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Autore: Linda1990    14/07/2022    0 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il cumulo di macerie si mosse, quasi impercettibilmente ma abbastanza da far scivolare dalla cima alcuni pezzi più piccoli del colonnato andato distrutto.
Il movimento si ripetè, questa volta più forte e da sotto le rovine, si fece largo Eve, ricoperta di graffi ed ematomi ma fortunatamente in vita ed ancora in forze.
<< Gabrielle... >> chiamò, non vedendo né la bionda né Lucifer.
Allarmata nel ritrovarsi inaspettatamente da sola, si guardò attorno cercando di capire che fine avessero fatto finché ad un tratto, scorse la figura della donna a qualche metro di distanza.
<< Gabrielle! >> gridò questa volta, avvicinandosi velocemente a lei con in volto una maschera di terrore.
L'aedo infatti, giaceva supina in una pozza di sangue, pallida come non l'aveva mai vista e con una profonda ferita a percorrerle ventre e torce.
<< Ti prego, ti prego. Non lasciarmi... sveglia! >>
China su di lei, la giovane posò l'orecchio sul suo petto e ne sentì il battito cardiaco. Era flebile, appena udibile e soprattutto estremamente lento.
<< Gabrielle! >> ripeté di nuovo, dandole dei leggeri scossoni nel tentativo di farla rinsavire.
<< E-Eve... >> si udì ad un tratto.
<< Ssssh sono qui, non fare sforzi... ora cerco qualcosa per medicarti ok? Tu non addormentarti, devi restare sveglia >>
La figlia di Xena fece per alzarsi ma il bardo allungò debolmente una mano e le afferrò le vesti, attirando la sua attenzione su di sé.
<< A-aspetta... >>
<< Devo bloccare il sangue, ne hai perso già troppo... >>
<< E-Eve... resta, per favore >> ribadì la poetessa.
La messaggera di Eli esitò per un attimo ma lo sguardo implorante di Gabrielle e il tono con cui le fece quella richiesta, la convinse a restare. Si inginocchiò quindi accanto a lei e le sollevò cautamente la testa, accarezzandole il viso.
<< Sono qui >> disse infine mentre gli occhi le si velarono di lacrime.
<< E-Eve, non avere paura... t-tu devi salvare tua m-madre, so che puoi farcela. Ho fiducia in te... >>
<< Non sforzarti, cerca di risparmiare le forze >>
<< Dille che decidere di seguirla quel giorno, è stata la decisione migliore della mia vita e che se potessi, rifarei tutto da capo... dille che l'amo più di quanto io sia mai riuscita a dimostrarle... dille che... >>
<< Gabrielle... resta con me! >>
<< T- ti v-voglio bene Eve... >>
Un ultimo, profondo respiro si levò dal corpo dell'amazzone e il movimento ritmico del suo torace si fermò.
<< Madre... ? >>
La pacifista rimase impietrita, con lo sguardo fisso sulla donna mentre la sua mente si rifiutava di metabolizzare quanto era appena avvenuto ma poi, non appena la consapevolezza la raggiunse colpendola come uno schiaffo in volto, cacciò un urlo.
Il suo grido era agghiacciante, carico di dolore, disperazione ma soprattutto di rabbia, la stessa che un tempo era appartenuta a Livia e da cui lei credeva invece di essersi liberata.
<< Perché?! Perché avete preso la sua vita?! Io ho commesso atti indicibili e ho ucciso più innocenti di quanto riesca a ricordare... quella che sarebbe dovuta morire, sono io! Io, non lei! >> urlò al cielo. << Tutti continuano a ripetermi che sono una predestinata, che la mia nascita ha dato inizio ad una nuova era ma se questo è il mio destino, se per percorrere questo cammino di pace devo perdere tutte le persone che amo, non ne voglio sapere più nulla! Se solo fossi rimasta con le mie madri, al posto di decidere di proseguire da sola per diffondere il verbo di Eli, forse ora sarebbero entrambe vive... è solo colpa mia... >>
Eve strinse a sé il corpo senza vita della bionda e scoppiò a piangere, devastata da quella sequela di avvenimenti di cui si sentiva responsabile.
