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Autore: yachan    14/08/2022    1 recensioni
In un mondo dove le persone sono capaci di dominare gli elementi della natura, si creano continui conflitti tra persone di diverso elemento. In un clima teso, dove le persone diffidano uno dell'altro e dove l'elemento che predomina su tutti è il fuoco, un gruppo di ragazzi si ribellerà a questo destino. Questo è il Team Luce.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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SINOPSI: Sopravvissuti all'ultimo attacco del Team Magma, il Team Luce deve rimanere per qualche giorno all'ospedale per riprendersi dalle ferite fisiche ed emozionali. Nel frattempo una misteriosa lettera giunge alle mani di Misty e poco dopo si separa dal suo gruppo, lasciando dietro solo una lettera con poche spiegazioni per il suo gesto. Con Melody ancora in coma e il gruppo che rischia di sgretolarsi... per il Team Luce sarà la fine?

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 38

 

Il Team Luce non si scioglierà

 

  • Argh!!- gridò la ragazzina con il codino laterale- Stupido! Stupido!- lanciò senza sosta attacchi d'acqua a qualsiasi cosa potesse essere usato come bersaglio- Come hai potuto essere così idiota!

Il bruno dalla carnagione scura seduto su una roccia e con le spalle voltate, la sentì urlare e fare casino, ma era intento a girare con il mestolo nella pentola. Girava, girava, senza però avere in mente cosa stava facendo. Il suo sguardo era fisso su quel liquido giallastro che ribolliva, ma i suoi pensieri erano altrove.
Solo qualche ora prima, il loro compagno George aveva deciso di andarsene dal gruppo. Lo avevano visto allontanarsi e non tornare più. Le parole con lui per convincerlo a restare erano state invano, trasportate dal vento, così come le ricerche per ritrovarlo.
E ora erano lì, lui e Misty.

Ingenuamente aveva creduto che dedicarsi a preparare da mangiare, lo avrebbe fatto cambiare d'umore. In altre occasioni era servito, ma questa volta non sembrava essere efficace. Continua a domandarsi più volte... perché? Perché George lo aveva fatto?
E perché lui era rimasto a guardare senza agire, quando per primo aveva intuito che qualcosa stava cambiando in George? Perché non aveva affrontato la questione a viso aperto, invece di limitarsi a lasciare che il tempo aggiustasse le cose?

  • Aaaah!- la voce di Misty gli arrivò alle orecchie come una fitta. Come se ad ogni cosa che lei distruggeva, era un colpo inferto a lui.

Non poteva evitare di sentirsi indirettamente colpevole. Colpevole di aver abbandonato un compagno e colpevole della sofferenza di una compagna.
Ma la realtà era quella ormai, erano rimasti solo due… due ragazzi contro il Signore del Fuoco. Come se già in tre non fosse già poco!

  • Stupido!- la sentì lasciarsi cadere sulle ginocchia e sbattere il pugno contro il terreno- Come hai potuto farlo!

Le sue parole di rabbia rivolte al loro compagno ormai lontano, facevano trasparire la sua sofferenza e impotenza.
A Misty non piaceva mostrare le sue debolezze, ma era chiaro che l'aveva presa molto male. Era così frustrata che non le importava farsi male dando pugni a terra.
E lui? Non sapeva neanche come reagire.

Ovviamente Misty conosceva da molto più tempo George, e lui si era unito al loro viaggio solo in seguito. Ma le esperienze vissute in loro compagnia, i momenti passati ad allenarsi, lo avevano fatto affezionare ai due dominatori dell'acqua. Erano suoi amici.
Brock sospirò e si fece forza; si rimise in piedi e andò verso la ragazza. Non poteva abbandonarla, non ora che era più fragile.

  • Misty…- la chiamò, senza però ricevere una risposta. Era ancora chinata a quattro zampe, con la testa giù e circondata da pozzanghere d'acqua.

Brock doveva trovare il modo di risollevarle il morale. Ma come?

La situazione per lei era diversa. Ricercata e bandita dalla sua città, non aveva più un posto dove potersi rifugiare. Che ne sarebbe stato di lei ora che la missione era fallita?
No, non poteva abbandonarla, dopo che lei lo aveva aiutato.

  • Misty…- insistette- Devi tirarti su…- poi pronunciò le parole che lui stesso non voleva sentirsi dire- Ci abbiamo provato a fermarlo, ma…

La ragazza si voltò di scatto. Brock sussultò, lo sguardo di lei era furioso.

  • No… non è finita qui- si rialzò lentamente. La sua voce decisa non faceva trasparire dubbi- George si ravvederà e tornerà. Ne sono certa.

  • Però…- non voleva essere lui a contraddirla quando era evidente che c'erano poche possibilità che ciò accadesse. Misty ci credeva davvero. E la sua certezza, diventava speranza in Brock- Sì, hai ragione.

