveva detto alla giovane animista le risuonarono nella mente. Forse era lì il problema? Forse lei e Thorn non erano mai riusciti a dimenticare le apparenze che mantenevano per beneficio degli altri, a volersi bene davvero, conoscersi per coloro che erano dentro. Fu colpita da quella possibile verità, ma ancora di più dalla consapevolezza che il tutto era colpa sua e che era stata lei, per prima, a non riuscire a far cadere la maschera davanti a un bambino solo – la stessa che aveva indossato per proteggersi dalle bestie lì fuori pronta a sbranarla e che, senza volerlo, aveva usato come arma contro il figlio.

Lo amava come tale anche se non lo aveva dato alla luce, ma per certi versi non lo conosceva come una madre avrebbe dovuto e, probabilmente, era proprio quello il motivo per cui non lo riconosceva più in quel periodo di crisi e disturbi.

Non era troppo tardi per rimediare, ma, si chiese – osservando il cielo scuro che rifletteva il suo umore dalla finestra –, quanto ancora la loro arca avrebbe aspettato prima di ostacolarla e strapparle l’uomo una volta per tutte. 






 


N/A:  

La citazione a inizio capitolo è tratta dal Libro 1, pag. 221

 

Salve a tutti 💕 spero stiate tutti bene e che questo piccolo viaggio nella mente di Berenilde vi sia piaciuto. Per chi sta leggendo la mia long, sono consapevole che avrei dovuto pubblicare il capitolo nuovo, ma non ho letteralmente avuto il tempo di concluderlo 🥺 e quindi ho pensato di compensare aggiornando questa raccolta.

Se non si fosse ancora capito, mi sono ispirata a una delle ultime conversazioni che Berenilde e Ofelia hanno prima di trasferirsi a Chiardiluna, quando Berenilde le chiede cosa prova per il nipote. Se consideriamo che Thorn e Berenilde si vogliono immensamente bene (come madre e figlio, per l'appunto) ma non riescono a dimostrarlo mai come si deve nell'intera saga, questo è per me uno scenario abbastanza plausibile per la dama che - sebbene nel primo libro ci appare sempre sicura di sé, forte e anche un po' insopportabile - cela più di un'insicurezza. Potremmo considerare questi i suoi pensieri un po' uno specchio del capitolo 2 e 3 di questa raccolta, dove invece mi sono soffermata più sulle insicurezze di Thorn.

Vi ringrazio, come sempre, per essere arrivati fin qui ed avermi letta. Spero di sentirvi e ci leggiamo prestissimo. Un abbraccio 💖.

   
 
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