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Autore: saiwai_runeof    24/07/2022    0 recensioni
Cosa succederebbe se un giorno sentisse il campanello suonare e quando aprirebbe la porta una ragazza dicesse "Mi adotti? Per favore" con le sue mani in segno di preghiera?
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Okay. Posso farcela. Ormai sono qui, ce la posso sicuramente fare. Okay, suono.

Suono il campanello di questa casa immensa, in cui abita la persona che amo, con cui voglio passare la mia vita. La porta si apre e mi appare davanti in tutta la sua bellezza.

«Mi adotti?» sorrido con occhi sognanti, tenendo le mani unite in preghiera.

Lui rimane impalato, con un’espressione sbalordita a guardarmi.

Non so esattamente quanto tempo sia passato quando sento una voce femminile chiedergli chi era alla porta, avvicinandosi. Noi siamo ancora nella stessa posizione di prima e lui ha ancora la mano sulla maniglia.

«Oh, e tu chi sei?» mi chiede appena appare dietro al suo braccio.

«Oh, ehm, ecco, non saprei bene come definirmi» la guardo e poi mi fisso gli indici che faccio toccare tra loro con la punta in imbarazzo.

Lei sposta suo marito, ancora imbambolato e mi guarda male «Cosa vorrebbe dire?»

«Ecco, non saprei da dove iniziare»

«Cioè?»

«Sono una vostra fan, orfana, e ho chiesto ad Andy se mi adottava» continuo a torturarmi le mani guardandole per nascondere la faccia dietro a i miei capelli.

Non sentendo risposte alzo la testa e vedo anche lei imbambolata. Aiuto, ho fatto un disastro. Ora mi odiano. Mi sono fatta odiare dai miei idoli. Sono veramente una stupida, una buona a nulla come mi dice l’insegnante. Riabbasso lo sguardo e mi scuso, per poi girarmi e dirigermi all’orfanotrofio a testa bassa.

Quando varco il portone e mi ritrovo nell’entrata di quella che chiamo casa, Evelyn mi prende per il braccio e mi trascina per il corridoio «Sei per caso rimbambita del tutto?!» mi bisbiglia infuriata guardandosi furtivamente intorno «Come ti è saltato in mente di scappare così?! Tua sorella sta dando di matto e le insegnanti ti stanno cercando ovunque! Quella zoccola della Smith ti ha descritta come al solito al pari di un teppista di strada da rinchiudere in manicomio senza mai togliergli la camicia di forza» l’ultima frase la borbotta più a se stessa che dirla a me.

La guardo stralunata e mi lascio trascinare per il corridoio. Si gira verso di me senza smettere di camminare e mi chiede se non ho nulla da dire.

«Oh beh, ecco, sonoandatadaAndyeJullietachiederglidiadottarmi» mi nascondo di nuovo dietro ai miei capelli guardando per terra. Lei sbuffa ed entra in una stanza senza mai mollare la presa su di me, quando alzo gli occhi vedo che siamo in biblioteca e mi rilasso subito.

«Togliti quel sorrisetto dalla faccia, non è il momento di ridere» mi fulmina Evelyn «Jasmine, sai cos'hai combinato questa volta?»

«Mi sono fatta odiare dai miei idoli e sono scappata dall'orfanotrofio, la Smith mi darà una punizione epocale e io resterò qui fino alla fine dei miei giorni senza la possibilità di fare nulla in quanto nessuno vuole adottare una teppistella come me e non ho abbastanza soldi per iniziare una vita da sola» sento gli occhi lucidi e le spalle basse, ho guardato tutto il tempo per terra perché ho paura di ciò che pensa la gente e voglio nascondere ogni emozione possibile.

Non sono forte come dite, io vorrei solo farmi una vita libera da questa gabbia, fuori è un mondo così bello e io non ho mai potuto vederlo, perché non lo vuole capire nessuno? Io vorrei solo uscire da qui.

Sento Evelyn sospirare e mettermi le mani sulle spalle «Senti, vogliamo tutti uscire da questo posto, e ognuno ha il suo carattere e il suo modo di reagire, il tuo non è sbagliato come dice la Smith, e tutti gli altri lo sanno, ti stai lasciando condizionare dalla sua idea perché è la tua tutrice e ci passi molto più tempo insieme, come io passo molto più tempo con la Johnson, ma non per questo sei senza un futuro, lo troverai, abbiamo soltanto 16 anni, la nostra vita non è già stata scritta»

Annuisco alle sue parole e lei mi tira a sé abbracciandomi. È poco più bassa di me, quindi abbasso un po' la testa per appoggiare la fronte sulla sua spalla.