Un giorno George avrebbe capito il suo errore, e sarebbe tornato sui suoi passi. Ma per allora, sarebbe stato troppo tardi per il Team Luce.

Seguì un momento di silenzio tra i due.

Brock era cosciente che avrebbero dovuto separarsi. In due non avevano possibilità contro il Signore del Fuoco. La loro missione, la loro speranza in un futuro migliore, era sfumata nel giro di poche ore.
Ma la prospettiva di viaggiare da solo, cosciente che niente sarebbe cambiato nel mondo… non lo entusiasmava.

  • Non è finita- ripeté lei, come se gli leggesse nella mente- Con o senza George, l'obiettivo del Team Luce rimane il Signore del fuoco- gli rivolse uno sguardo carico di determinazione- Sei ancora della partita?

Brock la guardò stupito. Non solo perché al contrario di quanto credeva, Misty non si era lasciata andare allo sconforto... ma perché di fronte ad una partita persa in partenza, lei ancora non si arrendeva.

La sua determinazione aveva dell'assurdo, dell'incomprensibile, dell'insensato... ma lei era fermamente convinta delle sue parole. E questo le dava una forza e una grinta, che chi le era vicino veniva irradiato dalla sua luce. Lei era la speranza che la gente oppressa cercava.
Ma c'era dell'altro. Quel suo sguardo pieno di rabbia, dichiarava apertamente vendetta. E mai si sarebbe tirata indietro.
Perciò ora rimaneva solo lui, Brock. L'unico che avrebbe potuto impedire che l'odio della ragazza la portasse ad agire d'impulso, conducendola in un baratro senza fondo. E questa volta non avrebbe più fatto l'errore di lasciare andare via un compagno.

  • Puoi contare su di me. Il Team Luce non si scioglierà. È una promessa.

 

 

Brock camminò a passo spedito lungo il corridoio dell'ospedale. Dal corridoio alla sua destra vide arrivare Dawn.

  • Brock…- si avvicinò a lui- Dobbiamo parlare- disse con voce supplicante.

  • Lo so- annuì lui, intuendo a cosa si riferisse- Chiama May, ci vediamo nella stanza di Melody- poi ci pensò su- Puoi anche usare la forza con May per convincerla.

La ragazza annuì e andò alla ricerca della dominatrice della terra.
Il castano riprese a camminare e si diresse nella stanza dove riposava Ash con il piccolo Pikachu.
La porta si spalancò d'improvviso e Ash intuì, anche senza doversi guardare alle spalle, che non si trattava dell'infermiera.

  • Dobbiamo parlare, Ash…- disse la voce del dominatore della roccia. Il moro rimase in silenzio sdraiato nel letto- Dimmi, cosa pensi di Misty? Secondo te sarebbe in grado di andarsene così?

Ash si stupì della domanda. Perché d'improvviso glielo stava chiedendo?

  • Ho bisogno di sapere- spiegò lui- Vedi... il tuo parere in questo momento mi aiuterebbe a prendere una decisione…

  • E io come potrei aiutarti?- chiese Ash senza girarsi a guardare l'amico.

  • Tu sei la persona che probabilmente è riuscita a comprendere Misty più di noi.

Il moro rimase stupito da quell'affermazione.

Delle immagini attraversarono la sua testa. Il loro incontro... il modo in cui lei lo aveva squadrato dal primo momento... i suoi occhi carichi di odio capaci di trafiggere. E poi, quel loro primo scontro in cui lui aveva perso, mentre nel secondo aveva vinto. Il modo in cui lei aveva reagito a quella sconfitta, come se ne dipendesse la sua vita.

E ancora, gli occhi spaesati di lei, trovandosi costretta a combattere contro George per salvare i suoi amici. Il terrore che si rifletteva nei suoi occhi verde acqua, ogni volta che loro erano in pericolo e lei non riusciva ad agire abbastanza in fretta.

La tristezza nel suo viso, quando aveva dovuto accettare che George non sarebbe più ritornato nel gruppo, e la profonda delusione quando Ash le aveva mentito.

Infine la mano di lei che stringeva la sua, mentre lo riconduceva nel gruppo. Le sue parole incoraggianti e lo sguardo comprensivo che gli aveva rivolto in quella occasione.

 

Certo, ci hai ingannati… ci hai feriti in un modo più profondo di quello che pensi. Ma se c’è una cosa che ho capito dopo tanto tempo… è che bisogna guardare dentro le persone. E io… non ho intenzione di perdere nuovamente un compagno.

 

Misty era sempre stata un'altalena di emozioni, ingestibile e imprevedibile. Piena di misteri e un vulcano di rabbia.

Ma le emozioni che mostrava erano sempre così cristalline, che era difficile credere che mentisse.

Un sapore amaro gli risalì in bocca, quando tornò a ricordare del loro litigio prima dell'attacco del Team Magma. Le parole di lei ancora bruciavano nel suo petto.

