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Autore: Iwazaru    10/08/2022    0 recensioni
Racconto ambientato nel 2019, l'amicizia online decennale tra Nicole e Amanda che finalmente culmina in un incontro tra le due ormai trentenni. Amanda, statunitense doc, farà trascorrere a Nicole la migliore estate oltre oceano che potesse mai desiderare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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È difficile trovare i giusti ingredienti per un buon Spritz qui in America, nello specifico in una cittadina piccola come Dunstable. Io ed Amanda ci siamo arrangiate con ciò che abbiamo trovato e devo ammettere che questo finto Aperol sia quasi decente.
A quanto pare gli americani sono particolarmente indecisi riguardo allo Spritz, alcuni lo considerano un drink poco invitante mentre ad altri piace.

Sedute su due sedie da esterno nel giardino sul retro di casa della mia amica, ci godiamo la frescura post tramonto di questa serata estiva.

Prendo un profondo respiro per godermi l’intera situazione e ricordare al mio corpo ed alla mia mente che questo è solo l’inizio di una splendida estate.

“Saranno le due settimane più rapide mai viste” sospira quasi sconsolata Amanda.

Istintivamente mi volto a guardarla con espressione sorpresa.

“Sono qui solo da poche ore” le ricordo.

“Ci abbiamo messo dieci anni per essere qui, due settimane voleranno” 

Arriccio le labbra in un’espressione consapevole.
Questi giorni non basteranno mai e ne sono sicura.

Sembra ancora tutto surreale, essere qui con lei e trovarmi dall’altra parte dell’oceano.

Per tanto tempo abbiamo fantasticato su questi momenti, sulla concretezza della nostra amicizia ed ora pensiamo già a come sarà separarsi?

“No, dai, un giorno alla volta” sbuffo prima di prendere un altro sorso dal bicchiere “Ti ricordi dell’avventura a Londra?”

“Quando vi siete incontrate tu e Laus?”

Annuisco con un sorriso nostalgico.
“Che anno era?” Domanda cercando di fare mente locale.

“Il 2015. Con gli Echelon ho passato i momenti migliori” ammetto nostalgica.

C’è stato quel periodo della mia vita in cui la musica dei Thirty Seconds to Mars era tutta la mia vita. Solamente la voce di Jared Leto riusciva a smuovere le mie emozioni. La pelle d’oca percorreva il mio intero corpo.

È così che ho conosciuto Amanda e molte altre splendide persone che hanno fatto parte della mia vita.

Pensare a Laus, tuttavia, getta su entrambe un alone di tristezza e rammarico.

Guardo oltre il giardino di Amanda, un semplice piccolo giardino con una casetta per gli attrezzi in legno e null’altro se non un prato verde molto curato ai cui lati si trovano strisce di aiuole con piccoli fiorellini viola. Un barbecue a carbonella nero a lato del patio.

“Pensare che questo mese suonano in Europa” sbuffa lei cercando di sdrammatizzare.

“Già, sarebbe stato bello andare insieme ad un concerto, credi ci riusciremo mai?”

“Se continuiamo così, ne dubito”

Sbuffiamo entrambe una risata che si porta dietro uno strascico di frustrazione e continuiamo a bere il nostro drink.

“E con Danny come sta andando?” Chiedo cautamente, ricevendo di rimando un’occhiata colma di significati.

“Aspettavo il momento giusto per dirlo…”

“Dire cosa?”

“Sembra che abbiamo saltato il livello della convivenza e mi ha chiesto direttamente di sposarlo”

Inarco entrambe le sopracciglia e sorrido.

“Era ora, quanti anni sono oramai?”

“Dodici”

Sembra felice mentre mi comunica questa notizia.

Danny ha passato anni, con la sua insicurezza, a farla stare male con sé stessa. Amanda non poteva scegliere uomo più introverso e complicato di lui.
Tuttavia mi sono sempre sembrati una coppia splendida a loro modo.

“Quindi me lo presenterai?”

Lei annuisce.

“Cena domani sera in un locale molto carino, fanno anche karaoke”

“Credi veramente che io…”
“Non lo credo, lo so”

Scuoto il capo in senso di negazione e con un ultimo lungo sorso finisco lo Spritz nel mio bicchiere, appoggiandolo poi sul tavolo basso poco distante da noi.

Torno a sedere e prendo un profondo respiro, finalmente del tutto rilassata.

