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Autore: Jeyrocca    10/08/2022    0 recensioni
"...Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio [...] Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni." e se Ichigo si fosse resa conto di aver sbagliato tutto? I capitoli saranno aggiornati maggiormente durante i fine settimana, ma non è detto, è la mia prima esperienza di scrittura quindi ditemi cosa ne pensate:)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8. Dimenticare il primo amore

 

Ichigo quel giorno era davvero esausta. Tutta l'ansia si era trasformata in adrenalina quando Ryou si era presentato nel suo ufficio. Nonostante gli anni passati, era di una bellezza mozzafiato, traspirava sensualità da ogni angolo. E ora mentre sorseggiava il suo solito bicchiere di vino quasi eccitata al pensiero, fissava il camino che bruciava nel suo soggiorno, le sembrava di aver vissuto l'inverosimile quel giorno. Stava scaricando tutti quegli ormoni e non riusciva ad alzarsi dal divano per prepararsi la cena.

 

«Ma si, un pasto in più o uno in meno non mi cambierà la giornata.»

 

Chiamò Masaya per aggiornarlo sugli sviluppi della giornata omettendo l'argomento “Greta”.

 

« Beh, non mi sembra che sia andata così male...» commentò lui.

 

«Parliamone Masaya. Dobbiamo testare i macchinari e la compatibilità con l'utilizzo delle cellule, saranno mesi di lavoro a stretto contatto.»

 

«Si ma non potete farci nulla. Neanche lui poteva prevederlo, la decisione non è stata sua. Non è un complotto al contrario di quello che pensa Lucas.»

 

«Già..si è fatto troppo prendere dalla situazione...»

 

«Un po' troppo. Anni fa, hai lasciato anche lui perché pensavi ancora a Ryou vero?»

 

«E' così ovvio?» abbozzò un rammaricato sorriso.

 

«Si. Lucas è cotto di te. Non ti avrebbe mai lasciata andare se non avesse capito che in mezzo a voi c'era qualcosa più grande di lui. E ora che ha o la migliore occasione per liberarsi di lui o il peggior modo di perderti è fuori di sé.»

 

«Ma che dici? Perché mai dovrebbe perdermi? E poi credo che ti sbagli, come al solito oserei dire...pensi sempre che siano tutti innamorati di me.»

 

«Ah! Cosa fai a questi uomini Ichigo! Ma tornando a parlare seriamente, credo che dovrai fare semplicemente il tuo lavoro, le prerogative non cambiano, che sia per una riunione o per mesi di lavoro, da soli, in laboratorio.»

 

«Che fai infierisci?» le scappò una risata.

 

Continuarono a parlare del più e del meno. Ichigo da buona amica chiese come andava anche a lui il lavoro e le cose in generale, si sentiva egoista a ricevere tutte le attenzioni, lui le confessò che era un po' che lui e Chiara stavano cercando di avere un figlio e quindi era un po' nervoso perché non arrivava, temeva che il suo DNA alterato ne fosse la causa.

Proseguirono per un'abbondante mezz'ora e poi chiusero la chiamata.

 

L'indomani Ichigo avrebbe rivisto Ryou, Loren aveva preso appuntamento alle 13.30. Aveva dovuto rivoluzionare tutti i suoi impegni quindi la mattina avrebbe dovuto delegare al suo team tutti i compiti che inizialmente spettavano a lei. “Tu occupati solo della MewMolecolar” aveva detto l'Amministratrice. A quel pensiero Ichigo sbuffò.

Non ne capiva il motivo di tanta eccitazione, ma nel prepararsi al giorno dopo, Ichigo aprì la cabina armadio in cerca di qualcosa di unico.

Voleva risplendere. Come una sorta di “Guarda cosa ti sei perso, la ragazza che non volevi più vedere non ti farà fare altro.”

 

Invece del solito completo giacca-pantalone o gonna, prese dall'armadio un tubino rosso Valentino smanicato, lungo fino a sotto il ginocchio con uno spacco posteriore. Era il suo abito preferito, risaltava tutte le sue forme e grazie alla sua aderenza le rendeva anche migliori. Abbinò delle scarpe decolté nere da abbinare al cappotto, dopotutto c'erano 10 gradi.

 

La mattina seguente era ancora più carica. “Te ne farò pentire Shirogane” indossò l'abito, che era in tinta con il suo rossetto, mascara, un leggero tocco di matita negli occhi. Per i capelli optò per uno chignon basso. Et voilà.