 

Già una volta ci hai tradito, non mi sorprenderei che tu lo faccia di nuovo! Un membro del Team Magma resterà sempre uno sporco doppiogiochista!

 

E se si fosse sempre sbagliato? Se lei non fosse mai stata sincera? Forse era sempre stato lui a illudersi dal primo momento.

  • Eh, temo che sbagli persona, Brock. Non ricordi? Noi non ci sopportiamo…- rispose con un accenno di risata che non lo divertiva.

Era una verità così ovvia, che si sorprese di essersene dimenticato. Loro due si odiavano... ed era qualcosa che non poteva cambiare, neanche volendolo.

  • E con questo? Non è una novità- lo disse con una tale semplicità, che suonò quasi crudele alle orecchie del moro- Pensavo però che lo aveste superato. Dov'è il problema?

Lui non rispose e cercò, se possibile, di raggomitolarsi nel suo letto.

Pikachu, che era rimasto per tutto il tempo sul suo letto, gli rivolse uno sguardo triste.

  • Ash, c'è qualcosa che devo sapere?- la domanda più che lecita del bruno, cercò di spingerlo a parlare. Ma il moro non se la sentiva di rispondere- Ash, ogni minuto è essenziale… se hai qualcosa da dirmi, dilla adesso.

Il ragazzo indugiò, sentendo sulle sue spalle la fiducia che gli riponeva l'amico. Cercò di ignorarlo, rimettendosi a dormire.

Il piccolo pokémon però non era d'accordo con il suo piano.

  • Piii... ka!

  • Ahhh!- gridò Ash, mentre il pokémon gli lanciava una scossa elettrica, facendolo quasi saltare giù dal letto- Pikachu! Ma che diavolo ti è preso!- lo rimproverò.

  • Pika pi!- il topo elettrico rispose con lo stesso tono arrabbiato.

  • Credo che il tuo pokémon voglia che tu parli con Brock- intervenne Anabel.

Era appena entrata nella stanza, con in mano dei fiori freschi. Giusto in tempo per assistere allo spettacolino di luce offerto da Pikachu.

Ash guardò prima Anabel poi Pikachu. Borbottò per la scossa elettrica e sospirò rassegnato.

Non aveva alternative se non voleva essere fulminato nuovamente.

  • Misty mi odia- disse infine. Brock chinò la testa di lato- Mi odia per davvero!- insistette, di fronte all'incredulità di Brock.

  • E questo come lo sai con tanta certezza?

  • Me l'ha detto lei… cioè, non esplicitamente. Mi ha confessato che non può perdonarmi...

  • È per questo che stavate litigando?- diede una veloce occhiata a Anabel- E Melody è stata colpita…

Ash annuì.

  • Il motivo dei problemi con il suo dominio, non è stato causato da George... ma da me. Per questo se n'è andata, non riusciva a perdonarmi.

Pikachu emise un piccolo verso dispiaciuto, mentre Anabel osservava in silenzio il dominatore del fuoco. Lentamente stava comprendendo la situazione.
Brock rimase a rifletterci sopra.

  • D'accordo- con pazienza si sedette sulla sedia e si toccò il mento- Ora però prova a pensarci... credi davvero che per questo Misty ti odi? Va bene, abbiamo scoperto il tuo doppio gioco, ma ti faccio ricordare che neanche io ci sono andato leggero.

Ash ricordò le minacce di Brock e la rabbia di May. Era vero, non era stato facile riavere la loro fiducia.
Il castano quindi incrociò le braccia e lo guardò serio.

  • Ash, tu sei il primo dominatore del fuoco con cui abbiamo dovuto convivere. Prima di te, chiunque esercitasse il dominio del fuoco era il nostro peggior nemico. Se Misty ti odiasse davvero, credi che ti avrebbe riportato indietro, con il pericolo di farci del male? Mi sembra normale che Misty fosse ancora scossa, è pur sempre un essere umano, no?

Quella affermazione, seppur ovvia, suonava sempre così assurda riferita a Misty. A volte dimenticava che prima di essere una leader di un gruppo... era un essere umano come tutti loro.

Brock tornò a sorridere, quando notò un cambiamento d'espressione in Ash.

  • Ma il fatto che te l'abbia detto, è un grosso passo avanti. La Misty che conoscevo io, difficilmente esprimeva i suoi pensieri. Mostrare la sua vulnerabilità, proprio a un dominatore del fuoco, dimostra che tu sei importante per lei. La tecnica del ghiaccio può averla scossa, ma se lei non si fosse aperta con te in quel modo, mostrando le sue reali emozioni, la tecnica avrebbe preso il sopravento su di lei e avrebbe perso definitivamente il dominio.

Ash rimase senza parole. Era davvero così?

  • Come vedi, Misty non ti odia e non sei tu la causa della sua fuga. Al contrario, tu sei la persona che più di noi, riesce a vedere la vera Misty. E quindi, tornando alla questione di prima… Cosa pensi di Misty?

Il moro sospirò e titubò per qualche secondo. Infine parlò.