“È esattamente come lo avevo immaginato, essere qui insieme a chiacchierare”

“Oh sì, il tuo accento è davvero divertente” dice lei prendendomi palesemente in giro.

La guardo con finta espressione offesa.

“Sono troppo stanca per replicare, sto entrando in quella fase dove le uniche cose in inglese che riesco a dire sono del tutto sconnesse”

“Non sembrerebbe”

“Oh sì, aspetta qualche momento”

Un’altra piccola risata da parte di entrambe e socchiudo gli occhi.

“Nicky, non ti addormentare qui, il divano ti aspetta…”

“Credo che sia arrivata l’ora” ammetto sconfitta dal volo, dal fuso orario e dai pancake consumati qualche ora prima.

Mi alzo e mi presto per aiutarla a rimettere a posto il tavolo basso su cui stagliano le bottiglie ed il mio bicchiere.
“Lascia, io vado a dormire più tardi, vieni che ti facci vedere alcune cose”

Sono troppo stanca per oppormi alla sua decisione e cerco di bearmi del mio stato di ospite.

Sono solo le dieci e venti eppure mi sembra notte inoltrata.

Amanda fa strada all’interno del suo appartamento al piano terra.

Soggiorno e cucina abitabili e quindi a vista. Il divano sembra invitante ora che lo ha aperto e preparato con una coperta.

“La sera le temperature si abbassano, per cui…”
“Grazie”

La verità è che mi piace dormire con un lenzuolo o una coperta persino d’estate, qualcosa per lo più con cui coccolarmi e da abbracciare che non da utilizzare per coprirmi.

Pochi altri passi e raggiungiamo il bagno di media grandezza, un lavandino con cassettiera e specchio ampio ai cui lati ci sono dei mobiletti bianchi.

“Ti ho preparato degli asciugamani e un accappatoio, puoi sistemare le tue cose sul lato sinistro l’ho liberato apposta per te”

Faccio un piccolo sorriso e mi appoggio allo stipite della porta per lo più per via della stanchezza che sembra voler prendere completamente il sopravvento.

“Troppo gentile, faccio una doccia al volo e vado a dormire” 

 

[…]

 

Durante la notte mi sono svegliata diverse volte, soprattutto per via del fuso orario, ma ero sufficientemente stanca da riuscire ad addormentarmi nuovamente.

L’unica pecca del dormire sul divano di qualcuno è che quando quel qualcuno si sveglia, irrimediabilmente -soprattutto per via del mio sonno leggero- apro gli occhi.

Il profumo di caffè è la prima cosa che riesco a percepire, seguito da una sfregata agli occhi che si muovono in direzione della cucina a vista.

I colori della casa sembrano del tutto differenti rispetto a ieri sera, più tenui ed armonici. Una tiepida atmosfera calda che riflette la luce attraverso l’ampia porta finestra del soggiorno.

“Buongiorno” dico per palesare la mia presenza ma rimanendo sotto la coperta leggera.

La figura di Amanda che fino ad un secondo prima era impegnata a versarsi una tazza di caffè, si volta per dedicarmi un sorriso appena accennato, tipico di chi si è appena svegliata.

“Buongiorno, hai dormito bene?”

“Sì, ma è ora che mi alzi o potrei dormire tutto il giorno” 

“Caffè?”

Stiracchiandomi nel modo più contenuto possibile mi convinco ad alzarmi e dirigermi immediatamente verso la cucina, appollaiandomi poi su uno degli alti sgabelli del bancone, tipicamente americano.

“Grazie, sei sveglia da molto?”

La sensazione di estraneità che ancora provo nel parlarle senza uno schermo è forte, eppure è piacevole trovarsi qui. Sono certa che entro poco tempo riusciremo a trovare la nostra dimensione anche di persona.

“No, sono rimasta sveglia fino a mezzanotte per organizzare qualche gita per la settimana”

Amanda versa il caffè anche per me e mi porge la tazza sul banco che prendo immediatamente.

Il mio sguardo vaga alla ricerca di zucchero  che prontamente lei fa scorrere sul banco nella mia direzione.

“Cosa prevede oggi il piano?” Chiedo curiosa mentre metto un solo cucchiaino di zucchero nel mio caffè.

L’espressione di Amanda sembra cercare complicità e la cosa mi incuriosisce.

