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Autore: Ellygattina    16/08/2022    0 recensioni
Uno scontro con una gang rivale rischia di trasformarsi in tragedia per la Toman, risvegliando in Baji dei brutti ricordi.
*Questa storia partecipa alla challenge “A summer of secrets” indetto dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart ed è dedicata a Valentina*
(Storia pubblicata anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Drammatico, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Chifuyu Matsuno, Keisuke Baji, Ken Ryuguji (Draken), Manjirou Sano, Takashi Mitsuya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per Valentina, con tanti auguri di buon Ferragosto! Spero ti piaccia :) <3


Lo scontro di quel giorno con una banda rivale si era rivelato impegnativo fin dall'inizio per i giovani membri della Toman, visto che combattevano contro ragazzi più grandi che li superavano di numero, ma non erano tipi da arrendersi per così poco e si stavano comunque facendo valere. Del resto, avevano iniziato subito bene sconfiggendo, appena nati, i temibili Black Dragon, e una gang tutto sommato di poco conto come quella non poteva certo spaventarli. Almeno finché uno degli avversari non si avventò di corsa contro Baji con una spranga di ferro raccolta chissà dove.

Chifuyu lo notò per caso quando era ormai troppo tardi per avvertire l'amico e non ci pensò nemmeno prima di pararsi davanti a lui per proteggerlo, cadendo a terra non appena l'arma lo colpì a tutta forza.

Nel frattempo anche il capitano della Prima Divisione si era voltato di scatto, allertato da qualcuno che aveva urlato il suo nome all'ultimo istante, ma poté solo vedere il suo vice atterrare malamente sull'asfalto a poca distanza da lui e restare immobile.

Registrò a malapena il colpevole del gesto che sembrava a sua volta sconvolto dalla scena ma il ragazzo dai lunghi capelli neri, per sua fortuna, non aveva il tempo di occuparsene. Con il cuore in gola e il respiro affannoso corse da Chifuyu senza più pensare allo scontro mentre lottava con se stesso per ricacciare indietro l'orribile ricordo di Shinichiro Sano, ucciso da un violento colpo alla testa all'incirca un anno prima.

Terrorizzato da quello che avrebbe potuto scoprire, si inginocchiò accanto all'amico e trovò chissà dove il coraggio di appoggiargli due dita sul collo come aveva fatto nel negozio di moto quella notte, rilasciando il respiro che non si era neanche accorto di aver trattenuto quando percepì il battito del suo cuore. Era già qualcosa ma non ci voleva un genio per capire che la situazione fosse molto grave e all'improvviso riprese conoscenza del mondo intorno a lui, dove i loro compagni impedivano agli avversari di avvicinarsi ancora, vendicando Chifuyu.

«Chiama l'ambulanza, presto! Pensiamo noi a loro» disse serio Mikey un attimo prima di stendere un ragazzo che era il doppio di lui con uno dei suoi calci micidiali.

Baji annuì con un accenno di gratitudine nello sguardo smarrito e spaventato ed estrasse a fatica il telefono dalla tasca della divisa. Aveva le mani sudate e tremanti ma riuscì lo stesso, in qualche modo, a comporre al volo il numero di emergenza, urlando al tizio che prese la chiamata di fare presto. Il volto di Shinichiro continuava a frapporsi a quello di Chifuyu facendolo sentire sempre peggio mentre realizzava che anche questa volta era tutta colpa sua. Allora non era riuscito a fermare Kazutora impedendo la tragedia e quel pomeriggio, troppo impegnato a stendere un avversario dopo l'altro, non si era accorto del tizio che l'aveva puntato con quell'arma in mano. Il suo vice gli aveva forse salvato la vita mettendosi in mezzo all'ultimo istante ma il senso di colpa per l'accaduto minacciava di sommergerlo ad ogni respiro che prendeva a fatica. L'ambulanza non arrivava e Chifuyu avrebbe potuto spegnersi da un istante all'altro senza che lui potesse fare nulla per aiutarlo. Non osava spostarlo o fare qualunque altra cosa mentre osservava scioccato ogni particolare del suo volto pallidissimo su cui spiccavano ancora di più i segni della rissa.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato quando si accorse dell'arrivo dei paramedici, che lo invitarono gentilmente a spostarsi per lasciarli lavorare. Non avrebbe voluto allontanarsi dall'amico ma non aveva la forza di opporsi e seguì docilmente l'uomo che lo prese da parte per dare un'occhiata anche a lui e cercare di scoprire cosa fosse successo nel parcheggio che avevano scelto come campo di battaglia.