  • Penso che Misty abbia un caratteraccio impossibile e che si diverta a prendermi in giro- disse con una smorfia ricordando i loro battibecchi, poi guardò Brock con uno sguardo lontano dall'essere rancoroso- Però al di là del suo carattere, Misty è una dominatrice straordinaria e il legame che si è creato con voi, è impossibile che lei lo spezzi così facilmente.

Più volte Misty gli aveva ribadito quanto lei ci tenesse alla sicurezza dei suoi compagni, e lui più volte non le aveva creduto, finché poi... lei non lo aveva dimostrato con i fatti.
Anabel continuò ad osservare il moro, notando la sicurezza nella sua affermazione.
Brock lo fissò allo stesso modo, come se comprendesse appieno quei sentimenti di fiducia, poi si rilassò e sorrise.

  • Grazie. Avevo bisogno di sentirmelo dire- disse soltanto e si alzò in piedi- Riesci ad alzarti?- Ash lo guardò incuriosito.

  • Credo di sì.

  • Anabel, puoi aiutarlo?- domandò rivolgendosi alla ragazza dai capelli lilla. Lei annuì.

  • Bene, raggiungeteci alla stanza di Melody. Riunione straordinaria.

 

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Camminò per i lunghi corridoi di marmo. Il suo mantello sventolava e pezzi di neve sciolta cadevano sul pavimento. Non si era neanche preoccupata di avere un aspetto presentabile.
Alte finestre facevano entrare la luce del giorno e illuminavano le statue che raffiguravano i precedenti sovrani. Sculture sobrie, ma che volevano trasmettere solennità con le loro espressioni serie. Una lunga stirpe di reali che si erano susseguiti negli anni sul trono. Tutti uomini, fin dal fondatore di Cerulean City.

La statua del fondatore era l'unica di cui non si poteva vedere il volto, perché raffigurato con un elmo in testa. Non esistevano neanche dipinti su di lui, solo storie che raccontavano di quanto saggio e forte fosse stato. Nessun accenno del suo viso.

Passando davanti alla scultura dell'ultimo regnante, spostò prontamente lo sguardo altrove. Voleva evitare di sentirsi peggio di quanto già lo fosse.
Gli alti soffitti erano stati pitturati con una sostanza speciale che durasse per anni. Infatti non aveva idea in che epoca erano stati dipinti i pokémon mitologici d'acqua. Si diceva che se uno avesse osservato il soffitto dall'inizio del corridoio alla fine, avrebbe potuto vedere raffigurata la storia del Paese dell'Acqua. Ma alcuni disegni erano sbiaditi nel tempo, lasciando dei buchi nella trama.

In passato non si era mai interessata alla storia del Paese dell'Acqua, però ricordava che in mezzo a tutti quei disegni, fosse esistita l'immagine di un pokémon alato leggendario. Non aveva fatto attenzione ai dettagli, però era certa che fosse circondato dalla luce e dai simboli degli elementi.

Poi però qualcuno lo aveva coperto con un altro disegno, e non lo aveva più visto. Quando aveva provato a chiedere dove fosse finito il pokémon alato, le avevano rifilato la bugia che non era mai esistito.

Quel fatto e tanti altri, erano i misteri che custodiva quel vecchio Palazzo.
Il rumore dei passi delle persone che la stavano scortando, le toglievano qualsiasi malinconia, facendola tornare al presente.

Aveva lasciato i suoi amici, era tornata a Cerulean City e due guardie all'ingresso delle mura della città erano state incaricate di condurla all'interno del Palazzo.
Che credevano, che lasciata da sola avrebbe potuto fare qualche attentato?
Di voglia ne aveva tanta, visto che le guardie che la stavano scortando, erano due di quelli che aveva incontrato a Saffron City e con cui aveva avuto uno scontro. Loro appena l'avevano riconosciuta sotto il mantello, erano sbiancanti all'istante portandosi sulla difensiva.

Se avesse lasciato fare al suo istinto, Misty non ci avrebbe pensato un secondo ad attaccare.

Ma si costrinse a ricordare dove si trovava e perché si trovasse lì. Non poteva permettersi mosse sbagliate.

E con il fegato che le rodeva, seguì le due guardie senza fiatare, tenendo però uno sguardo vigile su di loro, nel caso avessero avuto la brillante idea di attaccarla.

Aveva tutto il diritto di sospettare di loro, visto che lavoravano per il Presidente e che l'umiliazione di essere stati battuti da una femmina, doveva rodergli il fegato più di lei.
Cercò di allentare la tensione, pensando ad altro. Quei lunghi corridoi erano pieni di ricordi per lei. Un po' sparpagliati dovevano esserci le vie di fuga che usava da bambina. Erano piccoli tunnel o condotti dell'acqua, che lei aveva mimetizzato in modo che nessuno scoprisse come riusciva a svignarsela dal Palazzo. Finché poi fu scoperta e tutti i passaggi segreti chiusi.