Dopo poco sentiamo sbattere la porta della biblioteca ed una voce furiosa che ci chiama «Signorina! Dove credevi di andartene così di soppiatto?! Con te non bastano più tutte le punizioni che ti ho dato fin’ora! Adesso si passa direttamente alla mia stanza! Non avrai più un minimo di pace! Sono stata chiara?!» si avvicina la Smith rossa in faccia dalla rabbia, le rughe ancora più accentuate e gli occhi iniettati di sangue.

A forza mi stacca da Evelyn, che terrorizzata non riesce a fare nulla per impedirglielo, io invece non ho la voglia di reagire, non trovo più un motivo per evitare queste punizioni, me le merito, sono scappata mentre tutti dormivano e sono tornata dopo tutta la giornata fuori, con i trascorsi con la Smith non mi aspettavo altro. Sono solo un fallimento, e i fallimenti meritano le punizioni.

Passiamo per il corridoio d'entrata e vedo due figure che parlano con Serena, una ragazza italiana che si è trasferita da poco e lavora qui per guadagnarsi qualcosa per vivere, non le vedo bene, e non ne sento le voci perché sono troppo lontana e sto pensando a cosa possa succedere in quella stanza con la Smith.

Neanche il tempo di essere nel corridoio che Serena ci blocca «Scusi! Signorina Smith, capita giusto a pennello, questi signori vorrebbero vedere Jasmine» lei è l'unica che nonostante tutto interagisce con la Smith senza esserne intimorita, mi ha sempre detto di prendere le cose di petto ed affrontarle, altrimenti si sarà sempre sottomessi dagli altri.

Non oso girarmi verso la Smith, ma guardo le due figure che si sono avvicinate con Serena, oh mio Dio non ci credo, sono proprio loro! Li guardo incredula pensando sia tutto un sogno.

«Ora non può, gli dica di ritornare un'altra volta se proprio vogliono questa teppista» e con questa frase ogni mia speranza va in frantumi, come ogni volta.

«Non è nel regolamento dell'orfanotrofio dare la possibilità alle persone che vogliono adottare qualcuno di parlare con ogni bambino quando vengono? E non è sempre nel regolamento che se una coppia chiede di un preciso bambino lui debba essere portato da loro?»

«Tutto questo su appuntamento»

«Vorremmo prendere un appunto per parlare con questa ragazza, adesso» intervene Andy.

«Ho già detto che ora non può, ci sono gli altri bambini nella sala comune o tornate un'altra volta»

«Mi scusi, ma ora come ora nessuno ha impegni, e come dice lei dovrebbero essere tutti in sala comune, lei compresa» le lancia uno sguardo di sfida Serena, indicandomi.

«Sono la sua tutrice, se le devo parlare in questo momento posso benissimo farlo»

Noto con la coda dell'occhio che l'entrata si sta riempiendo, e la Johnson si avvicina a noi «Potresti rimandare la punizione a domani, Jasmine sa che ha sbagliato e si aspetta già la punizione, l'hai soggiogata già abbastanza»

«Con gli scapestrati come lei la disciplina non è mai abbastanza»

«Credo di aver capito perché sia venuta lei da noi»

«COSA SIGNIFICA QUESTO?»

Mi faccio piccola piccola, più di quello che ero, e cerco di nascondermi ancora di più dietro ai miei capelli. Mi sento strattonare dalla maglietta che la Smith ha preso dal colletto dietro la schiena quasi volesse soffocarmi. Respiro affannosamente e vedo la Johnson andare davanti alla Smith per bloccarla e Serena le stacca la mano da me, che inizio a fare respiri profondi per riprendermi.

«Significa che adottiamo Jasmine» dice decisa Juliet «Se serve a toglierla dalle tue mani lo facciamo subito»

La Smith sta fumando di rabbia, lo sento, invece vedo sorridere Evelyn e la Johnson.

«Quindi Jasmine ci abbandona» sento Rick chiedere sull'orlo delle lacrime. Mi volto verso gli altri, che ormai erano i miei fratelli minori, e vado ad abbracciarli.

«Non vi abbandono, ve l'ho detto che anche se riuscissi ad andarmene verrei comunque a trovarvi» dico in mezzo a quell'abbraccio di gruppo.

«Però almeno non piangerà più sul cuscino a causa della sua tutrice» Alice consola Rick.

«Quindi sarà davvero felice» le risponde lui, che non mi lasciava mai andare se non il minimo indispensabile.