Baji ci mise un po' per registrare la presenza di varie ambulanze e auto della polizia, e ancora di più per realizzare che era stato lui a parlare stupidamente al telefono della rissa, ma al momento relegò tutto in un angolino del suo cervello mentre cercava con lo sguardo i suoi compagni della Toman nel vano tentativo di non pensare a Chifuyu privo di sensi e circondato da medici che probabilmente lottavano per salvargli la vita. Non riusciva a vederlo da quella posizione e nessuno gli diceva come stava, facendogli pensare al peggio.

Per la verità all'inizio non fu in grado di trovare nemmeno gli altri ragazzi della Toman, che lo raggiunsero solo dopo un tempo che gli parve infinito facendogli tornare un accenno di sorriso sulle labbra.

Draken e Mitsuya, dopo aver controllato che non ci fossero adulti nei paraggi, gli spiegarono che avevano cercato di limitare il più possibile i danni con la polizia, augurandosi che bastasse per non finire tutti nei guai, e Baji sentì l'ennesima ondata di affetto e gratitudine nei loro confronti. La maggior parte dei membri di entrambe le gang erano giustamente fuggiti ma loro erano rimasti per dargli supporto come la famiglia che si erano ripromessi di essere gli uni per gli altri quando avevano fondato la Toman. Al momento aveva la testa un po' annebbiata ma sentiva comunque i loro sguardi attenti su di sé, dimostrandogli che sapevano tutti in che direzione andassero i suoi pensieri. Mikey, in particolare, nonostante la preoccupazione, cercava di incoraggiarlo come faceva sempre con chiunque in situazioni del genere e il ragazzo, intercettando il suo sguardo, tentò di comunicargli in silenzio quanto apprezzasse il gesto. Erano entrambi consapevoli, come i loro compagni, che purtroppo non era automatico che Chifuyu ce la facesse, ma aiutava lo stesso a pensare positivo anche solo per un attimo.

Poco dopo uno dei paramedici si avvicinò per informarli che erano pronti a portare il giovane ferito in ospedale e Mitsuya esortò Baji a seguirlo e salire sulla sua moto. Non era il caso che guidasse e il ragazzo, sia pure a malincuore, dovette dargli ragione.

Tornarono quindi tutti insieme nel posto in cui avevano lasciato i loro fedeli mezzi di trasporto e il capitano della Prima Divisione si sforzò di non guardare quella del suo vice accanto alla sua. Erano partiti insieme dal loro condominio ridendo e scherzando come sempre e ora chissà se l'avrebbe rivisto vivo. Da quel poco che aveva capito, la situazione doveva essere grave e lui avrebbe portato per sempre anche questo peso. Con quale coraggio avrebbe detto alla signora Matsuno che suo figlio era morto per salvare lui? Per non parlare di sua madre, che l'avrebbe visto di nuovo indirettamente coinvolto in un caso di omicidio... Ora che ci pensava, anche Peke J, il gatto di Chifuyu, avrebbe sofferto per la mancanza del suo padrone.

A strapparlo a quelle tristi riflessioni fu la voce di Mitsuya che lo chiamava.

«Andrà tutto bene» ripeté per l'ennesima volta con voce calma ma decisa appena ottenne la sua attenzione, venendo subito spalleggiato dagli altri nonostante la paura di perdere un amico si intravedesse fin troppo bene anche nei loro occhi.