Anche l'ultimo passaggio, che aveva utilizzato tempo prima per scappare dal Palazzo e iniziare il suo viaggio con George, doveva essere stato chiuso dopo che il Presidente aveva perlustrato da cima a fondo il Palazzo.
Se quel giorno lei e George non fossero scappati… che ne sarebbe stata della loro vita? Lei sarebbe stata confinata in stanza fino al giorno del suo matrimonio? E George sarebbe rimasto l'amico che aveva conosciuto o il Presidente gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello? E i suoi compagni del Team Luce, avrebbero vissute le loro vite ignari uno dell'altro, senza mai incrociarsi? O nel peggior dei casi, incrociandosi come nemici?
Scosse la testa. Perché quei pensieri proprio ora? Aveva preso una decisione quando era scappata e ora ne aveva presa un'altra tornando. Non si poteva tornare indietro.
Quando sentì i passi delle due guardie fermarsi di colpo, poté sentirsi un po' sollevata. Quel lungo silenzio era stata un po' un'agonia, ma finalmente avevano raggiunto la stanza.
Prima che potesse avanzare, la porta a due ante si aprì davanti a lei e riconobbe la figura del Presidente, per niente cambiato, se non per gli abiti ancora più costosi. C'erano altri tre signori di una certa età con lui, forse i suoi consiglieri, riuniti intorno a un tavolo ovale. E tra loro, una figura che stonava per la sua bellezza. Una giovane donna bionda, stesso colore degli occhi di Misty, carnagione chiara e un corpo slanciato, con un neo sulla guancia destra. Stava esibendo un sorriso, ma il suo corpo, ricoperto da un elegante vestito rosa, non si mosse dal suo posto a sedere.
Appena la ragazza con il codino mise piede dentro la stanza, la porta si chiuse dietro di lei.
Sentì i brividi scuoterle il corpo; era davanti alla persona che aveva tentato di ucciderla più volte e che l'aveva bandita dalla città. Si sentiva come un piccolo pokémon in trappola; se il Presidente avesse attaccato, lei non si sarebbe salvata.
Lui fece un passo verso di lei esibendo un sorriso di facciata e le parlò.

  • Ben arrivata a Cerulean City, Misty.

Lei non si mosse.

  • Sono sorpreso, e allo stesso tempo contento, che tu abbia accettato di venire.

  • Al tempo! Non ho ancora accettato niente- disse lei diffidente- Prima voglio sentire.

  • Giusto- lui annuì- I miei consiglieri ti illustreranno i dettagli.

Iniziò quello a destra a parlare.

  • Il principe delle isole Orange, ha chiesto la mano di lady Misty Waterflower di Cerulean City.

  • Una volta contratto il matrimonio, lady Misty riacquisterà il suo titolo di principessa e tutti i suoi diritti- proseguì il signore al centro- Verrà sciolto il divieto di rimanere a Cerulean City, nonché l'ordine di cattura.

  • Il matrimonio si terrà a Cerulean City nel salone principale del Palazzo- continuò quello a sinistra- La data è fissata per questo sabato.

Misty strabuzzò gli occhi. Tra due giorni?! Così presto!

  • Qualche problema?- chiese il Presidente, osservando lo sguardo pallido di Misty.

  • N-no- cercò di restare calma. Non voleva mostrarsi insicura ai suoi occhi, ne avrebbe potuto approfittare- Ma vorrei sapere, cosa ci guadagni tu in questo accordo.

  • Mi pare ovvio- disse lui con un sorriso furbo- Alleanza. Mi sembra poco proficuo combatterci a vicenda e perdere una lady dal sangue reale. Tu ti sposi, Cerulean City beneficerà dell'alleanza con le isole Orange e tu potrai riprendere la tua solita vita al Palazzo con le tue sorelle- lanciò uno sguardo allusivo alla giovane donna- Immagino che ti siano mancate, dico bene?

Misty si voltò per guardare la sorella. Lei non si era scomposta, rimanendo seduta al suo posto e ascoltando in un rigoroso silenzio.
Mancate… con le battaglie e la vita sempre in pericolo, per Misty era complesso dire se le erano davvero mancate; aveva perfino smesso di pensare a loro.

Del resto, non erano state così affiatate da bambine. Al gioco delle principesse, Misty aveva preferito il combattimento, andando contro le leggi della città e gettando un'ombra di disonore sulla famiglia. Era logico che le sorelle provassero ripudio per Misty.
Però doveva ammettere che ogni tanto, il pensiero che la guerra potesse raggiungere le sorelle, la preoccupava; le sorelle non erano dominatrici.

  • Se io mi sposo…- Misty sentì un groppo alla gola nel dire quella frase- tu manterrai il nostro accordo?

Il Presidente le rivolse un sorriso; un sorriso che mostrava in pubblico per conquistare consensi e favori dalla gente, un sorriso che lei sapeva essere fittizio.