L'aedo prima di spirare, aveva riposto in lei tutte le sue speranze e le sue ultime volontà ma come poteva proseguire, ora che era rimasta da sola?
Di colpo si sentì svuotata, sola e stanca di lottare contro un fato che fin dalla sua nascita, le era stato avverso.
Forse una via d'uscita per quella situazione non c'era ed arrendersi, sperando di raggiungere l'Averno quanto prima, era l'unico modo per sottrarsi a quel ciclo di morte in cui sembrava intrappolata e che finiva per coinvolgere chiunque le stesse vicino.
Lacrime salate ed incessanti stavano solcando il volto della giovane ormai da interminabili minuti quando all'improvviso, una luce abbagliante e misteriosa, comparì dal nulla portando con sé la figura di un uomo che lei non aveva mai visto prima.
<< Chi sei? E cosa vuoi?? >> esclamò, rizzando in piedi sulla difensiva.
<< Calma, calma... non sono qui per farti del male >>
<< Rispondi!! >>
<< So che sei spaventata ma non devi temere, voglio solo aiutarti. Gabrielle può ancora essere salvata >>
Non aspettandosi di udire una cosa del genere, la figlia della trace sussultò, non solo per l'assurdità di quell'affermazione ma bensì perchè essa rappresentava tutto ciò che desiderava di più in quel momento.
<< È impossibile! Lei è morta! >>
<< Il suo viaggio è appena iniziato, la sua anima non è ancora andata oltre... riportala indietro, puoi farlo Eve >>
<< Come sai il mio nome? >> chiese subito lei, incapace di immaginare anche solo una ragione valida per cui quello sconosciuto potesse conoscerla.
<< So molte cose su di te, più di quante tu possa anche solo immaginare ma ora sbrigati, non è rimasto molto tempo >>
<< Ciò che dici è qualcosa di impossibile da compiere, nessuno può riportare indietro i morti! Tantomeno io >>
<< Abbi fede. Ora avvicinati a lei, presto >> la incitò lui.
Seppur con un certo sospetto, lei fece come disse.
<< E adesso? >> domandò.
<< Ora poggia le tue mani sopra Gabrielle e chiudi gli occhi. Devi concentrati sul tuo respiro, liberando la mente dai pensieri che l'affliggono. Devi sentire la tua anima, il tuo corpo e l'energia che l'attraversa e quando ti sentirai pronta e avrai trovato un equilibrio, indirizzala verso di lei come se foste un'unica entità >>
La messaggera di pace seguì le indicazioni datale dall'uomo ma non accadde nulla, il bardo giaceva ancora immobile davanti a lei.
<< Non funziona! Ti stai solo prendendo gioco di me! >>
<< Riprova. Devi concentrarti, Eve >>
Non avendo più nulla da perdere e nonostante il senso di irritazione crescente nel sentirsi presa in giro da quel misterioso individuo, la pacifista riprovò a fare quello che le era stato detto.
Stavolta si concentrò maggiormente e focalizzò tutta la sua essenza sulla poetessa, sperando così di riuscire a compiere quel prodigio.
Non poteva arrendersi se c'era anche solo una possibilità che lui avesse ragione.
Gabrielle doveva tornare, doveva.
In quel preciso istante, la profonda e mortale lesione della donna iniziò a rimarginarsi lentamente. I tessuti danneggiati cominciarono ad intrecciarsi come tanti fili di un fitto telaio e i lembi della pelle, prima lontani tra loro, ad avvicinarsi sempre più fino a congiungersi e trasformarsi in una sottile linea biancastra e traslucida sul corpo della bionda.
E poi, l'aedo spalancò gli occhi.

Note dell'autrice: I'm back! Lo so, sono in super ritardo con l'aggiornamento ma ho dovuto sistemare alcune cose all'interno dei capitoli precedenti e questo mi ha fatto perdere un sacco di tempo! Ora però, cercherò di rimettermi al lavoro in modo da portare a termine la storia in un lasso di tempo ragionevole. Spero però di essermi fatta perdonare non uccidendo Gabrielle, almeno per ora... poi chissà 😂 Alla prossima!

   
 
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