 

Come ogni mattina passò al bar della Sanity Group a piano terra per il secondo caffè della giornata. Arrivò in ufficio e si sentì osservata dai colleghi più del solito. Voleva fare colpo su Ryou ma non aveva calcolato che lui non sarebbe stato l'unico uomo in circolazione.

Il tempo passò in fretta e si fece ora di pranzo.

«Dottoressa, se lei non ha bisogno di altro, io andrei a pranzo.» disse Loren.

«No, per il momento sono a posto, grazie.»

«Ecco...lei non mangia?» sembrava preoccupata.

«Si, ho qui la mia barretta energetica. Non ho tempo, ma grazie del pensiero.»

Finì le relazioni del giorno e cominciò a prepararsi all'incontro. La sua agenda era appena diventata mezza vuota pronta per essere riempita da quel nuovo incarico.

Sentì delle voci e si alzò a controllare, ancora Loren non era tornata. Affacciata dalla porta vide Ryou che parlava con un ragazzo alla reception del piano.

 

«Sono in anticipo di 30 minuti, dove posso attendere?»

 

Ma prima che il ragazzo gli mostrasse la sala d'attesa Ichigo li interruppe.

 

«Sono libera, prima iniziamo e prima finiamo, giusto?»

 

Quando Ryou si girò a guardarla per poco non sveniva, era come se il diavolo fosse lì a metterlo alla prova. Non riuscì a risponderle, inghiottì la saliva che si era iperprodotta in bocca e si accomodò nel suo ufficio.

 

Che cazzo Ryou, riprenditi!”

 

Ichigo non poteva di certo immaginare quello che stava pensando Ryou, ma si sentì comuque potente dinanzi a lui.

 

Come due professionisti cominciarono a mettere giù il programma, alle volte erano inebriati l'uno dal profumo dell'altra ma erano diventati bravissimi a non far trasparire niente. Stavano per mettere giù i vari incontri per portare l'attrezzatura in laboratorio quando squillò il telefono dell'ufficio di Ichigo. Lei fece fare due squilli ma si accorse che Loren doveva ancora tornare dalla pausa.

 

«Scusami. Pronto?... Ah Loren sei tu dimmi...Cosa? Ora?... Ora ci penso io grazie, ti aspetto»

«Tutto ok ?» chiese Ryou.

«Ti chiedo scusa in anticipo, rimani qui.»

 

Lui non capiva, scusa per cosa? La vide alzarsi e andare in corridoio. Si alzò dopo pochi istanti anche lui e si mise ad osservarla dal centimetro rimasto aperto della porta.

 

Vide un uomo sulla trentina avvicinarsi a lei, appena fu in prospettiva capì trattarsi di Lucas.

Capiva poco della conversazione.

 

«Ma stai scherzando? Perché non me lo hai detto?» diceva lui.

«Perché sapevo...così» Ryou capiva ben poco.

 

Anche se non ne aveva la certezza sentiva che il motivo di tanta agitazione fosse lui ma in ogni caso gli sembrava una reazione troppo esagerata per un amico. Lui ad un certo punto scattò verso lo studio e Ryou senza farsi notare si sedette alla scrivania.

 

Ichigo pensava che fosse andato tutto troppo liscio quel giorno per sperare di averla fatta franca. Lucas era irato. Aveva visto al TG la notizia che avrebbero lavorato insieme ed era corso da lei per capire il perché glielo avesse nascosto. Nell'atrio aveva incontrato Loren che gli aveva confermato il tutto aggiungendo il fatto che Ryou sarebbe stato lì a momenti. Quando Loren vide la reazione di Lucas aveva avvertito subito la sua mentore. Ora che Ichigo se lo trovava davanti stava cercando di spiegargli che non era affatto come pensava, che stavano lavorando e non era successo nulla di insolito o equivoco, ma niente, non ascoltava.

Quando Lucas notò che lei preferiva discutere nel corridoio piuttosto che nello studio capì.

«E' qui? E' nel tuo studio vero? E' già arrivato?»

«Lucas. Ora mi sto veramente incazzando, te ne devi andare.»

«Non me ne vado finché non ammette di essere un sadico!» e dicendo così la superò e scattò per entrare nello studio e lo trovò a visionare l'agenda.

 

Ichigo lo rincorse. “Maledetti tacchi.”

«Lucas, esci da qui, mi stai mettendo in imbarazzo.» lo strattonò da un braccio, costringendolo a girarsi.

Lucas che era rimasto a fissare Ryou che ora ricambiava lo sguardo, non era riuscito a dirgli nulla, ma quando vide Ichigo infastidita l'ascoltò. Ritornò in sé e capì che stava mancando di rispetto a Ichigo comportandosi a quel modo sul suo posto di lavoro.