Era così abituata al quel sorriso, che si domandava persino se il Presidente sapesse sorridere per davvero.

  • Certo. Hai la mia parola.

 

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  • Cerulean city?- ripeté incredule May- Mi stai dicendo che Misty è andata proprio a Cerulean City? Il posto da dove è stata bandita?

Il Team Luce, con la partecipazione di Anabel, si erano riuniti nella stanza di Melody; lì dove la dominatrice dell'aria, ancora addormentata, era assistita dalla sua insegnante Agatha. Per Brock era importante che ci fossero tutti, compresa Melody, anche se non poteva intervenire.
Il castano camminava avanti e indietro per la stanza, davanti agli occhi delle tre ragazze sedute. Ash aveva preferito rimanere dietro appoggiato al muro, con Pikachu ai suoi piedi.

  • Ma perché?- chiese Dawn perplessa- Pensavo che non potesse tornarci.

  • È così...- confermò Brock, incrociando le braccia- però qualcosa ha fatto cambiare idea a Misty.

  • Ovvero?- chiese May impaziente- Oh andiamo, per quale assurdo motivo si sarebbe consegnata al Presidente?

  • Una lettera- spiegò Brock e la mostrò al gruppetto. Portava il sigillo del Paese dell'Acqua- Una lettera che ha raggiunto Misty fin qui.

  • E allora?- insistette May senza capire.

  • È di sua sorella.

Ash guardò stranito Brock. Misty non gli aveva accennato a una sorella... ma ad essere sinceri lei non aveva mai parlato della sua famiglia. E visto che si erano ripromessi di non immischiarsi nella vita dell'altro, lui non si era soffermato a fare domande.

  • Daisy?- disse May sorpresa. A quanto pareva lei sembrava saperne di più di Ash. Brock annuì- Per quale motivo le avrebbe scritto? Credevo che…

  • La risposta è in questa lettera- rispose subito- In breve, Daisy le sta chiedendo di tornare a Cerulean City. Il Presidente ha concesso il suo rientro, a cambio di un matrimonio.

  • Che?!- esclamarono insieme May e Dawn.

Ash si sentì scivolare sul muro dall'incredulità. Matrimonio? Da dove era saltata fuori una proposta così assurda? Non erano troppo giovani per queste cose?

  • Perché dovrebbe sposarsi?- chiese confusa Dawn.

  • Suppongo per riprendere il suo posto al Palazzo.

  • Continuo a non capire, cosa c'entra lei con il Palazzo?- insistette. May però rimase in silenzio e incrociò le braccia.

  • Misty è la quarta figlia del Re di Cerulean City- spiegò Brock.

  • Che?!- esclamò Dawn, quasi sobbalzando dalla sedia.

Si sentì invece un tonfo alle loro spalle. Voltandosi, videro Ash che era scivolato a terra, senza un motivo apparente.

  • Prin-principessa?- fece lui quasi balbettando, con un sorriso congelato nella faccia- Ma stiamo parlando di Misty?

  • Ah già, tu e Dawn non potevate saperlo…- ricordò Brock all'ultimo momento- Uno dei motivi per cui Misty è stata bandita da Cerulean City, non è solo per essere diventata una dominatrice d'acqua; in quanto lady aveva degli obblighi da rispettare, che ha disobbedito.

Per un istante Ash si immaginò la ragazza con quel suo temperamento focoso, indossare abiti eleganti ed esprimersi con dei modi raffinati.

Chi, Misty? Quella che non ci pensava un secondo a riempire di botte chi la offendeva? Impossibile, neanche fra un milione di anni poteva assomigliare ad una principessa!
Però ora tutto sembrava quadrare… quell'insistente caccia a Misty e il fatto che sembrasse conoscere molto bene il Presidente.

  • Però perché non dircelo che è una principessa?- chiese Dawn sorpresa quanto Ash.

  • Perché non ne va fiera- spiegò Brock- Io l'ho saputo perché George me ne aveva parlato.

  • E io e Melody lo abbiamo saputo durante uno scontro a Cerulean City tra Misty e il Presidente- disse May. Dawn però continuò ad essere dubbiosa.

  • Se è una principessa, perché decidere di ucciderla?

  • A essere precisi, Misty era una principessa- precisò Brock- Ma infrangendo le leggi e scappando dalla città, ha perso il suo titolo e la possibilità di rimettere piede a Cerulean City.

Dawn si portò le mani alla bocca. Se un giorno avesse trovato sua madre, insieme sarebbero potute tornare a casa, ma per Misty non sarebbe stato possibile. In quanto ricercata, a battaglia conclusa, non avrebbe mai potuto ritornare a casa. Quindi, cosa avrebbe fatto, una volta finita la guerra?

  • E quindi solo per tornare a casa, avrebbe accettato il matrimonio?- chiese incredula May a Brock.

  • A quanto pare sì, ma ho qualche dubbio a proposito. Non era nelle intenzioni di Misty tornare a Cerulean.