«Se la caverà. Dobbiamo avere fiducia in lui» disse per ultimo Mikey guardandolo negli occhi con una sicurezza che lo sorprese. Sapeva bene che anche lui stava rivivendo in cuor suo la tragedia che l'aveva colpito poco tempo prima ma l'amico era sempre stato così: in ogni situazione riusciva a mostrarsi forte e dare sostegno agli altri ed era per questo, probabilmente, che erano stati tutti d'accordo a nominarlo capitano della Toman fin dal primo momento.

«Sì... Andiamo adesso. Chifuyu ci aspetta» assentì a fatica, augurandosi contro ogni logica che fosse davvero così mentre saliva a sua volta sulla moto di Mitsuya.

Subito dopo partirono insieme verso l'ospedale, dove iniziò la lunga attesa per avere notizie del loro amico.

A Baji, in particolare, sembrò che fossero passate ore o addirittura giorni prima che uno dei medici si avvicinasse al loro gruppo con un'espressione indecifrabile che lo spaventò da morire. Non sapeva che avrebbe fatto se la notizia fosse stata quella che temeva e la tensione era tale che all'inizio non capì nemmeno le sue parole.

Percepì in qualche modo gli amici farsi più vicini e qualcuno - forse Draken, che da bravo “fratello maggiore” del gruppo si era messo da subito tra lui e Mikey per sostenere entrambi - che gli strinse forte un braccio per aiutarlo a tornare alla realtà, e finalmente il mondo riacquistò suoni e colori, permettendogli di sentire una voce che spiegava qualcosa. Non capì molto ma il succo era che Chifuyu non sembrava aver riportato danni permanenti, per fortuna, e il medico, dopo aver appurato che la madre del ragazzo sarebbe arrivata solo più tardi per ragioni di lavoro, diede a uno di loro il permesso di entrare per qualche minuto.

Gli altri membri della Toman spinsero avanti lui e Baji, con un sorriso di riconoscenza, seguì l'uomo fino alla stanza dell'amico, ascoltandone distrattamente le raccomandazioni prima di varcare la soglia.

Il cuore gli mancò un battito nel vederlo disteso su quel lettino con gli occhi chiusi e il volto pallido seminascosto dalla mascherina per l'ossigeno ma almeno era vivo. Pochi minuti prima non osava sperarlo mentre si sforzava di non lasciarsi sopraffare dalla paura e dai ricordi.

Si aggrappò a quel pensiero mentre avanzava verso di lui cercando di ignorare la presenza di fili e macchine che non lasciavano adito a dubbi su quanto la situazione fosse ancora seria. Il dottore era sembrato ottimista sulle sue possibilità di ripresa ma Chifuyu aveva comunque lottato per restare in vita all'arrivo dei soccorritori, e persino in ambulanza.

Si sforzò di ricordare le parole del medico, che gli aveva raccomandato di non lasciarsi spaventare da ciò che avrebbe visto, e dopo aver preso un bel respiro si sedette accanto al letto e gli sfiorò la mano prima di decidersi ad afferrarla e stringerla appena. Erano soli in quel momento e la sua pelle calda sotto le dita lo fece sentire meglio, anche se di poco. Il suo vice aveva rischiato davvero tanto mettendosi in mezzo e si appuntò mentalmente di dargli una bella lavata di capo per questo appena si fosse ripreso.

Stava cercando di pensare a qualcosa da dirgli per coprire il fastidioso rumore dei macchinari quando lo vide aprire lentamente gli occhi e guardarsi intorno con aria confusa.

Gli mancò il fiato per un attimo di fronte a quello sguardo che aveva temuto di non vedere più e sentì il cuore aumentare di colpo i suoi battiti, facendogli rombare il sangue nelle orecchie a tal punto che quasi non si accorse dell'evidente agitazione dell'amico per chissà quali pensieri o sensazioni.