“Ci rilassiamo al lago” le uniche parole che le escono dalla bocca prima di bere un sorso del suo caffè.

“Ci rilassiamo al lago” ripeto divertita “Ci stai andando leggera perché è il primo giorno?”

“Assolutamente sì”

La verità è che sono venuta qui principalmente per passare del tempo con lei, tutto il resto per me è un contorno, un bellissimo contorno.

Lei poi si sporge verso il soggiorno per andare a recuperare il suo portatile ed appoggiarlo su banco accanto a me.

“All’incirca questi sono i piani che ho fatto, ma devi dirmi se possono andare bene” 

Apre il laptop e nel fare log in mi accorgo della foto che ha messo come sfondo.

“É il figlio di Danny?” Domando guardando il bambino di circa 8 anni, biondino e con uno sguardo furbo, sullo sfondo con lui.

“Sì, Jeremy, ma stasera non ci sarà”

“Uscita tra adulti” dico con un sorriso, anche se ammetto che non mi dispiacerebbe conoscerlo, poi il mio sguardo è attratto da altro “Quelli sono i giorni in cui lavori?”

Lei annuisce quasi immediatamente.

“Però posso lasciarti l’auto e mentre sono a lavoro puoi decidere di andare da qualche parte”

“Sei sicura? Potrei perdermi” dico divertita.

“Alla peggio usi il navigatore per tornare a casa”

Sapevo che Amanda non sarebbe riuscita a prendersi due intere settimane da passare completamente con me, sarà strano ma ammetto che l’idea di esplorare la zona in solitaria -con tanto di macchina- mi emoziona.

“Bene” la incalzo “Allora prepariamoci per il lago, ci saranno molte persone?”

“Normalmente sì, ma è un’occasione per socializzare, magari conosci qualcuno…”

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo divertita.

“Così sarai costretta a trasferirti qui e saremo vicine”

Storco leggermente il naso.

“L’idea di vivere negli Stati Uniti sai che non mi entusiasma, sono abituata ad una società completamente diversa”

Il cibo, le istituzioni, la società che abbiamo in Europa sono totalmente differenti rispetto a ciò che c’è qui. Un conto, per me, è venire in vacanza a trovare la mia amica e divertirmi con nuove esperienze. Ben diversa sarebbe l’idea di vivere qui. Certo idealmente sarebbe carino, belle case, vita da film e tutto il resto. Però…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È difficile trovare i giusti ingredienti per un buon Spritz qui in America, nello specifico in una cittadina piccola come Dunstable. Io ed Amanda ci siamo arrangiate con ciò che abbiamo trovato e devo ammettere che questo finto Aperol sia quasi decente.
A quanto pare gli americani sono particolarmente indecisi riguardo allo Spritz, alcuni lo considerano un drink poco invitante mentre ad altri piace.

Sedute su due sedie da esterno nel giardino sul retro di casa della mia amica, ci godiamo la frescura post tramonto di questa serata estiva.

Prendo un profondo respiro per godermi l’intera situazione e ricordare al mio corpo ed alla mia mente che questo è solo l’inizio di una splendida estate.

“Saranno le due settimane più rapide mai viste” sospira quasi sconsolata Amanda.

Istintivamente mi volto a guardarla con espressione sorpresa.

“Sono qui solo da poche ore” le ricordo.

“Ci abbiamo messo dieci anni per essere qui, due settimane voleranno” 

Arriccio le labbra in un’espressione consapevole.
Questi giorni non basteranno mai e ne sono sicura.

Sembra ancora tutto surreale, essere qui con lei e trovarmi dall’altra parte dell’oceano.

Per tanto tempo abbiamo fantasticato su questi momenti, sulla concretezza della nostra amicizia ed ora pensiamo già a come sarà separarsi?

“No, dai, un giorno alla volta” sbuffo prima di prendere un altro sorso dal bicchiere “Ti ricordi dell’avventura a Londra?”

“Quando vi siete incontrate tu e Laus?”

Annuisco con un sorriso nostalgico.
“Che anno era?” Domanda cercando di fare mente locale.

“Il 2015. Con gli Echelon ho passato i momenti migliori” ammetto nostalgica.

C’è stato quel periodo della mia vita in cui la musica dei Thirty Seconds to Mars era tutta la mia vita. Solamente la voce di Jared Leto riusciva a smuovere le mie emozioni. La pelle d’oca percorreva il mio intero corpo.