  • Forse gli ultimi avvenimenti le hanno fatto cambiare idea- ipotizzò Ash, ancora stordito dall'idea che Misty fosse una principessa.

  • O forse era un modo per scappare dalla guerra- suggerì May alzando le spalle.

  • No, io non credo che sia quel genere di persona- negò Dawn, in difesa di Misty.

  • Ehi, ti sei forse scordata il modo in cui se n'è andata?- May la guardò storto- Se non aveva niente da nascondere, perché mentire?

  • Perché…- Dawn però non riuscì a trovare una risposta convincente e guardò supplicante Brock.

  • No, ha ragione Dawn- intervenne lui- Neanch'io capivo perché Misty avesse agito così, però leggendo la lettera, ho iniziato a sospettare che non si trattasse solo di fuga. Poi, parlando con Ash, ho ricordato il motivo per cui ho iniziato il viaggio con Misty. Io ho fiducia in lei, ma so anche, che sarebbe capace di fare qualche pazzia.

  • Che possiamo fare allora?

  • Misty ci ha dato la libertà di decidere… Voi cosa volete fare?

Ci fu silenzio tra i presenti. Nessuno osò aprire bocca per primo. Agatha e Anabel erano lì solo come spettatori.

  • … andare a Cerulean City.

I ragazzi spalancarono gli occhi; Melody si era svegliata e li stava guardando dal suo letto.

  • Melody!- esclamarono felici i suoi compagni. Agatha sorrise sollevata.

  • Come ti senti?- domandò la signora.

  • … dobbiamo andare a Cerulean City- disse la castana, senza farle caso- E recuperare Misty.

  • D'accordo- annuì Brock- Ma per te sarebbe meglio rimanere qui…

  • Sono rimasta tutto il tempo addormentata, e quando mi sveglio sento i vostri assurdi discorsi- cercò di mettersi seduta sul letto. Agatha l'aiutò, perché era ancora debole per stare dritta- Dico, la battaglia vi ha per caso fatto dimenticare che siamo un gruppo?

  • È stata Misty a volerlo!- ribatté May offesa.

  • È una menzogna!- replicò con fervore- Misty non può aver abbandonato il gruppo. E mi meraviglio che voi abbiate pensato il contrario!

  • Hai ragione, Melody- concordò Brock cercando di calmarla- Ma questa faccenda riguarda Misty, non il gruppo. E non si trova in una qualsiasi città, bensì a Cerulean, la città che non gradisce la nostra presenza. Andando lì, è possibile che attireremo l'attenzione delle guardie e che si debba lottare. Senza Misty nel nostro gruppo, potrebbe essere più rischioso delle altre volte. Per questo ho intenzione di andarci da solo. Conosco il posto più di tutti voi.

  • Io verrò con te- si offrì Dawn, alzandosi in piedi- Misty è mia amica, ancora prima di essere una leader.

  • Dawn…- sospirò, aspettandosi che qualcuno lo avrebbe proposto.

  • Non ti starò d'intralcio, Brock.

  • Però…

  • Conosco il posto quanto te e so muovermi silenziosamente- disse Melody- Non devi andare da solo, ci sarò anch'io.

  • Melody…

  • Non combatterò, se non sarà veramente necessario- cercò di trovare un accordo convincente- Però voglio parlare con Misty e farla ragionare- poi guardò il dominatore del fuoco- Inoltre, con me ci sarà Ash. Dico bene?

Il nominato si indicò perplesso, sorpreso di essere stato tirato in ballo all'improvviso.

  • Non sei costretto, ma ti ricordo che Misty è venuta a cercarti nella nave, quando te ne eri andato- lo fissò con un'espressione seria, come se gli stesse facendo pesare l'accaduto.

  • D'accordo- annuì poco convinto.

Il tono di voce di Melody era così diverso da come era solita rivolgersi a lui. Pensò che fosse normale, essendosi appena svegliata da un lungo sonno.

Poi guardarono May, in attesa che anche lei desse una risposta. La dominatrice della terra era con le braccia conserte e muoveva i piedi pensierosa.

  • Sapete che non mi tiro indietro in una battaglia, ma non avete pensato che lei non voglia essere trovata?- espose il suo dubbio- E se una volta lì, lei si rifiutasse di venire via?

  • Non potremo mai averne la certezza, se non andiamo da lei e le parliamo- spiegò Brock- E nel caso lei volesse ugualmente rimanere lì…be’, noi non la obbligheremo a venire con noi.

May alzò gli occhi e sospirò.

  • Va bene. Vengo- poi li guardò con una smorfia- Ma sia chiaro, se non riceverò una risposta convincente da lei, riceverà uno dei miei pugni- disse in tono di minaccia.