 

«Te lo giuro, se ti permetti di farle ancora del male o anche solo di sfiorarla, te la vedrai con me.» concluse Lucas e si fece accompagnare da Ichigo all'uscita.

 

La segretaria, arrivata in tempo per godersi tutta la scena, era sconvolta e non si trattenne dal commentare quando i due entrarono in ascensore.

« Ah, era più gentile quando stavano insieme.»

Ryou che riuscì a sentire grazie alla porta aperta e al fatto che la scrivania di Loren era praticamente di fronte la porta dell'ufficio e si intromise nel monologo.

« Insieme?»

« Oh, mi scusi non avrei dovuto, però si, un po' di anni fa stavano insieme non si sono parlati per un bel po', a quanto pare la Dottoressa non aveva dimenticato il suo primo amore.» concluse Loren mentre poggiò la mano sulla guancia cominciando a fantasticare.

 

Certo, infatti poi se l'è sposato e chiaramente lui non l'ha dimenticata, hai la mia comprensione amico.”

 

C'era qualcosa però che sentiva essergli sfuggito nelle parole di Lucas. Ma i suoi pensieri furono interrotti dal ritorno di Ichigo.

 

Si sedette di fretta alla scrivania sciogliendosi i capelli e poggiando entrambe le mani sulle tempie.

 

«Ti ho già chiesto scusa in anticipo, ma ora ho bisogno di abbassare l'ascia di guerra, quando non ci sente nessuno puoi farmi del tu e ora ho bisogno di un pasto vero.» disse indicando la barretta energetica accanto alla tastiera del PC.

 

«Certo, non preoccuparti, ti scriverò una mail per accordarci...» disse mentre guardava il bigliettino da visita che lei gli aveva consegnato all'inizio dell'incontro.

 

« Puoi anche chiamarmi...» disse di getto provocando svariati cardiopalmi e arrossendo. Puntualizzò immediatamente il concetto « è il numero aziendale, non guardo spesso le mail, lo fa Loren per me, ovviamente è a fini lavorativi.»

 

A Ryou venne istintivo fare un'impercettibile sorriso. Per un attimo, solo per un attimo, aveva rivisto la sua vecchia Mew Berry. Dietro a quell'atteggiamento glaciale che aveva mantenuto tutto il tempo l'aveva vista arrossire dall'imbarazzo, cosa che capitava spesso all'epoca ed era una delle tante cose che amava di lei, l'innocenza.

Lei al contrario voleva uccidersi per aver creato quella situazione, era certa lui l'avesse notato, si era accorta del suo sexy sorrisino sotto i baffi.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, chissà come mi starà prendendo in giro in quella sua testolina arrogante” pensò Ichigo.

 

«Va bene, se posso e se dovrò, lo farò.» disse con aria di sfida Ryou mentre si alzava e indossava il cappotto.

 

« Non fare i tuoi soliti giochetti di parole. Sai che devi, ho bisogno dell'indirizzo del tuo laboratorio da mandare al reparto trasporti. »

 

«Quelli posso mandarli per mail, tanto si occupa Loren di gestire gli appuntamenti e queste seccature, giusto?»

«Era solo un esempio. Ti credevo capace di capirlo.»

Ryou era davvero divertito da questo clima e neanche lei sembrava disprezzarlo.

Ichigo andò ad aprirgli la porta come imponeva la buona educazione.

«Loren, io vado a pranzo»

«Ah devo prenotare per due? Alla fine si è convinta a mangiare»

Questa volta si imbarazzarono entrambi.

«No Loren, devi imparare a non dare tutto per scontato» le sussurrò.

«Io e il Dottor Shirogane abbiamo semplicemente finito, ti lascerà gli indirizzi utili» continuò Ichigo spostando il suo sguardo su Ryou.

 

Loren era già pronta con carta e penna.

 

«Non si preoccupi signorina, mi farò sentire direttamente con la Dottoressa. Le lascio il mio numero personale però per ogni comunicazione importante. »

 

Ichigo mentre lui dettava il numero a Loren distolse lo sguardo.

Ma dovrei dirgli di venire con me? E' arrivato alle 13 non avrà avuto il tempo di pranzare.

 

Ma mentre si domandava se fosse consono o meno proporglielo lui interruppe i suoi pensieri.

«Arrivederci Dottoressa Momomiya. Passi un buon weekend.»

Capendo che l'avrebbe messa in difficoltà si limitò ad inchinarsi senza stringerle la mano.

   
 
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