Durò solo pochi secondi - il tempo di realizzare che avrebbe dovuto fare qualcosa per cercare di calmarlo -, e il ragazzo li richiuse con una strana espressione, il corpo di nuovo abbandonato contro il materasso nonostante la tensione, costringendolo a chiamarlo a voce bassa, spaventato, sperando in un qualsiasi segnale da parte sua.


Chifuyu non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato quando aprì piano gli occhi, trovandosi forse disteso in un posto troppo bianco che non riconobbe. Era molto confuso e la testa gli doleva così tanto che dovette richiuderli subito trattenendo un gemito. Il suo ultimo ricordo era uno scontro tra gang rivali con i suoi amici della Toman e...

Una fitta più forte delle altre gli riportò alla mente il tizio che puntava Baji con una spranga tra le mani e la sua corsa disperata per mettersi fra i due, nella speranza di proteggere l'amico. Un gesto istintivo che forse aveva pagato, visto che ricordava vagamente un oggetto scuro che passava rapido a un nulla dal suo viso e un dolore lancinante. Ce l'aveva fatta? Si sforzò invano di riaprire gli occhi per accertarsene, sempre più agitato al pensiero di essersi perso chissà cosa e di non riuscire a muoversi come avrebbe voluto mentre coglieva in lontananza una voce che sembrava chiamare il suo nome.


«Chifuyu... Chifuyu, sei sveglio?»

Il ragazzo ci mise un po' a capire quelle parole, e ancora di più a obbligare le palpebre a riaprirsi, permettendogli di scorgere un viso preoccupato che doveva appartenere al proprietario della voce che cercava di strapparlo al torpore.

Gli ci volle qualche secondo di troppo per riconoscerlo e accennare un sorriso. Il suo capitano era accanto a lui e sembrava stare bene, per fortuna. Restava solo da capire dove si trovassero, visto che di certo non erano più al parcheggio, e si sforzò di formulare la domanda con scarso successo.

«Siamo in ospedale» lo interruppe Baji con la voce leggermente incrinata. «Come ti è venuto in mente di metterti in mezzo, Chifuyu? Non avresti dovuto» aggiunse poi con evidente tristezza.

«Ti avrebbe... colpito» sussurrò l'altro cercandone lo sguardo mentre sentiva di nuovo la paura che aveva provato in quel momento all'idea che l'amico venisse ferito.

«Bastava chiamarmi e l'avrei evitato» obiettò il più grande, avvertendo comunque un'ondata di affetto e riconoscenza nei suoi confronti che per un attimo gli fece venire lo strano impulso di abbracciarlo.

Chifuyu non sembrava d'accordo e Baji, notandone l'espressione, cercò in fretta qualcos'altro da dire per distrarlo. Il medico gli aveva raccomandato di non farlo agitare se si fosse svegliato e l'ultima cosa che voleva era rischiare di peggiorarne le condizioni. Avrebbero avuto tempo per parlarne quando si fosse sentito meglio.

Accortosi che si stava guardando intorno smarrito e leggermente preoccupato - chissà se dai suoni insistenti dei macchinari o da qualcos'altro -, decise di rispondere alla domanda inespressa di quando si era svegliato.

«Hanno lasciato entrare solo me ma gli altri sono tutti in corridoio. Noi stiamo bene, non preoccuparti, e abbiamo vinto lo scontro» gli spiegò, cercando di mantenere un tono di voce tranquillo.

Chifuyu sorrise, chiaramente sollevato, e sembrò sul punto di dire qualcosa prima di sussultare con una smorfia di dolore.

«Devo chiamare qualcuno?» domandò subito Baji, con la mano già vicino al pulsante.

«No, è già passato» lo fermò l'amico in un soffio, supplicandolo con lo sguardo di stargli vicino senza coinvolgere altre persone. Non se lo sarebbe mai aspettato da lui ma evidentemente il colpo alla testa gli aveva fatto abbassare un po' le difese.