Brock sorrise un po' preoccupato, non aveva dubbi che May l'avrebbe fatto; era fatta così. Ma sapeva anche, che la ragazza aveva voglia di vedere Misty; nonostante la rabbia che provava, le impedisse di mostrarlo.
Brock poi si rivolse alla ragazza dai capelli lilla, che se ne era rimasta in disparte ad ascoltarli.

  • Anabel, so che non fai parte ufficialmente parte del gruppo e che ci sono stati problemi con Misty... Ma per l'aiuto che ci hai dato durante l'attacco del Team Magna, sei la benvenuta se vorrai venire con noi. Sono certo che Misty non avrebbe niente in contrario.

  • Sì, concordo- disse Ash- Sei forte e hai esperienza nelle battaglie.

Lei sorrise un po' commossa dai suoi complimenti.

  • Vi ringrazio. Ma questo non è il mio team, io faccio già parte dei Frontier Brains. E poi, ora avete qualcosa di più importante da fare…

  • Sei sicura?- insistette Ash. Lei scosse la testa.

  • Misty aveva paura di aver rovinato l'armonia nel gruppo, di non essere adatta a ricoprire un ruolo di comando nel gruppo. Ma ascoltando la decisione che avete preso, questo mi dimostra che Misty non ha sbagliato con voi e che io mi ero sbagliata a giudicarla. Siete un ottimo team e vi auguro di rimanere fedeli alla vostra amicizia… è rara di questi tempi.

Gli altri annuirono, ricaricati dalle sue parole.

  • Bene, direi di metterci subito in cammino- disse Brock avvicinandosi alla dominatrice dell'aria- Melody, se preferisci ti porto sulle spalle…

  • Oh, non esagerare- gli diede una pacca sulla spalla- Come pensi di tenermi su con quelle braccia?- indicò le fasciature- Tranquillo, ce la farò.

  • Melody…- sospirò, sentendosi impotente.

  • Agatha- la castana guardò la sua insegnante- Mi spiace, non potrò rimanere per altri insegnamenti.

  • Se hai deciso così, io non ti fermerò. Sono la persona meno indicata per dirti cosa fare… ma se un giorno avrai bisogno di me, io ti aspetterò.

  • Grazie- Melody l'abbracciò.

  • Anabel- la chiamò Ash, mentre gli altri preparavano le borse per il viaggio- Spero che un giorno cambierai idea e vorrai venire con noi…

  • Chissà…- gli sorrise con un rossore sulle guance- Ma posso garantirti che ci rivedremo sicuramente.

  • Per quello che è accaduto con Misty… non avercela con lei. Se si è comportata così, è per colpa mia...

  • Ma io non sono arrabbiata con lei- lo contradisse sorpresa, poi gli sorrise divertita- E non era la rabbia nei tuoi confronti ad averla spinta contro di me. Sbagli a pensarla così.

Lui la guardò confuso.

  • E allora cosa?

  • Ammetto che l'ho stuzzicata un po' con le mie parole, ma per come ha reagito Misty...- lo guardò dritto negli occhi- … non penso che lei ti veda solo come un compagno- lui però continuò a non capire.

Anabel si limitò a sospirare un po' delusa, ma poi si arrese a un sorriso divertito.

  • Suppongo che sia ancora presto per accorgertene…

Ash fece una smorfia poco contenta. Non sopportava quando le persone gli facevano notare la sua lentezza nel comprendere alcuni concetti.

Lei ridacchiò alla sua espressione buffa.

  • Per il momento, preoccupati di recuperare la tua leader.

Lui annuì, anche se le parole di Anabel lo lasciavano perplesso.

  • Solo una cosa, prima. Quando sarai con lei, riferiscile questo in segreto…- si avvicinò a lui imbarazzandolo e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

Lui ci capì ancora meno.

  • Che fai ancora lì Ash?- Dawn lo chiamò. Gli altri erano già fuori dalla stanza- Noi ce ne stiamo andando.

  • Ah sì, arrivo! Ciao Anabel! Arrivederci Agatha!- le salutò e corse dai suoi amici.

  • A presto!- li salutarono Anabel e Agatha.

Rimaste sole, la signora si apprestò a raccogliere le sue cose. La ragazza dai capelli lilla non si mosse subito e osservò la signora di spalle.

  • L'ha lasciata andare senza protestare… un vero peccato per i tuoi piani, eh Bertha?

La donna si voltò subito a guardare la ragazza. Aveva uno sguardo come di una persona colta in fragrante.

  • Stai tranquilla, non ho detto a loro la sua identità. Come membro dei Frontier Brains, non sono tenuta a dare informazioni private sui componenti della Elité. Però mi ha sorpresa vederla così fuori forma. È per questo che era così insistente con la dominatrice dell'aria…

  • Non è affare tuo ragazzina- disse lei ostile, facendo cadere la sua facciata di donna gentile.

  • Sì, ha ragione- lei prese il suo mantello lasciato sulla sedia e se lo mise sulle spalle- Non voglio avere niente a che fare con i piani dell'Elité- e se ne andò.

   
 
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