È così che ho conosciuto Amanda e molte altre splendide persone che hanno fatto parte della mia vita.

Pensare a Laus, tuttavia, getta su entrambe un alone di tristezza e rammarico.

Guardo oltre il giardino di Amanda, un semplice piccolo giardino con una casetta per gli attrezzi in legno e null’altro se non un prato verde molto curato ai cui lati si trovano strisce di aiuole con piccoli fiorellini viola. Un barbecue a carbonella nero a lato del patio.

“Pensare che questo mese suonano in Europa” sbuffa lei cercando di sdrammatizzare.

“Già, sarebbe stato bello andare insieme ad un concerto, credi ci riusciremo mai?”

“Se continuiamo così, ne dubito”

Sbuffiamo entrambe una risata che si porta dietro uno strascico di frustrazione e continuiamo a bere il nostro drink.

“E con Danny come sta andando?” Chiedo cautamente, ricevendo di rimando un’occhiata colma di significati.

“Aspettavo il momento giusto per dirlo…”

“Dire cosa?”

“Sembra che abbiamo saltato il livello della convivenza e mi ha chiesto direttamente di sposarlo”

Inarco entrambe le sopracciglia e sorrido.

“Era ora, quanti anni sono oramai?”

“Dodici”

Sembra felice mentre mi comunica questa notizia.

Danny ha passato anni, con la sua insicurezza, a farla stare male con sé stessa. Amanda non poteva scegliere uomo più introverso e complicato di lui.
Tuttavia mi sono sempre sembrati una coppia splendida a loro modo.

“Quindi me lo presenterai?”

Lei annuisce.

“Cena domani sera in un locale molto carino, fanno anche karaoke”

“Credi veramente che io…”
“Non lo credo, lo so”

Scuoto il capo in senso di negazione e con un ultimo lungo sorso finisco lo Spritz nel mio bicchiere, appoggiandolo poi sul tavolo basso poco distante da noi.

Torno a sedere e prendo un profondo respiro, finalmente del tutto rilassata.

“È esattamente come lo avevo immaginato, essere qui insieme a chiacchierare”

“Oh sì, il tuo accento è davvero divertente” dice lei prendendomi palesemente in giro.

La guardo con finta espressione offesa.

“Sono troppo stanca per replicare, sto entrando in quella fase dove le uniche cose in inglese che riesco a dire sono del tutto sconnesse”

“Non sembrerebbe”

“Oh sì, aspetta qualche momento”

Un’altra piccola risata da parte di entrambe e socchiudo gli occhi.

“Nicky, non ti addormentare qui, il divano ti aspetta…”

“Credo che sia arrivata l’ora” ammetto sconfitta dal volo, dal fuso orario e dai pancake consumati qualche ora prima.

Mi alzo e mi presto per aiutarla a rimettere a posto il tavolo basso su cui stagliano le bottiglie ed il mio bicchiere.
“Lascia, io vado a dormire più tardi, vieni che ti facci vedere alcune cose”

Sono troppo stanca per oppormi alla sua decisione e cerco di bearmi del mio stato di ospite.

Sono solo le dieci e venti eppure mi sembra notte inoltrata.

Amanda fa strada all’interno del suo appartamento al piano terra.

Soggiorno e cucina abitabili e quindi a vista. Il divano sembra invitante ora che lo ha aperto e preparato con una coperta.

“La sera le temperature si abbassano, per cui…”
“Grazie”

La verità è che mi piace dormire con un lenzuolo o una coperta persino d’estate, qualcosa per lo più con cui coccolarmi e da abbracciare che non da utilizzare per coprirmi.

Pochi altri passi e raggiungiamo il bagno di media grandezza, un lavandino con cassettiera e specchio ampio ai cui lati ci sono dei mobiletti bianchi.

“Ti ho preparato degli asciugamani e un accappatoio, puoi sistemare le tue cose sul lato sinistro l’ho liberato apposta per te”

Faccio un piccolo sorriso e mi appoggio allo stipite della porta per lo più per via della stanchezza che sembra voler prendere completamente il sopravvento.

“Troppo gentile, faccio una doccia al volo e vado a dormire” 

 

[…]

 

Durante la notte mi sono svegliata diverse volte, soprattutto per via del fuso orario, ma ero sufficientemente stanca da riuscire ad addormentarmi nuovamente.