«Non mi faranno restare qui ancora a lungo» lo informò dispiaciuto, sentendosi stringere il cuore nel vedere all'istante la delusione sul suo viso. Rimpianse subito di averglielo detto ma non sapeva quanto tempo fosse già passato e dalla sua reazione immaginava sarebbe stato peggio scoprirlo all'ultimo momento.

«Verrò a trovarti tutti i giorni, promesso. E so che lo faranno anche gli altri» cercò di consolarlo, riuscendo a strappargli un lieve sorriso. Non che fosse riuscito a vederlo bene con quella mascherina ma ormai lo conosceva abbastanza da capirlo anche solo dagli occhi. «Anche tua madre arriverà presto» aggiunse poi e la tensione sembrò finalmente abbandonarlo, permettendogli di rilassarsi sul materasso. Baji immaginò che la situazione lo spaventasse parecchio e il senso di colpa per esserne in parte responsabile tornò subito a tormentarlo. Avrebbe voluto con tutto il cuore farlo sentire meglio in qualche modo ma poteva solo stargli vicino e tenergli la mano massaggiandola piano con il pollice in un gesto per lui stranamente naturale che sperò risultasse rassicurante.

«Vuoi che me ne vada e ti lasci riposare?» chiese poco dopo, accortosi che sembrava lottare per tenere gli occhi aperti.

L'amico non rispose questa volta ma fece uno sforzo evidente per riaprirli e ricambiò per un attimo la stretta sulla sua mano.

Baji annuì facendo altrettanto per indicargli che aveva capito e per qualche minuto calò il silenzio, interrotto solo dal rumore ritmico delle macchine che monitoravano in continuazione i suoi segni vitali. Chifuyu sembrava più tranquillo adesso ed era molto probabile che si sarebbe riaddormentato di lì a poco ma l'ingresso del medico che gli diceva di uscire ruppe l'incantesimo.

Lo sentì irrigidirsi e stringergli forte la mano per un attimo come a volerlo trattenere mentre si voltavano entrambi verso la porta ma il più grande, sia pure a malincuore, si liberò gentilmente dalla sua presa.

«Tornerò domani, ricordi? E appena ti dimetteranno, festeggeremo tutti insieme la vittoria e la tua uscita dall'ospedale» lo rassicurò con un sorriso, approfittando del fatto che l'uomo avesse lasciato loro un po' di privacy mentre si salutavano. «Non preoccuparti, penserò io a Peke J finché non torni» aggiunse in tono forzatamente allegro.

«Grazie, Baji-san. A domani allora» rispose piano Chifuyu, chiaramente sollevato nonostante il velo di tristezza nei suoi occhi.

«Grazie a te. Rimettiti presto» lo salutò il più grande voltandosi un'ultima volta a guardarlo prima di uscire nel corridoio, dove rimase fermo per qualche secondo nel tentativo di rimettere ordine nei suoi pensieri mentre il medico entrava nella stanza per visitare il suo paziente. Era contento di aver passato un po' di tempo con l'amico, riuscendo a vedere con i suoi occhi che la situazione non era grave come pensava, ma era stato comunque difficile. Per fortuna a poca distanza c'era il resto del gruppo, che attendeva con ansia notizie del più piccolo e fu subito pronto a distrarlo dal pensiero di doverlo lasciare solo quando avrebbe avuto chiaramente bisogno di qualcuno che gli facesse compagnia.


Prompt: Situazione di pericolo: A si para davanti a B per proteggerlo. 


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero di aver reso bene i personaggi in questo mix di dramma e fluff e che la storia sia stata un regalo gradito per Valentina e per tutti gli amanti di questa coppia. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo! <3
Come ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa all'iniziativa “A summer of secrets” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction. Venite a trovarci se anche voi amate questo genere! ;)
Se a qualcuno interessa, ho creato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail, Edens Zero e il nuovo Gate of Nightmares (manga promozionale basato su un videogioco che Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e personaggi), ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online!), dove è in corso una challenge di scrittura e disegno dedicata a crossover e AU. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto, augurandovi una buona notte e buona giornata per domani.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina

  
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