«Ragazzi non è ancora deciso che io sia adottata»

«Invece sì, stanno firmando ora i fogli» mi si avvicina Evelyn mettendomi una mano sulla spalla. Mi giro verso il bancone che c'è vicino al portone e vedo i miei idoli scrivere e la Smith nera di rabbia aspettare il suo turno «Te l'avevo detto che il nostro destino non era già scritto» mi sorride la mia migliore amica.

«Io non ci credo ancora» dico in trance mentre gli altri sembrano festeggiare.

«Guardali, tutti felici che non sei più belle grinfie della Smith» sogghigna Evelyn «Sei l'eroina di questo posto, nessuno è durato così tanto con lei» e io mi gratto la testa guardando per terra in pieno imbarazzo.

«Forza hai una casa che ti aspetta» mi dice Serena.

Mi volto verso i miei idoli «Arrivo» e sorrido veramente.

°°°°°°

Sono passati 6 mesi, non ho preso nessuna valigia dall'orfanotrofio e Andy e Juliet non si sono stupiti, hanno detto che avevano parlato con la ragazza all'entrata che gli aveva già spiegato tutto, e nonostante mi sia intromessa a sorpresa nella loro vita hanno detto che ne erano comunque felici e che alla fin fine mi stavano soltanto dando una mano in modo materiale, dato che il supporto psicologico me lo avevano già dato con la musica.

Non ho mai smesso di fare visita all'orfanotrofio, e spesso portavo in giro i miei fratelli più piccoli. La Smith non voleva più vedermi, non ho ancora capito cosa avesse contro di me, ma ho perso interesse a saperlo.

L'istruzione non mi è mai mancata, ma Andy ha voluto comunque iscrivermi al liceo insistendo sul fatto che non volesse facessi la sua fine, Juliet l'ha subito appoggiato, e li ringrazio, perché ora ho amici della mia età, nonostante con la metà ci litighi in continuazione per il mio carattere e per il fatto che vogliano starmi intorno perché vogliono vedere i miei genitori.

Mi hanno chiesto se volessi incontrare i miei genitori biologici, ma ho sempre rifiutato. Quel giorno ho fatto una grandissima cazzata, ma non me ne pento, non avrei mai conosciuto questa felicità.

«Jasmine, ti sta colando tutto il gelato»

«Oh?» mi giro verso Rick che mi indica il mio gelato «Ah» e mi rendo conto che mi sta per cadere tutto per terra.

«Eri di nuovo tra le nuvole vero?»

«Si è notato tanto?» gli chiedo mentre cerco di risolvere il mio problemino.

«Ho parlato da solo per dieci minuti! Non te lo meriti il gelato!» mi dice con le guance gonfie.

«Allora vorrà dire che non ti porterò più in giro con la mia macchina» alzo la testa per darmi arie.

«NONONONONO scherzavo! Ti voglio tanto bene»

«Guarda che lecchino» gli dico scompigliandogli i capelli.

«No ehi! I miei capelli!» si lamenta lui cercando di togliermi la mano e tenere in salvo il gelato.

Scopriamo entrambi a ridere.

«Mi piace vederti ridere così sinceramente sorellona»

«Piantala con tutta questa dolcezza, mi viene il diabete»

«Sei più cattiva lo sai?»

«Io sarei cattiva?»

«Sì. Forse sei davvero una teppistella da quattro soldi!»

«Ma tu mi adori o mi odi? Perché non l'ho ancora capito dopo 10 anni che mi giri intorno»

«Guarda che ne ho undici! Li faccio oggi»

«Lo so lo so, per questo farai meglio a finire il gelato in fretta, ho un regalo per te»

Finisce il gelato in quattro e quattr'otto, e mentre troviamo una panchina libera nel parco in cui eravamo diretti. Butto i tovaglioli nel cestino lì vicino e poi frugo nella borsa per prendergli il regalo «Tieni»

«Ma è una semplice busta» dice deluso.

«Aprila» alzo le spalle.

«Okay» sussurra aprendola. Quando vede il biglietto si alza dalla panchina e salta sul posto con un sorriso a 36 denti, sarebbe meglio dire 30 denti «Davvero davvero davvero?! Posso veramente venire nel backstage con te?!»

«Davvero» annuisco sorridendo fiera.

Grazie Andy per la tua musica, grazie per essere venuto in orfanotrofio quel giorno, grazie Juliet per esserti preoccupata per me, per avermi fatto capire che fare colpi di testa non è strano. Grazie per darmi la possibilità di rendere felici i miei fratelli.

Grazie a entrambi per avermi fatto vivere la vita fuori da quelle mura che per me erano l'inferno. Grazie per avermi salvato.

   
 
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