L’unica pecca del dormire sul divano di qualcuno è che quando quel qualcuno si sveglia, irrimediabilmente -soprattutto per via del mio sonno leggero- apro gli occhi.

Il profumo di caffè è la prima cosa che riesco a percepire, seguito da una sfregata agli occhi che si muovono in direzione della cucina a vista.

I colori della casa sembrano del tutto differenti rispetto a ieri sera, più tenui ed armonici. Una tiepida atmosfera calda che riflette la luce attraverso l’ampia porta finestra del soggiorno.

“Buongiorno” dico per palesare la mia presenza ma rimanendo sotto la coperta leggera.

La figura di Amanda che fino ad un secondo prima era impegnata a versarsi una tazza di caffè, si volta per dedicarmi un sorriso appena accennato, tipico di chi si è appena svegliata.

“Buongiorno, hai dormito bene?”

“Sì, ma è ora che mi alzi o potrei dormire tutto il giorno” 

“Caffè?”

Stiracchiandomi nel modo più contenuto possibile mi convinco ad alzarmi e dirigermi immediatamente verso la cucina, appollaiandomi poi su uno degli alti sgabelli del bancone, tipicamente americano.

“Grazie, sei sveglia da molto?”

La sensazione di estraneità che ancora provo nel parlarle senza uno schermo è forte, eppure è piacevole trovarsi qui. Sono certa che entro poco tempo riusciremo a trovare la nostra dimensione anche di persona.

“No, sono rimasta sveglia fino a mezzanotte per organizzare qualche gita per la settimana”

Amanda versa il caffè anche per me e mi porge la tazza sul banco che prendo immediatamente.

Il mio sguardo vaga alla ricerca di zucchero  che prontamente lei fa scorrere sul banco nella mia direzione.

“Cosa prevede oggi il piano?” Chiedo curiosa mentre metto un solo cucchiaino di zucchero nel mio caffè.

L’espressione di Amanda sembra cercare complicità e la cosa mi incuriosisce.

“Ci rilassiamo al lago” le uniche parole che le escono dalla bocca prima di bere un sorso del suo caffè.

“Ci rilassiamo al lago” ripeto divertita “Ci stai andando leggera perché è il primo giorno?”

“Assolutamente sì”

La verità è che sono venuta qui principalmente per passare del tempo con lei, tutto il resto per me è un contorno, un bellissimo contorno.

Lei poi si sporge verso il soggiorno per andare a recuperare il suo portatile ed appoggiarlo su banco accanto a me.

“All’incirca questi sono i piani che ho fatto, ma devi dirmi se possono andare bene” 

Apre il laptop e nel fare log in mi accorgo della foto che ha messo come sfondo.

“É il figlio di Danny?” Domando guardando il bambino di circa 8 anni, biondino e con uno sguardo furbo, sullo sfondo con lui.

“Sì, Jeremy, ma stasera non ci sarà”

“Uscita tra adulti” dico con un sorriso, anche se ammetto che non mi dispiacerebbe conoscerlo, poi il mio sguardo è attratto da altro “Quelli sono i giorni in cui lavori?”

Lei annuisce quasi immediatamente.

“Però posso lasciarti l’auto e mentre sono a lavoro puoi decidere di andare da qualche parte”

“Sei sicura? Potrei perdermi” dico divertita.

“Alla peggio usi il navigatore per tornare a casa”

Sapevo che Amanda non sarebbe riuscita a prendersi due intere settimane da passare completamente con me, sarà strano ma ammetto che l’idea di esplorare la zona in solitaria -con tanto di macchina- mi emoziona.

“Bene” la incalzo “Allora prepariamoci per il lago, ci saranno molte persone?”

“Normalmente sì, ma è un’occasione per socializzare, magari conosci qualcuno…”

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo divertita.

“Così sarai costretta a trasferirti qui e saremo vicine”

Storco leggermente il naso.

“L’idea di vivere negli Stati Uniti sai che non mi entusiasma, sono abituata ad una società completamente diversa”

Il cibo, le istituzioni, la società che abbiamo in Europa sono totalmente differenti rispetto a ciò che c’è qui. Un conto, per me, è venire in vacanza a trovare la mia amica e divertirmi con nuove esperienze. Ben diversa sarebbe l’idea di vivere qui. Certo idealmente sarebbe carino, belle case, vita da film e tutto il resto. Però…

 

   
 
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